Maria Teresa d'Austria: differenze tra le versioni

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Maria Teresa d'Austria (disambigua).
Maria Teresa
Maria Teresa d'Austria in un ritratto di Martin van Meytens, 1759
Arciduchessa regnante d'Austria,
Re apostolico d'Ungheria,
Regina regnante di Boemia
Stemma
Stemma
In carica20 ottobre 1740 –
29 novembre 1780
Incoronazione25 giugno 1741
PredecessoreCarlo VI
SuccessoreGiuseppe II
Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero
In carica13 settembre 1745 –
18 agosto 1765
PredecessoreMaria Amalia d'Asburgo
SuccessoreMaria Giuseppa di Baviera
Nome completoMaria Theresia Walburga Amalia Christina von Habsburg
Altri titoliRegina regnante di Croazia e Slavonia
Duchessa regnante di Parma e Piacenza
Duchessa regnante di Milano
Regina consorte di Germania
Granduchessa consorte di Toscana
NascitaHofburg, Vienna, 13 maggio 1717
MorteHofburg, Vienna, 29 novembre 1780
Luogo di sepolturaCripta Imperiale, Vienna
Casa realeAsburgo
PadreCarlo VI d'Asburgo
MadreElisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel
ConsorteFrancesco I di Lorena
FigliMaria Elisabetta
Maria Anna
Maria Carolina
Giuseppe II
Maria Cristina
Maria Elisabetta
Carlo Giuseppe
Maria Amalia
Leopoldo II
Maria Carolina
Maria Giovanna Gabriella
Maria Giuseppina
Maria Carolina
Ferdinando
Maria Antonietta
Massimiliano
Religionecattolica
MottoJustitia et Clementia[1]
Firma

Maria Teresa d'Asburgo (Vienna, 13 maggio 1717Vienna, 29 novembre 1780) è stata arciduchessa regnante d'Austria, re apostolico d'Ungheria,[2] regina regnante di Boemia e di Croazia e Slavonia, duchessa regnante di Parma e Piacenza, duchessa regnante di Milano e Mantova e inoltre granduchessa consorte di Toscana e imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I, già duca di Lorena col nome di Francesco III Stefano.

In virtù della Prammatica Sanzione del 1713, emanata dal padre, l'imperatore Carlo VI, nel 1740 fu la prima (nonché unica) donna della Casa d'Austria ad ereditare il governo dei vasti possedimenti della monarchia asburgica. L'eredità di Maria Teresa non fu riconosciuta da diversi stati tedeschi, che, spalleggiati dalla Francia e dalla Spagna, precipitarono l'Europa centrale in quella che fu nota come guerra di successione austriaca. Alla fine, Maria Teresa uscì vittoriosa e venne riconosciuta come legittima sovrana dei suoi possedimenti ereditari, ma non poté essere eletta al soglio imperiale e si accontentò d'essere l'imperatrice consorte[3], facendo eleggere come imperatore il proprio marito. Il suo governo personale è ricordato come un periodo ricco di riforme economiche e sociali, nonché di grande sviluppo culturale.

Insieme al marito fu fondatrice del casato degli Asburgo-Lorena, la dinastia che resse le sorti dei domini austriaci fino alla prima guerra mondiale. Fu madre degli imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, nonché di Maria Antonietta, regina di Francia, e Maria Carolina, regina di Napoli e Sicilia.

Biografia

Infanzia e problemi successori

Maria Teresa a tre anni nel giardino del palazzo di Hofburg

Nata nella mattina del 13 maggio 1717, secondogenita e figlia maggiore superstite dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo e della moglie Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, fu battezzata la sera stessa avendo come madrine la zia Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg e la nonna Eleonora Maddalena del Palatinato-Neuburg[4].

Nel corso del battesimo, Maria Teresa fu portata davanti alle sue cugine, Maria Giuseppa d'Austria e Maria Amalia, le figlie dell'imperatore, ormai defunto, Giuseppe I; questo fu il primo segnale che il padre non avrebbe seguito il patto di successione e che avrebbe anteposto sua figlia a quelle del fratello, Giuseppe I[5][6].

Infatti, l'imperatore Carlo VI, sebbene fosse deluso dalla mancanza di eredi maschi che potessero continuare la dinastia[7][8], nel 1713, emanò la Prammatica Sanzione mediante la quale diseredava le figlie del fratello Giuseppe e nominava quale erede Maria Teresa[9].

In ogni caso, la Prammatica Sanzione fu accettata dalle altre potenze europee solo dopo difficili negoziati che obbligarono l'imperatore ad accettare alcune condizioni: infatti, la Gran Bretagna pretese come contropartita all'accettazione lo smantellamento della Compagnia di Ostenda[10] mentre Spagna e Francia richiesero alcune contropartite in Italia. Dunque, la Prammatica Sanzione fu accettata solo da alcuni stati, la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna, Sassonia, la Polonia, la Repubblica delle Sette Province Unite, lo Stato Pontificio, la Russia e la Danimarca, la Prussia e la Baviera[11]. In realtà, al momento opportuno, Francia, Spagna, Sassonia, Baviera e Polonia avrebbero rinnegato il riconoscimento.

Giovinezza

Maria Teresa in giovane età. Ritratto di Andreas Møller, 1729

Dopo la nascita di Maria Teresa, la famiglia imperiale ebbe altre due figlie, Maria Anna e Maria Amalia che, però, morì a sei anni[12]. Fisicamente, Maria Teresa aveva grandi occhi azzurri, capelli biondi, un lieve rossore alle gote, una bocca larga ed un corpo forte[13]; inoltre, siccome i genitori non avevano stretti rapporti di parentela, Maria Teresa non subì gli effetti nefasti dei matrimoni tra stretti consanguinei che avevano caratterizzato molti dei suoi antenati[14].

Caratterialmente, Maria Teresa era estremamente seria e riservata; amava cantare, tirare con l'arco e avrebbe voluto imparare almeno le basi dell'equitazione ma il padre, temendo si potesse far male, glielo impedì[15]; inoltre, partecipava alle produzioni liriche, spesso condotte direttamente dall'imperatore Carlo VI[16].

La sua educazione fu supervisionata dai gesuiti che, sebbene riuscissero ad insegnarle un buon latino, non furono in grado di correggere la sua ortografia e punteggiatura non convenzionale né le trasmisero la capacità oratoria dei suoi predecessori, a tal punto che la stessa Maria Teresa divenne solita parlare e scrivere nel dialetto viennese[17]. Il padre, che ancora aspettava un erede maschio, non la istruì sugli affari di stato né diede alla figlia la preparazione propria di un erede al trono, sebbene le permettesse di partecipare alle sedute del consiglio sin dai quattordici anni[18][19]; per questo motivo, infatti, Maria Teresa, al pari della sorella minore, ricevette esclusivamente nozioni di disegno, pittura, musica e danza, discipline tipiche per un ruolo di una principessa o di una regina consorte[20].

Matrimonio

Maria Teresa e Francesco Stefano di Lorena al matrimonio, Martin van Meytens

Sin dall'infanzia, Maria Teresa divenne oggetto di trattative matrimoniali tra le diverse corti d'Europa. Il padre decise di fidanzare la figlia al principe Leopoldo Clemente il quale avrebbe dovuto incontrare Maria Teresa a Vienna nel 1723 ma morì di vaiolo[21]; l'imperatore, allora, ripiegò sul fratello minore del principe Leopoldo Clemente, Francesco Stefano di Lorena e lo invitò a vivere a Vienna[22].

In ogni caso, Carlo VI, considerò altre possibilità: pensò di sposare la figlia al principe ereditario di Prussia, Federico, in modo da creare un forte stato tedesco, ma le differenze religiose furono insormontabili; in seguito, promise la figlia in moglie a Carlo di Spagna ma le potenze europee si opposero e lo costrinsero a rinunciare, timorose che un tale matrimonio avrebbe sconvolto gli equilibri europei[23]. Maria Teresa, che nel frattempo era divenuta ottima amica di Francesco Stefano di Lorena, fu assai rallegrata della conclusione negativa di tali negoziati[24].

Maria Teresa e il consorte Francesco Stefano di Lorena, 1746

Nel 1729, alla morte del padre Leopoldo, Francesco Stefano salì al trono di Lorena e partì da Vienna[25]; finalmente, il 31 gennaio 1736, durante i negoziati per la conclusione della guerra di successione polacca, Luigi XV di Francia accettò che Francesco Stefano fosse fidanzato a Maria Teresa, alla sola condizione di rinunciare al Ducato di Lorena in favore del deposto re di Polonia, Stanislao Leszczyński, e ricevendo in cambio il diritto di succedere al granduca di Toscana, Gian Gastone de' Medici, il quale non aveva eredi maschi. Francesco Stefano accettò gli accordi e sposò Maria Teresa il 12 febbraio 1736[26].

L'amore di Maria Teresa per il marito fu forte e possessivo[27]: nelle lettere esprimeva il suo desiderio di vedere lui e solo lui mentre le risposte del marito apparivano assai formali[28][29]. Estremamente gelosa, ebbe col passare degli anni forti contrasti con il marito per le sue infedeltà, in specie con Maria Wilhelmina von Neipperg, principessa di Auersperg, la sua amante più nota[30][31][32].

Alla morte di Gian Gastone, il 9 luglio 1737, Francesco Stefano divenne granduca di Toscana. L'anno seguente, Carlo VI invitò la figlia ed il genero a fare il loro ingresso formale in Toscana: per l'occasione, fu eretto un arco trionfale a Porta Galla, dove rimane ancor oggi; tuttavia, il soggiorno fu breve poiché l'imperatore richiamò la figlia, ormai sua erede designata a Vienna. Nella capitale danubiana, infatti, li attese una situazione assai complessa: dall'estate del 1738, l'Impero Austriaco era in guerra con l'impero Ottomano ma il conflitto stava volgendo al disastro; le continue sconfitte e le perdite territoriali avevano portato i viennesi alla rivolta e Francesco Stefano, inviato al fronte, divenne oggetto del disprezzo generale in virtù delle sue origini francesi che ne facevano temere la lealtà; finalmente, nel 1739, la guerra si concluse con il Trattato di Belgrado[33].

Ascesa al trono

22 novembre 1740, processione di Maria Teresa lungo la Graben, poco prima di ricevere il giuramento di fedeltà alla cattedrale di Santo Stefano

Carlo VI morì il 20 ottobre 1740, probabilmente di avvelenamento da funghi; l'imperatore lasciava alla sua morte una situazione assai precaria: avendo ignorato il consiglio del principe Eugenio di Savoia, aveva ottenuto in via diplomatica l'adesione delle altre potenze ai suoi progetti successori, ma non si era cautelato contro eventuali voltafaccia degli altri monarchi e dunque non aveva previsto la minaccia di una guerra di successione[34]. Il tesoro, infatti, conteneva appena 100.000 fiorini, l'esercito aveva al servizio appena 80.000 uomini che, sebbene devoti alla dinastia, erano scoraggiati a causa della sconfitta contro i Turchi subita l'anno prima[35].

Peraltro, Maria Teresa non era preparata al suo ruolo di regina regnante: non era informata di questioni di stato, non conosceva i ministri, non aveva rapporti con gli altri monarchi, e l'unico consiglio lasciatole dal padre era stato di mantenere i consiglieri e di affidarsi al marito. Lei stessa descrisse nel "Testamento Politico" le circostanze della sua ascesa al potere: "Mi sono trovata senza danaro, senza credito, priva di una armata, senza esperienza e conoscenza di me stessa e, infine, anche senza consiglio, poiché ciascuno dei suoi membri, in un primo momento, voleva aspettare e vedere come si sarebbe sviluppata la situazione"[19][36].

Sin dall'ascesa al trono, respinse la possibilità che altri Paesi potessero ottenere alcuni suoi territori e subito si attivò per ottenere la dignità di Imperatore del Sacro Romano Impero; tuttavia, dal momento che le donne non potevano accedere al soglio imperiale, cercò di favorire la successione del marito[37].

Francesco Stefano, tuttavia, sebbene Granduca di Toscana (nonché Duca di Teschen e conte di Falkenstein), non aveva il titolo di Principe Elettore e quindi non avrebbe potuto votare per la propria elezione ad imperatore[38]. Pertanto, al fine di garantire una sufficiente base politica al marito, Maria Teresa decise di conferirgli a titolo formale la co-reggenza dei domini ereditari asburgici affinché potesse partecipare alle riunioni della Dieta Imperiale in qualità di Principe elettore di Boemia[39]. In ogni caso, ci volle oltre un anno prima che la Dieta di Ungheria accettasse Francesco Stefano nel suo ruolo di sovrano associato[40].

Va infine aggiunto che Maria Teresa, nonostante provasse un forte sentimento di amore nei confronti del marito e sebbene lo avesse associato a sé nel governo, impedì sempre che Francesco Stefano si ingerisse negli affari di stato e spesso giunse a congedarlo dalle riunioni di consiglio, quando non erano d'accordo[41]. L'ascesa al trono fu, quindi, formalizzata il 22 novembre 1740, quando Maria Teresa ottenne, alla Hofburg - residenza cittadina della corte - l'omaggio della nobiltà dei possedimenti ereditari della Bassa Austria.

Quello stesso anno ratificò la dichiarazione di Andrea II in favore degli Ungheresi nel 1222. Infatti, né Andrea né Maria Teresa erano imbevuti della falsa idea del diritto divino dei re, quando pronunciarono il diritto di resistenza contro di loro.[42]

Guerra di successione austriaca

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di successione austriaca.
Maria Teresa mentre viene incoronata Regina di Ungheria, Cattedrale di San Martino, Bratislava
Maria Teresa d'Austria. Ritratto di Gabriello Mattei.

Subito dopo l'ascesa al trono, alcuni sovrani europei, che in un primo momento avevano riconosciuto la successione di Maria Teresa, ruppero le loro promesse: infatti, Carlo VII di Baviera, marito di Maria Amalia d'Asburgo, cugina di Maria Teresa, con il sostegno di Francia e Spagna, pretese parte dei possedimenti asburgici[43]; a dicembre, Federico II di Prussia invase la Slesia e pretese che Maria Teresa accettasse di consegnarla a lui, oppure avrebbe appoggiato gli avversari[44] Contemporaneamente, Maria Teresa ottenne l'appoggio di Carlo Emanuele III di Savoia, stato che non aveva accettato la Prammatica Sanzione durante la vita di suo padre, nel novembre del 1740[45].

Sostenuta da questo successo, Maria Teresa rifiutò di cedere la Slesia, temendo che una qualsiasi violazione della Prammatica Sanzione avrebbe potuto invalidare l'intero documento; lo stesso Francesco Stefano esclamò all'ambasciatore prussiano: "Meglio i Turchi alle porte di Vienna, meglio la resa dei Paesi Bassi alla Francia, meglio ogni concessione alla Baviera e alla Sassonia, piuttosto che la rinuncia della Slesia!"[46]. L'invasione della Slesia, inoltre, fu l'inizio di una lunga inimicizia con il re di Prussia, al quale Maria Teresa si riferiva come "l'uomo malvagio"[47].

A corto di ufficiali esperti, Maria Teresa rilasciò il maresciallo Wilhelm Reinhard von Neipperg, che Carlo VI aveva imprigionato per il suo scarso rendimento nella guerra contro i Turchi[48].

Nell'aprile del 1741 gli austriaci subirono una pesante sconfitta nella battaglia di Mollwitz, a seguito della quale Federico II entrò ad Olmütz e la Francia concordò con Prussia, Baviera, Sassonia e Spagna un piano di spartizione dei possedimenti asburgici[49][50]. In una situazione così compromessa, Francesco Stefano cercò di indurre la moglie ad accettare un compromesso con la Prussia e Maria Teresa, a malincuore, accettò i negoziati[51]. Contrariamente alle aspettative, tuttavia, Maria Teresa riuscì a raccogliere un notevole sostegno in Ungheria: si fece incoronare il 25 giugno del 1741 (dopo aver affinato le proprie abilità equestri necessarie per la cerimonia di incoronazione), poi, per placare coloro che consideravano il suo sesso come il più serio ostacolo, assunse i titoli maschili di arciduca e re[52].

Maria Teresa a cavallo come regina di Ungheria

A luglio, i tentativi di conciliazione con la Prussia crollarono, l'Elettore di Sassonia, fino a quel momento alleato di Maria Teresa, cambiò fronte, l'Elettore di Brunswick-Lüneburg si dichiarò neutrale; pertanto Maria Teresa fu costretta a richiedere aiuto dall'Ungheria[53]. Al fine di raggiungere tale scopo, non badò a mezzi: concesse favori alla nobiltà, donò la città portuale di Fiume all'Ungheria (fino a quel momento faceva parte dei possedimenti austriacia), infine, mostrò trionfale il figlio ed erede davanti ai nobili riuniti, assicurandosene ancora di più la simpatia[54][55].

Nel 1741, le autorità austriache informarono Maria Teresa che il popolo boemo avrebbe preferito, come sovrano, Carlo Alberto; in ogni caso, Maria Teresa rifiutò di cedere terreno[56]. Tuttavia, il 26 ottobre, Carlo Alberto, conquistata Praga, ottenne la nomina a Re di Boemia; il 24 gennaio, fu eletto Imperatore del Sacro Romano Impero, fatto che fu considerato una catastrofe[57].

Dopo alcuni insuccessi, grazie ai rinforzi ungheresi e sfruttando le divisioni degli avversari, le truppe austriache riuscirono a conquistare Monaco, la capitale di Carlo Alberto di Baviera[58].

Finalmente, nel giugno 1742, il Trattato di Breslavia concluse le ostilità tra Austria e Prussia, permettendo a Maria Teresa di concentrare tutte le sue forze nella riconquista della Boemia[59]: nell'inverno dello stesso anno, le truppe francesi abbandonavano Praga; infine, il 12 maggio 1743, Maria Teresa fu incoronata Regina di Boemia nella Cattedrale di San Vito[60].

Nel 1745 la morte di Carlo Alberto di Baviera rese vacante il trono imperiale e, nonostante alcuni successi francesi nei Paesi Bassi austriaci, il 13 settembre i principi tedeschi elessero Francesco Stefano come imperatore, mentre Federico II accettò la proclamazione dopo che Maria Teresa riconobbe, nel dicembre 1745, la perdita della Slesia[61].

La guerra si trascinò per altri tre anni, finché il trattato di Aix-la-Chapelle riconobbe la successione di Maria Teresa nei possedimenti ereditari di Austria, Boemia ed Ungheria e la posizione di Francesco Stefano quale imperatore, in cambio del riconoscimento della conquista prussiana della Slesia e della cessione del Ducato di Parma al principe Filippo di Spagna[62].

Relazioni politiche con Ebrei e Chiese Cristiane

Maria Teresa mentre celebra con la famiglia San Nicola; dipinto di Maria Cristina d'Asburgo, 1762

Come tutti i membri della Casa d'Asburgo, Maria Teresa fu fervente cattolica e ritenne che l'unità religiosa fosse necessaria per garantire una vita pubblica pacifica, tanto che più volte respinse esplicitamente l'idea di garantire una forma di tolleranza religiosa; in ogni caso, Maria Teresa respinse con decisione le intromissioni della Chiesa nelle sue prerogative di monarca e controllò personalmente la selezione di arcivescovi, vescovi ed abati[63].

Per questi motivi, il suo approccio alla religione differiva rispetto a quello dei predecessori: influenzata dalle idee gianseniste, sostenne la conversione al cattolicesimo mediante la concessioni di sussidi economici ai neo-convertiti e tollerò la chiesa greco-ortodossa, che riteneva pari a quella cattolica[64]. Lei stessa, infine, fu nota per la vita estremamente austera e ascetica, specialmente durante la lunga vedovanza[65].
I rapporti con la Sede Apostolica furono di maggiore continuità con il suo successore Clemente XIV, che:

  • soppresse l'Ordine dei Gesuiti, di cui Maria Teresa incamerò i beni[66].
  • fu promotore degli Ordini Cavallereschi, tra i quali erano anche l'Ordine militare di Maria Teresa e l'Ordine di Carlo III.
  • fu promotore ortodosso e austero dell'unità della Chiesa e della conoscenza: Clemente XIV compose "la storia dell'Ordine Benedettino e diresse l'edizione faticosa dei libri liturgici della Chiesa Orientale;[..] fu consultore del Sant'Offizio in Roma"[67].

A tre mesi dalla sua elezione, il pontificato ebbe inizio con la Decet Quam Maxime, la sua prima enciclica, che richiamava i chierici al Concilio di Trento, in particolare rispetto ad episodi di simonia[68]. Negli stessi anni, l'imperatrice d'Austria concluse l'edificazione della biblioteca benedettina di Admont.

Rapporti con i Gesuiti

Il rapporto tra Maria Teresa e la Compagnia di Gesù fu assai complesso: infatti i membri dell'ordine erano stati educatori e confessori della regina, istitutori presso il principe ereditario, influenti nella vita ecclesiastica del paese.

Tuttavia i ministri la convinsero che i gesuiti sarebbero potuti diventare un pericolo per l'autorità monarchica; non senza esitazioni, Maria Teresa decise di rimuoverli dagli incarichi pubblici, poi li esiliò.

Ebrei e protestanti

Ritratto di Maria Teresa

Anche se alla fine rinunciò a cercare di convertire i suoi sudditi non cattolici al cattolicesimo romano, Maria Teresa considerò sia gli ebrei sia i protestanti come pericolosi per lo Stato e attivamente cercò di sopprimerli[69].

Maria Teresa, infatti, aveva fortissimi pregiudizi antigiudaici, affermando che fossero una vera e propria piaga a causa della loro attività bancaria e che pertanto dovessero essere evitati ed espulsi[70]. In un primo momento, impose forti tasse alla popolazione giudaica; in seguito, nel dicembre 1744, ordinò che fossero espulsi da Vienna entro il mese seguente (poi prorogato fino al giugno del 1745); contemporaneamente, trasferì la popolazione protestante dall'Austria alla Transilvania.

Solo nel 1777, dopo che il figlio, Giuseppe, aveva minacciato di abdicare in protesta alle decisioni della madre, Maria Teresa rinunziò alla politica di conversione delle minoranze religione e acconsentì che la popolazione non cattolica potesse svolgere i riti religiosi in forma privata[66]. Ciò nonostante, il figlio Giuseppe considerava la politica religiosa della madre come "ingiusta, empia, impossibile, dannosa e ridicola"[71].

Infine, nell'ultima decade del regno, influenzata dal figlio e da un cortigiano ebreo Abraham Mendel Theben, Maria Teresa ammorbidì le proprie posizioni anti-giudaiche: nel 1762, proibì il battesimo forzato di bambini ebrei, l'anno seguente impose al clero di cessare ogni esazione patrimoniale a carico degli ebrei, nel 1764 ordinò che fossero rilasciati gli ebrei ingiustamente accusati nel villaggio di Orkuta; infine, sostenne l'attività commerciale ed industriale ebraica[72].

Riforme

Maria Teresa nel 1762

Sebbene di opinioni piuttosto conservatrici (specie se comparate a quelle del figlio e successore, Giuseppe), attuò importanti riforme in campo amministrativo e giuridico in modo da rafforzare le capacità economiche e militari dell'Austria: in primo luogo, Maria Teresa incaricò il conte Friedrich Wilhelm von Haugwitz di istituire un esercito stanziale permanente di 108.000 soldati, sottoposto direttamente al controllo del governo centrale, per pagare il quale Haugwitz razionalizzò il sistema tributario, istituendo un sistema di catasto ed imponendo anche al clero ed alla nobiltà di pagare le imposte[73].

Con tale riforma, dunque, fu sostanzialmente affermato il principio dell'equiparazione giuridica rispetto allo Stato ed alle funzioni pubbliche, tra patriziato e borghesia: infatti, se ognuno era tenuto a contribuire secondo una percentuale ai propri averi, cadeva il presupposto di uno status privilegiato per la nobiltà; il criterio di affidare l'amministrazione tributaria a "corpi" o alla "ferma" (appalto della riscossione ai privati), fu sostituito da un nuovo soggetto, il contribuente, in rapporto diretto con lo Stato[74].

A seguito di ciò, tra il 1754 ed il 1764, Maria Teresa riuscì a raddoppiare gli introiti fiscali ed a reperire i 14 milioni di fiorini annui necessari all'esercito e, anche se l'estensione dell'obbligo tributario anche a clero e nobiltà fu solo un successo parziale, tuttavia, la riforma ebbe esito positivo sull'economia[75][76].

Nel maggio del 1749, Maria Teresa curò l'unificazione delle cancellerie dei domini austriaci e boemi, mentre l'amministrazione centrale degli affari giudiziari fu affidata ad un organo distinto[77]; infine, nel 1760, istituì il consiglio di stato, composto da un cancelliere e sei membri (tre in rappresentanza dell'alta aristocrazia e tre in rappresentanza della piccola nobiltà), che, sebbene fosse dotato di sole funzioni consultive, evidenziava la differenza con altri respiri "illuminati" (tra questi Federico II) i quali esercitavano direttamente e personalmente le loro prerogative[78].

Medicina e igiene

L'imperatrice Maria Teresa in un dipinto di Martin van Meytens, prima metà del XVIII secolo

In seguito alla morte della sorella, l'arciduchessa Maria Anna, Maria Teresa reclutò il medico Gerard van Swieten affinché servisse a corte come medico personale e riformasse il sistema sanitario mediante la costruzione di un ospedale a Vienna ed il rinnovamento degli studi di medicina; in seguito, Maria Teresa affidò a Van Swieten il compito di studiare il problema della mortalità infantile in Austria e, su raccomandazione del medico, la regina sancì che l'ospedale della città di Graz (seconda città dell'Austria) avrebbe dovuto effettuare autopsie per tutte le morti avvenute, in modo da garantire dati adeguati alla ricerca medica[79][80].

Poi, Maria Teresa vietò la costruzione di cimiteri senza un previo permesso governativo, contrastando in tal modo usanze funerarie dispendiose e scarsamente igieniche[81]; infine la decisione di sottoporre, nel 1767, i propri figli alla vaccinazione fu essenziale per superare il contrasto verso tale pratica, più volte espresso dalla comunità accademica[82]. Fu la stessa Maria Teresa ad inaugurare la vaccinazione, ospitando al castello di Schönbrunn una cena per sessantacinque bambini[83].

Giustizia

In materia di diritto, Maria Teresa curò la compilazione del Codex theresianus, iniziato nel 1752 e terminato nel 1766, che regolava i diritti personali, i diritti reali e le obbligazioni[84].

Il testo del codice, diviso in tre libri, era composto da 8.000 articoli che, secondo le intenzioni iniziali, sarebbero divenuti l'unica fonte legale; tuttavia, l'opposizione del cancelliere Kaunitz, che considerava il codice troppo aderente al diritto comune ed ai diritti locali, nonché eccessivamente prolisso, ne impedì una promulgazione[85].

Inoltre, nel 1776, su impulso del figlio, Giuseppe, mise fuori legge la pratica della caccia alle streghe, ridusse le fattispecie criminose punite con la pena capitale e abolì la tortura; la lentezza ed il forte travaglio con cui l'Austria praticò tali riforme è stato spiegato da molti storici con il fatto che Maria Teresa, nata e cresciuta in età tardo barocca, si adattò con estrema difficoltà e riluttanza alle idee dell'illuminismo[86].

Regolamento generale scolastico

Maria Teresa mentre tiene in mano una maschera teatrale (1744); opera di Martin van Meytens. Maria Teresa era una nota protettrice dell'opera teatrale, che considerava sia come fonte di divertimento e di orgoglio nazionale, ma anche come mezzo di educazione morale[87]

Consapevole della inadeguatezza della burocrazia in Austria, Maria Teresa nel 1774 emanò il suo Allgemeine Schulordnung für die deutschen Normal-, Haupt und Trivialschulen in sämmtlichen Kayserlichen Königlichen Erbländern (Regolamento generale scolastico per le scuole tedesche normali, principali e banali in tutte le terre ereditarie reali reali), riformando così il sistema scolastico. Tale regolamento stabiliva che ogni bambino di età compresa tra i sei ed i dodici anni avrebbe dovuto obbligatoriamente frequentare la scuola. Questa normativa fu accolta con forte ostilità in molte aree e non ebbe l'esito desiderato dalla sovrana. In alcune zone dell'Austria, infatti, nel XIX secolo ancora metà della popolazione era analfabeta, ma il regolamento fu importante poiché sancì il principio del valore di una educazione gratuita e pubblica[78][88].

Inoltre consentì anche agli studenti non cattolici il diritto di frequentare l'università e ne riorganizzò i corsi di studi, promuovendo l'introduzione delle materie di diritto e facendo sì che i professori fossero scelti con particolare riferimento alla capacità professionale[64]; infine, allo scopo di garantire una preparazione uniforme, fu sancito che solo le università avrebbero potuto garantire il titolo di laurea, esautorando i collegi professionali o riservati alla nobiltà[85].

Maria Teresa e la Lombardia

Uno dei territori che più beneficiarono del governo di Maria Teresa fu il Ducato di Milano, le cui condizioni economico-sociali agli inizi del 1700 erano alquanto precarie, a causa degli effetti delle guerre e delle pestilenze del secolo precedente e della piuttosto inefficiente amministrazione spagnola, che non era stata in grado di gestire la stagnazione economica e la forte crisi dei settori manifatturieri lombardi[89].

Quanto al catasto, completato da [[Pompeo Neri] su incarico dell'imperatrice, la sua importanza risiede nel particolare meccanismo di funzionamento: di ogni patrimonio fondiario, veniva presunta una rendita del quattro per cento, che diventava così la base imponibile fissa di calcolo dell'imposta fondiaria; il reddito superiore al quattro per cento, così come ogni profitto derivante da un aumento del reddito, era esentato[90].

L'introduzione del catasto ebbe due effetti positivi: in primo luogo chiamava a contribuire ceti sociali che fino ad allora non avevano pagato tributi; in secondo luogo rendeva conveniente l'aumento delle rendite agricole, in quanto tali aumenti sarebbero stati in ogni caso esenti da imposte; fu proprio questo secondo fattore a spronare la nobiltà a curare meglio il proprio patrimonio, affidandolo ad una nuova figura, quella dell'affittuario, il quale, dietro il pagamento di un canone, assumeva la gestione del patrimonio in modo da raggiungere un profitto, in particolare mediante la trasformazione dei campi aperti e delle proprietà coltivate da mezzadri in pascoli per ricavare carne e latticini[91].

In seguito venne la riforma amministrativa, la quale determinò sia l'abolizione, graduale, degli appalti dei servizi pubblici (sale, dogane, poste, trasporti, tabacchi) sia la riforma delle circoscrizioni amministrative e degli enti pubblici locali: fu riconosciuto ad ogni Comune il "convocato", ovvero un consiglio composto dai principali proprietari terrieri, i quali avrebbero eletto sia il sindaco del Comune sia una delegazione consultiva presso la circoscrizione provinciale (le circoscrizioni provinciali riunite formavano la Congregazione di Stato); al vertice fu mantenuto il Senato di Milano che, però, perse le proprie funzioni amministrative a vantaggio di un secondo organo, il Consiglio del Governo presieduto dal Cancelliere, l'effettivo responsabile dell'intera amministrazione pubblica[92].

Altrettanto importante fu la graduale soppressione dei dazi interni e delle corporazioni (sostituite dal Consiglio supremo di economia e poi da un vero e proprio dicastero), in quanto, abbattendo tutti i divieti che ostacolavano la libera circolazione della manodopera, permise agli imprenditori di giovarsi della manodopera in eccesso proveniente dalle campagne per assumere in pianta stabile un numero sempre crescente di lavoratori affinché lavorassero i filati tessili negli stabili e adoperando i telai del datore di lavoro; in sostanza, sia pure a prezzo di un diffuso fenomeno di proletarizzazione del ceto artigianale, si assistette al passaggio da attività manifatturiere artigianali a vere e proprie attività industriali[93].

In materia ecclesiastica, l'iniziativa di Maria Teresa vide l'abolizione delle esenzioni fiscali di cui godevano chiese e monasteri e la soppressione della censura religiosa; infine, in ambito culturale, furono riorganizzate le Scuole Palatine di Milano e fu decretata la ricostruzione del vecchio teatro ducale; nasceva così il Teatro alla Scala[94].

Guerra dei sette anni

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra dei sette anni.
La battaglia di Kolín, 1757

Maria Teresa concepì le riforme come uno strumento per rafforzare l'impero in vista di un conflitto con il suo principale rivale, Federico II di Prussia.

Nell'agosto 1756, dopo lunghe schermaglie diplomatiche, Federico II di Prussia, invase la Sassonia, dando inizio al conflitto noto come Guerra dei sette anni in cui l'Austria, alleata con la Russia e la Francia (vero e proprio capovolgimento diplomatico orchestrato da Maria Teresa e dal cancelliere Kaunitz), fronteggiò la Gran Bretagna e la Prussia[95].

Se sui mari e nelle colonie la superiorità britannica fu quasi sempre assoluta, il fronte europeo fu assai più incerto: in un primo momento, Federico II colse alcuni successi, in seguito, la battaglia di Kolín segnò un vero e proprio capovolgimento delle sorti a favore dell'Austria, dal momento che Federico II, avendo perso un terzo delle proprie forze, non fu in grado di mantenere un contegno offensivo[96].

Nel 1758 le sorti del conflitto iniziarono ad equilibrarsi: in quell'anno, infatti, i francesi subirono una dura disfatta nella battaglia di Krefeld e furono costretti a ritirarsi al Reno; infine, alla morte dell'imperatrice Elisabetta di Russia, nel 1762, il di lei successore, Pietro III, ammiratore di Federico II, ritirò le forze russe dal conflitto, lasciando praticamente sola l'Austria. Nel 1763, i contendenti, ormai all'esaurimento delle forze, stipularono i trattati di Hubertusburg e di Parigi, mediante i quali la Francia fu costretta a rinunciare a gran parte delle sue colonie in favore degli inglesi, mentre l'Austria dovette accontentarsi dello status quo ante bellum, rinunziando al sogno di riconquistare la Slesia[97].

Vedovanza e co-reggenza con Giuseppe

L'imperatrice in abiti vedovili mentre mostra le corone d'Ungheria, Austria e Boemia

L'imperatore Francesco morì il 18 agosto 1765, mentre lui e la corte erano ad Innsbruck a celebrare il matrimonio dell'arciduca Leopoldo. Maria Teresa fu devastata dal dolore: rinunziò a gioielli o altri ornamenti, tagliò i capelli corti, pose tende nere alle sue stanze, indossò abiti neri per il resto della sua vita e, infine, si ritirò dalla vita pubblica, al punto da trascorrere ogni anno l'intero mese di agosto ed il diciottesimo giorno di ogni altro mese reclusa da sola nelle sue camere; lei stessa scrisse di riconoscersi appena e di essere diventata, senza l'amore del marito, come un animale, priva della ragione[98].

La morte dell'imperatore, inoltre, aprì alla successione del figlio primogenito Giuseppe, che fu eletto Imperatore del Sacro Romano Impero e prese, il 17 settembre 1765, il ruolo di co-reggente che era stato di Francesco, allo scopo di mantenere intatti i domini asburgici[99] e, alla morte del maresciallo Leopold Joseph Daun, anche il comando supremo delle forze armate[100].

Giuseppe, figlio primogenito ed erede di Maria Teresa: divenuto co-reggente assieme alla madre, ne ammorbidì la politica religiosa; ritratto del 1775 ad opera di Anton von Maron

Secondo lo storico Robert A. Kann, Maria Teresa era un monarca di qualifiche superiori alla media, ma intellettualmente inferiore a Giuseppe e Leopoldo: la regina possedeva un cuore caldo, mente pratica, ferma determinazione e perspicacia; era pronta a riconoscere la superiorità mentale di alcuni dei suoi consiglieri e ad accettarne i consigli[101], ma in ogni caso il rapporto con il figlio fu complicato.

Infatti, sebbene Maria Teresa e Giuseppe non mancassero di intelligenza e calore umano, le loro personalità erano piuttosto divergenti e raramente si vedevano in pubblico, fatto che spesso creò forti contrasti nell'amministrazione dello Stato, al punto che entrambi ricorsero alla minaccia di abdicare dai loro ruoli[102]

Uno dei più noti episodi di contrasto tra madre e figlio fu la spartizione della Polonia: l'ipotesi, infatti, concordata da Giuseppe e da Kaunitz insieme a Federico II di Prussia e Caterina II di Russia, vide la ferma opposizione di Maria Teresa, che la riteneva disonorevole e ingiusta; solo dopo lunghe discussioni, Maria Teresa, convinta dal figlio che Prussia e Russia si sarebbero mosse anche senza l'appoggio austriaco, decise di accettare l'annessione del Regno di Galizia e Lodomiria; cinico, Federico II commentò: "Più piange, più prende"[103][104].

Morte

Tomba di Maria Teresa e del consorte (Cripta Imperiale, Vienna)

Per molta parte della sua vita Maria Teresa godette di una salute fisica eccellente (anche in pieno inverno teneva le finestre aperte), finché, nel 1767, fu colpita da un forte attacco di vaiolo. Da questo, secondo molti storici, non si riprese mai completamente e negli ultimi anni iniziò a soffrire di asma, astenia, tosse persistente, insonnia e, infine, edema[105].

Il 24 novembre 1780 Maria Teresa iniziò a soffrire di brividi e presto le sue condizioni divennero critiche. Divenne sempre più debole e quattro giorni dopo chiese l'estrema unzione. Si spense alle nove di sera del 29 novembre, circondata dai suoi cari[106][107]. Per sua volontà, fu sepolta a Vienna nella Cripta Imperiale, accanto al marito[108].

Giudizio storico

L'arciduchessa aveva ereditato uno stato in crisi per fallimenti diplomatici e sconfitte militari, ormai prossimo al declino. Dopo quarant'anni di regno, lasciò al figlio Giuseppe, primo degli Asburgo-Lorena, uno stato rivitalizzato e dotato di un efficiente sistema militare, economico e amministrativo. L'acquisizione del regno di Galizia e Lodomiria e i privilegi concessi alla nobiltà ungherese tuttavia ne accentuarono il carattere multinazionale e, di contro, l'introduzione dell'obbligo scolastico come mezzo di diffusione della cultura tedesca innescò, come reazione, anche la rinascita della cultura ceca[109] ed il risveglio di vari nazionalismi.

Vita privata e familiare

Maria Teresa e la sua famiglia nel 1756. Nella poltroncina anteriore vi è l'arciduca Ferdinando, nella culla posteriore l'arciduchessa Maria Antonietta.

Nel corso di venti anni, Maria Teresa dette alla luce sedici figli, di cui tredici sopravvissero all'infanzia. Dopo un anno di matrimonio, nacque l'arciduchessa Maria Elisabetta d'Asburgo-Lorena (morta appena a tre anni), poi Maria Anna e Maria Carolina (che non superò l'infanzia). Finalmente, nel corso della Guerra di successione austriaca, nel momento più critico per la sopravvivenza della dinastia, nacque il sospirato erede, Giuseppe. Nel corso del conflitto, nacque anche Maria Cristina (la figlia prediletta), nata nel venticinquesimo compleanno della regina, poi Maria Elisabetta, l'arciduca Carlo, Maria Amalia, Leopoldo e Maria Carolina, che, tuttavia, non superò l'anno.

Cinque bambini nacquero durante la pace tra la Guerra di successione austriaca e la guerra dei sette anni: Maria Giovanna, Maria Giuseppina, Maria Carolina, Ferdinando e Maria Antonia. L'ultimo figlio, Massimiliano Francesco, nacque nel corso della Guerra dei sette anni. Maria Teresa stessa affermò che se non fosse stata sempre impegnata nelle gravidanze, avrebbe partecipato direttamente nelle battaglie[110].

Nel 1750 morì la madre, l'imperatrice vedova Elisabetta Cristina, seguita quattro anni dopo dalla governante, Karoline von Fuchs-Mollard, che, per ordine espresso di Maria Teresa, fu seppellita insieme ai membri della famiglia imperiale in segno di gratitudine del servizio che aveva svolto[111].

Con i figli, Maria Teresa fu estremamente devota ed affettuosa ma spesso ne sacrificò la felicità personale in matrimoni vantaggiosamente dinastici e, anche quando furono accasati, non mancava di inviare lettere settimanali per recare loro consigli e critiche[112]: spesso accusò Leopoldo di freddezza, Maria Carolina di occuparsi troppo di questioni politiche, Ferdinando per le scarsi doti di amministratore, Maria Amalia per la superbia ed infine Maria Antonietta che, anche dopo il matrimonio con Luigi, Delfino di Francia, ricevette lunghe lettere di critica in merito ai passatempi frivoli ed oziosi e per la mancanza di un erede[113].

La sua vita familiare fu influenzata non solo dalla morte del marito, nel 1765, ma anche dalla morte della figlia Maria Giuseppina: infatti, nel maggio del 1767, Maria Teresa contrasse il vaiolo dalla nuora, moglie dell'imperatore Giuseppe. Alla morte della nuora, costrinse la figlia Maria Giuseppina a seguirla per una preghiera davanti alla tomba, non sigillata, della defunta; dopo pochi giorni, Maria Giuseppina iniziò a mostrare i sintomi del vaiolo e presto morì. Per Maria Teresa fu una perdita durissima poiché per tutta la vita ritenne che la figlia avesse preso il vaiolo nel corso della preghiera che lei stessa le aveva imposto (in realtà oggi si può affermare, considerando il tempo di incubazione del virus, che l'arciduchessa fu molto probabilmente infettata alcune settimane prima della visita alla tomba)[114]

Discendenza

Nome Nascita Morte Note
Maria Elisabetta 1737 1740 Erede presunta di Maria Teresa tra il 1737 ed il 1740, morì di vaiolo all'età di tre anni.
Maria Anna 1738 1789 Erede presunta di Maria Teresa tra il 1740 ed il 1741, divenne badessa a Praga poiché da ragazza le sue condizioni di salute non consentivano di prospettare un matrimonio. Tuttavia finché la madre fu viva visse sempre a corte.
Maria Carolina 1740 1741 Morta nella prima infanzia.
Giuseppe II 1741 1790 Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1765; arciduca d'Austria, re d'Ungheria e re di Boemia dal 1780; sposò l'Infanta Maria Isabella di Borbone-Parma (1741-1763), da cui ebbe Maria Teresa (1762 1770) e Maria Cristina, morta durante il parto che uccise anche la madre: poi si unì in matrimonio con la principessa Maria Giuseppa di Baviera (1739-1767). Amò molto la prima moglie, detestò la seconda, sposata solo per l'insistenza della madre imperatrice. Da Maria Giuseppa non ebbe discendenza.
Maria Cristina 1742 1798 Sposò il principe Alberto di Sassonia, duca di Teschen (1738-1822), ma non ebbe discendenza.
Maria Elisabetta 1743 1808 Sfigurata dal vaiolo, non si sposò mai: divenne badessa ad Innsbruck ma visse sempre a corte accanto alla madre.
Carlo Giuseppe 1745 1761 Morendo adolescente di vaiolo, si dice che abbia amaramente detto che la sua scomparsa risolveva molti problemi alla dinastia: infatti, intelligente e ambizioso com'era, non si sarebbe rassegnato alla parte di figlio cadetto.
Maria Amalia 1746 1804 Sposò Ferdinando di Borbone, duca di Parma (1751-1802); ebbero sette figli.
Leopoldo II 1747 1792 Granduca di Toscana dal 1765 col nome di Pietro Leopoldo, abdicò nel 1790 per diventare imperatore del Sacro Romano Impero; arciduca d'Austria, re d'Ungheria e re di Boemia dal 1790; sposò l'Infanta Maria Luisa di Spagna (1745-1792); ebbero sedici figli, dei quali il primo fu il futuro imperatore Francesco I d'Austria (era stato Francesco II d'Asburgo-Lorena, abolito da Napoleone nel 1806).
Maria Carolina 1748 1748 Morta alla nascita.
Maria Giovanna Gabriella 1750 1762 Morì di vaiolo.
Maria Giuseppina 1751 1767 Morì di vaiolo.
Maria Carolina 1752 1814 Regina di Napoli e di Sicilia (1752-1814), sposò il re Ferdinando IV di Napoli e Sicilia (1751-1825); ebbero diciotto figli. Maria Carolina fu scelta dalla madre poiché le sorelle che avrebbero dovuto sposare Ferdinando (Maria Giuseppina e Maria Giovanna) erano morte di vaiolo. All'inizio sostenitrice del dispotismo illuminato come la madre e i fratelli, lo abbandonò per sempre dopo l'esecuzione di Maria Antonietta, la prediletta tra le sue sorelle, e si schierò tra i più strenui conservatori.
Ferdinando 1754 1806 Duca di Brisgovia dal 1803; sposò Maria Beatrice Ricciarda d'Este, duchessa di Massa e principessa di Carrara, signora di Lunigiana (Austria-Este); ebbero dieci figli.
Maria Antonia 1755 1793 Regina di Francia e di Navarra con il nome di Maria Antonietta, sposò Luigi XVI di Francia, dal quale ebbe quattro figli. Da accesa sostenitrice del diritto divino dei re e implacabile avversaria della causa rivoluzionaria, fu l'unica a non seguire mai le idee riformiste della madre e dei fratelli, diventando quindi un simbolo del dispotismo e ostinata roccaforte dell'ancien regime fino alla fine. Morì sulla ghigliottina durante la rivoluzione francese, segnando il ritorno della monarchia asburgica su posizioni molto conservatrici con i successori della madre.
Massimiliano Francesco 1756 1801 Arcivescovo-elettore di Colonia dal 1784; destinato ad una carriera militare, dovette rinunciare a causa di una caduta da un cavallo che gli procurò delle lesioni permanenti ad una gamba, decise quindi di dedicare il resto della sua vita a Dio.

Ascendenza

Sacro Romano Impero (1519-1740)
Casa d'Asburgo

Carlo V (1519-1556)
Figli
Ferdinando I (1556-1564)
Massimiliano II (1564-1576)
Figli
Rodolfo II (1576-1612)
Mattia (1612-1619)
Ferdinando II (1619-1637)
Figli
Ferdinando III (1637-1657)
Figli
Ferdinando IV (1653-1654)
Leopoldo I (1658-1705)
Figli
Giuseppe I (1705-1711)
Figli
Carlo VI (1711-1740)
Maria Teresa (1745-1780)
come consorte di Francesco I (1745-1765)
Modifica
Albero genealogico di quattro generazioni di Maria Teresa
Maria Teresa Padre:
Carlo VI d'Asburgo
Nonno paterno:
Leopoldo I d'Asburgo
Bisnonno paterno:
Ferdinando III d'Asburgo
Trisnonno paterno:
Ferdinando II d'Asburgo
Trisnonna paterna:
Maria Anna di Baviera
Bisnonna paterna:
Maria Anna di Spagna
Trisnonno paterno:
Filippo III di Spagna
Trisnonna paterna:
Margherita d'Austria-Stiria
Nonna paterna:
Eleonora del Palatinato-Neuburg
Bisnonno paterno:
Filippo Guglielmo del Palatinato
Trisnonno paterno:
Volfango Guglielmo del Palatinato-Neuburg
Trisnonna paterna:
Maddalena di Baviera
Bisnonna paterna:
Elisabetta Amalia d'Assia-Darmstadt
Trisnonno paterno:
Giorgio II d'Assia-Darmstadt
Trisnonna paterna:
Sofia Eleonora di Sassonia
Madre:
Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel
Nonno materno:
Luigi Rodolfo di Brunswick-Lüneburg
Bisnonno materno:
Antonio Ulrico di Brunswick-Lüneburg
Trisnonno materno:
Augusto di Brunswick-Lüneburg
Trisnonna materna:
Dorotea di Anhalt-Zerbst
Bisnonna materna:
Elisabetta Giuliana di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Norburg
Trisnonno materno:
Federico di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Norburg
Trisnonna materna:
Eleonora di Anhalt-Zerbst
Nonna materna:
Cristina Luisa di Oettingen-Oettingen
Bisnonno materno:
Alberto Ernesto I di Oettingen-Oettingen
Trisnonno materno:
Gioacchino Ernesto di Oettingen-Oettingen
Trisnonna materna:
Anna Dorotea di Hohenlohe-Neuenstein
Bisnonna materna:
Cristina Federica di Württemberg
Trisnonno materno:
Eberardo III di Württemberg
Trisnonna materna:
Anna Caterina di Salm-Kyrburg

Onorificenze

Il monogramma personale di Maria Teresa d'Austria.
Sovrana dell'Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria - nastrino per uniforme ordinaria
Sovrana dell'Ordine militare di Maria Teresa - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine dei Virtuosi - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Croce stellata - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine dell'amore verso il prossimo - nastrino per uniforme ordinaria
Protettrice dell'Ordine di Elisabetta Teresa - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ Franz Herre, Maria Teresa. Il destino di una sovrana, Milano, Mondadori, 2000, p. 352.
  2. ^ Formalmente Maria Teresa ebbe il titolo di Rex al maschile.
  3. ^ Formalmente Maria Teresa fu soltanto l'imperatrice consorte, così come lo erano state sua madre e tutte le sue antenate. Nella pratica, in realtà, fu lei a gestire le redini del comando, non solo dei domini ereditari asburgici, di cui era l'autonoma sovrana riconosciuta, ma anche dell'impero. Le corti e le cancellerie estere si riferivano spesso a lei con il titolo congiunto di “Imperatrice regina”. Si vedano ad esempio le pubblicazioni ufficiali dopo la sua morte: Funerali in morte dell'augusta imperatrice regina Maria Teresa d'Austria, madre della Maestà della nostra regina celebrati nella real chiesa di S. Lorenzo dall'eccellentissima e fedelissima città di Napoli, nel dì 15 di gennajo 1781 (Napoli, 1781), il primo in quanto consorte dell'imperatore, il secondo in quanto regina regnante di due Stati (Boemia ed Ungheria).
  4. ^ Morris, pp. 21-22.
  5. ^ Crankshaw, p. 17.
  6. ^ Mahan, pp. 5-6.
  7. ^ Morris, p. 8.
  8. ^ Mahan, pp. 11-12.
  9. ^ Ingrao, p. 129.
  10. ^ Crankshaw, p. 24.
  11. ^ Jones, p. 89.
  12. ^ Ingrao, p. 128.
  13. ^ Mahan, p. 228.
  14. ^ Beales, p. 21.
  15. ^ Morris, p. 22.
  16. ^ Crankshaw, pp. 19-21.
  17. ^ Spielman, p. 206.
  18. ^ Crankshaw, p. 20.
  19. ^ a b Browning, p. 37.
  20. ^ Morris, p. 28.
  21. ^ Mahan, pp. 24-25.
  22. ^ Crankshaw, p. 22.
  23. ^ Mahan, p. 26.
  24. ^ Morris, pp. 25-26.
  25. ^ Mahan, p. 27.
  26. ^ Mahan, p. 38.
  27. ^ Mahan, p. 261.
  28. ^ Mahan, p. 39.
  29. ^ Goldsmith, p. 55.
  30. ^ Morris, p. 85.
  31. ^ Goldsmith, pp. 171-172.
  32. ^ Mahan, pp. 261-262.
  33. ^ Crankshaw, p. 26.
  34. ^ Crankshaw, p. 3.
  35. ^ Roider, p. 22 e 103.
  36. ^ Beales, p. 24.
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  41. ^ Roider, p. 8.
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Bibliografia

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  • (EN) Saperstein, Marc, Your voice like a ram's horn: themes and texts in traditional Jewish preaching Hebrew Union, College Press, 1996, ISBN 0-87820-417-2.
  • (EN) Spielman, John Philip, The city & the crown: Vienna and the imperial court, 1600–1740, Purdue University Press, 1993, ISBN 1-55753-021-1.
Approfondimenti
  • Edgarda Ferri, Maria Teresa. Una donna al potere, Milano, Mondadori, 2008, ISBN 88-04-42449-4.
  • Franz Herre, Maria Teresa. Il destino di una sovrana, Milano, Mondadori, 2000, ISBN 88-04-48658-9.
  • Jean-Paul Bled, Maria Teresa d'Austria, Bologna, Il Mulino, 2003, ISBN 88-15-09387-7.
  • (DE) Constantin Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaisertums Österreich, Vienna, 1861, Vol. VII, pp. 60–81 (versione online)

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Cariche

Predecessore Arciduchessa d'Austria Successore
Carlo VI 17401780 Giuseppe II
Predecessore Regina d'Ungheria Successore
Carlo III 17401780 Giuseppe II
Predecessore Regina di Boemia Successore
Carlo II 17401741 Carlo Alberto di Baviera
(contestato; mai incoronato)
I
Carlo Alberto di Baviera
(contestato; mai incoronato)
17431780 Giuseppe II II
Predecessore Regno di Galizia e Lodomiria Successore
Prima partizione della Polonia 17731780 Giuseppe II
Predecessore Duchessa di Borgogna Successore
Carlo VI 17401780 Giuseppe II
Predecessore Duchessa di Milano Successore
Carlo VI 17401780 Giuseppe II
Predecessore Duchessa di Mantova Successore
Carlo VI 17401745 Annesso al Ducato di Milano
Predecessore Duchessa di Parma e Piacenza Successore
Carlo VI 17401748
(come dipendenza del Ducato di Milano)
Filippo I di Parma
Predecessore Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero Successore
Maria Amalia d'Austria 17451765
come moglie di Francesco I
Maria Giuseppa di Baviera
Predecessore Granduchessa di Toscana Successore
Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg 17371765
come moglie di Francesco III
Maria Ludovica di Borbone-Spagna
Predecessore Duchessa consorte di Lorena e di Bar Successore
Elisabetta Carlotta di Borbone-Orléans 17361737
come moglie di Francesco III
Caterina Opalińska
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