Idria

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Idria
comune
(SL) Idrija
Idria – Stemma
Idria – Bandiera
Idria – Veduta
Idria – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Slovenia Slovenia
Regione statisticaGoriziano
Amministrazione
SindacoBojan Sever
Territorio
Coordinate46°00′10″N 14°01′50″E / 46.002778°N 14.030556°E46.002778; 14.030556 (Idria)
Altitudine326 m s.l.m.
Superficie293,7 km²
Abitanti11 968 (2011)
Densità40,75 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale5280
Prefisso(+386) 05
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2SI-036
TargaGO
Nome abitantiidriani
Provincia storicaCarniola interna
Cartografia
Mappa di localizzazione: Slovenia
Idria
Idria
Idria – Mappa
Idria – Mappa
Sito istituzionale
 Bene protetto dall'UNESCO
Il patrimonio del mercurio. Almadén e Idria
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2012
Scheda UNESCO(EN) Heritage of Mercury. Almadén and Idrija
(FR) Scheda

Idria, già Idria Superiore[1], (in sloveno Idrija, in tedesco Idria[2][3]) è un comune sloveno di 11 968[4] abitanti della Slovenia occidentale. È nota per le sue miniere di mercurio (oggi non più attive), e per la produzione di pizzi e degli Idrijski žlikrofi STG (ravioli di patate di Idria).

Idria è uno dei pochi luoghi al mondo dove il mercurio si trova sia nella sua forma liquida sia come minerale di cinabro (solfuro di mercurio). Il pozzo di ingresso sotterraneo alle miniere, noto come "Antonijev rov" ("Pozzo di Antonio") viene usato oggi per visite ai livelli superiori, completati con modelli a dimensione naturale dei lavoratori nel corso delle epoche. I livelli più bassi, che arrivano a quasi 400 metri di profondità, non sono più sfruttati. La città ha ottenuto il titolo Città alpina dell'anno 2011.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la caduta dell'Impero romano, e la parentesi del Regno ostrogoto, a seguito della Guerra gotica promossa dall'imperatore Giustiniano I entrò a far parte del Prefettura del pretorio d'Italia in mano ai Bizantini. Dopo la calata, nel 568, nell'Italia settentrionale dei Longobardi, seguiti poi da popolazioni slave, entrò a far parte del Ducato del Friuli. In seguito alla caduta del regno longobardo e alla sua inclusione nei domini di Carlo Magno, nel 781 entrò nel Regnum Italiae affidato da Carlo al figlio Pipino; nell'803 venne istituita la Marchia Austriae et Italiae che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria. Alla morte di Pipino nell'810, il territorio passò in mano al figlio Bernardo[5][6].

Con la morte di Carlo Magno nell'814 la carica imperiale passò a Ludovico I che affidò il Regno d'Italia al suo primogenito Lotario, il quale già nell'828 (dopo aver deposto Baldrico, ultimo duca del Friuli, per non aver saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi) divise la parte orientale del Regno, ossia la Marca Orientale, in quattro contee: Verona, Friuli, Carniola e Istria (comprendente il Carso e parte della Carniola interna). Da allora le contee del Friuli e dell'Istria vennero conglobate nella nuova “marca d'Aquileia”, come parte del Regno d'Italia. In seguito al Trattato di Verdun, nell'843, il suo territorio entrò a far parte della Lotaringia[7] in mano a Lotario I e più specificatamente dall'846 della Marca del Friuli, in mano al marchese Eberardo a cui succedettero prima il figlio Urnico e poi l'altro figlio Berengario.

Cessato il dominio franco con la deposizione di Carlo il Grosso, Berengario, divenuto re d'Italia, passò il marchesato aquileiese al suo vassallo Vilfredo che venne poi nell'895 da lui nominato marchese del Friuli e dell'Istria. Nel 951 passò alla Marca di Verona e Aquileia; dopo un'iniziale sottomissione al Ducato di Baviera dal 952, nel 976 passò al Ducato di Carinzia appena costituito dall'imperatore Ottone II. Nel 1077 l'alta valle dell'Isonzo passò al Principato ecclesiastico di Aquileia[8]. Nel 1379 il patriarca Marquardo di Randeck affittò il castello di Tolmino con tutti i redditi e proventi della contrada, con i diritti annessi e con la gastaldia al Capitolo di Cividale[9][10]. Nel 1420 la Gastaldia di Tolmino, e con essa Idria, passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia[11].

Idria ebbe uno sviluppo particolare promosso da Cividale in occasione della scoperta e sfruttamento delle miniere di argento vivo o mercurio. Il nobile Virgilio Formentini nel 1493 aveva visto scorrere argento vivo sulle rive dell'Idria (secondo una leggenda, sembra sia stato un fabbricante di secchi, che lavorava presso una sorgente locale, a individuarlo). Nello stesso anno ser Leonardo di Manzano si presentò al consiglio del comune di Cividale con la licenza del gastaldo sovrintendente alle miniere per l'autorizzazione al prelievo del metallo. Il consiglio accettò, senza pregiudizio però dei diritti dei fratelli ser Filippo e ser Federico Formentini che li avevano richiesti come titolari della conduzione della comunità e del consorzio di Tolmino[12].

Ben presto l'afflusso di lavoratori tedeschi portò a una forte tensione con i cividalesi e il tutto si concluse con il successivo passaggio del Distretto di Tolmino (poi divenuto uno dei 16 Capitanati della Contea di Gorizia), assieme al resto dell'alta valle dell'Isonzo, alla Monarchia asburgica, stabilito dal Trattato di Noyon (1516) e sancito da quello di Worms (1521)[12], venendo infeudato ai Coronini[1][13]. Tra il 1522 e il 1533 fu eretto il castello di Gewerkenegg, che divenne la sede amministrativa della miniera: attualmente l'edificio è adibito a museo. L'estrazione del mercurio venne messa in mani governative nel 1580. Nal 1783, assieme al suo distretto (Idrianer Bezirk), passò alla Carniola[14] e vi rimase fino al 1918.

Dopo la prima guerra mondiale fu annessa all'Italia (1921) e nel 1923 entrò a far parte della provincia del Friuli sempre come comune autonomo[15]. Nel 1927 passò alla neocostituita provincia di Gorizia. Nel 1928 vennero aggregati ad Idria i comuni di Ceconico, Dole, Idria di Sotto, Ledine e Voschia[16]. Dal 1930 al 1931 vi soggiornò Pier Paolo Pasolini con la sua famiglia. Fu soggetta alla Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK) tra il settembre 1943 e il 1945. Nel 1947 la sovranità passò alla Jugoslavia. La componente italiana, presente in modo marginale sino a quel momento, è oggi quasi scomparsa. La città fantasma di New Idria (California), luogo di estrazione del mercurio durante la Corsa all'oro californiana del XIX secolo, prese il nome da Idria.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

Monte San Tommaso (Sv. Tomaž), 743 m; monte Versenico (Vrsnik), 709 m; monte Freddo (Sivka), 1 008 m; Passo d'Idria (Ledinsko Razpotje), 705 m; monte Ceconico (Cerkovni vrh), 758 m; monte Cobalova (Kobalove planine), 816 m; monte Merutni (Marutnik), 892 m.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

  • fiume Idria (Idrijca);
  • torrente Zala (Zala);
  • torrente Canonla (Kanomljica)
  • Lago selvaggio (Divje jezero): il misterioso sifone lacustre scende alla profondita di oltre 120 m e fa fuoriuscire temporaneamente enormi quantità di acque sotterranee. Il lago e i dintorni sono noti per la flora e la fauna di estrema ricchezza, tra i più famosi sono la primula carniolica e il Proteus anguinus.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Idria, pur all'interno della Regione geografica italiana e dal 1920 al 1947 politicamente italiano (in provincia di Gorizia dal 1927), è abitato per la massima parte da sloveni. Fino al XVI secolo il paese aveva come principali lingue d'uso il friulano e lo sloveno. In seguito, sotto l'impero austro-ungarico, l'idioma diffuso tra le classi colte divenne il tedesco, mentre nel linguaggio familiare e delle campagne era usato lo sloveno; l'italiano però non era percepito come lingua straniera, dato che in paese vi è sempre stata una minoritaria componente italiana autoctona.[senza fonte] Il censimento etnico italiano del 1921 riportava che tra i 10207 abitanti di allora, 308 fossero italiani. Il censimento italiano del 1936 attribuiva a Idria paese (escluse, quindi le frazioni), una popolazione di circa 5 000 abitanti, di cui 1 000 Italiani. Questi ultimi, tuttavia, non erano tutti elementi autoctoni, bensì in maggioranza persone provenienti da tutta la Penisola e legate alle locali caserme e agli uffici dell'amministrazione centrale.[17]

Il censimento sloveno del 2001 mostra invece i seguenti dati: di un totale di 11 990 abitanti, 11 358 sono sloveni, 159 bosniaci, 87 serbo-croati, 77 croati, 63 albanesi, 23 serbi e 7 macedoni. Lo 0,10% della popolazione è di madrelingua italiana (vedi Goriziano).

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Idria è diviso in 38 insediamenti (naselja):

  • Bella d'Idria (Idrijska Bela)
  • Canidol (Kanji Dol)
  • Canonla media (Srednja Kanomlja)
  • Canonla alta[18] (Gorenja Kanomlja)
  • Canonla bassa[18] (Spodnja Kanomlja)
  • Carnizza d'Idria[18] (Idrijske Krnice)
  • Carnizza di Ledine[18] (Ledinske Krnice)
  • Ceconico (Čekovnik)
  • Collefreddo (Mrzli Vrh)
  • Corita[18] (Korita)
  • Dole (Dole)
  • Ieliccini Val Zala (Jelični Vrh)
  • Giavornico (Javornik)
  • Godovici (Godovič)
  • Gora (Gore)
  • Govecco[18] (Govejk)
  • Idresca di Dole[18] [o Indresca di Dole] (Idršek)
  • Idria[18] (Idrija), sede comunale
  • Idria di Sotto[18] (Spodnja Idrija)
  • Ledine[18] (Ledine)
  • Passo d'Idria [o Raspotie di Ledine][18] (Ledinsko Razpotje)
  • Loga d'Idria (Idrijski Log)
  • Loga di Montenero (Mrzli Log)
  • Lome in Monte (Lome)
  • Massora (Masore)
  • Montenero d'Idria (Črni Vrh)
  • Pecenico (Pečnik)
  • Potocco del Confine[19] (Potok)
  • Pregrise in Montenero (Predgriže)
  • Raspotie d'Idria (Razpotje)
  • Reis[18] (Rejcov Grič)
  • Salloga d'Idria (Zadlog)
  • Saurazzi (Zavratec)
  • Serovenza[18] (Žirovnica)
  • Stermizza in Montenero (Strmec)
  • Versenico di sopra[18] (Gorenji Vrsnik)
  • Versenico di sotto[18] (Spodnji Vrsnik)
  • Voschia (Vojsko)

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Perkmandl[modifica | modifica wikitesto]

A Idria, fino al XIX secolo era diffusa la leggenda del Perkmandl (dal tedesco Bergmann). Si trattava di uno spiritello o folletto che viveva nelle miniere di mercurio attorno all'abitato. Indossava un cappello rosso, aveva la barba e un aspetto da vecchietto e portava con sé una lampada a olio. I minatori potevano avvertire la sua presenza, in quanto lo sentivano spesso picconare in lontananza e più raramente, riuscivano a vederlo. Molte volte, poi, avvertiva gli stessi minatori, quando stava per verificarsi un crollo. Si diceva anche che fosse a guardia di un favoloso tesoro che, però, mai nessuno era riuscito a trovare[20].

Castello Gewerkenegg[modifica | modifica wikitesto]

Il castello fu costruito per i fabbisogni della miniera di mercurio e per 400 anni servì da sede dell'amministrazione della miniera e non fu, quindi, sede di feudatari. Il cortile ad archi vanta ricchi affreschi.

Museo di guerra[modifica | modifica wikitesto]

Il museo di guerra rappresenta il periodo della guerra durante l'anno da 1900 a 1999. Si può osservare il periodo della prima guerra mondiale, della seconda guerra mondiale e del periodo di emancipazione slovena.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Idria Supe. (riore) ne Il Capitanato di Tolmino di Casa Coronina in: Comitatus Goritiae, et Gradiscae, cum limitibus Venetis et vicinia, novis ex dimensionibus exhibiti – di Rodolfo Coronini, 1756 – foglio 1.2
  2. ^ Bischoflack und Idria (1912) - K.u.K. Militärgeographisches Institut - 1:75 000 - ZONE 21 - KOL X
  3. ^ Idria (JPG), su Mappa Catasto austriaco franceschino, 1823. URL consultato il 26 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2012).
  4. ^ Popolazione al 31-12-2009 SI-STAT
  5. ^ Mappa dell'Impero carolingio all'ascesa di Ludovico I (814)
  6. ^ Mappa dell'Impero Carolingio con la Marca del Friuli nell'814 Archiviato il 31 maggio 2014 in Internet Archive. – The Historical Atlas by William R. Shepherd, 1923
  7. ^ la Lotaringia (con l'Italia) (in verde) nell'impero carolingio con le tre principali suddivisioni dell'anno 843
  8. ^ I possedimenti del Patriarcato d'Aquileia nell'alta valle dell'Isonzo alla fine del XIV secolo Archiviato il 28 novembre 2006 in Internet Archive. - Schulatlas Putzgers
  9. ^ Storia religiosa del Distretto di Tolmino dalle origini al 1751, Capitolo I - Tolmino - secoli XIV-XVI, Faustino Nazzi
  10. ^ La cessione di Tolmino alla comunità di Cividale (16 maggio 1379), «Nuovo archivio veneto», XXXII (1916), p. 147-171
  11. ^ L'alta valle dell'Isonzo nella mappa della massima espansione della Repubblica di Venezia Archiviato il 31 maggio 2014 in Internet Archive.
  12. ^ a b Storia religiosa del Distretto di Tolmino dalle origini al 1751, Capitolo X - Idria Inferiore e Superiore, Faustino Nazzi
  13. ^ Die gefürsteten Grafschaften Görz und Gradisca mit der Hauptmannschaft Tulmino. Nro 144 (mappa) di Franz Johann Joseph von Reilly, 1791/1792
  14. ^ IDRIA, in Innerkrain oder Adelsberger Kreis, Entworfen und Gezeichnet von Joseph Karl Kindermann, gestochen zu Wien von Chistoph Juncher – Verlegt bey Franz Xaver Miller – Buchhændlern zu Grætz, 1795
  15. ^ Regio Decreto 29 marzo 1923, G.U. 27 aprile 1923, n.99
  16. ^ Regio Decreto 5 luglio 1928, n. 1795
  17. ^ Neva Biondi ed altri: Il confine mobile : atlante storico dell'Alto Adriatico, 1866-1992 : Austria, Croazia, Italia, Slovenia, Monfalcone 1996
  18. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Canonla alta, Canonla bassa, Carnizza d'Idria, Carnizza di Ledine, Corita, Govecco, Idresca di Dole, Idria, Idria di sotto, Ledine, Raspotie/P.sso d'Idria, Reis, Serovenza, Versenico di sopra e Versenico di sotto in: Carta geologica delle Tre Venezie – Idria, Foglio 26a della Carta d'Italia al 100.000 dell'Istituto Geografico Militare – Firenze 1940[collegamento interrotto]
  19. ^ Toponimo ufficiale del Regno d'Italia, dovuto al fatto che in quel periodo il confine di Stato passava vicino a Potocco
  20. ^ Ufficio del turismo di Idrija

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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