Ipetueretemkhetnut

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La dea del cielo Nut e le figure delle costellazioni. Tomba di Ramses VI.

Ipetueretemkhetnut ("La grande Ipet nel grembo di Nut") è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto, dea-ippopotamo che personificava uno dei dodici mesi dell'anno egizio[1].

Nell'ambito del calendario "sotiaco" (cioè basato sul ciclo del sistema di Sirio, la stella della costellazione del Cane, dedicata ad Iside e detta Soped dagli Egizi e Sothis dai Greci), Ipetueretemkhetnut rappresentava precisamente il secondo mese della stagione di Shemu: i giorni tra il 26 maggio e il 24 giugno. In quanto aspetto della grande dea Hathor, un'effigie di Ipetueretemkhetnut come "piccola Hathor" era conservata in una cappelletta a parte nel Complesso templare di Karnak, nel Tempio di Hathor a Dendera, a File e nel Tempio di Edfu[1].

Iconograficamente, la dea era comunemente rappresentata con corpo e testa di ippopotamo gravido, mani umane, dorso di coccodrillo e zampe di leone; quando raffigurata in forma umana, Ipetueretemkhetnut aveva il capo sormontato dal tipico copricapo cornuto e solare di Hathor[1].

In epoca greco-romana, Ipetueretemkhetnut finì col simboleggiare il terzo mese della stagione di Peret (cioè il 25 febbraio - 26 marzo). Nella serie di cinquanta divinità raffigurate nei mammisi[2], la dea recava l'epiteto di "Una dea degli dei - delle eccellenti e nobili dame"[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Christian Leitz, Lexikon der ägyptischen Götter und Götterbezeichnungen, collana Orientalia Lovaniensia analecta, 110, vol. 1, Lovanio, Peeters, 2002, ISBN 90-429-1146-8.
  2. ^ MAMMISI in "Enciclopedia dell' Arte Antica", su treccani.it. URL consultato il 13 maggio 2017.