Caffè arabo

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Caffè arabo
Una dallah: tradizionale caffettiera utilizzata per preparare il caffè arabo.
Origini
Luogo d'origineBandiera dello Yemen Yemen
RegionePaesi arabi
DiffusioneConosciuto in tutto il mondo arabo.
Dettagli
Categoriabevanda
Ingredienti principali
  • caffè
  • cardamomo o altre spezie
 Patrimonio protetto dall'UNESCO
Caffè arabo
 Patrimonio immateriale dell'umanità
StatiEmirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Qatar
Inserito nel2015
ListaLista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità
Scheda UNESCO(ENESFR) Arabic coffee

Il caffè arabo (in arabo قهوة عربية?, qahwah arabiyya) è una tipologia di caffè ottenuta dai semi di coffea arabica. Il caffè arabo viene coltivato ad un'altezza compresa tra 1000 e 2000 metri e rappresenta circa il 60-70% dell'industria del caffè nel mondo.[1][2] Sebbene ciascuno dei paesi arabi del Medio Oriente adotti metodi peculiari per prepararlo, il caffè arabo è spesso speziato con il cardamomo.

Il caffè arabo è radicato nella cultura e nella tradizione araba mediorientale ed è la forma più popolare di caffè prodotta in Medio Oriente. La bevanda nacque nello Yemen e si diffuse dapprima a La Mecca (Hegiaz), in Egitto, nel Levante e poi, durante la metà del sedicesimo secolo, in Turchia e in Europa.[3] Il caffè arabo è un patrimonio culturale immateriale degli stati arabi confermato dall'UNESCO.[4]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La parola "caffè" proviene dal termine di origine turca ottomana kahve che, a sua volta, deriva dall'arabo قَهْوَة (traslitterato qahwa, che indica contemporaneamente un caffè o un vino).[5] Dal momento che la bevanda è considerata capace di placare la fame, si presume che la parola qahwah sia imparentata con il termine qahiya (in arabo قَهِيَ?, qahiya), che significa letteralmente "mancare di appetito".[6][7] Va precisato che qahwah non viene usato per indicare la bacca o la pianta, che in arabo sono invece conosciute con il lemma bunn.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le prime testimonianze credibili dedicate al caffè, che risalgono alla metà del quindicesimo secolo,[3] i sufi dello Yemen usavano la bevanda per rimanere svegli durante le loro veglie notturne. Secondo una traduzione del manoscritto di Al-Jaziri,[8] il caffè arabo si sarebbe diffuso dall'Arabia Felix (l'attuale Yemen) a nord, grazie alle migliaia di pellegrini arabi diretti a La Mecca, prendendo piede a Medina e, successivamente, in città più grandi come Il Cairo, Damasco, Baghdad e Costantinopoli. Nel 1511, degli imam conservatori ortodossi di La Mecca proibirono il caffè per il suo effetto stimolante.[9] Tuttavia, questo divieto fu abrogato nel 1524 per ordine del sultano turco Solimano il Magnifico e del Gran Mufti Ebussuud Efendi, che emisero una fatwā che consentiva il consumo della bevanda.[10] A Il Cairo fu istituito un divieto simile e, nel 1532, furono resi illegali i caffè e i magazzini contenenti chicchi di caffè.[11]

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

Per preparare il caffè arabo, i chicchi della pianta vengono arrostiti a temperature che variano dai 165 ai 210 °C e successivamente macinati, infusi e insaporiti con il cardamomo. La bevanda risultante non viene filtrata e zuccherata.[12] Per compensare il suo sapore amaro, il caffè viene solitamente gustato con dolci, datteri o frutta secca.[13] Il caffè arabo viene servito direttamente in un'apposita piccola tazza senza manici chiamata finjān. A volte viene invece versato da una brocca decorativa chiamata della.[14]

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

Da sinistra: caffè dorato dell'Hegiazi e del Najd, caffè palestinese, qahwah sadah

Penisola arabica[modifica | modifica wikitesto]

Il caffè della penisola arabica è una specialità tipica in Najd e nell'Hegiaz. Sebbene ne esistano diverse varianti, questa bevanda si distingue in termini di sapore e amarezza da quello prodotto in Egitto e Levante e può essere insaporito con spezie fra cui zafferano (che gli conferisce un colore dorato), chiodi di garofano e cannella. A questa bevanda viene raramente aggiunto un pizzico di latte evaporato per alterarne il colore. Nell'Arabia settentrionale viene preparato un caffè noto come qahwah shamālia (letteralmente caffè del Nord),[15][16] anche noto come "caffè dei beduini" in Giordania, che presenta una colorazione più scura e necessità di tempi di preparazione più lunghi. La bevanda della penisola arabica viene preparata con una speciale caffettiera chiamata dallah (in arabo دلة?) o, più comunemente, con la cezve (chiamata anche rikwah o kanaka) e versata in piccole tazze senza manico chiamate fenjan.

Palestina[modifica | modifica wikitesto]

Tra i beduini e la maggior parte degli arabi in tutta la regione della Palestina, è noto il qahwah sadah (in arabo قهوة سادة?, qahwah sādah, ovvero "caffè normale") non zuccherato e dalla colorazione scura.

Libano[modifica | modifica wikitesto]

Il caffè libanese ha un sapore forte e presenta una colorazione nera. Sebbene sia simile al caffè di altri paesi del Medio Oriente, esso viene preparato mescolando insieme chicchi biondi e scuri tostati.[17] Nel Libano, la bevanda viene preparata in una caffettiera a manico lungo chiamata rakwe e versato in tazzine decorate conosciute come finjān, che ha una capacità di 60-90 ml.[18]

Valori nutrizionali[modifica | modifica wikitesto]

Una tazzina di caffè arabo non ha calorie o grassi e presenta una piccola percentuale di proteine.[19][20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) About Coffee, su ico.org. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2009).
  2. ^ (EN) World production by type: arabica and robusta, su intracen.org. URL consultato il 6 agosto 2019.
  3. ^ a b (EN) Bennett Alan Weinberg, The World of Caffeine, Routledge, 2001, pp. 3-4.
  4. ^ (EN) Arabic coffee, a symbol of generosity, su ich.unesco.org. URL consultato il 6 agosto 2019.
  5. ^ (EN) Oxford English Dictionary, Oxford University, 1891, "coffee".
  6. ^ (EN) Alan Kaye, The Etymology of Coffee: The Dark Brew, in Journal of the American Oriental Society, 1986.
  7. ^ (AR) قهي, su baheth.info. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2019).
  8. ^ (EN) Ina Baghdiantz McCabe, A History of Global Consumption: 1500 - 1800, Routledge, 2014, p. 125.
  9. ^ (AR) عمدة الصفوة في حل القهوة, su alwaraq.net. URL consultato il 6 agosto 2019.
  10. ^ (EN) Irene Schneider, Juristen: ein biographisches Lexikon; von der Antike bis zum 20. Jahrhundert, Beck, 2001, p. 193.
  11. ^ (EN) J. E. Hanauer, Folk-lore of the Holy Land, 1907, p. 291.
  12. ^ (EN) What makes Arabic coffee unique?, su yourmiddleeast.com. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2019).
  13. ^ (EN) GULF ARABIC COFFEE — QAHWA ARABIYYAH - قهوة عربية, su dlc.fi. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2017).
  14. ^ (EN) How To Make Arabic Coffee In 7 Simple Steps, su terracerestaurantandlounge.com. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2018).
  15. ^ (AR) القهوة الكويتية.. أصالة وعراقة, su alqabas.com. URL consultato il 6 agosto 2019.
  16. ^ (AR) القهوجي.. «صَبَّاب القهوة» في الكويت قديماً, su alqabas.com. URL consultato il 6 agosto 2019.
  17. ^ (EN) THE FINESSE OF ROASTING, BLENDING, AND BREWING, su maatouk.com. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2018).
  18. ^ (EN) Lebanese coffee, su food-heritage.org. URL consultato il 6 agosto 2019.
  19. ^ (EN) Arabic Coffee Nutrition Information, su livestrong.com. URL consultato il 6 agosto 2019.
  20. ^ (EN) 5 Interesting Facts about Arabic Coffee, su blog.raynatours.com. URL consultato il 6 agosto 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]