Anadenanthera peregrina

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Anadenanthera peregrina
Albero di Anadenanthera peregrina
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Fabidi
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Sottofamiglia Caesalpinioideae
(clade) Mimosoide
Genere Anadenanthera
Specie A. peregrina
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Fabales
Famiglia Mimosaceae
Genere Anadenanthera
Specie A. peregrina
Nomenclatura binomiale
Anadenanthera peregrina
(L.) Speg., 1923
Sinonimi

Acacia angustiloba
DC.
Acacia microphylla
Willd.
Acacia peregrina
(L.) Willd.
Inga niopo
Willd.
Mimosa acacioides
Benth.
Mimosa niopo
(Willd.) Poiret.
Mimosa parvifolia
Poiret
Mimosa peregrina
L.
Niopa peregrina
(L.) Britton & Rose
Piptadenia niopo
(Willd.) Spruce
Piptadenia peregrina
(L.) Benth.[2]

Areale

Anadenanthera peregrina (L.) Speg., 1923 è una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Fabacee, originaria del sud America[3], ove è comunemente nota yopo o cohoba. È un enteogeno usato nelle cerimonie e nei rituali di guarigione[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta come un albero perenne alto fino a 20 metri.[senza fonte]

I suoi fiori variano da giallo pallido a bianco e sono sferici.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Gli alberi del genere Anadenanthera sono noti sin dall'antichità per le loro proprietà allucinogene[4].

Fra le popolazioni del sud America i semi di questa pianta vengono tostati, finemente tritati ed inalati assieme a delle ceneri durante rituali, inducendo uno stato di trance e di visioni.[5][6]

Uso tradizionale[modifica | modifica wikitesto]

Anadenanthera peregrina 1916

Testimonianze archeologiche mostrano che i fagioli di Anadenanthera sono stati usati come allucinogeni per migliaia di anni. Le più antiche testimonianze chiare provengono dalle pipe di ossa di puma (Puma concolor) trovate insieme a fagioli Anadenanthera presso la Inca Cueva, un luogo nel nord-ovest di Humahuaca sul confine di Puna della Provincia di Jujuy, in Argentina. Le pipe sono state trovate con all’interno l’allucinogeno DMT, uno dei composti trovati nei fagioli di Anadenanthera. Test al radiocarbonio del materiale l’hanno datato 2130 a.C., suggerendo che l’uso dell’Anadenanthera come allucinogeno risalga a più di 4000 anni fa. Vassoi e tubetti di tabacco da fiuto simili a qelli comunemente usati per lo yopo sono stati trovati sulle coste del Perù centrale e risalgono al 1200 a.C., cosa che suggerisce che l’insufflazione dei fagioli di Anadenanthera sia un metodo d’utilizzo più recente. Sono state riportate testimonianze archeologiche dell’uso dell’insufflazione nel periodo 500-1000 d.C. nel Cile settentrionale.

Alcune popolazioni indigene del bacino dell’Orinoco in Colombia, Venezuela e possibilmente nella parte meridionale dell’Amazzonia brasiliana fanno uso del tabacco yopo da fiuto per la guarigione spirituale. Il tabacco da fiuto yopo è stato ampiamente usato in contesti cerimoniali nell’area caraibica, comprese Porto Rico e Hispaniola, fino alla conquista spagnola.

Il tabacco da fiuto Yopo viene di solito soffiato nelle narici dell’utente da un’altra persona attraverso dei tubicini di bambù oppure, a volte, vengono sniffati dall’utente usando dei tubetti fatti con ossa d’uccello. Il soffio da parte di un’altra persona è più efficace dato che questo metodo consente ad una maggior quantità di polvere di entrare nel naso e si dice che sia meno irritante. In alcune aree i fagioli macinati non processati vengono sniffati o fumati producendo un effetto molto minore con sintomi fisici più forti. Alcune tribù usano lo yopo insieme al Banisteriopsis caapi per aumentare e prolungare gli effetti visionari, creando un’esperienza simile a quella dell’ayahuasca.

Biochimica[modifica | modifica wikitesto]

La pianta contiene gli alcaloidi dimetiltriptamina e 5-MeO-DMT.[7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Botanic Gardens Conservation International (BGCI) & IUCN SSC Global Tree Specialist Group. 2019, Anadenanthera peregrina, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 5 giugno 2023.
  2. ^ (EN) Anadenanthera peregrina, in The Plant List. URL consultato il 13 settembre 2017.
  3. ^ (EN) Anadenanthera peregrina, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 giugno 2023.
  4. ^ a b (EN) Monteiro JM et al., Use and traditional management of Anadenanthera colubrina (Vell.) Brenan in the semi-arid region of northeastern Brazil, in Journal of Ethnobiology and Ethnomedicine, vol. 2, n. 6, 2008. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  5. ^ Giorgio Samorini, Mitologia delle piante inebrianti, Edizioni Mediterranee. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  6. ^ Giorgio Samorini, Allucinogeni – Polveri da fiuto, su Giorgio Samorini Network.
  7. ^ Giorgio Samorini, Lo yopo fra i Cuiva dell’Amazzonia venezuelana, su Giorgio Samorini Network. URL consultato il 19 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2017).
  8. ^ L'alba delle droghe. Contesti, culture, rituali, Castelvecchi, 1997. URL consultato il 19 gennaio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • ISBN 9788876926112 Samorini G., Mitologia delle piante inebrianti, Roma, Edizioni Studio Tesi, 2016.
  • Constantino M. Torres, David B. Repke, 2006, Anadenanthera: Visionary Plant of Ancient South America, Taylor & Francis Inc.
  • Gambieri M., 2001, La documentazione archeologica più meridionale della pratica di inalazione nelle Ande Centrali, Eleusis, n.s., vol. 5, pp. 153–157.
  • Altshul Siri Reis von, 1972, The genus Anadenanthera in Amerindian cultures, Botanical Museum Harvard University, Cambridge.

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