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Battaglia della Gaiana
parte della campagna d'Italia della seconda guerra mondiale
Data17 aprile – 19 aprile 1945
LuogoTorrente Gaiana - Emilia-Romagna
Esitovittoria degli Alleati
Schieramenti
Comandanti
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia della Gaiana è stato un sanguinoso combattimento tra alleati e tedeschi che si svolse tra il 17 e il 19 aprile 1945 lungo il torrente Gaiana ad ovest di Castel San Pietro Terme durante l'offensiva degli Alleati della primavera 1945.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Dopo lo sfondamento degli Alleati nella battaglia dei tre fiumi delle linee Irmgard sul fiume Senio, Laura lungo gli argini del Santerno e Paula lungo il Sillaro tra il 9 e il 16 aprile 1945 gli alleati procedettero nella loro offensiva.

L'avanzata verso Bologna si bloccò però di nuovo lungo il torrente Gaiana, dove la 1ª Divisione paracadutisti e la 4ª Divisione paracadutisti tedeschi avevano fortificato anche gli argini del torrente costituendo la linea Anna, come linea intermedia tra la linea Paula ad est e la linea Genghis Khan lungo il torrente Idice a ovest.

Ordine di battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Forze tedesche schierate sulla sinistra orografica del torrente Gaiana il 17 aprile 1945:

  • I Corpo paracadutisti
    • 1ª Divisione paracadutisti (dalla altezza dell'abitato di Liano a Villa Fontana)
      • 3 battaglioni del 1º Reggimento
      • 3 battaglioni del 3º Reggimento
      • 305º Battaglione fucilieri della 305ª Divisione fanteria
    • 4ª Divisione paracadutisti (da Villa Fontana al torrente Quaderna)
      • 2 battaglioni del 4º Reggimento
      • 2 battaglioni del 12º Reggimento
      • 2 battaglioni del 11º Reggimento
    • 278ª Divisione fanteria (a nord del Quaderna)
      • Reggimento granatieri 994
      • Reggimento granatieri 993

Forze alleate schierate sulla destra orografica del torrente Gaiana il 17 aprile 1945:

  • X Corpo britannico
  • II Corpo britannico
    • II Corpo polacco (da Castel San Pietro Terme a sud di Medicina)
      • 3ª Brigata Carpazi
      • 4ª Brigata Wolynska
      • 5ª Brigata Wilenska
      • Battaglione corazzato Lancieri dei Carpazi
  • XIII Corpo britannico
    • 2ª Divisione di fanteria neozelandese (da sud di Medicina al torrente Quaderno)
      • 2º Battaglione del 6º Reggimento Gurkha
      • 4 battaglioni di fanteria neozelandese (27º, 22º, 21º e 23º)
    • 10ª Divisione di fanteria indiana (a nord del torrente Quaderno)

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

17. aprile 1945[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 aprile il I Corpo paracadutisti tedesco si era schierato con la 1ª e 4ª Divisione paracadutisti e la 278ª Divisione fanteria lungo le argini del torrente Gaiana e del canale Quaderna. Nella parte settentrionale del fronte alla confluenza del Gaiana con il Quaderna e anche oltre si trovò la 278ª Divisione rinforzata con una decina di carri Tiger I che stava di fronte alla 10ª Divisione di fanteria indiana. A sud lungo il Gaiana furono schierati i paracadutisti rinforzati con il battaglione di ricognizione della 305ª Divisione e da 10 carri Panther.[2]

Alle ore 2 il 27º Battaglione neozelandese iniziò l'attacco contro la linea tenuta dai paracadutisti tedeschi che si erano trincerati sull'argine sinistro del Gaiana. I tedeschi risposero con pesante fuoco di mitragliatrici e mortai e i carri tedeschi ingaggiarono i carri neozelandesi dai fianchi. Verso sera anche i neozelandesi iniziarono a trincerarsi consolidando lo loro posizione sull'argine destro del torrente.[3]

Nel frattempo il 2º Battaglione Gurkha assegnato per questa missione alla 2ª Divisione neozelandese e montato su carri Kangaroo aveva attraversato verso mezzogiorno il Gaiana lungo la strada Medicina-Bologna, ma fu poi costretto a ritirarsi per le forti perdite subite. A questo punto il primo tentativo dei Neozelandesi di sfondare la linea tedesca fu sospeso e programmato un secondo attacco per il giorno seguente.[3]

Nel settore a sud dei Neozelandesi furono mandato avanti i carri del Reggimento corazzato Ulani dei Carpazi che subì la perdita di alcuni carri una volta avvicinatosi al Gaiana. Sulla Strada Statale 9 invece le brigate polacche Wolynska e Carpazi rastrellarono Castel San Pietro.[3]

Sull'estremo lato sinistro del fronte d'attacco gli italiani del 88º e del 184º Reggimento furono bloccati a Casalecchio dei Conti dal forte tiro di sbarramento dell'artiglieria tedesca.[3]

18 aprile 1945[modifica | modifica wikitesto]

Sul lato destro la 10ª Brigata di fanteria indiana avanzò verso Budrio e riuscì ad avvicinarsi al fiume Idice, ma fu costretto a ritirarsi dopo un forte contrattacco della 287ª Divisione. I neozelandesi della 2ª Divisione schierati sulla sinistra della 10ª Brigata indiana erano invece sottoposti al tiro di mitragliatrici e dei Nebelwerfer della 5ª Brigata lanciarazzi tedesca (5. Nebelwerfer Brigade). Sull'altro lato del torrente Gaiana di fronte ai neozelandesi i paracadutisti tedeschi della 4ª Divisione contavano all'incirca un migliaio di uomini.[4]

Verso sera iniziarono i preparativi dell'attacco della 2ª Divisione neozelandese. Alle ore 20 fu ritirato la fanteria alleata dalle posizioni avanzate per poter battere con l'artiglieria le sponde del torrente Gaiana. Alle ore 21:30 190 bocche da fuoco aprirono il fuoco su un fronte largo meno di 4 km preceduto da un attacco aereo. Dopo un ora il tiro fu allungato di 100 metri ogni cinque minuti per una profondità di 3 km. Alle ore 22 una linea di carri lanciafiamme Wasp e Crocodile distanti 50 metri tra di loro avanzò e diede alle fiamme gli argini per una mezz'ora. Quando le truppe neozelandesi iniziarono l'attraversamento del Gaiana trovarono nessuna resistenza e gli argini disseminati di cadaveri carbonizzati. Dopo aver avanzato per 3 km furono però di nuovo bloccati dal tiro di armi automatiche, mortai e Panzerfaust dei tedeschi.[5]

Anche sul fianco destro le truppe neozelandesi riuscirono ad attraversare il Gaiana ed avanzare, ma sul fianco sinistro incontrarono una forte resistenza e furono quasi subito bloccati. L'attacco della 2ª Divisione neozelandese fu l'ultimo massiccio attacco della campagna d'Italia.[6]

Nel settore polacco le unità polacche riuscirono dopo una intensa preparazione di artiglieria a superare il Gaiana verso le 11 e ad avanzare un po' sulla SS 9 per essere di nuovo bloccati da reparti della 1ª Divisione paracadutisti. I reparti italiani adiacente al settore polacco aiutarono quest'ultimi a sbloccare la situazione sulla SS 9, invece i reparti del Gruppo di combattimento Folgore attaccarono i paracadutisti tedeschi annidati a Casalecchio dei Conti e Case Grinzane.[6]

19 aprile 1945[modifica | modifica wikitesto]

Franz von Uchatius
Franz von Uchatius
NascitaTheresienfeld, 20 ottobre 1811
MorteVienna, 4 giugno 1881
Cause della morteSuicidio
Luogo di sepolturaCimitero centrale di Vienna
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Impero austriaco Impero austriaco
Bandiera dell'Austria-Ungheria Impero austro-ungarico
Forza armata Esercito imperiale austriaco
Imperial regio esercito austro-ungarico
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1829 - 1878
GradoFeldmarschalleutnant
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Guerra d'indipendenza ungherese
Decorazionivedi qui
Studi militariAccademia d'artiglieria di Mährisch-Weißkirchen
fonti[7][8]
voci di militari presenti su Wikipedia

Franz Freiherr von Uchatius (Theresienfeld, 20 ottobre 1811Vienna, 4 giugno 1881) è stato un generale e inventore austro-ungarico. Nel 1849 progettò il primo attacco aereo della storia sulla città di Venezia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona ferrea - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di II Classe dell'Ordine della Corona ferrea con decorazioni di guerra - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Belogi, Guglielmi 2011, pp. 214-215.
  2. ^ Belogi, Guglielmi 2011, pp. 219-220.
  3. ^ a b c d Belogi, Guglielmi 2011, p. 222.
  4. ^ Belogi, Guglielmi 2011, pp. 234-235.
  5. ^ Belogi, Guglielmi 2011, pp. 235-236.
  6. ^ a b Belogi, Guglielmi 2011, p. 236.
  7. ^ Krobatin, Alexander Freiherr von, in Neue Deutsche Biographie vol.13
  8. ^ Wagner 1982, p. 55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Spinte nazionaliste e diserzioni[modifica | modifica wikitesto]

Alfred Krauß nacque a Zara il 26 aprile 1862 e dopo aver frequentato la scuola elementare entrò alla scuola militare presso Hranice, quindi fu ammesso all'accademia militare teresiana di Wiener Neustadt. Terminati gli studi nel 1883, Krauß entrò a far parte dell'11º Reggimento fanteria, e tre anni dopo riprese gli studi, stavolta alla Scuola di Guerra (K.u.k. Kriegsschule) di Vienna, dalla quale uscì nel 1888 per diventare ufficiale di Stato Maggiore della 20ª Brigata di fanteria, stanziata a Hradec Králové.
Dopo essere passato nel 1891 ad un altro Stato Maggiore a Bratislava, nel 1897 Krauß divenne direttamente capo di Stato Maggiore della 2ª Divisione fanteria a Jarosław prima e della 33ª Divisione fanteria poi, a Komárno.

Nei primi anni del Novecento Alfred Krauß ricoprì altri incarichi, compreso quello di comandante della Scuola di Guerra di Vienna, e allo scoppio della prima guerra mondiale si trovava al vertice della 29ª Divisione fanteria in Serbia, e nel dicembre 1914 fu nominato comandante delle forze austro-ungariche nei Balcani. Nel 1917 fu capo del I Corpo austro-ungarico con cui partecipò alla battaglia di Caporetto, e un anno dopo venne trasferito al fronte orientale per prendere il comando delle forze austro-ungariche lì dislocate.
Finita la guerra, Krauß si congedò dall'esercito.

La sua vita comunque non si distaccò totalmente dall'ambito militare, perché nel 1920 egli era il presidente dell'Associazione nazionale ufficiali di Vienna. Dall'aprile 1938 Krauß fu anche membro del partito Nazista e deputato al palazzo del Reichstag, nonché brigadeführer delle SA.

Morì a Bad Goisern am Hallstättersee il 29 settembre 1938.

Note[modifica | modifica wikitesto]


1ª Armata (Austria-Ungheria)
Descrizione generale
Attiva31 luglio 1914 - 26 luglio 1916 (prima formazione)
16 agosto 1916 - 4 novembre 1918 (seconda formazione)
NazioneBandiera dell'Austria-Ungheria Impero austro-ungarico
Servizio Imperial regio esercito austro-ungarico
DimensioneArmata
Battaglie/guerrePrima guerra mondiale
Comandanti
Degni di notaViktor Dankl von Krasnik
Paul Puhallo von Brlog
Arthur Arz von Straussenburg
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

La 1ª Armata (in tedesco 1. k.u.k. Armee) è stata una grande unità militare dell'esercito austro-ungarico durante la Prima guerra mondiale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I piani di mobilitazione delle forze armate dell'Impero austro-ungarico non prevedevano la formazione di gruppi o fronti d'armate. Allo scoppio della Prima guerra mondiale le Armate austro-ungariche dipendevano direttamente dal Comando Supremo, l'Armeeoberkommando (AOK).[1][2] Durante la Prima guerra mondiale furono costituiti i seguenti k.u.k. Heeresgruppen e k.u.k. Heeresfronten:

sul fronte italiano:

  • k.u.k. Heeresgruppe Erzherzog Eugen
  • k.u.k. Heeresgruppe Conrad
  • k.u.k. Heeresgruppe Tirol
  • k.u.k. Heeresgruppe Borojević

sul fronte orientale:

  • k.u.k. Heeresgruppe Böhm-Ermolli
da settembre 1915 a fine luglio 1916 e da ottobre 1916 a gennaio 1918
comandante Eduard von Böhm-Ermolli
costituita dalla 1ª e 2ª Armata
  • k.u.k. Heeresgruppe Erzherzog Karl
da agosto 1916 a ottobre 1916
comandante l'arciduca ereditario Carlo


sul fronte occidentale dei Balcani

  • k.u.k. Heeresgruppe Kövess

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Heeresfront- und Heeresgruppenkommandos (HFK/HGK) (1914-1918), su archivinformationssystem.at. URL consultato il 12 marzo 2019.
  2. ^ (EN) John Dixon-Nuttall, Superior Headquarters and miscellaneous formations, su austrianphilately.com. URL consultato il 12 marzo 2019.

Weblinks[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Johann Christoph Allmayer-Beck, Die Bewaffnete Macht in Staat und Gesellschaft, collana Die Habsburgermonarchie 1848-1918 Band 5 - Die bewaffnete Macht, Wien, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1987, ISBN 3 7001 1122 3.
  • (DE) Bundesministerium für Verteidigung (a.c.), Österreich-Ungarns letzter Krieg 1914-1918 Vierter Band Das Kriegsjahr 1916 Erster Teil, Wien, Verlag der Militärwissenschaftlichen Mitteilungen, 1933. [1]
  • Filippo Cappellano, L'Imperial regio Esercito austro-ungarico al fronte italiano (1915-1918), Rovereto, Museo storico italiano della guerra – Edizioni Osiride, 2003, ISBN non esistente.
  • (DE) Maximilian Ehnl, Die österreichisch-ungarische Landmacht nach Aufbau, Gliederung, Friedensgarnison, Einteilung und nationaler Zusammensetzung im Sommer 1914. Ergänzungsheft 9 zum Werke "Österreich-Ungarns letzter Krieg", Wien, Militärwissenschaftliche Mitteilungen, 1934. [2]
  • (DE) Fritz Franek, Die Entwicklung der öst.-ung. Wehrmacht in den ersten zwei Kriegsjahren. Ergänzungsheft 5 zum Werke "Österreich-Ungarns letzter Krieg", Wien, Militärwissenschaftliche Mitteilungen, 1934, ISBN non esistente. [3]
  • (DE) Kern, Von der alten österreichischen Armee, Ried im Innkreis, Sonderabdruck der "Rieder Volkszeitung", s.d. [4]
  • Alberto Lembo, Kappenabzeichen: i distintivi militari austro-ungarici 1914-1918, Rovereto, Museo storico italiano della guerra, 2007, ISBN non esistente.
  • Siro Offelli, Le armi e gli equipaggiamenti dell'esercito austro-ungarico dal 1914 al 1918. Uniformi - Distintivi - Buffetterie, Valdagno, Rossato, 2001, ISBN 978-88-8130-076-1.
  • (DE) Schematismus für das k.u.k. Heer und für die k.u.k. Kriegsmarine für 1914, Wien, k.k. Hof- und Staatsdruckerei, 1914. [5]
  • (DE) Walter Wagner, Die k.(u.)k. Armee - Gliederung und Aufgabenstellung, collana Die Habsburgermonarchie 1848-1918 Band 5 - Die bewaffnete Macht, Wien, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1987, ISBN 3 7001 1122 3.

[Categoria:Unità militari di fanteria]] [Categoria:Esercito austro-ungarico]] [Categoria:Terza guerra d'indipendenza italiana]]

SM U-5
Collaudo SM U-5
Descrizione generale
Tiposommergibile di piccola crociera
ClasseHolland
CantiereWhitehead, Fiume
Impostazione1º ottobre 1915
Varo2 aprile 1916
Entrata in servizio20 ottobre 1916
Radiazione2 giugno 1930
Destino finaledemolito
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione319 t
Dislocamento in emersione262 t
Lunghezza46,5 m
Larghezza4,22 m
Pescaggio3,1 m
Profondità operativa40 m
Propulsione2 motori Diesel FIAT da 700 CV
2 motori elettrici Savigliano da 500 cv complessivi
2 eliche
Velocità in immersione 8 nodi
Velocità in emersione 12,5 nodi
Autonomiain emersione 1300 miglia nautiche a 9,3 nodi
o 912 mn a 12,5 nodi
in immersione 139 mn a 1,5 nodi
o 8 mn a 8 nodi
Equipaggio2 ufficiali, 24 sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
Note
MottoStrenue descendens victor ascendens[1] ("Ardimentoso scendo, vittorioso salgo")
dati tratti da www.betasom.it e www.xmasgrupsom.com
voci di sommergibili presenti su Wikipedia

L’SM U-5 è stato un sommergibile della k.u.k. Kriegsmarine, la marina militare austro-ungarica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'imperiale e regio esercito comprende tutte le forze terrestri dell'Impero austro-ungarico, l'esercito comune (in tedesco Gemeinsame Armee) dal 1889 ufficialmente chiamato k.u.k. Armee (in ungherese Császári és királyi hadsereg) e i due eserciti nazionali, la k.k. Landwehr austriaca e quello ungherese la Magyar királyi honvédség comunemente conosciuta come Honvéd. All'inizio della Prima guerra mondiale furono inoltre mobilitati la leva di massa austriaca, il k.k. Landsturm e quella ungherese il Magyar királyi népfölkelés, anch'essi parte integrante dell'imperiale e regio esercito. Quest'ultimo costituiva insieme con la k.u.k. Kriegsmarine le forze armate dell'Impero austro-ungarico.

L'imperiale e regio esercito nacque a seguito del compromesso del 15 marzo 1867 (Ausgleich), che suddivise in due realtà statali autonome i territori della corona d'Austria (Cisleitania) e quelli del Regno d'Ungheria (Transleitania). I due stati erano riuniti sotto la figura del monarca, l'imperatore d'Austria e re d'Ungheria, Francesco Giuseppe (1830-1916). Quest'ultimo fu anche comandante supremo di tutte le forze armate dell'impero austro-ungarico. Lo sviluppo numerico dell'imperiale e regio esercito e il suo armamento rimasse in seguito alla suddivisione in due stati sovrani indietro in confronto le altre grandi potenze militari del continente e fu spesso punto di baratto per le concessioni nazionali soprattutto degli Ungheresi. pp. 28-32

{{U|Imperiale e regio esercito|Guerra|Febbraio 2019}

Il primo progetto offensivo era stato abbozzato ancora prima dell'entrata in guerra dell'Italia. È stato l'ufficiale Karl Schneller, capo della sezione Italia dell'ufficio operazioni del comando supremo austro-ungarico, a proporlo nel maggio 1915. Il piano prevedeva di colpire lo schieramento italiano, concentrato lungo il fiume Isonzo alle spalle. Partendo dal Tirolo le forze austro-tedesche, era previsto l'impegno anche dell'alleato tedesco, dovevano sfondare le linee italiane e giungere la pianura veneto-friulana tra Schio e Bassano del Grappa.

Aeroporto di Gardolo
Flughafen Gardolo
StatoBandiera dell'Austria-Ungheria Impero austro-ungarico
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
CittàGardolo
Informazioni generali
TipoAeroporto
Altezza440 m s.l.m.
Inizio costruzione1913
DemolizioneBruciato nel 1918
Condizione attualeIn rovina
Proprietario attualeDemanio
VisitabileNo
Informazioni militari
UtilizzatoreBandiera dell'Austria-Ungheria Impero austro-ungarico
Funzione strategicaDifesa del fronte bellico durante la Prima guerra mondiale
Termine funzione strategica1918
Comandanti storicisottotenente Konrad Schwarz
Azioni di guerraBattaglia degli Altipiani
EventiFu utilizzato prettamente per ricognizioni o bombardamenti lungo le linee italiane poco distanti. Incendiato nel 1918.
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

L'aeroporto di Gardolo (in tedesco: Flughafen Gardolo) era un aeroporto militare strategico, oggi non più esistente, posto a quota 440 m s.l.m. nei pressi dell'omonimo paese.

L'aeroporto di Gardolo durante la Prima guerra mondiale



Lista dei campi di prigionieri di guerra in Austria-Ungheria

Durante la Prima guerra mondiale furono istituiti nell'Impero austro-ungarico vari campi per i prigionieri di guerra. Solo il numero di quelli principali si aggira tra i 40 e 50 campi. Oltre questi campi ci furono anche diversi campi per la popolazione civile come i campi per i profughi di guerra o i campi di internamento per i civili sospettati di collaborazionismo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I motti delle Navi Italiane, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1998, p. 67

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Alfred von Waldstätten

Mitterndorf http://agso.uni-graz.at/mitterndorf/chronik/00.htm http://www.unterirdisch.de/index.php?threads/%C3%96sterreichische-kriegsgefangenenlager-im-1-weltkrieg.11245/page-2

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Lungo il confine tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico furono costruititi tra la metà dell'ottocento e l'inizio del novecento una serie di fortificazione e appostamenti a difesa di una eventuale invasione da nord. Lo stesso fece l'Austria-Ungheria dall'altra parte del confine nonostante l'alleanza di entrambi nella Triplice Alleanza.

Regione Lombardia[modifica | modifica wikitesto]

Sbarramento Bormio[modifica | modifica wikitesto]

Giurisdizione Valtellina con le opere:

  • Forte Dossaccio
località: sopra il paese di Oga
anno di costruzione:
armamento: 4 pezzi da 120 mm A
  • Batteria Le Motte
località:
anno di costruzione
armamento:
  • Batteria di Monte Scale
località: Monte Scale
anno di costruzione
armamento: 4 pezzi da 75 mm A

Sbarramento Poschiavo[modifica | modifica wikitesto]

Giurisdizione Val Poschiavo con le opere:

  • Forte Canalì
località:
anno di costruzione
armamento: 4 cannoni da 149 mm S
  • Batteria Croce dei Monti
località:
anno di costruzione
armamento: 4 cannoni da 149 mm G
  • Batteria Corradini
località:
anno di costruzione
armamento: 4 pezzi da 75 mm A
  • Batteria Ronco
località:
anno di costruzione
armamento: 4 pezzi da 75 mm A

Sbarramento Tonale-Mortirolo[modifica | modifica wikitesto]

Giurisdizione Tonale-Mortirolo con le opere:

località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 149 mm A
  • Batteria Dosso Prepazzone
località:
anno di costruzione
armamento: 4 cannoni da 149 mm A
  • Batteria Cima Bleis occidentale
località:
anno di costruzione
armamento: 4 cannoni da 149 mm G e 4 pezzi da 75 mm A in riserva

Sbarramento Giudicarie[modifica | modifica wikitesto]

Settore orientale con le opere:

  • Batteria Monte Manos quota 1404
località:
anno di costruzione
armamento: 4 cannoni da 149 mm G
  • Batteria Monte Manos quota 1402
località:
anno di costruzione
armamento: 4 pezzi da 75 mm A
  • Forte Valedrana
località:
anno di costruzione
armamento: 4 cannoni da 149 mm A
  • Batteria Antegolo
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A

Settore occidentale con le opere:

località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
  • Appostamento di Monte Brele
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
  • Tagliata Statuto
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A

Fortezza Verona[modifica | modifica wikitesto]

Settore Peschiera[modifica | modifica wikitesto]

  • Forte Isola Trimelone
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A

Settore Val d'Adige[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo Bocchetta[modifica | modifica wikitesto]

  • Forte Bocchetta di Naole
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
  • Forte M. Cimo Grande
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A

Gruppo Chiusa-Rivoli[modifica | modifica wikitesto]

località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A

Settore Sinistra Adige[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo Masua[modifica | modifica wikitesto]

località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
  • Batteria Masua
località:
anno di costruzione
armamento: 6 cannoni da 75 mm A
località: Monte Tesoro,
anno di costruzione: 1906-1911
armamento: 6 cannoni da 75 mm A

Gruppo S. Viola[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo S. Briccio[modifica | modifica wikitesto]

  • Forte San Briccio
  • Batteria Monticelli

Sbarramento Agno-Assa[modifica | modifica wikitesto]

1°Settore Schio[modifica | modifica wikitesto]

2°Settore Arsiero[modifica | modifica wikitesto]

3°Settore Asiago[modifica | modifica wikitesto]

Sbarramento Brenta-Cismon[modifica | modifica wikitesto]

Sbarramento Cordevole[modifica | modifica wikitesto]

  • Tagliata di Sasso di S. Martino
  • Batteria alta di Sasso S. Martino

Fortezza Cadore-Maé[modifica | modifica wikitesto]

Regione Friuli[modifica | modifica wikitesto]

Fortezza Alto Tagliamento-Fella[modifica | modifica wikitesto]

  • Osoppo

Fortezza Medio Tagliamento[modifica | modifica wikitesto]

Fortezza Basso Tagliamento[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Massimo Ascoli, Fluvio Russo: La difesa dell'arco alpino 1861 - 1940, Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico, Roma 1999.
  • Walter Belotti: Le batterie corazzate. I sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l'Età Moderna e la Grande Guerra, Brescia 2009 ISBN 978-88-904522-0-8
  • Robert Striffler: Da Forte Maso a Porta Manazzo. Storia sulla costruzione e impiego dei forti delle batterie italiani dal 1883 al 1916. Edizioni Atelier Grafico, Schio 2015.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Igo Etrich proveniva da una famiglia benestante di Ober Altstadt vicino a Trautenau allora parte dell'Impero Austro-Ungarico, oggi Trutnov nella Repubblica Ceca. Il padre possedeva alcuni grandi filatoi, ma era appassionato di volo e riuscì ad acquistare un'aliante di Otto Lilienthal pioniere dell'aviazione tedesca dopo la morte di Lilienthal nel 1896.

Il seme della Alsomitra macrocarpa

Igo costruì insieme con il padre un laboratorio e si misse a studiare l'aliante di Lilienthal. Basandosi sul metodo di disseminazione anemocora di una pianta tropicale la alsomitra macrocarpa progettò nel 1903 il primo tuttala, brevettato nel 1905.



Igo Etrich wurde am 25. Dez. 1879 in Oberaltstadt bei Trautenau im Riesengebirge geboren. Sein Vater - der dort große Spinnereien besaß - hatte auch schon ein Gleitflugzeug gebaut. Nach dem Besuch bei Prof. Ahlborn begann Igo Etrich, zusammen mit dem Militärfechtmeister Franz Xaver Wels, bei Trautenau Gleitversuche mit Nurflügelgleitern in "Zanonia"- Form, zuerst unbemannt, dann mit Wels als Pilot. Zu Studienzwecken hatte Etrich einen Lilienthal- Gleiter erworben, den er bei einem Rechtsanwalt in Berlin auftrieb.

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