Coordinate: 31°31′58″N 34°55′04″E

Massacro di al-Dawayima

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Massacro di al-Dawayima
Tipostrage
Data28 ottobre 1948
Luogoal-Dawayima
StatiBandiera d'Israele Israele
Bandiera della Palestina Palestina
Coordinate31°31′58″N 34°55′04″E
ObiettivoPalestinesi
ResponsabiliTsahal

Il massacro di al-Dawayima o Dawaymeh o Dawayma (in arabo الدوايمة?) è un crimine di guerra commesso dall'esercito israeliano il 28 ottobre 1948, durante la guerra arabo-israeliana del 1948, nel villaggio palestinese di al-Dawayima, situato tra Beersheva ed Hebron, a pochi chilometri ad ovest da quest'ultima.

Ritenuto 'il peggior episodio negli annali delle atrocità della Nakba'[1], vide l'uccisione di 455 arabi civili disarmati. [2] di cui 170 tra donne e bambini ad opera dell'89° battaglione dell'VIII Brigata dell'esercito israeliano.[3]

La Commissione ONU di Conciliazione della Palestina, che aveva sostituito il conte Folke Bernadotte nell'opera di mediazione ONU, convocò una speciale sessione di indagini per fare luce sull'eccidio. Il rapporto ONU del 14 giugno 1949 affermò

«La ragione per cui si sa così poco di questo massacro, che, sotto molti aspetti fu più brutale di quello di massacro di Deir Yassin, è che la Legione araba (l'esercito che controllava l'area) temeva che, se si fosse sparsa la notizia, questa avrebbe avuto lo stesso effetto sul morale dei contadini di quella relativa a Deir Yassin, cioè di causare un'altra ondata di profughi arabi [4]»

La strage fu perpetrata dall'89° Battaglione Commando dell'Ottava Brigata dell'esercito israeliano dopo che questo aveva occupato il villaggio nell'ambito dell'Operazione Yoav, nel deserto del Negev. Il battaglione era costituito da elementi provenienti dall'Irgun e dalla Banda Stern, quest'ultima già macchiatasi del massacro di Deir Yassin e dell'assassinio del meditatore ONU Folke Bernadotte e a cui Israele assicurò un'amnistia generale già il 14 febbraio 1949.[5]

Lo storico israeliano Benny Morris ha stimato che nella strage furono trucidati diverse centinaia di civili inermi ma John Bagot Glubb, tenente generale, comandate britannico della Legione araba transgiordana affermò che il numero delle vittime fosse largamente inferiore, citando un rapporto dell'ONU che valutava il bilancio in 30 donne e bambini complessivamente; un rapporto di aggiornamento inviato all'ONU da una delegazione del Congresso Arabo dei Rifugiati affermò che la Legione Araba aveva avuto interesse nel sottostimare l'entità della strage.

Il massacro di Dawaymeh fu l'ultima grande carneficina perpetrata dalle truppe israeliane fino al 1956, quando furono ammazzati 49 degli abitanti di Kfar Qassim, un villaggio passato a Israele dopo l'armistizio con la Giordania.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ilan Pappé, La pulizia etnica della Palestina, Fazi Editore, 2008, p. 236, ISBN 978-88-8112-908-9.
  2. ^ questo il numero delle vittime riportato da Pappé nel suo volume 'La pulizia etnica della Palestina'; wikipedia inglese riporta un numero fra 80 e più di 200
  3. ^ Ilan Pappé, La pulizia etnica della Palestina, Fazi Editore, 2008, p. 238, ISBN 978-88-8112-908-9.
  4. ^ Ilan Pappé, La pulizia etnica della Palestina, Fazi Editore, 2008, p. 237, ISBN 978-88-8112-908-9.
  5. ^ Ilan Pappé, La pulizia etnica della Palestina, Fazi Editore, 2008, ISBN 978-88-8112-908-9.