1º Reggimento alpini
1º Reggimento Alpini | |
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Stemma del 1º Reggimento Alpini, 1939 | |
Descrizione generale | |
Attiva | 5 ottobre 1882 - 15 aprile 1946 |
Nazione | ![]() |
Servizio | ![]() |
Tipo | Fanteria |
Ruolo | Truppe da montagna |
Guarnigione/QG | Mondovì |
Motto | "Nec descendere nec morari" |
Anniversari | 16 giugno, in ricordo della battaglia sull'Ortigara, 16 giugno 1917 |
Parte di | |
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Il 1º Reggimento Alpini è stato un reparto dell'Esercito Italiano con sede a Mondovì (CN).
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nasce il 5 ottobre 1882 al comando del colonnello Alessandro Tonini, con l'aggregazione di battaglioni "Alto Tanaro", "Val Tanaro" e "Val Camonica". Nel 1885 il reggimento è formato dai battaglioni "Alto Tanaro", "Val Tanaro" e "Val Pesio". Il 15 settembre 1905 viene inviato in Calabria in aiuto alle popolazioni terremotate, Nel 1911 il battaglione "Mondovì" è in Libia, dove dopo diverse battaglie vittoriose viene decorato con medaglia di bronzo al valor militare, rientra in Italia nel 1913.
Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]
Partecipa attivamente alla prima guerra mondiale dove viene schierato sull'alto Isonzo e successivamente sull'altopiano di Tonezza, Monte Cimone ad Arsiero, sull'altopiano di Asiago, sull'Ortigara. Nella prima guerra i mobilitati sono stati 1220 ufficiali, 40000 alpini, dei quali 182 ufficiali e 3500 alpini risultano fra i caduti e i feriti 600 tra gli ufficiali e 20000 fra gli alpini. I decorati alla fine saranno 350 con medaglia d'argento e 700 con medaglia di bronzo.[1]
Il Battaglione alpini Pieve di Teco partecipò inoltre alla Guerra d'Etiopia nel 1935, alla conquista dell'Amba Aradam e alla Seconda battaglia del Tembien, sotto il comando del magg. Remigio Vigliero.
Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]
Dopo diversi passaggi dovuti alle riorganizzazioni dell'esercito il 10 giugno 1940 il reggimento è composto da una compagnia comando, dai battaglioni "Ceva", "Pieve di Teco" e "Mondovì". Parte per il fronte russo il 31 dicembre 1942 e segue le sorti della divisione Divisione Cuneense presso Nowo Postojalowka. I suoi battaglioni, a partire dal 17 gennaio 1943 giorno di inizio del ripiegamento sulla direttiva Popovka-Oljchovatka-Losno Aleksandrovka-Novo Aleksandrovka, sostengono continui combattimenti in inferiorità numerica. I pochi alpini rimasti si arrendono il 28 gennaio 1943 e inizia per loro una prigionia dalla quale pochi ritorneranno. Muoiono in terra russa 3.475 uomini del 1º Reggimento Alpini.[2]
L'8 settembre il reggimento viene sciolto e il 31 agosto sono sciolti anche i battaglioni "Mongioje" e "Monte Mercantour" rimasti in Sardegna ", il 23 novembre 1945 viene ricostituito a Torino ma sarà per un breve periodo infatti il 15 aprile 1946 viene ridenominato in 4º Reggimento Alpini e il 1º Alpini cessa l'attività in modo definitivo.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Alla bandiera[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia |
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Medaglia d'oro al valor militare |
«Con i suoi fieri battaglioni "Ceva", "Pieve di Teco" e " Mondovì" eredi delle innate tradizioni, delle magnifiche virtù cittadine e della solida tempra delle stirpi liguri, piemontesi ed apuane, il 1º Reggimento Alpini, nei duri mesi di indomita lotta sul fronte del Doti, si dimostrò saldo, massiccio, ben temprato e pronto istrumento di guerra, e, fra difficoltà, ostacoli, insidie del nemico, terreno e clima, seppe resistere fermo come le rocce delle montagne, onorando così la razza e benemeritando la riconoscenza della Patria. Stremato dal doloroso calvario di freddo e di fatiche e dai sanguinosissimi incessanti combattimenti, in una atmosfera di sublime eroismo e di dedizione al dovere, concluse la propria leggendaria vicenda tra il Don e l’Oskoi con una disperata resistenza, facendo scudo, fino all’estremo sacrificio, alla sacra ed immacolata Bandiera che, simbolo della Patria lontana, distrusse per sottrarla ai nemico. Fronte russo, 20 settembre 1942-28 gennaio 1943.» |
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Medaglia d'argento al valor militare (5 concessioni) |
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Medaglia di bronzo al valor militare |
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Medaglia d'argento per il terremoto calabro-siculo |
Decorati[modifica | modifica wikitesto]
- Alessandro Annoni (militare), maggiore[3]
- Giuseppe Avenanti, tenente colonnello
- Paolo Carlo Baima, capitano
- Eugenio Cappa, capitano
- Francesco Cazzulini, alpino[4]
- Mario Cesari, tenente
- Antonio Cicerello, sottotenente
- Italo D'Eramo, tenente
- Francesco Ferrero (alpino), caporal maggiore
- Andrea Gerbolini, tenente
- Daniele Grossi, capitano
- Luigi Manfredi, colonnello
- Giuseppe Mendozza, sottotenente medico
- Giuseppe Messina (alpino), sottotenente
- Annibale Pagliarin, sergente
- Guido Poli, tenente
- Lino Ponzinibio, capitano
- Ovidio Rapalli, tenente medico
- Paolo Reale, alpino
- Pietro Rinaudo, alpino
- Mario Salvarezza, caporale
- Francesco Solimano, sergente maggiore
- Italo Stagno, tenente
- Remigio Vigliero, generale
Insegne[modifica | modifica wikitesto]
- Le mostrine del Reggimento sono le fiamme a due punte di colore verde; alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.
Persone legate al reggimento[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Vecio - info Archiviato il 25 aprile 2012 in Internet Archive. - visto 20 dicembre 2008.
- ^ http://www.unirr.it/ricerche/conteggio-caduti/n-caduti-per-corpo-di-appart
- ^ Vecio - scheda biografica di Alessandro Annoni Archiviato l'8 aprile 2012 in Internet Archive..
- ^ L'Ancora - scheda biografica di Francesco Cazzulini - visto 20 dicembre 2008.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- R. Vigliero, Battaglione Pieve di Teco, Coll. Gli alpini di fronte al nemico, 10º Regg.to Alpini Editore in Roma, 1938
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Vecio - info - visto 20 dicembre 2008