Pietro Micca (film)

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Pietro Micca
film perduto
Paese di produzioneItalia
Anno1938
Durata86 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, storico, epico, biografico
RegiaAldo Vergano
SoggettoLuigi Gramegna
SceneggiaturaAldo Vergano, Sergio Amidei, Ettore Maria Margadonna, Ubaldo Magnaghi (non accreditato)
ProduttoreLuigi Mottura
Produttore esecutivoEugenio Fontana
Casa di produzioneTaurinia Film
Distribuzione in italianoCINF
FotografiaUgo Lombardi
MontaggioGuy Simon
MusicheGiorgio Federico Ghedini
ScenografiaItalo Cremona, Italo Tomassi
CostumiItalo Cremona, Carlo Levi, Mollino
TruccoEnrico Paglialunga
Interpreti e personaggi

Pietro Micca è un film del 1938 diretto da Aldo Vergano, al suo debutto come regista.

Tratto dal romanzo storico I dragoni azzurri di Luigi Gramegna, racconta la vicenda dell'eroico militare sabaudo Pietro Micca, durante l'Assedio di Torino del 1706.

È attualmente considerato perduto; ne sopravvive uno spezzone di pochi minuti, donato al Museo Nazionale del Cinema di Torino dall'attore Carlo Petruzzelli che interpretava nel film la parte del bambino Vigin[1].

Il film segnò il debutto cinematografico di Clara Calamai, qui accreditata con lo pseudonimo Clara Mais.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

XVIII secolo, sono gli anni della Guerra di successione al trono spagnolo, che sta insanguinando tutta l'Europa; i francesi, alleati degli spagnoli, volendo annetterlo alla Francia, invadono il Piemonte, trovando però una strenua resistenza da parte dell'esercito sabaudo, capeggiato dai principi Vittorio Amedeo II di Savoia ed Eugenio di Savoia; Le truppe riescono comunque ad arrivare alla città di Torino, mettendola sotto assedio, ma questa viene valorosamente difesa dai torinesi, tra cui vi è anche Pietro Micca, un militare prode e coraggioso; per bloccare i nemici, la Compagnia delle talpe, un gruppo di esperti minatori torinesi, scava delle gallerie sotto la loro artiglieria per farla saltare in aria attraverso una grande mina da loro fabbricata, in attesa che giungano in città i principi di Savoia assieme alle loro truppe. Ma una spia dell'esercito francese riesce a penetrare dentro la città assediata, scopre il piano della Compagnia ed avverte i francesi; questi decidono dunque di penetrare nella città proprio attraverso queste gallerie sotterranee, ma Pietro, per impedire che gli invasori entrino a Torino, decide di sacrificarsi eroicamente per la sua città, facendosi saltare in aria assieme alla gigantesca mina, serrandogli così il passo; poco dopo, arrivano finalmente i principi di Savoia, che sul campo di battaglia riescono ad avere la meglio sui francesi ed a cacciarli via da Torino.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola, prodotta dalla società Taurinia Film e distribuito dalla CINF (Consorzio Italiano Noleggiatori Film), entrambi costituitisi appositamente per questa produzione, fu girata nell'autunno 1937 negli stabilimenti di Cinecittà[2] (inaugurati nella primavera di quello stesso anno) per gli interni, mentre gli esterni furono realizzati presso la cittadella di Alessandria.

La produzione si è avvalsa della collaborazione di Enzo Musumeci Greco come maestro d'armi.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu distribuito nel circuito cinematografico italiano nel gennaio del 1938.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Come per tutta la produzione cinematografica italiana degli anni trenta, anche per Pietro Micca non sono disponibili dati sugli introiti economici della pellicola, né le fonti forniscono elementi indiretti a tale proposito.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comunicato stampa del convegno "Carlo Levi e il cinema. Valori, utopia e impegno" (Roma-Torino, 12-15 maggio 2009)
  2. ^ Lorenzo Ventavoli, A Roma la più torinese delle storie, in Gli acquerelli di Carlo Levi, Milano, Electa, 1997, pp. 18-27.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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