Cervino

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Cervino
Il Cervino (pareti est e nord) e, a destra, la Dent d'Hérens
StatiBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Svizzera Svizzera
Regione  Valle d'Aosta
  Vallese
Altezza4 478 m s.l.m.
Prominenza1 043 m
Isolamento13,8 km
CatenaAlpi
Coordinate45°58′35″N 7°39′30″E / 45.976389°N 7.658333°E45.976389; 7.658333
Altri nomi e significatiMatterhorn (tedesco)
Mont Cervin (francese)
Data prima ascensione14 luglio 1865
Autore/i prima ascensioneEdward Whymper, Lord Francis Douglas, Charles Hudson, Douglas Robert Hadow con le guide Michel Croz e Peter Taugwalder padre e figlio
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Cervino
Cervino
Mappa di localizzazione: Alpi
Cervino
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Nord-occidentali
SezioneAlpi Pennine
SottosezioneAlpi del Weisshorn e del Cervino
SupergruppoCatena Bouquetins-Cervino
GruppoGruppo Dents d'Hérens-Cervino
SottogruppoSottogruppo del Cervino
CodiceI/B-9.II-A.2.b

Il Cervino (in francese, Cervin; in tedesco, Matterhorn) è una montagna delle Alpi alta 4478 m s.l.m., la quinta vetta dell'intera catena.

È situato nelle Alpi Occidentali, sul confine tra Italia e Svizzera, lungo la sezione alpina delle Alpi Pennine. Il monte si erge isolato[1] dal resto delle altre vette circostanti e sovrasta i paesi di Breuil-Cervinia in Italia e di Zermatt in Svizzera.

È caratterizzato dalla particolare forma piramidale molto pronunciata ed ha segnato in modo significativo la storia dell'alpinismo.

Toponimo

Il toponimo in italiano deriva dal francese "Cervin", che deriva dal latino "Mons silvanus", cioè Monte boscoso.

File:Cervino 24.jpg
Il Cervino

In effetti, nei secoli passati, in ragione del clima più mite che rendeva tra l'altro possibile la traversata dei colli alpini durante la maggior parte dell'anno, questo monte era ricoperto da foreste. Questo "Optimus" climatico fu la ragione dell'importanza della Valle d'Aosta in epoca romana e della fondazione di Augusta Prætoria Salassorum (l'odierna Aosta). Seguendo il processo di corruzione della voce latina, da "Silvanus" si è arrivati a "Servin" (pron. "servèn"), in francese. Horace-Bénédict de Saussure, che fu tra i primi cartografi del Regno di Sardegna, però, sbagliò nella trascrizione, registrando il toponimo "Cervin", che in francese si pronuncia allo stesso modo[2]. Il toponimo italiano è derivato di conseguenza, sottolineando un errato riferimento al cervo.
In Valtournenche, il Cervino è chiamato in patois valtournain semplicemente "Gran Becca", cioè "grande montagna".

Il toponimo in tedesco, "Matterhorn", deriva da "Matt", che nel tedesco alemanno e in svizzero tedesco indica un prato (cfr. anche il dialetto titsch di Gressoney-Saint-Jean, "Wisso Mattò" = ted. "Weissmatten" = it. "prati bianchi"); e da "Horn", cioè "corno", come viene chiamata la maggior parte delle vette del Vallese e della Valle del Lys (in francese, Tête; in italiano, Corno). Di conseguenza, la Mattertal è la "valle dei prati", e Zermatt è "il prato" ("Zer" è l'articolo determinativo maschile in lingua walser).

Caratteristiche

Parete est e nord viste dal Gornergrat.
Parete sud e cresta sud-ovest (Cresta del Leone o Arête du lion) vista dall'alta Valtournenche.

Presenta quattro pareti principali orientate secondo i punti cardinali: la parete nord guarda Zermatt in Svizzera, la parete est guarda il ghiacciaio del Gorner, la parete sud sovrasta Breuil-Cervinia in Italia e la parete ovest è rivolta verso la Dent d'Hérens. Queste pareti sono delimitate da altrettante creste: la cresta sud-ovest detta Cresta del Leone o Arête du lion; la cresta nord-ovest detta Cresta di Zmutt; la cresta nord-est detta Cresta dell'Hörnli e la cresta sud-est detta Cresta di Furggen.

La vetta è costituita da due cime distinte collegate da un sottile filo di cresta. La cima più alta viene chiamata cima svizzera; quella più bassa (di soli due metri) cima italiana[3].

La frontiera italo-svizzera segue invece la cresta stessa, coincidente con la linea di displuvio, sicché la frontiera passa su entrambe le cime, come sancito dalla Convenzione del 24 luglio 1941 tra la Confederazione Svizzera e il Regno d'Italia.[4] Tale convenzione sancisce il principio della linea di displuvio come confine naturale e indica in maniera specifica in quali tratti si abbandona tale criterio. Il Cervino non ne fa parte. Le due cime sono quindi condivise tra i due stati.

Geologia

La parte inferiore del Cervino è costituita da gabbro, mentre la parte centrale è costituita prevalentemente da ortogneiss, una roccia metamorfica di alto grado formatasi per via della collisione fra placche provenienti dall'Europa e dall'Africa. Questa collisione, avvenuta probabilmente intorno a 100 milioni di anni fa, ha sollevato la catena montuosa delle Alpi, formando numerose vette. La particolare forma del Cervino è stata successivamente provocata dall'erosione: 4 circhi glaciali si sono formati lasciando un picco piramidale al centro. Altri esempi di questa evoluzione geologica sono l'Ama Dablam, nelle Himalaya o il Cimon della Pala, nelle Dolomiti. La cresta è formata da scisti cristallini.

Meteo

A causa della sua collocazione sullo spartiacque principale alpino ed alla sua notevole altezza il Cervino è esposto a variazioni meteorologiche repentine. In particolare nella parte sottovento si forma sovente la caratteristica nube a bandiera.

Ascensioni

Il Cervino visto dal Breuil in inverno. A sinistra vi è la Testa del Leone.

Primi tentativi

Per lungo tempo il Cervino fu considerato inviolabile per l'arditezza delle sue pareti. Nel 1800 molti alpinisti si avvicinarono alla montagna senza riuscire a vincerla.

I primi tentativi registrati risalgono agli anni 1858-1859. L'abate Amé Gorret, accompagnato da diverse guide di Valtournenche (Jean-Antoine Carrel, Jean-Jacques Carrel, Victor Carrel, Gabriel Maquignaz) effettuò diversi tentativi dal versante italiano, arrivando ad un'altezza massima di circa 3.850 m (12.650 piedi).[5]

Il 1860 vide due tentativi: in luglio, tre alpinisti britannici (Alfred, Charles e Sandbach Parker), senza guide, tentarono la salita dal versante di Zermatt, fermandosi ad una quota stimata di circa 3.500 m in agosto, Hakwins e Tyndall, accompagnati dalle guide J.J. Bennen e Jean-Jacques Carrel, salirono dal versante italiano, fermandosi a circa 3.900 m[5][6]

Nel 1861 ci furono tre tentativi. A luglio, vi fu un nuovo tentativo dei Parker, che si fermarono a quota 3.570 m circa; il 29 agosto, Jean-Jacques e Jean-Antoine Carrel effettuarono un tentativo dalla "cresta del Gallo" (fr. Arête du coq), sul versante italiano, fermandosi poco sopra i 4.000 m; ed il 29 e 30 agosto il primo tentativo da parte di Edward Whymper, accompagnato da una guida dell'Oberland: salendo dal versante italiano, per quella che in seguito diventò la via normale italiana, arrivò ad un'altezza di circa 3.850 m[5][7]

Il 1862 si aprì con un tentativo invernale, in gennaio, effettuato da T.S. Kennedy; salito dal versante svizzero, Kennedy si fermò a circa 3.300 m di quota.[5][8]

Nell'estate del medesimo anno, Whymper, effettuò ben cinque tentativi, tutti a luglio. Nei primi due tentativi fu accompagnato da R.J.S. Macdonald, mentre negli altri tre fu solo con le guide, ed addirittura il terzo tentativo fu effettuato in solitaria. Le guide che accompagnarono questi tentativi furono: Johann zum Taugwalder e Johann Kronig (primo tentativo), Jean-Antoine Carrel (secondo e quarto tentativo), Pession (secondo tentativo), Luc Meynet (quarto e quinto tentativo). In tutti e cinque i casi, gli alpinisti salirono dal versante italiano; la massima quota raggiunta fu di 4.100 m nel quinto tentativo. Pochi giorni dopo questo tentativo, ve ne fu un altro da parte di John Tyndall, accompagnato dalle guide J.J. Bennen ed Anton Walter, e da César e Jean-Antoine Carrel in funzione di portatori.[5][9]

Nel 1863 vi fu un solo tentativo, da parte di Whymper, che con César e Jean-Antoine Carrel, Luc Meynet e due portatori salì dal versante italiano fino ad una quota di 4.050 m circa.[5][10]

Il 1864 passò senza ulteriori tentativi.[5] Nell'inverno 1864-65 Whymper studiò la geomorfologia del Cervino, concludendone che il versante più facile da salire sarebbe stato quello svizzero. Impostò quindi la sua campagna estiva su questo presupposto.[11] Insieme alle guide Michel Croz, Christian Almer e Franz Biener, ed al portatore Luc Meynet, Whymper effettuò un primo tentativo il 21 giugno per il versante sud-est, ma dovettero fermarsi a circa 3.300 m di quota per il pericolo di caduta pietre.[12]

La prima ascensione

Illustrazione del disastro del Cervino, di Gustave Doré

Dopo aver congedato Michel Croz, impegnato con un altro cliente, Whymper si dispose ad effettuare un nuovo tentativo con Jean-Antoine Carrel. Questi però si era impegnato con il Club Alpino Italiano per effettuare un tentativo tutto italiano, fortemente voluto da Quintino Sella. Una squadra italiana, formata da César e Jean-Antoine Carrel, Jean-Joseph Maquignaz ed una quarta guida, partì per la vetta l'11 luglio seguendo la via italiana.[13][14] Ritornato a Zermatt, Whymper vi trovò un gruppo di compatrioti: Lord Francis Douglas, D. Hadow, ed il reverendo Charles Hudson, accompagnati da tre guide: Peter Taugwalder padre e figlio, e Michel Croz, che, essendo stato rilasciato dal suo precedente cliente, si era unito ai tre britannici. I sette formarono una cordata unica, che il 13 luglio 1865 attaccò la salita per quella che è oggi la via normale svizzera. Dopo aver pernottato all'aperto, i sette ripartirono il mattino dopo, ed arrivarono in vetta alle 13.40 del 14 luglio. Dalla vetta, videro la squadra italiana guidata da Carrel, che si trovava alcune centinaia di metri più in basso; visti i britannici in vetta, gli italiani si ritirarono.[13]

La discesa fu funestata da un gravissimo incidente. I sette erano tutti legati insieme, con Michel Croz in testa, seguito da Hadow, Hudson, Douglas, Taugwalder padre, Whymper e Taugwalder figlio. Su un passaggio non particolarmente difficile Hadow scivolò e cadde addosso a Croz, che perse l'equilibrio; i due caddero per il precipizio sul versante svizzero, trascinando prima Hudson, poi Douglas. A questo punto, la corda tra Douglas e Taugwalder padre si spezzò, ed i tre superstiti videro i quattro compagni precipitare per oltre 1000 metri verso il sottostante ghiacciaio del Matterhorn. I due Taugwalder e Whymper riuscirono a rientrare in serata a Zermatt, dove diedero la triste notizia. Il 16 luglio una squadra di ricerca trovò le salme dei caduti, tranne quella di Lord Douglas; le salme furono recuperate il 19 luglio.[13]

Fu la prima grande tragedia dell'alpinismo moderno ed ebbe notevole eco nell'opinione pubblica.

La prima salita italiana

Il Cervino visto dal Lac Bleu.

Jean-Antoine Carrel, disceso dopo aver visto la squadra di Whymper sulla cima, ed ignaro dell'incidente occorso, ripartì per la vetta dal versante italiano il 16 luglio, insieme a Jean-Baptiste Bich, Jean-Augustin Meynet ed all'abbé Gorret. Il 17 luglio Carrel e Bich riuscirono ad arrivare in vetta, seguendo una variante di quella che oggi è la via normale italiana. Dopo aver pernottato ancora in quota, i quattro tornarono a Cervinia il 18 luglio, e qui vennero a conoscenza dell'incidente occorso ai rivali britannici.[15]

Record di velocità

  • il record di salita e discesa da Breuil-Cervinia è stato stabilito il 21 agosto 2013 da Kilian Jornet Burgada in 2 ore, 52 minuti e 2 secondi. Jornet ha impiegato 1 ora, 56 minuti e 15 secondi per la salita e circa 55 minuti per la discesa.[16] Jornet ha abbassato di 22 minuti il precedente record di Bruno Brunod: il 17 agosto 1995 Brunod aveva impiegato 3 ore e 14 minuti.[17] Prima di Brunod il record era appartenuto a Valerio Bertoglio con il tempo di 4 ore, 16 minuti e 26 secondi, stabilito il 10 agosto 1990.[18]
  • il record di salita della parete nord seguendo la via Schmid per tutta la sua lunghezza (dalla base della parete sino in vetta) rimane ancor oggi quello di Christophe Profit (25 luglio 1985) che ha impiegato 4 ore durante il concatenamento delle tre pareti nord (G. Jorasses, Eiger e Cervino). Ueli Steck il 13 gennaio 2009 in 1 ora e 56 minuti scala la parete Nord sino alla spalla della cresta dell'Hornli (quota 4200 m) seguendo la via Shmid sino al termine della rampa per poi deviare sulla sinistra e uscire sulla via normale svizzera.[19]

Concatenamenti

  • Marco Barmasse, 1985 - Primo concatenamento delle quattro creste del Cervino in solitaria in 15 ore con prima solitaria degli strapiombi di Furggen. Partenza dal Bivacco Bossi e salita della cresta di Furggen per la via degli strapiombi. Discesa dalla cresta dell'Hornli. Attraversamento ai piedi della parete Nord e salita della cresta di Zmutt. Discesa per la via Italiana sino al rifugio Oriondé o Duca degli abruzzi quota 2802 m.
  • Christophe Profit, 25 luglio 1985 - Primo concatenamento delle pareti nord del Cervino, dell'Eiger e delle Grandes Jorasses in 24 ore con trasferimenti in elicottero: il Cervino in 4 ore, l'Eiger in 6 ore 45 minuti e il Linceul alle Grandes Jorasses in 4 ore.
  • Christophe Profit, 12 e 13 marzo 1987 - Primo concatenamento invernale delle pareti nord del Cervino, dell'Eiger e delle Grandes Jorasses con trasferimenti in elicottero in 42 ore: Sperone Croz sulle Grandes Jorasses, Via Heckmair sull'Eiger e Via Schmid sul Cervino.[20]
  • Hans Kammerlander insieme alla guida alpina svizzera Diego Wellig nel 1992 - salgono le quattro creste in 24 ore.[21] La via italiana, la cresta del Leone, non viene percorsa dal rifugio Duca degli Abruzzi quota 2802 m ma, sia in salita che in discesa, dalla Capanna Carrel quota 3830 m.[22]

Vie alpinistiche

Parete sud ed est viste dal Lyskamm.

La scalata del Cervino riserva ancora oggi un grande fascino, ma è riservata unicamente agli alpinisti esperti. Le due vie normali, anche se facilitate dalla posa di diverse corde fisse, ricalcano quelle delle prime ascensioni; quella che parte da Zermatt si sviluppa lungo la cresta nord-est (detta Cresta dell'Hörnli), quella che parte da Cervinia si sviluppa lungo la cresta sud-ovest (detta Cresta del Leone o Arête du lion). Un altro itinerario abbastanza frequentato, ma più impegnativo, è quello lungo la cresta di Zmutt.

Cresta dell'Hörnli

Lo stesso argomento in dettaglio: Via normale svizzera al Cervino.

È la cresta nord-est e rappresenta la via normale svizzera e l'itinerario seguito dai primi salitori. Questa ascensione fu compiuta il 13 e 14 luglio 1865 da Edward Whymper, Lord Francis Douglas, Charles Hudson, Douglas Robert Hadow con le guide Michel Croz e Peter Taugwalder padre e figlio. La via ha un grado di difficoltà valutato in AD.[23]

Cresta del Leone (Arête du lion)

Lo stesso argomento in dettaglio: Via normale italiana al Cervino.

La prima salita della cresta sud-ovest fu compiuta il 16 e 17 luglio 1865 da Jean-Antoine Carrel, Jean-Baptiste Bich, Amé Gorret e Jean-Augustin Meynet. La via rappresenta la via normale italiana e la difficoltà è valutata in D. La via parte dal Rifugio Duca degli Abruzzi (2.802 m), passa nei pressi della Croix Carrel, sale lungo la Cresta del Leone (fr. Arête du lion) e, superata la famosa Cheminée, arriva al Rifugio Jean-Antoine Carrel (3.830 m). Dal rifugio si supera la corda della sveglia, si arriva alla Grande corde, si sale sul Pic Tyndall (4.241 m), si scende brevemente verso Enjambée, si supera la Scala Jordan ed infine si arriva prima sulla vetta italiana e poi su quella svizzera del Cervino.[24]

Cresta di Zmutt

La cresta nord-ovest, detta Cresta di Zmutt

La prima salita della cresta nord-ovest fu compiuta il 3 settembre 1879 da una spedizione inglese guidata da Albert Mummery, con le guide Alexander Burgener, Augustin Gentinetta e Johann Petrus.[25] La difficoltà complessiva è valutata in D. Si tratta di una via impegnativa, che a causa dell'esposizione è difficile trovare in buone condizioni; per questo viene ripetuta solo poche volte ogni anno. La via parte normalmente dalla Schönbielhütte (2.694 m).[26][27][28]

Cresta del Furggen

La prima salita della cresta sud-est fu compiuta il 4 settembre 1911 da Mario Piacenza, Jean-Joseph Carrel e Joseph Gaspard. Questa cresta è una delle più impegnative vie di salita al Cervino, con tratti di misto ghiaccio e roccia e passaggi di VI o di V+ a seconda dell'uscita designata. Viene complessivamente valutata TD. La via parte dal Bivacco Oreste Bossi (3.345 m).

Nell'estate 2002 Patrick Gabarrou e Cesare Ravaschietto aprono la nuova via Padre Pio Prega per tutti sulla parete sud del Picco Muzio, una cima di 4.187 m che si trova lungo la cresta del Furggen.[29]

Sempre sulla parete sud del Picco Muzio, tra il 6 e il 9 aprile 2011, Hervé Barmasse apre in solitaria una nuova via.[30]

Parete nord

La parete nord
  • Via Schmid: la prima salita fu realizzata il 31 luglio e 1º agosto 1931 dai fratelli Franz e Toni Schmid, quando allora era ritenuta impossibile. È la via dei primi conquistatori di una delle tre grandi pareti nord delle Alpi. Sale la grande ed evidente rampa che taglia la parete da sinistra a destra portando all'intaglio tra le due cime. La via ha uno sviluppo di 1250 metri e difficoltà TD+, con passaggi in roccia di IV e V e pendii di ghiaccio fino a 70°. È una classica via di misto delle Alpi ma con roccia friabile ed esposta alle valanghe all'uscita della rampa.[31]
  • Via Bonatti: la prima salita fu compiuta dal 18 al 22 febbraio 1965 in solitaria invernale da Walter Bonatti, 1200 m/ED+.[32][33], a tre giorni di distanza da un primo tentativo di attacco in cordata con Gigi Panei e Alberto Tassotti fallito a causa di una tempesta che tra il 14 e il 15 febbraio 1965 costrinse i tre alpinisti ad una rocambolesca ritirata (quattrocento metri di calate a corda doppia nella bufera) dopo un drammatico bivacco in parete di 24 ore con raffiche di polvere gelata che li investirono, avvolti nei loro sacchi imbottiti, a 100 chilometri all'ora.
  • I tre moschettieri: prima salita compiuta nel 1983 da Franc Knez.[34]
  • Sébastien Gay: prima salita realizzata nel luglio 2009 da Jean Troillet, Martial Dumas e Jean-Yves Fredrikse. La via sale tra la Schmid e la Bonatti, ha uno sviluppo di 600 metri e difficoltà ABO. La via è dedicata allo scomparso alpinista Sébastien Gay.[35]

Parete sud

La parete sud
  • Cresta De Amicis: prima salita il 10-11 agosto 1906 di Ugo De Amicis e Arrigo Frusta, al Pic Tyndall. I due si fermarono però alla cravatta, una cengia posta sotto la parte terminale del picco. La prima salita integrale della cresta fu compiuta il 7-8 luglio 1933 da Amilcare Crétier, Antonio Gaspard e Basilio Ollietti.[36]
  • Via Benedetti-Carrel: prima salita il 15 ottobre 1931 di Louis Carrel, Enzo Benedetti e Maurice Bich. Si tratta della prima via sulla parete sud.[37]
  • Crestone Deffeyes-Carrel: prima salita l'11 settembre 1942 di Albert Deffeyes e Louis Carrel. Questa cresta divide la parete sud vera e propria dal Pic Tyndall.[38]
  • Via Casarotto-Grassi: prima salita il 29 settembre 1983 di Renato Casarotto e Gian Carlo Grassi, 1300 m/ED, la via sale al Pic Tyndall.[39]
  • Via Direttissima: prima salita il 13 dicembre 1983 di Marco Barmasse, Walter Cazzanelli e Vittorio De Tuoni. La via sale alla sinistra della via Benedetti-Carrel.[40][41]
  • Couloir Barmasse: prima salita il 13 marzo 2010 di Hervé Barmasse col padre Marco, 1200 m/ABO.[42]

Parete est

La parete est

La prima salita fu compiuta il 18 e 19 settembre 1932 da Enzo Benedetti e Giuseppe Mazzotti, con le guide Louis e Lucien Carrel, Maurice Bich e Antoine Gaspard.[43]

Parete ovest

La parete ovest
  • Via Penhall: prima salita il 3 settembre 1879 di William Penhall, Ferdinand Imseng e Louis Zurbriggen. Nella parte terminale la via si ricongiunge con la cresta di Zmutt.[44]
  • Via Carrel: prima salita il 20-22 agosto 1947 di Carlo Taddei e Louis Carrel. La via termina all'Enjambée, l'intaglio fra la Testa del Cervino e il Pic Tyndall.[45]
  • Diretta Ottin-Daguin: prima salita il 13 agosto 1962 di Renato Daguin e Giovanni Ottin. La via sale tra la via Carrel e la via Penhall e affronta la Testa del Cervino direttamente.[46]

Naso di Zmutt

Discese in sci

Parete est

  • 14 maggio 1975 - Prima discesa con gli sci di Toni Valeruz. Valeruz ripeterà la discesa il 26 maggio 1975 e il 30 maggio 1996.[49]
  • 6 giugno 1980 - Jean-Marc Boivin realizza una trilogia particolare: scende con gli sci la parete est per poi risalire in solitaria la parete nord per la via Schmid in 4h:10' nello stesso giorno. Si lancia quindi dalla cima in deltaplano. Su questa trilogia è stato girato il film Aventure au Cervin che ha vinto il Trento Filmfestival nel 1981.[50][51]

Rifugi

Per favorire l'ascesa alla vetta e l'escursionismo di alta quota intorno al monte sorgono alcuni rifugi alpini:

In passato era presente anche il Bivacco Lonza (Lonza-Biwak), posto a 2.970 m sulla cresta di Zmutt. Di proprietà del Club Guide Alpine di Zermatt, il bivacco è stato distrutto da una valanga nel 2001 e non è più stato ricostruito.[52]

Percorsi escursionistici

Per favorire la conoscenza della montagna è stato creato il percorso escursionistico del Tour del Cervino e della Grande Balconata del Cervino

Il Cervino nelle opere culturali

Un'opera di Gustave Doré che rappresenta la prima ascensione del Cervino

Cinema

Note

  1. ^ Ha infatti una prominenza di 1.031 m; infatti bisogna scendere fino al Col Durand (3.451 m) per poter salire su vette più alte. Ha un isolamento di 13,7 km essendo il Lyskamm Occidentale (4.481 m) la montagna più alta e più vicina.
  2. ^ Rodolfo Soncini-Sessa et alii, Ayas e la scomparsa della Krämerthal, video Documenta, Milano, 1997. Documentario basato sugli studi di Rodolfo Soncini-Sessa (agosto 1996).
  3. ^ I due nomi non hanno motivi geografici ma storici. Infatti la via normale italiana arriva dapprima alla cima italiana mentre quella svizzera arriva alla cima svizzera.
  4. ^ Convenzione del 24 luglio 1941 tra la Confederazione Svizzera e il Regno d’Italia per la determinazione del confine italo-svizzero nel tratto compreso fra Cima Garibaldi o Run Do ed il Mont Dolent.
  5. ^ a b c d e f g Whymper, 1900, p.424
  6. ^ Whymper, 1900, pp.76-77
  7. ^ Whymper, 1900, p.79,82-87
  8. ^ Whymper, 1900, pp.88-89
  9. ^ Whymper, 1900, pp.94-121
  10. ^ Whymper, 1900, pp.156-165
  11. ^ Whymper, 1900, pp.271-276
  12. ^ Whymper, 1900, pp.277-280
  13. ^ a b c Whymper, 1900, cap.XX-XXI-XXII
  14. ^ Whymper, 1900, p.402
  15. ^ Whymper, 1900, pp.402-404
  16. ^ (ES) Kilian Jornet destroza el récord del Matterhorn y lo deja en 2h52', su desnivel.com, 21 agosto 2013. URL consultato il 21 agosto 2013.
  17. ^ Skyrunning World Records (PDF), su skyrunning.it, skyrunning.com, ottobre 2010. URL consultato il 12 luglio 2012.
  18. ^ Piero Tirone, Cervino e M. Bianco con il cronometro nella mano, in ALP, n. 67, novembre 1990, pp. 20-21.
  19. ^ Ueli Steck e la nord del Cervino in meno di 2 ore, su planetmountain.com, 23 gennaio 2009. URL consultato il 12 luglio 2012.
  20. ^ (DE) Christophe Profit, su bergfieber.de. URL consultato il 12 luglio 2012.
  21. ^ Biografia Hans Kammerlander, su kammerlander.com. URL consultato il 12 luglio 2012.
  22. ^ (DE) archiviostorico.corriere.it, http://archiviostorico.corriere.it/1992/agosto/21/quattro_volte_sul_Cervino_sole_co_0_92082113564.shtml.
  23. ^ vienormali.it, Cervino - Via normale svizzera
  24. ^ vienormali.it, Cervino - Via normale italiana
  25. ^ MUMMERY 1895, pagg. 1-23
  26. ^ (EN) cosleyhouston.com - Cervino, su cosleyhouston.com. URL consultato il 14 luglio 2010.
  27. ^ (FR) Cervino: Arête NW (arête de Zmutt), su camptocamp.org, camptocamp.prg. URL consultato il 12 luglio 2012.
  28. ^ (EN) Zmuttgrat, su summitpost.org, 20 luglio 2005. URL consultato il 12 luglio 2012.
  29. ^ (EN) Lindsay Griffin, Area Notes 2002 (PDF), in The Alpine Journal, 2003, p. 231. URL consultato il 12 luglio 2012.
  30. ^ Hervé Barmasse, la nuova via sul Cervino e l'esplorazione sulle Alpi, su planetmountain.com, 21 aprile 2011. URL consultato il 12 luglio 2012.
  31. ^ Bernardi, pp. 304-311
  32. ^ Bonatti, pp. 261-272
  33. ^ Bernardi, pp. 321-324
  34. ^ (SL) Franc Knez - Franček, su gore-ljudje.net, 22 dicembre 2010. URL consultato il 10 luglio 2012.
  35. ^ Nuova via sulla Nord del Cervino, su planetmountain.com, 28 luglio 2009. URL consultato il 10 luglio 2012.
  36. ^ Buscaini, pp. 336-337
  37. ^ Bernardi, pp. 292-296
  38. ^ Buscaini, pp. 335-336
  39. ^ Roberto Mantovani, Informazioni alpinistiche, in Rivista della Montagna, n. 60, gennaio 1984, p. 69.
  40. ^ Roberto Mantovani, Informazioni alpinistiche, in Rivista della Montagna, n. 62, maggio 1984, p. 207.
  41. ^ Vinicio Stefanello, Cervino: Prima solitaria e prima ripetizione della direttissima sud per Barmasse, su planetmountain.com, 24 aprile 2007. URL consultato il 10 luglio 2012.
  42. ^ Marco ed Hervé Barmasse, nuova via sulla Sud del Cervino, su planetmountain.com, 25 marzo 2010. URL consultato il 10 luglio 2012.
  43. ^ Bernardi, pp. 277-290
  44. ^ Buscaini, pp. 312-313
  45. ^ Buscaini, pp. 308-311
  46. ^ Bernardi, pp. 236-238
  47. ^ a b c d Cervino, parete nord: sulle tracce del "Gab", su iborderline.net. URL consultato il 12 luglio 2012.
  48. ^ Prima invernale di "Aux amis disparus" al Cervino, su up-climbing.com, 8 febbraio 2010. URL consultato il 12 luglio 2012.
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  50. ^ Avventura al Cervino, su cineteca.cai.it. URL consultato il 13 luglio 2012.
  51. ^ Hall of fame, su trentofestival.it. URL consultato il 13 luglio 2012.
  52. ^ (DE) vs-wallis.de - scheda del bivacco

Bibliografia

Voci correlate

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