Coordinate: 43°35′55.68″N 12°03′53.64″E

Lago di Montedoglio: differenze tra le versioni

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Elemento di spicco del paesaggio odierno della zona della [[Valtiberina]], fu progettato nei primi anni '70 e costruito a partire dal decennio successivo sbarrando il corso del fiume [[Tevere]]. Si trova sotto i centri abitati di Baldignano e Madonnuccia, quest'ultimo [[città di fondazione|villaggio di fondazione]] edificato tra gli anni '70 e '80 del XX secolo per accogliere gli abitanti della pianura che sarebbe stata invasa dalle acque. In sua prossimità si trovano alcune [[area protetta|aree protette]], ricavate dove un tempo si praticavano lavori estrattivo-industriali e oggi in parte risanate.
Elemento di spicco del paesaggio odierno della zona della [[Valtiberina]], fu progettato nei primi anni '70 e costruito a partire dal decennio successivo sbarrando il corso del fiume [[Tevere]]. Si trova sotto i centri abitati di Baldignano e Madonnuccia, quest'ultimo [[città di fondazione|villaggio di fondazione]] edificato tra gli anni '70 e '80 del XX secolo per accogliere gli abitanti della pianura che sarebbe stata invasa dalle acque. In sua prossimità si trovano alcune [[area protetta|aree protette]], ricavate dove un tempo si praticavano lavori estrattivo-industriali e oggi in parte risanate.


La '''diga di Montedoglio''' serve a mantenere il lago gestendone il flusso d'acqua, che rifornisce, oltre la Valtiberina limitrofa, anche buona parte della provincia di Arezzo e, per la vicinanza del confine con l'[[Umbria]], la zona di [[Città di Castello]]. Data la recentezza del lago, formatosi nei primi anni '90, il suo fondale si sta ancora stabilizzando; nel 2010 ci fu un crollo parziale della diga, tuttavia presto riparato senza particolari conseguenze.
La '''diga di Montedoglio''' serve a mantenere il lago gestendone il flusso d'acqua, che rifornisce, oltre la Valtiberina limitrofa, anche buona parte della provincia di Arezzo e, per la vicinanza del confine con l'[[Umbria]], la zona di [[Città di Castello]] e del [[lago Trasimeno]]. Data la recentezza del lago, formatosi nei primi anni '90, il suo fondale si sta ancora stabilizzando; nel 2010 ci fu un crollo parziale della diga, tuttavia presto riparato senza particolari conseguenze.


== Etimologia ==
== Etimologia ==
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== Geografia fisica e antropica ==
== Geografia fisica e antropica ==
Il lago è collocato in [[provincia di Arezzo]] nell'alta [[Valtiberina]], tra i comuni di [[Anghiari]], [[Caprese Michelangelo]], [[Pieve Santo Stefano]] e [[Sansepolcro]],<ref name=sitoDiga>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/|titolo=Diga di Montedoglio|}}</ref> alla confluenza del fiume [[Tevere]] con i torrenti Singerna e Tignana. Il luogo ben si prestava alla costruzione di un bacino artificiale dato l'elevato flusso d'acqua, e soprattutto data la presenza di numerose colline (le principali sono la collina di Montedoglio di 520 m s.l.m. e il vicino Monte Fungaia di 680 m)<ref group=N>Altri rilievi minori che circondano il lago sono Poggio degli Scopeti, Poggio dei Comuni, Poggio della Buiana, Poggio del Castellino, Monte Murlo, Monte Petroso e le colline di Brancialino e Castelnuovo. ''Cfr.'' {{Cita|Cinti 2008|p. 146}}.</ref> e quindi di gole naturali.<ref name=Cinti146>{{Cita|Cinti 2008|p. 146}}.</ref> Grazie a ciò, il lago possiede una caratteristica forma a croce rovesciata, più o meno pronunciata a seconda delle fluttuazioni del livello del lago, che solitamente si estende per 7,5 km verso nord.<ref name=sitoCostruzione>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/storia.php|titolo=La Costruzione}}</ref> In larghezza si estende lungo tutto il basso corso dei torrenti Singerna e Tignana, raggiugendo i 3 km medi complessivi.<ref name=sitoDati>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/dettagli-tecnici.php|titolo=Dati tecnici}}</ref> La superficie del lago copre mediamente 8&nbsp;km².<ref name=sitoCostruzione/>
Il lago è collocato in [[provincia di Arezzo]] nell'alta [[Valtiberina]], tra i comuni di [[Anghiari]], [[Caprese Michelangelo]], [[Pieve Santo Stefano]] e [[Sansepolcro]],<ref name=sitoDiga>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/|titolo=Diga di Montedoglio|}}</ref> alla confluenza del fiume [[Tevere]] con i torrenti Singerna e Tignana. Il luogo ben si prestava alla costruzione di un bacino artificiale dato l'elevato flusso d'acqua, e soprattutto data la presenza di numerose colline (le principali sono la collina di Montedoglio di 520 m s.l.m. e il vicino Monte Fungaia di 680 m)<ref group=N>Altri rilievi minori che circondano il lago sono Poggio degli Scopeti, Poggio dei Comuni, Poggio della Buiana, Poggio del Castellino, Monte Murlo, Monte Petroso e le colline di Brancialino e Castelnuovo. ''Cfr.'' {{Cita|Cinti 2008|p. 146}}.</ref> e quindi di gole naturali.<ref name=Cinti146>{{Cita|Cinti 2008|p. 146}}.</ref> Grazie a ciò, il lago possiede una caratteristica forma a croce rovesciata, più o meno pronunciata a seconda delle fluttuazioni del livello del lago,<ref group=N>Per visionare l'estensione minima e massima attuali del lago, vedere {{Cita|Cinti 2010|p. 121}}.</ref> che solitamente si estende per 7,5 km a nord della diga.<ref name=sitoCostruzione>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/storia.php|titolo=La Costruzione}}</ref> In larghezza si estende lungo tutto il basso corso dei torrenti Singerna e Tignana, raggiugendo i 3 km medi complessivi.<ref name=sitoDati>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/dettagli-tecnici.php|titolo=Dati tecnici}}</ref> La superficie del lago copre mediamente 8&nbsp;km²;<ref name=sitoCostruzione/> a causa delle sue fluttuazioni, è difficile determinarne l'esatta profondità, che comunque in genere non raggiunge che pochi metri,<ref name=Ciani212>{{Cita|Ciani ''et al.'' 2013|p. 212}}.</ref> anche se a pieno regime nel punto più profondo il lago sfiora i 50 m.<ref>{{Cita|Lorenzoni ''et al.'' 2005|p. 136}}.</ref>


I principali centri locali sono il villaggio di Madonnuccia, sito a nord-est del lago, appositamente [[città di fondazione|fondato]] per accogliere gli abitanti locali le cui case originarie erano destinate ad essere sommerse dalle acque, e le frazioni di Baldignano, Sigliano e Tizzano, tutte site lungo o poco distante dalle sponde settentrionali del lago. Al di sotto della diga si trovano alcune frazioni, tra cui Albiano, Motina, Viaio, Santa Croce. Presso il lago arrivano anche le propaggini della [[zone territoriali omogenee#Zona D o Zona industriale|zona industriale]] di Santa Fiora.<ref name=Cinti123/>
I principali centri locali sono il villaggio di Madonnuccia, sito a nord-est del lago, appositamente [[città di fondazione|fondato]] per accogliere gli abitanti locali le cui case originarie erano destinate ad essere sommerse dalle acque, e le frazioni di Baldignano, Sigliano e Tizzano, tutte site lungo o poco distante dalle sponde settentrionali del lago. Al di sotto della diga si trovano alcune frazioni, tra cui Albiano, Motina, Viaio, Santa Croce. Presso il lago arrivano anche le propaggini della [[zone territoriali omogenee#Zona D o Zona industriale|zona industriale]] di Santa Fiora.<ref name=Cinti123/>
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== Idrologia ==
== Idrologia ==
Attualmente l'invaso è utilizzato per rifornire la rete idrica della città di [[Sansepolcro]] e dei paesi circostanti, per l'irrigazione della Valtiberina e per regolare il flusso del Tevere ed evitare secche d'estate (i suoi primi affluenti sono a valle di [[Sansepolcro]]). Anche buona parte del resto della [[provincia di Arezzo]] beneficia dell'acqua del lago, così come della produzione di energia elettrica fatta dalla locale centrale.<ref name=rep2>{{Cita news|url= http://firenze.repubblica.it/cronaca/2010/12/31/news/cede_la_diga_sul_tevere_notte_di_paura_e_450_sfollati_venuta_gi_come_cartone-10729907|titolo=Cede la diga sul Tevere, notte di paura|pubblicazione= La Repubblica|data=31 dicembre 2010|autore=Laura Montanari}}</ref> Attualmente il regime idrico annuale si attesta sui 100 milioni di metri cubi d'acqua.<ref name=sitoDati/>
Attualmente l'invaso è utilizzato per rifornire principalmente il comprensorio della Valtiberina toscana, formato dalle reti idriche dei comuni in cui il lago è compreso (Sansepolcro, Anghiari, Pieve Santo Stefano e Caprese Michelangelo) a cui si aggiungono anche [[Monterchi]], [[Badia Tedalda]] e [[Sestino]] (compresa l'[[exclave]] di [[Ca' Raffaello]]).<ref>{{Cita|Cinti 2010|p. 116}}.</ref> IL bacino irriga anche la Valtiberina umbra e regola il flusso del Tevere, evitando secche d'estate (i suoi primi affluenti sono a valle di Sansepolcro). Anche buona parte del resto della [[provincia di Arezzo]] beneficia dell'acqua del lago, così come della produzione di energia elettrica fatta dalla locale centrale.<ref name=rep2>{{Cita news|url= http://firenze.repubblica.it/cronaca/2010/12/31/news/cede_la_diga_sul_tevere_notte_di_paura_e_450_sfollati_venuta_gi_come_cartone-10729907|titolo=Cede la diga sul Tevere, notte di paura|pubblicazione= La Repubblica|data=31 dicembre 2010|autore=Laura Montanari}}</ref> Attualmente il regime idrico annuale si attesta sui 102 milioni di metri cubi d'acqua circa.<ref name=sitoDati/><ref name=casinietal17>{{Cita|Casini, Gallerani e Viaggi 2008|p. 17}}.</ref>


Sono previsti progetti di espansione della rete idrica di Montedoglio, sia verso la [[Val di Chiana]] aretina sia verso l'interno dell'Umbria, volti a creare una rete unica di collegamento tra Montedoglio, [[Lago Trasimeno|Trasimeno]] e [[lago di Chiusi]].<ref name=sitoDati/>
A causa dell'inquinamento di numerose fonti e corsi d'acqua affluenti dell'[[Valle del Tevere|Alto Tevere umbro]], l'Ente di gestione idropotabile della regione è stato occasionalmente costretto in passato a compare l'acqua del bacino di Montedoglio per sopperire ai bisogni idrici dell'Umbria.<ref>{{Cita|Casini, Gallerani e Viaggi 2008|p. 20}}.</ref> Per ovviare a ciò, sono stati effettuati importanti progetti di espansione della rete idrica di Montedoglio, sia verso la [[Val di Chiana]] aretina<ref name=Ciani215>{{Cita|Ciani ''et al.'' 2013|p. 215}}.</ref> sia verso l'interno dell'Umbria, volti a creare una rete unica di collegamento tra Montedoglio, [[Lago Trasimeno|Trasimeno]]<ref name=Ciani212/> e [[lago di Chiusi]] (il cosiddetto "Sistema di irrigazione occidentale").<ref name=sitoDati/><ref name=casinietal17/>


== Geologia ==
== Geologia ==
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La zona è fin dai tempi antichi di notevole importanza strategica, e nel medioevo vi sorgevano numerosi castelli (i più importanti quelli di Montedoglio e Baldignano) e vi venne fondata la [[badia di San Bartolomeo a Succastelli]], oggi presso la sponda sudorientale del lago.<ref>{{Cita|Cinti 2008|p. 129}}.</ref> Il fatto che la zona della Valtiberina potesse potenzialmente ospitare un bacino idrico era noto da lungo tempo, almeno fin dal [[Rinascimento]]: [[Piero della Francesca]], sul verso del suo [[doppio ritratto dei duchi di Urbino]], ritrasse proprio il paesaggio dove in futuro sarebbe sorto il lago, all'epoca parzialmente allagato, probabilmente ispirato da una contemporanea inondazione del Tevere.<ref name=Cinti11/>
La zona è fin dai tempi antichi di notevole importanza strategica, e nel medioevo vi sorgevano numerosi castelli (i più importanti quelli di Montedoglio e Baldignano) e vi venne fondata la [[badia di San Bartolomeo a Succastelli]], oggi presso la sponda sudorientale del lago.<ref>{{Cita|Cinti 2008|p. 129}}.</ref> Il fatto che la zona della Valtiberina potesse potenzialmente ospitare un bacino idrico era noto da lungo tempo, almeno fin dal [[Rinascimento]]: [[Piero della Francesca]], sul verso del suo [[doppio ritratto dei duchi di Urbino]], ritrasse proprio il paesaggio dove in futuro sarebbe sorto il lago, all'epoca parzialmente allagato, probabilmente ispirato da una contemporanea inondazione del Tevere.<ref name=Cinti11/>


Con la sempre maggiore necessità dell'acqua per l'irrigazione e per fornire acqua potabile alle abitazioni delle province di [[Arezzo]], [[Perugia]], [[Siena]] e [[Terni]], nella seconda metà del XX secolo prese vita l'idea di realizzare un bacino artificiale in Valtiberina e risolvere così la problematica situazione.<ref name=sitoCostruzione/> I primi lavori per uno sbarramento del Tevere vennero intrapresi già a partire dalla seconda metà degli [[anni 1960]].<ref name=sitoDiga/> Si costituì così l'Ente Irriguo Toscano per l'organizzazione e la gestione del progetto, il quale gestisce tuttora il bacino artificiale,<ref name=Cinti89>{{Cita|Cinti 2008|p. 89}}.</ref> rinominato nel 1991 Ente Irriguo Umbro Toscano per comprendere anche i rifornimenti verso la vicina [[Umbria]].<ref name=sitoCostruzione/> La diga di Montedoglio è stata progettata dal prof. Filippo Arredi e dall'ing. Ugo Ravaglioli; i lavori di costruzione durarono dal 1977 al 1993,<ref name=sitoDiga/> mentre il riempimento della diga avvenne a partire dal 1990. Per ospitare gli abitanti delle terre sommerse venne costruito il nuovo abitato di Madonnuccia, che sorge sopra la riva nordorientale del lago.<ref name=Cinti146/>
Con la sempre maggiore necessità dell'acqua per l'irrigazione e per fornire acqua potabile alle abitazioni delle province di [[Arezzo]], [[Perugia]], [[Siena]] e [[Terni]], nella seconda metà del XX secolo, sull'onda della realizzazione di numerosi bacini artificiali sul territorio nazionale a supporto dell'industrializzazione,<ref>{{Cita|Ciani ''et al.'' 2013|p. 199}}.</ref> prese vita l'idea di realizzarne uno in Valtiberina e risolvere così la problematica situazione.<ref name=sitoCostruzione/> I primi lavori per uno sbarramento del Tevere vennero intrapresi già a partire dalla seconda metà degli [[anni 1960]],<ref name=sitoDiga/> e nel decennio successivo venne realizzato un primo sbarramento del Tevere in terra.<ref name=Cinti2-35>{{Cita|Cinti 2010|p. 35}}.</ref> Si costituì così nei primi [[anni 1980]] l'Ente Irriguo Toscano per l'organizzazione e la gestione del progetto, il quale gestisce tuttora il bacino artificiale,<ref name=Cinti89>{{Cita|Cinti 2008|p. 89}}.</ref> rinominato nel 1991 Ente Irriguo Umbro Toscano per comprendere anche i rifornimenti verso la vicina [[Umbria]].<ref name=sitoCostruzione/><ref name=casinietal17/> La diga di Montedoglio è stata progettata dal prof. Filippo Arredi e dall'ing. Ugo Ravaglioli; i lavori di costruzione durarono dal 1977 al 1993,<ref name=sitoDiga/> mentre il riempimento della diga avvenne a partire dal 1990. Per ospitare gli abitanti delle terre sommerse venne costruito il nuovo abitato di Madonnuccia, che sorge sopra la riva nordorientale del lago.<ref name=Cinti146/> Dal 2004<ref name=Ciani212/> al 2011<ref name=Ciani215/> si tennero i lavori per mettere Montedoglio in diretta comunicazione col [[lago Trasimeno]], che rifornisce con 30 milioni di metri cubi anni d'acqua al minimo.<ref name=Ciani212/>


=== Crollo del 2010 ===
=== Crollo del 2010 ===
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In via precauzionale vennero evacuate alcune abitazioni nelle zone di [[Sansepolcro]], [[San Giustino (Italia)|San Giustino]] e [[Città di Castello]] e alcune frazioni a valle della diga come Santa Fiora, Piosina, Gricignano, Trebbio, Vannocchia, Pistrino, Pitigliano e Viaio ([[Anghiari]]), per un totale di 450 sfollati.<ref name=rep/><ref name=sitoCrollo/> Venne anche disposta la chiusura di tutti i ponti sul Tevere fino a Città di Castello, causando quindi disagi alla circolazione.<ref name=rep/><ref name=sitoCrollo/> Gli allagamenti furono più contenuti di quanto temuto, interessando solo le aree di Gricignano, Trebbio e Vannocchia; il Tevere ebbe inoltre una piena contenuta.<ref name=rep/> L'Ente Irriguo Umbro Toscano ha comunicato che in precedenza nella giornata era stato raggiunto il massimo riempimento del lago (394,60 m s.l.m) ed erano stati effettuati i controlli di collaudo, con esito positivo e senza evidenziare problematiche.<ref name=rep2/><ref name=sitoCrollo/> Complessivamente il crollo non ha provocato danni né importanti né permanenti, e l'emergenza è presto rientrata col ritorno degli evacuati alle proprie case già nei giorni immediatamente successivi.<ref name=rep/><ref name=sitoCrollo/>
In via precauzionale vennero evacuate alcune abitazioni nelle zone di [[Sansepolcro]], [[San Giustino (Italia)|San Giustino]] e [[Città di Castello]] e alcune frazioni a valle della diga come Santa Fiora, Piosina, Gricignano, Trebbio, Vannocchia, Pistrino, Pitigliano e Viaio ([[Anghiari]]), per un totale di 450 sfollati.<ref name=rep/><ref name=sitoCrollo/> Venne anche disposta la chiusura di tutti i ponti sul Tevere fino a Città di Castello, causando quindi disagi alla circolazione.<ref name=rep/><ref name=sitoCrollo/> Gli allagamenti furono più contenuti di quanto temuto, interessando solo le aree di Gricignano, Trebbio e Vannocchia; il Tevere ebbe inoltre una piena contenuta.<ref name=rep/> L'Ente Irriguo Umbro Toscano ha comunicato che in precedenza nella giornata era stato raggiunto il massimo riempimento del lago (394,60 m s.l.m) ed erano stati effettuati i controlli di collaudo, con esito positivo e senza evidenziare problematiche.<ref name=rep2/><ref name=sitoCrollo/> Complessivamente il crollo non ha provocato danni né importanti né permanenti, e l'emergenza è presto rientrata col ritorno degli evacuati alle proprie case già nei giorni immediatamente successivi.<ref name=rep/><ref name=sitoCrollo/>


Vi fu una polemica tra l'Ente Irriguo Toscano e i sindaci di Anghiari e Sansepolcro, che lamentarono di non essere stati avvisati del collaudo in corso il 29 dicembre.<ref name=rep2/> La Procura di Arezzo, che già aveva gestito la risposta all'emergenza, aprì un'inchiesta sull'accaduto.<ref name=rep2/> La stima dei danni complessivi tra la diga danneggiata e gli allagamenti superò il milione di euro.<ref name=rep/>
Vi fu una polemica tra l'Ente Irriguo Toscano e i sindaci di Anghiari e Sansepolcro, che lamentarono di non essere stati avvisati del collaudo in corso il 29 dicembre.<ref name=rep2/> La Procura di Arezzo, che già aveva gestito la risposta all'emergenza, aprì un'inchiesta sull'accaduto.<ref name=rep2/> La stima dei danni complessivi tra la diga danneggiata e gli allagamenti superò il milione di euro.<ref name=rep/> Il crollo del 2010, pur non comportando conseguenze gravi, ha ritardato di almeno un decennio i lavori di collaudo della diga, divenuti assai più complessi.<ref name=collaudo>{{Cita web|url=https://www.ttv.it/infrastrutture/collaudo-della-diga-di-montedoglio-che-punto-siamo|titolo=Collaudo della diga di Montedoglio: a che punto siamo?|autore=Gabriele Marconcini|data=19 novembre 2023}}</ref> Il [[ministero delle politiche agricole]] ha stanziato, tra il 2014 e il 2018, {{formatnum:6520000}} euro per il rifacimento delle sezioni danneggiate della diga.<ref>{{Cita web|url=https://www.toscanaoggi.it/toscana-regione-pronto-progetto-rifacimento-diga-montedoglio/|titolo=Toscana: Regione, pronto progetto rifacimento diga Montedoglio|data=4 giugno 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.umbriagricoltura.it/diga-di-montedoglio-ministero-politiche-agricole-approva-intervento-ripristino/|titolo=Diga di Montedoglio, Ministero politiche agricole approva intervento ripristino|data=29 novembre 2018}}</ref> Ad oggi i lavori di collaudo non sono ancora completi, e anche a causa delle proteste di alcuni abitanti, preoccupati che altri crolli possano verificarsi,<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/tgr/umbria/video/2023/06/web-brughini---incontro-diga-montedogliomxf-35ff4e52-4b21-4ab4-9bc8-d10d53cd924e.html|titolo=Diga di Montedoglio. Animata assemblea pubblica a Pistrino: "la sicurezza prima di tutto"|data=6 giugno 2023}}</ref> la diga di Montedoglio non può ancora operare a pieno regime.<ref name=collaudo/>


== Economia ==
== Economia ==
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=== Pesca ===
=== Pesca ===
Nonostante l'abbondanza della popolazione animale lacustre (è particolarmente ambito il [[esox lucius|luccio]] di Montedoglio),<ref name=sitoPesca>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/pescare.php|titolo=Pescare nel lago}}</ref> nel lago la [[pesca (attività)|pesca]], sia turistica che commerciale, non è molto sviluppata. Ciò è dovuto a diversi fattori: innanzitutto non vi sono porti, né facili accessi allo specchio d'acqua, le cui rive sono poco antropizzate e spesso impraticabili; altro ostacolo è costituito dalle fluttuazioni del livello dell'acqua e quindi della morfologia variabile delle rive, che non permette ai pesci di stabilire zone di residenza stabile; inoltre il fondale del lago è fortemente irregolare, poiché molti degli elementi paesaggistici sommersi alla creazione dell'invaso (edifici, alberi, arbusti, rocce, strade) esistono ancora poco al di sotto della superficie dell'acqua e rendono per questo difficoltoso qualsiasi tentativo di pesca.<ref name=IT/>
Nonostante l'abbondanza della popolazione animale lacustre<ref>{{Cita|Lorenzoni ''et al.'' 2005|p. 135}}.</ref> (è particolarmente ambito il [[esox lucius|luccio]] di Montedoglio),<ref name=sitoPesca>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/pescare.php|titolo=Pescare nel lago}}</ref> nel lago la [[pesca (attività)|pesca]], sia turistica che commerciale, non è molto sviluppata. Ciò è dovuto a diversi fattori: innanzitutto non vi sono porti, né facili accessi allo specchio d'acqua, le cui rive sono poco antropizzate e spesso impraticabili; altro ostacolo è costituito dalle fluttuazioni del livello dell'acqua e quindi della morfologia variabile delle rive, che non permette ai pesci di stabilire zone di residenza stabile; inoltre il fondale del lago è fortemente irregolare, poiché molti degli elementi paesaggistici sommersi alla creazione dell'invaso (edifici, alberi, arbusti, rocce, strade) esistono ancora poco al di sotto della superficie dell'acqua e rendono per questo difficoltoso qualsiasi tentativo di pesca.<ref name=IT/>


Nell'invaso è comunque permesso pescare, previo possesso di regolare licenza.<ref name=sitoPesca/> A seconda del comune che esercita giurisdizione sulle rive del lago, possono cambiare le normative relative alla pesca locale.<ref name=sitoPesca/>
Nell'invaso è comunque permesso pescare, previo possesso di regolare licenza.<ref name=sitoPesca/> A seconda del comune che esercita giurisdizione sulle rive del lago, possono cambiare le normative relative alla pesca locale.<ref name=sitoPesca/>


=== Turismo ===
=== Turismo ===
Come raccomanda la ''Carta del Rispetto della Natura, della Flora spontaea e della Fauna minore'' (in breve ''Carta della Natura'') della [[provincia di Arezzo]], il turismo e le attività ricreative presso il lago di Montedoglio non dovrebbero essere libere, ma regolamentate alla luce del non completo assestamento del lago e della tutela delle specie animali e vegetali della zona.<ref name=Cinti108/> Non è comunque infrequente vedere [[canoa|canoe]], [[windsurf]], [[pedalò]] e barche a remi solcare le acque del lago, e alcuni piccoli pontili privati sono stati costruiti sulle rive (soprattutto presso Madonnuccia).<ref name=sitoSport>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/sport.php|titolo=Sport e attività}}</ref> Data l'alta popolazione di volatili, anche l'[[osservazione degli uccelli]] è un'attività ricreativa popolare a Montedoglio.<ref name=sitoSport/>
Come raccomanda la ''Carta del Rispetto della Natura, della Flora spontanea e della Fauna minore'' (in breve ''Carta della Natura'') della [[provincia di Arezzo]],<ref name=CNAR>{{Cita pubblicazione|titolo=Carta del Rispetto della Natura, della Flora spontanea e della Fauna minore|autore=[[Provincia di Arezzo]]}}</ref> il turismo e le attività ricreative presso il lago di Montedoglio non dovrebbero essere libere, ma regolamentate alla luce del non completo assestamento del lago e della tutela delle specie animali e vegetali della zona.<ref name=Cinti108/> Non è comunque infrequente vedere [[canoa|canoe]], [[windsurf]], [[pedalò]] e barche a remi solcare le acque del lago, e alcuni piccoli pontili e rimesse private sono stati costruiti sulle rive (soprattutto presso Madonnuccia).<ref name=sitoSport>{{Cita web|url=https://www.digadimontedoglio.it/sport.php|titolo=Sport e attività}}</ref><ref>{{Cita|Cinti 2010|p. 115}}.</ref> Data l'alta popolazione di volatili, anche l'[[osservazione degli uccelli]] è un'attività ricreativa popolare a Montedoglio.<ref name=sitoSport/>


Attualmente vige inoltre il divieto di balneazione e navigazione con barche a motore nelle acque del lago, così come è proibito l'accesso alle rive con mezzi a motore.<ref name=sitoDiga/><ref name=sitoSport/> Nonostante le richieste di alcune associazioni locali,<ref name=sitoSport/> l'Ente Irriguo Umbro Toscano non ha mostrato ad oggi interesse nello sviluppare il turismo nella zona, mantenendo l'utilizzo del lago puramente funzionale alle esigenze irrigue e di rifornimento.<ref name=sitoCostruzione/>
Attualmente vige inoltre il divieto di balneazione e navigazione con barche a motore nelle acque del lago, così come è proibito l'accesso alle rive con mezzi a motore.<ref name=sitoDiga/><ref name=sitoSport/> Nonostante le richieste di alcune associazioni locali,<ref name=sitoSport/> l'Ente Irriguo Umbro Toscano non ha mostrato ad oggi interesse nello sviluppare il turismo nella zona, mantenendo l'utilizzo del lago puramente funzionale alle esigenze irrigue e di rifornimento.<ref name=sitoCostruzione/>
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== Dettagli tecnici ==
== Dettagli tecnici ==
=== Diga ===
=== Diga ===
Lo sbarramento dell'invaso si trova presso la "stretta" di Montedoglio, una gola preesistente che ben si prestava per interrompere il corso del Tevere.<ref name=Cinti140>{{Cita|Cinti 2008|p. 140}}.</ref> La struttura è alta 64 m<ref name=sitoDiga/> ed è per questo imponente, ma essendo rivolta verso un vicino versante collinare è visibile solo arrivandovi in prossimità, a partire dal vicino abitato di Motina.<ref name=Cinti140/> La struttura è coronata da imponenti [[concio (architettura)|conci]] di [[cemento armato]], lunghi 9 m e spessi 2,5 m.<ref name=rep2/> È annoverata tra le dighe più grandi d'Europa.<ref name=sitoDiga/>
Lo sbarramento dell'invaso si trova presso la "stretta" di Montedoglio, una gola preesistente che ben si prestava per interrompere il corso del Tevere.<ref name=Cinti140>{{Cita|Cinti 2008|p. 140}}.</ref> La struttura è lunga 566 m, alta 64 m e spessa 8 m<ref name=sitoDati/> ed è per questo imponente, ma essendo rivolta verso un vicino versante collinare è visibile solo arrivandovi in prossimità, a partire dal vicino abitato di Motina.<ref name=Cinti140/> L'anima della diga, vestigia dell'argine originario degli [[anni 1970]], è in terra;<ref name=Cinti2-35/> la struttura, composta da blocchi di [[cemento armato]], è coronata da imponenti [[concio (architettura)|conci]] lunghi 9 m e spessi 2,5 m.<ref name=rep2/> È annoverata tra le dighe più grandi d'Europa.<ref name=sitoDiga/>


Esiste uno sbarramento secondario di rinforzo posto in località San Pietro in Villa, prospiciente quello principale.<ref name=sitoCostruzione/>
Esiste uno sbarramento secondario di rinforzo posto in località San Pietro in Villa, prospiciente quello principale.<ref name=sitoCostruzione/>
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Anche le specie di uccelli sono numerose e diversificate, come [[garrulus glandarius|ghiandaia]], [[corvus|corvo]], [[turdus merula|merlo]], [[turdidae|tordo]], [[phasianidae|fagiano]], [[scolopax rusticola|beccaccia]] e anche predatori come la [[buteo|poiana]].<ref name=Cinti106/> In particolare, per la fitta vegetazione, la scarsità di presenza umana e la conformazione delle sponde, la popolazione di uccelli è più numerosa e la loro nidificazione più intensa presso la foce del torrente Singerna (sponda occidentale).<ref name=Cinti108/>
Anche le specie di uccelli sono numerose e diversificate, come [[garrulus glandarius|ghiandaia]], [[corvus|corvo]], [[turdus merula|merlo]], [[turdidae|tordo]], [[phasianidae|fagiano]], [[scolopax rusticola|beccaccia]] e anche predatori come la [[buteo|poiana]].<ref name=Cinti106/> In particolare, per la fitta vegetazione, la scarsità di presenza umana e la conformazione delle sponde, la popolazione di uccelli è più numerosa e la loro nidificazione più intensa presso la foce del torrente Singerna (sponda occidentale).<ref name=Cinti108/>


All'interno del lago sono presenti numerose specie di pesci come i [[Squalius squalus|cavedani]], [[Scardinius erythrophthalmus|scardole]], [[Barbus tyberinus|barbi]], [[Telestes muticellus|vaironi]], [[Carassius auratus|carassi]], [[Tinca tinca|tinche]], [[Cyprinus carpio|carpe]], [[Abramis brama|brème]], [[Salmo trutta|trote]], [[Rutilus rubilio|rovelle]], [[Perca fluviatilis|persici reali]], [[Esox lucius|lucci]], [[Sander lucioperca|sandre]] e [[Lepomis gibbosus|persici sole]].<ref name=sitoDiga/> Di queste molte sono state introdotte una volta formatosi il bacino, mentre trote, barbi e cavedani erano già presenti nel Tevere come in numerosi altri corsi d'acqua tosco-umbri.<ref name=IT/>
All'interno del lago sono presenti numerose specie di pesci come i [[Squalius squalus|cavedani]], [[Scardinius erythrophthalmus|scardole]], [[Barbus tyberinus|barbi]], [[Telestes muticellus|vaironi]], [[Carassius auratus|carassi]], [[Tinca tinca|tinche]], [[Cyprinus carpio|carpe]], [[Abramis brama|brème]], [[Salmo trutta|trote]], [[Rutilus rubilio|rovelle]], [[Perca fluviatilis|persici reali]], [[Esox lucius|lucci]], [[Sander lucioperca|sandre]] e [[Lepomis gibbosus|persici sole]].<ref name=sitoDiga/> Di queste molte sono state introdotte una volta formatosi il bacino, mentre trote, barbi e cavedani erano già presenti nel Tevere come in numerosi altri corsi d'acqua tosco-umbri.<ref name=IT/> Nel 1988, quando il bacino era sufficentemepte ampio da sostenere un ecosistema, vennero introdotte le prime popolazioni di pesci, che vennero monitorate a partire dal 1993, constatandone l'ottimo stato di salute.<ref>{{Cita|Lorenzoni ''et al.'' 2005|p. 137-146}}.</ref> L'aumento di popolazione ittica nel lago ha influito anche su quella dell'Alto Tevere, divenuto a sua volta più pescoso,<ref>{{Cita|Lorenzoni ''et al.'' 2005|p. 141}}.</ref> anche se l'instabilità e il veloce ricambio d'acqua del lago rallentano la crescita delle specie non predatorie e la cui dietra è basata sul [[plancton]].<ref>{{Cita|Lorenzoni ''et al.'' 2005|p. 144}}.</ref>


=== Patrimonio forestale ===
=== Patrimonio forestale ===
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Nella [[golena]] tra gli argini del Tevere presso la diga l'estrazione di [[ghiaia]] e [[sabbia]] a fini commerciali e la lavorazione e il trattamento dei [[inerte|materiali inerti]] hanno causato un importante [[inquinamento]] ambientale della zona, con notevole [[erosione del suolo]] e deterioramento delle [[falda freatica|falde freatiche]] locali originarie.<ref name=Cinti77/> Altra fonte di inquinamento sono gli scarichi dell'abitato di Madonnuccia, che provocano a volte un'eccessiva presenza di nutrienti nel lago e occasionali fenomeni di [[eutrofizzazione]].<ref name=Cinti146/>
Nella [[golena]] tra gli argini del Tevere presso la diga l'estrazione di [[ghiaia]] e [[sabbia]] a fini commerciali e la lavorazione e il trattamento dei [[inerte|materiali inerti]] hanno causato un importante [[inquinamento]] ambientale della zona, con notevole [[erosione del suolo]] e deterioramento delle [[falda freatica|falde freatiche]] locali originarie.<ref name=Cinti77/> Altra fonte di inquinamento sono gli scarichi dell'abitato di Madonnuccia, che provocano a volte un'eccessiva presenza di nutrienti nel lago e occasionali fenomeni di [[eutrofizzazione]].<ref name=Cinti146/>


Tuttavia sono in atto importanti processi di autorisanamento da parte dell'ambiente stesso, come testimoniato dalla folta vegetazione circostante e dalla diversità della fauna.<ref name=Cinti77/> In riconoscimento di ciò, alcuni dei laghi di cava presenti nella golena sono stati riconosciuti come [[zona umida|zone umide]] di pregio naturalistico dalla Provincia di Arezzo e inserite nella sua ''Carta della Natura''.<ref>{{Cita|Cinti 2008|pp. 77 e 108}}.</ref>
Tuttavia sono in atto importanti processi di autorisanamento da parte dell'ambiente stesso, come testimoniato dalla folta vegetazione circostante e dalla diversità della fauna.<ref name=Cinti77/> In riconoscimento di ciò, alcuni dei laghi di cava presenti nella golena sono stati riconosciuti come [[zona umida|zone umide]] di pregio naturalistico dalla Provincia di Arezzo e inserite nella sua ''Carta della Natura''.<ref name=CNAR/><ref>{{Cita|Cinti 2008|pp. 77 e 108}}.</ref> Le acque di Montedoglio sono riconosciute di qualità abbastanza alta da essere occasionalmente impiegate per risanare quelle più inquinate del [[lago Trasimeno]].<ref name=Ciani215/>


== Note ==
== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*{{cita pubblicazione|url=https://www.google.it/books/edition/Acqua_agricoltura_e_ambiente_nei_nuovi_s/-AkCbKhoTTsC?hl=it&gbpv=1&dq=montedoglio&pg=PA20&printsec=frontcover|titolo=Acqua, agricoltura e ambiente nei nuovi scenari di politica comunitaria|capitolo=4. Ipotesi di applicazione del costo pieno in agricoltura: applicazione in un'azienda dell'Alto Tevere umbro|pp=17-20|autore=Leonardo Casini|autore2=Vittorio Gallerani|autore3=Davide Viaggi|editore=Franco Angeli|anno=2008|città=Milano|cid=Casini, Gallerani e Viaggi 2008|ISBN=9788856808377}}
*{{cita libro|titolo=Progetto di paesaggio. Il bacino di Montedoglio e la golena del Tevere in Valtiberina toscana|autore=Daniela Cinti|cid=Cinti 2008|url=https://books.google.it/books?id=R8yNMqhKb90C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|anno=2008|editore=Alinea|città=Firenze|ISBN=978-88-6055-340-9}}
*{{cita pubblicazione|url=https://www.google.it/books/edition/Mechanism_Design_for_Sustainability/Bc9AAAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=montedoglio&pg=PA215&printsec=frontcover|titolo=Mechanism Design for Sustainability|capitolo=The Sustainable Development of Trasimeno Lake|lingua=en|autore=Adriano Ciani|pp=193-220|editore=Zongwei Luo|città=Hong Kong|anno=2013|etal=sì|cid=Ciani ''et al.'' 2013|ISBN=978-94-007-5994-7}}
*{{cita pubblicazione|titolo=Progetto di paesaggio. Il bacino di Montedoglio e la golena del Tevere in Valtiberina toscana|autore=Daniela Cinti|cid=Cinti 2008|url=https://books.google.it/books?id=R8yNMqhKb90C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|anno=2008|editore=Alinea|città=Firenze|ISBN=978-88-6055-340-9}}
*{{cita pubblicazione|url=https://www.google.it/books/edition/Turismo_rurale_e_progetto_di_paesaggio_L/4L-7WBuDh1YC?hl=it&gbpv=1&dq=montedoglio&pg=PA35&printsec=frontcover|titolo=Turismo rurale e progetto di paesaggio|autore=Daniela Cinti|anno=2010|cid=Cinti 2010|editore=Alinea|città=Firenze|ISBN=978-88-6055-504-5}}
*{{cita pubblicazione|url=https://books.google.it/books?id=xvE-4KbfbY4C&pg=PA135&dq=montedoglio&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiYooOQvLOEAxX2SPEDHc92AWo4FBDoAXoECAkQAg#v=onepage&q=montedoglio&f=false|titolo=Ecohydrology & Hydrobiology|capitolo=The fish fauna in the Montedoglio reservoir (Tuscany, Italy) five years after its creation|lingua=en|autore=Massimo Lorenzoni|etal=sì|volume=5|numero=2|pp=135-146|editore=Accademia Polacca delle Scienze e Università di Lodz|città=Lodz|anno=2005|cid=Lorenzoni ''et al.'' 2005|ISSN=1642-3593}}


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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* {{cita web|url=http://www.digadimontedoglio.it|titolo=Approfondimenti sulla diga e sul lago di Montedoglio}}
* {{cita web|url=http://www.digadimontedoglio.it|titolo=Approfondimenti sulla diga e sul lago di Montedoglio}}


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[[Categoria:Laghi della provincia di Arezzo|Montedoglio]]
[[Categoria:Laghi della provincia di Arezzo|Montedoglio]]

Versione delle 02:22, 18 feb 2024

Lago di Montedoglio
Veduta aerea del lago di Montedoglio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
Provincia  Arezzo
ComuneAnghiari
Caprese Michelangelo
Pieve Santo Stefano
Sansepolcro
Coordinate43°35′55.68″N 12°03′53.64″E
Altitudine435 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie±8 km²
Lunghezza7,5 km
Larghezzakm
Profondità massima49,8 m
Idrografia
OrigineArtificiale
Immissari principalifiumi:

torrenti:

  • Singerna
  • Tignana
Emissari principaliTevere
Isole0
Mappa di localizzazione: Italia
Lago di Montedoglio
Lago di Montedoglio

Il lago di Montedoglio è un bacino artificiale sito nella parte nordorientale della provincia di Arezzo. È il lago più esteso della Toscana, nonché il ventesimo lago italiano per dimensione.

Elemento di spicco del paesaggio odierno della zona della Valtiberina, fu progettato nei primi anni '70 e costruito a partire dal decennio successivo sbarrando il corso del fiume Tevere. Si trova sotto i centri abitati di Baldignano e Madonnuccia, quest'ultimo villaggio di fondazione edificato tra gli anni '70 e '80 del XX secolo per accogliere gli abitanti della pianura che sarebbe stata invasa dalle acque. In sua prossimità si trovano alcune aree protette, ricavate dove un tempo si praticavano lavori estrattivo-industriali e oggi in parte risanate.

La diga di Montedoglio serve a mantenere il lago gestendone il flusso d'acqua, che rifornisce, oltre la Valtiberina limitrofa, anche buona parte della provincia di Arezzo e, per la vicinanza del confine con l'Umbria, la zona di Città di Castello e del lago Trasimeno. Data la recentezza del lago, formatosi nei primi anni '90, il suo fondale si sta ancora stabilizzando; nel 2010 ci fu un crollo parziale della diga, tuttavia presto riparato senza particolari conseguenze.

Etimologia

Il lago di Montedoglio prende il proprio nome dall'adiacente collina di Montedoglio[1] (su cui sorgeva l'omonimo castello medievale, oggi non più esistente perché distrutto durante la seconda guerra mondiale),[2] presso cui il Tevere scorreva prima della creazione del bacino artificiale, insinuandosi in una gola formata dal rilievo e proseguendo poi verso l'Umbria.[3]

Geografia fisica e antropica

Il lago è collocato in provincia di Arezzo nell'alta Valtiberina, tra i comuni di Anghiari, Caprese Michelangelo, Pieve Santo Stefano e Sansepolcro,[4] alla confluenza del fiume Tevere con i torrenti Singerna e Tignana. Il luogo ben si prestava alla costruzione di un bacino artificiale dato l'elevato flusso d'acqua, e soprattutto data la presenza di numerose colline (le principali sono la collina di Montedoglio di 520 m s.l.m. e il vicino Monte Fungaia di 680 m)[N 1] e quindi di gole naturali.[5] Grazie a ciò, il lago possiede una caratteristica forma a croce rovesciata, più o meno pronunciata a seconda delle fluttuazioni del livello del lago,[N 2] che solitamente si estende per 7,5 km a nord della diga.[6] In larghezza si estende lungo tutto il basso corso dei torrenti Singerna e Tignana, raggiugendo i 3 km medi complessivi.[7] La superficie del lago copre mediamente 8 km²;[6] a causa delle sue fluttuazioni, è difficile determinarne l'esatta profondità, che comunque in genere non raggiunge che pochi metri,[8] anche se a pieno regime nel punto più profondo il lago sfiora i 50 m.[9]

I principali centri locali sono il villaggio di Madonnuccia, sito a nord-est del lago, appositamente fondato per accogliere gli abitanti locali le cui case originarie erano destinate ad essere sommerse dalle acque, e le frazioni di Baldignano, Sigliano e Tizzano, tutte site lungo o poco distante dalle sponde settentrionali del lago. Al di sotto della diga si trovano alcune frazioni, tra cui Albiano, Motina, Viaio, Santa Croce. Presso il lago arrivano anche le propaggini della zona industriale di Santa Fiora.[1]

Poco sotto la diga sono stati creati alcuni altri piccoli bacini artificiali per permettere un'ulteriore raccolta delle acque del lago a fini irrigui, favorendone così l'ottimizzazione.[6]

Suddivisioni amministrative

Di seguito l'elenco dei comuni nei cui territori si stende parzialmente il lago di Montedoglio:

Stemma Comune Provincia Popolazione Superficie (km²) Densità (ab/km²)
Anghiari   Arezzo 5 490 130,92 41,93
Pieve Santo Stefano   Arezzo 2 970 156,10 19,03
Caprese Michelangelo   Arezzo 1 349 66,53 20,28
Sansepolcro   Arezzo 15 130 91,19 195,92

Idrologia

Attualmente l'invaso è utilizzato per rifornire principalmente il comprensorio della Valtiberina toscana, formato dalle reti idriche dei comuni in cui il lago è compreso (Sansepolcro, Anghiari, Pieve Santo Stefano e Caprese Michelangelo) a cui si aggiungono anche Monterchi, Badia Tedalda e Sestino (compresa l'exclave di Ca' Raffaello).[10] IL bacino irriga anche la Valtiberina umbra e regola il flusso del Tevere, evitando secche d'estate (i suoi primi affluenti sono a valle di Sansepolcro). Anche buona parte del resto della provincia di Arezzo beneficia dell'acqua del lago, così come della produzione di energia elettrica fatta dalla locale centrale.[11] Attualmente il regime idrico annuale si attesta sui 102 milioni di metri cubi d'acqua circa.[7][12]

A causa dell'inquinamento di numerose fonti e corsi d'acqua affluenti dell'Alto Tevere umbro, l'Ente di gestione idropotabile della regione è stato occasionalmente costretto in passato a compare l'acqua del bacino di Montedoglio per sopperire ai bisogni idrici dell'Umbria.[13] Per ovviare a ciò, sono stati effettuati importanti progetti di espansione della rete idrica di Montedoglio, sia verso la Val di Chiana aretina[14] sia verso l'interno dell'Umbria, volti a creare una rete unica di collegamento tra Montedoglio, Trasimeno[8] e lago di Chiusi (il cosiddetto "Sistema di irrigazione occidentale").[7][12]

Geologia

Il terreno circostante, per la maggior parte collinoso, è costituito il prevalenza da ofioliti,[15] calcari e marne.[16] La pianura sottostante il lago, così come tutta la Valtiberina, è alluvionale, costituita nel corso delle epoche geologiche dai sedimenti portati a valle dal Tevere e dai suoi affluenti.[16] Gli ofioliti affioranti dal terreno contribuivano in passato a dare ai rilievi della zona un aspetto imponente, molto mitigato dai rimboschimenti praticati nel corso del XX secolo.[5]

Storia

Creazione del lago

La zona è fin dai tempi antichi di notevole importanza strategica, e nel medioevo vi sorgevano numerosi castelli (i più importanti quelli di Montedoglio e Baldignano) e vi venne fondata la badia di San Bartolomeo a Succastelli, oggi presso la sponda sudorientale del lago.[17] Il fatto che la zona della Valtiberina potesse potenzialmente ospitare un bacino idrico era noto da lungo tempo, almeno fin dal Rinascimento: Piero della Francesca, sul verso del suo doppio ritratto dei duchi di Urbino, ritrasse proprio il paesaggio dove in futuro sarebbe sorto il lago, all'epoca parzialmente allagato, probabilmente ispirato da una contemporanea inondazione del Tevere.[3]

Con la sempre maggiore necessità dell'acqua per l'irrigazione e per fornire acqua potabile alle abitazioni delle province di Arezzo, Perugia, Siena e Terni, nella seconda metà del XX secolo, sull'onda della realizzazione di numerosi bacini artificiali sul territorio nazionale a supporto dell'industrializzazione,[18] prese vita l'idea di realizzarne uno in Valtiberina e risolvere così la problematica situazione.[6] I primi lavori per uno sbarramento del Tevere vennero intrapresi già a partire dalla seconda metà degli anni 1960,[4] e nel decennio successivo venne realizzato un primo sbarramento del Tevere in terra.[19] Si costituì così nei primi anni 1980 l'Ente Irriguo Toscano per l'organizzazione e la gestione del progetto, il quale gestisce tuttora il bacino artificiale,[20] rinominato nel 1991 Ente Irriguo Umbro Toscano per comprendere anche i rifornimenti verso la vicina Umbria.[6][12] La diga di Montedoglio è stata progettata dal prof. Filippo Arredi e dall'ing. Ugo Ravaglioli; i lavori di costruzione durarono dal 1977 al 1993,[4] mentre il riempimento della diga avvenne a partire dal 1990. Per ospitare gli abitanti delle terre sommerse venne costruito il nuovo abitato di Madonnuccia, che sorge sopra la riva nordorientale del lago.[5] Dal 2004[8] al 2011[14] si tennero i lavori per mettere Montedoglio in diretta comunicazione col lago Trasimeno, che rifornisce con 30 milioni di metri cubi anni d'acqua al minimo.[8]

Crollo del 2010

Alle ore 21.30 del giorno mercoledì 29 dicembre 2010 crollarono circa 20 metri del muro che separa l'invaso dal canale effluente, canale che raccorda l'opera di sfioro con il corso d'acqua a valle.[21] Il crollo venne causato dal cedimento di due conci di cemento armato della paratia sommitale della diga, che causarono quindi un'ingente fuoriuscita d'acqua verso la vallata sottostante.[11][22][21]

Il crollo non venne scoperto subito, e solo alle 21.40 circa il custode della diga si accorse del cedimento e lo segnalò, causando il pronto intervento di protezione civile, vigili del fuoco e altre forze dell'ordine.[22][21] La breccia ha causato inizialmente la fuoriuscita di circa 650 m³ di acqua al secondo,[21] flusso poi affievolitosi a 200 m³ dopo alcune ore.[22]

In via precauzionale vennero evacuate alcune abitazioni nelle zone di Sansepolcro, San Giustino e Città di Castello e alcune frazioni a valle della diga come Santa Fiora, Piosina, Gricignano, Trebbio, Vannocchia, Pistrino, Pitigliano e Viaio (Anghiari), per un totale di 450 sfollati.[22][21] Venne anche disposta la chiusura di tutti i ponti sul Tevere fino a Città di Castello, causando quindi disagi alla circolazione.[22][21] Gli allagamenti furono più contenuti di quanto temuto, interessando solo le aree di Gricignano, Trebbio e Vannocchia; il Tevere ebbe inoltre una piena contenuta.[22] L'Ente Irriguo Umbro Toscano ha comunicato che in precedenza nella giornata era stato raggiunto il massimo riempimento del lago (394,60 m s.l.m) ed erano stati effettuati i controlli di collaudo, con esito positivo e senza evidenziare problematiche.[11][21] Complessivamente il crollo non ha provocato danni né importanti né permanenti, e l'emergenza è presto rientrata col ritorno degli evacuati alle proprie case già nei giorni immediatamente successivi.[22][21]

Vi fu una polemica tra l'Ente Irriguo Toscano e i sindaci di Anghiari e Sansepolcro, che lamentarono di non essere stati avvisati del collaudo in corso il 29 dicembre.[11] La Procura di Arezzo, che già aveva gestito la risposta all'emergenza, aprì un'inchiesta sull'accaduto.[11] La stima dei danni complessivi tra la diga danneggiata e gli allagamenti superò il milione di euro.[22] Il crollo del 2010, pur non comportando conseguenze gravi, ha ritardato di almeno un decennio i lavori di collaudo della diga, divenuti assai più complessi.[23] Il ministero delle politiche agricole ha stanziato, tra il 2014 e il 2018, 6 520 000 euro per il rifacimento delle sezioni danneggiate della diga.[24][25] Ad oggi i lavori di collaudo non sono ancora completi, e anche a causa delle proteste di alcuni abitanti, preoccupati che altri crolli possano verificarsi,[26] la diga di Montedoglio non può ancora operare a pieno regime.[23]

Economia

Attività agricole e industriali

Dal punto di vista economico-paesaggistico la zona attorno al lago è molto variegata: sono presenti sia boschi che campi coltivati,[16] e le attività economiche principali rimangono per questo l'agricoltura, l'allevamento, la pastorizia e la raccolta dei prodotti boschivi.[15] L'irrigazione regolare possibile grazie all'invaso ha permesso di praticare in Valtiberina anche l'agricoltura intensiva.[15] Originariamente la tessitura dei terreni di Montedoglio era medio-fine e lo è ancora a nord del lago, e ciò ha causato la prevalenza di vigneti e oliveti; dalla creazione del bacino invece ha prevalso in sua prossimità la grana grossa, favorendo la semina e la coltura (anche intensiva).[1] Su spinta dell'Ente Irriguo Toscano, tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI vi è stata nella zona una vasta opera di riordino fondiario, motivata dall'eccessiva frammentazione precedente delle proprietà agricole che causava un utilizzo inefficiente e dispersivo dell'acqua da irrigazione.[20]

Nella golena del Tevere tra gli argini vicini alla diga si praticavano anche attività estrattivo-minerarie e industriali, con produzione di sabbia, ghiaia e materiale inerte[15] (soprattutto alluminio e derivati).[16] Molte di queste attività non sono più operative e le relative fabbriche giacciono in stato di abbandono.[1]

Pesca

Nonostante l'abbondanza della popolazione animale lacustre[27] (è particolarmente ambito il luccio di Montedoglio),[28] nel lago la pesca, sia turistica che commerciale, non è molto sviluppata. Ciò è dovuto a diversi fattori: innanzitutto non vi sono porti, né facili accessi allo specchio d'acqua, le cui rive sono poco antropizzate e spesso impraticabili; altro ostacolo è costituito dalle fluttuazioni del livello dell'acqua e quindi della morfologia variabile delle rive, che non permette ai pesci di stabilire zone di residenza stabile; inoltre il fondale del lago è fortemente irregolare, poiché molti degli elementi paesaggistici sommersi alla creazione dell'invaso (edifici, alberi, arbusti, rocce, strade) esistono ancora poco al di sotto della superficie dell'acqua e rendono per questo difficoltoso qualsiasi tentativo di pesca.[29]

Nell'invaso è comunque permesso pescare, previo possesso di regolare licenza.[28] A seconda del comune che esercita giurisdizione sulle rive del lago, possono cambiare le normative relative alla pesca locale.[28]

Turismo

Come raccomanda la Carta del Rispetto della Natura, della Flora spontanea e della Fauna minore (in breve Carta della Natura) della provincia di Arezzo,[30] il turismo e le attività ricreative presso il lago di Montedoglio non dovrebbero essere libere, ma regolamentate alla luce del non completo assestamento del lago e della tutela delle specie animali e vegetali della zona.[16] Non è comunque infrequente vedere canoe, windsurf, pedalò e barche a remi solcare le acque del lago, e alcuni piccoli pontili e rimesse private sono stati costruiti sulle rive (soprattutto presso Madonnuccia).[31][32] Data l'alta popolazione di volatili, anche l'osservazione degli uccelli è un'attività ricreativa popolare a Montedoglio.[31]

Attualmente vige inoltre il divieto di balneazione e navigazione con barche a motore nelle acque del lago, così come è proibito l'accesso alle rive con mezzi a motore.[4][31] Nonostante le richieste di alcune associazioni locali,[31] l'Ente Irriguo Umbro Toscano non ha mostrato ad oggi interesse nello sviluppare il turismo nella zona, mantenendo l'utilizzo del lago puramente funzionale alle esigenze irrigue e di rifornimento.[6]

Infrastrutture e trasporti

Il lago di Montedoglio è servito principalmente da due strade: la strada statale 3 bis Tiberina, che passa vicino la sponda orientale e presenta un'uscita presso Madonnuccia dopo una galleria nel vicino Poggio dell'Esca, e la strada provinciale 48 di Stigliano, che costeggia invece la sponda occidentale con anche un viadotto sul braccio occidentale del lago. Per Madonnuccia passa anche la strada provinciale 77 Tiberina, che possiede anch'essa un viadotto su un braccio minore del lago.[29]

Il resto della rete viaria della zona è principalmente basata sulle antiche strade poderali esistenti prima della creazione del lago.[1] Alcune di queste sono state sommerse dalle acque, mentre altre sono sopravvissute e costituiscono ancora oggi i principali assi viari della zona.[33] Vi sono inoltre alcune strade di nuova costruzione che costeggiano il bacino, collegando il nuovo centro abitato di Madonnuccia con le zone limitrofe.[1][33]

Veduta aerea della diga di Montedoglio (Raboe001, 2013)

Dettagli tecnici

Diga

Lo sbarramento dell'invaso si trova presso la "stretta" di Montedoglio, una gola preesistente che ben si prestava per interrompere il corso del Tevere.[34] La struttura è lunga 566 m, alta 64 m e spessa 8 m[7] ed è per questo imponente, ma essendo rivolta verso un vicino versante collinare è visibile solo arrivandovi in prossimità, a partire dal vicino abitato di Motina.[34] L'anima della diga, vestigia dell'argine originario degli anni 1970, è in terra;[19] la struttura, composta da blocchi di cemento armato, è coronata da imponenti conci lunghi 9 m e spessi 2,5 m.[11] È annoverata tra le dighe più grandi d'Europa.[4]

Esiste uno sbarramento secondario di rinforzo posto in località San Pietro in Villa, prospiciente quello principale.[6]

Lago

La diga di Montedoglio, essendo l'invaso ancora geologicamente molto giovane, non può essere utilizzata a pieno. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che la quantità d'acqua contenuta all'interno di questo, che è già circa 130 milioni di metri cubi, non può essere ancora aumentata fino al suo pieno regime, in quanto il fondo deve prima consolidarsi.[4][29] A pieno regime l'invaso raggiungerebbe i 150 milioni di metri cubi d'acqua[11] (anche se alcune stime si spingono anche fino a 200 milioni di metri cubi).[4]

Sul fondo del lago è stato costruito un tunnel con un diametro di 6 m e una lunghezza di 420 m; questo è un tunnel di evacuazione (o scarico di fondo) grazie al quale, in caso di bisogno, l'invaso può essere svuotato agevolmente. Nel lago si trovano anche uno sfioratore di superficie e un altro tunnel con un diametro di circa 3,5 m e una lunghezza di 4 km che ha il compito di indirizzare l'acqua nel torrente di Sovara e nel Tevere per poter assicurare il deflusso minimo vitale, stabilito in di 2401 l/s.[6]

Panoramica del lago di Montedoglio dalla riva occidentale; in lontananza si riconoscono l'abitato di Madonnuccia e il vicino viadotto

Flora e fauna

Patrimonio faunistico

Anche grazie al rimboschimento, negli ultimi anni la fauna di Montedoglio si è dimostrata notevolmente variegata, con l'aumento di popolazione di numerose specie boschive come capriolo, cinghiale, volpe, lepre, scoiattolo e tasso.[35]

Anche le specie di uccelli sono numerose e diversificate, come ghiandaia, corvo, merlo, tordo, fagiano, beccaccia e anche predatori come la poiana.[35] In particolare, per la fitta vegetazione, la scarsità di presenza umana e la conformazione delle sponde, la popolazione di uccelli è più numerosa e la loro nidificazione più intensa presso la foce del torrente Singerna (sponda occidentale).[16]

All'interno del lago sono presenti numerose specie di pesci come i cavedani, scardole, barbi, vaironi, carassi, tinche, carpe, brème, trote, rovelle, persici reali, lucci, sandre e persici sole.[4] Di queste molte sono state introdotte una volta formatosi il bacino, mentre trote, barbi e cavedani erano già presenti nel Tevere come in numerosi altri corsi d'acqua tosco-umbri.[29] Nel 1988, quando il bacino era sufficentemepte ampio da sostenere un ecosistema, vennero introdotte le prime popolazioni di pesci, che vennero monitorate a partire dal 1993, constatandone l'ottimo stato di salute.[36] L'aumento di popolazione ittica nel lago ha influito anche su quella dell'Alto Tevere, divenuto a sua volta più pescoso,[37] anche se l'instabilità e il veloce ricambio d'acqua del lago rallentano la crescita delle specie non predatorie e la cui dietra è basata sul plancton.[38]

Patrimonio forestale

Lago di Montedoglio

Nelle zone collinari e montane intorno all'invaso di Montedoglio sono diffuse varie essenze forestali. Data l'asprezza del suolo (composto per la maggior parte da ofioliti) in origine vi erano diffuse solo alcune specie vegetali, soprattutto ginepro, erica, ginestra, carpino nero, roverella, orniello e altre piante simili, e solo in quantità ridotta.[35] La situazione floristica non era agevolata dalla grande presenza di pascoli, che impedivano un'efficace propagazione arborea.[35]

Negli ultimi decenni la regione è stata oggetto di un'importante opera di rimboschimento,[1] che ha introdotto numerose nuove specie in loco.[35] Montedoglio è quindi diventato l'habitat ideale per alcune conifere introdotte e poi naturalizzate come pino nero, pino silvestre, pino marittimo, cerro, cedro e cipresso.[35] Questi alberi provvedono alla tenuta del suolo contro possibili frane, al miglioramento della sua qualità e alla forestazione dell'area (di difficile colonizzazione da parte di altre specie data la sua generale povertà e asprezza).

Oltre alla gran quantità di conifere (le più diffuse), sono presenti altre essenze ormai tipiche dei luoghi come farnia, olmo, rovere, sorbo, acero, nespolo, ontano napoleano, abete e cipresso dell'Arizona.[35] Lungo le rive del lago e del fiume Tevere sono invece più abbondanti salice, pioppo, giuggiolo, rovo, robinia, ciliegio selvatico, prugnolo e rosa canina.[35]

Aree protette

La ricchezza ambientale del lago di Montedoglio e dei territori limitrofi ha conferito una grande valenza ambientale alla zona.[35] Sono per questo state istituite alcune aree protette in prossimità del bacino, in particolare quelle di Golena del Tevere e Serpentine di Pieve S. Stefano.[35]

Impatto ambientale

La costruzione dell'invaso ha inevitabilmente alterato i locali ecosistemi e i relativi equilibri ambientali. Le conseguenze più importanti sono state un abbassamento della temperatura delle acque del fiume e una regolarizzazione del suo flusso, prima più imponente d'inverno e scarso d'estate.[15]

Nella golena tra gli argini del Tevere presso la diga l'estrazione di ghiaia e sabbia a fini commerciali e la lavorazione e il trattamento dei materiali inerti hanno causato un importante inquinamento ambientale della zona, con notevole erosione del suolo e deterioramento delle falde freatiche locali originarie.[15] Altra fonte di inquinamento sono gli scarichi dell'abitato di Madonnuccia, che provocano a volte un'eccessiva presenza di nutrienti nel lago e occasionali fenomeni di eutrofizzazione.[5]

Tuttavia sono in atto importanti processi di autorisanamento da parte dell'ambiente stesso, come testimoniato dalla folta vegetazione circostante e dalla diversità della fauna.[15] In riconoscimento di ciò, alcuni dei laghi di cava presenti nella golena sono stati riconosciuti come zone umide di pregio naturalistico dalla Provincia di Arezzo e inserite nella sua Carta della Natura.[30][39] Le acque di Montedoglio sono riconosciute di qualità abbastanza alta da essere occasionalmente impiegate per risanare quelle più inquinate del lago Trasimeno.[14]

Note

Annotazioni

  1. ^ Altri rilievi minori che circondano il lago sono Poggio degli Scopeti, Poggio dei Comuni, Poggio della Buiana, Poggio del Castellino, Monte Murlo, Monte Petroso e le colline di Brancialino e Castelnuovo. Cfr. Cinti 2008, p. 146.
  2. ^ Per visionare l'estensione minima e massima attuali del lago, vedere Cinti 2010, p. 121.

Riferimenti

  1. ^ a b c d e f g Cinti 2008, p. 123.
  2. ^ Cinti 2008, p. 205.
  3. ^ a b Cinti 2008, p. 11.
  4. ^ a b c d e f g h Diga di Montedoglio, su digadimontedoglio.it.
  5. ^ a b c d Cinti 2008, p. 146.
  6. ^ a b c d e f g h La Costruzione, su digadimontedoglio.it.
  7. ^ a b c d Dati tecnici, su digadimontedoglio.it.
  8. ^ a b c d Ciani et al. 2013, p. 212.
  9. ^ Lorenzoni et al. 2005, p. 136.
  10. ^ Cinti 2010, p. 116.
  11. ^ a b c d e f g Laura Montanari, Cede la diga sul Tevere, notte di paura, in La Repubblica, 31 dicembre 2010.
  12. ^ a b c Casini, Gallerani e Viaggi 2008, p. 17.
  13. ^ Casini, Gallerani e Viaggi 2008, p. 20.
  14. ^ a b c Ciani et al. 2013, p. 215.
  15. ^ a b c d e f g Cinti 2008, p. 77.
  16. ^ a b c d e f Cinti 2008, p. 108.
  17. ^ Cinti 2008, p. 129.
  18. ^ Ciani et al. 2013, p. 199.
  19. ^ a b Cinti 2010, p. 35.
  20. ^ a b Cinti 2008, p. 89.
  21. ^ a b c d e f g h Rottura alla Diga di Montedoglio del muro dello scarico di superficie, su digadimontedoglio.it.
  22. ^ a b c d e f g h Laura Montanari, Si rompe la diga sul Tevere paura tra Toscana e Umbria, in La Repubblica, 30 dicembre 2010.
  23. ^ a b Gabriele Marconcini, Collaudo della diga di Montedoglio: a che punto siamo?, su ttv.it, 19 novembre 2023.
  24. ^ Toscana: Regione, pronto progetto rifacimento diga Montedoglio, su toscanaoggi.it, 4 giugno 2013.
  25. ^ Diga di Montedoglio, Ministero politiche agricole approva intervento ripristino, su umbriagricoltura.it, 29 novembre 2018.
  26. ^ Diga di Montedoglio. Animata assemblea pubblica a Pistrino: "la sicurezza prima di tutto", su rainews.it, 6 giugno 2023.
  27. ^ Lorenzoni et al. 2005, p. 135.
  28. ^ a b c Pescare nel lago, su digadimontedoglio.it.
  29. ^ a b c d Michele Marziani, La diga di Montedoglio, su spinningonline.it, 28 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2009).
  30. ^ a b Provincia di Arezzo, Carta del Rispetto della Natura, della Flora spontanea e della Fauna minore.
  31. ^ a b c d Sport e attività, su digadimontedoglio.it.
  32. ^ Cinti 2010, p. 115.
  33. ^ a b Aree di sosta e accessi alla riva, su digadimontedoglio.it.
  34. ^ a b Cinti 2008, p. 140.
  35. ^ a b c d e f g h i j Cinti 2008, p. 106.
  36. ^ Lorenzoni et al. 2005, p. 137-146.
  37. ^ Lorenzoni et al. 2005, p. 141.
  38. ^ Lorenzoni et al. 2005, p. 144.
  39. ^ Cinti 2008, pp. 77 e 108.

Bibliografia

Voci correlate

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