Mino Doro

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Mino Doro nel film T'amerò sempre (1933)

Mino Doro, nome d'arte del conte Erminio Napoleone Giovanni Doro di Costa di Vernassino (Venezia, 6 maggio 1903[1]Marino, 13 aprile 1992), è stato un attore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di origini nobiliari, frequentò l'istituto tecnico della sua città e si cimentò giovanissimo in svariati sport, fra i quali l'automobilismo, l'equitazione, il pattinaggio e la scherma. Affascinato dal mondo dello spettacolo, esordì poco più che ventenne in teatro avendo il privilegio di lavorare fin dall'inizio con primarie compagnie degli anni venti, come quella di Luigi Pirandello ed Emma Gramatica.

Ebbe la sua prima grande occasione nel cinema quando nel 1933 Mario Camerini lo volle come antagonista di Nino Besozzi in T'amerò sempre dove Mino Doro, questo il nome d'arte che si scelse, registrò un suo primo successo personale di pubblico. Quel successo che non aveva avuto precedentemente partecipando ad altri film sin dall'epoca del cinema muto - dove aveva esordito già nel 1926 in Beatrice Cenci di Baldassarre Negroni.

Accattivante, virile e corpulento, Doro aveva una certa rassomiglianza con Clark Gable e, pur continuando a rivestire molto spesso il ruolo di villain, conquistò il pubblico femminile. Girò una serie notevole di film sia da protagonista, come Vecchia guardia (1934) di Alessandro Blasetti, sia con ruoli di coprotagonista, come Inviati speciali (1943) di Romolo Marcellini. Durante il decennio che va dal suo primo film di successo fino alla caduta del fascismo del 25 luglio del '43, Doro ebbe una fama notevole pur non arrivando mai ad essere un nome di primo piano.

Nel dopoguerra, superati i quarant'anni d'età ed essendo ingrassato notevolmente - oltre ad essere afflitto da una calvizie incipiente - ripiegò via via in ruoli di carattere e di fianco. Ciò però non gli impedì di proseguire in decine di film - in totale il suo nome apparve in oltre cento titoli - la sua lunga carriera che si protrasse sino alle soglie degli anni settanta, dopo aver lavorato con maestri come Dino Risi in Una vita difficile (1961), Federico Fellini in La dolce vita (1960) e (1963), Luigi Comencini in Tutti a casa (1960) e Il commissario (1962).

Doro lavorò saltuariamente pure per la televisione (Biblioteca di Studio Uno); forse pagò la sua fedeltà al regime fascista, durante il quale concesse alcune interviste di sostegno a Mussolini; inoltre egli fu uno degli artisti che, dopo l'8 settembre 1943, aderirono alla Repubblica di Salò e che si recarono nella neonata industria cinematografica repubblichina sorta a Venezia, il cosiddetto Cinevillaggio, per volere della RSI.

Tomba di Mino Doro al cimitero monumentale di Marino

Nel 1972 Doro si sposò a Roma con Erna Muller (1912-2003) e partì per Montevideo, in Uruguay, da dove non si ebbero più sue notizie di rilievo. È sepolto assieme alla moglie nel cimitero monumentale di Marino.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Mino Doro con Anna Magnani ne Il bandito (1946)
Mino Doro ne Il commissario (1962)

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gennaro Vaccaro, Panorama biografico degli italiani d'oggi - A-H, Armando Curcio Editore, 1956.

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