Ferrovia Catania-Caltagirone-Gela

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Lentini Diramazione-Gela
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioStazione di Lentini Diramazione
FineGela
Attivazione1889-1979
GestoreRFI
Precedenti gestoriSocietà per le Strade Ferrate della Sicilia
FS (1905-2001)
Lunghezza118 km
Scartamento1435 mm
Elettrificazione3000 V CC (solo tratta Catania Centrale-Lentini Diramazione)
DiramazioniBicocca, Lentini Diramazione
Ferrovie

La Lentini Diramazione-Gela è una linea ferroviaria a binario unico che collega trasversalmente il versante jonico e il versante mediterraneo della Sicilia attraversando alcuni grossi centri urbani. Dall'8 maggio 2011 la linea è interrotta, nella tratta Caltagirone-Gela, al km 326+600 per il crollo di un viadotto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tratta Inaugurazione
Catania-Lentini dir. 1º luglio 1869[1]
Lentini dir.-Scordia 20 novembre 1889
Scordia-Caltagirone 31 ottobre 1892
Caltagirone-Gela novembre 1979

Premesse[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione delle linee ferroviarie in Sicilia iniziò alcuni anni dopo la proclamazione dell'unità d'Italia in quanto si era già riscontrato che il trasporto su ferro promuoveva lo sviluppo del territorio; sia la Camera di Commercio di Catania che gli imprenditori e i grandi produttori agricoli premevano quindi sulle autorità preposte affinché si realizzasse una serie di linee ferroviarie di collegamento tra l'interno dell'Isola e il Porto di Catania. Il 1º luglio del 1869 era stata inaugurata, con il completamento del lungo viadotto della Marina e della Galleria dell'Acquicella, la tratta da Catania Centrale a Catania Acquicella e da questa a Bicocca e fino alla Stazione di Lentini. Era stato aperto anche il collegamento ferroviario fino a Catania Marittima all'interno del Porto di Catania. Il 19 gennaio 1871 la linea era pronta anche da Lentini alla Stazione di Siracusa.

Da Caltagirone a Catania[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1872 gli imprenditori del ricco comprensorio agricolo del Calatino avanzarono la richiesta di costruzione di una strada ferrata che collegasse la città di Caltagirone con Catania innestandosi in prossimità del Lago di Lentini sulla ferrovia costiera jonica verso Catania già in esercizio dal 1869. L'esigenza del tronco ferroviario era connessa alla prospettiva di aprire di nuovi mercati ai prodotti agricoli ed alimentari del comprensorio calatino avvalendosi anche del commercio marittimo del Porto di Catania.

La Caltagirone-Valsavoja venne inserita tra le linee di 3 categoria da costruire, secondo le direttive della Legge 29 luglio 1879, n. 5002; questa prevedeva per tale categoria il contributo degli enti locali interessati per la costruzione. I Comuni interessati si costituirono quindi in consorzio allo scopo di presentare al Governo la richiesta di Concessione; a Caltagirone il 6 agosto 1877 venne elaborato e approvato un progetto che prevedeva uno stanziamento degli enti locali, per un totale di 2.000.000 di lire del tempo, così ripartito percentualmente: Provincia di Catania 15%, Comune di Catania 12%, Caltagirone 37%, Grammichele 7%, Vizzini 12%, Militello 9%, Scordia 5%, Licodia Eubea 3%.

Il Governo approvò lo stanziamento dei fondi necessari nel mese di ottobre 1881 ma con il contributo di un decimo delle spese a carico del consorzio. Nel giugno 1888 si stipulava una convenzione ...fra S. E. il Ministro dei lavori pubblici, commendatore Giuseppe Saracco e S.E. il Ministro delle finanze e Ministro per interim del tesoro, commendatore Agostino Magliani, contraenti in nome dello Stato, ed il commendatore Adolfo Billia, direttore generale della Società italiana per le Strade ferrate della Sicilia, contraente in nome della Società medesima allo scopo di costruire una ferrovia passante per contrada Fildidonna, Militello, contrada Nocifero e Grammichele fino a Caltagirone. La concessione ottenuta dalla Società per le Strade Ferrate della Sicilia permise l'avvio dei lavori; il primo tratto da Valsavoia a Scordia venne aperto a fine novembre 1889, l'intera linea fu inaugurata il 31 ottobre 1892.

Da Caltagirone a Gela[modifica | modifica wikitesto]

Vista del viadotto crollato nel tratto di ferrovia Niscemi-Caltagirone
Rete ferroviaria della Sicilia sud-orientale

La tratta da Caltagirone a Gela (quest'ultima allora denominata Terranova), lunga 45,566 km, anche in relazione al minor numero di centri attraversati che minimizzava la possibilità di contributo, fu approvata solo nel 1911 e inserita tra le ferrovie di quarta categoria e quindi autorizzata solo a scartamento ridotto insieme ad altre ferrovie secondarie. Il collegamento avrebbe ridotto il percorso totale da Catania a circa 135 km, molto più breve degli itinerari via Canicattì di 231 km e via Siracusa e Ragusa di 268 km ma penalizzato dalla rottura di carico"a Caltagirone. Lo scoppio della prima guerra mondiale tuttavia bloccò tutto. Nel 1921 veniva presentato un disegno di legge per la conversione a scartamento normale del progetto di costruzione[2]. Il 24 novembre 1921 il Regio decreto n. 1696 ne disponeva lo stralcio dal piano di costruzioni a scartamento ridotto e il RD n. 1796, emanato nella stessa data, ne prescriveva la costruzione a scartamento ordinario e a carico dello Stato[3]. Ma i lavori languirono e lo scoppio della seconda guerra mondiale li bloccò del tutto. Nei primi anni cinquanta venne approntato uno studio per riprendere i lavori aggiornando ancora una volta il progetto con le seguenti caratteristiche: curve con raggio minimo di 500 m, pendenza massima del 18 per mille e velocità di 95 km/h. I lavori iniziarono nell'aprile 1952 ma vennero portati avanti con lentezza estrema e l'apertura al traffico avvenne solo nel novembre 1979.

Il viaggio inaugurale fu effettuato da due locomotive D.345, la 345.1122 e la 345.1132 arrivate in sussidio temporaneo, che qualche tempo dopo vennero riportate alla loro sede iniziale, lasciando gli oneri del servizio sulla linea alle più vecchie D.343 del deposito locomotive di Catania.

Il collegamento attivato apriva un itinerario diretto fra i centri agricoli ed industriali di Gela, Licata, Vittoria, Modica, Ragusa, Niscemi e Caltagirone con le aree commerciali di consumo e in direzione di Messina e del continente. Il ritardo nella costruzione tuttavia ebbe già conseguenze sul futuro della linea; il trasporto merci della direttrice si era riversato sui TIR e sulle strade. A questo si aggiunse la crisi delle Ferrovie dello Stato i cui programmi di sviluppo e modernizzazione furono rimessi in discussione dai diversi orientamenti politici. La linea ebbe comunque già dall'inaugurazione un consistente movimento di viaggiatori pendolari, data la presenza del Polo petrolchimico di Gela e di merci tra cui preponderanti erano i prodotti raffinati del petrolio verso i mercati esteri e nazionali. Tuttavia la mancata elettrificazione, che obbligava a doppie e triple trazioni dei treni merci con le poco potenti locomotive 343 (con costi di personale esorbitanti) e l'utilizzazione, per i treni viaggiatori, di ALn 668.1500 e 1600 lente in salita e soggette a frequenti avarie (specie in estate) distolse lentamente dalla linea anche il traffico pendolari.

L'8 maggio 2011 la linea fu interrotta nella tratta Caltagirone-Gela dal crollo al km 326+600 della nona e decima arcata e di un pilone del viadotto di Piano Carbone. Al momento del crollo non vi erano convogli in transito[4]. I collegamenti tra i due centri sono da allora sostituiti da autoservizi di Trenitalia. Il crollo del viadotto ha comportato altresì la chiusura al transito della sottostante SP 39 Niscemi-Caltagirone[5]. Il viadotto è stato successivamente demolito il 7 ottobre 2014[6].

Il servizio ferroviario sull'intera linea, chiusa dal 2017 a causa di un incidente, fu riattivato il 18 febbraio 2019[7].

Progetto di riapertura della tratta Caltagirone-Gela[modifica | modifica wikitesto]

Un progetto per la ricostruzione del viadotto crollato e per la riapertura della tratta ferroviaria, comprendente anche l'ammodernamento degli altri 11 viadotti presenti e di altre opere minori, è stato presentato nell'agosto 2018. Si prevede di riaprire la tratta Caltagirone-Gela entro il 2026.[8]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

 Stazioni e fermate 
Continuation backward
per Messina
Unknown route-map component "utCONTgq"
Unknown route-map component "utSTRq" + Straight track
Unknown route-map component "utSTR+r"
Metropolitana di Catania
Straight track Unknown route-map component "utSTRe"
Station on track Unknown route-map component "ueHST"
240+714 Catania Centrale / Stazione FS † 2016 12 m s.l.m.
Unknown route-map component "BRK3" Urban End station
Catania Porto
Unknown route-map component "BRK3"
Archi della Marina
Unknown route-map component "BRK3"
239+232 Dev. Zurria (termine doppio binario)
Enter and exit short tunnel
galleria dell'Acquicella (748 m)
Station on track
237+832 Catania Acquicella (inizio doppio binario) 18 m s.l.m.
Stop on track
235+522 Catania Aeroporto Fontanarossa * 2020[9]
Station on track
233+287
233+287
Bicocca (termine doppio binario) 18 m s.l.m.
Unknown route-map component "CONTgq" Unknown route-map component "ABZgr"
per Palermo
Unknown route-map component "hKRZWae"
fiume Simeto
Unknown route-map component "eBHF"
241+113 Passomartino 11 m s.l.m.
Unknown route-map component "hKRZWae"
fiume Gornalunga
Enter and exit tunnel
galleria Valsavoia (1.519 m)
Non-passenger station/depot on track
248+761 Lentini Diramazione (termine elettrificazione) 44 m s.l.m.
Unknown route-map component "ABZgl" Unknown route-map component "CONTfq"
per Siracusa
Non-passenger station/depot on track
257+852 Palagonia 66 m s.l.m.
Station on track
262+368 Scordia 110 m s.l.m.
Unknown route-map component "eHST"
Scordia Alta * 1938[10]
Non-passenger station/depot on track
270+428 Fildidonna 324 m s.l.m.
Station on track
277+128 Militello 467 m s.l.m.
Non-passenger station/depot on track
281+711 Mineo 578 m s.l.m.
Straight track Unknown route-map component "exSTR+l" Unknown route-map component "exCONTfq"
per Ragusa e Siracusa (SAFS) † 1949
Station on track Unknown route-map component "exKBHFe"
290+689 Vizzini-Licodia / Vizzini Scalo (SAFS) 578 m s.l.m.
Station on track
302+356 Grammichele 502 m s.l.m.
Unknown route-map component "xKRWgl" Unknown route-map component "KRW+r"
Unknown route-map component "exBHF" Straight track
Caltagirone (vecchia) 513 m s.l.m.
Unknown route-map component "exSTR" Station on track
315+022 Caltagirone (nuova) 505 m s.l.m.
Unknown route-map component "exCONTgq" Unknown route-map component "exSTRr" Straight track
per Dittaino † 1969
Non-passenger station/depot on track
323+612 Piano Carbone
Enter and exit tunnel
galleria S. Nicola Noce (1.762 m)
Unknown route-map component "exBRK3"
326+600 Ponte di Piano Carbone (crollato nel 2011)
Unknown route-map component "eBHF"
Vituso † 2006[11]
Station on track
335+917 Niscemi 305[12] m s.l.m.
Enter and exit tunnel
galleria Dell'Arcia (1.225 m)
Unknown route-map component "eBHF"
Priolo Soprano † 2005[13]
Non-passenger station/depot on track
349+199 Priolo Sottano
Unknown route-map component "eBHF"
Piana del Signore † 2005[14]
Unknown route-map component "ABZg+l" Unknown route-map component "CONTfq"
per Siracusa
Unknown route-map component "hKRZWae"
fiume Gela
Station on track
360+155 Gela 9 m s.l.m.
Continuation forward
per Canicattì
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile
Una delle presenze abituali della linea: ALn 668.1502 del Deposito Locomotive di Catania
L'altipiano su cui si arrampica la linea ferrata

La ferrovia ha il primo tratto, dalla stazione di Catania Centrale alla stazione di Lentini Diramazione, il cui nome fino alla fine degli anni settanta era stazione di Valsavoia, comune alla ferrovia Messina-Siracusa ed è elettrificato a corrente continua a 3000 volt. Nella stazione di Valsavoia il primo binario è quello di origine della linea a semplice binario che si dirama[15] piegando subito a destra e costeggiando il lago di Lentini con una serie di curve e un lungo rettilineo ad andamento in moderata ascesa fino alla rampa di ingresso della stazione di Scordia, importante centro agrumario della Provincia di Catania. In questo primo tratto la velocità massima è di 90 km/h per il rango "B"[16].
Da Scordia la linea procede in ascesa quasi costante del 28 per mille, con tornanti e avvitamenti, attaccando la rampa che la porterà sull'altipiano fino a Militello in Val di Catania e all'isolata stazione di Mineo dove raggiunge il culmine ed inizia la ripida discesa verso la stazione di Vizzini-Licodia[17]. Affiancata a questa c'era fino al 1954 la stazione di partenza della ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini che permetteva di raggiungere il capoluogo ibleo e Pantalica. La ferrovia prosegue tra ripide discese e salite fino al 27 per mille fino a Grammichele da dove riparte in discesa per poi attaccare con un'altra ripida tratta del 30 per mille la salita fino alla stazione di Caltagirone[18] tutta questa tratta permette una velocità massima di 70/75 km/h. Fino al 1979 la stazione si trovava, ad una quota più elevata, sul costone nord dell'altura su cui sorge la città e da essa si diramava la ferrovia Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone (a scartamento ridotto).
In seguito all'apertura al traffico della tratta fino a Gela venne costruita una nuova e più grande stazione sul versante sud e a quota meno elevata. La seconda parte della linea è costruita con criteri più moderni, presenta curve più ampie che consentono la velocità massima di 100 km/h per il rango "B"[16] con un'ascesa massima del 18 per mille in rettilineo e del 16 per mille in curva (nel senso di marcia da Gela verso Caltagirone)[19]. Subito dopo la stazione di Caltagirone i binari entrano ed escono dalle 26 gallerie percorrendo in esse ben 11,8 km e passando su numerosi viadotti e ponti di cui alcuni di dimensioni notevoli, complessivamente per 7,8 km, con alcuni di essi in curva. Le stazioni attraversate, eccetto la stazione di Niscemi, non servono alcun centro abitato e sono soltanto a scopo di servizio per incrocio o precedenza; ciononostante sono state costruite con sottopassaggi e pensiline. Essendo state sin dall'inizio impresenziate versano in totale stato di abbandono. La linea è quasi tutta in discesa fino a Piana del Signore e termina in rettilineo nella grande stazione di Gela confluendo nella linea costiera per Caltanissetta e Siracusa[20].

Sistemi di esercizio[modifica | modifica wikitesto]

Blocco Telegrafico[modifica | modifica wikitesto]

Le stazioni furono dotate sin dall'inizio dell'apparecchiatura del telegrafo che permetteva l'inoltro dei treni con la sicurezza della via libera tra stazione e stazione. In seguito vennero installati i circuiti e i telefoni tipo Western a cassetta di legno con generatore di corrente a manovella e instaurato il regime di circolazione con Blocco telefonico.

Dirigente Unico[modifica | modifica wikitesto]

Attorno agli anni trenta allo scopo di ridurre le spese di esercizio le FS introdussero nelle linee complementari e secondarie della rete ferroviaria italiana il sistema di circolazione a Dirigenza unica eliminando i Capi stazione dalle stazioni intermedie e lasciandoli soltanto in quelle di diramazione e capotronco. Anche la tratta Valsavoia-Caltagirone venne trasformata a Dirigenza unica con sede a Caltagirone da dove veniva regolato il traffico ferroviario avvalendosi dei capitreno e dei macchinisti dei treni circolanti in linea. Nelle stazioni erano presenti degli agenti, detti assuntori, che provvedevano alle altre incombenze commerciali e logistiche. La dirigenza unica rimase in vigore fino al 1979.

Dirigente Centrale Operativo[modifica | modifica wikitesto]

Con l'apertura della tratta fino a Gela, che venne attrezzata con blocco elettrico automatico con circuiti di binario a correnti fisse e reversibile e Dirigente Centrale Operativo, la tratta fino a Valsavoia, (ora Lentini Diramazione) venne abilitata temporaneamente a dirigenza locale con blocco telefonico in attesa di attivare anche su di essa il blocco automatico a correnti fisse reversibile e il Comando Centralizzato del Traffico. Questo venne attivato il 28 gennaio 1981; dopo un periodo di pre-esercizio tutte le stazioni, eccetto Scordia, Caltagirone e Gela, divennero impresenziate ed esercite in telecomando dal posto centrale del DCO con sede a Caltagirone[21].

Nell'ambito del piano di ristrutturazione funzionale ed economica dell'infrastruttura ferroviaria nazionale da parte di RFI anche la linea è stata interessata, dal mese di luglio al mese di dicembre del 2005[22][23][24] da cambiamenti della tecnologia di esercizio e comando mediante la sostituzione del più complesso sistema di blocco automatico a "correnti fisse" e circuiti di binario con il più semplice sistema di Blocco elettrico conta-assi (BCA) e infine, il 30 aprile 2006, dalla soppressione della sede DCO di Caltagirone spostando il completo sistema di telecomando alla dirigenza centrale operativa di Siracusa[25]. Sono state inoltre dismesse le stazioni di Vituso, Priolo Soprano e Piana del Signore previa eliminazione dei binari di incrocio[22]; il 18 ottobre 2005 è stata definitivamente soppressa Piana del Signore[23], il 19 marzo 2006 quella di Vituso[26]. Successivamente, il 27 giugno 2010,[27] la sede di telecomando DCO dell'intera linea è stata trasferita a Palermo[28].

Infrastrutture[modifica | modifica wikitesto]

Stazioni principali[modifica | modifica wikitesto]

Materiale rotabile[modifica | modifica wikitesto]

Una locomotiva del gruppo 740 utilizzata per treni viaggiatori e merci fino agli anni sessanta

La linea è stata aperta all'esercizio con l'uso della trazione a vapore. Sono state utilizzate, nel tempo, varie locomotive tra cui:

A partire dalla seconda metà degli anni trenta i servizi viaggiatori sono stati migliorati con l'introduzione di automotrici:

Dall'inizio degli anni settanta il servizio merci ha avuto un maggiore impulso con la sostituzione delle locomotive a vapore con le nuove locomotive diesel-elettriche:

E la sostituzione delle automotrici ormai obsolete con le:

  • Automotrici ALn 668 serie 1500 e 1600. In seguito e saltuariamente sono apparse anche le serie 1000 e 3000

Negli ultimi anni, è sempre meno rara la presenza sulla tratta della:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Parte della linea Messina - Siracusa.
  2. ^ Archivio storico della Camera dei deputati, Disegno di legge a nome Aldisio, La Rosa, "Per autorizzare la costruzione della ferrovia Caltagirone-Niscemi-Terranova Sicilia, a scartamento ordinario, anziché a scartamento ridotto" 30 luglio 1921
  3. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 291, del 13 dicembre 1921, parte prima
  4. ^ giornalenisseno:Crolla un ponte ferroviario, chiusa la linea tra Caltagirone e Gela
  5. ^ Niscemi, il ponte ferroviario sarà demolito, in Giornale di Sicilia. URL consultato il 13 settembre 2015.
  6. ^ Ministero dell'Interno, 07.10.2014, Demolizione totale del ponte ferroviario Caltagirone-Gela, in provincia di Catania, in Ministero dell'interno, 7 ottobre 2014,. URL consultato il 12 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2014).]
  7. ^ Riparte il Catania-Caltagirone. Ma i tempi lasciano a desiderare, in livesicilia.it, 19 febbraio 2019. URL consultato il 21 febbraio 2019.
  8. ^ Caltagirone - Gela: ripristino della linea, in rfi.it. URL consultato il 04/07/2023.
  9. ^ Rete Ferroviaria Italiana, Circolare territoriale PA 15/2020, su normativaesercizio.rfi.it.
  10. ^ Ordine di Servizio n. 44 del 1938
  11. ^ Impianti FS, in "I Treni", anno XXVII, n. 280 (aprile 2006), p. 6. ISSN 0392-4602 (WC · ACNP)
  12. ^ Fonte Google Earth
  13. ^ Impianti FS, in "I Treni", anno XXVII, n. 277 (gennaio 2006), p. 8. ISSN 0392-4602 (WC · ACNP)
  14. ^ Impianti FS, in I Treni, anno XXV, n. 275, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, novembre 2005, p. 7, ISSN 0392-4602 (WC · ACNP).
  15. ^ FO 152a, pp. 3, 14.
  16. ^ a b FO 152a, ribaltina n. 2 e n. 3.
  17. ^ FO 152a, p. 16.
  18. ^ FO 152a, pp. 16-17.
  19. ^ FO 152a, p. 58.
  20. ^ FO 152a, pp. 17, 58.
  21. ^ Lo Monte, p. 8.
  22. ^ a b Notizie flash, in iTreni, anno XXV, n. 273, settembre 2005, p. 8
  23. ^ a b Notizie flash, in iTreni, anno XXV, n. 275, novembre 2005, p. 7
  24. ^ Notizie flash, in iTreni, anno XXVI, n. 277, gennaio 2006, p. 8
  25. ^ Notizie flash, in iTreni, anno XXVII, n. 281, maggio 2006, p. 7
  26. ^ Notizie flash, in iTreni, anno XXVII, n. 280, aprile 2006, p. 6
  27. ^ Notizie flash, in iTreni 328, anno XXXI, luglio-agosto 2010, p. 6
  28. ^ RFI, FO 154, ediz. 2003 aggiornata con CC 7/2010, p. 34

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ettore Caliri, Gela 15 anni dopo, in I Treni Oggi, n. 150, Edizioni ETR, 1994.
  • Michele D'Addio, Aristide Casucci, Il potenziamento e il nuovo sistema della linea Lentini d.ne-Gela, in La tecnica professionale, Roma, CIFI, 1970.
  • Ferrovie dello Stato, Palermo, Fascicolo circolazione linee della unità periferica, ediz. in vigore dal 24 settembre 1995, pp. 129-139.
  • Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio, valido dal 31 maggio 1981 al 28 maggio 1983, fascicolo 152a.
  • Ferrovie dello Stato, Palermo, Orario generale di servizio valido dal 28 maggio 1995 al 31 maggio 1997.
  • Massimo Inzerilli, Ferrovie siciliane in abbandono, in i Treni, n. 356, febbraio 2013, pp. 20-26.
  • Massimo Inzerilli, Ritorno a Caltagirone, in iTreni, n. 424, aprile 2019, pp. 10-13.
  • Aldo Lo Monte, CTC a Caltagirone, in I Treni Oggi, n. 10, giugno 1981.
  • Renzo Marini, La nuova ferrovia Caltagirone-Gela, in Ingegneria Ferroviaria, n. 11, Roma, CIFI, 1969.
  • Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 154, RFI, prima pubblicazione dicembre 2003, ISBN non esistente. URL consultato il 22 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  • Giuseppe Sergi, Nuova ferrovia Caltagirone–Gela, in "I Treni Oggi" n. 1 (settembre 1980).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]