Metilfenidato: differenze tra le versioni

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* Sindrome Neurolettica Maligna <sup>(1)</sup>
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<sup>(1)</sup> Segnalazioni scarsamente documentate ed in prevalenza in soggetti che già assumevano altri farmaci. Non è chiaro il ruolo di metilfenidato in questi casi.
<sup>(1)</sup>: Segnalazioni scarsamente documentate ed in prevalenza in soggetti che già assumevano altri farmaci. Non è chiaro il ruolo di metilfenidato in questi casi.
<sup>(3)</sup>: Metilfenidato può provocare un peggioramento dei disturbi comportamentali nei soggetti con anamnesi positiva di mania o di psicosi e quindi deve essere usato con cautela. Questi sintomi possono anche essere indotti ex novo nel corso della terapia,<ref name="pmid21455430">{{Cita pubblicazione | cognome = Chakraborty | nome = K. | coautori = S. Grover | titolo = Methylphenidate-induced mania-like symptoms. | rivista = Indian J Pharmacol | volume = 43 | numero = 1 | pagine = 80-1 | mese = Feb | anno = 2011 | doi = 10.4103/0253-7613.75678 | id = PMID 21455430 }}</ref> che in taluni casi può dover essere sospesa.


Numerosi studi clinici hanno dimostrato la rilevanza dei disturbi psichiatrici nei pazienti pediatrici trattati con metilfenidato.<ref name="pmid2018156">{{Cita pubblicazione | cognome = Biederman | nome = J. | coautori = J. Newcorn; S. Sprich | titolo = Comorbidity of attention deficit hyperactivity disorder with conduct, depressive, anxiety, and other disorders. | rivista = Am J Psychiatry | volume = 148 | numero = 5 | pagine = 564-77 | mese = Mag | anno = 1991 | doi = | id = PMID 2018156 }}</ref><ref name="pmid9680053">{{Cita pubblicazione | cognome = Pliszka | nome = SR. | coautori = | titolo = Comorbidity of attention-deficit/hyperactivity disorder with psychiatric disorder: an overview. | rivista = J Clin Psychiatry | volume = 59 Suppl 7 | numero = | pagine = 50-8 | mese = | anno = 1998 | doi = | id = PMID 9680053 }}</ref>
Numerosi studi clinici hanno dimostrato la rilevanza dei disturbi psichiatrici nei pazienti pediatrici trattati con metilfenidato.<ref name="pmid2018156">{{Cita pubblicazione | cognome = Biederman | nome = J. | coautori = J. Newcorn; S. Sprich | titolo = Comorbidity of attention deficit hyperactivity disorder with conduct, depressive, anxiety, and other disorders. | rivista = Am J Psychiatry | volume = 148 | numero = 5 | pagine = 564-77 | mese = Mag | anno = 1991 | doi = | id = PMID 2018156 }}</ref><ref name="pmid9680053">{{Cita pubblicazione | cognome = Pliszka | nome = SR. | coautori = | titolo = Comorbidity of attention-deficit/hyperactivity disorder with psychiatric disorder: an overview. | rivista = J Clin Psychiatry | volume = 59 Suppl 7 | numero = | pagine = 50-8 | mese = | anno = 1998 | doi = | id = PMID 9680053 }}</ref>
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Il trattamento non richiede di essere continuato per un tempo indeterminato. Gli studi controllati non hanno ancora fornito adeguate informazioni sulla sicurezza ed efficacia del trattamento a lungo termine (oltre i 12 mesi). In caso di trattamento prolungato è indicata una valutazione periodica del trattamento, avendo cura di includere periodi di sospensione del farmaco per una analisi critica del quadro clinico del paziente anche in assenza di terapia farmacologica. La sospensione è bene che coincida con le vacanze scolastiche. Il miglioramento può permanere anche quando la somministrazione del farmaco è temporaneamente interrotta. Il trattamento in genere viene interrotto durante o dopo la pubertà.
Il trattamento non richiede di essere continuato per un tempo indeterminato. Gli studi controllati non hanno ancora fornito adeguate informazioni sulla sicurezza ed efficacia del trattamento a lungo termine (oltre i 12 mesi). In caso di trattamento prolungato è indicata una valutazione periodica del trattamento, avendo cura di includere periodi di sospensione del farmaco per una analisi critica del quadro clinico del paziente anche in assenza di terapia farmacologica. La sospensione è bene che coincida con le vacanze scolastiche. Il miglioramento può permanere anche quando la somministrazione del farmaco è temporaneamente interrotta. Il trattamento in genere viene interrotto durante o dopo la pubertà.


Non in tutti i pazienti pediatrici (6-12 anni), con sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), può essere indicato il trattamento con metilfenidato. La prescrizione del medicinale si deve basare su una valutazione molto approfondita della gravità e della persistenza dei sintomi in relazione all’età del bambino. Se si inizia la terapia deve essere tenuto presente che, sulla bas e di di studi clinici controllati, una settimana di trattamento è in genere sufficiente per ottenere benefici valutabili anche in ambito scolastico: aumento dell’attenzione, della capacità di portare a termine i compiti assegnati, oltre ad una riduzione dell’impulsività, della distrazione e delle interazioni interpersonali conflittuali.<ref>{{Cita web | autore = | titolo = Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD): le tappe per un uso razionale dei farmaci | url = http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/bif0605197.pdf | editore= Bollettino Informazione sui Farmaci|volume= 13| numero= 5 | pagine= 197-203 | data= 2006 | accesso = 18 giugno 2013 }}</ref>
Non in tutti i pazienti pediatrici (6-12 anni), con sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), può essere indicato il trattamento con metilfenidato. La prescrizione del medicinale si deve basare su una valutazione molto approfondita della gravità e della persistenza dei sintomi in relazione all’età del bambino. Se si inizia la terapia deve essere tenuto presente che, sulla base di studi clinici controllati, una settimana di trattamento è in genere sufficiente per ottenere benefici valutabili anche in ambito scolastico: aumento dell’attenzione, della capacità di portare a termine i compiti assegnati, oltre ad una riduzione dell’impulsività, della distrazione e delle interazioni interpersonali conflittuali.<ref>{{Cita web | autore = | titolo = Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD): le tappe per un uso razionale dei farmaci | url = http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/bif0605197.pdf | editore= Bollettino Informazione sui Farmaci|volume= 13| numero= 5 | pagine= 197-203 | data= 2006 | accesso = 18 giugno 2013 }}</ref>
Deve anche essere tenuto presente che in diversi studi finora condotti è stato osservato che circa il 30% dei bambini con ADHD non risponde al metilfenidato.<ref>{{Cita web | autore= | titolo= Il metilfenidato nella terapia del disturbo da deficit di attenzione con iperattività nell’età evolutiva | url = http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/bif0106233.pdf | editore= Bollettino di Informazione sui farmaci | volume= 6 | numero= 6| pagine= 232-236| data= 2001 | accesso = 18 giugno 2013 }}</ref>
Deve anche essere tenuto presente che in diversi studi finora condotti è stato osservato che circa il 30% dei bambini con ADHD non risponde al metilfenidato.<ref>{{Cita web | autore= | titolo= Il metilfenidato nella terapia del disturbo da deficit di attenzione con iperattività nell’età evolutiva | url = http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/bif0106233.pdf | editore= Bollettino di Informazione sui farmaci | volume= 6 | numero= 6| pagine= 232-236| data= 2001 | accesso = 18 giugno 2013 }}</ref>
Se dopo un mese di trattamento non vi sono risposte, il farmaco va sospeso.<ref>National Institute for Health and Clinical Excellence, 2008, disponibile on line www.nice.org.uk/nicemedia /pdf/CG72NiceGuidelinev3.pdf</ref>.
Se dopo un mese di trattamento non vi sono risposte, il farmaco va sospeso.<ref>National Institute for Health and Clinical Excellence, 2008, disponibile on line www.nice.org.uk/nicemedia /pdf/CG72NiceGuidelinev3.pdf</ref>.
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Prima di iniziare il trattamento è raccomandabile un’attenta anamnesi personale e familiare di patologie psichiatriche. I disturbi psichiatrici da controllare includono [[tic]] motori o verbali, comportamento aggressivo o ostile, agitazione, ansia, depressione, [[psicosi]], [[mania]], [[deliri]], irritabilità, mancanza di spontaneità, chiusura in sé stessi e ostinazione eccessiva. In caso di insorgenza di sintomi psichiatrici o di peggioramento di sintomi psichiatrici preesistenti, il metilfenidato non deve essere somministrato a meno che i benefici del trattamento non superino i rischi per il paziente. L’insorgenza o il peggioramento di disturbi psichiatrici deve essere controllato ad ogni variazione del dosaggio e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita<ref name= Pharmamedix/Metilfenidato />.
Prima di iniziare il trattamento è raccomandabile un’attenta anamnesi personale e familiare di patologie psichiatriche. I disturbi psichiatrici da controllare includono [[tic]] motori o verbali, comportamento aggressivo o ostile, agitazione, ansia, depressione, [[psicosi]], [[mania]], [[deliri]], irritabilità, mancanza di spontaneità, chiusura in sé stessi e ostinazione eccessiva. In caso di insorgenza di sintomi psichiatrici o di peggioramento di sintomi psichiatrici preesistenti, il metilfenidato non deve essere somministrato a meno che i benefici del trattamento non superino i rischi per il paziente. L’insorgenza o il peggioramento di disturbi psichiatrici deve essere controllato ad ogni variazione del dosaggio e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita<ref name= Pharmamedix/Metilfenidato />.

''Psicosi e mania:'' il metilfenidato può provocare un peggioramento dei sintomi dei disturbi comportamentali nei pazienti con anamnesi positiva di mania o di psicosi e deve essere usato con cautela. Il trattamento con metilfenidato può indurre l’insorgenza ex novo di sintomi psicotici e maniacali (Chakraborty, Grover, 2011). Può rendersi necessaria la sospensione della terapia<ref name= Pharmamedix/Metilfenidato />.


''Disturbo bipolare:'' la somministrazione del metilfenidato, farmaco stimolante il [[sistema nervoso centrale]], a pazienti affetti da [[disturbo bipolare]] (incluso il disturbo bipolare tipo I non trattato o altre forme di disturbo bipolare) richiede cautela per il rischio effettivo di provocare una crisi maniacale o mista. I pazienti devono essere controllati in occasione di ogni variazione del dosaggio del metilfenidato e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita<ref name= Pharmamedix/Metilfenidato />.
''Disturbo bipolare:'' la somministrazione del metilfenidato, farmaco stimolante il [[sistema nervoso centrale]], a pazienti affetti da [[disturbo bipolare]] (incluso il disturbo bipolare tipo I non trattato o altre forme di disturbo bipolare) richiede cautela per il rischio effettivo di provocare una crisi maniacale o mista. I pazienti devono essere controllati in occasione di ogni variazione del dosaggio del metilfenidato e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita<ref name= Pharmamedix/Metilfenidato />.

Versione delle 16:01, 18 giu 2013

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Metilfenidato
Struttura chimica del metilfenidato
Struttura chimica del metilfenidato
Modelli ad asta e sfera degli enantiomeri del metilfenidato
Modelli ad asta e sfera degli enantiomeri del metilfenidato
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC14H19NO2
Massa molecolare (u)233,31
Numero CAS113-45-1
Numero EINECS204-028-6
Codice ATCN06BA04
PubChem4158
DrugBankDBDB00422
SMILES
O=C(OC)C(c1ccccc1)C2NCCCC2
Dati farmacocinetici
Biodisponibilità11–52% (Orale)[1]
Legame proteico30%
MetabolismoEpatico (80%)
Emivita2–4 ore
EscrezioneUrinaria
Indicazioni di sicurezza

Il metilfenidato (MPH) è una molecola stimolante con struttura 2-benzil piperidinica, altresì strutturalmente e farmacologicamente simile al farmaco analgesico petidina. Parte della struttura base della molecola è identificabile con quella delle catecolamine e delle fenetilamine, da cui si differenzia però per l'esclusiva presenza del gruppo piperidinico al posto del gruppo amminico. Viene correntemente confuso con le anfetamine, sia dal punto di vista dell'osservazione clinica, sia dal punto di vista della struttura chimica. Come farmaco trova indicazione in medicina per il trattamento del disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini e negli adulti. Può essere anche impiegato per trattare sintomi di traumi cranici e i sintomi diurni di stanchezza indotti dalla narcolessia, e nel trattamento della sindrome da affaticamento cronico. È commercializzato negli Stati Uniti sotto il nome di Ritalin, Ritalina, Concerta (capsule a rilascio prolungato), Metadate, Methylin e Rubifen, come racemo. Focalin è un preparato che contiene invece solo l'enantiomero destrogiro del metilfenidato.

In Italia è venduto dall'8 marzo 2007, sotto prescrizione medica, dalla società farmaceutica Novartis Farma con il nome commerciale di Ritalin nella forma commerciale di compresse da 10 mg..

Cenni storici

Il metilfenidato è stato brevettato nel 1954 dalla Ciba Pharmaceutical Company (successivamente diventata Novartis) e inizialmente era utilizzato per il trattamento della depressione, sindrome da affaticamento cronico e narcolessia.

Metilfenidato viene prodotto negli Stati Uniti, ma la molecola è sintetizzata anche in Messico e Argentina, grazie a particolari accordi commerciali tra le case farmaceutiche locali e la Novartis. La vendita di metilfenidato è approvata in alcuni stati europei, come il Regno Unito e la Germania, ma il numero di prescrizioni è nettamente inferiore al dato statunitense.

Nel 2000 la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Concerta, una formulazione a rilascio prolungato che permette una singola somministrazione giornaliera. Studi mostrano che queste formulazioni sono efficaci quanto quelle tradizionali.

Nell'aprile 2006 è stato approvato un cerotto per uso transdermico chiamato Daytrana. Sarà disponibile a breve negli Stati Uniti nelle dosi da 10, 15, 20, o 30 mg.[2]

Farmacodinamica

Metilfenidato è un composto racemo del quale si ritiene che l’enantiomero l- sia farmacologicamente inattivo. La molecola agisce come un debole stimolante del sistema nervoso centrale con effetti più accentuati sulle attività mentali che non su quelle motorie. Il farmaco ha anche un effetto calmante, e riduce il comportamento impulsivo nei bambini affetti da ADHD.Azioni simili sono state dimostrate nei soggetti adulti. Il preciso meccanismo d’azione nell’uomo non è stato ancora chiarito, anche se appare diverso da quello delle amfetamine. Molti studiosi ritengono che gli effetti stimolanti siano legati ad una azione di inibizione della ricaptazione di dopamina nel corpo striato e forse anche, in misura minore, della noradrenalina. Probabilmente proprio questo squilibrio tra recettori della dopamina e della noradrenalina, comporta un incremento dei livelli del neurotrasmettitore nel cervello ed un blocco parziale dei mediatori che lo rimuovono dalle sinapsi.[3][4] In ogni caso la modalità con la quale metilfenidato esercita i suoi effetti sulle attività mentali e comportamentali nei bambini non è stata ancora chiaramente dimostrata.

Farmacocinetica

Metilfenidato cloridrato dopo somministrazione per via orale viene assorbito rapidamente e quasi completamente dal tratto gastroenterico. La biodisponibilità assoluta è del 20-30% circa per l’enantiomero d- e del 5-8% per l’enantiomero l-, come conseguenza di un notevole metabolismo di primo passaggio. La contemporanea assunzione di cibo non altera significativamente l’assorbimento. Il picco plasmatico (Cmax) viene raggiunto circa 1-2 ore (Tmax) dopo la somministrazione, e varia notevolmente da paziente a paziente. Nel torrente ematico metilfenidato ed i suoi metaboliti si distribuiscono tra il plasma (57%) e gli eritrociti (43%). Il legame con le proteine plasmatiche è piuttosto basso (variabile dal 10% al 33% circa). Metilfenidato viene rapidamente biotrasformato dalla carbossilesterasi CES1A1. Il principale metabolita non esterificato è l'acido α-fenil-2- piperidin acetico (acido ritalinico). Il picco plasmatico di questo metabolita è raggiunto dopo circa 2 ore dalla somministrazione e risulta 30-50 volte maggiore del farmaco progenitore. L'emivita di questo metabolita è circa doppia rispetto a quella del metilfenidato. L’azione terapeutica sembra essere principalmente legata alla sostanza immodificata.

Usi clinici

Il farmaco è stato autorizzato per il trattamento della ADHD nei bambini che abbiano compiuto i 6 anni, e negli adolescenti, nei quali i semplici interventi psico-sociali o psico-comportamentali si siano dimostrati insoddisfacenti. Il trattamento deve essere effettuato sotto la responsabilità ed il controllo di un neuropsichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza. Il trattamento farmacologico deve essere inserito in un programma globale comprendente altre misure terapeutiche, tra cui quelle di tipo psicologico, educativo e sociale, tutte miranti a stabilizzare i bambini e la sindrome. Off-label il farmaco può essere impiegato per trattare la depressione resistente ad altre terapie, come anoressizzante (soppressore dell'appetito) più efficace nei maschi rispetto alle femmine,[5][6] e come adiuvante nella terapia antidepressiva.

Effetti collaterali ed indesiderati

Metilfenidato ha effetti collaterali inferiori a quelli prodotti dalle anfetamine.[7] Una bassa dose di metilfenidato è generalmente ben tollerata.

Tipi di reazioni Comuni (>1/100, <1/10) Non comuni
(>1/1.000, <1/100)
Rare
(>1/10.000, <1/1.000)
Molto rare (<1/10.000) Frequenza non nota
Infezioni ed infestazioni
  • Nasofaringite
Disturbi del metabolismo
e nutrizione
  • Anoressia
  • Riduzione dell’appetito
  • Ritardo nella crescita ponderale
  • Ritardo di crescita di statura
Disturbi del sistema immunitario
  • Edema angioneurotico
  • Reazioni anafilattiche
  • Orticaria
  • Rash cutaneo
  • Prurito
  • Malattie bollose
  • Malattie esfoliative
Disturbi del sistema emo-linfopoietico
  • Anemia
  • Leucopenia
  • Trombocitopenia
  • Porpora trombocitopenica
  • Pancitopenia
Disturbi del sistema nervoso
  • Cefalea
  • Capogiro
  • Sonnolenza
  • Iperattività psicomotoria
  • Tremore
  • Sedazione
  • Convulsioni
  • Movimenti coreici
  • Ischemia cerebrale transitoria e reversibile
  • Sindrome Neurolettica Maligna (1)
  • Disturbi cerebrovascolari
  • Vasculite
  • Emorragia cerebrovascolare
  • Arterite cerebrale
Disturbi psichiatrici
  • Psicosi(3)
  • Allucinazioni(2)
  • Ideazione suicidaria
  • Alterazioni dell’umore
  • Tic(2)
  • Aggravamento di preesistente sindrome di Tourette(2)
  • Mania(3)
  • Disorientamento spazio-temporale
  • Alterazioni della libido

(1): Segnalazioni scarsamente documentate ed in prevalenza in soggetti che già assumevano altri farmaci. Non è chiaro il ruolo di metilfenidato in questi casi. (3): Metilfenidato può provocare un peggioramento dei disturbi comportamentali nei soggetti con anamnesi positiva di mania o di psicosi e quindi deve essere usato con cautela. Questi sintomi possono anche essere indotti ex novo nel corso della terapia,[8] che in taluni casi può dover essere sospesa.

Numerosi studi clinici hanno dimostrato la rilevanza dei disturbi psichiatrici nei pazienti pediatrici trattati con metilfenidato.[9][10]

Controindicazioni

Metilfenidato è controindicato nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti della formulazione farmaceutica. È inoltre controindicato nei pazienti con una storia di grave depressione, nei soggetti con disturbo nervoso di tipo anoressico, in coloro che presentano sintomi psicotici, schizofrenia, gravi disturbi dell’umore, ideazione suicida, mania, o disturbi di personalità.

I soggetti con patologie e disturbi cardiovascolari, come ad esempio storia di ipertensione arteriosa grave, insufficienza cardiaca, angina pectoris, infarto del miocardio, cardiomiopatia dilatativa, aritmie potenzialmente pericolose per la vita, non devono assumere metilfenidato. Il farmaco è infine controindicato negli individui con disturbi cerebrovascolari preesistenti, ictus cerebrale, aneurisma cerebrale, vasculite e nei bambini di età inferiore a 6 anni, nei quali i dati di letteratura relativi a sicurezza ed efficacia del farmaco non appaiono sufficienti.

Dosi terapeutiche

Il trattamento deve essere eseguito sotto lo stretto controllo di un neuropsichiatra dell’infanzia, previa valutazione dello status cardiovascolare e della eventuale copresenza di disturbi psichiatrici. Nel corso del trattamento debbono essere controllati e registrati parametri quali: pressione arteriosa, frequenza cardiaca, elettrocardiogramma, crescita, incremento ponderale, appetito, sviluppo o peggioramento di disturbi psichiatrici. Il trattamento deve iniziare con 5 mg, in singola o doppia somministrazione giornaliera, a colazione e a pranzo, proseguendo con incrementi settimanali di 5-10 mg. La dose totale giornaliera deve essere suddivisa in più somministrazioni. Viene consigliato di non superare la dose di 60 mg/die, avendo cura di assumere l'ultima dose almeno 4 ore prima di recarsi a letto per evitare disturbi nell’addormentamento. Il trattamento non richiede di essere continuato per un tempo indeterminato. Gli studi controllati non hanno ancora fornito adeguate informazioni sulla sicurezza ed efficacia del trattamento a lungo termine (oltre i 12 mesi). In caso di trattamento prolungato è indicata una valutazione periodica del trattamento, avendo cura di includere periodi di sospensione del farmaco per una analisi critica del quadro clinico del paziente anche in assenza di terapia farmacologica. La sospensione è bene che coincida con le vacanze scolastiche. Il miglioramento può permanere anche quando la somministrazione del farmaco è temporaneamente interrotta. Il trattamento in genere viene interrotto durante o dopo la pubertà.

Non in tutti i pazienti pediatrici (6-12 anni), con sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), può essere indicato il trattamento con metilfenidato. La prescrizione del medicinale si deve basare su una valutazione molto approfondita della gravità e della persistenza dei sintomi in relazione all’età del bambino. Se si inizia la terapia deve essere tenuto presente che, sulla base di studi clinici controllati, una settimana di trattamento è in genere sufficiente per ottenere benefici valutabili anche in ambito scolastico: aumento dell’attenzione, della capacità di portare a termine i compiti assegnati, oltre ad una riduzione dell’impulsività, della distrazione e delle interazioni interpersonali conflittuali.[11] Deve anche essere tenuto presente che in diversi studi finora condotti è stato osservato che circa il 30% dei bambini con ADHD non risponde al metilfenidato.[12] Se dopo un mese di trattamento non vi sono risposte, il farmaco va sospeso.[13].

Gravidanza e allattamento

I dati disponibili sono in numero molto limitato e non sono stati condotti studi per valutare la sicurezza del metilfenidato in donne gravide. Vi sono state alcune segnalazioni di casi di tossicità cardiorespiratoria nei neonati, e in particolare tachicardia e sofferenza respiratoria fetale. Per tale motivo metilfenidato non deve essere somministrato in gravidanza se non dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Non è chiaro se si possa verificare un eventuale passaggio del principio attivo o dei suoi metaboliti attraverso il latte materno, ma in letteratura vi sono sporadiche segnalazioni di una possibile secrezione in donne trattate con metilfenidato. Per questomotivo le donne che allattano al seno non devono assumere metilfenidato.

Interazioni

  • Antidepressivi triciclici(amitriptilina): la co-somministrazione con metilfenidato può aumentare pericolosamente le concentrazioni plasmatiche, portando a razioni tossiche per il sistema cardiovascolare.
  • Inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO): la contemporanea somministrazione può determinare l'insorgenza di importanti crisi ipertensive.
  • Anestetici alogenati: l'utilizzo di questo tipo di anestetici in soggetti in trattamento con metilfenidato può comportare il rischio di una improvvisa crisi ipertensiva nel corso dell'intervento chirurgico.
  • Alcool: l’etanolo può accentuare la frequenza e la gravità degli eventi avversi a carico del sistema nervoso centrale causati da metilfenidato. Durante il trattamento è perciò consigliabile che i pazienti si astengano dall’assumere alcolici.

Avvertenze

Interruzione del trattamento: è necessario un attento controllo quando il trattamento con metilfenidato viene interrotto, poiché si possono verificare stati di depressione e iperattività cronica[14].

Prima di iniziare il trattamento è raccomandabile un’attenta anamnesi personale e familiare di patologie psichiatriche. I disturbi psichiatrici da controllare includono tic motori o verbali, comportamento aggressivo o ostile, agitazione, ansia, depressione, psicosi, mania, deliri, irritabilità, mancanza di spontaneità, chiusura in sé stessi e ostinazione eccessiva. In caso di insorgenza di sintomi psichiatrici o di peggioramento di sintomi psichiatrici preesistenti, il metilfenidato non deve essere somministrato a meno che i benefici del trattamento non superino i rischi per il paziente. L’insorgenza o il peggioramento di disturbi psichiatrici deve essere controllato ad ogni variazione del dosaggio e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita[14].

Disturbo bipolare: la somministrazione del metilfenidato, farmaco stimolante il sistema nervoso centrale, a pazienti affetti da disturbo bipolare (incluso il disturbo bipolare tipo I non trattato o altre forme di disturbo bipolare) richiede cautela per il rischio effettivo di provocare una crisi maniacale o mista. I pazienti devono essere controllati in occasione di ogni variazione del dosaggio del metilfenidato e successivamente almeno ogni 6 mesi e ad ogni visita[14].

Comportamento aggressivo/ostile: poiché il metilfenidato è un farmaco psicoattivo può portare ad un aumento dei comportamenti caratterizzati da aggressività e/o ostilità. Monitorare la comparsa o il peggioramento di tali comportamenti in particolare all’inizio della terapia e ogni qualvolta sia necessario modificare il dosaggio del farmaco. Nei pazienti che manifestano alterazioni del comportamento, valutare l’aggiustamento della dose di metilfenidato (incremento o riduzione) o la sospensione della cura[14].

Suicidio/ideazione di suicidio: il metilfenidato può causare o provocare un peggioramento dei sintomi depressivi con un aumento del rischio di ideazione di suicidio o suicidio. Nei pazienti che durante il trattamento per ADHD manifestano tendenza e comportamento suicida, devono essere presi in considerazione sia il peggioramento di un disturbo psichiatrico preesistente, sia un possibile ruolo causale del trattamento con metilfenidato[14].

Rischio cardiovascolare: studi clinici hanno dimostrato che il trattamento di bambini e adolescenti con metilfenidato ha un impatto significativo sul sistema cardiovascolare[15]. I pazienti per i quali si sta considerando una terapia con metilfenidato devono essere sottoposti ad un’attenta anamnesi (personale e familiare) e ad un esame medico obiettivo per la presenza di disturbi cardiovascolari (ipertensione, alterazioni del ritmo cardiaco); devono essere inoltre controllati per verificare la presenza, nella storia familiare, di episodi di morte cardiaca improvvisa/inspiegata e aritmia ventricolare. Se durante il trattamento con metilfenidato si manifestano sintomi quali palpitazioni, dolore toracico dopo sforzo, sincope inspiegata, dispnea o altri, tali da suggerire una malattia cardiaca, i pazienti devono essere sottoposti ad un’immediata valutazione specialistica cardiologica e si raccomanda l’elettrocardiogramma (ECG). Le conseguenze del trattamento a lungo termine sul sistema cardiovascolare nei bambini e negli adolescenti sono ancora poco conosciute. Si raccomanda di registrare su un grafico centile la pressione del sangue e la frequenza cardiaca ad ogni aggiustamento del dosaggio, ed in seguito almeno ogni 6 mesi[14].

Rischio cerebrovascolare: nei pazienti in terapia con metilfenidato, con storia di malattia cardiovascolare o in terapia con farmaci che possono aumentare la pressione del sangue, si può verificare un aumento del rischio per emicrania, accidente cerebrovascolare, ictus, infarto cerebrale, vasculite cerebrale e ischemia cerebrale. La vasculite cerebrale rappresenta una reazione idiosincrasica molto rara verso l’esposizione al metilfenidato. Monitorare segni o sintomi neurologici. La comparsa di cefalea intensa, intorpidimento, debolezza, paralisi e alterazione di coordinazione, vista, parola o memoria possono essere indicativi di ischemia cerebrale. Nel caso si sospetti un problema cerebrovascolare, sospendere la somministrazione di metilfenidato. La paralisi cerebrale emiplegica (che interessa cioè o il lato sinistro o il lato destro del corpo) non rappresenta una controindicazione all’uso del metilfenidato[14].


Tic: il metilfenidato è associato all’insorgenza o al peggioramento di tic motori e verbali, inclusa la sindrome di Tourette, disordine neurologico caratterizzato da tic motori e vocali[16]. Definire quindi un quadro iniziale, di riferimento, sulla base della storia famigliare e del profilo individuale di ciascun paziente prima di iniziare la cura con il metilfenidato. Quindi monitorare insorgenza e/o peggiormento dei tic durante la terapia[14].

Ansia, agitazione o tensione: possono peggiorare in seguito ad assunzione di metilfenidato. Effettuare una valutazione clinica iniziale per ansia, agitazione e tensione; quindi mantenere monitorati tali sintomi (comparsa, peggioramento) durante la terapia, in particolare in caso di variazioni del dosaggio del farmaco[14].

Disturbi del sonno: il metilfenidato può alterare i parametri del sonno dei pazienti pediatrici. Studi clinici hanno mostrato un significativo ritardo nell’addormentarsi, con una globale riduzione delle ore di sonno[17] in seguito ad assunzione di metilfenidato[14].

Crescita: in alcuni pazienti è stato rilevato un ritardo della crescita (sia in peso che in altezza), che è generalmente considerato come temporaneo, nella gran parte dei casi. Tuttavia, studi clinici suggeriscono che l’entità del ritardo della crescita sia correlata alla durata del trattamento[18]; tali studi hanno dimostrato differenze significative nelle curve di crescita di bambini con sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) trattati con psicostimolanti per almeno 24 mesi rispetto a quelli che non avevano mai assunto psicostimolanti. Si raccomanda un attento controllo degli indici di crescita dei bambini in terapia protratta con metilfenidato. Può essere necessario interrompere il trattamento se i pazienti non aumentano di statura e di peso secondo le curve di crescita attese[14].

Epilessia e convulsioni: il metilfenidato deve essere usato con cautela nei pazienti epilettici, in quanto può favorire l’insorgenza di crisi convulsive (il farmaco abbassa la soglia convulsiva). Interrompere la somministrazione del metilfenidato nei pazienti in cui si osserva un aumento della frequenza di convulsioni o la comparsa ex novo di attacchi[14].

Affaticamento: il metilfenidato non deve essere utilizzato per la prevenzione o il trattamento dei normali stati di affaticamento[14].

Effetti ematologici: si deve considerare l’interruzione del trattamento con metilfenidato in caso di leucopenia (carenza di globuli bianchi), trombocitopenia (carenza di piastrine), anemia o altre alterazioni del sangue, incluse quelle indicative di gravi disturbi renali o epatici[14].

Abuso: l’abuso cronico del metilfenidato può portare a una marcata tolleranza e alla dipendenza psicologica con comportamenti anomali di diversa gravità. Possono verificarsi evidenti episodi psicotici, particolarmente in caso di abuso per via parenterale. Valutare l’uso del farmaco nei pazienti a rischio di abuso (pazienti con storia di abuso di sostanze; pazienti con dipendenza da sostanze, incluso alcool; pazienti psicologicamente labili)[14].

Compresse rigide: poiché il metilfenidato è disponibile sotto forma di compresse rigide, i pazienti con grave stenosi gastrointestinale preesistente (patologica o iatrogena) e i pazienti che soffrono di disfagia o hanno notevoli difficoltà di deglutizione potrebbero non riuscire a ingerire la compressa. In pazienti con stenosi note sono stati registrati rari casi di sintomi ostruttivi correlati all’ingestione di medicinali in formulazioni a rilascio prolungato con compresse rigide[14].

Intolleranza al galattosio: tra gli eccipienti delle forme medicinali del metilfenidato è presente il lattosio, zucchero formato da galattosio e glucosio. I pazienti affetti da rare forme ereditarie di intolleranza al lattosio, deficit di lattasi (enzima che idrolizza il lattosio in zuccheri semplici) o sindrome da malassorbimento del glucosio/galattosio non devono assumere le specialità medicinali che contengono lattosio[14].

Insufficienza renale o epatica: non sono disponibili dati di letteratura relativi all’uso del metilfenidato in pazienti con insufficienza renale o epatica[14].

Altro

Negli Stati Uniti il metilfenidato è classificato come sostanza controllata in tabella II, insieme ad altre molecole di riconosciuta attività medica ma caratterizzate da elevato potenziale d'abuso. Per le convenzioni internazionali è inserito in tabella II dalla Convention on Psychotropic Substances.[19] In Italia è soggetta alla disciplina del DPR 309/90, tabella I. Sono stati segnalati casi di abuso tra ragazzi ed adolescenti che frantumavano le pastiglie per assumerle per via nasale, con un effetto paragonabile all'assunzione di cocaina. Assunto per via orale ai dosaggi terapeutici è improbabile che possa dare effetti paragonabili ad altre droghe eccitanti come cocaina ed ecstasy.

Alcuni studenti abusano di Ritalin con lo scopo di aumentare le proprie prestazioni scolastiche, prima di esami e lavori particolari.[20]

Alcuni utilizzano il metilfenidato per combattere i sintomi negativi del consumo di alcool. Le conseguenze di questa assunzione concomitante sono potenzialmente gravi.

Studiosi finlandesi hanno recentemente riportato i risultati di un piccolo studio clinico, che indica che il metilfenidato, in formulazione a rilascio controllato, risulta più efficace del placebo nel ridurre l'autosomministrazione di anfetamina per via endovenosa in soggetti che sono affetti da grave dipendenza da tale stimolante[21].

Nell'aprile del 2008, Nature Network, il forum per scienziati della rivista Nature, ha effettuato un sondaggio on-line al quale hanno partecipato 1427 scienziati di 60 diversi Paesi, anche se la maggioranza era nei Paesi di cultura anglosassone, ovvero Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Secondo i risultati del sondaggio, circa il 20% degli intervistati ha ammesso di usare il Ritalin per amplificare le prestazioni cognitive.[22]

Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica Lancet, il metilfenidato occupa il quindicesimo posto.

Utilizzi illegali

  • Come stimolante
Effetti collaterali:

Cardiovascolari:

Endocrini:

  • Perdita dell'appetito

Vista:

Gastrointestinali:

Muscolo-scheletrici:

  • Contrazioni muscolari

Neurologici:

  • Insonnia, confusione, cefalea

Psicologici:

  • Nervosismo
  • Euforia

Respirazione:

  • Aumento della frequenza respiratoria

Formulazioni

La maggior parte delle formulazioni contengono un racemo 50:50 di destro-metilfenidato e levo-metilfenidato, anche se l'enantiomero farmacologicamente attivo è solo quello destrogiro. Il Focalin costituisce un'eccezione, in quanto contiene soltanto il destro-metilfenidato. È assunto più rapidamente della formulazione racemo.

Critiche

ADHD

L'uso del metilfenidato si è dimostrato efficace nelle terapie multimodali adottate per la cura delll'ADHD[23]

Dipendenza

Alcuni ipotizzano che la prescrizione di stimolanti predisponga i bambini ad un abuso di altre sostanze nell'adolescenza. Nonostante ciò esistono studi che affermerebbero il contrario.[24] Questo studio però non risolve la diatriba sull'uso dello stesso metilfenidato come droga d'abuso.

Effetti a lungo termine

Alcuni studi effettuati su ratti suggeriscono che possa esistere un rischio effettivo a carico del sistema dopaminergico.[25] È tuttora ignoto se ciò possa valere per le capacità cognitive degli uomini.

Uno studio del 2005 non ha evidenziato sintomi neurologici statisticamente significativi.[26]

Un'indagine della trasmissione Primetime, in onda sul network americano ABC e prodotta dal CCDU (un comitato antipsichiatrico parte di Scientology) avrebbe mostrato come non solo siano possibili effetti a lungo termine, ma che anche dopo un trattamento di soli sette giorni sia possibile incorrere in effetti collaterali, alcuni dei quali potrebbero aver spinto al suicidio coloro che facevano uso delle sostanze loro consigliate[27]. Non esistono tuttavia conferme scientifiche indipendenti di alcuno dei timori asseriti nel video del CCDU, che sono anzi smentiti dagli aggiornamenti scientifici recenti della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile.[28]

Effetti sulla statura

Alcuni studi hanno messo un leggero rallentamento della crescita in bambini affetti da carenza dell'ormone della crescita trattati con metilfenidato, gli effetti sono talmente minimi che si sconsiglia di interrompere l'uso del farmaco nella cura dell'ADHD.[29] Altri studi suggeriscono inoltre che questo effetto si risolve comunque nell'adolescenza.[30][31]

Potenziale alterazione cromosomica

Nel febbraio 2005, un team di ricercatori dell'Università del Texas ha affermato che uno studio condotto su 12 bambini mostrerebbe un rischio di alterazione cromosomica associato al metilfenidato. Nello studio ai 12 bambini è stata somministrata la dose standard. Dopo 3 mesi i bambini mostravano aberrazioni cromosomiche farmaco-indotte. I ricercatori hanno affermato che saranno necessari studi ulteriori, data la ristrettezza del campione coinvolto.[32]

I risultati restano comunque contrastanti: uno studio su ratti del 2003 mostrava totale assenza di cancerogenicità del metilfenidato racemo.[33]

Uso illecito

La "modica quantità" prevista dalla legge italiana (legge "Fini-Giovanardi") in riferimento alle droghe, è stata fissata a 180 mg di metilfenidato, oltre questa quantità si incorre nel reato di spaccio di sostanze stupefacenti, punibile con lunga reclusione e pesanti sanzioni.

Negli Stati Uniti, le autorità hanno espresso preoccupazione per la facilità con cui le confezioni di metilfenidato regolarmente acquistato possano essere dirottate sul mercato illecito.[34][35]

Secondo la DEA "L'aumento dell'impiego terapeutico di questa sostanza ha creato un aumento parallelo del suo abuso tra gli adolescenti e giovani per via nasale. I ragazzi hanno poche difficoltà ad ottenere il metilfenidato dagli amici e compagni di classe cui è regolarmente prescritto."[36]

Arte e cultura

Come tutti gli argomenti della nostra società con natura controversa, ha ispirato moltissimo il mondo dell'arte, in particolar modo il mondo delle serie televisive ne ha accolto l'argomento portandolo al cuore di molte trame dei suoi episodi. Alcuni esempi celebri:

Il Ritalin viene citato anche nel film Charlie Bartlett in cui il protagonista amplifica le sue capacità grazie a questo medicinale, oltre che in un verso della canzone dei Green Day Jesus of Suburbia.

Voci correlate

Note

  1. ^ Internet Mental Health
  2. ^ Peck, P. (2006, 7 April). FDA Approves Daytrana Transdermal Patch for ADHD. MedPage today. Retrieved April 7, 2006, from http://www.medpagetoday.com/ProductAlert/Prescriptions/tb/3027.
  3. ^ ND. Volkow, Dopamine transporter occupancies in the human brain induced by therapeutic doses of oral methylphenidate., in Am J Psychiatry, vol. 155, n. 10, Oct 1998, pp. 1325-31, PMID 9766762.
  4. ^ ND. Volkow, Role of dopamine in the therapeutic and reinforcing effects of methylphenidate in humans: results from imaging studies., in Eur Neuropsychopharmacol, vol. 12, n. 6, Dec 2002, pp. 557-66, PMID 12468018.
  5. ^ C. Davis, L. Fattore; AS. Kaplan; JC. Carter; RD. Levitan; JL. Kennedy, The suppression of appetite and food consumption by methylphenidate: the moderating effects of gender and weight status in healthy adults., in Int J Neuropsychopharmacol, vol. 15, n. 2, Mar 2012, pp. 181-7, DOI:10.1017/S1461145711001039, PMID 21733284.
  6. ^ GS. Goldfield, Gender differences in the effects of methylphenidate on energy intake in young adults: a preliminary study., in Appl Physiol Nutr Metab, vol. 36, n. 6, Dec 2011, pp. 1009-13, DOI:10.1139/h11-098, PMID 22029641.
  7. ^ WJ. Barbaresi, SK. Katusic; RC. Colligan; AL. Weaver; CL. Leibson; SJ. Jacobsen, Long-term stimulant medication treatment of attention-deficit/hyperactivity disorder: results from a population-based study., in J Dev Behav Pediatr, vol. 27, n. 1, Feb 2006, pp. 1-10, PMID 16511362.
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  10. ^ SR. Pliszka, Comorbidity of attention-deficit/hyperactivity disorder with psychiatric disorder: an overview., in J Clin Psychiatry, 59 Suppl 7, 1998, pp. 50-8, PMID 9680053.
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  12. ^ Il metilfenidato nella terapia del disturbo da deficit di attenzione con iperattività nell’età evolutiva (PDF), su agenziafarmaco.gov.it, vol. 6, n. 6, Bollettino di Informazione sui farmaci, 2001, 232-236. URL consultato il 18 giugno 2013.
  13. ^ National Institute for Health and Clinical Excellence, 2008, disponibile on line www.nice.org.uk/nicemedia /pdf/CG72NiceGuidelinev3.pdf
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