Partito Comunista di Grecia

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Disambiguazione – Se stai cercando il partito fondato nel 1976, vedi Partito Comunista di Grecia (marxista-leninista).
Partito Comunista di Grecia
(EL) Κομμουνιστικό Κόμμα Ελλάδας
(Kommounistikó Kómma Elládas)
LeaderDīmītrios Koutsoumpas
StatoBandiera della Grecia Grecia
Sede145 Leof. Irakliou,
142 31 Atene (Nea Ionia)
AbbreviazioneKKE
Fondazione4 novembre 1918
IdeologiaComunismo[1]
Marxismo-leninismo[2]
Euroscetticismo[3][4]
CollocazioneSinistra[5][6]/Estrema sinistra[7]
Partito europeoIniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d'Europa (2013-2023)
Gruppo parl. europeoNon iscritti
Affiliazione internazionaleAzione Comunista Europea
Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
Seggi Parlamento Ellenico
21 / 300
(VI-2023)
Seggi Europarlamento
2 / 21
(2019)
Seggi Periferie della Grecia
48 / 703
Seggi Sindaci
4 / 332
Organizzazione giovanileGioventù Comunista di Grecia[8]
Sito webkke.gr
Bandiera del partito

Il Partito Comunista di Grecia (in greco: Κομμουνιστικό Κόμμα Ελλάδας, Kommounistiko Komma Elladas; IPA: [komunistiˈko ˈkoma eˈlaðas]), meglio conosciuto con l'acronimo di KKE (pronunciato spesso dai Greci kappa-kappa-epsilon o ku-ku-eh), è un partito politico greco d'ispirazione marxista-leninista. Si pone come obiettivo l'abbattimento della società capitalista e l'instaurazione del comunismo. Il KKE è anti-imperialista ed euroscettico e sostiene la necessità di uscire dalla NATO, dall'Euro e dall'Unione europea, organizzazioni intese come rappresentazione degli interessi del capitalismo.

È il più vecchio partito sulla scena politica greca: infatti venne fondato il 4 novembre 1918 con la denominazione di Partito Socialista del Lavoro di Grecia[9]. Il KKE rivendica l'esperienza del socialismo attuato in Unione Sovietica fino alla guida di Stalin, considerando invece revisionista e corresponsabile del crollo dell'URSS la dirigenza sovietica da Nikita Chruščëv in poi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fondazione alla proibizione[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione recita: "In questo edificio ebbe luogo il primo congresso fondativo del Partito Comunista di Grecia (SEKE KKE)"

Il partito venne fondato il 4 novembre 1918 con il nome di SEKE (ΣEKE: Σοσιαλιστικό Εργατικό Κόμμα Ελλάδας = Partito Socialista del Lavoro di Grecia) da Abraham Benaroya[10]. Il primo Comitato centrale era composto da N. Dimitratos, D. Ligdopoulos, M. Sideris, A. Arvanitis e S. Kokkinos. La fondazione del KKE è il risultato politico degli oltre 60 anni di lotte di piccoli gruppi anarchici, socialisti e comunisti che, seguendo l'esempio della Comune di Parigi, si proponevano come obiettivi immediati l'aumento dei salari, l'introduzione del giorno lavorativo di 8 ore in Grecia e la formazione di organizzazioni sindacali[11].

Con il suo secondo Congresso, la SEKE decise di aderire alla Terza Internazionale e prese il nome di SEKE-K (ΣEKE-K: Σοσιαλιστικό Εργατικό Κόμμα Ελλάδας-Κομμουνιστικό = Partito Socialista del Lavoro di Grecia-Comunista)[12][13]. Il nuovo comitato centrale era composto da N. e P. Dimitratos, Y. Kordatos, G. Doumas e M. Sideris.

Nel corso del terzo Congresso straordinario (1924), il SEKE-K divenne KKE e adottò il marxismo-leninismo e il centralismo democratico. La messa al bando da parte del dittatore Metaxas nel 1936 fece sì che il KKE fosse già in clandestinità quando la Grecia fu invasa dall'Italia fascista e fu così coinvolta nella seconda guerra mondiale[14]. Il Partito Comunista di Grecia fu proibito, salvo rari e brevi periodi, fino al 1974[15].

Seconda guerra mondiale e guerra civile[modifica | modifica wikitesto]

La Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fronte di Liberazione Nazionale (Grecia).

Nel corso della seconda guerra mondiale, il KKE controllava il principale movimento di resistenza, l'EAM[16] (Εθνικό Απελευθερωτικό Μέτωπο = Fronte nazionale di liberazione greco). Regioni molto vaste furono liberate nel corso della lotta e non furono più controllate dagli invasori italiani e tedeschi ma amministrate dall'EAM. Qui, nonostante l'egemonia dei comunisti, le idee socialiste non furono imposte; non vi fu né la riforma agraria né la collettivizzazione dei mezzi di produzione.

Fu invece attuata una forma di larga autonomia amministrativa, che proseguiva anche la tradizione greca fin dai tempi dell'Impero ottomano e si legava alla tradizionale sfiducia dei greci nei confronti del potere centrale. In tal modo il KKE tentava un esperimento di larga democrazia decentrata, giustificato dalle esigenze della guerra (quando il potere centrale era nelle mani dell'occupante) ma lontano dalla centralizzazione del comunismo staliniano.[17]

«Le lezioni tratte dalla vittoria antifascista sono vitali per la lotta rivoluzionaria. La fine della guerra ha portato un'ondata di trasformazioni socialiste. Tuttavia nell'Europa occidentale, Grecia inclusa, i comunisti non sono riusciti ad elaborare una strategia per trasformare la lotta per la liberazione in lotta per il potere.»

La guerra civile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile greca.
Simbolo dell'Esercito Democratico Greco, esercito formato dal KKE durante la guerra civile.[19].

Molto importante nella resistenza al nazismo e al fascismo[20], il KKE non poteva accettare il ritorno di un regime monarchico e reazionario, appoggiato e protetto da britannici e statunitensi; tanto più se si considera che quel governo monarchico aveva trascorso tutta la guerra in esilio, lontano dall'evoluzione della realtà greca. D'altra parte gli occidentali non potevano accettare un forte partito comunista in Grecia.

Si deve anche considerare che nel corso della Conferenza di Teheran (novembre-dicembre 1943) Churchill e Stalin avevano deciso il destino della Polonia e della Grecia: l'una nel blocco filosovietico, l'altra in quello occidentale. Tutto ciò condusse ad una dura e sanguinosa guerra civile. Essa durò fino al 1949, con particolari caratteri di largo appoggio popolare (perfino da parte della Chiesa Ortodossa Greca) e di grande moderazione nell'attuazione delle riforme socialiste, come la socializzazione dei beni.

Al termine della guerra civile moltissimi comunisti greci si rifugiarono nei paesi del campo socialista per sfuggire alla repressione e alle condanne[21]. Infatti la repressione contro il KKE non si fermò con la fine della guerra civile e migliaia di militanti e quadri dirigenti furono torturati o assassinati come Nikos Beloyannis, uno dei leader del partito, che fu arrestato, torturato e giustiziato nel 1952[22][23].

«Oltre 65.000 comunisti e altri combattenti e sostenitori del Fronte o dell'Esercito di Liberazione, EAM e DSE, sono stati costretti a lasciare la Grecia e cercare rifugio nei paesi socialisti (circa 20.000 di loro sono stati privati della cittadinanza); oltre 40.000 sono stati spediti in prigionia o nei campi di concentramento come Makronnissos. Le esecuzioni dei combattenti della resistenza continuarono fino al 1955 (se ne contano almeno 5.000, tra cui quella di Nikos Belogiannis, membro dell'Ufficio Politico del KKE). La monarchia venne restaurata con un regime reazionario i cui tratti caratteristici erano la sottomissione all'imperialismo anglo-americano, la repressione della sinistra, la cattiva gestione economica, il fallimento politico e culturale.»

Scissione del KKE interno[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Dittatura dei colonnelli, il KKE si scisse in due. Alcuni militanti condannarono la violenta repressione della Primavera di Praga. Si avvicinarono dunque alla linea del cosiddetto eurocomunismo, i cui maggiori rappresentanti erano i comunisti italiani; molti militanti comunisti greci, peraltro, vivevano in esilio in Italia e avevano stretti rapporti con il PCI. Questo gruppo prese il nome di KKE dell'interno[24][25] ("ΚΚΕ εσωτερικού") e chiamarono polemicamente KKE dell'esterno coloro che continuavano a far riferimento a Mosca.

Gli eredi del KKE-interno costituirono nel 1991 il movimento Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell'Ecologia, oggi confluito nella Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA).

Legalizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Un meeting del KKE nel Pireo
Manifesto del partito

Nel 1974, Kōnstantinos Karamanlīs legalizzò il Partito comunista greco. Esso entra a far parte ufficialmente dell'EDA (Ενιαία Δημοκρατική Αριστερά), Unione Democratica della Sinistra, che aveva già sostenuto durante la proibizione e la clandestinità. Da allora e fino al 1989 il KKE ebbe intorno al 10% dei voti nelle elezioni politiche.

Nel 1989 il KKE entrò in una larga coalizione di sinistra, la Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell'Ecologia (Συνασπισμός της Αριστεράς και της Προόδου): Synaspismos che costituiva anche il tentativo di riconciliazione tra il KKE e il KKE dell'interno. Il Synaspismos entrò in un governo con il partito di destra Nea Dimokratia, pur di impedire al PASOK di Andreas Papandreou (accusato di corruzione[26]) di restare al potere. Ciò non fu accettato da molti elettori, che smisero di votare il KKE e il Synaspismos.

Dopo il 1993 i voti precipitarono intorno al 6% per poi risalire all'8% circa; con questi consensi, resta il terzo partito del Parlamento Greco.

Il KKE e l'Unione europea[modifica | modifica wikitesto]

Il KKE si è battuto contro l'ingresso della Grecia nella Comunità europea (ora Unione europea) ed ha anche chiamato al voto contro il Trattato di Maastricht e l'allargamento dell'Unione[27]. In occasione del 3º congresso della Sinistra europea, tenutosi a Parigi dal 3 al 5 dicembre 2010, ha espresso una posizione nettamente critica alla stessa esistenza di un partito europeo, auspicando per converso «il rafforzamento della cooperazione su un piano paritario tra partiti comunisti e operai in Europa, sulla base del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario, indipendentemente dai termini e dalle condizioni fissate dall'UE»[28]. Proprio per questo il KKE si è successivamente distaccato dalla Sinistra Europea e ha contribuito alla creazione dell'Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d'Europa.

Periodo dal 2004 - 2009[modifica | modifica wikitesto]

Alle Elezioni parlamentari in Grecia del 2004 il KKE ottiene 12 seggi[29]. Alle elezioni legislative del settembre 2007, il KKE ha superato l'8% dei voti e ottenendo 22 deputati, confermandosi così il terzo partito di Grecia[30].

Alle elezioni anticipate del 2009, il KKE ha ottenuto oltre l'8% dei voti, confermando il trend di crescita degli ultimi anni e ottenendo 21 seggi[31].

Le amministrative del 2010[modifica | modifica wikitesto]

Nelle amministrative del 2010, il KKE ha ottenuto una forte affermazione, raggiungendo una media di consensi dell'11%.[32]

Le elezioni politiche del 2012[modifica | modifica wikitesto]

Il KKE partecipa alle Elezioni parlamentari in Grecia del maggio 2012, ottenendo l'8,5% dei voti: ciò gli consente di avere 26 seggi sui 300 totali. Il partito, fortemente euroscettico, non accetterà di entrare in coalizione né con Nuova Democrazia né con il PASOK, e neppure con SYRIZA[33][34][35][36]. Alle Elezioni parlamentari in Grecia del giugno 2012 il KKE ottiene il 4,5% dei consensi, facendo perdere al partito 14 seggi, mantenendone 12 al Parlamento Ellenico. Il KKE non entrerà nel governo di unità nazionale di Antōnīs Samaras, formato da ND, PASOK e DIMAR[37].

Le elezioni politiche del 2015[modifica | modifica wikitesto]

Con la mancata elezione dell'ex commissario europeo Stavros Dimas come Presidente della Repubblica di Grecia, cade il Governo di coalizione Nd-Pasok presieduto da Antōnīs Samaras ed il Paese torna alle elezioni anticipate a gennaio 2015.

Le elezioni sono vinte da SYRIZA che ottiene il 36% pari a 149 seggi senza però la maggioranza assoluta. Il KKE ottiene il 5,5% pari a 15 deputati e nonostante sia in calo rispetto al 6,1% delle Europee 2014 diventa quinto partito del Paese dietro a Il Fiume, partito di centrosinistra europeista alla sua prima elezione politica. Nonostante sia dato in procinto di entrare nel Governo presieduto da Alexīs Tsipras per una alleanza tra SYRIZA e KKE decide di rimanere all'opposizione mentre Tsipras formerà un esecutivo con gli indipendentisti greci di destra di ANEL.

Dopo le dimissioni di Alexīs Tsipras da Primo Ministro, il Paese si avvia ad elezioni anticipate in settembre. Il KKE consolida il suo 5,6% con 301.632 voti, risultando il quinto partito.

Le elezioni del 2019[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni europee del Maggio 2019 il KKE mantiene due eletti nonostante un calo nei voti assoluti[38]. Gli eletti mantengono la decisioni di non aderire a nessun gruppo parlamentare[39][40].

Anche alle elezioni politiche del Luglio 2019 il KKE subisce un lieve arretramento nei voti assoluti, ma mantiene un gruppo parlamentare di 15 eletti[41] all'opposizione del nuovo governo guidato da Nuova Democrazia[42].

Rapporti internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Il KKE ha rapporti con molti partiti comunisti dell'area marxista-leninista, come ad esempio il Partito Comunista di Cuba e il Partito Comunista del Venezuela. Inoltre intrattiene rapporti regolari con le FARC-EP[43]. Il KKE è stato tra i membri fondatori dell'Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d'Europa[44], esistita tra il 2013 e il 2023[45], e in seguito dell'Azione Comunista Europea[46].

In Italia ha avuto in passato come referente il Partito Comunista[47], che grazie all’inclusione del simbolo del corrispettivo ellenico nel proprio contrassegno ha potuto presentarsi alle elezioni europee del 2019 senza bisogno di raccogliere firme[48], salvo poi interrompervi i rapporti nel 2023, in favore del Fronte Comunista, partito anch'esso aderente all'ACE[49].

Scissioni[modifica | modifica wikitesto]

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi Posizione
Parlamentari 1989 734,552 10,97
21 / 300
Maggioranza
Parlamentari 1990[N 1] 677.059 10,28
15 / 300
Opposizione
Parlamentari 1993 313.087 4,54
9 / 300
Parlamentari 1996 380.167 5,61
11 / 300
Parlamentari 2000 379.517 5,53
11 / 300
Parlamentari 2004 436.573 5,90
12 / 300
Parlamentari 2007 583.815 8,15
22 / 300
Parlamentari 2009 517.154 7,54
21 / 300
Parlamentari 2012 (Mag.) 536.072 8,48
26 / 300
Parlamentari 2012 (Giu.) 277.122 4,50
12 / 300
Parlamentari 2015 (Gen.) 338,138 5,50
15 / 300
Parlamentari 2015 (Set.) 301,632 5,60
15 / 300
Parlamentari 2019 299.592 5,30
15 / 300
Parlamentari 2023 (Mag.) 426.628 7,23
26 / 300
Parlamentari 2023 (Giu.) 401.187 7,69
21 / 300

Europee:

Elezione Voti % Seggi
Europee 1994 410.741 6,29
2 / 25
Europee 1999 557.365 8,67
3 / 25
Europee 2004 580.396 9,48
3 / 24
Europee 2009 425.963 8,35
2 / 22
Europee 2014 349.255 6,11
2 / 21
Europee 2019 302.677 5,35
2 / 21

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) GREECE, su Parties and Elections in Europe. URL consultato il 10 febbraio 2013.
  2. ^ The slanders will not succeed, su Inter.kke.gr, 12 maggio 2017.
  3. ^ (EN) Daphne Halikiopoulou, Kyriaki Nanou, SofiaVasilopoulou, The paradox of nationalism: The common denominator of radicalright and radical left euroscepticism, su European Journal of Political Research, 2012. URL consultato il 10 febbraio 2013.
  4. ^ (EN) George Pagoulatos, Greece: The Remarkable Defeat of Euroscepticism, in Michael Kaeding, Johannes Pollak e Paul Schmidt (a cura di), Euroscepticism and the Future of Europe, Cham, Palgrave Macmillan, 2021, pp. 55-56, DOI:10.1007/978-3-030-41272-2_14, ISBN 978-3-030-41271-5.
  5. ^ Χριστόφορος Βερναρδάκης, Πολιτικά κόμματα, εκλογές και κομματικό σύστημα, Αθήνα, Σαββάλας, 2011, p. 179, ISBN 978-960-445-737-3.
  6. ^ Richard Dunphy, Contesting capitalism? Left parties and European integration, Manchester University Press, 2004, p. 103.
  7. ^ (EN) P. Nikiforos Diamandouros, Richard Gunther, Parties, Politics, and Democracy in the New Southern Europe, su books.google.it, JHU Press, 2001, p.59.
  8. ^ Κομμουνιστική Νεολαία Ελλάδος - Αρχική
  9. ^ (IT) Aldo Agosti, Luciano Marrocu, Claudio Natoli, Leonardo Rapone, Enciclopedia della sinistra europea nel XX secolo, Editori Riuniti, 2000, ISBN 9788835949169
  10. ^ (EN) Historiko Archeio tou Hypourgeiou Exōterikōn (Greece), Panepistēmio Athēnōn. Tmēma Politikēs Epistēmēs kai Dēmosias Dioikēsēs, Documents on the history of the Greek Jews: records from the historical archives of the Ministry of Foreign Affairs, Kastaniotis Editions, 1998, pag.420
  11. ^ (EL) Οι ρίζες του Ελληνικού Κομμουνιστικού Κινήματος - Roots of the Greek Communist Movement.
  12. ^ (IT) Aldo Agosti, La Terza internazionale: storia documentaria, Volume 3, Parte 2, Editori Riuniti, 1979
  13. ^ Una minoranza di destra contraria all'adesione al Comintern fondò allora il Partito Socialista di Grecia. Cfr. (EN) Julius Braunthal (a cura di), Yearbook of the International Socialist Labour Movement. Vol. I. Londra, Lincolns-Prager International Yearbook Pub. Co, 1957, p. 259.
  14. ^ (EN) Marina Petrakis, The Metaxas myth: dictatorship and propaganda in Greece, London, I.B. Tauris, 2010, ISBN 9781848857810
  15. ^ (IT) Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini, La Grecia contemporanea (1974-2006): un modello di sviluppo politico, economico e sociale, Polistampa, 2007, ISBN 9788859601890
  16. ^ (IT) Paul Hellander, Grecia continentale, EDT srl, 2008, ISBN 9788860402790
  17. ^ (FR) G. Contogeorgis, op. cit., pp. 409-410.
  18. ^ "60 anni dopo la Vittoria sul nazifascismo, le attuali realtа e lotte dei Comunisti e delle altre forze progressiste", su Partito Comunista di Grecia - Comitato Centrale, 2 settembre 2005. URL consultato il 5 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
  19. ^ I colori blu e bianco sono quelli della bandiera greca; la lettera delta sta per Δημοκρατία, che in greco significa sia democrazia che repubblica
  20. ^ (IT) Giorgio Vaccarino, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, La Grecia tra resistenza e guerra civile, 1940-1949, Franco Angeli, 1988, ISBN 9788820426989
  21. ^ (IT) Hervè Basset, Thierry Théault, Atene, Cicladi e Sporadi, p. 35, Touring Editore, 2005, ISBN 9788836531400
  22. ^ (IT) Gian Piero Brunetta, Storia del cinema mondiale, Volume 3, p. 1298, Einaudi, 2000, ISBN 9788806145286
  23. ^ Canzoni contro la guerra - Ο Μπελογιάννης
  24. ^ Una nuova radicalità a sinistra[collegamento interrotto]
  25. ^ Partito Comunista di Grecia - Breve storia del Partito Comunista di Grecia Archiviato il 12 luglio 2012 in Internet Archive.
  26. ^ (EN) Barbara Jelavich, Joint Committee on Eastern Europe, History of the Balkans, Twentieth century, Volume 2, Cambridge University Press, 1983., ISBN 9780521274593
  27. ^ Antonio Cantaro, Europa: politiche, diritti, costituzione. Volume 5 di Democrazia e diritto, p. 84, FrancoAngeli, 2000, ISBN 9788846424969
  28. ^ Lettera del KKE ai partiti comunisti e operai d'Europa Archiviato il 27 dicembre 2010 in Internet Archive.
  29. ^ (EN) http://electionresources.org/gr/vouli.php?election=2004
  30. ^ (EN) http://electionresources.org/gr/vouli.php?election=2007
  31. ^ (EN) http://electionresources.org/gr/vouli.php?election=2009
  32. ^ elezioni regionali e comunali, significativa crescita del KKE, su it.kke.gr. URL consultato il 25 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2010).
  33. ^ (IT) http://www.quotidianamente.net/cronaca/fatti-dallestero/dopo-elezioni-la-grecia-nel-caos-fallito-il-primo-tentativo-di-governo-26987.html[collegamento interrotto]
  34. ^ (IT) Copia archiviata, su articolotre.com. URL consultato l'11 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2014).
  35. ^ (IT) Copia archiviata, su articolotre.com. URL consultato l'11 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2014).
  36. ^ (IT) http://www.repubblica.it/economia/2012/05/11/news/euro_berlino_scarica_la_grecia_nessun_problema_se_atene_esce-34898419/?rss
  37. ^ (IT) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-20/venizelos-grecia-governo-pasok-133908.shtml?uuid=Ab6DuQvF
  38. ^ Επικράτεια | Ευρωεκλογές – Μάιος 2019, su ekloges.ypes.gr. URL consultato il 28 agosto 2020.
  39. ^ (EN) Home | Lefteris NIKOLAOU-ALAVANOS | MEPs | European Parliament, su www.europarl.europa.eu. URL consultato il 28 agosto 2020.
  40. ^ (EN) Home | Kostas PAPADAKIS | MEPs | European Parliament, su www.europarl.europa.eu. URL consultato il 28 agosto 2020.
  41. ^ Nationwide | National elections – July 2019, su ekloges.ypes.gr. URL consultato il 28 agosto 2020.
  42. ^ Elezioni Grecia, il conservatore Mitsotakis giura da premier: "Rialziamo la testa". Tassi sui titoli di Stato ai minimi storici, su Il Fatto Quotidiano, 8 luglio 2019. URL consultato il 28 agosto 2020.
  43. ^ 15-04-2013 MHNYMA FARC - EP ΓΙΑ ΤΟ 19ο ΣΥΝΕΔΡΙΟ ΤΟΥ ΚΚΕ - YouTube
  44. ^ rizospastis gr | Synchroni Epochi, rizospastis.gr - Συγκροτήθηκε «Πρωτοβουλία» Κομμουνιστικών και Εργατικών Κομμάτων της Ευρώπης, su ΡΙΖΟΣΠΑΣΤΗΣ, 2 ottobre 2013. URL consultato il 28 agosto 2020.
  45. ^ SULLA CESSAZIONE DELL'ATTIVITÀ DELL'INIZIATIVA COMUNISTA EUROPEA, su Initiative-cwpe.org, 11 settembre 2023. URL consultato il 20 marzo 2024.
  46. ^ (EN) Press Release on the founding meeting of the European Communist Action, su Eurcomact.org, 18 novembre 2023. URL consultato il 20 marzo 2024.
  47. ^ COMUNICATO CONGIUNTO KKE – CSP | Circolo Comunista Parma
  48. ^ Europee, ok alle liste dei Comunisti di Marco Rizzo senza firme. Precedente che apre a Casapound e Forza Nuova ilfattoquotidiano.it
  49. ^ Nasce l'Azione Comunista Europea, su Frontecomunista.it, 6 dicembre 2023. URL consultato il 20 marzo 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Richard Clogg, A Concise History of Greece., Cambridge University Press, 1992. ISBN 0-521-37830-3
  • (FR) Georges Contogeorgis, Histoire de la Grèce, Coll. Nations d'Europe, Hatier, 1992. ISBN 2-218-03841-2
  • (FR) Apostolos Vacalopoulos, Histoire de la Grèce moderne., Horvath, 1975. ISBN 2-7171-0057-1
  • (EN) Jason Manolopoulos, Greece's 'Odious' Debt: The Looting of the Hellenic Republic by the Euro, the Political Elite and the Investment Community, Anthem Press, 2011, ISBN 978-0-85728-771-7
  • (EN) Richard Clogg, Parties and Elections in Greece, C. Hurst & Co. Publishers, 1987, ISBN 1-85065-040-3
  • (IT) Aldo Agosti, Luciano Marrocu, Claudio Natoli, Leonardo Rapone, Enciclopedia della sinistra europea nel XX secolo, Editori Riuniti, 2000, ISBN 88-359-4916-5

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