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Unico figlio di Alessandro II di Scozia, salì al trono a soli otto anni per la morte prematura del padre e dovette sottostare a una lunga reggenza, che vide la Scozia dilaniata dai giochi di potere dei suoi vari feudatari, in particolare i magnati Alan Durward e Walter Comyn. A partire dal 1258 assunse il potere effettivo dimostrandosi un sovrano capace ed energico, decidendo di riprendere l'espansione del regno di Scozia ai danni del regno delle Isole e di conseguenza delle colonie norvegesi al fine di unificare il paese. Il conflitto coi norvegesi culminò nella battaglia di Largs e nella morte del sovrano Haakon IV di Norvegia del 1263, risultando nel trattato di Perth del 1266, che comportò un ridimensionamento vichingo e l'espansione della sfera d'influenza scozzese.
Negli anni successivi il regno di Alessandro III fu stabile e garantì un periodo di pace alla Scozia, anche se al prezzo della sottomissione formale a Edoardo I d'Inghilterra, la cui sorella Margherita aveva sposato Alessandro. Si scontrò anche con la Chiesa cattolica, che più volte cercò di interferire nel governo scozzese. Tra il 1281 e il 1284 la morte improvvisa di tutti i figli di Alessandro innescò una crisi di successione, costringendo il sovrano allora vedovo a risposarsi per non lasciare la Scozia senza un erede. Lo stesso Alessandro tuttavia morì poco dopo in circostanze fortuite, perdendosi mentre andava a cavallo di notte e precipitando in un burrone, lasciando così la Scozia priva di un sovrano.
Dopo aver conquistato la salvezza all'ultima giornata nella annata precedente, la dirigenza nantaise conferma sulla panchina il giovane Pierre Aristouy e nella sessione di calciomercato estiva, con l'intento di potenziare la squadra per superare le prestazioni della stagione precedente, ristruttura l'organico con l'innesto di undici nuovi acquisti e la cessione di alcuni dei giocatori chiave come Andrei Girotto, Sébastien Corchia e sopratutto il capitanoLudovic Blas, passato al Rennes.
In campionato il cammino dei canarini è iniziato male con due sconfitte consecutive, ma i gialloverdi sono riusciti a risalire la classifica fino al 7º posto tra settembre e ottobre. Tuttavia, una serie di tre sconfitte consecutive tra la 10ª e la 14ª giornata ha portato all’esonero di Aristouy, sostituito da Jocelyn Gourvennec. Nonostante un promettente esordio con una vittoria sul Nizza, il Nantes ha continuato a lottare nella parte bassa della classifica, chiudendo il girone d’andata al 13º posto.
Dopo la pausa invernale, la squadra ha subito ulteriori difficoltà, tra cui l’assenza di alcuni giocatori chiave a causa della Coppa delle nazioni africane 2023 e l’eliminazione precoce dalla Coppa di Francia. Il mercato invernale ha visto ulteriori movimenti con nuovi acquisti e cessioni.
A marzo 2024, Gourvennec è stato esonerato a causa dei pessimi risultati e sostituito da Antoine Kombouaré. Nonostante una breve ripresa, il Nantes ha continuato a lottare per la salvezza, ottenendo l’aritmetica permanenza in Ligue 1 solo alla penultima giornata. La stagione si è conclusa con il 14º posto in classifica, dopo una sconfitta per 4-0 contro il Monaco nell'ultima giornata.
Il Radioso maggio fu il periodo subito precedente l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, corrispondente al mese di maggio 1915. Durante tale periodo, si susseguirono in tutto il paese manifestazioni e scioperi che vedevano contrapposti due schieramenti: gli "interventisti" da una parte, che premevano per l'ingresso dell'Italia in guerra, e i "neutralisti" dall'altra, che al contrario speravano di tenere fuori il Paese dal conflitto. Questo periodo fu definito enfaticamente dai sostenitori dell'intervento come «radiose giornate» di maggio, mentre furono ribattezzate dagli oppositori come «sud americane giornate di maggio», per accentuare il carattere facinoroso e intimidatorio che ebbero gli interventisti.
Nonostante la diatriba tra i due schieramenti durasse ormai da quasi un anno, solo nel mese di maggio si ebbe una vera e propria escalation di avvenimenti che portarono in piena luce le contrapposte dinamiche delle forze popolari che si erano affermate in Italia durante il periodo di neutralità. Ad innescare gli eventi fu la crisi politica esplosa il 9 maggio 1915, giorno in cui Giovanni Giolitti si recò a Roma per prendere le redini della maggioranza parlamentare neutralista, cosa che imbaldanzì i deputati del medesimo orientamento, che erano la maggioranza, e scompaginò i piani dell'allora presidente del ConsiglioAntonio Salandra e del re Vittorio Emanuele, gettando nello sconcerto le file degli interventisti. Salandra, convinto interventista, si era già legato con le forze dell'Intesa con un patto segreto che obbligava l'Italia a intervenire in guerra entro un mese dalla firma del patto stesso, ma Giolitti, che aveva la fiducia della maggioranza dei deputati della Camera, aveva tecnicamente anche il potere di revocare il patto. Solo l'imponente campagna editoriale e propagandistica, spinta dagli interessi economici di alcune grandi imprese interessate alle commesse militari, dai movimenti nazionalistici e dalla maggior parte della élite intellettuale della nazione, poté sovvertire il volere della maggioranza neutralista italiana, consentendo al governo Salandra di ratificare il patto e dare inizio il 24 maggio all'avventura bellica dell'Italia nella prima guerra mondiale.
Il maggio 1915 è considerato uno dei momenti più importanti della storia italiana, sia perché in quel mese vi fu l'ingresso in guerra, sia perché la storiografia individua in questo nodo storico una svolta nella lotta politica del paese, dove la violenza caratterizzò la deriva politica, antidemocratica e antiparlamentare portata avanti dalla destra, che avrebbe profondamente determinato il corso successivo degli eventi. In quelle settimane la piazza - luogo in cui la sinistra aveva solitamente ampio campo - divenne scena per le manifestazioni della destra nazionalista, la quale prese campo con lo scatenamento di istinti aggressivi in contrapposizione a un presunto nemico interno indicato in tutti coloro che si opponevano alla guerra. Violente manifestazioni interventiste si scatenarono in tutto il paese, espressione di una tensione febbrile che sembrava simile a quella che ad agosto 1914 aveva caratterizzato l'intervento in guerra degli altri paesi europei, ma con significative differenze: l'interventismo italiano era minoritario nella popolazione e l'ingresso in guerra non fu espressione di quella unità nazionale che unì le forze politiche nei vari paesi europei (la cosiddetta "unione sacra"), ma «una costruzione forzosa in direzione di un progetto eversivo mirante a sovvertire l'ordine esistente per una "più grande Italia"». Come scrisse lo storico Antonio Gibelli: «[...] si può discutere se l'azione eversiva dei nazionalisti possa considerarsi un "colpo di Stato", come i neutralisti lo definirono: se da un punto di vista formale nella decisione la legalità fu mantenuta, nondimeno essa portava già chiarissima l'impronta di una sconfitta del sistema parlamentare in quanto tale ed era una prova fatale della sua fragilità».
Nel 1531, nella casa di John Fisher, due persone morirono e numerose altre si sentirono male dopo aver mangiato un porridge. Colui che lo aveva preparato, ovvero Roose, venne accusato di aver avvelenato l'alimento. Il movente non venne mai del tutto chiarito, ma si pensò che egli avesse tentato di uccidere il suo padrone John Fisher e, proprio per tale ragione, venne condannato a morte.
Il caso di Roose acquisì sin da subito un'enorme notorietà. Al crimine s'interessò lo stesso reEnrico VIII, il quale emanò un provvedimento che correlava il reato di avvelenamento all'alto tradimento e ne puniva i responsabili con l'esecuzione pubblica per bollitura a morte in un calderone. Richard Roose fu il primo ad essere sottoposto a questo procedimento secondo il nuovo decreto, che verrà abrogato già nel 1547 sotto il regno di Edoardo VI d'Inghilterra, in quanto ritenuto estremamente crudele.
A posteriori sono state fatte molte teorie e speculazioni sul reale andamento dei fatti del 1531. Secondo alcuni, Roose tentò di avvelenare il vescovo Fisher per conto dei suoi nemici, come ad esempio la futura regina Anna Bolena e la sua famiglia, oppure lo stesso sovrano Enrico VIII. Secondo altri, egli era innocente e fu ingiustamente condannato a morte per coprire i crimini di altre persone mai identificate. La vicenda di Roose andò a collocarsi nella complessa situazione politica interna dell'Inghilterra pre-anglicana e fu probabilmente conseguenza del conflitto tra il vescovo Fisher ed Enrico VIII.
Il Waratah fu un piroscafobritannico, appartenente alla Blue Anchor Line. In servizio dal novembre 1908 al luglio 1909, avrebbe dovuto effettuare regolare collegamento tra Europa e Australia, con scalo in Sudafrica. All'epoca della sua messa in servizio era la nave più grande, lussuosa e moderna della Blue Anchor Line (pur essendo sprovvista di radio).
Durante il suo secondo viaggio nel luglio 1909, il Waratah partì da Durban diretto a Città del Capo. Tuttavia il piroscafo, avvistato più volte tra il 27 e il 28 luglio al largo delle coste sudafricane (ma solo un'occasione venne confermata), scomparve senza lasciare traccia coi suoi 211 passeggeri e membri dell'equipaggio. Dopo alcuni giorni di attesa venne lanciata una vasta operazione di ricerca, ma né il Waratah né chi vi era a bordo furono mai ritrovati, così come nessun relitto o altro resto della nave. La conseguente inchiesta non riuscì a far luce sull'accaduto, e il caso rimase di fatto irrisolto. La scomparsa del Waratah causò il fallimento della Blue Anchor Line, che andò in liquidazione l'anno successivo.
Esistono varie teorie sul destino finale della nave, che non è mai stato definitivamente chiarito. Date le condizioni meteorologiche proibitive riscontrate in quel periodo lungo le coste del Sudafrica, è stato ipotizzato che il Waratah si sia capovolto a causa di un'onda anomala. Un'altra dinamica teorizza che si sia ribaltato, a causa dei problemi di stabilità già evidenziati durante il suo servizio oppure per problemi relativi al posizionamento del carico. Altre teorie, come un'avaria o una deflagrazione, paiono meno probabili.
Dalla sua scomparsa nel 1909 numerosi tentativi di ritrovarne il relitto, molti dei quali condotti dall'associazione National Underwater & Marine Agency, non hanno portato alcun risultato. La scomparsa della nave, dopo la quale la presenza della radio sulle imbarcazioni divenne obbligatoria, rappresenta quindi uno dei più grandi misteri della storia della navigazione e uno dei peggiori disastri navali nella storia australiana.