Flávio Costa

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Flávio Costa
Nazionalità Bandiera del Brasile Brasile
Altezza 176 cm
Peso 67 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1936 - giocatore
1970 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1926-1936Flamengo145 (15)
Carriera da allenatore
1934-1937Flamengo
1937Portuguesa-RJ
1938Santos
1938-1945Flamengo
1945-1950Bandiera del Brasile Brasile
1946Flamengo
1947-1950Vasco da Gama
1951-1952Flamengo
1953-1956Vasco da Gama
1955-1956Bandiera del Brasile Brasile
1956-1957Porto
1957-1958Portuguesa
1959-1960Colo-Colo
1960-1961San Paolo
1962-1965Flamengo
1965-1966Porto
1970Bangu
Palmarès
 Copa América
Oro Brasile 1949
 Mondiali di calcio
Argento Brasile 1950
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 19 marzo 2010

«Il destino ci rise in faccia. Tutti, tifosi, stampa e addetti ai lavori, pensavano che la coppa fosse già nostra, e fu questo a causare tutto.»

Flávio Rodrigues da Costa, detto Flávio Costa (Carangola, 14 settembre 1906Rio de Janeiro, 22 novembre 1999), è stato un calciatore e allenatore di calcio brasiliano, di ruolo centrocampista. Il suo carattere esigente e deciso gli causò diversi problemi durante la carriera da tecnico, specialmente con dirigenti e giocatori; era anche noto per curare ogni aspetto degli allenamenti delle sue squadre, compreso quello prettamente atletico, dedicandosi personalmente alla gestione della preparazione fisica.[2] La sua profonda conoscenza del calcio gli permise di diventare uno degli allenatori brasiliani più vincenti del suo tempo, ma la sua carriera venne indissolubilmente legata al cosiddetto Maracanazo,[2] tanto che ricevette minacce di morte in seguito a tale avvenimento.[3]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Fu un centrocampista ruvido, tanto da guadagnarsi il soprannome di alicate (pinza in portoghese) sia per la decisione dei suoi contrasti che per i suoi piedi storti.[2]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Giocò nel Flamengo per tutta la sua carriera, svoltasi dal 1926 al 1936, giocando più di cento partite con il club e vincendo il campionato Carioca; nell'ultima parte del suo periodo da calciatore svolse contemporaneamente anche la funzione di allenatore.

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Dopo i primi due anni passati sia in campo che in panchina con il Flamengo divenne allenatore a tempo pieno, portando il club a tre titoli statali consecutivi, dal 1942 al 1944. Passato al Vasco da Gama, iniziò un ciclo di vittorie, tra cui spicca quella della Coppa dei Campioni del Sudamerica.[4] Oltre alla sua carica di allenatore del Vasco, la Confederação Brasileira de Desportos lo chiamò per rimpiazzare Adhemar Pimenta nel ruolo di commissario tecnico del Brasile in vista del campionato del mondo 1950, anche a causa delle sue abilità tattiche e del suo temperamento da leader.[4]

Il Mondiale 1950[modifica | modifica wikitesto]

Il Brasile giunse alla competizione con i favori del pronostico,[3][5] dato il suo ruolo di paese organizzatore, che gli conferiva dunque il vantaggio del fattore campo, e grazie ai giocatori che componevano la rosa. Per affrontare al meglio il Mondiale, Flávio Costa scelse sette membri del club che allenava, il Vasco da Gama, per comporre la base della squadra, poiché con tale società aveva vinto due anni prima la Copa Libertadores. Una volta selezionata l'ossatura della formazione, scelse dunque gli attaccanti Zizinho e Jair per unirsi alla già nutrita schiera di giocatori dalla vocazione offensiva.[5] Le convincenti prestazioni della Nazionale verde-oro, tra cui il 7-1 sulla Svezia e il 6-1 sulla Spagna, considerata un'avversaria temibile dalla stampa brasiliana,[5] fecero sì che la squadra giungesse alla finale già soddisfatta e praticamente sicura di vincere.[1] Fu proprio allora, nel momento migliore del torneo, che si consumò il Maracanazo; a causa della determinazione degli uruguaiani, spinti dal capitano Obdulio Varela, i brasiliani persero terreno e dovettero soccombere prima a Schiaffino e poi a Ghiggia che dribblando Bigode e battendo Barbosa sul suo palo consegnò alla sua Nazionale il secondo titolo mondiale della sua storia. Molti dei componenti della selezione brasiliana furono segnati a vita da tale partita, e sia Barbosa che Flávio Costa dovettero lasciare il paese in seguito a minacce di morte.[3]

Dopo il Maracanazo[modifica | modifica wikitesto]

In seguito all'esperienza in panchina della Seleção, Flávio Costa allenò il Flamengo ed il Vasco, venendo anche chiamato nuovamente dalla Nazionale, per poi andare in Portogallo, alla guida del Porto. La parentesi al San Paolo segnò il ritorno ad un grande club brasiliano, ma alla fine degli anni sessanta decise di chiudere la carriera. È tuttora l'allenatore con più presenze sulla panchina del Flamengo, con 746.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Flamengo: 1927

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni statali[modifica | modifica wikitesto]
Flamengo: 1940
Flamengo: 1942, 1943, 1944, 1952, 1963
Vasco da Gama: 1947, 1949, 1950
Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Vasco da Gama: 1948

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

1945
1947
Brasile 1949
1956

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) A deafening silence, su fifa.com, FIFA.com. URL consultato il 19 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2010).
  2. ^ a b c (PT) Marcelo Rozenberg, Que Fim Levou? - Flávio Costa [collegamento interrotto], su terceirotempo.ig.com.br. URL consultato il 19 marzo 2010.
  3. ^ a b c Autori vari, Enciclopedia dello Sport - Calcio, Treccani, 2002, pp. 158-159.
  4. ^ a b (PT) Album dos saudosistas - Flávio Costa, su museudosesportes.com.br, Museu dos Esportes. URL consultato il 19 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  5. ^ a b c (EN) Brazil at the 1950 World Cup, su v-brazil.com, v-brazil-com. URL consultato il 19 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).

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