Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948): differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Heralder (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Heralder (discussione | contributi)
Riga 269: Riga 269:
|collegamento_onorificenza=Sovrano Militare Ordine di Malta
|collegamento_onorificenza=Sovrano Militare Ordine di Malta
|motivazione=
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=ESP Charles III Order GC.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III
|collegamento_onorificenza=Ordine di Carlo III
|motivazione=
|data=1928
}}
}}
{{Onorificenze
{{Onorificenze

Versione delle 00:36, 23 ago 2020

Aimone di Savoia
Aimone di Savoia, ammiraglio della Regia Marina italiana
IV Duca d'Aosta
Stemma
Stemma
In carica3 marzo 1942 -
29 gennaio 1948
PredecessoreAmedeo di Savoia-Aosta
SuccessoreAmedeo di Savoia-Aosta
Re di Croazia
come Tomislavo II
In carica18 maggio 1941 -
12 ottobre 1943
PredecessoreTitolo creato
SuccessoreTitolo abolito
Nome completoAimone Roberto Margherita Maria Giuseppe Torino di Savoia-Aosta
Altri titoliDuca di Spoleto
Principe del sangue
NascitaTorino, Italia, 9 marzo 1900
MorteBuenos Aires, Argentina, 29 gennaio 1948
SepolturaCripta Reale di Superga
Casa realeSavoia Aosta
PadreEmanuele Filiberto di Savoia-Aosta
MadreElena d'Orléans
ConsorteIrene di Grecia
FigliAmedeo
ReligioneCattolica
Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)
File:Aimone di Savoia Duca di Spoleto.jpg
Aimone di Savoia-Aosta
NascitaTorino, 9 marzo 1900
MorteBuenos Aires, 29 gennaio 1948 (47 anni)
Cause della morteinfarto
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regia Marina
CorpoServizio Aeronautico della Regia Marina
RepartoDante Alighieri (nave da battaglia)
Andrea Doria (nave da battaglia 1913)
Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere)
251ª Squadriglia
Roma (nave da battaglia 1907)
Sebastiano Caboto (cannoniera)
Anni di servizio1916-1943
GradoAmmiraglio di Squadra
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
Comandante di251ª Squadriglia
Quintino Sella (cacciatorpediniere)
Bettino Ricasoli (cacciatorpediniere)
Pantera (cacciatorpediniere)
Dipartimento marittimo dell'Alto Tirreno con sede a La Spezia
Decorazionimedaglia d'argento al valor militare
voci di militari presenti su Wikipedia

Aimone Roberto Margherita Maria Giuseppe Torino di Savoia-Aosta (Torino, 9 marzo 1900Buenos Aires, 29 gennaio 1948) è stato un membro di Casa Savoia, appartenente al ramo Savoia-Aosta, e un ammiraglio italiano.

Fu anche re di Croazia con il nome di Tomislavo II, senza però mai prendere possesso del trono.

Biografia

Infanzia

Aimone con la madre Elena e suo fratello Amedeo di Savoia-Aosta

Fratello minore di Amedeo di Savoia-Aosta, terzo duca d'Aosta, Aimone nacque a Torino il 9 marzo 1900 da Emanuele Filiberto, secondo duca d'Aosta, e da Elena di Borbone-Orléans. Suoi nonni erano il re di Spagna Amedeo I e la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, mentre suo bisnonno era il re d'Italia Vittorio Emanuele II.

Il 22 settembre 1904 ricevette il titolo di Duca di Spoleto.

Regia Marina

S.A.R. Aimone di Savoia-Aosta a bordo della Dante Alighieri nel 1916

Uscito nel 1916 dall'Accademia Navale di Livorno con il grado di guardiamarina, Aimone divenne sottotenente di vascello l'anno successivo. Dal 1916 è imbarcato sulle Dante Alighieri, Andrea Doria e Vincenzo Giordano Orsini. Impiegato come pilota dal marzo 1918 viene assegnato all'Isola di Sant'Andrea (Venezia) nella 251ª Squadriglia di idrovolanti dotata di Macchi L.3 negli ultimi mesi della prima guerra mondiale, dal 14 giugno ne diventa comandante e fu decorato con una croce di guerra, una Medaglia d'argento al Valor Militare e due di bronzo. Nel dopoguerra venne promosso tenente di vascello continuando a volare.

Nel 1920-1921 è sulla Roma impegnata in Sud America e nel 1922-1923 sulla Sebastiano Caboto impegnata in Cina. Nel 1925 diventa capitano di corvetta e dal 1926 al 1928 comanda il Quintino Sella. Nel 1929, vent'anni dopo suo zio Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi, Aimone organizza una spedizione geografica italiana sul Karakorum insieme ad Ardito Desio. Dopo il rientro collabora alla pubblicazione dei risultati[1]. In seguito si concentra su studi scientifici, poi nel 1933 viene trasferito al comando militare delle Isole Brioni. In seguito comanda il Bettino Ricasoli e nel 1934 diventa capitano di vascello. Il 24 dicembre 1935 Aimone arriva a Massaua ed assunse il comando delle siluranti nel Mar Rosso. Dal 1935 al 1936 comanda il Pantera in Africa Orientale Italiana.

Aimone, ammiraglio della Regia Marina

Contrammiraglio nel 1936, fu comandante della piazza di Pola dal 1937 al 1938. Dal 1938 al 1939 promosso ammiraglio di divisione, comandò la 4ª Divisione navale e nel 1939 fu promosso ammiraglio di squadra. Nel 1936 Aimone di Savoia-Aosta inventa i barchini esplosivi M.T.M., mezzi d'assalto che verranno usati dagli incursori dei MAS.

Dal marzo 1940 al maggio 1941 diventa Comandante in capo del dipartimento marittimo dell'Alto Tirreno con sede a La Spezia.

Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, nel febbraio 1942 fu posto al comando dell'ispettorato generale delle flottiglie MAS (Generalmas), con sede prima a Livorno e poi a Lerici, fino all'8 settembre 1943.

Matrimonio

Aimone e Irene di Grecia il giorno delle loro nozze

Il 1º luglio 1939, in Santa Maria del Fiore a Firenze, sposò la principessa Irene di Grecia, figlia del re Costantino I e della regina Sofia. Da questo matrimonio nacque un solo figlio, Amedeo, nato a Firenze il 27 settembre 1943.

Re di Croazia

Aimone presta giuramento come re di Croazia

L'idea di un italiano sul trono di una Croazia indipendente nacque il 9 marzo 1939 quando Galeazzo Ciano ricevette Giuseppe de Bombelles, un agente segreto al servizio di Ante Pavelić. Dopo aver lamentato lo stato pietoso nel quale i serbi tenevano i croati nell'ambito del Regno di Jugoslavia dei Karađorđević, de Bombelles suggerì come "ideale per la Croazia: un regno autonomo, con un principe italiano, o, in unione personale con il Re d'Italia".[2]

Intanto si parlava anche di proposte ed intese fra alti esponenti politici ungheresi ed italiani affinché Amedeo, il fratello di Aimone, cingesse la corona d'Ungheria, rimasta vacante dopo la sconfitta degli Asburgo al termine della prima guerra mondiale (volendo mantenere la monarchia, dato che la corona rappresentava l'unità e l'indipendenza dello stato, al termine della prima guerra mondiale gli ungheresi trovarono una soluzione di compromesso eleggendo un reggente nella persona dell'ammiraglio Miklós Horthy, in attesa della futura salita al trono di un re che non fosse un Asburgo, dinastia cui le potenze vincitrici della guerra avevano posto il veto. La morte di Amedeo nel 1942, però, fece sfumare il piano di mettere un Savoia sul trono di Budapest).

Divisione della Jugoslavia dopo la sua invasione da parte delle Potenze dell'Asse.

     Aree assegnate all'Italia: l'area costituente la provincia di Lubiana, l'area accorpata alla provincia di Fiume e le aree costituenti il Governatorato di Dalmazia

     Stato Indipendente di Croazia

     Area occupate dalla Germania nazista

     Aree occupate dal Regno d'Ungheria

Intanto il ministro degli esteri Ciano stese un verbale composto da sei punti circa i piani riguardanti la Croazia:[3]

  • l'Italia finanzia con venti milioni di dinari il movimento indipendentista croato;
  • questo movimento si impegna a preparare la rivoluzione entro quattro o cinque mesi;
  • chiamerà subito le truppe italiane per assicurare l'ordine e la pace;
  • la Croazia si proclamerà uno stato indipendente federato con Roma;
  • l'Italia potrà tenere forze armate in Croazia e vi terrà un suo luogotenente generale come in Albania;
  • dopo qualche tempo si deciderà circa la possibilità di un'unione personale delle corone italiana e croata.

Il 26 marzo 1941, il Regno di Jugoslavia aveva aderito al patto tripartito, divenendo di fatto una nazione amica (e quindi non attaccabile) dell'Italia, ma il giorno seguente, il generale Dušan Simović realizzò a Belgrado un colpo di Stato che capovolgeva completamente la situazione: rinnegò l'alleanza con Italia e Germania, costituì un governo favorevole agli angloamericani e dichiarò maggiorenne il re Pietro II, sovrano sostenuto dai britannici. Per tutta risposta, il 6 aprile 1941 l'aviazione tedesca effettuò un pesantissimo bombardamento su Belgrado, cui fece seguito l'invasione del Regno di Jugoslavia, il cui crollo e smembramento furono immediati. Il re Pietro II ed il governo furono costretti a lasciare il paese, costituendo a Londra un governo in esilio. Il 10 aprile 1941 venne proclamata l'indipendenza della Croazia. Il nuovo stato, però, non era altro che una nazione fantoccio controllata dall'asse italo-tedesca che comprendeva gran parte della Croazia e della Bosnia ed Erzegovina.

Poiché la Croazia era priva di una propria dinastia, in quanto l'antico Regno di Croazia era stato incorporato nel Regno d'Ungheria fin dal 1097, e, successivamente, era stato incluso nel nesso dell'Impero austro-ungarico, Ante Pavelić, leader degli Ustascia e capo del governo del nuovo Stato Indipendente di Croazia, rispolverò l'idea di un sovrano italiano e si recò in Italia per offrire ufficialmente la corona di capo dello stato ad un principe di Casa Savoia.

Le motivazioni di questa offerta non sono mai state completamente chiarite: forse Pavelić voleva mostrare gratitudine a Benito Mussolini, che lo aveva aiutato ed ospitato fra le due guerre mondiali; forse voleva sfruttare il fatto che un sovrano italiano, proveniente da una casata antichissima come Casa Savoia, avrebbe giovato al prestigio dei rapporti internazionali del nuovo stato balcanico; o forse voleva prendere le distanze in maniera visibile dalla Germania nazista, che cercava di impadronirsi materialmente del nuovo stato.[senza fonte] Secondo altri storici, invece, la decisione di nominare un principe italiano per il trono di Croazia partì dallo stesso Mussolini, che successivamente convinse Ante Pavelić ad accettare, in modo da dimostrare alla Germania che l'Italia contava ancora qualcosa.[4] Vittorio Emanuele III fu preso alla sprovvista, in quanto l'offerta della corona di Croazia era generica e sarebbe spettato a lui stesso, secondo Pavelić individuare chi avrebbe dovuto portarla. All'epoca erano parecchi i principi maschi in Casa Savoia: escluso ovviamente il principe ereditario Umberto, rimanevano tutti i membri dei rami collaterali Savoia-Aosta e Savoia-Genova.

Fra gli Aosta venne scartato il conte di Torino Vittorio Emanuele, scapolo ed ormai troppo anziano, mentre fra i Genova venne scartato il duca Ferdinando per gli stessi motivi.

Filiberto, duca di Pistoia

Rimasto incerto fra Aimone e Filiberto, duca di Pistoia,[5] Vittorio Emanuele III optò per Aimone. Sempre secondo i diari di Galeazzo Ciano, tale nomina costituì una vera e propria tegola in testa per Aimone, che doveva in questo modo congedarsi dalla Regia Marina, la sua vera passione, in quanto tale servizio non era conciliabile con la sua nuova funzione. Aimone, tra l'altro, dichiarò:

«Non ne voglio sapere. Non ho ambizioni politiche. Non voglio lasciare l'Italia, i miei interessi, le mie passioni. Non so nulla dei croati e della Croazia. Non desidero neppure conoscerli.»

[senza fonte]

Il 18 maggio 1941, dopo aver fermamente rifiutato il nome di Zvonimiro II, che assolutamente non gli piaceva, Aimone vinse la riluttanza iniziale, assunse il nome di Tomislavo II e fu designato re dello Stato Indipendente di Croazia. Aimone, restò in Italia, creò nel suo studio di Firenze un "ufficio per gli affari croati" allo scopo di conoscere il paese sul quale avrebbe dovuto regnare. Le notizie che pervennero da varie fonti (ambasciata italiana a Zagabria, servizi segreti, rapporti confidenziali e informatori fidati) descrissero lo Stato Indipendente di Croazia come una realtà incompiuta non soltanto a livello istituzionale, ma anche sociale e culturale, e descrissero come spaventosa la situazione interna dello stato, caratterizzata da continue persecuzioni ed eccidi da parte degli ustascia di Ante Pavelić, che avevano avviato una vera e propria pulizia etnica contro minoranze nazionali (serbi), avversari politici (comunisti) e minoranze religiose (ortodossi, ebrei e musulmani).

Per questi motivi e per il fatto che Pavelić intendeva servirsi di Tomislavo II come di un re fantoccio, Aimone non prese mai possesso del trono di Zagabria e fu sovrano solo titolarmente, e recandosi mai in Croazia, e abdicando formalmente alla corona, dopo l'armistizio italiano dell'8 settembre, il 12 ottobre 1943.

Tentativo di pace con le forze alleate

Il Duca di Spoleto

Intanto al 1942 risalgono i sondaggi effettuati da Aimone riguardanti la possibilità di una pace separata con gli alleati per rompere l'alleanza con la Germania nazista. Nella primavera di quell'anno Aimone ricevette Alessandro Marieni, viceconsole italiano a Ginevra. A questi manifestò l'idea che l'Italia dovesse uscire dalla guerra trattando con gli anglo-americani. Marieni si impegnò a tener informato Aimone degli eventuali sviluppi. A Ginevra, Marieni entrò in contatto con Victor Farrel, un colonnello inglese che operava sotto la copertura di console per la Gran Bretagna. Mediante lui le trattative entrarono nel dettaglio e ne furono informati anche statunitensi e russi.[6]

Il 18 dicembre 1942 il ministro degli esteri inglese, Anthony Eden, informò ufficialmente gli ambasciatori americano e russo a Londra che Aimone era pronto, in cambio di determinate garanzie, a guidare una rivolta per spodestare Benito Mussolini. Le garanzie richieste da Aimone erano:

  • Appoggio dell'aviazione inglese.
  • Sbarco concordato di truppe anglo-americane.
  • Nessuna richiesta di consegna della flotta italiana.
  • Mantenimento della monarchia in Italia.

Le trattative, però, si protrassero più a lungo del previsto, fin quasi alle soglie del 25 luglio 1943, senza giungere mai a conclusione poiché il governo britannico non voleva assumersi impegni precisi.[7]

Duca d'Aosta e seconda guerra mondiale

Amedeo di Savoia, III Duca d'Aosta

Aimone divenne duca d'Aosta il 3 marzo 1942 a seguito della morte del fratello Amedeo in un campo di prigionia inglese a Nairobi, in Kenya.

Nel settembre 1943, ammiraglio della Regia Marina, seguì Vittorio Emanuele III a Brindisi sulla Indomito (torpediniera) perdendo i contatti con la moglie, che, pochi giorni dopo, avrebbe partorito l'unico figlio, Amedeo.

Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale Aimone, con il Regno del Sud, fu comandante della base navale di Taranto e dell'Ispettorato generale MAS (Mariassalto) e ricevette il grado di ammiraglio di squadra.

Esilio e morte

File:Aimone firenze 1946.jpg
Aimone a Firenze nel 1946, poco prima della partenza per Buenos Aires.

Dopo il referendum istituzionale del giugno 1946, abbandonò l'Italia e si trasferì in Sudamerica, morendo diciotto mesi dopo a Buenos Aires, colpito da un infarto.

La sua salma è stata riportata in Italia su interessamento del figlio Amedeo. Inizialmente inumato presso Arezzo, in seguito Aimone venne definitivamente traslato insieme alla moglie Irene (morta nel 1974) nella cripta reale della basilica di Superga, a Torino.

Onorificenze

Onorificenze del Regno di Croazia

Sovrano dell'Ordine della Corona del re Zvonimiro - nastrino per uniforme ordinaria
Sovrano dell'Ordine al merito di Croazia - nastrino per uniforme ordinaria
Sovrano dell'Ordine militare del Trifoglio di ferro - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine al merito civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
2 Medaglie di bronzo al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per aver portato brillantemente la sua squadriglia d'idrovolanti a bombardare la stazione idrovolanti di Pola, danneggiando grandemente l'obbiettivo malgrado l'intenso fuoco nemico. (Pola, 17 luglio 1918)»
Medaglia commemorativa della vittoria (1918) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore per lunga navigazione marittima (20 anni) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

Cavaliere d'onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine dei Pahlavi - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore - nastrino per uniforme ordinaria

Ascendenza

Aimone di Savoia, re di Croazia Padre:
Emanuele Filiberto di Savoia, duca d'Aosta
Nonno paterno:
Amedeo I di Spagna
Bisnonno paterno:
Vittorio Emanuele II, re d'Italia
Trisnonno paterno:
Carlo Alberto di Savoia
Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena
Bisnonna paterna
Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Elisabetta di Savoia-Carignano
Nonna paterna:
Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna
Bisnonno paterno:
Carlo Emanuele dal Pozzo della Cisterna
Trisnonno paterno:
Giuseppe Alfonso dal Pozzo della Cisterna
Trisnonna paterna:
Maria Anna Balbo Bertone
Bisnonna paterna:
Luisa Carolina Ghislaine di Merode
Trisnonno paterno:
Werner di Merode-Westerloo
Trisnonna paterna:
Victoire de Spangen d'Uyternesse
Madre:
Elena di Francia
Nonno materno:
Filippo d'Orléans
Bisnonno materno:
Ferdinando Filippo d'Orléans
Trisnonno materno:
Luigi Filippo I di Francia
Trisnonna materna:
Maria Amalia di Borbone-Napoli
Bisnonna materna:
Elena di Meclemburgo-Schwerin
Trisnonno materno:
Federico Ludovico di Meclemburgo-Schwerin
Trisnonna materna:
Carolina Luisa di Sassonia-Weimar-Eisenach
Nonna materna:
Maria Isabella d'Orléans
Bisnonno materno:
Antonio d'Orléans, duca di Montpensier
Trisnonno materno:
Luigi Filippo I di Francia
Trisnonna materna:
Maria Amalia di Borbone-Napoli
Bisnonna materna:
Luisa Ferdinanda di Spagna
Trisnonno materno:
Ferdinando VII di Spagna
Trisnonna materna:
Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie

Ascendenza patrilineare

  1. Umberto I, conte di Savoia, circa 980-1047
  2. Oddone, conte di Savoia, 1023-1057
  3. Amedeo II, conte di Savoia, 1046-1080
  4. Umberto II, conte di Savoia, 1065-1103
  5. Amedeo III, conte di Savoia, 1087-1148
  6. Umberto III, conte di Savoia, 1136-1189
  7. Tommaso I, conte di Savoia, 1177-1233
  8. Tommaso II, conte di Savoia, 1199-1259
  9. Amedeo V, conte di Savoia, 1249-1323
  10. Aimone, conte di Savoia, 1291-1343
  11. Amedeo VI, conte di Savoia, 1334-1383
  12. Amedeo VII, conte di Savoia, 1360-1391
  13. Amedeo VIII (Antipapa Felice V), I duca di Savoia, principe di Piemonte, 1383-1451
  14. Ludovico, II duca di Savoia, principe di Piemonte, 1413-1465
  15. Filippo II, III duca di Savoia, principe di Piemonte, 1443-1497
  16. Carlo II, IV duca di Savoia, principe di Piemonte, 1486-1553
  17. Emanuele Filiberto, V duca di Savoia, principe di Piemonte, 1528-1580
  18. Carlo Emanuele I, VI duca di Savoia, principe di Piemonte, 1562-1630
  19. Tommaso Francesco, principe di Carignano, 1596-1656
  20. Emanuele Filiberto, principe di Carignano, 1628-1709
  21. Vittorio Amedeo I, principe di Carignano, 1690-1741
  22. Luigi Vittorio, principe di Carignano, 1721-1778
  23. Vittorio Amedeo II, principe di Carignano, 1743-1780
  24. Carlo Emanuele, principe di Carignano, 1770-1800
  25. Carlo Alberto, re di Sardegna, 1798-1849
  26. Vittorio Emanuele II, re d'Italia, 1820-1878
  27. Amedeo I, re di Spagna e I duca d'Aosta, 1845-1890
  28. Emanuele Filiberto, principe delle Asturie e II duca d'Aosta, 1869-1931
  29. Aimone, IV duca d'Aosta e re di Croazia, 1900-1948

Note

  1. ^ Savoia Aosta Aimone, Desio Ardito, la spedizione geografica italiana al karakram, arti Grafiche Bertarelli,, 1936.
  2. ^ Galeazzo Ciano, Diario, Rizzoli, Milano, 1963, annotazione del 9 marzo 1939.
  3. ^ Galeazzo Ciano, Diario, Rizzoli, Milano, 1963, pagina 199.
  4. ^ L'impubblicabile intervista al Duca nominato Re (ultimissima riga)
  5. ^ Dopo l'invasione della Francia del 1940 si pensò di ricostruire l'antica Contea di Nizza, sulla quale avrebbe dovuto regnare proprio Filiberto di Savoia Genova. Il progetto, però, non ebbe alcun seguito.
  6. ^ Giulio Vignoli, Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia, Mursia Editore.
  7. ^ Francesco Perfetti, 1942, le inutili carte degli Aosta, da Il Giornale del 14 ottobre 2009, pagina 29.
  8. ^ Live Journal

Bibliografia

  • Giulio Vignoli, Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia, Milano, Mursia Editore, 2006, ISBN 88-425-3583-4.
  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Re di Croazia Successore
Titolo creato Tomislavo II
18 maggio 1941 - 12 ottobre 1943
Zvonimiro II
Predecessore Duca d'Aosta Successore
Amedeo 30 marzo 1942 - 29 gennaio 1948 Amedeo
Controllo di autoritàVIAF (EN45511142 · ISNI (EN0000 0000 5547 6808 · SBN RAVV035467 · LCCN (ENnb2004305311 · GND (DE134100670 · BNE (ESXX1688688 (data) · BNF (FRcb155329380 (data)