Carlo Campanini
Carlo Campanini (Torino, 5 ottobre 1906 – Roma, 20 novembre 1984) è stato un attore e cantante italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Il teatro[modifica | modifica wikitesto]
La sua carriera artistica ha inizio in teatro, in cui si esibisce come attore brillante ma anche come tenore.
Dopo un lungo tirocinio in compagnie regionali e dopo un'esperienza in Argentina al seguito di una di queste compagnie, passa all'operetta e alla rivista e nel 1939 esordisce nel cinema con il ruolo di un portalettere nel film Lo vedi come sei... lo vedi come sei? di Mario Mattoli, con Erminio Macario nel ruolo del protagonista. Nello stesso anno lavora con Assia Noris in Dora Nelson, una commedia del genere telefoni bianchi.
Il cinema[modifica | modifica wikitesto]
Per tutti gli anni quaranta Campanini interpreta una lunga serie di pellicole, fino a dieci in un anno, caratterizzando talvolta con esuberanza caricaturale, talvolta con misura, personaggi di secondo piano ma sempre ben riconoscibili: di solito è il comprimario ingenuo, di buon cuore, un po' imbranato e stravagante.
Di questo periodo è da ricordare la sua interpretazione dello studente fuori corso in Addio giovinezza!, quella del bidello pasticcione, vittima degli scherzi delle studentesse in Ore 9: lezione di chimica, e i ruoli di spalla di Totò ne Il ratto delle Sabine e ne I due orfanelli, parodia del dramma di D'Ennery e Cormon.
Esibisce la sua voce tenorile in La vita è bella, film di Carlo Ludovico Bragaglia in cui recita (e canta) al fianco di Alberto Rabagliati e Anna Magnani, e in teatro imita Oliver Hardy in coppia con Carlo Dapporto, che imita invece Stan Laurel.
Oltre che in commedie brillanti, Campanini recita anche in film drammatici: Le miserie del signor Travet (1945), il suo primo film da protagonista, e Il bandito (1946), in cui interpreta il ruolo del reduce amico di Amedeo Nazzari.
Fu iniziato alla Massoneria nel 1945 presso la Loggia Fulgor Artis all'Oriente di Roma, il cui Maestro venerabile era Totò.[1] Successivamente, essendosi riavvicinato alla fede grazie a San Pio da Pietrelcina, abbandonó la Massoneria in obbedienza alle condanne della Massoneria da parte della Chiesa cattolica[2].
Con Walter Chiari[modifica | modifica wikitesto]
Sul set de I cadetti di Guascogna (1950, regia di Mario Mattoli) lavora per la prima volta con Walter Chiari. Tra i due si sviluppa un felice sodalizio, che proseguirà anche in teatro e in televisione (memorabile la loro partecipazione al varietà La via del successo, 1959), in cui Campanini diviene la spalla di Chiari: l'imitazione dei fratelli De Rege (il cui famoso "Vieni avanti, cretino!" è rimasto ancor oggi nella memoria collettiva), poi lo sketch del "Sarchiapone", nato come breve intermezzo tra i numeri di avanspettacolo e dilatatosi successivamente fino a diventare un tormentone della durata di più di un'ora, riproposto in versioni sempre diverse e presentato più volte anche in televisione.
Negli anni cinquanta, Carlo Campanini continua a mietere consensi sia di pubblico che di critica, ma l'industria del cinema comincia a relegarlo sempre più in ruoli macchiettistici e in pellicole di genere, tra cui diversi musicarelli.
La televisione e il ritorno a teatro[modifica | modifica wikitesto]
Trova così maggiore spazio nel nascente mezzo televisivo, sia come attore di commedie, sia come interprete di sketch in coppia con Walter Chiari, nella riproposta di situazioni e personaggi già felicemente sperimentati in teatro. Non mancano le partecipazioni agli spot di Carosello, in cui Campanini interpreta con Pina Renzi la coppia "Adalgisa e Gustavino" nella pubblicità di un'azienda vinicola, e il ruolo di primo testimonial di un celebre amaro "contro il logorio della vita moderna", ruolo che in seguito sarà affidato a Ferruccio De Ceresa e infine a Ernesto Calindri.
Come interprete di sceneggiati televisivi è apparso nel 1959 ne Il romanzo di un maestro, diretto da Mario Landi.
Negli anni sessanta gli impegni cinematografici si fanno più rari e Campanini prima entra nella Compagnia Grandi Spettacoli di Operette (oggi Compagnia Italiana di Operette) con Elvio Calderoni ed Aurora Banfi. Nel 1972 è Mirko Zeta in La vedova allegra, regia di Vito Molinari e coreografia di Gino Landi, con Sandro Massimini ed Eno Mucchiutti al PalaRuffini di Torino.
Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]
Successivamente si dedica alla gestione di una compagnia teatrale piemontese, fino al definitivo ritiro nel 1981. Rimasto vedovo, a causa dell'avanzare dell'età iniziò a condurre una vita molto appartata. Sofferente inoltre da tempo di disturbi cardiocircolatori, morì nel sonno, nella sua abitazione romana alla Balduina, il 20 novembre 1984, all'età di 78 anni, venendo sepolto per sua espressa volontà nel cimitero di San Giovanni Rotondo (Foggia) per essere vicino a Padre Pio anche dopo la morte, in quanto suo devoto[3]. Questa sua devozione gli valse l'appellativo di "Sacrestano di Padre Pio"[4]. A lui è stata dedicata una strada a San Giovanni Rotondo, nelle adiacenze del Santuario di San Pio.
Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]
- Dora Nelson, regia di Mario Soldati (1939)
- Lo vedi come sei... lo vedi come sei?, regia di Mario Mattoli (1939)
- Addio giovinezza!, regia di Ferdinando Maria Poggioli (1940)
- La danza dei milioni, regia di Camillo Mastrocinque (1940)
- La granduchessa si diverte, regia di Giacomo Gentilomo (1940)
- La zia smemorata, regia di Ladislao Vajda (1940)
- L'avventuriera del piano di sopra, regia di Raffaello Matarazzo (1941)
- L'attore scomparso. regia di Luigi Zampa (1941)
- Violette nei capelli, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1941)
- Con le donne non si scherza, regia di Giorgio Simonelli (1941)
- Ore 9: lezione di chimica, regia di Mario Mattoli (1941)
- Voglio vivere così, regia di Mario Mattoli (1942)
- Margherita fra i tre, regia di Ivo Perilli (1942)
- Soltanto un bacio, regia di Giorgio Simonelli (1942)
- Catene invisibili, regia di Mario Mattoli (1942)
- Giorno di nozze, regia di Raffaello Matarazzo (1942)
- Labbra serrate, regia di Mario Mattoli (1942)
- La vita è bella, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
- Il birichino di papà, regia di Raffaello Matarazzo (1943)
- In due si soffre meglio, regia di Nunzio Malasomma (1943)
- Tutta la vita in ventiquattr'ore, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1943)
- Buongiorno, Madrid! , regia di Gian Maria Cominetti (1943)
- Ho tanta voglia di cantare, regia di Mario Mattoli (1943)
- Il ratto delle Sabine, regia di Mario Bonnard (1945)
- Circo equestre Za-bum, regia di Mario Mattoli (1945)
- Pronto, chi parla?, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1945)
- Chi l'ha visto?, regia di Goffredo Alessandrini (1945)
- Le miserie del signor Travet, regia di Mario Soldati (1945)
- Le modelle di via Margutta, regia di Giuseppe Maria Scotese (1946)
- La primula bianca, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1946)
- Partenza ore 7, regia di Mario Mattoli (1946)
- Il bandito, regia di Alberto Lattuada (1946)
- Albergo Luna, camera 34, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1946)
- I due orfanelli, regia di Mario Mattoli (1947)
- Come persi la guerra, regia di Carlo Borghesio (1947)
- L'isola del sogno, regia di Ernesto Remani (1947)
- 11 uomini e un pallone, regia di Giorgio Simonelli (1948)
- I peggiori anni della nostra vita, regia di Mario Amendola (1949)
- Al diavolo la celebrità, regia di Steno e Monicelli (1949)
- La fiamma che non si spegne, regia di Vittorio Cottafavi (1949)
- Follie per l'opera, regia di Mario Costa (1949)
- La bisarca, regia di Giorgio Simonelli (1950)
- Miss Italia, regia di Duilio Coletti (1950)
- Vendetta... sarda, regia di Mario Mattoli (1951)
- O.K. Nerone, regia di Mario Mattoli (1951)
- Il padrone del vapore, regia di Mario Mattoli (1951)
- Anema e core, regia di Mario Mattoli (1951)
- Briscola, regia di Aldo Rossi (1951)
- Noi due soli, regia di Marcello Marchesi, Vittorio Metz e Marino Girolami (1952)
- I morti non pagano tasse, regia di Sergio Grieco (1952)
- Ragazze da marito, regia di Eduardo De Filippo (1952)
- Era lei che lo voleva, regia di Marino Girolami e Giorgio Simonelli (1952)
- Un turco napoletano, regia di Mario Mattoli (1953)
- Il pensionato, episodio di Se vincessi cento milioni, regia di Carlo Campogalliani e Carlo Moscovini (1953)
- Pendolin, episodio di Cento anni d'amore, regia di Lionello De Felice (1954)
- Amori di mezzo secolo, registi vari (1954)
- Hanno rubato un tram, regia di Aldo Fabrizi (1954)
- Le avventure di Giacomo Casanova, regia di Steno (1954)
- Siamo tutti milanesi, regia di Mario Landi (1954)
- Milanesi a Napoli, regia di Enzo Di Gianni (1955)
- Ho ritrovato mio figlio, regia di Elio Piccon (1955)
- I giorni più belli, regia di Mario Mattoli (1956)
- Mio zio Giacinto, regia di Ladislao Vajda (1956)
- Via col... paravento, regia di Mario Costa (1958)
- L'amore nasce a Roma, regia di Mario Amendola (1958)
- Simpatico mascalzone, regia di Mario Amendola (1959)
- Psicanalista per signora (Le confident de ces dames), regia di Jean Boyer (1959)
- Agosto, donne mie non vi conosco, regia di Guido Malatesta (1959)
- Obiettivo ragazze, regia di Mario Mattoli (1961)
- Uno strano tipo, regia di Lucio Fulci (1963)
- Il terribile ispettore, regia di Mario Amendola (1969)
Varietà radiofonici Rai[modifica | modifica wikitesto]
- Io, povero diavolo, disavventure di Carlo Campanini, scritte da Italo Terzoli, regia di Giulio Scarnicci, trasmessa il 19 febbraio 1956.
Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]
- Don Giovanni innamorato, di Samy Fayad, regia di Anton Giulio Majano, trasmessa il 23 dicembre 1954.
- Champignol suo malgrado, commedia di Georges Feydeau e Desval Lieres, regia di Umberto Benedetto, trasmessa il 5 luglio 1955.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Gnocchini Vittorio, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis - Erasmo, Milano-Roma, 2005, p. 54.
- ^ Canonizzazione di Padre Pio
- ^ Addio Carlo Campanini LaRepubblica.it Archivio, 22/11/1984.
- ^ Mio padre Carlo Campanini: testimone di una fede straordinaria Archiviato il 25 febbraio 2016 in Internet Archive. Teleradiopadrepio.it, 24/12/2010.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo Campanini
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Carlo Campanini, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Carlo Campanini, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Carlo Campanini, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Carlo Campanini, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Carlo Campanini, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 61810121 · ISNI (EN) 0000 0000 6159 8537 · SBN IT\ICCU\TO0V\417799 · LCCN (EN) nr2003009060 · GND (DE) 1062127315 · BNF (FR) cb14659789g (data) · BNE (ES) XX5498913 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-nr2003009060 |
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