Coordinate: 45°36′30.79″N 8°17′18.16″E

Eccidio di Roasio

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Eccidio di Roasio
strage
Il Municipio di Roasio ai cui balconi vennero impiccate 5 delle 22 vittime dell'eccidio.
Tipofucilazione
impiccagione
LuogoRoasio
StatoItalia (bandiera) Italia
Coordinate45°36′30.79″N 8°17′18.16″E
ResponsabiliSicherheitsdienst
Reparto non individuato della Repubblica Sociale Italiana
Motivazionerappresaglia
Conseguenze
Morti22

L'eccidio di Roasio è stata una strage nazifascista compiuta a Roasio, in provincia di Vercelli, il 9 agosto 1944 dalla Sicherheitsdienst fiancheggiata dai militi della Repubblica Sociale Italiana[1]. Nel corso delle operazioni furono assassinate complessivamente 22 persone.

L'8 agosto 1944 un automezzo tedesco venne attaccato da una squadra partigiana in località Bivio Quattro Strade, nei pressi di Roasio. Nello scontro a fuoco rimasero uccisi un militare tedesco ed un partigiano. Un secondo nazista, gravemente ferito, venne portato all'ospedale di Gattinara dove morì poche ore più tardi.

La mattina del 9 agosto una colonna nazifascista piombò a Roasio per compiere una spietata rappresaglia. Primo obbiettivo furono due cascine poste nelle campagne che vennero date alle fiamme, il tutto mentre gli abitanti furono costretti a disboscare i lati della provinciale. Una volta arrivati a Roasio i nazifascisti iniziarono a rastrellare gli uomini del paese e a saccheggiare ed incendiare le case.
Poco dopo un camion proveniente dal carcere di Biella con a bordo una dozzina di ostaggi, presumibilmente partigiani e renitenti alla leva, venne condotto davanti al municipio. In queste fasi uno degli uomini a bordo del camion tentò di fuggire, ma venne immediatamente ucciso dai suoi carcerieri presso la scalinata antistante il comune. Poco dopo otto abitanti di Roasio vennero condotti nel medesimo luogo e ivi fucilati. Poco dopo un altro uomo venne trascinato presso i cadaveri in piazza e giustiziato. Nel corso del rastrellamento un'undicesima persona, Celestino Aimone, che si era rifiutata di essere portato via dal suo domicilio venne proditoriamente assassinato dai nazifascisti.

Dei restanti undici ostaggi a bordo del camion, cinque vennero impiccati sui balconi del municipio di Roasio mentre gli altri sei furono appesi a dei ganci da macellai ai pali del telegrafo posti a margine della provinciale per Gattinara.

  • Celestino Aimone
  • Giuseppe Aletti
  • Rodolfo Corrado Barbero
  • Lorenzo Carando
  • Liliano Brovarone
  • Bruno De Angeli
  • Otello Fiore
  • Giacomo Granzotto
  • Antonio Giovanni Carlo Pastore
  • Alfredo Giovanni Pizzo
  • Natale Paolo Taraboletti
  • Carlo Eusebio Domenico Vaccino
  • Mario Guglielmo Vaccino
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Pietro Secchia e Cino Moscatelli, Il Monte Rosa è sceso a Milano: la Resistenza nel Biellese, nella Valsesia e nella Valdossola, Torino, Einaudi, 1958.