Grazia Neri

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Agenzia Grazia Neri
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1966
Fondata daGrazia Neri
Chiusura2009
Sede principaleMilano
SettoreFotografico
Prodottiagenzia fotografica
Dipendenti18 (2009)

Grazia Neri è la prima agenzia fotografica italiana, fondata nel 1966 da Grazia Neri, con sede a Milano, in via Maroncelli 14.[1]

La Galleria e l'agenzia Grazia Neri hanno terminato l'attività alla fine del 2009. Attualmente Grazia Neri si occupa di insegnamento e di allestire mostre.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'agenzia fu fondata per favorire i fotografi lasciando loro la proprietà delle immagini e un giusto compenso, perseguendo servizi fotografici di qualità,[2][3][4] e ha accumulato negli anni un patrimonio di 15 milioni di immagini in analogico e di sei milioni in digitale, con fotografi fra cui Robert Doisneau, Douglas Kirkland, Annie Leibovitz, Herb Ritts, James Nachtwey e agenzie quali AFP e Polaris.[1]

L'agenzia nel corso della sua storia ha inoltre scoperto e valorizzato numerosi fotografi, successivamente rappresentati da grandi agenzie internazionali, tra i quali Paolo Pellegrin, Alex Majoli, Massimo Berruti, Alessandro Rizzi, Lorenzo Castore, Zija Gafic e numerosi altri. Nel 2008 aveva 30 dipendenti, scesi nel 2009 a 18[5] a causa di un calo del fatturato del 40 % a seguito della crisi pubblicitaria cominciata nel secondo semestre del 2008[1] e del generale calo di richiesta per il fotogiornalismo di qualità, che è sostituito – secondo il figlio di Grazia Neri, Michele Neri – da immagini di repertorio[5] o – secondo Grazia Neri – immagini di bassa qualità trovate in Internet.[2]

La famiglia e l'assemblea dei soci hanno quindi deciso, nel settembre 2009, di mettere l'agenzia in liquidazione.[6]

A marzo 2009 era stata comunicata la decisione di donare centinaia di migliaia di immagini dell'archivio analogico al Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, andando a costituire il Fondo Grazia Neri.[7][8] L'archivio digitale Archiviato il 30 aprile 2015 in Internet Archive. è stato acquisito nel 2010 dall'agenzia LUZ, società Benefit BCorp di content marketing.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Stefano Bucci, Chiude Grazia Neri, signora della fotografia Archiviato il 23 dicembre 2010 in Internet Archive., in Corriere della sera, 19 settembre 2009, p. 47.
  2. ^ a b Michele Smargiassi, In crisi il mercato delle foto: chiude Grazia Neri Archiviato il 3 febbraio 2016 in Internet Archive., ne la Repubblica, 19 settembre 2009, p. 53.
  3. ^ Gianluigi Colin, Quegli obiettivi da non oscurare Archiviato il 20 novembre 2015 in Internet Archive., in Corriere della sera, 19 settembre 2009, p. 47.
  4. ^ Lucas Uliano, Milano non dimentichi la fotografia Archiviato il 3 febbraio 2016 in Internet Archive., ne la Repubblica Milano, p. 1.
  5. ^ a b Mario Baudino, Fotoreporter addio. Così tramonta un mito. A Perpignan la kermesse del fotogiornalismo, mentre la crisi strozza il settore, su archivio.lastampa.it, 1º settembre 2009, p. 32. URL consultato il 4 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  6. ^ Cristina Jucker, L'agenzia Grazia Neri chiude: a rischio un patrimonio enorme di immagini Archiviato il 9 maggio 2012 in Internet Archive., ne Il Sole 24 ore, 18 settembre 2009.
  7. ^ Al Museo di Fotografia Contemporanea l'archivio dell'Agenzia Grazia Neri Archiviato il 21 giugno 2015 in Internet Archive., Exibart.com, 31 marzo 2009.
  8. ^ Chiara Vanzetto, Grazia Neri «riapre» al Museo Archiviato il 1º novembre 2015 in Internet Archive., in Corriere della sera, 27 aprile 2010, p. 27.

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