Alfabeto fonetico internazionale: differenze tra le versioni

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:* tribù [tri<nowiki>ˈ</nowiki>'''bu'''];
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:* casa [<nowiki>ˈ</nowiki>'''kaː'''sa];
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:* tìtolo [<nowiki>ˈ</nowiki>'''tiː'''tolo].
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Versione delle 19:27, 13 nov 2017

Disambiguazione – Se stai cercando la sillabazione "alpha bravo charlie", vedi Alfabeto fonetico NATO.

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Il termine IPA scritto con l'alfabeto fonetico internazionale nella pronuncia inglese.

L'alfabeto fonetico internazionale (AFI, comunemente indicato con la sigla in lingua inglese IPA, International Phonetic Alphabet[1]) è un sistema di scrittura alfabetico, basato principalmente sull'alfabeto latino, utilizzato per rappresentare i suoni delle lingue nelle trascrizioni fonetiche.[2] L'IPA nasce su iniziativa dell'Associazione fonetica internazionale, con l'intenzione di creare uno standard per trascrivere in maniera univoca i suoni (tecnicamente, i foni) di tutte le lingue conosciute: questo è possibile poiché ad ogni segno IPA corrisponde un solo suono e viceversa, senza possibilità di confusione tra lingue diverse.

Storia

Trascrizioni fonetiche della parola di lingua inglese international ("internazionale"), pronunciata in Received Pronunciation e in American English

Il principio generale delle lettere dell'Alfabeto Fonetico Internazionale è di fornire una lettera per ogni suono distintivo. Questo significa che non fa uso di combinazioni di lettere per rappresentare un singolo suono (come gn in italiano si legge [ɲ]) o di lettere che rappresentano due suoni (come la x che si legge [ks]); a ciò fanno eccezione le affricate (come le z, c e g in italiano) trascritte con due simboli uniti perché considerate la successione di due suoni indistinti.

Lo sviluppo originale partì dai fonetisti inglesi e francesi sotto gli auspici dell'Associazione fonetica internazionale fondata a Parigi nel 1886.

L'alfabeto ha subito una serie di revisioni durante la sua storia, tra cui una delle più importanti è stata codificata nella IPA Convention di Kiel (1989). Ci sono state poi ulteriori modifiche nel 1993, con l'aggiunta di quattro vocali medio-centrali[3] e la rimozione dei simboli per le occlusive sorde.[4] L'ultima importante revisione risale al maggio del 2005, quando è stato aggiunto un simbolo per la consonante battuta labio-dentale sonora (in francese consonne battue labio-dentale voisée o labiodental flap in inglese).[5]

A parte l'aggiunta e la rimozione di simboli, le modifiche apportate all'alfabeto fonetico internazionale consistono soprattutto nel rinominare simboli e categorie o modificare l'insieme dei suoi caratteri.[3]

Origine dei simboli

Ébauche, in italiano abbozzo.

Molti dei suoi simboli sono presi da:

  • alfabeto latino, dando in particolare alle minuscole i suoni principali, per poi ricorrere a derivate delle minuscole e al maiuscoletto;
  • alfabeto greco, e anche di questo le minuscole;
  • altre lettere apparentemente non correlate a qualunque alfabeto: spesso si ottengono girando o capovolgendo una lettera già esistente o aggiungendoci alcuni simboli come puntini, gancetti, macchiette in determinati luoghi.

Nonostante la sua preferenza per l'alfabeto latino, l'associazione internazionale fonetica ha ammesso di tanto in tanto lettere che non hanno questa proprietà. Per esempio, prima del 1989, le lettere IPA per le consonanti clic erano [ʘ], [ʇ], [ʗ] e [ʖ], ottenute sia da lettere IPA esistenti o da lettere greche e latine. Tuttavia, tranne che per [ʘ], nessuna di queste lettere fu ampiamente utilizzata, e di conseguenza furono sostituite da simboli *(forse più diffusi) [ʘ], [|] [!], [ǂ] e [ǁ] nel 1989. C'è una cospicua sistematicità nell'uso delle forme: le articolazioni retroflesse sono indicate con una sorta di "gancetto", come in [ɖ ʂ ɳ], mentre le consonanti implosive con un "gancetto" in alto, [ɓ ɗ ɠ]. Alcuni simboli derivano da lettere latine maiuscole, altre da lettere capovolte, come [ɐ ɔ ə ɟ ɥ ɯ ɹ ᴚ ʇ ʌ ʍ ʎ].

In generale, l'alfabeto fonetico internazionale si basa sull'alfabeto latino, utilizzando il minor numero possibile di segni non latini. L'associazione IPA ha cercato di far corrispondere il più possibile ogni suono al rispettivo simbolo, per cui le Lettere b, d, f, ɡ (duro), h (aspirato), l, m, n, p, r, s (sordo), t, v, e z (s sonora) sono i valori usati in italiano per indicare consonanti, mentre a, e (chiusa), i, o (chiusa) e u sono quelli usati per le vocali. Altri derivano da altre lingue, come k, j, w, x, y.

Altri simboli derivano dal greco: tre di questi ([β], [θ] e [χ]) sono utilizzati in forma non modificata, altri (tra cui [ɣ], [ɛ], [ɸ] e [ʋ]) si differenziano in modo "sottile" dalla forma originaria.

Il valore del suono delle lettere latine modificate può essere spesso derivato da quello della lettera originale.

Al di là delle stesse lettere, c'è una varietà di simboli secondari che aiuta nella trascrizione: i segni diacritici e i soprasegmentali.

Uso

Lo stesso argomento in dettaglio: Trascrizione fonetica.

Anche se l'IPA offre oltre centosessanta simboli per trascrivere il parlato, solo un sottoinsieme relativamente piccolo di questi viene impiegato per trascrivere ciascuna lingua. È possibile trascrivere il parlato sfruttando vari livelli di precisione: una trascrizione fonetica precisa, in cui i suoni sono descritti con una grande quantità di dettagli, è nota col nome di trascrizione stretta, mentre una trascrizione più grossolana, che ignora alcuni di questi dettagli, è chiamata trascrizione larga. Per esempio, la trascrizione fonetica larga della parola scienza (secondo la pronuncia dell'italiano standard) è [ʃɛntsa], mentre la sua trascrizione stretta potrebbe essere [ˈʃɛn̪.t͡sa]: nel primo caso sono segnalati meno dettagli, mentre nel secondo si rende conto più precisamente della sua effettiva realizzazione, anche con l'uso di vari diacritici. Lo stesso vale per la trascrizione della stessa parola detta però da un parlante veneto: scienza si potrebbe trascrivere in maniera larga con ['ʃjeŋt͡sa] e in maniera stretta con [ˈʃjẽˑŋt͡sa].[6]

La trascrizione IPA si usa principalmente nelle trattazioni scientifiche di ambito linguistico (e nello specifico nelle discipline della fonetica e della fonologia); spesso è usato, con scopo più pratico, nei dizionari per indicare la pronuncia delle parole, ma è anche utilizzata per indicare la pronuncia in parole scritte con sistemi di scrittura che non usano lo script latino (come con il thailandese, l'amarico, il cinese, il coreano, il giapponese...). Viene utilizzato in ambito clinico per analizzare i campioni linguistici in casi di disturbo di linguaggio (sia per pazienti di età evolutiva che di età adulta) dai logopedisti, ai fini di un'analisi dettagliata dei suoni prodotti e/o sostituiti nel linguaggio dei soggetti presi in esame. Si usa inoltre in varie enciclopedie, tra cui Wikipedia, per trascrivere le parole straniere.

Simboli

I simboli con forma simile alle lettere latine in genere corrispondono a suoni simili. Quando i caratteri dell'alfabeto fonetico internazionale sono inseriti in un testo, vengono isolati dal resto del testo per mezzo di barre ("/") per trascrizioni fonemiche oppure parentesi quadre ("[" e "]") per trascrizioni fonetiche. Vedi Diacritici e altri simboli per un esempio di questa differenza.

Consonanti

Lo stesso argomento in dettaglio: Consonanti.

Consonanti polmonari

Una consonante polmonare è una consonante prodotta con una ostruzione della glottide (lo spazio tra le corde vocali) o la cavità orale (la bocca) e con un rilascio simultaneo o susseguente di aria proveniente dai polmoni. Le consonanti polmonari rappresentano la maggioranza delle consonanti in IPA, come nelle lingue del mondo. La tabella riporta queste consonanti organizzate in colonne secondo il luogo di articolazione, ovvero il punto dell'apparato fonatorio in cui la consonante è prodotta, e in righe secondo il modo di articolazione, ossia quale è il modo in cui sono prodotte.

Consonanti coarticolate

Le consonanti coarticolate sono suoni che coinvolgono due luoghi di articolazione contemporaneamente. In italiano, il primo suono di "uomo" è una consonante coarticolata, cioè [w], poiché è prodotta con l'arrotondamento delle labbra e l'innalzamento della radice della lingua contro il palato molle.

Affricate e articolazioni doppie

Le affricate e le consonanti con articolazione doppia sono segnalate con due simboli IPA uniti da un arco, posto sopra o sotto i due simboli: le sei affricate più ricorrenti sono occasionalmente rappresentate da legature, benché questo non sia più l'uso IPA ufficiale.

Arco Legatura Descrizione
t͡s ʦ affricata alveolare sorda
d͡z ʣ affricata alveolare sonora
t͡ʃ ʧ affricata postalveolare sorda
d͡ʒ ʤ affricata postalveolare sonora
t͡ɕ ʨ affricata alveopalatale sorda
d͡ʑ ʥ affricata alveopalatale sonora
t͡ɬ  – affricata alveo-laterale sorda
k͡p  – occlusiva velolabiale sorda
ɡ͡b  – occlusiva velolabiale sonora
ŋ͡m  – nasale velolabiale

Consonanti non polmonari

Le consonanti non polmonari sono suoni che non sfruttano l'aria dei polmoni: queste includono i click (presenti nella famiglia khoisan in Africa), le implosive (che si trovano in lingue come lo swahili) e le eiettive (che si trovano in molte lingue americane e caucasiche).

Click Implosive Eiettive
ʘ Bilabiale ɓ Bilabiale ʼ Per esempio:
ǀ Lamino-alveolare ɗ Alveolare Bilabiale
ǃ Apico-postalveolare ʄ Palatale Alveolare
ǂ Lamino-postalveolare ɠ Velare Velare
ǁ Laterale ʛ Uvulare Fricativa alveolare

Vocali

Lo stesso argomento in dettaglio: Vocale.
Anteriori Quasi anteriori Centrali Quasi posteriori Posteriori
Chiuse
i • y
ɨ • ʉ
ɯ • u
ɪ • ʏ
ɪ̈ • ʊ̈
ɯ̞̈ • ʊ
e • ø
ɘ • ɵ
ɤ • o
 • ø̞
ɤ̞ • 
ɛ • œ
ɜ • ɞ
ʌ • ɔ
æ • 
a • ɶ
ä • ɒ̈
ɑ • ɒ
Quasi chiuse
Semichiuse
Medie
Semiaperte
Quasi aperte
Aperte
Quando due simboli appaiono in coppia, quello a sinistra rappresenta
una vocale non arrotondata, quello a destra una vocale arrotondata.
Per quelli situati al centro, la posizione delle labbra non è specificata.
Vedere anche: IPA, Consonanti
Visione ai raggi X della pronuncia delle vocali i, u, a e ɑ

L'IPA organizza le vocali a seconda della posizione che la lingua assume durante la loro produzione: la disposizione delle vocali prende la forma di un trapezio.

L'asse verticale di questo trapezio corrisponde all'altezza vocalica: le vocali che sono pronunciate con la lingua alzata verso il palato sono in alto, mentre quelle prodotte con la lingua abbassata sono collocate in basso. Per esempio, la [i] si trova in cima al trapezio perché nel produrla la lingua è in posizione innalzata verso il palato, mentre la [a] è in basso perché la lingua è bassa mentre viene prodotta.

Parallelamente, l'asse orizzontale rappresenta la posteriorità vocalica: le vocali poste a destra sono quelle prodotte con la lingua verso la parte posteriore della bocca, mentre quelle segnate a sinistra sono prodotte con la lingua avanzata verso la parte anteriore della bocca.

Quando le vocali sono in coppia, quella di destra è labializzata mentre quella di sinistra è la sua controparte non labializzata.

Diacritici e altri simboli

Barre e parentesi quadre

In una trascrizione IPA si usano le barre diagonali quando viene data una trascrizione fonematica di una parola o di una frase, indicando cioè i fonemi (cioè delle unità di suono astratte) che dovrebbero essere realizzati in una variante riconosciuta di una certa lingua.

Si usano, invece, le parentesi quadre quando viene offerta una trascrizione fonetica, cioè un tentativo di avvicinarsi il più possibile alla reale realizzazione di una certa parola o frase. In una trascrizione fonetica, quindi, sarà indicato quale, tra i diversi allofoni accettati in una lingua è stato realizzato.

Per esempio: la trascrizione fonematica della parola "casa" in italiano standard sarà: /ˈkasa/; in realtà, la trascrizione fonetica della resa di un parlante settentrionale sarà probabilmente [ˈka:za], mentre quella di un parlante campano potrà [ˈkasɐ] o persino [ˈkasə]. La pronuncia sorda o sonora della sibilante o la resa più o meno aperta della vocale finale sono considerati allofoni in italiano, e l'ascoltatore toscano riconoscerà la parola riconducendo spontaneamente i diversi foni [s] e [z] all'entità astratta /s/.

Un altro esempio potrebbe considerare le diverse pronunce di una consonante di resa difficile come la <r>: la parola rosa sarà pronunciata da parlanti italiani come [ˈrɔza], [ˈɾɔza], [ˈʀɔza], [ˈɹɔza], [ˈɣɔza] [ˈʋɔza]; in italiano i diversi foni con cui i parlanti possono realizzare la prima consonante (i diversi tipi di "erre moscia") sono comunque allofoni, e l'ascoltatore (e anzi il parlante stesso) ricondurrà quel "qualcosa" che è stato effettivamente pronunciato all'entità astratta (fonetica) /ˈrɔza/, a sua volta trascrizione della realizzazione standard in italiano della serie di grafemi <rosa>.

Corsivo, asterischi e parentesi tonde

  • L'uso del corsivo significa che un suono di una determinata parola può essere pronunciato oppure no; ad esempio nelle parole in e il in italiano la i può non essere pronunciata, e la trascrizione è /in/ e /il/.
  • L'uso delle parentesi tonde () significa che un fonema in posizione finale può essere pronunciato solo se è seguito da una vocale nel discorso; nei dizionari di lingua inglese per indicare che una /ɹ/ può essere letta o no si usa anche un asterisco * al posto di /(ɹ)/.

Diacritici

I diacritici sono segni volti a modificare un suono, a differenza dei soprasegmentali, che modificano il tono e l'accento. Si tratta di puntini, gancetti, macchiette... posti in un dato luogo di un simbolo IPA al fine di mostrare una certa alterazione o la descrizione più specifica nella pronuncia della lettera. Ulteriori segni diacritici sono stati introdotti nelle estensioni IPA, progettati principalmente per la logopedia. I segni diacritici vengono combinati con i simboli IPA per trascrivere valori fonetici leggermente modificati, o articolazioni secondarie.

Tabella dei diacritici:

Simbolo Significato Esempi
Diacritici sillabici
◌̩ Sillabico ɹ̩ n̩
◌̯ Non sillabico e̯ ʊ̯
Diacritici di rilascio
◌ʰ - ◌ʱ Aspirato tʰ - dʱ
◌̚ Sordo ◌̚ d̚
◌ⁿ Nasalizzato dⁿ
◌ˡ Lateralizzato
Diacritici di fonazione
◌̪ Dentale t̪ d̪
◌̼ Linguolabiale t̼ d̼
◌̺ Apicale t̺ d̺
◌̻ Laminale t̻ d̻
◌̟ Avanzato u̟ t̟
◌̠ Ritratto i̠ t̠
◌̈ Centralizzato ë ä
◌̽ Mezzo centralizzato, con un suono un po' centralizzato e̽ ɯ̽
◌̝ - ◌˔ Sollevato (ɹ̝ = fricativa non sibilante alveolare sorda) e̝ ɹ̝
◌̞ - ◌˕ Abbassato (β̞ = approssimante bilabiale) e̞ β̞
Diacritici coarticolati
◌̹ Più arrotondato ɔ̹ x̹
◌̜ Meno arrotondato ɔ̜ x̜ʷ
◌ʷ Labializzato o Labio-velarizzato tʷ dʷ
◌ʲ Palatalizzato tʲ dʲ
◌ˠ Velarizzato tˠ dˠ
◌ˤ Faringalizzato,con un suono strozzato tˤ aˤ
◌ᶣ Labio-Palatalizzato,fra labiale e palatale tᶣ dᶣ
◌̴ Velarizzato o Faringalizzato ɫ z̴
◌̘ Base della lingua avanzata e̘ o̘
◌̙ Base della lingua retratta e̙ o̙
◌̃ Nasalizzato ẽ z̃
◌˞ Rotico, con accento vibrante ɚ ɝ

Lo stato della glottide può essere finemente trascritto con segni diacritici:

Glottide aperta [t] Sordo
[d̤] Sonoro mormorato
[d̥] Parzialmente desonorizzato
Voce normale [d] Sonoro modale
[d̬] Stiff
[d̰] Cricchiato
Glottide chiusa [ʔ͡t] Glottidalizzato

Note:

  • L'allungamento di una vocale si segnala con il simbolo "ː" che assomiglia ai due punti, ad esempio: [ˈbɛːne] è bene.
  • Una vocale rotica si segnala con il simbolo " ˞ " attaccato alla vocale, ad esempio: [bɝd] è bird in inglese americano.
  • La nasalizzazione si segnala con il simbolo " ̃ ", ad esempio: [bɔ̃] è bon in francese.
  • La vocale atona di un dittongo si segnala con il simbolo " ̯", ad esempio: [ˈvoi̯] è un modo di trascrivere la parola voi. Questo segnala che il dittongo sia infatti un dittongo e non due sillabe divise dallo iato.

Diacritici soprasegmentali

I diacritici soprasegmentali sono segni che non si uniscono ad un suono e sono dediti alla modifica dell'accento, del tono, dell'intonazione. Questi simboli descrivono le caratteristiche di un linguaggio al di sopra del livello di singole consonanti e vocali, come la prosodia, tono, lunghezza, e lo stress, che spesso operano in sillabe, parole o frasi, cioè elementi quali l'intensità, tono, geminazione e dei suoni di una lingua, così come il ritmo e l'intonazione del discorso. Sebbene la maggior parte di questi simboli indicano distinzioni che sono fonemica a livello di parola, i simboli esistono anche per l'intonazione a un livello superiore a quello del parola.

Segue l'elenco dei segni soprasegmentali:

Simbolo Significato Esempi
Lunghezza, accento e ritmo
ˈ Accento primario ˈa
ˌ Accento secondario ˌa
ː Lungo (vocale allungata o consonante geminata) aː kː
ˑ Semilungo
Molto corto ə̆
. Pausa sillabica a.a
Unione (assenza di pausa) s‿a
Intonazione
Pausa minore
Pausa maggiore
↗︎ Aumento globale
↘︎ Caduta globale
Diacritici di tono (a sinistra) e lettere di tono (a destra)
˥ - ŋ̋ e̋ Molto alto
˦ - ŋ́ é Alto
˧ - ŋ̄ ē Medio
˨ - ŋ̀ è Basso
˩ - ŋ̏ ȅ Molto Basso
↑ - Ascendente
↓ - Discendente
- ŋ̌ ě Aumento
- ŋ̂ ê Diminuzione
Accento tonico

Ci sono due accenti tonici nell'alfabeto IPA: quello primario e quello secondario.

Quello primario assomiglia graficamente un apostrofo ([ ˈ ]) che precede la sillaba interessata.

Esempi:
  • tribù [triˈbu];
  • casa [ˈkaːza];
  • stazione [statˈtsjoːne];
  • tìtolo [ˈtiːtolo].
  • càpitino [ˈkaːpitino].

Quello secondario graficamente assomiglia una virgola ([ ˌ ]) che precede la sillaba interessata, e serve a dettagliare al meglio la sfumatura di accentazione nelle parole lunghe, che quindi si compongono di almeno cinque sillabe.

Esempi:
  • australopiteco [auˌstralopiˈteːko] (ominide);
  • spressurizzazione [ˌspressuriddzatˈtsjoːne].
  • ammutinamento [ˌammutinaˈmento].

Simboli non più utilizzati o non standard

Nel corso della sua storia l'IPA ha accettato per lassi di tempo più o meno lunghi simboli che poi sono stati declassati poiché sostituiti da quelli odierni. Altri simboli invece sono utilizzati in trascrizioni fonetiche IPA ma non sono riconosciuti ufficialmente. È il caso di [ɷ] che oggi è rappresentato con [ʊ], oppure di [ʦ], [ʣ], [ʧ] e [ʤ], oggi scritti separati [ts], [dz], [tʃ] e [dʒ]. In altri casi si tratta di discrezioni dell'autore: ad esempio nei dizionari di lingua inglese è molto raro vedere l'approssimante alveolare indicata col simbolo ufficiale IPA [ɹ], ma viene indicata con [r], poiché tale lettera in inglese indica sempre suddetto suono.

Ulteriori chiarimenti

Esempi d'uso

Qui di seguito sono riportati degli esempi di uso dell'IPA nelle trascrizioni fonetiche di alcuni testi italiani:

Il Padre Nostro:
[ˈpaːdre ˈnɔstro kesˈsɛi̯ nei̯ˈtʃɛːli
ˈsia santifiˈkaːto (i)lˈtuo ˈnoːme
ˈvɛŋga i̯lˈtuo ˈreɲɲo ˈsia ˈfatta laˈtua volonˈta
ˈkoːme i̯nˈtʃɛːlo koˈzi (i)nˈtɛrra
ˈdattʃi ˈɔddʒi (i)lˈnɔstro ˈpaːne kwotiˈdjaːno
erriˈmetti anˈnoi̯ (i)ˈnɔstri ˈdeːbiti
kome (n)ˈnoi̯ lirimetˈtjaːmo ai̯ˈnɔstri debiˈtoːri
ennontʃinˈdurre i̯ntentatˈtsjoːne
malˈliːberatʃi dalˈmaːle]

Primi versi della Divina Commedia:
[nelˈmɛddzo delkamˈmin diˈnɔstra ˈviːta
miritroˈvai̯ peˈruna ˈselva osˈkuːra
kelladiˈritta ˈvia ˈɛːra zmarˈriːta]

Note

  1. ^ Patrizia Sorianello, alfabeto fonetico, Enciclopedia dell'italiano Treccani.
  2. ^ Raffaele Simone, Fondamenti di linguistica, ed. Laterza, Roma-Bari, 2008, ISBN 978-88-420-3499-5, p. 99.
  3. ^ a b Michael K. C. MacMahon, Phonetic Notation, in P. T. Daniels and W. Bright (eds.) (a cura di), The World's Writing Systems, New York, Oxford University Press, 1996, pp. 821–846, ISBN 0-19-507993-0.
  4. ^ Pullum and Ladusaw, Phonetic Symbol Guide, pp 152 & 209
  5. ^ Katerina Nicolaidis, Approval of New IPA Sound: The Labiodental Flap, su www2.arts.gla.ac.uk, International Phonetic Association, settembre 2005. URL consultato il 17 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2006).
  6. ^ Alberto Mioni, Elementi di fonetica, Padova, Unipress, 2001, pp. 203-205.

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