Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia
(EN) International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia
Abbreviazione(EN) ICTY
Tipotribunale penale internazionale ad hoc
Fondazione25 maggio 1993
Scioglimento31 dicembre 2017[1]
Sede centraleBandiera dei Paesi Bassi L'Aia
Area di azione181 Stati
PresidenteBandiera della Giamaica Patrick Lipton Robinson
Lingua ufficialeinglese
Sito web

Il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (TPIJ) è stato un organo giudiziario delle Nazioni Unite a cui è stato affidato il compito di perseguire i crimini commessi nell'ex Jugoslavia negli anni successivi al 1991.[2]

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Il tribunale è una corte ad hoc istituita il 25 maggio 1993 con la risoluzione 827 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, ed è situata all'Aia, nei Paesi Bassi. È la prima corte per crimini di guerra costituita in Europa dalla seconda guerra mondiale ed è chiamata a giudicare gli eventi avvenuti in 4 differenti conflitti: in Croazia (1991-95), in Bosnia-Erzegovina (1992-95), in Kosovo (1998-99) e in Macedonia (2001).

I reati perseguiti e giudicati sono principalmente 4:

La corte può processare solamente persone fisiche, quindi nessuno Stato, partito politico o organizzazione ricade sotto la sua giurisdizione; la pena massima applicabile è l'ergastolo. Entro il 31 dicembre 2004 la procura deve terminare le indagini[3], entro il 2008 tutti i primi gradi e nel 2010 chiude tutto, tranne che per Ante Gotovina, Ratko Mladić e Radovan Karadžić.[4]

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome completo del tribunale, in lingua inglese, è "International Tribunal for the Prosecution of Persons Responsible for Serious Violations of International Humanitarian Law Committed in the Territory of the Former Yugoslavia since 1991", o abbreviato "International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia" (ICTY). La traduzione italiana è: "Tribunale internazionale per il perseguimento di persone responsabili di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale commesse nel territorio dell'ex-Jugoslavia dal 1991", o più semplicemente "Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia".

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Il tribunale impiega circa 1.200 persone e le sue componenti principali sono:

  • le camere giudicanti
  • la cancelleria
  • la procura.

Attuale presidente del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia è il giudice Theodor Meron, USA. Suoi predecessori sono stati Patrick Robinson (Giamaica; 2008–2011), Fausto Pocar (Italia; 2005–2008), Theodor Meron (USA; 2002–2005), Claude Jorda (Francia; 1999–2002), Gabrielle Kirk-McDonald (USA; 1997–1999) e Antonio Cassese (Italia; 1993–1997).

Dal 1º gennaio 2008 è procuratore Serge Brammertz (Belgio). Suoi predecessori sono stati Ramón Escovar Salom (Venezuela, 1993–1994), Richard J. Goldstone (Sudafrica, 1994–1996), Louise Arbour (Canada, 1996–1999) e Carla Del Ponte (Svizzera, 1999–2007), che è stata contemporaneamente anche procuratore per il Tribunale penale internazionale per il Ruanda fino al 2003.
Il tribunale ha cessato la propria attività, come da mandato, il 31 dicembre 2017.[1]

Fonti del diritto[modifica | modifica wikitesto]

Il Tribunale ha dovuto affrontare problemi giuridici sotto due aspetti fondamentali: la determinazione delle regole procedurali e l'individuazione del corpus di norme da applicare.

Per quanto attiene al primo profilo, con le "Norme di procedura e deposizione" adottate nel 1994, il Tribunale optò per l'adozione di un sistema misto, in cui si intersecano elementi propri della tradizione giuridica anglosassone (common law) con altri propri dei sistemi continentali di civil law (cui apparteneva anche il sistema socialista dell'ex Jugoslavia).

Come già nello storico processo di Norimberga, sotto l'aspetto procedurale venne preferita l'impostazione del rito accusatorio di common law, nel quale accusa e difesa si trovano sullo stesso piano ed espongono ad una giuria imparziale le rispettive ragioni presentando in udienza prove e testimonianze.

Nel sistema ibrido adottato dal Tribunale dell'Aja, la Procura conduce le indagini e predispone l'atto di accusa, che viene sottoposto alla conferma della Corte (formata da 3 giudici senza giuria), la quale sente i testimoni indicati dalle parti.

Una delle questioni più controverse è relativa all'istituto del patteggiamento. Diversamente da quanto accade nei sistemi di civil law, infatti, la corte non è obbligata a comminare gli anni patteggiati dall'imputato, la qual cosa ha creato non poca confusione sia tra gli accusati sia tra gli stessi giudici e avvocati formati nei sistemi di tradizione continentale.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, al Tribunale si poneva il problema della mancanza di un "codice penale internazionale", cioè di un corpus omogeneo di norme sanzionatorie di diritto internazionale applicabili ai singoli individui. Le uniche norme direttamente applicabili dalla Corte erano le poche previsioni contenute in alcune convenzioni internazionali.[5] Di conseguenza le fattispecie di reato non hanno una definizione univoca e le relative pene sono altrettanto aleatorie.

Imputati[modifica | modifica wikitesto]

A novembre 2017, il Tribunale dichiara che sono ancora in corso i processi per 7 imputati, mentre sono stati conclusi quelli a carico di 154 di essi. Le sentenze di condanna definitiva sono state 83, 19 quelle di assoluzione, 37 imputati hanno visto le accuse contro di essi ritirate o sono morti durante a processo ancora in corso, 13 sono stati deferiti alle rispettive corti statali e 2 sono in attesa di un nuovo processo presso il Meccanismo residuale per i Tribunali Penali Internazionali (MTPI): l'organo creato appositamente per succedere al TPIR e al TPIY consolidando l'attività di questi ultimi dopo il loro scioglimento.[6]

Gli accusati vanno da soldati semplici a generali e comandanti di polizia, fino a politici di primo piano e perfino capi di governo.

La seguente lista elenca gli imputati di maggior rilievo:

Gli imputati e i condannati sono detenuti nel carcere sito nello stadsdeel di Scheveningen.[10]

Giudici[modifica | modifica wikitesto]

Ci sono 16 giudici permanenti e 12 giudici ad litem che servono il tribunale. Essi sono eletti per quattro anni dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Essi possono essere rieletti.

Il 17 novembre 2008, il giudice Patrick Lipton Robinson (Giamaica), è stato eletto il nuovo presidente del Tribunale permanente da giudici in una sessione plenaria straordinaria. Il giudice O-Gon Kwon (Corea del Sud) è stato eletto nuovo vicepresidente.[11]

Nome Nazionalità Posizione Eletto Scadenza
Fausto Pocar Bandiera dell'Italia Italia Giudice 2001 2009
Kevin Parker Bandiera dell'Australia Australia Giudice 2003 2009
Patrick Lipton Robinson Bandiera della Giamaica Giamaica Presidente 1998 2010
Carmel A. Agius Bandiera di Malta Malta Presidente del Tribunale 2001 2007
Alphonsus Martinus Maria Orie Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Presidente del Tribunale 2001 2007
Mohamed Shahabuddeen Bandiera della Guyana Guyana Giudice 1997 2009
Mehmet Güney Bandiera della Turchia Turchia Giudice 2001 2007
Liu Daqun Bandiera della Cina Cina Giudice 2000 2012
Andresia Vaz Bandiera del Senegal Senegal Giudice 2005 2011
Theodor Meron Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Giudice 2001 2007
Wolfgang Schomburg Bandiera della Germania Germania Giudice 2001 2007
O-Gon Kwon Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud Vicepresidente 2001 2007
Jean-Claude Antonetti Bandiera della Francia Francia Giudice 2003 2009
Iain Bonomy Bandiera del Regno Unito Regno Unito Giudice 2004 2010
Christine Van Den Wyngaert Bandiera del Belgio Belgio Giudice 2003 2009
Bakone Justice Moloto Bandiera del Sudafrica Sudafrica Giudice 2005 2011
Krister Thelin Bandiera della Svezia Svezia Giudice Ad Litem 2003 2009
Janet M. Nosworthy Bandiera della Giamaica Giamaica Giudice Ad Litem 2005 2011
Frank Hoepfel Bandiera dell'Australia Australia Giudice Ad Litem 2005 2011
Árpád Prandler Bandiera dell'Ungheria Ungheria Giudice Ad Litem 2006 2012
Stefan Trechsel Bandiera della Svizzera Svizzera Giudice Ad Litem 2006 2012
Antoine Kesia-Mbe Mindua Bandiera della Rep. del Congo Rep. del Congo Giudice Ad Litem 2006 2012
Ali Nawaz Chowhan Bandiera del Pakistan Pakistan Giudice Ad Litem 2006 2012
Cvetana Kamenova Bandiera della Bulgaria Bulgaria Giudice Ad Litem 2006 2012
Kimberly Prost Bandiera del Canada Canada Giudice Ad Litem 2006 2012
Ole Bjørn Støle Bandiera della Norvegia Norvegia Giudice Ad Litem 2006 2012
Frederik Harhoff Bandiera della Danimarca Danimarca Giudice Ad Litem 2007 2013
Flavia Lattanzi Bandiera dell'Italia Italia Giudice Ad Litem 2007 2013

Lista di giudici fornita dagli organi del Tribunale: https://web.archive.org/web/20090222002235/http://www.un.org/icty/glance-e/index.htm

Critiche al TPI[modifica | modifica wikitesto]

Diverse sono le critiche che sono state rivolte all'operato del Tribunale, da punti di vista diversi.

Retroattività[modifica | modifica wikitesto]

Poiché il TPI è stato istituito con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza n°827 del 1993, è stato sostenuto da parte di alcuni studiosi che la presa in carico da parte del TPI di casi risalenti al periodo 1991-93 potesse violare il principio di nullum crimen sine lege, in quanto il TPI stesso si sarebbe trovato a giudicare casi commessi prima della sua stessa istituzione.[12]

In realtà, lo statuto del TPI prevede che il tribunale applichi il diritto umanitario internazionale che è parte del diritto consuetudinario, in modo da evitare il problema dell'aderenza di alcuni ma non di tutti gli Stati a convenzioni specifiche.[13]

Parzialità e riconciliazione[modifica | modifica wikitesto]

Il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia è stato oggetto di critiche che lo accusavano di essere un tribunale a senso unico, fortemente manovrato dagli Stati Uniti e che ha voluto colpire soprattutto l'etnia serba.[14] Lo stesso Šešelj commentando il numero alto di serbi rispetto alle altre etnie commentò "Il Tribunale dell'Aja somiglia molto di più all'Inquisizione, che a un organo di diritto internazionale".[15]

Secondo l'esperta Janine N. Clark l'operato del Tribunale dell'Aja ha rafforzato narrazioni concorrenti e contrapposte rivendicazioni di vittimismo etnico. Resta importante lavorare sulla riconciliazione regionale tramite strumenti di giustizia transizionale.[16]

Secondo Refik Hodžić, il Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia ha svolto un ruolo fondamentale, ma non ha tenuto abbastanza in conto l'interesse delle vittime come dimostrato dalle recenti sentenze Gotovina e Perišić e non ha saputo offrire una narrazione comune del conflitto in ex Jugoslavia.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Il Tribunale dell'Aja chiude i battenti dopo 24 anni e 103 condanne, in Rai News, 29 novembre 2017. URL consultato il 5 gennaio 2018.
  2. ^ Statuto del Tribunale internazionale per il perseguimento delle persone responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commesse nel territorio dell’ex Iugoslavia dal 1991, su Università di Macerata. URL consultato il 5 gennaio 2018.
  3. ^ par. 7 della risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU 1503 del 28 agosto 2003
  4. ^ (EN) ICTY, TPI (ICTY) About, su ICTY. URL consultato il 27 novembre 2017.
  5. ^ Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, Convenzione contro il genocidio del 1948, Convenzioni dell'Aja del 1907
  6. ^ (EN) Key Figures of the Cases, su United Nations International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia. URL consultato il 30 novembre 2017.
  7. ^ Slobodan Milosevic, Informazioni sul caso, ICTY, su icty.org.
  8. ^ SERBIA: “Milošević è innocente”. Ma non è vero, in East Journal, 5 settembre 2016.
  9. ^ (EN) The cases, su icty.org. URL consultato il 4 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2016).
  10. ^ (EN) Detention, su icty.org. URL consultato il 4 gennaio 2018.
  11. ^ Il giudice Robinson eletto nuovo presidente, su haguejusticeportal.net. URL consultato l'11 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2009).
  12. ^ Guillaume Endo, Nullum crimen nulla poena sine lege and the ICTY and ICTR (PDF), in Revue Quebecoise de Droit International, vol. 15, n. 1, 2002.
  13. ^ Non-retroactivity of Criminal Law: A New Chapter in the Hissène Habré Saga.
  14. ^ https://www.rferl.org/a/balkans-without-borders-hague-tribunal-legacy/28872088.html, su rferl.org.
  15. ^ Војислав Шешељ одржао мало предавање - YouTube
  16. ^ Osservatorio Balcani e Caucaso, Una giustizia lontana dalla riconciliazione - Janine N. Clark 5 marzo 2013
  17. ^ Osservatorio Balcani e Caucaso, La distanza tra il Tribunale dell'Aja e noi - Refik Hodžić 5 marzo 2013

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Rossini, Il Tribunale internazionale dell'Aja per la ex Jugoslavia, in W. Bonapace e M. Perino (a cura di), Srebrenica, fine secolo, Asti, ISRAT, 2005, ISBN 88-89523-00-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN147611109 · ISNI (EN0000 0004 0501 417X · LCCN (ENn94093864 · GND (DE4383997-6 · BNF (FRcb12394597c (data) · J9U (ENHE987007263135905171 · NSK (HR000120247 · WorldCat Identities (ENlccn-n94093864