2001: Odissea nello spazio: differenze tra le versioni

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* Giuseppe Lippi, ''2001 Odissea nello spazio. Dizionario ragionato'', Recco, Le mani, 2008, ISBN 978-88-8012-447-4
* Giuseppe Lippi, ''2001 Odissea nello spazio. Dizionario ragionato'', Recco, Le mani, 2008, ISBN 978-88-8012-447-4
* [[Giulio Angioni]], ''Un film del cuore'', in ''Il dito alzato'', Palermo, [[Sellerio]], 2012, 224-2030, ISBN 88 389 2653 0
* [[Giulio Angioni]], ''Un film del cuore'', in ''Il dito alzato'', Palermo, [[Sellerio]], 2012, 224-2030, ISBN 88 389 2653 0
* Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo, Michele Tetro, ''Il grande cinema di fantascienza: da "2001" al 2001'', Gremese, 2001


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 19:07, 5 nov 2015

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo romanzo di Arthur C. Clarke, vedi 2001: Odissea nello spazio (romanzo).
{{{titolo italiano}}}
Logo originale
Paese di produzioneStati Uniti
Durata141 min[1]
160 min (première cut)[1]
Rapporto2,20:1
Generefantascienza
RegiaStanley Kubrick
SoggettoArthur Clarke
SceneggiaturaStanley Kubrick, Arthur Clarke
ProduttoreStanley Kubrick
FotografiaJohn Alcott, Geoffrey Unsworth
MontaggioRay Lovejoy
MusicheAA. VV.
ScenografiaErnie Archer, Harry Lange, Tony Master
TruccoStuart Freeborn
Interpreti e personaggi
Logo ufficiale del film

2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film di fantascienza di Stanley Kubrick del 1968, basato su un soggetto di Arthur Clarke, il quale ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo. Benché molti ritengano la pellicola ispirata al racconto di Clarke La sentinella, lo stesso autore[3] ha affermato che La sentinella assomiglia a 2001 come una ghianda assomiglia a una quercia adulta.

Il film di Kubrick è considerato unanimemente un capolavoro della storia del cinema e costituisce una svolta epocale per il cinema di fantascienza.[4][5] Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[6] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[7] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.[8]

Trama

File:2001 Odissea nello Spazio monolito.png
La scena del monolito

L'alba dell'uomo (The Dawn of Man)

La prima parte del film si svolge nell'Africa di quattro milioni di anni fa: un gruppo di ominidi, guidati da un capo, sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile. Un giorno, davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi, venendovi a contatto, imparano inspiegabilmente a usare gli strumenti per cacciare gli animali e a difendere il territorio uccidendo i nemici.

TMA-1

La seconda parte del film si svolge nel 1999 (un anno del lontano futuro rispetto al 1968 in cui fu realizzato il film): il dottor Heywood Floyd, presidente del Comitato Nazionale per l'Astronautica americano, è chiamato in missione su una base lunare in cui è stato scoperto un grande monolito nero sotterrato ad arte in tempi remoti. Floyd tiene un breve incontro con altri scienziati e poi viene accompagnato a visitare lo scavo con il monolito nel buio della notte lunare quindicinale. Mentre gli astronauti posano davanti all'artefatto per delle fotografie, il primo raggio di sole dell'alba lunare lo colpisce facendogli emettere un forte segnale radio nel cosmo (il monolito era rimasto inerte per quasi 3 milioni di anni). Questo tema ricalca maggiormente il racconto originale di Clarke, con il monolito nero al posto della piramide di cristallo.

Missione Giove (Jupiter Mission)

La terza parte si svolge due anni dopo, nel 2001. Un gruppo di cinque astronauti, di cui tre in stato di ibernazione, è in viaggio a bordo dell'astronave Discovery One, diretta verso Giove e governata da un supercomputer chiamato HAL 9000, dotato di una sofisticata intelligenza artificiale che lo rende valido interlocutore degli esseri umani a bordo (le macchine della serie HAL sono note per non aver mai commesso errori di nessun tipo).

Si scoprirà in seguito che HAL conosceva fin dall'inizio il reale obiettivo della missione e che gli era stato chiesto di non rivelarlo ai due astronauti svegli, il comandante David Bowman e il suo vice Frank Poole. Le conseguenze di quest'ordine, che genera un conflitto interiore nel calcolatore, programmato per collaborare con gli esseri umani senza omissioni o alterazioni di dati o informazioni, iniziano a manifestarsi tragicamente in prossimità dell'arrivo su Giove. Inizialmente HAL segnala un guasto a un componente per l'orientamento dell'antenna radio utilizzata per il collegamento con la Terra. Bowman va a ispezionare l'elemento e si rende conto che non è affatto guasto, allora si rinchiude in una capsula con Poole e insieme discutono su come affrontare la situazione facendo in modo che HAL non senta le loro voci, ma il computer legge comunque le parole sulle loro labbra e si rende conto che, avendo commesso per la prima volta un errore, rischia di essere disattivato. Preso dalla paura, ed essendo in grado di condurre l'astronave anche senza controllo umano, non trova altra soluzione che eliminare l'intero equipaggio.

HAL uccide Frank durante un'escursione extraveicolare e disattiva i sistemi di mantenimento delle funzioni vitali ai tre astronauti in ibernazione, facendoli morire. David esce in una capsula e recupera il corpo del collega, ma al momento di rientrare il computer si rifiuta di aprirgli il portello; riesce comunque ad entrare attraverso il portello di emergenza, l'unico ad apertura manuale, facendosi lanciare dentro con un'esplosione. Dopo la pericolosissima manovra, riprende il controllo della nave e disabilita le funzioni superiori del calcolatore, rimuovendo le sue memorie. Mentre Bowman opera, HAL 9000 prima lo implora di fermarsi e poi inizia a dare prova che la sua mente sta regredendo allo stadio infantile, riesumando antichi ricordi e discorsi e cantando la vecchia filastrocca che il suo primo istruttore gli aveva insegnato, la celeberrima Giro giro tondo[9]. Appena prima della totale estinzione del supercomputer, si avvia la riproduzione del filmato preregistrato che l'equipaggio avrebbe dovuto visualizzare all'arrivo su Giove, una volta svegliati i tre astronauti ibernati, se tutto fosse andato bene. In tale filmato il dottor Floyd rivela i veri scopi della missione, parlando del monolito trovato sulla Luna diciotto mesi prima della partenza del Discovery One quale prima prova dell'esistenza di un'intelligenza extraterrestre. Il segnale radio emesso in direzione di Giove avrebbe spinto a modificare la missione, che da una semplice missione esplorativa del sistema gioviano è diventata un'indagine di fenomeni extraterrestri.

Giove e oltre l'infinito (Jupiter and Beyond The Infinite)

Nell'ultima parte Bowman arriva in orbita intorno al pianeta gigante avvistando un nuovo, gigantesco monolito nero. Prova allora ad uscire ed avvicinarsi con una capsula: una panoramica del sistema gioviano con i satelliti allineati e il monolito pare inghiottire l'esploratore. Una scia luminosa multicolore cancella lo spazio conosciuto. Bowman e la capsula sono accelerati a velocità sconosciute. Scorci di stelle, nebulose, sette ottaedri e panorami di terre sconosciute si alternano fino al materializzarsi della capsula di Bowman in una stanza chiusa, arredata in stile Impero.

Sconvolto dall'esperienza, l'uomo esce dalla capsula e mette piede nella camera (adiacente alla quale vi è una stanza da bagno), dove trova un letto matrimoniale e del cibo. Bowman, potendo soddisfare i suoi bisogni primari, sopravvive per un giorno nella sua nuova dimora, in solitudine e in totale tranquillità. Non decifrabile da un'intelligenza umana è il ruolo dello spazio e del tempo: Bowman si trova ad esistere contemporaneamente in punti diversi e a diverse età, vedendo sé stesso invecchiare e seguendo i diversi stadi della propria vita. Allo stato massimo della sua vecchiaia, Bowman, sdraiato nel letto, vede davanti a sé il monolito e cerca di toccarlo, per poi rinascere in forma di enorme feto cosmico, il "Bambino-delle-Stelle" ("Star-Child" in lingua originale)[10], che scruta la Terra dallo spazio. Si può comprendere che David Bowman non è morto ma si è "evoluto", trasformandosi in una forma di vita superiore. La musica che accompagna questa estrema metamorfosi è l'inizio del poema sinfonico di Richard Strauss Così parlò Zarathustra; tale brano musicale aveva già accompagnato le prime immagini del film, che, con questo richiamo musicale, si chiude in modo circolare.

Produzione

Pre-produzione

Kubrick aveva contattato Clarke perché necessitava di un buon soggetto di fantascienza per un film di genere. In questo modo il romanzo e il film nacquero e crebbero insieme, realizzando una collaborazione tra media differenti assolutamente unica e originale, almeno per l'epoca in cui fu attuata.

Sotto questo e altri aspetti, 2001 è rimasto uno dei più celebri film di fantascienza che, grazie alla sceneggiatura, alla recitazione e alla tecnica di ripresa, riproduce con fedeltà l'ambiente spaziale: tutti gli avvenimenti in ambienti senz'aria si svolgono in silenzio o con un valzer di Strauss come puro riempimento sonoro, l'astronave ha una gravità artificiale per rotazione che è correttamente rappresentata, i movimenti in assenza di gravità sono lenti come dovrebbero essere. Anche la scena in cui un astronauta rientra nell'astronave passando alcuni secondi in un ambiente di vuoto è stata approvata dagli esperti come verosimile,[11] dimostrando che è possibile fare un film di fantascienza rispettando la realtà e senza introdurre elementi artificiosi.

Tale film suscita nello spettatore un forte impatto emotivo; lo stesso Kubrick affermò: «ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio».[12]

Il film cerca di spiegare l'indissolubile legame che unisce l'uomo al tempo e allo spazio, l'intelligenza artificiale, l'utilizzo della scienza.

A questo proposito è di notevole effetto il raccordo tra le due scene iniziali del film, l'utilizzo di un oggetto, un osso, come strumento di offesa e di dominio (e comunque di conquista) da parte di un ominide e le astronavi orbitanti attorno alla Terra. In questa maniera il regista compie un salto logico di millenni conservando la trama narrativa del film, con un'operazione mirabile che trova pochi riscontri nella storia del cinema.

Kubrick rimase per due mesi chiuso nella sua villa nelle campagne inglesi a rivedere e tagliare il suo mastodontico lavoro; questa operazione è considerata il momento più decisivo nella produzione del cinema kubrickiano.

Regia

Le inquadrature all'inizio del film non sono altro che diapositive ad alta risoluzione proiettate con il sistema rivoluzionario (per l'epoca) del "front projection",[13] inventato dallo scrittore di fantascienza Murray Leinster.[14] Questa tecnica innovativa, dopo essere stata brevettata il 20 dicembre 1955 da Leinster, venne impiegata per la prima volta proprio in 2001: Odissea nello spazio.[14]

Alla fine della prima scena del film in cui Guarda-la-Luna lancia un osso in aria, è presente una svista: l'ominide tiene in mano un femore, ma a roteare in aria è invece una tibia. In realtà l'errore non fu di Kubrick ma di un operatore al quale il regista, al termine di una giornata di riprese, aveva chiesto di riprendere un osso lanciato in aria nel cortile dei teatri di posa. Non prevista dal copione, quest'inquadratura farà parte di quel brillante match cut, divenuto uno delle scene più note del film, che collega due epoche estremamente distanti.

Gli ominidi nella parte iniziale del film sono dei mimi e dei ballerini, accompagnati da vere scimmie nel ruolo dei cuccioli. La specie in questione doveva essere glabra e priva di indumenti, impensabile per la moralità dell'epoca, così si è optato per una anteriore totalmente irsuta. Gli animali cacciati sono dei tapiri, specie sudamericana assente nel Pleistocene, scelti in alternativa ai selvaggi e aggressivi facoceri riportati nel romanzo.

I satelliti, le colonie orbitanti, la nave spaziale e la grande stazione spaziale rotante che appaiono all'inizio della seconda parte del film, sono riproduzioni di progetti della NASA mai realizzati. L'elaborazione dei vari modelli di astronavi è stata affidata a ingegneri aerospaziali e non ad artisti.

Sceneggiatura

Secondo il soggetto originale l'astronave Discovery, dopo aver superato Giove, doveva concludere il suo viaggio nel sistema di Saturno, con preferenza del satellite Giapeto, già noto per la variazione sensibile dell'albedo all'osservazione telescopica. La complessità della riproduzione degli anelli di Saturno, i forti ritardi nella realizzazione del film e le pressioni dei produttori per concluderlo spinsero Kubrick ad anticipare la conclusione del viaggio nelle vicinanze di Giove.

Secondo A.C. Clarke il monolito nero aveva dimensioni proporzionali a 1-4-9: i quadrati dei primi tre numeri naturali (zero escluso). Il "Bambino delle Stelle" intravede naturalmente i successivi rapporti dimensionali.

Effetti speciali

Kubrick decise di utilizzare una proiezione frontale per produrre fondali nelle scene dei paesaggi africani degli ominidi, in quanto le tecniche tradizionali non producevano l'aspetto realistico che Kubrick desiderava. La tecnica consisteva nell'utilizzare un proiettore per impostare precisamente lo scenario ad angolo retto alla telecamera, e in uno specchio semi-riflettente posto ad un angolo di fronte alla telecamera che rifletteva l'immagine proiettata in avanti, direttamente con l'obiettivo della telecamera, su un fondale appositamente progettato. Così lo schermo era in grado di riflettere in modo più efficiente la luce della immagine proiettata rispetto al soggetto realizzato in primo piano. Oltre alla sequenza degli ominidi, il sistema della proiezione frontale è stato usato anche per descrivere gli astronauti camminare sulla superficie lunare con la Terra sullo sfondo. La tecnica è stata utilizzata ampiamente nel settore cinematografico, nonostante nel 1990 venga in gran parte sostituita dal green screen. Per gli scatti all'interno della navicella, Kubrick usava un 30-short-ton (27 t) rotante costruito dalla Vickers-Armstrong Engineering Group ad un costo di 750 mila dollari. Il diametro del set era di 12 metri circa ed era largo 3 metri.

Varie scene nella centrifuga del Discovery venivano girate con la telecamera fissa nella parte interna della ruota rotante per mostrare l'attore camminare completando il giro, oppure venivano montate in modo tale che la ruota ha ruotato indipendentemente dalla telecamera fissa. La famosa sequenza finale dei fasci di luce (in inglese chiamata "Stargate") è stata realizzata con una tecnica chiamata slit-scan, che consiste nel posizionare una fessura di scorrimento tra cinepresa e piano.[15]

Accoglienza

Il film venne presentato il 6 aprile 1968.

Nonostante avesse ricevuto inizialmente reazioni contrastanti da parte della critica e del pubblico, Odissea nello spazio ottenne un seguito da film di culto e divenne il maggiore incasso cinematografico nordamericano del 1968.

Incassi

A fronte di un costo di produzione di circa 12 milioni di dollari,[16] il film alla sua uscita nel 1968 incassò 15 milioni di dollari nei soli Stati Uniti[17][18] (oltre 56 milioni dollari includendo le riedizioni negli anni successivi)[16] e oltre 190 milioni di dollari nel resto del mondo.[19]

Critica

Secondo il parere pressoché unanime della critica, il film di Kubrick rappresenta una svolta epocale per il cinema di fantascienza e una pietra miliare per il cinema in generale.[4][5] Fantafilm scrive:

«Mai prima era stato tanto potentemente evocato l'ignoto che attende l'uomo oltre gli ormai più o meno disvelati "vicini" planetari del sistema interno [...]. Mai prima l'uomo era stato così esplicitamente riconosciuto vero protagonista, e posto con decisione al centro della scena, soggetto ed oggetto al tempo stesso di una filosofica e quasi metafisica ricerca del significato della vita, e del suo posto e del suo ruolo in un universo largamente incomprensibile nella sua infinità. [...] Kubrick realizza un'opera unica ed irripetibile, che si colloca subito e per sempre tra i capolavori immortali del cinema. [...] Originalissimo nella scelta delle musiche, il film è anzitutto geniale ed innovativo nelle tematiche, tra le quali già individua, con moderna visione anticipatoria, il problematico rapporto con l'intelligenza artificiale. Scientificamente corretto, minuzioso e plausibile sino al più piccolo particolare di vita quotidiana nello spazio, visivamente elegante in ogni momento e con alcune sequenze davvero indimenticabili, 2001 rimane uno spettacolo affascinante e suggestivo, ed uno dei più grandi film di tutti i tempi.»

Il film racconta una favola apocalittica sul destino dell'umanità e dello sviluppo della tecnologia, raccontato come se fosse un documentario.[4] Inclassificabile, una «scommessa folle» ma vinta del regista[20] un'avventura spaziale che «diventa scoperta di sé stessi»,[21] con una grande quantità di spunti e di possibili letture. Dal canto suo Stanley Kubrick - regista, sceneggiatore e produttore del film - dichiarò che "ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio."[22]

Il film ha avuto una riconosciuta influenza in tutta la cinematografia successiva. George Lucas, regista di Guerre stellari, ha dichiarato:

«Negli anni '50 la scienza ha prevalso sulla fantasia e il romanzesco è stato più o meno abbandonato, man mano che i viaggi nello spazio e la tecnica venivano in primo piano. In questo filone, il capolavoro è 2001: Odissea nello spazio, uno dei miei film preferiti, in cui tutto è scientificamente esatto e immaginato partendo dal possibile. È veramente l'apice della fantascienza[23]»

Il tema dell'intelligenza artificiale

«A me piace lavorare con la gente. Ho rapporti diretti e interessanti con il dottor Poole e con il dottor Bowman. Le mie responsabilità coprono tutte le operazioni dell'astronave, quindi sono perennemente occupato. Utilizzo le mie capacità nel modo più completo; il che, io credo, è il massimo che qualsiasi entità cosciente possa mai sperare di fare.»

Uno dei temi fantascientifici di 2001 che maggiormente colpirono pubblico e critica è quello del supercomputer HAL 9000 e della sua ribellione.

Nel film HAL appare dotato di una vera intelligenza artificiale: ha un occhio che gli permette di vedere come un umano e addirittura di leggere il labiale degli umani, parla con una voce del tutto naturale e sembra in grado di provare sentimenti umani. Naturalmente sa giocare benissimo a scacchi e sconfiggere gli esseri umani in questo gioco, come dimostrato nella partita contro Frank Poole, e sa anche fare del male e uccidere, quando si rende conto della possibilità di essere "disattivato".

Su questo tema Clarke e Kubrick erano stati troppo ottimisti: oggi sappiamo che i computer del 2001 sono ben lontani dal traguardo dell'intelligenza artificiale. L'unica previsione realizzatasi alla lettera è quella che i computer sono capaci di battere gli uomini nel gioco degli scacchi, anche quando si trovano a giocare contro dei campioni del mondo, come nel caso di Deep Blue. È curioso tuttavia considerare che nel film non era stata prevista l'evoluzione dei sistemi di salvataggio dei dati: HAL, difatti, dietro richiesta degli astronauti, salva il resoconto di alcune operazioni su scheda perforata. Tuttavia, se si intende la "supremazia" del computer come una oscura prevalenza della tecnologia ovunque diffusa (imprevedibile nelle sue conseguenze e nei suoi condizionamenti sulla cultura umana), è indubitabile l'attualità della visione del regista. Su ciò Kubrick avrebbe degli illustri e molto dibattuti antesignani: il filosofo Martin Heidegger, con la sua "questione della tecnica"[24], e il sociologo Günther Anders, con la sua definizione di "uomo antiquato"[25] (ovvero: l'uomo che, dopo la bomba atomica, produce tecnologia ben oltre le sue capacità di valutarne appieno le conseguenze; per millenni abbiamo immaginato più di quanto non potessimo realizzare, mentre oggi realizziamo più di quanto non siamo poi in grado di controllare, nemmeno con l'immaginazione). Andando ancora a ritroso, lo possiamo trovare negli antichi testi sacri ebraici, dove si parla di un gigante costruito per la difesa del popolo ebraico, chiamato Golem[26], fatto di argilla, incapace di sentimenti, ma che poi sfugge al controllo del suo creatore, distruggendo ogni cosa sul suo cammino, e guarda caso proprio quando gli viene scritto "morte" sulla testa per renderlo inoperativo.

Va ricordato che Kubrick voleva realizzare un altro film sull'intelligenza artificiale, ma la morte lo colse prima di aver completato questo progetto. Il film fu realizzato con il titolo di A.I. - Intelligenza artificiale da Steven Spielberg che sostiene di aver seguito in buona parte le indicazioni di Kubrick.[27]

Colonna sonora

Musica nella versione definitiva

La colonna sonora, rimasta una delle più famose nella storia del cinema, è composta da celebri brani di musica classica di autori classici e contemporanei, tra cui:

Il tema principale, Così parlò Zarathustra, sottolinea i punti di svolta della storia, come il momento in cui Guarda-la-Luna inizia a mettere a frutto gli insegnamenti del Monolito, impugnando un osso e comprendendo di avere tra le mani un'arma per procurarsi da mangiare e per sopraffare i nemici, oppure quando David Bowman, sempre per mezzo del Monolito, si trasfigura in un essere nuovo, il Bambino delle Stelle. La scelta di questo brano probabilmente non è casuale, in quanto il poema sinfonico di Richard Strauss è ispirato all'omonima opera di Friedrich Nietzsche, nella quale si narra la discesa del profeta Zarathustra tra gli uomini per insegnare loro a divenire esseri liberi dai propri limiti (il concetto nietzschano di Oltreuomo). È quindi probabile che Kubrick e Clarke abbiano voluto evocare un'analogia tra Zarathustra e il monolito, e tra l'Oltreuomo e il Bambino delle Stelle.

Ligeti fu entusiasta dell'impiego delle sue opere, come il Requiem e l'alieno Atmospheres, ma altrettanto duro verso il regista.

«Meraviglioso è il modo in cui la mia musica è utilizzata nel film, lo è meno che nessuno mi abbia mai consultato e che non sia stato pagato. Ammiro l'arte di Kubrick ma non il suo egoismo e il suo disprezzo per la gente.[28]»

Partitura respinta di Alex North

La colonna sonora avrebbe dovuto essere, in origine, completamente diversa. Per realizzare le musiche, la casa di produzione aveva preteso che fosse scritturato lo stimato compositore avanguardistico Alex North, con cui Kubrick aveva già lavorato per il suo precedente film, Spartacus. Fin dai primi contatti con il musicista, Kubrick aveva però lasciato intendere di voler impiegare (anche) brani di musica classica. In particolare aveva insistito per mantenere, nell'inizio della pellicola, il noto brano di Strauss, che aveva scelto come brano provvisorio, ma del quale si era definitivamente innamorato. Il compositore North provò, tuttavia, a proporre al regista un brano di produzione propria, scritto in modo da mantenere un'atmosfera musicale analoga a quella del brano di Strauss. North, inoltre, compose musica anche per alcune scene successive, ma sempre collocate nella prima parte del film: in particolare, scrisse brani relativi al volo della stazione orbitale e al viaggio verso la Luna dello Shuttle del Dr. Floyd. In seguito, durante le fasi successive della lavorazione del film, North ebbe solo contatti sporadici con Kubrick. Dopo un po' di tempo a North venne chiesto di sospendere la produzione di ulteriori nuovi brani, per la seconda metà della pellicola. In seguito gli fu detto che la seconda parte del film sarebbe stata realizzata senza usare alcun commento musicale. Fu solo durante la proiezione della prima del film a Londra che il musicista, invitato a presenziare e convinto di essere parte dello staff produttivo, scoprì invece che tutto il materiale da lui composto e registrato, era stato infine scartato da Kubrick, che aveva seguito il suo proposito iniziale e aveva quindi utilizzato, oltre a quello di Strauss, anche altri brani di musica sinfonica già esistenti.

La partitura originale scritta da North, per quanto incompleta, è rimasta per molti anni un lavoro leggendario e molto chiacchierato nell'ambiente dei critici e degli estimatori di musica per cinema. All'inizio degli anni novanta, dietro interessamento del compositore Jerry Goldsmith, allievo e amico personale di North, l'opera è stata recuperata dall'oblio e nuovamente incisa (tuttavia dopo la scomparsa dell'autore), a cura dell'etichetta specializzata americana Varèse Sarabande, sotto la direzione musicale dello stesso Goldsmith.[29]

Nella seconda metà degli anni 2000 è stata pubblicata su CD anche una seconda edizione della composizione inedita: in questo caso l'editrice Intrada ha prodotto, a tiratura limitata, i brani di North nella loro versione originale, così come erano stati registrati a Londra nel 1968, in ottimo stato di preservazione.

Nel 1980 un fenomeno analogo si è ripetuto per la produzione del film di Kubrick Shining. Il compositore inizialmente contattato, John Williams, venne fermato subito e quindi non iniziò nemmeno a scrivere la partitura. Kubrick, nella versione finale del film, volle utilizzare solo pochi brani originali elettronici (scritti da Wendy Carlos), e impiegò per il resto una vasta scelta di musica sinfonica contemporanea.

Il computer HAL 9000

Lo stesso argomento in dettaglio: HAL 9000.

Il mistero del malfunzionamento di HAL viene svelato nel film 2010 - L'anno del contatto (1984). Nel frattempo il tema ha dato adito a numerose possibili interpretazioni, tra queste la consapevolezza di HAL di aver commesso un errore (nel prevedere un guasto all'antenna) in conflitto con la propria vantata "incapacità di errore".

Taluni hanno ipotizzato che l'acronimo "HAL" (in inglese, diminutivo del nome Henry) derivasse dal marchio "IBM" prendendo le lettere precedenti (nell'ordine alfabetico) di quest'ultimo: I → H, B → A, M → L. Arthur C. Clarke, coautore della sceneggiatura, ha seccamente smentito anni dopo tale idea, ribadendo quanto spiegato nel libro ossia l'abbreviazione di Heuristically ALgoritmic (programmed computer).

La voce italiana di HAL dal caratteristico timbro è dell'attore palermitano Gianfranco Bellini, il quale la presterà negli anni ottanta negli spot televisivi di un personal computer e di un olio per auto (uno dei primi realizzati in grafica computer 3D), nonché nel trailer del film fantascientifico Johnny Mnemonic. Nonostante il timbro di voce usato da Bellini sia differente dall'originale, Kubrick ha più volte dichiarato di considerare il doppiaggio italiano di HAL 9000 in assoluto il migliore, inviando anche una lettera di congratulazioni all'attore italiano.[senza fonte]

Influenza culturale

  • Le sequenze di Saturno, mai realizzate nel film, sono invece state effettuate per il film 2002: la seconda odissea (Silent running1972), diretto da Douglas Trumbull, supervisore agli effetti speciali del film di Kubrick. Il film non è un seguito di 2001, come invece potrebbe sembrare dal titolo italiano, che fu utilizzato in Italia come richiamo commerciale al film di Kubrick.
  • Il contatto tra gli ominidi e il monolito extraterrestre richiama la Teoria degli antichi astronauti che ipotizza antichi contatti alieni con gli uomini.
  • La scena delle scimmie e del monolito è stata ripresa in innumerevoli opere, spesso a scopo parodistico, per citare esempi: La pazza storia del mondo (1981) di Mel Brooks, dove le scimmie traggono piacere dal toccare una determinata parte del proprio corpo, e in Slok (1972), opera prima del regista comico John Landis, dove un antropoide (interpretato sotto una maschera dallo stesso regista) terrorizza la provincia americana. Segue un balletto che fa il verso al film di Kubrick, sulle note di Also sprach e con un lancio finale di banane. Anche nel film di Tim Burton La fabbrica di cioccolato del 2005 (tratto dal romanzo omonimo di Roald Dahl) è presente il famoso Così parlò Zarathustra in una scena ambientata nella stanza detta del "Telecioccolato" la cui particolarità è la presenza di un macchinario che teletrasporta barrette di cioccolato all'interno di un televisore. Al momento del teletrasporto effettuato la barretta è in piedi (chiarissimo riferimento al monolite di 2001: Odissea nello spazio) e in TV viene trasmesso un documentario sulle scimmie (un altro riferimento al capolavoro di Kubrick, ovvero la scena iniziale del film). Nel film Zoolander (2001) i protagonisti Ben Stiller e Owen Wilson tentano di estrarre alcuni file da un computer MAC comportandosi come le scimmie della scena iniziale. Nell'episodio de I Simpson della terza stagione Il pony di Lisa, Homer fa un sogno in cui è una delle scimmie, che si mette a dormire appoggiato al monolito, però poi, mentre le altre scimmie scoprono il modo di usare gli utensili, Homer invece soltanto l'ozio. Nell'episodio di The Big Bang Theory della prima stagione La polarizzazione di Cooper e Hofstadter i quattro protagonisti Leonard, Sheldon, Howard e Raj si comportano come le scimmie della scena iniziale dopo la riuscita dell'esperimento di Howard di comandare attraverso il computer portatile lo stereo della casa di Leonard e Sheldon, il quale diffonde appunto il tema Così parlò Zarathustra. Nel film Arrivano i gatti i quattro protagonisti (Umberto Smaila, Jerry Calà, Franco Oppini, Nini Salerno) ricevono una lettera di invito a recarsi da Verona a Roma per partecipare al fantomatico concorso televisivo "2001: Odissea nello sfarzo" e Nini accoglie la notizia intonando il medesimo tema.
  • Il tema del malfunzionamento del computer HAL venne ripreso nel film Dark Star, in un episodio della serie Futurama e nella serie La donna bionica, dove la cyborg protagonista sfida un'analoga macchina ribelle di nome Alex 7000. La vicenda della pazzia di HAL 9000 è stata ironicamente usata anche per una puntata della serie televisiva I Simpson, mescolata con quanto narrato da Dean Koontz in Generazione Proteus. Un cortometraggio di produzione italiana, dal titolo ironico "Hallanima", vede il computer doppiato da brani di film con il caratterista Bombolo, il quale dissente e reagisce a suo modo al tentativo degli umani di disinserimento.
  • La scena in cui Bowman prova a disattivare HAL è stata ripresa dal cartone South Park nell'episodio L'astuccio del Cacciatore (4x12) nella scena in cui Kyle cerca di disattivare Cartman quando esso viene inglobato dall'astuccio
  • Il comico Bill Hicks ha reso omaggio all'opera durante i suoi maggiori spettacoli con l'iconico monolito dal quale egli saliva sul palco.

Nella musica

  • David Bowie dichiarò che per scrivere Space Oddity si ispirò al film, smentendo la credenza che scrisse la canzone in onore del lancio dell'Apollo 11 nel 1969.
  • Il beatle John Lennon si proclamava fan entusiasta della pellicola, al punto da visionarla almeno una volta la settimana nella sua sala privata.[30][31]
  • Il video musicale di Wait degli M83 è fortemente ispirato al film, presentando alcune sequenze simili.

Televisione

  • La puntata di Camera Café intitolata 2008: Odissea nell'ufficio è una vera e propria parodia del film, alla fine dell'episodio si può anche notare il famoso monolito che in realtà è solo la nuova macchinetta del caffè.

Nei fumetti

  • Nel fumetto di Rat-Man la storia La Sentinella, apparsa per la prima volta sul numero 22, è una parodia del film, mentre nella serie animata di Rat-Man compare la pubblicità di un cellulare chiamato ironicamente "Monolith".
  • Sia nel numero 9 (Alfa e Omega) che nel numero 280 (Mater Morbi) di Dylan Dog possiamo riscontrare chiari omaggi al film di Kubrick
  • Il numero 2 (Il monolito nero) di Nathan Never è totalmente incentrato sul film di Kubrick.

Giochi

La TSR pubblicò su licenza il modulo di gioco di ruolo 2001: A Space Odyssey (Frank Mentzer, 1984), basato sul suo regolamento Star Frontiers che permetteva di interpretare la storia del film[32].

Tecnologia e diritto

Una scena del film in cui gli astronauti utilizzano dei dispositivi hardware costituiti da uno schermo rettangolare circondato da una cornice è stata citata dalla Samsung nell'ambito della causa contro Apple, nel tentativo di invalidare un brevetto di quest'ultima sull'aspetto esteriore dell'iPad, sostenendo che tali caratteristiche erano già presenti in opere precedenti.[33]

Visione futuribile del film

  • Secondo alcuni, le previsioni della pellicola sarebbero state attendibili qualora fosse rimasto costante lo sforzo di Stati Uniti e Unione Sovietica nella corsa allo spazio degli anni sessanta.[34]
  • Il padre dell'astronautica Wernher von Braun prevedeva un atterraggio umano su Marte alla metà degli anni ottanta.[35] Nel romanzo il personaggio di Floyd è reduce da una missione sul Pianeta Rosso.
  • Kubrick anticipa l'utilizzo di monitor a schermo piatto con formato quadrato 1:1. Nel romanzo, la camera da letto della suite aliena dispone di uno schermo simile disposto sul soffitto e comandato da una tastiera a sensori ma provvista di cavo.

Riconoscimenti

Note

  1. ^ a b 2001: Odissea nello spazio – Info principali, su imdb.it, Internet Movie Database. URL consultato il 7 dicembre 2011.
  2. ^ a b 2001: Odissea nello spazio – Specifiche tecniche, su imdb.it, Internet Movie Database. URL consultato il 7 dicembre 2011.
  3. ^ in una nota introduttiva al racconto stesso pubblicato nell'antologia La sentinella (Ed. Visual Pubblications)
  4. ^ a b c Morando Morandini, Laura Morandini, Mauro Tassi, Il Morandini 2010, pag 458, Zanichelli, 2010, ISBN 978-88-08-30176-5.
  5. ^ a b c Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), 2001: Odissea nello spazio, in Fantafilm. URL consultato il 21 maggio 2015.
  6. ^ (EN) National Film Registry, su loc.gov, National Film Preservation Board. URL consultato il 4 gennaio 2012.
  7. ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  8. ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies - 10th Anniversary Edition, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  9. ^ Nella versione originale HAL canta la canzone Daisy Bell
  10. ^ Entrambi i termini sono menzionati – ovviamente, il primo nell'edizione italiana, il secondo in quella originale – esclusivamente nel romanzo 2001: Odissea nello spazio di Clarke
  11. ^ Spiegazione su vialattea.net, su vialattea.net. URL consultato il 2 agosto 2012.
  12. ^ Scuola di Francoforte (PDF), su treccani.it. URL consultato il 2 agosto 2012.
  13. ^ (EN) Front Projection for "2001: A Space Odyssey", su visual-memory.co.uk. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  14. ^ a b (EN) Murray Leinster Site, su sfsite.com. URL consultato il 24 febbraio 2010.
  15. ^ (EN) SLIT SCAN: RECREATING THE STAR GATE FROM STANLEY KUBRICK’S “2001″ USING LEGOS, su filmmakeriq.com. URL consultato il 30 novembre 2014.
  16. ^ a b (EN) 2001: Odissea nello spazio, su boxofficemojo.com, Mojo Box Office. URL consultato il 21 ottobre 2011.
  17. ^ Sheldon Hall, Introduction to 2001: A Space Odyssey, su In70mm.com, 9 aprile 2011. URL consultato il 20 marzo 2012.
  18. ^ "Big Rental Films of 1968", Variety, January 8, 1969 p 15. This figure is a rental accruing to distributors.
  19. ^ Frank Miller, The Critics' Corner on 2001: A Space Odyssey, su Turner Classic Movies. URL consultato il 24 dicembre 2014.
  20. ^ Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 marzo 2001
  21. ^ Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 9 marzo 2001
  22. ^ Paolo Mereghetti, Il Mereghetti: dizionario dei film 2002, Baldini & Castoldi, 2001, p. 669, ISBN 978-88-8490-087-6.
  23. ^ Sergio Arecco, George Lucas, Castoro 1995, p. 11.
  24. ^ Paolo D'Alessandro, Andrea Potestio, Filosofia della tecnica, LED Edizioni Universitarie, 2006 p.112
  25. ^ Günther Anders, L'uomo è antiquato, Bollati Boringhieri, 2007
  26. ^ Moshe Idel, Il Golem, Einaudi, 2006
  27. ^ Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo, Michele Tetro, Il grande cinema di fantascienza: da "2001" al 2001, Gremese Editore, 2001 p.194
  28. ^ Stanley, carissimo dittatore - Repubblica.it » Ricerca
  29. ^ note all'edizione discografica cfr. CD 2001: the Lost Original Score, Varèse Sarabande, 1993 - libretto di Robert Townsend, con intervista ad Alex North, alla moglie Anna North, e dichiarazioni dei compositori Jerry Goldsmith, Henry Mancini, Elmer Bernstein e John Williams
  30. ^ Introduction to 2001:A Space Odyssey
  31. ^ The Quote Page
  32. ^ (EN) Lawrence Schick, Heroic Worlds: A History and Guide to Role-Playing Games, New York, Prometheus Books, 1991, p. 316, ISBN 978-0-87975-653-6.
  33. ^ Samsung vs Apple: Samsung cita una scena di 2001: Odissea nello spazio, in tuttoandroid.net, 24 agosto 2011. URL consultato il 30 dicembre 2012.
  34. ^ Contenuti speciali dell'edizione DVD. In essi è incluso un filmato illustrativo del direttore della rivista d'attualità Look - dove Kubrick esordì come fotografo - indirizzato a dei potenziali clienti, dove si indica l'allora corsa allo spazio quale ottima opportunità per un investimento pubblicitario.
  35. ^ Intervista di Oriana Fallaci riportata nel suo libro Se il sole muore.

Bibliografia

  • Giuseppe Lippi, 2001 Odissea nello spazio. Dizionario ragionato, Recco, Le mani, 2008, ISBN 978-88-8012-447-4
  • Giulio Angioni, Un film del cuore, in Il dito alzato, Palermo, Sellerio, 2012, 224-2030, ISBN 88 389 2653 0
  • Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo, Michele Tetro, Il grande cinema di fantascienza: da "2001" al 2001, Gremese, 2001

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