Tino Schirinzi

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Tino Schirinzi nei panni di Johannes Rosmer da Rosmersholm di Henrik Ibsen, regia di Massimo Castri

Agostino Schirinzi detto Tino (Taranto, 12 agosto 1934Barberino di Mugello, 18 agosto 1993) è stato un attore e regista teatrale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Taranto da Tullio Schirinzi e Giovanna de Gregorio. Ottiene la maturità classica al Liceo Classico Statale Archita di Taranto, e dopo il diploma si iscrive alla Facoltà di Medicina di Padova fino al 1958.

Il 3 ottobre 1958 sposa Marisa Rossini nella Cattedrale di San Cataldo della città vecchia di Taranto, e il 24 giugno 1959 nascono i figli Domenico e Giovanni. Con Marisa si sposta a Roma per frequentare gli studi di specializzazione all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", e successivamente decide di frequentare il CUT -CENTRO UNIVERSITARIO TEATRALE, studiando insieme a Gigi Proietti, Nando Gazzolo, e tanti altri.

Nel 1963 partecipa alla trasmissione televisiva Gran Premio, nella squadra delle Puglie (con Luciano Zotti). Tale visibilità lo fa notare da alcuni registi, e infatti viene ingaggiato per interpretare il radiodramma di Giuseppe Cassieri Fuori le mura, e fa parte del cast de La Tunisina tre atti di Rosso di San Secondo, nel ruolo di Cecè, con Renzo Montagnani e Anna Maria Gherardi, con la regia di Andrea Camilleri.

Attore di grande capacità e estro artistico collabora tre le altre alle produzioni del Teatro Stabile di Torino, del Piccolo Teatro di Milano, Teatro Stabile di Bolzano e del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia lavorando con registi quali Patrice Chéreau, Giancarlo Cobelli, Walter Pagliaro, Egisto Marcucci, Aldo Trionfo, Massimo Castri, etc,

Tra i vari ruoli interpreta Vladimiro in Aspettando Godot di Samuel Beckett (1978 Piccolo Teatro di Milano, regia di Walter Pagliaro), Matamoro ne L'illusion comique di Pierre Corneille (1979, Piccolo Teatro di Milano, regia di Walter Pagliaro), Cotrone ne I giganti della montagna di Luigi Pirandello (1980, Teatro Stabile di Torino, regia di Mario Missiroli), Eracle ne Le Trachinie di Sofocle (1983, Festival dei due Mondi, Teatro Nuovo di Spoleto, regia di Massimo Castri), Porfirij Petrovič in Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij (1984, regia di Jurij Lyubimov), Randle McMurphy in Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesey (1985, Teatro Stabile di Bolzano, regia di Marco Bernardi) Bruscon ne Il teatrante di Thomas Bernhard (1986, Teatro Stabile di Bolzano, regia di Marco Bernardi), la Guardia ne lAntigone di Sofocle (1986, Teatro Greco di Siracusa, regia di Walter Pagliaro), Stadelmann, il vecchio servo di Goethe, nell'omonimo spettacolo tratto dal testo di Claudio Magris (1990, Teatro Stabile di Bolzano, regia di Egisto Marcucci), Ciampa ne Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello (1989, Teatro Storchi di Modena regia di Massimo Castri).

La sua ultima interpretazione è quella del servitore Zachar in Oblomov di Ivan A. Gončarov nell'adattamento di Furio Bordon (1991, Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia).

Una delle collaborazioni più importanti è quella con Piera Degli Esposti, che incontra nella stagione 1970-1971 del Teatro Stabile dell'Aquila, durante la messa in scena dello spettacolo Con l' amore non si scherza di Alfred de Musset, con la regia di Aldo Biagini. I due attori continano a lavorare insieme fino all'arrivo, nella stagione 1972-1973, del regista Giancarlo Cobelli con cui nasce un sodalizio artistico, durante il quale realizzano La pazza di Chaillot di Jean Giraudoux, La figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio, L'impresario delle Smirne di Carlo Goldoni (luglio 1973, Piazzetta di S. Agostino, Borgio Verezzi) e soprattutto il loro capolavoro assoluto Antonio e Cleopatra di William Shakespeare (stagione 1974-1975), che rimane a lungo impresso nella mente del pubblico e degli addetti ai lavori per l'originalità dell'opera nel suo complesso.

Nel 1977 Tino e Piera fondano la compagnia Schirinzi-Degli Esposti. Insieme a Giuseppe Di Leva, (drammaturgo, scrittore, librettista, in quel periodo direttore del Teatro Uomo di Milano,) producono tra le altre opere Molly cara, riduzione teatrale ad opera di Ettore Capriolo tratta dall'ultimo capitolo dell'Ulisse di James Joyce. Il monologo viene interpretato da Piera Degli Esposti sotto la regia di Ida Bassignano ed ottiene un grande successo, e Piera Degli Esposti vince il Premio Ubu come migliore attrice della stagione 1978-1979.

Nella stagione teatrale 1979-1980 il regista Massimo Castri sceglie i due attori per interpretare un suo adattamento di Rosmersholm di Henrik Ibsen per soli 2 personaggi (l'originale ne prevedeva 6) Lo spettacolo vince 2 Premi Ubu: uno per la migliore regia e uno per la migliore attrice. Proprio all'apice della loro collaborazione artistica, i due prendono due strade diverse: mentre Piera porta in giro Molly cara come suo cavallo di battaglia, Tino conosce durante la messa in scena de Le Trachinie di Sofocle (1980, Teatro Greco di Siracusa, regia di Giancarlo Cobelli) Daisy Lumini, musicista, compositrice e cantante italiana, che sposa nell'estate del 1987.

Dopo aver già lottato per un tumore alle corde vocali, per cui viene operato a Roma nel 1972, e che gli procura la perdita progressiva dell'uso del braccio destro e l'arrochimento della voce (impedimenti che lui riesce sorprendentemente ad integrare e valorizzare nel suo modo di recitare), nell'estate del 1992 gli viene diagnosticato un tumore all'esofago. Dopo un anno di lotta contro la malattia e un'operazione a Parigi, rimastigli pochi giorni di vita, si suicida assieme a Daisy, gettandosi dal viadotto in costruzione sopra la diga di Bilancino, nei pressi di Barberino di Mugello, nel giorno del compleanno di lei.[1] [2][3]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ IERI I FUNERALI DI TINO SCHIRINZI E DAISY LUMINI, su ricerca.repubblica.it, 21 agosto 1993.
  2. ^ Tino e Daisy morti d'amore "la Repubblica" 20 Ago. 1993, su ricerca.repubblica.it.
  3. ^ il suicidio di "Tino e Desy" diventa uno spettacolo, su ilcittadinoonline.it, 5 feb. 2016 (Siena).
  4. ^ La favola di un eroe moderno p. 64, su radiocorriere.teche.rai.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alla Munchenbach, Tino Schirinzi. Un mestiere costruito sull'acqua, Taranto, Edita Casa Editrice & Libraria, 2017, ISBN 978-88-99545-56-7.[1]
  • Alla Munchenbach, Tino Schirinzi. Un mestiere costruito sull'acqua Tesi del Corso di Laurea in Progettazione e Gestione degli Eventi e dello Spettacolo, Università degli Studi Firenze, Anno Accademico 2015-2016

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