Modificazione corporea

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Donna etiope con disco labiale

La modificazione corporea consiste in un insieme di pratiche atte ad alterare deliberatamente il corpo umano senza che vi sia alcuna ragione medica. Si tratta di una forma d'arte universale praticata da migliaia di anni per fini sessuali, come rito di passaggio, per ragioni estetiche, per indicare appartenenza, fiducia e lealtà, per motivi religiosi, a scopo di provocazione o per esprimere se stessi.[1]

Alcune forme di modificazione corporea, che nella sua accezione più ampia include anche la chirurgia estetica, sono considerate socialmente accettabili (si pensi a un banale piercing all'orecchio o al rito della circoncisione), mentre altre forme spesso più estreme sono fonte di controversia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso della storia, e in base alle diverse culture considerate, la modificazione corporea è stata spesso utilizzata per ragioni religiose, sociali ed estetiche. Pratiche di tale genere sarebbero apparse a partire dal IV millennio a.C., con tatuaggi e piercing che rappresentarono le prime forme di modificazione corporea. Nel 1991, la scoperta di Ötzi nelle alpi italo-austriache diede la dimostrazione dell'utilizzo dei tatuaggi durante il Neolitico.[2] Nello stesso periodo in Africa era consuetudine di alcune popolazioni inserirsi dischi labiali all'interno del labbro inferiore e dilatatori nel lobo dell'orecchio come ornamenti in pietra.

In Egitto, la scoperta del corpo tatuato della sacerdotessa Amunet, devota della dea Hathor, e di quello scarificato di un'altra mummia costituisce una evidenza dell'uso della modificazione corporea nell'antico Egitto.[3] I sacerdoti aztechi foravano le loro guance e le loro labbra durante un rito religioso. Erano soliti pure incidersi la lingua e talvolta ricorrere alla castrazione. Tra i Maya, sia gli uomini che le donne indossavano molti piercing in zone quali naso, orecchie, ombelico, lingua e organi genitali. In Cina si usava fare indossare alle giovani ragazze delle calzature molto strette in modo che il loro piede fasciato potesse restare il più piccolo possibile (Loto d'oro). Questa pratica venne vietata per legge nel 1915.[4]

Oggigiorno il movimento dei "Primitivi Moderni", costituito da persone provenienti dai Paesi sviluppati, promuove l'utilizzo di rituali e pratiche di modificazione corporea in omaggio ai popoli primitivi.[5]

Modificazioni corporee[modifica | modifica wikitesto]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Una fonte di controversia è rappresentata dal concetto di tentare di abbellire artificialmente la forma del corpo, con le relative accuse di attuare delle sfigurazioni e mutilazioni. Forme estreme di modificazione corporea vengono occasionalmente considerate sintomatiche della dismorfofobia, di altri disturbi mentali, o come espressione di vanità incontrollata.[13] La pratica di attività medico chirurgiche da parte di persone non qualificate, o realizzate in ambienti e con strumenti non idonei, può mettere a rischio la vita oltre a essere illegale. Anche i semplici tatuatori o coloro che fanno i piercing devono possedere una adeguata formazione e rispettare rigorose norme igieniche[14] per evitare di trasmettere malattie quali epatite e AIDS, oltre a infezioni più comuni che richiedono una terapia antibiotica. In Italia l'attività di tatuaggio e piercing è regolata a livello locale, con imposizioni che spesso impongono il divieto ai minori di 18 anni senza il consenso dei genitori e un divieto assoluto ai minori di 14 anni.

Altra principale fonte di controversia è l'utilizzo della modificazione corporea imposta come rito o tradizione sin da bambini oppure a soggetti non consenzienti, considerandola in questo caso una forma di tortura spesso anche cruenta. Un esempio molto noto all'opinione pubblica è rappresentato dall'infibulazione, una pratica ancora culturalmente molto radicata in zone quali l'Africa, la penisola araba e il sud-est asiatico. Fin da piccole, solitamente con coltelli e all'interno di un'abitazione, le bambine subiscono l'asportazione del clitoride, delle labbra vaginali e la cucitura della vulva con conseguenti complicazioni che possono portarle a morire, a subire infezioni varie, o a non potere portare a termine una futura gravidanza.

Persone note per le loro modificazioni corporee[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) What Is Body Modification?, su essortment.com. URL consultato l'8 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2013).
  2. ^ FAQs Ötzi, in Museo Archeologico dell’Alto Adige. URL consultato l'8 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2012).
  3. ^ (EN) Tattoos of the Egyptian World, in University of Southern California. URL consultato l'8 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2013).
  4. ^ (EN) Chinese Foot Binding, su news.bbc.co.uk. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  5. ^ (EN) Ancient and Modern Tattoos Celebrated in Photography Book, in National Geographic News, 28 ottobre 2010. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  6. ^ (EN) Silicone Injection, in BME Encyclopedia. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  7. ^ (EN) Genital bisection, in BME Encyclopedia. URL consultato l'8 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2013).
  8. ^ (EN) Inversion, in BME Encyclopedia. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  9. ^ (EN) Subincision, in BME Encyclopedia. URL consultato l'8 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2013).
  10. ^ (EN) Tooth Filing, in BME Encyclopedia. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  11. ^ Monica Ricci Sargentini, Camerun, le ragazze si ribellano al «seno stirato», in Corriere della Sera, 28 giugno 2006. URL consultato l'8 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  12. ^ (EN) Anal Stretching, in BME Encyclopedia. URL consultato l'8 febbraio 2013.
  13. ^ Alessandra Lemma, Sotto la pelle. Psicoanalisi delle modificazioni corporee, Cortina Raffaello, 2011, ISBN 8860303982.
  14. ^ Linee guida del Ministero della Sanità per l'esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza (PDF), su indicenormativa.it. URL consultato il 10 febbraio 2013.

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