Antonio Stoppani
Antonio Stoppani, battezzato Narciso Carl'Antonio Stoppani[1] (Lecco, 15 agosto 1824 – Milano, 1º gennaio 1891), è stato un geologo, paleontologo, patriota, accademico e presbitero italiano.
Di idee liberali, si impegnò durante il Risorgimento per l'Unità d'Italia e fu favorevole a una politica di conciliazione tra Stato e Chiesa. Autore di numerose pubblicazioni sia scientifiche sia di tipo divulgativo, è considerato una figura di primo piano nella storia della geologia, della paleontologia, della paletnologia e della glaciologia in Italia.[2][3] Ebbe notevole popolarità Il Bel Paese (1876), sua opera divulgativa sulle scienze naturali, che rimase a lungo tra i libri educativi più diffusi in Italia, insieme a Le avventure di Pinocchio (1881-1882) di Carlo Collodi e a Cuore (1886) di Edmondo De Amicis.[4][5]
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Il seminario e le Cinque giornate[modifica | modifica wikitesto]
Antonio Stoppani nacque a Lecco il 15 agosto 1824, quinto dei quindici[6] o sedici figli di Giovanni Maria (1788-1862) e di Lucia Pecoroni (1798-1883).[7] Il padre, originario di Zelbio, era produttore di cioccolata e di candele di sego.[8] A undici anni entrò in seminario presso la sede di Castello del Seminario arcivescovile di Milano per lo studio della grammatica. Nel 1840 passò al seminario di San Pietro Martire a Seveso per lo studio della retorica, nel 1843 a Monza per la filosofia e nel 1845 a Milano per la teologia.[9] Persona importante per la formazione di Stoppani fu Alessandro Pestalozza (1807-1871), suo docente a Monza, che fu amico di Antonio Rosmini e propugnatore delle sue idee; nel 1848 fu trasferito a Milano dove ritrovò il proprio allievo.[10] Entrambi presero parte alle Cinque giornate di Milano; Stoppani, insieme a vari seminaristi, contribuì alla costruzione della barricata di Porta Orientale e fu incaricato di realizzare tredici aerostati di grandi dimensioni per inviare proclami fuori dalla città assediata.[11][12] Partecipò anche all'assistenza ai feriti nella battaglia di Santa Lucia il 6 giugno e successivamente nella battaglia di Custoza a luglio.[13][14]
Il 17 giugno fu ordinato presbitero dall'arcivescovo Carlo Romilli nel Santuario di Rho[15] e celebrò la prima messa nella chiesa prepositurale di Lecco.[16] Fu poi chiamato come professore di grammatica latina nel seminario di Seveso.[17] In questo periodo poté riprendere il proprio interesse per la geologia e nel periodo estivo arricchì la propria collezione di reperti, in particolare rintracciati nel territorio attorno a Lecco.[18] Alla fine del 1853 con decreto arcivescovile vari insegnanti che avevano sostenuto la rivolta del 1848 furono espulsi dai seminari;[19] Stoppani, uno di loro, riuscì poi a ottenere il posto di vice-rettore del collegio privato Calchi-Taeggi a Milano, ma la sua nomina fu immediatamente cassata dal governo austriaco e fu posto sotto sorveglianza dalla polizia.[20]
Prime pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]
Divenne in seguito precettore privato di Gian Pietro Porro, prima a Como e in seguito a Milano presso il conte Alessandro Porro, che nel 1848 era stato membro del governo provvisorio.[21][22] Stoppani ebbe modo di riordinare la propria collezione di reperti e nel 1855 fu tra i soci fondatori della Società geologica residente in Milano (divenuta in seguito Società italiana di scienze naturali).[23] Nel 1856 incontrò il geologo Franz Ritter von Hauer, giunto a Milano per la realizzazione di una carta geologica dell'Impero austriaco;[24] nello stesso anno fu invitato dalla Società geologica «a coordinare e rendere noti al pubblico i risultati delle lunghe sue ricerche sopra i dintorni di Lecco»,[25] pubblicati nel 1857 come Studi geologici e paleontologici sulla Lombardia insieme a un saggio di Cristoforo Bellotti.[26]
«Tale lavoro, quantunque non sufficientemente appoggiato a raffronti e a studii teorici, valse però a far conoscere nelle sue linee generali la serie stratigrafica delle prealpi lombarde, e rivelò nell'autore un singolare ingegno ed un acuto e diligente osservatore.» |
(Bollettino del R. Comitato Geologico[27]) |
Lasciato il posto come precettore, divenne direttore spirituale dell’orfanotrofio maschile di Milano e nel dicembre 1857 ottenne la carica di custode del catalogo della Biblioteca Ambrosiana, che mantenne fino al 1860.[28][29] Incoraggiato dall'interesse dimostrato da altri scienziati per un argomento ancora poco conosciuto, diede inizio alla collana Paleontologie lombarde (Paleontologia lombarda in francese), realizzata in collaborazione con gli studiosi Emilio Cornalia e Giuseppe Meneghini. L'opera in quattro volumi, scritta in francese, fu distribuita a fascicoli tra il 1858 e il 1881. Stoppani si occupò del primo volume (1858-1860) con una classificazione dei petrefatti rinvenuti a Esino (1858-1860) e appartenenti al Ladinico;[30] dedicò invece il terzo volume (1860-1865) all'Avicula contorta con l'identificazione del piano retico.[31] Secondo le valutazioni attuali, questi volumi offrono una buona descrizione paleontologica, mentre è considerata «largamente inadeguata» la ricostruzione stratigrafica e strutturale del territorio lecchese esaminato.[32]
Stratigrafia tra Corni di Canzo e Cornizzolo
Insegnamento e ricerche[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1859 la Seconda guerra d'indipendenza vide la sconfitta austriaca, con Stoppani impegnato nella cura dei feriti negli ospedali milanesi.[33] Fu tra i sacerdoti lombardi che il 6 luglio inviarono un messaggio a Paolo Onorato Vigliani, nuovo governatore della Lombardia per il Regno di Sardegna, salutando «con gioia le vittorie delle armi alleate, che tendono a ridare agli Italiani la nazionale indipendenza».[34] Poté tornare a insegnare scienze naturali presso il collegio Calchi-Taeggi,[35] ma già nel 1861 fu nominato professore straordinario di geologia presso la Regia Università di Pavia.[36] Nell'estate dello stesso anno divenne anche segretario della Giunta consultiva per la Carta geologica d'Italia.[37]
Nel 1863 lasciò Pavia per diventare "professore straordinario di geognosia e mineralogia" del neonato Regio Istituto Tecnico Superiore a Milano;[38] per il Museo civico di storia naturale si occupò del riordino delle collezioni paleontologiche, aggiungendo anche pezzi da lui raccolti, e iniziò a tenere annualmente serie di conferenze pubbliche al museo e, in seguito, ai giardini pubblici.[39] Sempre nel 1863 per la Società italiana di scienze naturali condusse una ricerca paleontologica a Besano e uno studio sulle palafitte del Lago di Varese,[40] siti oggi inseriti nell'elenco del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO (Monte San Giorgio e Isolino Virginia, all'epoca chiamato Isolino Camilla). Egli diede particolare impulso all'avvio della paletnologia in Italia, invitando scienziati e privati a collaborare con la Società in questo campo.[41]
Nel 1864 pubblicò un Saggio di una storia naturale dei petrolii, argomento che riteneva di notevole importanza per lo sviluppo industriale italiano; oltre a fornire consulenze geologiche a società di estrazione,[42] nel 1866 sul periodico Il Politecnico pubblicò una serie di articoli sulla presenza del petrolio in Italia.[43] Allo scoppio della terza guerra d'indipendenza, nell'estate del 1866 partì come volontario per l'Associazione italiana di soccorso ai militari feriti e malati in tempo di guerra e fu aggregato come "contabile" (ma è indicato anche come "cappellano") alla seconda di tre squadre milanesi; prestò servizio per 50 giorni dal 2 luglio al 20 agosto.[44]
L'anno successivo, approfittando dell'Esposizione universale di Parigi, fece un viaggio di studio attraverso la Francia, la regione di lingua tedesca e il Regno Unito, per visitare musei e per studiare i principali luoghi di interesse geologico e paleontologico.[45] Diventato professore ordinario dell'Istituto Tecnico Superiore nel 1865,[46] iniziò la pubblicazione di tre volumi di Note (1865-1870) destinate agli studenti, che rielaborò in seguito nel Corso di geologia (1871-1873). L'opera fu «universalmente ammirata per la forma elegante, per lo stile elevato, per la chiarezza, per l'ordine dell'esposizione e per la profondità dei concetti».[27] Già nel primo volume delle Note egli introdusse un'«epoca antropozoica» (o «antropozoico»)[47] relativa alla presenza di tracce umane, perché «la creazione dell'uomo è l'introduzione di un elemento nuovo nella natura, di una forza affatto sconosciuta ai mondi antichi».[48]
Già socio della sezione di Sondrio del Club Alpino Italiano, nel dicembre del 1873 divenne il primo presidente della neonata sezione milanese.[49][50] Il 21 agosto 1874 partì con un gruppo da Milano per raggiungere il Medio Oriente. Salparono da Brindisi per Corfù e poi per Atene, dove si trattennero. Passarono a Smirne, visitandone i dintorni. Si spostarono anche a Costantinopoli e visitarono il Bosforo. Tornarono a Smirne e approdarono poi a Beirut per raggiungere Damasco. Il viaggio fu interrotto bruscamente a Souq Wadi Barada quando il calcio di un cavallo ruppe la gamba destra a Stoppani, che dovette tornare in Italia.[51] Le vicende furono poi raccolte nel libro Da Milano a Damasco. Racconto di una carovana milanese nel 1874 (1888).
«Il Bel Paese»[modifica | modifica wikitesto]
«L'autore, pigliando la veste di uno zio naturalista che racconta ai nipoti, percorre da un capo all'altro "il bel paese che Appenin parte e 'l mar circonda e l'Alpe"» |
(Dall'introduzione "Agli institutori") |
Fin dal 1870 si ha notizia di una raccolta manoscritta di racconti educativi per ragazzi scritta da Stoppani e in parte pubblicata come Frammenti di un libro inedito di lettura per famiglie sulla rivista Le prime letture.[52] Nell'adunanza del 20 luglio 1871 il Regio Istituto Lombardo di Scienze e Lettere bandì il concorso letterario Fratelli Ciani per il miglior Libro di lettura per il popolo italiano da assegnarsi nel 1875 con un premio di lire 1 500.[53] Per uno dei premi furono presentate 37 opere, compreso il manoscritto di Dall'Alpi all'Etna. Saggio di letture popolari di Stoppani,[54] ma la commissione stabilì di non poter assegnare il premio, perché nessuno dei partecipanti riusciva a soddisfare completamente le richieste del concorso.[55]
Il 26 febbraio 1874 fu bandito un nuovo concorso sempre per il miglior Libro di lettura per il popolo italiano da assegnare nel 1877; in questo caso il libro doveva essere presentato a stampa.[56] Il 23 luglio 1876 Stoppani pubblicò Il Bel Paese e due giorni dopo lo consegnò per il concorso, dichiarando di aver solo cambiato il titolo rispetto al manoscritto precedente.[57] Nonostante le generali lodi ricevute dall'opera, la commissione trovò ancora non pienamente soddisfacenti i testi in gara e perciò decise di dividere il premio tra i due partecipanti più meritevoli, cioè Il Bel Paese e il volume di Cesare Cantù Attenzione. Riflessi di un popolano.[58][59]
Il volume divenne enormemente popolare per vari decenni, probabilmente grazie alla sovrapposizione tra l'ambito scolastico e quello naturalistico ed escursionistico, da collegare al successo del Club alpino italiano all'epoca.[60] Nel testo, nelle vesti di uno zio, l'autore intendeva far conoscere agli italiani il proprio paese, che considerava spesso trascurato rispetto allo studio di paesi lontani, invitando a coltivare il sentimento nazionale, senza però prescindere da un'appartenenza regionale.[61] L'aspetto educativo comprendeva anche la critica per l'ozio e l'invito ai giovani a praticare attività fisiche come l'alpinismo.[62] Il testo è suddiviso in capitoli, corrispondenti alle "serate" in cui l'autore descrive i diversi luoghi d'Italia. Nella prima edizione i capitoli erano 29; nella terza edizione del 1881 fu inserita un'appendice con altre cinque serate.[63]
- Incisioni tratte dalla prima edizione
Giacciaio a Chamonix
Cascata della Toce
La buca del Corno (Entratico)
Trasporto di monoliti a Carrara
Carta del cratere dell'Etna e della Valle del Bove
I contrasti con i cattolici intransigenti e le elezioni del 1876[modifica | modifica wikitesto]
A partire dagli anni '40 del XIX secolo, con la diffusione di idee liberali e progressiste, si aprì nel mondo cattolicò una divisione tra due opposte posizioni: i cattolici intransigenti si opponevano a capitalismo e socialismo e alla forme liberali di governo e ritenevano indispensabile un rafforzamento dell'autorità pontificia; i cattolici liberali ritenevano necessario conciliare la religione cattolica con la società moderna.[64] Prevalse la visione intransigente con il dogma dell'Immacolata Concezione (1854), con l'emanazione del Sillabo (1864) e con il dogma dell'infallibilità papale (1870), accentuando la divisione tra la Chiesa e il mondo moderno.[65]
Stoppani, di formazione liberale e legato alle tesi di Antonio Rosmini, si oppose in più occasioni alle scelte intransigenti, ritenendo che l'appartenenza alla Chiesa fosse compatibile con il principio di cittadinanza.[66] Egli era anche apertamente contrario al principio né eletti né elettori che fin dalla nascita del Regno d'Italia portò all'esclusione dei cattolici dalla vita politica; andò sempre a votare, ritenendolo un «sacrosanto dovere».[67] Nonostante dal 1868 fosse in vigore anche il Non expedit, nel 1876 decise di candidarsi per le elezioni politiche nel collegio di Lecco, opponendosi ad altri tre candidati: Angelo Villa-Pernice (conservatore, deputato uscente), Mauro Martelli (ex conservatore, passato alla sinistra storica) ed Ernesto Pozzi (radicale). Il 7 ottobre pubblicò una lettera agli elettori,[68] che provocò forti reazioni, principalmente per il riferimento alla destra storica come «l'oligarchia che regnava» e ai radicali come «l'internazionalismo che mira a regnare sotto il nome di repubblica».[69] Si aggiunsero le contestazioni dei cattolici intransigenti per la mancata osservanza del Non expedit. In seguito agli attacchi ricevuti, domenica 29 ottobre fece annunciare il ritiro della propria candidatura.[70] Le elezioni si tennero nelle due domeniche successive (primo turno e ballottaggio), con la vittoria di Martelli nel collegio lecchese.[71]
Il trasferimento a Firenze[modifica | modifica wikitesto]
Probabilmente per le dure critiche ricevute anche da amici in occasione della sua candidatura, nel 1877 lasciò Milano per insegnare geologia e mineralogia presso l'Istituto di Studi Superiori di Firenze.[72][73] Qui si occupò anche del Gabinetto di geologia e paleontologia, riordinando e ampliando le collezioni con scavi in Valdarno in possedimenti di Bettino Ricasoli.[74][75] Tenne numerose conferenze, che costituirono la base per il successivo libro su L'era neozoica (1880), opera inserita in una raccolta realizzata con Gaetano Negri e Giuseppe Mercalli; questo suo studio sul Quaternario fu molto apprezzato, anche se alcune sue teorie sulle glaciazioni suscitarono l'opposizione di altri studiosi.[27]
Il 18 dicembre 1881, durante la seduta reale dell'Accademia dei Lincei alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita, lesse una nota Sull'attuale regresso dei ghiacciai nelle Alpi.[76] Il re, al termine della relazione, si mostrò preoccupato per il destino delle Alpi.[77]
«– Sa, professore, che la sua relazione sul regresso dei ghiacciai mi ha fatto una grande impressione? |
(Conversazione tra il re e Stoppani come riportata da A.M. Cornelio[77]) |
- Immagini utilizzate per la relazione
Regresso del ghiacciaio del Belvedere
Carta del ghiacciaio dell'Adamello nel 1820
Durante gli anni passati a Firenze Stoppani pubblicò una serie di articoli incentrati sul rapporto tra scienze e religione nel periodico La Rassegna nazionale, che furono utilizzati per i libri pubblicati successivamente.[78] Il suo interesse era dovuto alla preoccupazione che, su pressione di cattolici intransigenti e di tomisti, ci fosse una condanna del pensiero e degli scritti di Antonio Rosmini.[79] Nel 1882 aderì alla neonata Società degli Autori.[80]
Il ritorno a Milano nel 1882[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del 1882, dopo la morte di Emilio Cornalia, fu invitato a tornare a Milano come direttore del Museo civico di storia naturale e per riprendere il posto di docente all'Istituto tecnico di studi superiori.[81] Il 25 febbraio 1883 fu eletto presidente della Società italiana di scienze naturali.[82] Nel 1884 fu anche presidente della Società geologica italiana.[83]
Suo impegno principale negli anni successivi fu la sistemazione dei corsi di formazione e la riorganizzazione del museo con la costruzione di una nuova sede, mentre solitamente si utilizzavano edifici monumentali adattati a museo. La necessità di una spesa enorme per la realizzazione del nuovo edificio vide a lungo l'opposizione della pubblica amministrazione, ma dal 1888 presero il via i lavori su progetto dell'architetto Giovanni Ceruti, già allievo di Stoppani. L'edificio fu inaugurato il 18 aprile 1892 con una conferenza di Gaetano Negri.[84]
Il contrasto con i cattolici intransigenti proseguì con le nuove pubblicazioni di Stoppani, volte a difendere le idee di Antonio Rosmini attraverso la discussione sul rapporto tra ragione e fede. Già con il volume de Il dogma e le scienze positive (1884) ricevette numerosi attacchi da La Civiltà Cattolica e da L'Osservatore Cattolico.[85]
«Ma la trattazione annunziata dal ch. geologo, non è, siccome già accennammo, che una coperta per entrare in questioni di tutt'altro genere, ed estendersi in esse di pieno proposito. Il libro è in realtà una miscellanea sotto il titolo di uno dei suoi componenti, i quali sono, oltre all'annunziato, il patrocinio della causa rosminiana, la diffamazione della stampa cattolica, la riprovazione soppiatta del Sillabo, la giustificazione dell'Indirizzo passagliano, ed altri affini.» |
(da La Civiltà Cattolica[86]) |
Nel gennaio 1887 iniziò anche a pubblicare il periodico «Il Rosmini».[87] Il 27 febbraio presentò una querela contro L'Osservatore Cattolico e altri periodici affiliati, chiamando in causa don Davide Albertario ed elencando tutti gli insulti pubblicati contro di lui;[88] la sentenza favorevole a Stoppani fu confermata anche in appello e in cassazione.[89] All'inizio del 1887 ricevette la nomina a socio dell'Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei, che interpretò come un sostegno alle proprie posizioni; secondo alcuni questa nomina avrebbe bloccato quella a senatore del Regno, che era indicata come imminente.[90]
Nell'estate del 1887 partecipò a un viaggio di studio di tre mesi nei paesi dell'Europa Settentrionale e in Russia, passando per Monaco di Baviera, Berlino, Copenaghen, Christiania, Stoccolma, Uppsala, Helsinki, San Pietroburgo, Mosca, Nižnij Novgorod, Kazan' e Perm', per raggiungere Ekaterinburg.[91] Alcune lettere inviate durante il viaggio, relative a visite a musei e a incontri con studiosi esteri, furono pubblicate su «Il Rosmini».[92] Il 14 dicembre dello stesso anno la Sacra Congregazione del Sant'Uffizio con il decreto Post obitum condannò alcune tesi di Rosmini; nel giugno 1889 anche la rivista fu condannata dalla Congregazione (in parte per aver sostenuto la realizzazione a Milano di un monumento dedicato al filosofo) e sospese le pubblicazioni.[93] Fu creato in seguito anche «Il nuovo Rosmini», ma senza la collaborazione diretta di Stoppani.[94]
Oltre al monumento a Rosmini, Stoppani si spese anche per la realizzazione a Lecco del monumento ad Alessandro Manzoni e a Milano per il monumento a Giovanni Battista Piatti; questi monumenti erano in bronzo, perché riteneva il marmo poco resistente al clima milanese.[95] Egli morì prima che i tre monumenti venissero inaugurati. Fu Luca Beltrami, suo ex allievo, a occuparsi del completamento dei monumenti milanesi;[96] Beltrami presiedette anche il comitato per la realizzazione del monumento a Stoppani posto a fianco del Museo civico nel 1898.[97]
La morte e i funerali[modifica | modifica wikitesto]
Attorno alle ore 23:30 del 1º gennaio 1891 ebbe un malore («angina pectoris, male che aveva già recentemente subito») e morì circa a mezzanotte;[98] le ultime parole attribuitegli furono «Amare la patria, credere in Dio!».[99] Lo scultore Giulio Branca realizzò una maschera funebre in gesso del defunto.[100] Il funerale si tenne lunedì 5 gennaio alle ore 9 presso la chiesa di San Francesco di Paola[101] «con immenso concorso di popolo».[102]
La bara fu poi portata al Cimitero monumentale di Milano dove tennero discorsi il senatore Francesco Brioschi (in rappresentanza del Ministero della pubblica istruzione, dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Istituto Superiore di Firenze), l'assessore di Milano Carlo Baravalle, il sindaco di Lecco Guido Ghislanzoni, il senatore Gaetano Negri (già sindaco di Milano, ex allievo di Stoppani) e Torquato Taramelli (geologo, ex allievo di Stoppani), seguiti da indirizzi di saluto dell'Accademia Roveretana degli Agiati, del Comizio Veterano e di un rappresentante degli studenti del Politecnico. Infine ci furono un ricordo dello Stoppani come religioso da parte di don Carlo Testa e un saluto a nome del periodico La Rassegna nazionale.[102]
Il comune di Milano intendeva destinare la salma al Famedio,[99] ma Stoppani aveva indicato di voler essere sepolto a Lecco, dove la bara giunse nella stessa settimana per essere posta nel cimitero monumentale dopo le onoranze funebri.[103] Anche in occasione dei funerali non mancarono accuse da parte di cattolici intransigenti.[104]
Parentele[modifica | modifica wikitesto]
Tra i suoi nipoti ci furono il pittore Giovanni Battista Todeschini (1857-1938)[105] e la pedagogista Maria Montessori (1870-1952).[106] La nipote Felicita Todeschini sposò lo scultore Giulio Branca (1850-1926).[107]
Opere principali[modifica | modifica wikitesto]
Saggi scientifici e conferenze[modifica | modifica wikitesto]
- A. Stoppani e Cristoforo Bellotti, Studi geologici e paleontologici sulla Lombardia. Colla descrizione di alcune nuove specie di pesci fossili di Perledo e di altre localita lombarde, Milano, C. Turati, 1857.
- (FR) Paleontologie lombarde ou description des fossiles de Lombardie publiée à l'aide de plusieurs savants par l'abbé Antoine Stoppani, Milan, Joseph Bernardoni, 1858-1881.
- (FR) A. Stoppani, Les pétrifications d'Ésino, ou Description des fossiles appartenant au dépôt triasique supérieur des environs d'Ésino en Lombardie, 1858-1860.
- (FR) Emilio Cornalia, Mammifères fossiles de Lombardie, 1858-1871.
- (FR) A. Stoppani, Geologie et Paleontologie des couches a Avicula contorta en Lombardie, 1860-1865.
- (FR) Giuseppe Meneghini, Monographie des fossiles du calcaire rouge ammontique de Lombardie et de l'Apennin central, 1867-1881.
- Saggio di una storia naturale dei petrolii, letto nel R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere nelle tornate del 7 e 21 luglio 1864, in Il Politecnico, vol. 23, Milano, 1864, pp. 5-94.
- Note ad un corso annuale di geologia dettate per uso degli ingegneri allievi del Reale istituto tecnico superiore di Milano, Milano, Giuseppe Bernardoni, 1865-1870. Tre volumi: I. Dinamica terrestre (1866, seconda edizione); II. Geologia stratigrafica (1867); III. Geologia endografica (1870).
- Corso di geologia, Milano, G. Bernardoni e G. Brigola, 1871-1873. Tre volumi: I. Dinamica terrestre; II. Geologia stratigrafica; III. Geologia endografica.
- La purezza del mare e dell'atmosfera fin dai primordi del mondo animato. Conferenze, Milano-Napoli-Pisa, Hoepli, 1875. Successivamente ripubblicato con il titolo Acqua e aria.
- Il bel paese. Conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d'Italia, Milano, Agnelli, 1876.
- L'era neozoica, in Geologia d'Italia, Milano, Francesco Vallardi, 1880.
- L'Iliade Brembana ossia Difesa del progetto adottato dal Consiglio comunale di Milano per l'introduzione dell'acqua potabile (PDF), Milano, Stab. Tip. ditta Giacomo Agnelli, 1883.
- L'ambra nella storia e nella geologia con speciale riguardo agli antichi popoli d'Italia nei loro rapporti colle origini e collo svolgimento della civiltà in Europa, Milano, Fratelli Dumolard, 1886.
Sul rapporto tra ragione e fede[modifica | modifica wikitesto]
- Il dogma e le scienze positive ossia La missione apologetica del clero nel moderno conflitto tra la ragione e la fede, Milano, Fratelli Dumolard, 1884.
- Sulla Cosmogonia Mosaica. Triplice saggio di una esegesi della storia della Creazione secondo la ragione e la fede, Milano, Cogliati, 1887.
- L'Exemeron. Nuovo saggio di una esegesi della storia della creazione secondo la ragione e la fede, Torino, UTET, 1893. Postumo.
Scritti diversi[modifica | modifica wikitesto]
- I primi anni di Manzoni, Milano, Agnelli, 1874.
- Asteroidi (Il sasso di Preguda – Ricordo del mio viaggio in Oriente – Poesie varie – Traduzioni libere), Milano, Agnelli, 1879.
- Da Milano a Damasco. Racconto di una carovana milanese nel 1874, Milano, Cogliati, 1888.
Onorificenze e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
«Sulla proposizione del Ministro della Pubblica Istruzione» — 4 giugno 1864[108] |
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Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia |
— 26 dicembre 1873[109] |
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Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia |
«Sulla proposta del Ministro della Pubblica Istruzione» — 31 maggio-5 giugno 1877[110] |
Riconoscimenti accademici[modifica | modifica wikitesto]
- Membro effettivo della Classe di Scienze matematiche e naturali del Regio Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (socio corrispondente dal 24 gennaio 1861; membro effettivo dal 16 marzo 1862; pensionato dal 10 marzo 1873)[111]
- Socio dell'Società Italiana delle Scienze (2 luglio 1867)[112]
- Socio dell'Reale Accademia dei Lincei (25 luglio 1875)[113]
- Membro del Regio Comitato Geologico (1879)[27]
- Accademico corrispondente dell'Accademia della Crusca (28 giugno 1881)[114]
- Socio corrispondente dell'Regia Accademia delle Scienze di Torino (12 marzo 1882)[115]
- Socio onorario della Accademia pontificia dei Nuovi Lincei (7 febbraio 1887)[90][109]
- Socio dell'Accademia Cesarea Leopoldina (1888)[116]
- Corrispondente della Geological Society of London (1889)[117]
Riconoscimenti risorgimentali[modifica | modifica wikitesto]
- Diploma di Uomo Probo della Croce Rossa (1866)[109]
- Medaglia commemorativa delle Cinque giornate di Milano (1884)[118]
Statue e monumenti[modifica | modifica wikitesto]
- Giulio Branca, Ritratto di Antonio Stoppani, busto in marmo; realizzato pochi mesi dopo la morte di Stoppani,[119] fu inaugurato nel Museo civico di storia naturale di Milano nel 1895.[120] Una copia di dimensioni minori è conservata presso i Musei civici di Lecco.[121]
- Francesco Confalonieri, Monumento ad Antonio Stoppani, statua in bronzo; fu inaugurato a Milano l'8 giugno 1898 durante lo stato d'assedio per i moti del mese di maggio.[122]
- Michele Vedani, Monumento ad Antonio Stoppani, busto in bronzo; fu posto in prossimità del Rifugio Rosalba sulla Grignetta il 4 luglio 1926.[123]
- Michele Vedani, Monumento nazionale ad Antonio Stoppani, con statua in bronzo; fu inaugurato a Lecco il 25 settembre 1927.[124]
- Giuseppe Mozzanica, Don Antonio Stoppani (1959), busto nella Pinacoteca Ambrosiana.[125][126]
Citazioni e riferimenti[modifica | modifica wikitesto]
- Ad Antonio Stoppani, poesia dedicatagli da Luisa Anzoletti.[127]
- Aula Stoppani, aula dedicataglia presso il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano, posta in via Luigi Mangiagalli.[128]
- Bel Paese, formaggio prodotto dal 1906 dalla società Galbani, così chiamato dall'omonima opera di Stoppani; sulla confezione del formaggio era raffigurata una carta ferroviaria d'Italia affiancata dal ritratto di Stoppani.[129]
- Museo di storia naturale Antonio Stoppani, costituito presso il Seminario arcivescovile di Milano a Venegono Inferiore; possiede una raccolta di fossili appartenuti a Stoppani.[130]
- Rifugio Antonio Stoppani, posto alle pendici del monte Resegone.
- Rifugio Stoppani al Grosté sulle Dolomiti di Brenta.
- Nel 1911 il congresso della Società geologica italiana per il trentesimo anniversario dalla fondazione si tenne a Lecco, presieduto da Mario Cermenati; furono dedicati eventi a Stoppani nel ventennale dalla sua morte.[131]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Gentili-Pieroni, p. 342.
- ^ Cermenati, p. 7.
- ^ Figure eminenti della glaciologia italiana, su Comitato Glaciologico Italiano.
- ^ Seconda relazione intorno al concorso nazionale a posti di direttore didattico governativo e relative graduatorie, approvate con D.M. 9 giugno 1924, in Bollettino ufficiale. Ministero della pubblica istruzione, n. 25, 19 giugno 1924, p. 1526.
- ^ Bibliotechina di classe, in La nuova scuola italiana, 1926-1927, p. 517.
- ^ Zanoni 2019.
- ^ Cornelio 1898, pp. 7, 12 e 216.
- ^ Cornelio 1898, pp. 10-11.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
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- Francesco Sansoni, Commemorazione di Antonio Stoppani, in Rendiconti. Reale Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, 1893, pp. 98-127.
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- Elena Zanoni, STOPPANI, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 94, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2019.
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Stoppani, Antonio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- STOPPANI, Antonio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- Stoppani, Antònio, su sapere.it, De Agostini.
- Antonio Stoppani, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.
- Antonio Stoppani, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (DE) Antonio Stoppani (XML), in Dizionario biografico austriaco 1815-1950.
- Antonio Stoppani, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- Opere di Antonio Stoppani, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Antonio Stoppani, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 61534725 · ISNI (EN) 0000 0001 0906 8376 · SBN CFIV009078 · BAV 495/74183 · CERL cnp00403381 · LCCN (EN) n86054348 · GND (DE) 119050544 · BNF (FR) cb10455263j (data) · CONOR.SI (SL) 179051363 · WorldCat Identities (EN) lccn-n86054348 |
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