Brusnengo

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Brusnengo
comune
Brusnengo – Stemma
Brusnengo – Bandiera
Brusnengo – Veduta
Brusnengo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Biella
Amministrazione
SindacoFabrizio Bertolino (lista civica Insieme per Brusnengo) dal 25-5-2014 (2º mandato dal 26-5-2019)
Territorio
Coordinate45°35′52″N 8°13′04″E / 45.597778°N 8.217778°E45.597778; 8.217778 (Brusnengo)
Altitudine295 m s.l.m.
Superficie10,45 km²
Abitanti1 959[1] (31-12-2021)
Densità187,46 ab./km²
FrazioniForte, Caraceto
Comuni confinantiCurino, Masserano, Roasio (VC), Rovasenda (VC)
Altre informazioni
Cod. postale13862
Prefisso015
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT096007
Cod. catastaleB229
TargaBI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 688 GG[3]
Nome abitantibrusnenghesi
Patronosan Pietro
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Brusnengo
Brusnengo
Brusnengo – Mappa
Brusnengo – Mappa
Sito istituzionale

Brusnengo (Basnengh o Brusnengh in piemontese) è un comune italiano di 1 959 abitanti della provincia di Biella in Piemonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Partito: nel primo d'oro, al grappolo d'uva di nero e fogliato al naturale; nel secondo d'azzurro, a tre spighe d'orzo d'oro, poste in ventaglio; sulla partizione, un monte all'italiana di tre colli dell'uno all'altro e poggiante su una pianura cucita, di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito d'azzurro e di giallo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Desiderio[modifica | modifica wikitesto]

La devozione della popolazione di Brusnengo a san Desiderio vescovo ha un'origine molto antica, anteriore alla costruzione dell'omonimo oratorio.

La chiesa dopo i lavori di restauro

Nella relazione della visita pastorale del 1573, il relatore pone subito in risalto, tra le feste del paese, quella celebrata in onore di san Desiderio. Una devozione che si esprimeva con una festa particolare e con una processione.

Gli abitanti del "Cantone Forte" costruirono nel 1651 l'attuale oratorio, annidato tra le case, mentre le statue risalgono al 1704. Lo costruirono probabilmente in protezione della temutissima peste che allora serpeggiava in Alta Italia. L'oratorio si trova allora in ottimo stato, con la volta in mattoni, pavimento, mura intonacate di calce, con altare in mattoni e calce e con un'ancona (pala d'altare) senza alcun ornamento. L'oratorio fin dall'inizio era stato dotato di tutto l'occorrente per celebrare la Messa e le funzioni. Non possedeva né beni né redditi certi, ma dipendeva in tutto dalle elemosine che erano tenute dal priore, che a sua volta doveva renderne conto al parroco. Ogni anno si celebrava con particolare solennità la festa patronale del santo, il 23 maggio, preceduta da una novena. Nel giorno della festa l'oratorio era sempre troppo piccolo rispetto ai numerosi fedeli partecipanti. Allora si affittava il padiglione, una grande tenda che si stendeva dalla facciata a tutta la piazzetta per proteggere la gente dal sole e dar loro l'impressione di essere egualmente in chiesa. La popolazione del Forte sostenne pure ingenti spese straordinarie: nel 1710 per acquistare una campana, nel 1888 per rifondere un'altra campana e per eseguire diverse riparazioni al tetto e nell'interno. Tradizione di generosità e di collaborazione che si è sempre mantenuta fino ai nostri giorni. La popolazione locale fece riparare, inoltre, il campanile allorché fu colpito dal fulmine nel 1909 e nel 1937. Nel 1935 con una sottoscrizione fece restaurare tutto l'oratorio che dal 1927 rimaneva chiuso per deplorevoli condizioni. Memoranda fu la vicenda originata per il cambio dell'orologio nel 1868, che ebbe come protagonisti il priore di allora, Paolo Beccaro, ed il signor Giorza, un estroso meccanico-orologiaio.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo laterale della chiesa (prima del restauro)

La chiesa all'interno è ben illuminata da ampie finestre. Nella facciata, ai lati della porta, c'erano due finestrelle ad altezza d'uomo, perché i devoti potessero sostare e pregare guardando nell'interno, essendo sovente la porta chiusa a chiave. Queste finestre sono state murate allorché fu sistemata l'attuale piazzetta con relativa gradinata. Sopra l'altare c'è un quadro raffigurante la Madonna con il Bambino, San Desiderio e una Santa Vergine. Non essendoci sacrestia, i paramenti sono custoditi in un armadio di noce scolpito nel 1692, come risulta da una data scritta nel cassetto sinistro del piano centrale, probabilmente opera degli artisti valsesiani che lavorarono per alcuni anni in questa zona. Le statue laterali, in stucco, rappresentanti Santa Lucia e Santa Caterina, furono aggiunte nel 1707.

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000 sono stati avviati alcuni interventi di restauro, finalizzati al recupero della facciata della chiesa di San Desiderio e del campanile si può riscontrare come nella zona dell'orologio sia stato eseguito il consolidamento del quadrante, e si sia intervenuto nella decorazione nella parte superficiale dello stesso, nello sfondato delle finestre della cella campanaria e nel relativo sottarco; stesso intervento si distingue nei vari prospetti. Nella parte sottostante la cella campanaria, all'altezza dell'orologio, sono state riaperte le finestre, una per lato, che erano state oggetto di tamponamento murale; attualmente sono tamponate da lastre di vetro trasparenti.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2004 2009 Piero Dante Poverello lista civica Sindaco
2009 2014 Piero Dante Poverello lista civica Amici di Brusnengo Sindaco
2014 2019 Fabrizio Bertolino lista civica Insieme per Brusnengo Sindaco
2019 in carica Fabrizio Bertolino lista civica Insieme per Brusnengo Sindaco

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Brusnengo fa parte dell'Associazione nazionale città del vino.

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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