Federico Munerati

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Federico Munerati
Munerati alla Juventus nel 1932
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 178 cm
Peso 76 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Termine carriera 1939 - giocatore
1953 - allenatore
Carriera
Giovanili
19?-19??Virtus Spezia
Squadre di club1
1919-1921Virtus Spezia? (?)
1921-1923Novara25 (10+)
1923-1933Juventus249 (111)
1933-1934Sampierdarenese32 (9)
1934-1935Pistoiese13 (1)
1935-1938Biellese14 (3)
1938-1939Pavese Luigi Belli1 (0)
Nazionale
1926-1927Bandiera dell'Italia Italia4 (0)
Carriera da allenatore
1935-1938Biellese
1939-1940Pavese Luigi Belli
1940-1941Juventus
1942-1946Fanfulla
1947-1948Pavia
1948-1949Acireale
1949-1951Biellese
1951-1952Borgosesia
1952-1953Biellese[1]
195?-196?Borgosesia
1963-1964Lavagnese
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Federico Munerati, detto Mune (La Spezia, 16 ottobre 1901Chiavari, 26 luglio 1980), è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo ala.

Tra i più importanti nel ruolo nella storia della Juventus,[2] è stato bandiera bianconera per undici stagioni, vincendo a Torino quattro campionati italiani (1925-1926, 1930-1931, 1931-1932 e 1932-1933) e partecipando alla genesi del Quinquennio d'oro.[3] Con 114 gol complessivi è rimasto per i successivi novant'anni nella top ten dei marcatori all time del club bianconero:[4] di questi, i 111 siglati nei campionati italiani lo pongono tuttora all'8º posto tra i marcatori juventini di questa graduatoria.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Soprannominato "Ricciolo" per via dei capelli neri e riccioluti,[3][5] fu un calciatore molto moderno per la sua generazione:[3][5] era infatti un'ala destra[2] coriacea e risoluta, dalle grandi doti atletiche, aiutato da un fisico potente ma asciutto.[3][5] Rapido, opportunista[6] e con eccellenti qualità tecniche[3] (soprattutto nel palleggio), in un calcio in cui ai giocatori di fascia era ancora prettamente demandato il compito di servire traversoni per i centrattacco,[6] Munerati preferiva andare incontro al pallone anziché attendere il passaggio da parte dei compagni,[3][5] indole che gli consentì di diventare decisamente prolifico sottorete, a tutti gli effetti un bomber aggiunto della squadra.[3] È oggi ricordato come una delle ali destre più forti nella storia della Juventus, al pari di futuri eredi nel ruolo quali Stacchini, Causio, Damiani, Mauro, Di Livio e Camoranesi.[2]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò a giocare a calcio nella sua città natale tra le file dello Virtus Spezia, per poi passare ventunenne al Novara, all'epoca formazione di primo piano del panorama calcistico italiano, con cui fece il suo debutto nell'allora massima serie italiana, la Prima Divisione. Dopo una sola stagione con i gaudenziani, nel 1923 venne acquistato dalla Juventus, club dove rimarrà per i successivi undici anni.[6]

Munerati (in piedi, quarto da destra) nella Juventus della stagione 1930-1931, al primo scudetto del Quinquennio d'oro.

Nel primo anno a Torino, si ritrovò a esser schierato da mezzala per non togliere spazi sulla fascia al più veloce compagno di squadra Grabbi, e occasionalmente ben si comportò anche da attaccante puro. Fu nella stagione 1924-1925 che il tecnico danubiano Jenő Károly, nel frattempo sedutosi sulla panchina bianconera, lo spostò definitivamente e con successo all'ala destra: si trattò del primo tassello, nella costruzione del prolifico attacco juventino che negli anni seguenti farà incetta di scudetti.[6] Il primo titolo arrivò già nel campionato 1925-1926, quando con Pastore centrattacco,[6][7] e i neoacquisti Torriani a sinistra[6] e il magiaro Hirzer mezzala,[6][7] Munerati emerse tra i maggiori protagonisti[7] di un successo che i piemontesi attendevano da ben ventuno anni.

Nelle stagioni seguenti la squadra rimase ai vertici, tuttavia "Mune" dovette attendere gli anni 1930 per riassaporare la vittoria;[6] nel 1927 il calciatore dovette inoltre affrontare, insieme al compagno di squadra Pastore, un'accusa di combine in merito al caso Allemandi, da cui entrambi ne uscirono con un semplice richiamo ufficiale da parte del presidente federale Leandro Arpinati.[8]

Assieme al portiere Combi e al terzino Rosetta, Munerati fu di fatto l'anello di congiunzione tra la Juventus campione d'Italia nel 1926 e quella del Quinquennio d'oro,[3] a cui contribuì per i primi tre dei suoi cinque titoli consecutivi (1930-1931, 1931-1932 e 1932-1933). Dal 1931 iniziò a dividersi i compiti sulla fascia col più giovane Sernagiotto, oriundo brasiliano acquistato dalla dirigenza proprio in vista della sua futura sostituzione,[6] e a cui lascerà definitivamente il posto due anni più tardi. Con 114 reti in 256 presenze totali,[6] di cui 111 in 249 gare di campionato, per quasi un secolo è rimasto tra i primi dieci marcatori di tutti i tempi della squadra torinese,[4] mentre è tuttora l'8º goleador juventino di sempre per quanto concerne i soli campionati; è inoltre lo spezzino più prolifico di sempre in Serie A.

Da qui alla fine del decennio militò con alterne fortune in compagini minori come Sampierdarenese, vincendo nell'unica sua stagione a Genova il campionato di Serie B 1933-1934, Pistoiese e Biellese, sino al ritiro dall'attività agonistica avvenuto nel 1939 con la Pavese Luigi Belli.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Munerati (in piedi, quarto da destra) in nazionale a Bologna nel 1927, per la gara inaugurale dello stadio Littoriale.

Conta 4 presenze in nazionale, collezionate tra il 1926 e il 1927. Giocò anche in nazionale B nella prima partita della rappresentativa, ad Esch-sur-Alzette il 17 aprile 1927, terminata con la vittoria degli azzurri contro il Lussemburgo per 5-1.[9]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Già agli sgoccioli della carriera di calciatore ebbe le prime esperienze da player manager, cosicché intraprese immediatamente la carriera di allenatore una volta appesi gli scarpini al chiodo. In quest'ultimo ruolo fece ritorno alla Juventus nella stagione 1940-1941, subentrando all'ex compagno di squadra Umberto Caligaris improvvisamente mancato a neanche quarant'anni. Tra gli altri club guidati da Munerati nel prosieguo di carriera figurano anche il Fanfulla[10] tra il 1942 e il 1946 e, a più riprese, la Biellese e il Borgosesia.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
18-7-1926 Stoccolma Svezia Bandiera della Svezia 5 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
29-5-1927 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Amichevole -
23-10-1927 Praga Cecoslovacchia Bandiera della Cecoslovacchia 2 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale 1927-1930 -
6-11-1927 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 0 – 1 Bandiera dell'Austria Austria Coppa Internazionale 1927-1930 -
Totale Presenze 4 Reti 0

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Juventus: 1925-1926, 1930-1931, 1931-1932, 1932-1933
Sampierdanerese: 1933-1934

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Umberto Maggioli, I giovani di Munerati speranze della Biellese, in Stampa Sera, 19 settembre 1958, p. 7.
  2. ^ a b c Moretti, Sette.
  3. ^ a b c d e f g h Tavella, 2010, Un tiro secco e potente: Munerati.
  4. ^ a b Juventus a tutto esteri: in attacco solo stranieri, su blog.betclic.it, 8 settembre 2016.
  5. ^ a b c d Tavella, 2014, Vent'anni dopo.
  6. ^ a b c d e f g h i j Stefano Bedeschi, Gli eroi in bianconero: Federico MUNERATI, su tuttojuve.com, 3 dicembre 2013.
  7. ^ a b c (EN) 22 August 1926: A second Scudetto!, su juventus.com, 22 agosto 2015.
  8. ^ Matteo Di Medio, 1926-27: Quando il calcio italiano scoprì il sospetto di combine, su iogiocopulito.ilfattoquotidiano.it, 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  9. ^ Squadra Nazionale B batte Lussemburgo: 5-1, in La Stampa, 18 aprile 1927, p. 2.
  10. ^ Ennio Mantella, I giocatori di calcio e le loro nuove destinazioni, in Il Littoriale, n. 205, 27 agosto 1942, p. 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]