Utente:Federico Bevilacqua 93/Hotel

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Grand Budapest Hotel
Titolo originaleThe Grand Budapest Hotel
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Germania
Anno2014
Durata99 min.
Rapporto1,85:1; 2.35:1; 1.33:1
Generecommedia, drammatico, avventura, giallo
RegiaWes Anderson
SoggettoWes Anderson, Hugo Guinness
SceneggiaturaWes Anderson
ProduttoreWes Anderson, Jeremy Dawson, Steven M. Rales, Scott Rudin
Casa di produzioneAmerican Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Scott Rudin Productions, Studio Babelsberg
Distribuzione in italiano20th Century Fox
FotografiaRobert Yeoman
MontaggioBarney Pilling
MusicheAlexandre Desplat
ScenografiaAdam Stockhausen
CostumiMilena Canonero
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel) è un film del 2014 scritto, diretto e co-prodotto da Wes Anderson, riconducibile al genere del caper movie[1].

Il film, che ha ottenuto ampio consenso della critica[2], è stato scelto come film d'apertura della 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino aggiudicandosi il Gran premio della giuria[3][4]. È anche stato nominato ai Premi Oscar in nove diverse categorie, vincendo quattro statuette[5].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il film si apre con una ragazza entra in un cimitero, e deposita una chiave sul monumento dedicato a un anonimo scrittore, autore del celebre romanzo Grand Hotel Budapest. Un'analessi mostra lo scrittore alle prese con la registrazione di un documentario su di lui, risalente al 1985. Egli racconta di come arrivò a scrivere il suo capolavoro e, mentre comincia la narrazione, con una nuova analessi porta lo spettatore nel 1968. Tra le montagne dell'immaginaria Repubblica di Zubrowka (nell'Europa orientale) si trova il Grand Budapest Hotel, un albergo un tempo molto prestigioso e ora decaduto a causa del comunismo, prossimo alla demolizione. Qui lo scrittore fa la conoscenza del padrone del Grand Budapest, un anziano di nome Zero Moustafa (F. Murray Abraham). Questi lo invita a cena con la promessa di raccontargli la sua esperienza all'albergo prima di diventarne proprietario.

Attraverso un ulteriore flashback, la vicenda si sposta nell'anno 1932: troviamo il Grand Budapest in pieno splendore, frequentato dalla decadente nobiltà europea. Il concierge è Monsieur Gustave H. (Ralph Fiennes), un uomo di mezza età eccentrico, orgoglioso, raffinato e amante delle poesie, e che intrattiene una moltitudine di relazioni con varie ospiti dell'albergo (tutte rigorosamente ricche, anziane, insicure, vanitose, superficiali, bionde ed insoddisfatte, come egli stesso ammette). Una di queste, la ricchissima Madame D. (Tilda Swinton), dopo aver soggiornato presso l'albergo e in procinto di partire, rivela a Monsieur Gustave di avere il presentimento che non vivrà abbastanza a lungo per poterlo rivedere. Alcuni giorni dopo essere partita dal Grand Budapest la donna viene ritrovata morta in una stanza della sua villa.

Monsieur Gustave parte allora con Zero Moustafa (giovane assunto come lobby boy, garzoncello, interpretato da Tony Revolori) per la casa della vecchia signora. Qui scopre che la donna gli ha lasciato in eredità un dipinto dal valore inestimabile, Ragazzo con mela di Johannes van Hoytl il Giovane. Questo fatto solleva la rabbia del figlio Dmitri e delle sorelle, che bramavano il possesso del dipinto. Gustave e Zero, approfittando della confusione generatasi dopo la lettura del testamento, staccano il quadro dalla parete, lo sostituiscono con un dipinto osceno di Schiele e, dopo esserselo fatto incartare dal maggiordomo (che vi inserisce una lettera sul retro, senza che i due se ne accorgano), ripartono verso l'albergo.

Alcuni giorni dopo il maggiordomo di casa D., Serge X., scompare misteriosamente e la polizia inizia a supporre che possa essere coinvolto nella morte di Madame D. Intanto Zero conosce Agatha (Saoirse Ronan), una giovane pasticcera, e i due si innamorano. Zero affida alla ragazza un foglio con le indicazioni su come trovare il Ragazzo con mela, nel frattempo nascosto da Monsieur Gustave nella cassaforte dell'albergo. La situazione precipita quando la polizia arresta e incarcera Monsieur Gustave, credendolo colpevole dell'omicidio di Madame D.

Ralph Fiennes e Tony Revolori in una scena del film
Ralph Fiennes e Tony Revolori in una scena del film

Monsieur Gustave, grazie all'aiuto fornitogli da Zero e da Agatha, riesce a evadere insieme ad altri prigionieri. Con l'aiuto del garzone raggiunge un convento in una non ben specificata località alpina, per parlare con Serge X. (nascostosi lì poiché seguito da Jopling, un sicario di Dmitri). L'uomo rivela a Monsieur Gustave che Madame D. prima di morire aveva redatto un secondo testamento, distrutto, di cui lui solo aveva conservato una copia. Prima di poter confidare il luogo dove ritrovarlo, il sicario lo strangola. Monsieur Gustave e Zero inseguono Jopling per catturarlo, ma quest'ultimo riesce inizialmente ad avere la meglio su Gustave. Proprio quando Jopling sta per uccidere Monsieur Gustave, Zero interviene facendo finire il sicario in un burrone.

I due progettano di fuggire all'estero in compagnia di Agatha, in attesa di tempi migliori. Così, Gustave, Zero e Agatha tornano sotto mentite spoglie al Grand Budapest, nel frattempo occupato da un plotone militare (con divise e atteggiamento che si rifà ai nazisti). Agatha preleva il quadro ma, scoperta, viene inseguita da Dmitri e dalla polizia. Nell'inseguimento, un pezzo della carta da pacco che avvolge il quadro si strappa e Agatha nota una busta infilata nella cornice sul retro. Il contenuto non è altro che il secondo testamento di Madame D.: ella lascia tutto il proprio patrimonio a Monsieur Gustave e disereda Dmitri e le zie. Tempo dopo Zero e Agatha si sposano e il ragazzo diventa il successore di Monsieur Gustave. Ma non c'è lieto fine alla storia di Zero; sia Gustave, sia Agatha, muoiono prematuramente: il primo fucilato dai "nazisti", la seconda di malattia.

Si ritorna alla cena nel 1968: Zero rivela allo scrittore che l'albergo, per quanto ormai vecchio e fatiscente, è l'unico suo bene prezioso, conservato in ricordo di Agatha e Monsieur Gustave. Il Ragazzo con mela si trova, come vediamo sin dall'inizio del film, appeso nella reception dell'albergo, vicino alle chiavi delle camere.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Ideazione e produzione[modifica | modifica wikitesto]

Lo sviluppo della prima bozza della storia cominciò nel 2006, quando Wes Anderson e Hugo Guinness scrissero una prima sceneggiatura di 18 pagine[6]. Immaginarono una storia approssimativa, ambientata in Francia e Gran Bretagna[7], che a quel punto si fermava nel momento del furto del dipinto. Il lavoro si bloccò quando i due non furono in grado di immaginare un seguito coerente per la storia[8].

Anderson nel frattempo intraprese la realizzazione di altri due film e, negli anni, iniziò i suoi approfondimenti sui lavori dello scrittore austriaco Stefan Zweig[9][10]. Rimase particolarmente affascinato dalle descrizioni della Vienna dei primi anni del XX secolo. Da qui, Anderson e Guinness ripresero il lavoro, includendo molteplici altre ispirazioni: la storia dell'Europa del XX secolo andava a intrecciarsi con l'immaginario creato da cartoline, immagini d'epoca, film ambientati nel periodo[11].

Dopo l'uscita di Moonrise Kingdom, precedente film di Anderson, il Grand Budapest aveva preso definitivamente forma: la stesura della sceneggiatura fu completata da Anderson in appena sei settimane[12].

Con un budget di 23 milioni di euro, le riprese del film iniziarono il 14 gennaio 2013 e si conclusero nel marzo 2013, quando apparvero le prime foto dal set su internet[13].

Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]

Il Görlitz Department Store di Görlitz, una delle principali location del film
Jelení skok presso Karlovy Vary, con l'Hotel Imperial sullo sfondo
Il Palace Bristol Hotel di Karlovy Vary, pur non comparendo nel film, fu la principale fonte d'ispirazione, in particolare nella facciata del Grand Budapest Hotel.

La maggior parte delle riprese del film furono effettuate in Germania[14], a Görlitz[15], Dresda e in altre parti della Sassonia, oltre che nello Studio Babelsberg[16].

Una delle location principali fu il Görlitz Department Store, un grande centro commerciale in stile jugendstil con un enorme atrio, uno dei pochi ad essere sopravvissuto intatto sino ai nostri giorni. Questo spazio servì da atrio per il Grand Budapest[16]. Nel disegnare l'hotel, Anderson ed il disegnatore Adam Stockhausen fecero molte ricerche, alla ricerca del tipico hotel europeo della prima metà del Novecento. Il colore rosa pastello della facciata deriva dal Palace Bristol Hotel[17] come pure altre peculiarità sono tratte dal progetto del Grandhotel Pupp, entrambi a Karlovy Vary, in Repubblica Ceca, oltre che dal Grandhotel Gellért di Budapest[12]. L'ispirazione per il look dell'Hotel deriva anche dai classici degli anni trenta di Ernst Lubitsch[18].

La residenza di madame D. fu filmata in parte al castello di Waldenburg e in parte in studio[19]. Il dipinto Ragazzo con la mela, che nella pellicola viene attribuito a Johannes van Hoytl, è in realtà opera di Michael Taylor, e fu commissionato appositamente dal regista[15]. Anche il dipinto utilizzato per riempire lo spazio lasciato dal quadro trafugato è un inedito che si rifà allo stile di Egon Schiele, realizzato da Rich Pellegrino[15].

Fotografia e riprese[modifica | modifica wikitesto]

Il film si presenta in tre rapporti d'aspetto (aspect ratio), uno per ciascuna linea temporale: 1,37:1 per il 1932, 2,35:1 Cinemascope per il 1968 e 1,85:1 per il presente[20]. Nel film ogni periodo è contraddistinto dal formato che sarebbe stato usato in un film dell'epoca corrispondente, e ciò permette ad Anderson di ottenere un rimando più diretto al passato[21].

Nonostante il film prenda ispirazione dai film degli anni trenta[18], la fotografia se ne discosta: al posto di luci intense e direzionali, con ombre profonde, Grand Budapest Hotel si contraddistingue per un'illuminazione diffusa, calda e luminosa[22], dove è il colore che definisce le immagini[22].

Per alcune riprese dell'hotel, viene utilizzato un modello in scala, di 3 metri d'altezza; secondo Anderson, se questo fosse stato realizzato al computer, sarebbe apparso al pubblico troppo sfalsato rispetto alla realtà[23]. D'altra parte il ricorso alle miniature è familiare al regista, che le aveva già utilizzate ne Le avventure acquatiche di Steve Zissou e in Fantastic Mr. Fox.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi dalla Fox Searchlight Pictures a partire dal 7 marzo 2014 e in Italia dalla Twentieth Century Fox a partire dal 10 aprile 2014[24].

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

In totale il film ha incassato negli Stati Uniti 59 milioni di dollari e negli altri paesi 115 milioni di dollari, per un totale complessivo di 174 milioni di dollari.[25]

Grand Budapest Hotel ha riscosso molto successo di critica e pubblico: il punteggio del film su Metacritic è di 88 su 100[26], mentre su Rotten Tomatoes ha ottenuto il 91% di voti positivi[27].

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Anno Premio Categoria Candidato Risultato
2014 David di Donatello Miglior film straniero Wes Anderson Vincitore
Festival internazionale del cinema di Berlino Gran premio della giuria Wes Anderson Vincitore
Orso d'oro Candidato
Nastro d'argento[28] Migliori costumi Milena Canonero Vincitrice
New York Film Critics Circle Awards Miglior sceneggiatura Wes Anderson Vincitore
Gotham Awards Miglior film Candidato
2015 Premio Oscar[5] Miglior film Wes Anderson, Scott Rudin, Steven Rales e Jeremy Dawson Candidati
Miglior regista Wes Anderson Candidato
Migliore sceneggiatura originale Candidato
Migliore fotografia Robert Yeoman Candidato
Miglior montaggio Barney Pilling Candidato
Migliori costumi Milena Canonero Vincitrice
Migliore scenografia Adam Stockhausen e Anna Pinnock Vincitori
Miglior trucco Frances Hannon e Mark Coulier Vincitori
Migliore colonna sonora Alexandre Desplat Vincitore
Golden Globe[29] Miglior film commedia o musicale Vincitore
Miglior regista Wes Anderson Candidato
Migliore sceneggiatura Candidato
Miglior attore in un film commedia o musicale Ralph Fiennes Candidato
British Academy Film Awards Migliore sceneggiatura originale Wes Anderson Vincitore
Migliore colonna sonora Alexandre Desplat Vincitore
Migliori costumi[28] Milena Canonero Vincitrice
Miglior scenografia Adam Stockhausen e Anna Pinnock Vincitori
Miglior trucco e acconciatura Frances Hannon Vincitrice
Miglior film Candidato
Miglior regista Wes Anderson Candidato
Miglior attore protagonista Ralph Fiennes Candidato
Miglior fotografia Robert Yeoman Candidato
Miglior montaggio Barney Pilling Candidato
Miglior sonoro Wayne Lemmer, Christopher Scarabosio e Pawel Wdowczak Candidati
Saturn Awards[30] Miglior film fantasy Candidato
Miglior attore emergente Tony Revolori Candidato
Miglior sceneggiatura Wes Anderson Candidato
Miglior scenografia Adam Stockhausen Candidato
Art Directors Guild Awards[31] Migliori scenografie per un film d'epoca Adam Stockhausen Vincitore
ACE Eddie Awards[32] Miglior montaggio per un film commedia o musical Barney Pilling Vincitore
Empire Awards Miglior commedia Candidato
Writers Guild of America Awards[33] Miglior sceneggiatura originale per il cinema Wes Anderson Vincitore

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anthony Oliver Scott, Bittersweet chocolate on the pillow
  2. ^ The Grand Budapest Hotel: critic reviews, su IMDb.com. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 27 maggio 2020).
  3. ^ Berlinale, vince il cinese Black Coal Thin Ice. A Wes Anderson il premio della giuria, su screenweek.it, 15 febbraio 2014. URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato il 24 giugno 2020).
  4. ^ (EN) Berlinale Programme 2014, su berlinale.de. URL consultato il 19 luglio 2014.
  5. ^ a b Tutti i vincitori degli Oscar, su Wired.it, 23 febbraio 2015. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 27 maggio 2020).
  6. ^ (EN) R. Kurt Osenlund, Wes Anderson on Using Throwback Ratios, Romantic Worldviews, and European Reconnaissance to Craft The Grand Budapest Hotel, su filmmakermagazine.com, 8 marzo 2014. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 24 giugno 2020).
  7. ^ Matt Zoeller Seitz, The Grand Budapest Hotel, p. 31
  8. ^ (EN) Steve Weintraub, Wes Anderson Talks THE GRAND BUDAPEST HOTEL, the Film’s Cast, His Aesthetic, Shifting Aspect Ratios, and More, su collider.com, 24 febbraio 2014. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 24 giugno 2020).
  9. ^ Roberto Manassero, Wes Anderson, Zweig e il potere del cinema
  10. ^ (EN) How a Viennese author inspired The Grand Budapest Hotel, su dazeddigital.com, 27 febbraio 2014. URL consultato il 18 marzo 2014 (archiviato il 24 giugno 2020).
  11. ^ Matt Zoeller Seitz, The Grand Budapest Hotel, p. 32
  12. ^ a b (EN) Marlow Stern, Wes Anderson Takes Us Inside ‘The Grand Budapest Hotel,’ His Most Exquisite Film, su thedailybeast.com, 12 luglio 2017. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 24 giugno 2020).
  13. ^ (EN) First look at Wes Anderson's The Grand Budapest Hotel: beards, motorcycles, and purple suits, su joblo.com, 8 marzo 2013. URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato il 24 giugno 2020).
  14. ^ (EN) Scott Roxborough, Wes Anderson Starts Shoot for 'The Grand Budapest Hotel' in Berlin, in The Hollywood Reporter, Prometheus Global Media, 14 gennaio 2013. URL consultato il 14 ottobre 2013 (archiviato il 24 giugno 2020).
  15. ^ a b c Grand Budapest Hotel, i segreti e le magie del film di Wes Anderson, in edicola con Sorrisi, su TV Sorrisi e Canzoni, 29 luglio 2014. URL consultato il 2 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2017).
  16. ^ a b (EN) Spoiler Alert: You Can't Really Stay at the Real Grand Budapest Hotel (But We Can Tell You Everything About It) – News Watch, su nationalgeographic.org, National Geographic, 27 marzo 2014. URL consultato il 1º aprile 2014 (archiviato il 24 giugno 2020).
  17. ^ (DE) Wes Anderson im Interview: Die Deutsche Bahn hat die besten Schlafwagen, in Stern, 6 marzo 2014. URL consultato il 10 aprile 2014 (archiviato il 24 giugno 2020).
  18. ^ a b Iain Stasukevich, 5-Star Service, p. 35
  19. ^ Matt Zoller Seitz, The Wes Anderson Collection: The Grand Budapest Hotel (2015), p. 143.
  20. ^ Matt Zoeller Seitz, The Grand Budapest Hotel, p. 231
  21. ^ Matt Zoeller Seitz, The Grand Budapest Hotel, p. 246
  22. ^ a b Matt Zoeller Seitz, The Grand Budapest Hotel, p. 143
  23. ^ (EN) Mekado Murphy, You Can Look, but You Can’t Check In For “The Grand Budapest Hotel, su thenewyorktimes.com, 28 febbraio 2014. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 24 giugno 2020).
  24. ^ (EN) The Grand Budapest Hotel: release dates, su IMDb.com. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 24 giugno 2020).
  25. ^ (EN) Grand Budapest Hotel, su boxofficemojo.com. URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato il 24 giugno 2020).
  26. ^ (EN) The Grand Budapest Hotel Reviews, su Metacritic.com. URL consultato il 12 luglio 2020 (archiviato il 12 luglio 2020).
  27. ^ (EN) The Grand Budapest Hotel (2014), su Rottentomatoes.com. URL consultato il 12 luglio 2020 (archiviato il 12 luglio 2020).
  28. ^ a b Maria Lardara, Un po' di Prato nella festa degli Oscar, su iltirreno.gelocal.it, 23 febbraio 2015. URL consultato il 23 febbraio 2015 (archiviato il 27 maggio 2020).
  29. ^ Chi ha vinto i Golden Globes 2015, su ilpost.it, 12 gennaio 2015. URL consultato il 14 marzo 2015 (archiviato il 24 giugno 2020).
  30. ^ (EN) 2015 Saturn Awards: Captain America: Winter Soldier, Walking Dead lead nominees, su ew.com, 3 marzo 2015. URL consultato il 2 settembre 2016 (archiviato il 24 giugno 2020).
  31. ^ (EN) Art Directors Guild: 2015 Awards, su adg.org. URL consultato il 31 maggio 2020 (archiviato il 31 maggio 2020).
  32. ^ (EN) ACE Eddie Awards Winners 2015, su deadline.com. URL consultato il 31 maggio 2020 (archiviato il 31 maggio 2020).
  33. ^ (EN) Writers Guild Awards Winners 2013-2018, su awards.wga.org. URL consultato il 31 maggio 2020 (archiviato il 31 maggio 2020).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Simona Ariza, Wes Anderson, Roma, Sovera, 2015, ISBN 9788866522232.
  • Ilaria Feole, Wes Anderson – Genitori, figli e altri animali, Milano, Bietti, 2014, ISBN 9788882483234.
  • (EN) Matt Zoller Seitz, The Wes Anderson Collection: The Grand Budapest Hotel, New York, Abrams, 2015, ISBN 9781419715716.
  • Roberto Manassero, Wes Anderson, Zweig e il potere del cinema, su Cineforum.it, 6 febbraio 2014. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 27 maggio 2020).
  • (EN) Anthony Oliver Scott, Bittersweet Chocolate on the Pillow, in The New York Times, 6 marzo 2014. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 27 maggio 2020).
  • (EN) Michael Sicinski, The Grand Budapest Hotel, in Cineaste, vol. 39, n. 3, Cinéaste Publishers, 2014, pp. 52-53.
  • (EN) Iain Stasukevich, 5-Star Service, in American Cinematographer, vol. 95, n. 3, 2014, pp. 30-41. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 27 maggio 2020).
  • (EN) Isabel Stevens, The Anderson Touch, in Sight and Sound, vol. 24, n. 3, British Film Institute, 2014, pp. 30-34.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The Grand Budapest Hotel: Awards, su IMDb.com. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato il 27 maggio 2020).
  • (EN) The Grand Budapest Hotel, su IMDb.com. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 24 giugno 2020).
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