Sovramonte

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Sovramonte
comune
Sovramonte – Stemma
Sovramonte – Bandiera
Sovramonte – Veduta
Sovramonte – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Belluno
Amministrazione
SindacoFederico Dalla Torre (lista civica) dal 16-5-2011 (3º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate46°04′N 11°47′E / 46.066667°N 11.783333°E46.066667; 11.783333 (Sovramonte)
Altitudine600 m s.l.m.
Superficie50,55 km²
Abitanti1 327[2] (31-1-2024)
Densità26,25 ab./km²
FrazioniAune, Faller, Servo (sede comunale), Sorriva, Zorzoi

Borgate[1]: Croce d'Aune, Moline, Salzen

Comuni confinantiCanal San Bovo (TN), Feltre, Fonzaso, Imer (TN), Lamon, Mezzano (TN), Pedavena
Altre informazioni
Cod. postale32030
Prefisso0439
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT025058
Cod. catastaleI673
TargaBL
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona F, 3 548 GG[4]
Nome abitantisovramontini
PatronoSan Rocco
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sovramonte
Sovramonte
Sovramonte – Mappa
Sovramonte – Mappa
Posizione del comune di Sovramonte nella provincia di Belluno
Sito istituzionale

Sovramonte (Soramont in veneto[5]) è un comune italiano sparso di 1 327 abitanti[2] della provincia di Belluno in Veneto. Fino al 1881 si chiamava Servo, nome che è stato mantenuto dalla frazione capoluogo.

Fa parte dell'unione montana Feltrina e del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta di Moline dal ponte di Oltra

Il comune di Sovramonte appartiene alla rete antropica delle sue sette frazioni (Servo, Salzen, Moline, Sorriva, Zorzoi, Aune e Faller), allocate sull'omonimo altopiano o sulle falde di esso, e a quella fisica delle Alpi Feltrine, in quella loro parte specifica che sono le appendici meridionali del monte Vallazza. Di questo sottosistema risultano particolarmente importanti i seguenti fattori: l'ambiente naturale e antropico; gli aspetti toponomastici, storici e archeologici.

Via dello Schener[modifica | modifica wikitesto]

Fino alla fine dell'Ottocento, quando fu costruita la strada che collega Imer a Fonzaso, l'attuale Strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle, l'unico passaggio tra la valle di Primiero e il Feltrino avveniva percorrendo il sentiero che passava per il Castello dello Schener, che era stato nei secoli la dogana della Repubblica di Venezia rispetto all'Impero asburgico. Era chiamata la via dello Schener, nome che ricorda il trasporto delle merci più varie sulla schiena dei muli e degli uomini. Per raggiungere la vecchia via bisogna arrivare, provenendo da Zorzoi, alla località di Bettola. Da qui si prende una mulattiera che va verso la parte alta della gola dello Schener per arrivare, dopo i ruderi del Castello, giù a Pontet di Imer.[6]

Microcomunità[modifica | modifica wikitesto]

L'ideologia esistenziale di una microcomunità che, non superando mai i 4000 abitanti, ha espresso una decina di chiese con relativi svettanti campanili e un numero impressionante di capitelli, edicole e luoghi sacralizzati, conservando in pieno XX secolo una concezione premoderna dell'esistenza, con aspetti del tutto originali. E poi: la personalità di base degli abitanti; i caratteri essenziali dell'ideologia del villaggio, con riguardo particolare alle dimensioni della vita, della morte, dell'amore e del potere; il ruolo e la funzione della pieve e della comunità civile, variamente studiati dalla storiografia feltrina contemporanea. I primi documenti di natura geografica risalgono al Settecento e ai primi dell'Ottocento, mentre quelli che testimoniano un interesse e una percezione socioambientale per Sovramonte, chiamato ancora Sopramonte, risalgono alla seconda metà dell'Ottocento e risentono dei luoghi comuni propri dell'ideologia romantica.

Il "romitaggio" dell'Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

I luoghi sono selvaggi, ma anche pieni di fascino e di suggestione, con viste spettacolari di panorami, valli, dirupi, orridi che meritano lo sforzo di chi faticosamente li ascende. Sorriva e il Sopramonte sono descritte, per la prima volta, come una sorta di alpestre “romitaggio”, nella relazione inviata da Jacopo Facen allo storico della medicina Alfonso Corradi nel 1874. In questo montano contesto la “borgata di Servo” appare, similmente a Surripa, come una “villetta” posta sotto la Vallazza, unita e disgiunta parimenti dagli altri villaggi, tutti appartenenti al distretto di Fonzaso. I suoi abitanti, circa 600, ”sono dediti ai lavori campestri durante la state e girovaganti per le Venete province o pel limitrofo Trentino per varie industrie, o girovaganti all'estero ai lavori ferroviarii, onde procacciarsi di che vivere per sé e per le loro famiglie”.

I toponimi[modifica | modifica wikitesto]

Al centro dell'altopiano di Sovramonte, è ubicata una delle risorse agricole fondamentali di esso: la Campagna. È un'area pianeggiante di circa 30 ettari, a 600 metri d'altitudine: un bacino agricolo secolarmente utilizzato per la coltivazione di patate e fagioli, una sorta di serbatoio alimentare primario per le frazioni di Servo, Sorriva e Zorzoi. Questa fondamentale risorsa era stata divisa all'interno delle tre regole e successivamente dei tre comuni censuari e infine delle tre frazioni. L'alto grado di sfruttamento agricolo e la progressiva frantumazione della proprietà, dapprima comunale (non nel senso d'appartenenza al comune ma del pubblico demanio denominato “Beni comunali”) hanno dato a partire dal Medioevo una ricchezza di toponimi che confermava come attorno alla chiesa di San Giorgio e più in generale all'interno delle tre regole non vi fosse ormai più "nessun sasso senza un nome", "nullum sine nomine saxum". Le tre frazioni centrali del comune, senza dubbio le più importanti, utilizzavano a turno le pendici meridionali e occidentali del monte Vallazza, detto anche “montagna di Baverne”. Tale ripartizione è interessante sia sotto il profilo socio-antropologico che sotto quello storico e archeologico, in quanto dava a ciascuna delle tre succitate frazioni elementi non secondari e non banali d'identità culturale, di ricchezza fondiaria e persino di appartenenza religiosa, nonostante la presenza dell'unica plurisecolare pieve di Servo.

Servo[modifica | modifica wikitesto]

Il comune censuario di Servo, divenuto nel XIX secolo capoluogo del comune, utilizzava la “Campanea Servi”, cioè quella parte della Campagna che da località Sóracase andava fino al colle e alla chiesa di San Rocco, compresa la località detta “Muràa” e la cosiddetta “val dei mort”, toponimo mutuato dalla fossa comune utilizzata per quella frazione nell'occasione delle pesti e dei colera, dal secolo XVI al secolo XIX, mentre Sorriva e Zorzoi poste a sud ovest dell'altopiano utilizzavano i lembi circostanti di esso denominati rispettivamente “campanea Surrippae” e “campanea sancti Zenonis”.

Ponte Serra[modifica | modifica wikitesto]

A confine tra i territori di Sovramonte e di Lamon il Ponte Serra, già passaggio della strada romana Paolina. Distrutto due volte: nel 1917 dagli italiani in ritirata e dai partigiani il 2 maggio 1945; fu ricostruito nel 1947. Dal ponte si può osservare la maestosa diga di sbarramento del Cismon che alimenta la centrale idroelettrica di Pedesalto di Fonzaso.[7]

Resistenza italiana[modifica | modifica wikitesto]

Dall'8 settembre 1943 al maggio 1945, nel territorio dell'attuale comune, lottarono contro il nazifascismo i partigiani organizzati nel Battaglione "Angelo Giuseppe Zancanaro" della Brigata Garibaldina Antonio Gramsci (Feltre). Per reazione a questa presenza armata la frazione di Aune, l'11 agosto 1944, fu data alle fiamme e rasa al suolo, con oltre 150 abitazioni distrutte, previo saccheggio di cibarie e oggetti, dopo aver fatto sgomberare la popolazione. L'opera incendiaria s'iniziò alle otto del mattino e finì verso le due del pomeriggio. Le famiglie sfollate trovarono rifugio nei caseifici variamente presenti sulle alture circostanti, presso parenti ubicati nelle frazioni vicine, o nelle "cube" rimaste illese dal fuoco e frettolosamente ricoperte, mentre molti fanciulli attraverso l'intermediazione dei parroci trovarono rifugio presso famiglie abbienti del Feltrino o in istituti di assistenza. Ma il dato interessante fu che Aune venne ricostruito celermente nell'immediato dopoguerra. Pur con i contributi finanziari dell'Opera Post Bellica, il cui ufficio feltrino era diretto dal dott. Mario Frigato, tale ricostruzione fu dovuta esclusivamente alla operosità, concordia e buona volontà dei suoi abitanti. Nell'ottobre del 1946, 95 abitazioni erano state portate alla copertura. Il limite di tale operazione fu la totale assenza di ogni progetto alternativo che desse nuova fisionomia alla frazione, introducendo una spazialità rinnovata, rispettosa nel contempo delle sue caratteristiche tradizionali. In altre parole le case furono semplicemente ricostruite dov'erano e pressappoco com'erano, secondo canoni estetici del tutto approssimativi e rudimentali.

Archeologia preistorica[modifica | modifica wikitesto]

In territorio sovramontino è stata ritrovata nel 1988 la sepoltura di un uomo preistorico del Paleolitico Superiore: si tratta di un cacciatore, sepolto con corredo funerario e coperto di pietre dipinte con ocra. Il ritrovamento è avvenuto in località Val Rosna (Val Schener)[8].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2010 gli stranieri residenti nel comune sono 52, ovvero il 3,4% della popolazione. L'unico gruppo di una certa consistenza è quello rumeno, con 36 appartenenti[10].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

La denominazione del comune fino al 1881 era Servo[11].

Il 9 ottobre 2006 a Sovramonte su iniziativa del sindaco Scalet , si è svolto un referendum costituzionale con il quale il 95,25% dei votanti (compresi i residenti all'estero) si sono dichiarati favorevoli al passaggio del comune alla provincia autonoma di Trento[12]. Questo per motivi culturali e geografici, ma anche per la presunta incapacità da parte della regione veneta di attuare politiche di montagna, importanti per la sopravvivenza e lo sviluppo dei comuni dolomitici. Il processo di "ricerca autonoma di autonomia" è ora identificato col termine di lamonizzazione dall'Enciclopedia Treccani dal nome del comune apripista.[13]

Sindaci dal 1993[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 13 maggio 2001 Giambattista Dalla Corte sindaco
13 maggio 2001 29 maggio 2006 Armando Scalet sindaco
29 maggio 2006 16 maggio 2011 Armando Scalet sindaco
16 maggio 2011 5 giugno 2016 Federico Dalla Torre lista civica sindaco
5 giugno 2016 4 ottobre 2021 Federico Dalla Torre lista civica sindaco
4 ottobre 2021 in carica Federico Dalla Torre lista civica sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Così le definisce lo statuto comunale.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 634, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Melchiore Matteo - La via dello Scherer - Marsilio editore- 2016
  7. ^ Ponte Serra, su sovramonte.it. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  8. ^ La sepoltura Epigravettiana di Rosna, su spazioinwind.libero.it.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  10. ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 28 novembre 2012 (archiviato il 25 gennaio 2012).
  11. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
  12. ^ Renzo Mazzaro, Un altro Comune vuol lasciare il Veneto, in la Tribuna di Treviso, 10 ottobre 2006, p. 9. URL consultato il 18 luglio 2010.
  13. ^ Chiarimento in dettaglio su "lamonizzare", su treccani.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Su Sovramonte sono stati sinora pubblicati i seguenti volumi:

  • Piero Polesana, Eroismo e martirio di Aune distrutta dal fuoco, Feltre 1974, pp. 1012.
  • Gianmario Dal Molin - Sergio Claut, Tradizione e cultura nel Sovramonte, Belluno 1983, pp. 97.
  • Marino Giazzon, Faller. Storia di una comunità, Feltre 1986, pp. 240.
  • Franca Facchin, Strasegne. Racconti e immagini di Sovramonte, Feltre 1997, pp. 58.
  • Severino Cecchin - Paolo Giacomel, Otto secoli di storia di una comunità [Aune], Feltre 1998, pp. 542.
  • Martino Giazzon, I santi martiri Quirino e Giulita, S. Filomena, patroni di Faller, Seren del Grappa 1999, pp. 117.
  • Enza Bonaventura - Carlo Zoldan, Un inventario cinquecentesco nell'antica pieve di Servo, Belluno 2001, pp. 137.
  • Sorriva e la peste. 1631, a cura di Ennio e Virginio Bottegal, Federico Dalla Torre, Vito De Bastiani, Tarcisio Fontana, Giuseppe Zannini, Feltre 2005, pp. 136.
  • Sovramonte. Guida turistica. Storia arte tradizione cultura, Feltre 2006, pp. 136.
  • Gianmario Dal Molin, Sérbo. Antropologia d'un villaggio feltrino di montagna fra Ottocento e Novecento, Famiglia Feltrina, collana "Microcosmi", 2010, pp. 478.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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