Festival di Berlino 1981: differenze tra le versioni
ampliamento generale |
|||
Riga 9: | Riga 9: | ||
== Storia == |
== Storia == |
||
{{Citazione|Non avevate tempo o luogo per discuterne in anticipo? Per chiarire le contraddizioni o almeno formularle? Sto solo facendo delle domande. Perché in questo caso ci sarebbe stato effettivamente qualcosa di cui parlare. Ora tutto ciò che abbiamo è la politica dilettantesca di organizzazioni che agiscono come se fossero state insultate, che parlano dei loro sentimenti senza essere in grado di proporre un'idea che valga la pena discutere.|''[[Frankfurter Rundschau]]'' 23 febbraio 1981, Wolfram Schütte si rivolge ai cineasti tedeschi che minacciano di boicottare il festival.<ref name=Jacobsen.285>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 285}}</ref>}} |
{{Citazione|Non avevate tempo o luogo per discuterne in anticipo? Per chiarire le contraddizioni o almeno formularle? Sto solo facendo delle domande. Perché in questo caso ci sarebbe stato effettivamente qualcosa di cui parlare. Ora tutto ciò che abbiamo è la politica dilettantesca di organizzazioni che agiscono come se fossero state insultate, che parlano dei loro sentimenti senza essere in grado di proporre un'idea che valga la pena discutere.|''[[Frankfurter Rundschau]]'' 23 febbraio 1981, Wolfram Schütte si rivolge ai cineasti tedeschi che minacciano di boicottare il festival.<ref name=Jacobsen.285>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 285}}.</ref>}} |
||
Al suo secondo anno, [[Moritz de Hadeln]] fu accolto da una forte opposizione da parte dei cineasti tedeschi che lo accusarono di non essere riuscito a conferire al festival una nuova immagine.<ref name=Jacobsen.283>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 283}}</ref> Avendo diretto il [[Festival di Locarno]] fino al 1977, de Hadeln conosceva poco la scena nazionale e quando incluse solo un film della [[Germania Ovest]] nella competizione, ''[[Der Neger Erwin]]'' di [[Herbert Achternbusch]], il conflitto latente esplose. Il direttore giustificò la sua scelta con la scarsa qualità dei film presentati e parlò di una "crisi del cinema tedesco", ma la maggior parte dei registi dichiarò di non avere fiducia nella sua gestione e [[Alexander Kluge]] parlò di "incapacità di stabilire contatti", aggiungendo che de Hadeln si era preoccupato soprattutto dei desideri delle ''[[Maggiori studi di produzione cinematografica|major]]'' americane.<ref name=Jacobsen.284>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 284}}</ref> Le associazioni dei produttori e dei registi lo accusarono di dilettantismo e incapacità comunicativa, chiesero le sue dimissioni e annunciarono il boicottaggio futuro «se non fossero stati presi provvedimenti decisivi per garantire lo svolgimento di un festival rappresentativo».<ref name="berlinale.1981"/><ref name="Jacobsen.283"/> |
Al suo secondo anno, [[Moritz de Hadeln]] fu accolto da una forte opposizione da parte dei cineasti tedeschi che lo accusarono di non essere riuscito a conferire al festival una nuova immagine.<ref name=Jacobsen.283>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 283}}.</ref> Avendo diretto il [[Festival di Locarno]] fino al 1977, de Hadeln conosceva poco la scena nazionale e quando incluse solo un film della [[Germania Ovest]] nella competizione, ''[[Der Neger Erwin]]'' di [[Herbert Achternbusch]], il conflitto latente esplose. Il direttore giustificò la sua scelta con la scarsa qualità dei film presentati e parlò di una "crisi del cinema tedesco", ma la maggior parte dei registi dichiarò di non avere fiducia nella sua gestione e [[Alexander Kluge]] parlò di "incapacità di stabilire contatti", aggiungendo che de Hadeln si era preoccupato soprattutto dei desideri delle ''[[Maggiori studi di produzione cinematografica|major]]'' americane.<ref name=Jacobsen.284>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 284}}.</ref> Le associazioni dei produttori e dei registi lo accusarono di dilettantismo e incapacità comunicativa, chiesero le sue dimissioni e annunciarono il boicottaggio futuro «se non fossero stati presi provvedimenti decisivi per garantire lo svolgimento di un festival rappresentativo».<ref name="berlinale.1981"/><ref name="Jacobsen.283"/> |
||
[[File:Alexander Kluge 02.jpg|upright=0.8|thumb|left|Il regista tedesco Alexander Kluge, uno dei più critici verso il direttore Moritz de Hadeln.]] |
[[File:Alexander Kluge 02.jpg|upright=0.8|thumb|left|Il regista tedesco Alexander Kluge, uno dei più critici verso il direttore Moritz de Hadeln.]] |
||
Nel 1981 la questione relativa alla qualità dei film sembrò essere un problema tutto tedesco e non solo i film della [[Germania Ovest|Repubblica Federale]] furono considerati non all'altezza dei criteri di selezione. Nella competizione non venne inclusa nessuna produzione della [[Germania Est]] che per protesta ritirò i suoi film dalle altre sezioni e rifiutò l'offerta di mostrare quattro film [[Deutsche Film AG|DEFA]] nell'Info-Schau, la sezione informativa in cui furono proiettati anche ''[[Il pap'occhio]]'' di [[Renzo Arbore]] e una retrospettiva del regista turco [[Yilmaz Güney]].<ref name="lastampa.11f"/><ref name=Jacobsen.286>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 286}}</ref><ref name=Jacobsen.290>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 290}}</ref> |
Nel 1981 la questione relativa alla qualità dei film sembrò essere un problema tutto tedesco e non solo i film della [[Germania Ovest|Repubblica Federale]] furono considerati non all'altezza dei criteri di selezione. Nella competizione non venne inclusa nessuna produzione della [[Germania Est]] che per protesta ritirò i suoi film dalle altre sezioni e rifiutò l'offerta di mostrare quattro film [[Deutsche Film AG|DEFA]] nell'Info-Schau, la sezione informativa in cui furono proiettati anche ''[[Il pap'occhio]]'' di [[Renzo Arbore]] e una retrospettiva del regista turco [[Yilmaz Güney]].<ref name="lastampa.11f"/><ref name=Jacobsen.286>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 286}}.</ref><ref name=Jacobsen.290>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 290}}.</ref> |
||
Le polemiche attirarono l'attenzione di osservatori e critici, molti dei quali ritennero le accuse a de Hadeln premature dopo solo un anno alla guida del festival. Inoltre, i registi non erano riusciti a rendere più specifiche le loro rivendicazioni (ad esempio cosa intendessero per "festival rappresentativo")<ref name="Jacobsen.284"/> e il fronte anti-de Hadeln si rivelò meno unito di quanto la retorica aveva fatto sembrare.<ref name="berlinale.1981"/> Alcuni registi e produttori fecero dichiarazioni a favore della nuova gestione, che da parte sua espresse la speranza di una maggiore apertura al dialogo da entrambe le parti. «A volte desideriamo per il nostro Paese il tipo di solidarietà che è un dato di fatto in altri Paesi», scrissero in una dichiarazione congiunta de Hadeln e [[Ulrich Gregor]], direttore del Forum internazionale del giovane cinema, «una solidarietà tra istituzioni che lavorano per gli stessi obiettivi».<ref name="berlinale.1981"/> Ciò nonostante il risultato fu una direzione indebolita e un certo grado di impotenza nel trovare una soluzione alla crisi. |
Le polemiche attirarono l'attenzione di osservatori e critici, molti dei quali ritennero le accuse a de Hadeln premature dopo solo un anno alla guida del festival. Inoltre, i registi non erano riusciti a rendere più specifiche le loro rivendicazioni (ad esempio cosa intendessero per "festival rappresentativo")<ref name="Jacobsen.284"/> e il fronte anti-de Hadeln si rivelò meno unito di quanto la retorica aveva fatto sembrare.<ref name="berlinale.1981"/> Alcuni registi e produttori fecero dichiarazioni a favore della nuova gestione, che da parte sua espresse la speranza di una maggiore apertura al dialogo da entrambe le parti. «A volte desideriamo per il nostro Paese il tipo di solidarietà che è un dato di fatto in altri Paesi», scrissero in una dichiarazione congiunta de Hadeln e [[Ulrich Gregor]], direttore del Forum internazionale del giovane cinema, «una solidarietà tra istituzioni che lavorano per gli stessi obiettivi».<ref name="berlinale.1981"/> Ciò nonostante il risultato fu una direzione indebolita e un certo grado di impotenza nel trovare una soluzione alla crisi. |
||
Riga 20: | Riga 20: | ||
Solo gradualmente il pragmatismo arrivò ad avere il sopravvento. de Hadeln rafforzò l'autorità di Heinz Badewitz, già fondatore del Festival internazionale di [[Hof (Baviera)|Hof]] e responsabile per la serie del [[Nuovo cinema tedesco]] della ''Berlinale'', trasformandolo nell'uomo di contatto tra il festival e i registi della Germania Ovest di cui godeva la fiducia.<ref name="Jacobsen.285"/> Con la nomina di Gaby Sikorski a direttrice del Kinderfilmfest fu data anche una risposta alle richieste di rendere indipendente la sezione dedicata ai più giovani, nella quale furono aggiunte proiezioni separate per la stampa. In un programma particolarmente internazionale, uno dei film preferiti del pubblico risultò ''[[Der rote Strumpf]]'' di [[Wolfgang Tumler]]. «I bambini e gli anziani hanno molto in comune», disse la protagonista [[Inge Meysel]] dopo la prima proiezione, «parlano una lingua simile e credono ancora nei miracoli, o ci credono di nuovo».<ref name="berlinale.1981"/> |
Solo gradualmente il pragmatismo arrivò ad avere il sopravvento. de Hadeln rafforzò l'autorità di Heinz Badewitz, già fondatore del Festival internazionale di [[Hof (Baviera)|Hof]] e responsabile per la serie del [[Nuovo cinema tedesco]] della ''Berlinale'', trasformandolo nell'uomo di contatto tra il festival e i registi della Germania Ovest di cui godeva la fiducia.<ref name="Jacobsen.285"/> Con la nomina di Gaby Sikorski a direttrice del Kinderfilmfest fu data anche una risposta alle richieste di rendere indipendente la sezione dedicata ai più giovani, nella quale furono aggiunte proiezioni separate per la stampa. In un programma particolarmente internazionale, uno dei film preferiti del pubblico risultò ''[[Der rote Strumpf]]'' di [[Wolfgang Tumler]]. «I bambini e gli anziani hanno molto in comune», disse la protagonista [[Inge Meysel]] dopo la prima proiezione, «parlano una lingua simile e credono ancora nei miracoli, o ci credono di nuovo».<ref name="berlinale.1981"/> |
||
Sul ''[[Frankfurter Rundschau]]'' il critico [[Wolfram Schütte]] intitolò il suo rapporto conclusivo "La ricerca della storia sepolta", sottolineando l'orientamento tematico di molti dei film presenti. Alcuni esempi furono ''[[La febbre (film)|La febbre]]'' di [[Agnieszka Holland]], ''[[La barca è piena]]'' di [[Markus Imhoof]] (uno dei numerosi film svizzeri di quest'anno) e il documentario iraniano ''[[Jostoju]]'' di [[Amir Naderi]], a proposito del quale scrisse: «Il suo film, con il suo trattamento altamente artistico di immagine e suono, documentazione e immaginazione, è un requiem e un incantesimo, un epitaffio e un invito allo stesso tempo».<ref name="berlinale.1981"/> Insieme a ''[[Stalker (film 1979)|Stalker]]'' di [[Andrej Tarkovskij]] e ''[[Si salvi chi può (la vita)]]'' di [[Jean-Luc Godard]] fu il film meglio accolto del Forum che quest'anno si svolse nel Delphi Filmpalast di [[Charlottenburg]], una vecchia sala in pessime condizioni che garantì un maggior numero di spettatori ma molti problemi durante le proiezioni.<ref name=Jacobsen.289>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 289}}</ref> |
Sul ''[[Frankfurter Rundschau]]'' il critico [[Wolfram Schütte]] intitolò il suo rapporto conclusivo "La ricerca della storia sepolta", sottolineando l'orientamento tematico di molti dei film presenti. Alcuni esempi furono ''[[La febbre (film)|La febbre]]'' di [[Agnieszka Holland]], ''[[La barca è piena]]'' di [[Markus Imhoof]] (uno dei numerosi film svizzeri di quest'anno) e il documentario iraniano ''[[Jostoju]]'' di [[Amir Naderi]], a proposito del quale scrisse: «Il suo film, con il suo trattamento altamente artistico di immagine e suono, documentazione e immaginazione, è un requiem e un incantesimo, un epitaffio e un invito allo stesso tempo».<ref name="berlinale.1981"/> Insieme a ''[[Stalker (film 1979)|Stalker]]'' di [[Andrej Tarkovskij]] e ''[[Si salvi chi può (la vita)]]'' di [[Jean-Luc Godard]] fu il film meglio accolto del Forum che quest'anno si svolse nel Delphi Filmpalast di [[Charlottenburg]], una vecchia sala in pessime condizioni che garantì un maggior numero di spettatori ma molti problemi durante le proiezioni.<ref name=Jacobsen.289>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 289}}.</ref> |
||
Nonostante le polemiche, la 31ª ''Berlinale'' riuscì a registrare un nuovo record con circa il 15% di visitatori in più rispetto all'edizione precedente e alla fine l'organizzazione fu elogiata da tutti i partecipanti. Inoltre le principali case cinematografiche statunitensi tornarono dopo essere state assenti negli anni precedenti e la continua internazionalizzazione del festival fu evidenziata da una maggiore partecipazione dei Paesi del [[Sud-est asiatico]].<ref name=Jacobsen.287>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 287}}</ref> |
Nonostante le polemiche, la 31ª ''Berlinale'' riuscì a registrare un nuovo record con circa il 15% di visitatori in più rispetto all'edizione precedente e alla fine l'organizzazione fu elogiata da tutti i partecipanti. Inoltre le principali case cinematografiche statunitensi tornarono dopo essere state assenti negli anni precedenti e la continua internazionalizzazione del festival fu evidenziata da una maggiore partecipazione dei Paesi del [[Sud-est asiatico]].<ref name=Jacobsen.287>{{Cita|Jacobsen (2000)|p. 287}}.</ref> |
||
== Giuria internazionale == |
== Giuria internazionale == |
Versione delle 18:48, 1 lug 2019
La 31ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 13 al 24 febbraio 1981, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il secondo anno Moritz de Hadeln.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film spagnolo In fretta in fretta di Carlos Saura.
Il festival è stato aperto dal film Toro scatenato di Martin Scorsese, proiettato fuori concorso.[2]
La retrospettiva di questa edizione è stata dedicata al produttore britannico Michael Balcon,[3] mentre la sezione Homage ha visto un programma dedicato al documentarista tedesco Peter Pewas.[4]
Storia
«Non avevate tempo o luogo per discuterne in anticipo? Per chiarire le contraddizioni o almeno formularle? Sto solo facendo delle domande. Perché in questo caso ci sarebbe stato effettivamente qualcosa di cui parlare. Ora tutto ciò che abbiamo è la politica dilettantesca di organizzazioni che agiscono come se fossero state insultate, che parlano dei loro sentimenti senza essere in grado di proporre un'idea che valga la pena discutere.»
Al suo secondo anno, Moritz de Hadeln fu accolto da una forte opposizione da parte dei cineasti tedeschi che lo accusarono di non essere riuscito a conferire al festival una nuova immagine.[6] Avendo diretto il Festival di Locarno fino al 1977, de Hadeln conosceva poco la scena nazionale e quando incluse solo un film della Germania Ovest nella competizione, Der Neger Erwin di Herbert Achternbusch, il conflitto latente esplose. Il direttore giustificò la sua scelta con la scarsa qualità dei film presentati e parlò di una "crisi del cinema tedesco", ma la maggior parte dei registi dichiarò di non avere fiducia nella sua gestione e Alexander Kluge parlò di "incapacità di stabilire contatti", aggiungendo che de Hadeln si era preoccupato soprattutto dei desideri delle major americane.[7] Le associazioni dei produttori e dei registi lo accusarono di dilettantismo e incapacità comunicativa, chiesero le sue dimissioni e annunciarono il boicottaggio futuro «se non fossero stati presi provvedimenti decisivi per garantire lo svolgimento di un festival rappresentativo».[1][6]
Nel 1981 la questione relativa alla qualità dei film sembrò essere un problema tutto tedesco e non solo i film della Repubblica Federale furono considerati non all'altezza dei criteri di selezione. Nella competizione non venne inclusa nessuna produzione della Germania Est che per protesta ritirò i suoi film dalle altre sezioni e rifiutò l'offerta di mostrare quattro film DEFA nell'Info-Schau, la sezione informativa in cui furono proiettati anche Il pap'occhio di Renzo Arbore e una retrospettiva del regista turco Yilmaz Güney.[2][8][9]
Le polemiche attirarono l'attenzione di osservatori e critici, molti dei quali ritennero le accuse a de Hadeln premature dopo solo un anno alla guida del festival. Inoltre, i registi non erano riusciti a rendere più specifiche le loro rivendicazioni (ad esempio cosa intendessero per "festival rappresentativo")[7] e il fronte anti-de Hadeln si rivelò meno unito di quanto la retorica aveva fatto sembrare.[1] Alcuni registi e produttori fecero dichiarazioni a favore della nuova gestione, che da parte sua espresse la speranza di una maggiore apertura al dialogo da entrambe le parti. «A volte desideriamo per il nostro Paese il tipo di solidarietà che è un dato di fatto in altri Paesi», scrissero in una dichiarazione congiunta de Hadeln e Ulrich Gregor, direttore del Forum internazionale del giovane cinema, «una solidarietà tra istituzioni che lavorano per gli stessi obiettivi».[1] Ciò nonostante il risultato fu una direzione indebolita e un certo grado di impotenza nel trovare una soluzione alla crisi.
Solo gradualmente il pragmatismo arrivò ad avere il sopravvento. de Hadeln rafforzò l'autorità di Heinz Badewitz, già fondatore del Festival internazionale di Hof e responsabile per la serie del Nuovo cinema tedesco della Berlinale, trasformandolo nell'uomo di contatto tra il festival e i registi della Germania Ovest di cui godeva la fiducia.[5] Con la nomina di Gaby Sikorski a direttrice del Kinderfilmfest fu data anche una risposta alle richieste di rendere indipendente la sezione dedicata ai più giovani, nella quale furono aggiunte proiezioni separate per la stampa. In un programma particolarmente internazionale, uno dei film preferiti del pubblico risultò Der rote Strumpf di Wolfgang Tumler. «I bambini e gli anziani hanno molto in comune», disse la protagonista Inge Meysel dopo la prima proiezione, «parlano una lingua simile e credono ancora nei miracoli, o ci credono di nuovo».[1]
Sul Frankfurter Rundschau il critico Wolfram Schütte intitolò il suo rapporto conclusivo "La ricerca della storia sepolta", sottolineando l'orientamento tematico di molti dei film presenti. Alcuni esempi furono La febbre di Agnieszka Holland, La barca è piena di Markus Imhoof (uno dei numerosi film svizzeri di quest'anno) e il documentario iraniano Jostoju di Amir Naderi, a proposito del quale scrisse: «Il suo film, con il suo trattamento altamente artistico di immagine e suono, documentazione e immaginazione, è un requiem e un incantesimo, un epitaffio e un invito allo stesso tempo».[1] Insieme a Stalker di Andrej Tarkovskij e Si salvi chi può (la vita) di Jean-Luc Godard fu il film meglio accolto del Forum che quest'anno si svolse nel Delphi Filmpalast di Charlottenburg, una vecchia sala in pessime condizioni che garantì un maggior numero di spettatori ma molti problemi durante le proiezioni.[10]
Nonostante le polemiche, la 31ª Berlinale riuscì a registrare un nuovo record con circa il 15% di visitatori in più rispetto all'edizione precedente e alla fine l'organizzazione fu elogiata da tutti i partecipanti. Inoltre le principali case cinematografiche statunitensi tornarono dopo essere state assenti negli anni precedenti e la continua internazionalizzazione del festival fu evidenziata da una maggiore partecipazione dei Paesi del Sud-est asiatico.[11]
Giuria internazionale
- Jutta Brückner, regista, sceneggiatrice e produttrice (Germania Ovest) - Presidente di giuria
- Denis Héroux, regista e produttore (Francia)
- Astrid Henning-Jensen, regista e sceneggiatrice (Danimarca)
- Irina Kupchenko, attrice (Unione Sovietica)
- Peter Bichsel, giornalista e scrittore (Svizzera)
- Antonio Isasi-Isasmendi, regista, sceneggiatore, montatore e produttore (Spagna)
- Chatrichalerm Yukol, regista (Thailandia)
- Jerzy Płażewski, critico cinematografico, scrittore e storico del cinema (Polonia)
- Italo Zingarelli, produttore (Italia)
Selezione ufficiale
In concorso
- 26 giorni della vita di Dostoevskij (Dvadcat' šest' dnej iz žizni Dostoevskogo), regia di Aleksandr Zarkhi (Unione Sovietica)
- La barca è piena (Das Boot ist voll), regia di Markus Imhoof (Svizzera, Germania Ovest, Austria)
- Barnens ö, regia di Kay Pollak (Svezia)
- Der Erfinder, regia di Kurt Gloor (Svizzera, Germania Ovest)
- La febbre (Goraczka (Dzieje jednego pocisku)), regia di Agnieszka Holland (Polonia)
- Le grand paysage d'Alexis Droeven, regia di Jean-Jacques Andrien (Belgio)
- Head On - A testa in giù (Head On), regia di Michael Grant (Canada)
- History of the World in Three Minutes Flat, regia di Michael Mills (Canada)
- In cerca della carestia (Akaler Sandhane), regia di Mrinal Sen (India)
- In fretta in fretta (Deprisa, deprisa), regia di Carlos Saura (Spagna, Francia)
- Kamionat, regia di Christo Christov (Bulgaria)
- Köszönöm, megvagyunk, regia di László Lugossy (Ungheria)
- Kudrat, regia di Chetan Anand (India)
- Luang ta, regia di Permphol Cheyaroon (Thailandia)
- Maravillas, regia di Manuel Gutiérrez Aragón (Spagna)
- Milka, un film sui tabù (Milka: Elokuva tabuista), regia di Rauni Mollberg (Finlandia)
- Il minestrone, regia di Sergio Citti (Italia)
- Der Neger Erwin, regia di Herbert Achternbusch (Germania Ovest)
- La provinciale, regia di Claude Goretta (Francia, Svizzera)
- Ter land, ter zee en in de lucht, regia di Paul Driessen (Paesi Bassi)
- Tribute - Serata d'onore (Tribute), regia di Bob Clark (Canada)
- Tsigoineruwaizen, regia di Seijun Suzuki (Giappone)
- Vrijdag, regia di Hugo Claus (Belgio, Paesi Bassi)
- Yen gui lai, regia di Jinggong Fu (Cina)
Fuori concorso
- Gente comune (Ordinary People), regia di Robert Redford (USA)
- Toro scatenato (Raging Bull), regia di Martin Scorsese (USA)
Forum internazionale del giovane cinema
- A.A.A. Offresi, regia di Maria Grazia Belmonti, Anna Carini, Roni Daupoulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio e Loredana Rotondo (Italia)
- Acto dos Feitos da Guiné, regia di Fernando Matos Silva (Portogallo)
- L'Age Door, regia di George Griffin (USA)
- Alle tage wieder, regia di Margaret Raspé (Germania Ovest)
- AMY!, regia di Laura Mulvey e Peter Wollen (Regno Unito)
- Aziza, regia di Abdellatif Ben Ammar (Tunisia, Algeria)
- Die Beleidigung Americas im Winter, regia di Jutta Sartory e Ingo Kratisch (Germania Ovest)
- Bored, regia di Karin Luner (Germania Ovest, USA)
- Boston Fire, regia di Peter B. Hutton (USA)
- Carolyn II, regia di Martíne Rousset e Viviane Ostrovsky (Francia)
- Catfilm for Katie and Cynnie, regia di Standish Lawder (USA)
- Cinématon nº 7, regia di Gérard Courant (Francia)
- Color Film, regia di Standish Lawder (USA)
- Continuing the Adventures of Adriaen Block, regia di John Knecht (USA)
- Cristo, regia di Teo Hernandez (Francia)
- Divine Horsemen: The Living Gods of Haiti, regia di Maya Deren, Cherel Ito e Teiji Ito (USA)
- Dress Rehearsal, regia di Christine Noll-Brinckmann (Germania Ovest)
- Dwightiana, regia di Marie Menken (USA)
- En tierra de sandino, regia di Jésus Diaz (Cuba)
- Es ist kalt in Brandenburg (Hitler töten), regia di Villi Hermann, Roger Jendly, Niklaus Meienberg, Hans Stürm (Svizzera)
- Fat Feet, regia di Red Grooms (USA)
- Gulls and Buoys, regia di Robert Breer (USA)
- Hohes Türkisches Volk, regia di Sigi Yönet e Sonra Darbe (Germania Ovest)
- Horse Over Tea Kettle, regia di Robert Breer (USA)
- In der Dämmerstunde - Berlin, regia di Annik Leroy (Belgio)
- Jefferson Circus Songs, regia di Suzan Pitt (USA)
- Jigsaw, regia di Robina Rose (Regno Unito)
- Jostoju, regia di Amir Naderi (Iran)
- Karola 2, regia di Christine Noll-Brinckmann (Germania Ovest)
- Ke xana pros ti doxa trava, regia di George Stamboulopoulos (Grecia)
- Killer of Sheep, regia di Charles Burnett (USA)
- Klarem Himmel und lachendem Herrn ist nicht zu trauen, regia di Maximiliane Mainka e Peter Schubert (Germania Ovest)
- Last of the Persimmons, regia di Pat O'Neill (USA)
- Limite, regia di Mario Peixoto (Brasile)
- Little Red Riding Hood, regia di Red Grooms (USA)
- Les Maîtres fous, regia di Jean Rouch (Francia)
- My Name Is Oona, regia di Gunvor Nelson (USA)
- Navajo Rain Chant, regia di Susan Dyal (USA)
- The New Anti Life Force, regia di Tabea Blumenschein (Germania Ovest)
- New Old, regia di Pierre Clémenti (Francia)
- La notte e il giorno, regia di Gianni Castagnoli (Italia)
- Nrº 2, regia di Otto Scharf (Germania Ovest)
- Number 11: Mirror Animations, regia di Harry Smith (USA)
- Orb, regia di Larry Jordan (USA)
- Postcards from America, regia di Ulrich Stein (Germania Ovest)
- Presente Angolano - Tempo Mumuila, regia di Ruy Duarte de Carvalho (Angola)
- Rakem 49, regia di Rachid Benhadj (Algeria)
- Samba Lento, regia di Bruno Moll (Svizzera)
- Shamans of the Blind Country, regia di Michael Oppitz (Germania Ovest, Nepal)
- Sich bewegen ausser sich bewegen - Zehn Bewegung ausser sich, regia di Thomas Kiesel (Germania Ovest)
- Sigmund Freud's Dora: A Case of Mistaken Identity, regia di Anthony McCall, Claire Pajaczkowska, Andrew Tyndall e Jane Weinstock (USA)
- Si salvi chi può (la vita) (Sauve qui peut (la vie)), regia di Jean-Luc Godard (Francia, Svizzera, Germania Ovest, Austria)
- Skinoussa, paysage avec la chute d'Icare, regia di Jean Baronnet (Canada, Francia)
- Spanish Fly, regia di Frieder Butzmann (Germania Ovest)
- Splits, regia di Leandro Katz (USA)
- Stalker (Сталкер), regia di Andrej Tarkovskij (Unione Sovietica)
- Susan Through Corn, regia di Kathleen Laughlin (USA)
- Sweet Dreams, regia di Freude (USA)
- Symphonie, regia di Boris Lehman (Belgio)
- La tranquillità (Spokój), regia di Krzysztof Kieślowski (Polonia)
- Trikfilm, regia di George Griffin (USA)
- Triptikh, regia di Ali Chamraev (Unione Sovietica)
- The Visit (Foreign Particles), regia di Leandro Katz (USA)
- Die von der Straße, regia di Micky Kwella (Germania Ovest)
- Weiße Reise, regia di Werner Schroeter (Svizzera)
- West Indies, regia di Med Hondo (Francia, Algeria, Mauritania)
- Züri brännt, regia di Patrizia Loggia (Svizzera)
- Zwischen Betonfahrten, regia di Pius Morger (Svizzera)
- Yoyo Tricks, regia di P. White (USA)
Retrospettiva di Manoel de Oliveira
- Amore di perdizione (Amor de Perdição), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Aniki Bóbó, regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Atto di primavera (Acto da Primavera), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Benilde o la Vergine Madre (Benilde ou a Virgem Mãe), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- La caccia (A Caça), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- I dipinti di mio fratello Julio (As Pinturas do Meu Irmão Júlio), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Douro, lavoro fluviale (Douro, Faina Fluvial), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Il pane (O Pão), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Il passato e il presente (O Passado e o Presente), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
- Il pittore e la città (O Pintor e a Cidade), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
I film di Kenneth Anger
- Kustom Kar Kommandos, regia di Kenneth Anger (USA)
- Lucifer Rising, regia di Kenneth Anger (USA)
- Puce Moment, regia di Kenneth Anger (USA)
- Rabbit's Moon, regia di Kenneth Anger (USA)
Omaggio a Oumarou Ganda
- Satana (Saitane), regia di Oumarou Ganda (Niger, Francia)
- Il wazzou poligamo (Le wazzou polygame), regia di Oumarou Ganda (Niger, Francia)
Film Super 8 da New York
- El Dorado 77, regia di Charlie Ahearn (USA)
- Letters to Dad, regia di Beth B e Scott B (USA)
- Liberty's Booty, regia di Vivienne Dick (USA)
- Someone Else's Clothes, regia di Karyn Kay (USA)
I film di Bruce Baillie
- Castro Street, regia di Bruce Baillie (USA)
- Mass for the Dakota Sioux, regia di Bruce Baillie (USA)
- Roslyn Romance, regia di Bruce Baillie (USA)
- Valentin de las Sierras, regia di Bruce Baillie (USA)
I film di Stan Brakhage
- Bird, regia di Stan Brakhage (USA)
- Eye Myth, regia di Stan Brakhage (USA)
- Films by Stan Brakhage: An Avant-Garde Home Movie, regia di Stan Brakhage (USA)
- Mothlight, regia di Stan Brakhage (USA)
I primi film di Joris Ivens
- Études de mouvements, regia di Joris Ivens (Paesi Bassi)
- Philips Radio, regia di Joris Ivens (Paesi Bassi)
- Pioggia (Regen), regia di Mannus Franken e Joris Ivens (Paesi Bassi)
- Il ponte (De brug), regia di Joris Ivens (Paesi Bassi)
- De wigwam, regia di Joris Ivens (Paesi Bassi)
I film di Klaus Wyborny
- Das szenische Opfer, regia di Klaus Wyborny (Germania Ovest)
- Thorium 232, regia di Klaus Wyborny (Germania Ovest)
I film di Leo Hurwitz
- Dialogue with a Woman Departed, regia di Leo Hurwitz (USA)
- Heart of Spain, regia di Leo Hurwitz e Paul Strand (USA)
- Terra natale (Native Land), regia di Leo Hurwitz e Paul Strand (USA)
Premi
Premi della giuria internazionale
- Orso d'oro: In fretta in fretta di Carlos Saura
- Menzione d'onore: Le grand paysage d'Alexis Droeven di Jean-Jacques Andrien e Tsigoineruwaizen di Seijun Suzuki
- Orso d'argento, gran premio della giuria: In cerca della carestia di Mrinal Sen
- Orso d'argento per il miglior regista: non assegnato
- Orso d'argento per la migliore attrice: Barbara Grabowska, per La febbre di Agnieszka Holland
- Orso d'argento per il miglior attore: ex aequo Anatolij Solonicyn, per 26 giorni della vita di Dostoevskij di Aleksandr Zarkhi e Jack Lemmon, per Tribute - Serata d'onore di Bob Clark
- Menzione d'onore: Rajesh Khanna, per Kudrat di Chetan Anand
- Orso d'argento per il miglior contributo singolo: Markus Imhoof, per la sceneggiatura di La barca è piena e per la direzione del cast
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: History of the World in Three Minutes Flat di Michael Mills
- Orso d'argento, premio della giuria (cortometraggi): Ter land, ter zee en in de lucht di Paul Driessen
Premi delle giurie indipendenti
- Premio FIPRESCI: ex aequo La barca è piena di Markus Imhoof e Köszönöm, megvagyunk di László Lugossy
Raccomandazione speciale: Yilmaz Güney per l'insieme della sua opera
Premio FIPRESCI (Forum): ex aequo Dialogue with a Woman Departed di Leo Hurwitz e Killer of Sheep di Charles Burnett - Premio OCIC: La barca è piena di Markus Imhoof
Raccomandazione speciale: In cerca della carestia di Mrinal Sen
Menzione d'onore: Kudrat di Chetan Anand - Premio INTERFILM "Otto Dibelius": ex aequo In cerca della carestia di Mrinal Sen e History of the World in Three Minutes Flat di Michael Mills
Raccomandazione speciale: La barca è piena di Markus Imhoof
Premio speciale: Manoel de Oliveira per l'insieme della sua opera
Premio INTERFILM "Otto Dibelius" (Forum): Aziza di Abdellatif Ben Ammar - Premio CIDALC: La barca è piena di Markus Imhoof
- Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: La provinciale di Claude Goretta
Note
- ^ a b c d e f 31st Berlin International Film Festival - February 13 - 24, 1981, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 28 febbraio 2019.
- ^ a b Toro scatenato apre a Berlino Festival Cinema, in La Stampa, 11 febbraio 1981.
- ^ Retrospectives Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 28 febbraio 2019.
- ^ The Guests of the Homage Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 2 febbraio 2019.
- ^ a b Jacobsen (2000), p. 285.
- ^ a b Jacobsen (2000), p. 283.
- ^ a b Jacobsen (2000), p. 284.
- ^ Jacobsen (2000), p. 286.
- ^ Jacobsen (2000), p. 290.
- ^ Jacobsen (2000), p. 289.
- ^ Jacobsen (2000), p. 287.
Bibliografia
- (EN) Wolfgang Jacobsen, 50 Years Berlinale - Internationale Filmfestspiele Berlin, Filmmuseum Berlin - Deutsche Kinemathek, 2000, ISBN 9783875849066.
Collegamenti esterni
- (EN, DE) Sito ufficiale, su berlinale.de.
- (EN) Berlin International Film Festival: 1981, su imdb.com.
- (EN, DE) Berlinale Forum, su arsenal-berlin.de.