Palazzo del Vermexio

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Palazzo Vermexio
Facciata del palazzo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàSiracusa
IndirizzoPiazza Duomo, Ortigia
Coordinate37°03′35.83″N 15°17′35.78″E / 37.059954°N 15.293273°E37.059954; 15.293273
Informazioni generali
CondizioniIn uso
StileBarocco
UsoMunicipio della città
Piani2
Realizzazione
ArchitettoGiovanni Vermexio
ProprietarioComune di Siracusa

Il Palazzo del Senato, detto anche Palazzo Vermexio (1629-1633), fu commissionato dal governo della città all'architetto Giovanni Vermexio, per sostituire l'antica sede della Camera Regionale di Siracusa. L'edificio quindi divenne il palazzo del Senato cittadino e del Governo della città sino ad oggi, sede degli uffici del Sindaco e del municipio.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Questo palazzo può ritenersi a ragione l'espressione più alta del geometrismo che anima tutte le realizzazioni di Giovanni Vermexio. Esso era, in origine, un cubo perfetto, diviso a metà altezza, da un lungo balcone che separa, anche stilisticamente, i due ordini: l'inferiore rinascimentale, il superiore barocco. Il primo piano è impostato su schemi classici: le grandi finestre timpanate, le paraste bugnate dorico toscano, la solenne trabeazione decorata con triglifi e metope. Non sono assenti gli accenni barocchi: dai mascheroni alle mensole, tutte diverse, delle finestre.

La lucertola del Palazzo Vermexio, la "firma" dell'architetto

La balconata apre il piano superiore in stile barocco. Qui le paraste ioniche scandiscono il prospetto con finestre alternate a nicchie: destinate a contenere le statue dei reali di Spagna mai completate da Gregorio Tedeschi a cui era stata affidata la decorazione scultorea del palazzo, egli infatti riuscì a portare a termine solo l'aquila imperiale bicipite. Chiude la costruzione un'abbondantissima decorazione con festoni che corrono tra i capitelli ed un cornicione fortemente aggettante.

Nell'angolo sinistro del cornicione del palazzo, l'architetto Vermexio volendolo quasi “firmare”, vi scolpì un minuscolo geco (detto in dialetto siracusano scuppiuni) o lucertola: epiteto conferito all'architetto a causa della sua rara magrezza ed altezza.

All'interno dell'atrio è parcheggiata la carrozza settecentesca (1763) del Senato, realizzata su modello delle berline austriache.

Interventi architettonici successivi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1870 l'equilibrio delle proporzioni voluto dal Vermexio viene alterato con la realizzazione di un attico, destinato ad ospitare i locali dell'ufficio tecnico. L'ultima e più grave violenza il palazzo l'ha subita intorno agli anni '60 quando ad esso fu accorpato un nuovo fabbricato per ampliare gli uffici del municipio; così facendo è stato stravolto l'originario progetto demolendo l'antica chiesetta di S. Sebastiano e la sede della Biblioteca dell'Arcivescovado, fondata nel 1780 dal Vescovo Alagona.

Il tempio ionico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Artemision di Siracusa.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Sul lato destro della facciata ad angolo con via Minerva, si trovano due graffiti che riproducono la facciata di una chiesa. Uno studio del 2016 ritiene che il graffito principale rappresenti la facciata della Cattedrale e che venne eseguito con la punta di una baionetta dai soldati di guardia del palazzo.[1]
  • Nel cortile interno prospiciente l'ingresso principale si trovano in alto dei blocchi di pietra che furono predisposti per ospitare una scultura dello stemma della città. Il progetto risale agli anni 70 del secolo scorso ma non venne mai ultimato.[2]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ F.Blanco "Incisioni murarie sulle pareti di Ortigia" Quaderni del Mediterraneo, ed. n°16, pag.257.
  2. ^ Siracusa. Storia dimenticata: quei blocchi di pietra al Vermexio, scultura mancata, in Siracusa Oggi. URL consultato il 16 febbraio 2017.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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