Chambéry
Chambéry comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Alvernia-Rodano-Alpi |
Dipartimento | ![]() |
Arrondissement | Chambéry |
Cantone | Chambéry-1 Chambéry-2 Chambéry-3 |
Amministrazione | |
Sindaco | Thierry Repentin (PS) dal 04/07/2020 |
Territorio | |
Coordinate | 45°34′N 5°56′E / 45.566667°N 5.933333°E |
Altitudine | 270 m s.l.m. |
Superficie | 20,99 km² |
Abitanti | 58 272[1] (2009) |
Densità | 2 776,18 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 73000 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice INSEE | 73065 |
Targa | 73 |
Nome abitanti | Chambériens/Chambériennes |
Motto | Custodibus istis (Latino: A queste guardie) |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Chambéry (pronuncia francese [ʃɑ̃be'ʁi], Chambèri in arpitano; in italiano Ciamberì[2] o Sciamberì[3]) è un comune francese di 58.272 abitanti (INSEE), capoluogo del dipartimento della Savoia, della regione Alvernia-Rodano-Alpi. Costituisce uno dei poli più significativi del cosiddetto Solco alpino e ha ottenuto il titolo di Città alpina dell'anno 2006.
Chambery è stata la capitale del Ducato di Savoia dal 1416 al 1563, quando Emanuele Filiberto di Savoia decise il trasferimento a Torino della sede del governo.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Camefriacum, 1016 (Cart. Saint-André, Append., n° 44); Camberiacum, 1029. Secondo l'abate A. Gros, da un Cambariacum, possedimento di un certo Cambarius, proveniente da cambarus, cioè astice (chambero in francoprovenzale).
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Da Chambéry, in epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. L'antico borgo sorse nei pressi di un castello del X secolo; all'inizio dell'XI secolo passò a Goffredo di Chambéry. Berlione II fondò successivamente la città di Villeneuve de Chambéry, che fu unita alla città vecchia da Amedeo V di Savoia nel 1288. Passò poi ai francesi nel 1536 e di nuovo ai Savoia nel 1559. Quando nel XVIII secolo la contea di Savoia divenne provincia di Savoia, una delle sei suddivisioni dell'intendenza generale della Savoia, Chambéry ne era inclusa.[4]
A seguito dell'occupazione del generale Montesquiou, il 22 settembre 1792, la provincia venne annessa al territorio della Repubblica francese con il decreto del 27 novembre 1792, con il nome di Dipartimento del Monte Bianco. Così, sui nove distretti creati, quello di Chambéry era diviso in 22 cantoni, che raggruppavano 183 comuni.[5] Con la restaurazione, Chambéry tornò a far parte del Regno di Sardegna. Dopo alterne vicende, nel 1860, in base al trattato di Torino, fu annessa con l'intera Savoia alla Francia.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
- Castello
- Cattedrale di Chambéry
- Fontana degli elefanti
- Museo di belle arti di Chambéry
- Museo Charmettes - La casa di Jean-Jacques Rousseau
- Galleria Eureka[6]
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Chambéry è collegata per via aerea grazie all'Aeroporto di Chambéry Aix-les-Bains, noto anche con il nome commerciale di Aeroporto di Chambéry Savoia, situato a 8,3 km a nord-nord-ovest dal centro, nei pressi di Le Bourget-du-Lac e del lago del Bourget, e a 6,5 km sud-ovest da Aix-les-Bains.[7]
Sotto il punto di vista ferroviario, lo scalo principale della città è la Stazione di Chambéry - Challes-les-Eaux
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]
La città intrattiene rapporti di gemellaggio con[8][9]
Torino, dal 1957[10]
Albstadt, dal 1979[11]
Blainville
Ouahigouya, dal 1991[12]
Shawinigan, dal 2016[13]
Zhangjiakou, dal 2017[14]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ INSEE popolazione legale totale 2009
- ^ Gazzetta piemontese, 1º luglio 1826, su books.google.it. URL consultato il 31 marzo 2011.
- ^ Vocabolario italiano e latino: diviso in due tomi, su books.google.it. URL consultato il 31 marzo 2011.
- ^ (FR) J.-J. Vernier, Études historiques et géographiques sur la Savoie, Le Livre d'Histoire - Res Universis, 1896 (edizione 1993), ISBN 2-7428-0039-5, issn=0993-7129, p. 60.
- ^ (FR) J.-J. Vernier, Études historiques et géographiques sur la Savoie, Le Livre d'Histoire - Res Universis, 1896 (edizione 1993), ISBN 2-7428-0039-5, issn=0993-7129, p. 96
- ^ (FR) La Galerie Eurêka, su www.chambery.fr. URL consultato il 20 settembre 2022.
- ^ (FR, EN) LFLB — CHAMBERY AIX LES BAINS (PDF), su SIA : Service d'information aéronautique, http://www.sia.aviation-civile.gouv.fr/. URL consultato il 2 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2016).
- ^ (FR) Relazioni internazionali, su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ (FR) Villes en cooperation, su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ (FR) Torino, su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ (FR) Albstadt, su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ (FR) Ouahigouya, su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ (FR) Shawinigan, su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
- ^ (FR) Documento gemellaggio Zhangjiakou (PDF), su chambery.fr. URL consultato il 3 ottobre 2021.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chambéry
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Valeria Blais, Luigi Cesare Bollea - Chambéry in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931
- Sito ufficiale, su chambery.fr.
- (EN) Chambéry, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 167513303 · SBN TO0L000699 · LCCN (EN) n80087725 · GND (DE) 4085206-4 · BNF (FR) cb15274000m (data) · J9U (EN, HE) 987007552604605171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80087725 |
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