Mario Castellani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mario Castellani (a destra) con Aroldo Tieri in Chi si ferma è perduto (1960)

Mario Castellani (Roma, 24 novembre 1906[1]Roma, 25 aprile 1978) è stato un attore italiano. Diventò un'apprezzata spalla in tutti i migliori spettacoli di Totò, apparendo accanto a lui non soltanto in teatro ma anche in quasi tutti i film interpretati dal comico napoletano proprio per volere dello stesso.

Figlio d'arte, d'alta statura e fisionomia aristocratica[2], si diplomò all'istituto tecnico e si dedicò quindi alla recitazione esordendo come "brillante" d'operetta nella compagnia teatrale dello zio Attilio Pietromarchi; il passo verso il teatro di rivista fu breve e partecipò così agli spettacoli dei fratelli Schwarz e a quelli della compagnia di rivista Za-Bum.

Nel 1928 fu uno dei principali interpreti di Madama Follia e di Mille e una donna accanto a Totò e Isa Bluette, ma diventò ufficialmente la spalla di Totò dai primi anni quaranta ottenendo un successo personale in Quando meno te lo aspetti di Galdieri in cui recitava anche Anna Magnani. Venne riconfermato per la stagione successiva per uno dei più grandi successi di rivista di quel periodo, Volumineide, sempre di Galdieri e con i medesimi attori. Nel 1944 fu ancora con gli stessi attori e autore in Che ti sei messo in testa? e fu uno dei primi attori a festeggiare la liberazione di Roma e a prendere di mira attraverso la satira il caduto regime, sempre con Totò e la Magnani, in Con un palmo di naso. Nel dopoguerra continuò ad affiancare Totò in teatro, soprattutto nella celebre rivista galdieriana C'era una volta il mondo (1947), con soubrette come Elena Giusti, Isa Barzizza e Gilda Marino.

A partire dal 1945, e fino alla morte del comico napoletano, Castellani sarà la perfetta spalla di Totò in una numerosa serie di pellicole: con il suo garbato spirito brillante e la sua pronta reattività, sostenne gli spiritosi e improvvisati dialoghi. Tra i tanti film: Fifa e arena (1948) di Mario Mattoli; Totò cerca moglie (1950) e Le sei mogli di Barbablù (1950), entrambi di Carlo Ludovico Bragaglia; Totò a colori (1952) di Steno (dove Totò e Castellani ripropongono il celebre sketch teatrale del vagone letto); Il più comico spettacolo del mondo (1953) di Mario Mattoli; Chi si ferma è perduto (1960) di Sergio Corbucci; Totò contro i quattro (1963) di Steno, nel quale fu anche direttore dei dialoghi.

Nel 1956 tornò in teatro debuttando da protagonista nella commedia di Marotta e Randone, Il malato per tutti, ottenendo un notevole successo personale e partecipando anche ad altri atti unici della stessa formazione diretta da Maner Lualdi e denominata "compagnia delle 15 novità". Nella stagione seguente fu scritturato dalla compagnia di Peppino De Filippo con buoni consensi soprattutto per la sua prestazione nella pièce Le metamorfosi di un suonatore ambulante (1957).

Come l'amico Totò,[3] che raggiunse il massimo grado, anche Mario Castellani fu iniziato nella Massoneria di Rito Scozzese.[4]

Nel 1967, poco prima della morte di Totò, Castellani gli fu di nuovo a fianco in una serie televisiva, TuttoTotò, diretta da Daniele D'Anza: uno spettacolo a episodi dedicato alla carriera del comico, in cui venivano riproposti gli sketch più celebri dei suoi spettacoli teatrali. Dopo la scomparsa del suo amico, Castellani diradò i propri impegni professionali. Negli ultimi anni apparirà quasi esclusivamente in televisione, soprattutto in rappresentazioni di commedie di Peppino De Filippo.

Muore a Roma all'età di 71 anni; è sepolto al cimitero monumentale di Milano.

Mario Castellani a teatro, con Totò e Anna Magnani, Volumineide (1942)
Mario Castellani insieme a Totò e Carlo Campanini ne I due orfanelli
Mario Castellani con Totò in Un turco napoletano (1953)
Mario Castellani, Ferruccio Amendola, Totò e Gianni Bonagura in una scena di Totò yè yè (1967)
  1. ^ Atto di nascita
  2. ^ Giovanni Vasso, Alle spalle di Totò: Mario Castellani ovvero l'onorevole Trombetta, su ecampania.it. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  3. ^ G. Grieco, Mario Castellani e Totò (intervista al settimanale "Gente"), su antoniodecurtis.com, 1973. URL consultato il 3 ottobre 2018 (archiviato il 22 ottobre 2007).
    «Come amico ho il dovere di dire che questo fifone che si chiamava Totò era un uomo che la morte se la covava dentro con una specie di disperata tenerezza.[...] Gli ritornai accanto proprio a causa del suo male, perché mi resi conto che aveva bisogno di un amico che lo capisse a volo..»
  4. ^ Quanti personaggi dello spettacolo fra le logge italiane, su loggiagiordanobruno.com. URL consultato il 2 ottobre 2018 (archiviato il 19 luglio 2017).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN87232576 · ISNI (EN0000 0000 6157 1879 · SBN TO0V417341 · LCCN (ENno2019091776 · GND (DE123884300X · BNE (ESXX1506275 (data) · BNF (FRcb16906037b (data)