Premio Luchetta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il premio Luchetta è un riconoscimento giornalistico internazionale, istituito nel 2004 dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin.

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 gennaio 1994, in un cortile della zona orientale di Mostar, una troupe della sede Rai di Trieste, impegnata nella realizzazione di uno speciale per il TG1,[1] fu colpita da una granata croata. Morirono il giornalista Marco Luchetta, il tecnico Alessandro Ota ed il cameraman Dario D'Angelo. Nemmeno due mesi più tardi, il 20 marzo 1994, l'operatore triestino Miran Hrovatin fu assassinato assieme alla giornalista Ilaria Alpi a Mogadiscio, in Somalia.[2]

Per ricordare i quattro inviati nacque a Trieste un comitato spontaneo di parenti, amici e colleghi che, in collaborazione con l'ospedale infantile Burlo Garofolo, progettò la realizzazione di un centro di prima accoglienza per bambini vittime della guerra in Jugoslavia ed i loro familiari. Entro la fine dell'anno, il comitato si riorganizzò nella Fondazione Marco Luchetta, Alessandro Ota, Dario D'Angelo e Miran Hrovatin per i bambini vittime della guerra, riconosciuta come ente morale il 19 settembre 1997.[3] Nella primavera del 1998 fu inaugurato un primo centro di accoglienza in via Velussi, a Trieste, in un edificio di proprietà della Provincia di Trieste, cui seguì nel 2005 un secondo centro in via Rossetti.[4] Tra le centinaia di bambini e genitori provenienti da zone di guerra assistiti dalla fondazione ci fu anche Zlatko, il bambino che Marco Luchetta e i suoi colleghi stavano filmando nel cortile, salvato dallo schermo costituito dai corpi degli italiani.[5]

Il premio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2004, a dieci anni dalla morte dei quattro giornalisti, la Fondazione istituì, in collaborazione con la RAI, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Ministero delle comunicazioni, il premio giornalistico internazionale Marco Luchetta.

Il premio intende essere un omaggio al modo di svolgere la professione giornalistica e agli ideali che la Fondazione e i colleghi RAI ritengono abbiano animato il lavoro dei quattro inviati: i valori della solidarietà tra i popoli, il rispetto delle diversità etniche e politiche, la convivenza pacifica e la soluzione dei conflitti attraverso il dialogo nonché, soprattutto, l'opera di sensibilizzazione in favore e a tutela dei bambini vittime di ogni forma di violenza.

Le cinque sezioni principali del premio includono:

  • Premio Marco Luchetta riservato ai giornalisti della televisione europea;
  • Premio Marco Luchetta riservato ai giornalisti della carta stampata nazionale;
  • Premio Alessandro Ota, riservato ai telecineoperatori e ai reportage;
  • Premio Dario D'Angelo, riservato ai giornalisti della carta stampata europei, non italiani;
  • Premio Miran Hrovatin, riservato ai fotoreporter per la migliore fotografia;

A cui si aggiungono:

  • Premio Speciale, conferito a personalità distintesi nella diffusione degli ideali della Fondazione, dalla IV Edizione;
  • Premio Testimoni della Storia per giornalisti che hanno trattato fatti o personaggi storici, dalla IX Edizione;
  • Premio Rotta Balcanica, suddiviso in una sezione stampa ed una immagini, dalla XX Edizione.

La quarta edizione del premio si concluse a Trieste il 21 luglio 2007, con la consegna in piazza Unità d'Italia dei riconoscimenti giornalistici nel corso del galà televisivo di Raiuno I Nostri Angeli condotto da Franco Di Mare e Eleonora Daniele.

La sesta edizione fu trasmessa il 18 luglio 2009 da Raiuno, nel corso della trasmissione I Nostri Angeli condotta da Lamberto Sposini con la partecipazione di Massimo Ranieri, Michele Zarrillo e Sebastiano Somma.

La premiazione dei vincitori della settima edizione, nel 2010, avvenne ancora in piazza Unità d'Italia a Trieste il 21 luglio, nel corso della serata I Nostri Angeli, con la conduzione di Lamberto Sposini e la partecipazione di Massimo Ranieri.

Nell'edizione del 2011, l'assegnazione a Giusi Fasano del premio riservato ai giornalisti della carta stampata nazionale fu contestata attraverso una lettera, secondo la quale l'articolo della giornalista[6] aveva ricalcato in gran parte un precedente articolo del Daily Mail,[7] a sua volta ispirato al reportage del giornalista Julian Ryall e pubblicato sul Daily Telegraph.[8] La giuria rispose affermando che la stessa «non ha mai inteso riconoscere una qualche primogenitura nell'articolo di Giusi Fasano, ma semmai la capacità di restituire, anche ai lettori italiani, un caso che ha fatto parlare proprio perché emblematico delle terribili conseguenze di una catastrofe naturale».[9]

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Ed. Anno Premio Luchetta TV Premio Luchetta Stampa Premio Ota Premio D'Angelo Premio Hrovatin Premio Speciale Premio Storia Premio Rotta Balcanica
I 2004[10] Pino Scaccia (TV7) Claudio Rubino (TG3 Primo Piano) Azra Nuhefendić (Il Piccolo) Pep Bonet - Agenzia Grazia Neri (Corriere della Sera)
II 2005[11] Giuseppe Bonavolontà (TG3 Primo Piano) e Gabriella Simoni (Studio Aperto) Francesca Paci (La Stampa) Massimo Pinzauti (TG2 Dossier) Monica Garcia Prieto (El Mundo) Jim Hollander - ANSA
III 2006[12] Isabella Schiavone (TV7) Paolo Rumiz (La Repubblica) Marino Macchi (TGR EstOvest) Jon Ashworth (The Times) Robert Knoth - Agenzia Contrasto
IV 2007[13][14] Sabina Fedeli (Terra!) Barbara Schiavulli (L'Espresso) Silvio Giulietti (TG2) e Fulvio Gorani (TG2 Dossier) Michael Howard (The Guardian) Yannis Kontos - (Agenzia Grazia Neri) Ettore Mo
V 2008[15] Valerio Cataldi (TG2 Dossier) Stefano Liberti (Ilaria) Vincenzo Bonanni e Marco Gobbini (TG2 Dossier) Clare Dwyer-Hogg (The Observer) Riccardo Venturi - Agenzia Contrasto Vittorio Zucconi
VI 2009[16][17] Nico Piro (TG3 Agenda del mondo) Attilio Bolzoni (La Repubblica) Gaetano Nicois (Password, il mondo in casa) Catherine Philp (The Times) Jerome Delay (AP Internazionale) Piero Angela
VII 2010[18] Alfredo Macchi (Mediaset) Viviana Mazza (Corriere della Sera) Roberto Carulli (Rai Sport) Nina Lakhani (The Independent) Armando Dadi (freelance) Dorothée Ollieric (France 2)
VIII 2011[19] Pierre Monegier (France 2) Giusi Fasano (Corriere della Sera) Dominique Marotel (France 2) Arne Perras (Süddeutsche Zeitung) Monika Bulaj (freelance) Margherita Hack
IX 2012[20] Fergal Keane (BBC News) Giancarlo Oliani (Gazzetta di Mantova) Elio Colavolpe (TG3 Agenda del Mondo) Josè Miguel Calatayud (freelance) Alessandro Grassani - Agenzia LUZphoto (Alternatives Internationales) Ernesto Caffo Gianni Minà
X 2013[21] Ian Pannel (BBC News) Marzio G. Mian (Corriere della Sera - Io Donna Jean Sébastien Desbordes (France 2) Richard Lloyd Parry (The Times) Marco Gualazzini (L'Espresso) Francesco Tullio Altan Giovanni Floris
XI 2014[22] Flavia Paone (TG3) Lucia Capuzzi (Avvenire) Lucia Goracci (Rai 3) Harriet Sherwood (The Guardian - Weekend Magazine) Niclas Hammarström (Aftonbladet) Simone Cristicchi Lilli Gruber
XII 2015[23] Jonathan Rugman (Channel 4) Elena Molinari (Avvenire) Pablo Trincia (LA7 - AnnoUno) Emilie Blachère (Paris Match) JM Lopez (El Pais) Giovanna Botteri (Rai) Ferruccio de Bortoli
XIII 2016[24] Fergal Keane (BBC News) Pietro del Re (La Repubblica) Floriana Bulfon, Cristina Mastrandrea (L'Espresso) Katrin Bennhold (New York Times) Gjorgji Lichovski - European Pressphoto Agency (Huffington Post) Giulio Regeni Ezio Mauro
XIV 2017[25] Lyse Doucet (BBC News) Laura Silvia Battaglia (Left) Valerio Cataldi (TG2 Dossier) Tom Parry (Daily Mirror) Gjorgji Lichovski -European Pressphoto Agency (Huffington Post) Mediterranean Hope (Comunità di Sant'Egidio, FCEI, Tavola valdese) Corrado Formigli
XV 2018[26] Andrea Oskari Rossini (TGR Est Ovest) Carmelo Riccotti La Rocca e Martina Chessari (La Sicilia) Marco Fubini e Nadia Toffa (Le Iene) Stephanie Hegarty, Vladimir Hernandez (BBC World Service) Mohammed Badra (The Guardian) Radio Siani Vittorio Zucconi
XVI 2019[27] Orla Guerin (BBC News) Daniele Bellocchio (L'Espresso) Diego Bianchi (LA7 - Propagandalive) Margaux Benn (Le Figaro) Alessio Romenzi (L'Espresso) Riccardo Iacona Gian Antonio Stella
XVII 2020[28] Sara Giudice (LA7 - Piazza Pulita) Nello Scavo (Avvenire) Adnan Sarwar (Channel 4) Antonio Pampliega (El Indipendiente) Andrea Frazzetta (New York Times) Liliana Segre Giovanni Minoli
XVIII 2021[29] Giammarco Sicuro (TG2 Storie) Elena Testi (L'Espresso) Emanuela Zuccalà (Open Ddb) José Ignacio Martínez Rodríguez (El Pais) Alessio Mamo (The Guardian) Nico Piro (TG3) Maurizio Molinari
XIX 2022[30] Orla Guerin (BBC News) Rita Rapisardi e Federica D'Alessio (Corriere della Sera - La 27esima ora) Gregorio Romeo, Ambra Orengo e Gabriele Zagni (LA7 - Piazza Pulita) Jason Burke (The Guardian) Sedat Suna - Agenzia EPA (The Guardian) Memorial International Aldo Cazzullo
XX 2023[31] Vincenzo Frenda (TG2) Elena Bassi (La Repubblica) Sabrina Carreras, Lisa Iotti, Irene Sicurella e Antonella Bottini (Rai 3 - Presa diretta) Celine Martelet (Middle East Eyes) Marco Gulazzini (Inside Over) Andrea Segre Linda Caglioni (freelance), Giulia Bosetti ed Eleonora Tundo (Rai3 - Presa diretta)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ per proporre i bambini vittime della guerra balcanica quali candidati al premio Nobel per la pace, vedi Stefania Di Lellis, Il Nobel a quei bambini? Una bassa speculazione, su ricerca.repubblica.it, Repubblica, 5 febbraio 1994. URL consultato il 28 giugno 2010.
  2. ^ Claudio Pavone, Storia d'Italia nel secolo ventesimo: Elementi strutturali, Ministero per i beni e le attività culturali, 2006, p. 243, ISBN 978-88-7125-277-3.
  3. ^ / Archivio Documenti Fondazione \ Archiviato il 6 settembre 2010 in Internet Archive.
  4. ^ | Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin | Archiviato il 2 giugno 2010 in Internet Archive.
  5. ^ M.Andolfatto,2008, pp.97-98.
  6. ^ Giusi Fasano, La classe dei trenta bambini che aspettano ancora i genitori, su archiviostorico.corriere.it, Corriere, 19 marzo 2011. URL consultato il 26 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2011).
  7. ^ (EN) Daily Mail Reporter, Sitting silent in their classroom, the 30 children whose parents have not come to collect them after tsunami swept away their town, su dailymail.co.uk, Daily Mail, 18 marzo 2011. URL consultato il 27 giugno 2011.
  8. ^ (EN) Julian Ryall, Japan earthquake: the children who have lost their parents, su telegraph.co.uk, The Telegraph, 16 marzo 2011. URL consultato il 26 giugno 2011.
  9. ^ Luigi Mascheroni, Toh, anche la Bbc fabbrica un po’ di fango, su ilgiornale.it, il Giornale, 26 giugno 2011. URL consultato il 26 giugno 2011.
  10. ^ Trieste ricorda i giornalisti caduti, su ricerca.repubblica.it, Repubblica, 31 luglio 2008. URL consultato il 28 giugno 2010.
  11. ^ Premio Luchetta, ecco i vincitori, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 24 luglio 2005. URL consultato il 28 giugno 2010 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2012).
  12. ^ Maria Volpe, TELE RACCOMANDO, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 25 luglio 2006. URL consultato il 28 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2015).
  13. ^ Il Luchetta a Fedeli e Schiavulli, su archiviostorico.corriere.it, Repubblica, 14 luglio 2007. URL consultato il 28 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2008).
  14. ^ Premio alla carriera all'inviato Ettore Mo, su archiviostorico.corriere.it, Repubblica, 26 luglio 2007. URL consultato il 28 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2015).
  15. ^ Vittorio Zucconi vince il Luchetta, su ricerca.repubblica.it, Repubblica, 5 luglio 2008. URL consultato il 28 giugno 2010.
  16. ^ Bolzoni vince il Luchetta 2009, su ricerca.repubblica.it, Repubblica, 2 luglio 2009. URL consultato il 28 giugno 2010.
  17. ^ CCIAA di Trieste, I finalisti del Premio giornalistico Marco Luchetta 2009 [collegamento interrotto], su ts.camcom.it, 2009. URL consultato il 28 giugno 2010.
  18. ^ Vincitori del premio giornalistico internazionale Marco Luchetta 2010, su premioluchetta.it, 13 luglio 2010. URL consultato il 23 settembre 2010.
  19. ^ I vincitori dell'ottava edizione del premio Lucchetta (2011)
  20. ^ I vincitori della nona edizione del premio Lucchetta (2012)
  21. ^ I vincitori della decima edizione del premio Lucchetta (2013)
  22. ^ I vincitori dell'undicesima edizione del premio Lucchetta (2014)
  23. ^ I vincitori della dodicesima edizione del premio Lucchetta (2015)
  24. ^ I vincitori della tredicesima edizione del premio Lucchetta (2016)
  25. ^ I vincitori della quattordicesima edizione del premio Lucchetta (2017)
  26. ^ I vincitori della quindicesima edizione del premio Lucchetta (2018)
  27. ^ I vincitori della sedicesima edizione del premio Lucchetta (2019)
  28. ^ Ecco i vincitori del Premio Luchetta 2020 che fanno il punto sui bambini nel mondo, su fondazioneluchetta.eu, 4 luglio 2020.
  29. ^ 18° Premio Luchetta – Ecco i vincitori del 2021, su fondazioneluchetta.eu, 19 luglio 2021.
  30. ^ Premio Luchetta 2022, su premioluchetta.com, 24 maggio 2022.
  31. ^ Premio Luchetta 2023, i vincitori, su ansa.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

AA.VV., Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo (PDF) [collegamento interrotto], su unionecronisti.it, Unione Nazionale Cronisti Italiani, 3 maggio 2008. URL consultato il 28 giugno 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su premioluchetta.org.
  • Sito della Fondazione, su fondazioneluchetta.org. URL consultato il 28 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2015).
  • Pagina della Rai, su segretariatosociale.rai.it. URL consultato il 28 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2007).