La collera di Maigret

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La collera di Maigret
Titolo originaleMaigret se fâche
Altri titoliLa furia di Maigret
AutoreGeorges Simenon
1ª ed. originale1947
1ª ed. italiana1959
GenereRomanzo
SottogenereGiallo
Lingua originalefrancese
AmbientazioneMeung-sur-Loire e "Orsenne"
Protagonisticommissario Maigret
Coprotagonistisignora Maigret
AntagonistiErnest Malik
Altri personaggiBernadette Amorelle, Charles Malik
SerieRomanzi con Maigret protagonista
Preceduto daMaigret e la ragazza di provincia
Seguito daMaigret a New York

La collera di Maigret (titolo originale francese Maigret se fâche, pubblicato in traduzione italiana anche col titolo La furia di Maigret) è un romanzo poliziesco di Georges Simenon con protagonista il Commissario Maigret.

È il ventiseiesimo romanzo dedicato al celebre commissario che, per la seconda volta dalla sua nascita, è di nuovo in pensione, così come nel romanzo Maigret del 1934[1].

Il romanzo è ambientato a "Orsenne", un piccolo villaggio che nella finzione descritta da Simenon si trova sulle rive della Senna. In un primo momento alcuni critici hanno creduto che in realtà Simenon si riferisse a Seine-Port o Morsang-sur-Seine, tramutati in "Orsenne" per un semplice gioco di parole, ma alcuni ricercatori hanno in seguito scoperto, grazie a visite ai luoghi e interviste ai locali, che l'ispirazione arrivava in realtà dal villaggio di Le Coudray-Montceaux, dove Simenon aveva trascorso un breve periodo qualche anno prima[2].

Da ricordare l'incipit di questo romanzo dove si trova una delle più appassionate descrizioni della signora Maigret:

«La signora Maigret che sgranava i piselli nell'ombra calda, dove l'azzurro del suo grembiule e il verde dei baccelli creavano chiazze sontuose, la signora Maigret, che non stava mai con le mani in mano, fosse pure alle due del pomeriggio della giornata più calda di un agosto già torrido, la signora Maigret, che sorvegliava il marito come si fa con un neonato...»

Simenon inserisce nel testo un tocco di gotico, in particolare nella scena dove l'abietto Ernest Malik si aggira, spiato da Maigret, per il canile abbandonato dove tiene segregato il figlio sedicenne[3].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Meung-sur-Loire

Da poco andato in pensione e ritiratosi a Meung-sur-Loire, Maigret riceve la visita di Bernadette Amorelle, una ricca signora ottuagenaria che lo convince a indagare sull'improvviso suicidio per annegamento di sua nipote Monita. L'inchiesta, seppur non ufficiale, si svolge a Orsenne, paese di invenzione di Simenon, dove vivono gli Amorelle, una ricca famiglia di imprenditori. Qui, oltre all'anziana signora, vivono le due figlie: Aimée, sposata con Charles Malik (e genitori della scomparsa Monita), e Laurence, sposata con Ernest Malik, fratello di Charles (più i due loro figli, tra cui il più piccolo Georges-Henry, completamente asservito al padre). Maigret riconosce in Ernest un vecchio compagno di scuola del quale non conserva un buon ricordo.

Poco a poco, il commissario scopre che la famiglia è interamente dominata da Ernest, che già anni prima spinse al suicidio il fidanzato della futura cognata perché di lei innamorato, poi ne aveva sposato la sorella, essendo Aimée troppo giovane, e infine aveva fatto convolare quest'ultima a nozze col fratello, a sua volta suo zimbello, pur rimanendone l'amante. È lui il vero e unico dominatore della famiglia e delle aziende. È per qualcosa che ha visto che Georges-Henry vive in un mondo proprio e si rifiuta di uscire (ma manteneva un rapporto stretto con la cugina ora morta, forse ne era innamorato). Mentre Maigret cerca di comprendere il perché del suicidio, l'anziana signora spara al genero Ernest Malik, uccidendolo. Spiegherà poi a Maigret come anche la nipote fosse in verità figlia di Ernest e questa, scoprendo per caso il segreto, aveva deciso di togliersi la vita. La vecchia sapeva inoltre che Georges-Henry e Monita si piacevano e che anche lui potrebbe uccidersi, se lei non avesse deciso di liberarlo dalla presenza ingombrante del padre.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo è stato iniziato in rue de Turenne a Parigi e completato a Saint-Fargeau-Ponthierry nell'agosto del 1945. Venne proposto a puntate su "France-Soir" nel 1946 e pubblicato per la prima volta presso l'editore Presses de la Cité il 22 luglio 1947, nella raccolta La pipe de Maigret insieme al racconto La pipa di Maigret[4].

In Italia è apparso per la prima volta nel 1959, tradotto da Giannetto Bongiovanni e pubblicato da Mondadori nella collana "Il girasole. Biblioteca economica Mondadori" (nº 121)[5]. Sempre per lo stesso editore è stato ripubblicato in altre collane o raccolte tra gli anni sessanta e novanta[6]. Nel 2002 il romanzo è stato pubblicato presso Adelphi, tradotto da Margherita Belardetti, con il titolo La furia di Maigret, nella collana dedicata al commissario (parte de "gli Adelphi", al nº 212).

Film e televisione[modifica | modifica wikitesto]

Due sono stati gli adattamenti del romanzo per la televisione:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In realtà anche in alcuni racconti scritti tra il 1937 e il 1938 troviamo il commissario in pensione.
  2. ^ (EN) Maigret of the Month: Maigret se fâche, su trussel.com. URL consultato il 5 gennaio 2010.
  3. ^ Eskin, Op. cit., p. 218
  4. ^ (FR) La pipe de Maigret, Notice bibliographique, su simenon.ch. URL consultato il 5 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2021).
  5. ^ Eskin, Op. cit., p. 406
  6. ^ Le edizioni dei "Maigret". Il titolo italiano non deve recare confusione rispetto al romanzo intitolato in originale La colère de Maigret, il quale in italiano fu invece tradotto con il titolo Maigret e l'affare strip-tease.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]