Canale d'Isonzo
Canale d'Isonzo comune | ||
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(SL) Kanal ob Soči | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione statistica | Goriziano | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Tina Gerbec | |
Lingue ufficiali | sloveno | |
Territorio | ||
Coordinate | 46°05′19″N 13°38′23″E / 46.088611°N 13.639722°E | |
Altitudine | 246 m s.l.m. | |
Superficie | 146,5 km² | |
Abitanti | 5 301[1] (2019) | |
Densità | 36,18 ab./km² | |
Altre informazioni | ||
Lingue | sloveno | |
Prefisso | (+386) 05 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
ISO 3166-2 | SI-044 | |
Targa | GO | |
Nome abitanti | (SL) Kanalci | |
Provincia storica | Litorale | |
Cartografia | ||
Sito istituzionale | ||
Canale d'Isonzo[2][3], già Canale[4][5][6] (in sloveno: Kanal ob Soči, già Kanal[4] in tedesco Kanalburg, in friulano Cjanâl di Lusince) è un comune (občina) della Slovenia. Ha una popolazione di 5 301 abitanti ed un'area di 146 km². Appartiene alla regione statistica del Goriziano.
Il comune è stato ricostituito nel 1995 per distacco dal comune di Nova Gorica. La cittadina di Canale, di impronta barocca e dal tipico aspetto friulano con le sue case a ballatoi, è disposta lungo le due rive del fiume Isonzo.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Venne menzionata, per la prima volta, assieme al castello che la domina, nel 1140. Castello poi trasformato nel corso del sec. XVII in residenza barocca. Il ponte di Canale è ricordato dallo scrittore statunitense Ernest Hemingway nel romanzo Addio alle armi. Nell'insediamento di Plava c'è la località Zagora, nota per essere stata teatro di una delle Battaglie dell'Isonzo.
Dopo la prima guerra mondiale e fino al 1947 fu comune autonomo della Provincia di Gorizia.
Nel 1928 furono aggregati a Canale d'Isonzo i comuni di Aiba, Auzza e Ronzina[7].
L'attuale territorio comunale era allora articolato nei comuni di:
- Canale d'Isonzo
- Aiba (Aggregato nel 1928)
- Auzza (Aggregato nel 1928)
- Cal di Canale
- Descla (Aggregato a Salona d'Isonzo nel 1928[8])
- Ronzina (Aggregato nel 1928)
- Salona d'Isonzo
Nel 1976 fu colpita dal Terremoto del Friuli senza particolari danni.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Oltre al castello vi sono da ricordare la parrocchiale di Santa Maria Assunta (Marijino Vnebovzetje) della prima metà del sec. XV, ricostruita dopo un incendio nel 1632, la chiesa in stile gotico posta presso il cimitero del paese e dedicata a Sant'Anna (Sv. Ana) nonché la fontana del Nettuno (1815) e i monumenti al pittore Ivan Čargo e allo scalatore Valentin Stanič, posti nella piazza centrale della località.
Vi è da segnalare inoltre il santuario di Nostra Signora delle nevi (Marjia Snežna) posto nei pressi della frazione di Auzza.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Rappresentato in parte nella carta IGM in scala 1 a 25 000: 26-III-NE, 26-III-SO
Società[modifica | modifica wikitesto]
Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]
Il comune di Canale d'Isonzo, pur all'interno della Regione geografica italiana e dal 1920 al 1947 politicamente italiano (in provincia di Gorizia dal 1927), è abitato per la massima parte da sloveni. Fino al XVI secolo il piccolo centro isontino aveva come principale lingua d'uso il friulano, anche se tutta la zona era popolata da etnie slave da molto tempo prima. In seguito, sotto l'impero austro-ungarico, l'idioma diffuso tra le classi colte divenne il tedesco, mentre nel linguaggio familiare e delle campagne era usato lo sloveno; l'italiano però non era percepito come lingua straniera, data la vicinanza con Gorizia e con i paesi della pianura friulana con cui spesso i mercanti locali erano a contatto. Il censimento etnico italiano del 1921 riportava che tra i 4 077 abitanti di allora, 140 fossero italiani.
Il censimento sloveno del 2001 mostra invece i seguenti dati: di un totale di 5 978 abitanti, 5 427 sono sloveni, mentre nessuno è di nazionalità italiana (ma lo 0,40% della popolazione è di madrelingua italiana).
Centrali idroelettriche[modifica | modifica wikitesto]
La SADE prima degli accordi del 1947 aveva costruito due moderne centrali idroelettriche nelle località di Doblari e Plava progettate dall'ingegnere e professore dell'Università di Padova Mario Mainardis, friulano di Valvasone[9] centrali requisite dalla nuova RSFJ.
Insediamenti[modifica | modifica wikitesto]
Il comune di Canale d'Isonzo è diviso in 38 insediamenti (naselja)[10]:
- Aiba (Ajba)
- Anicova (Anhovo)
- Auzza (Avče)
- Boccavizza (Bokavica)
- Bodres (Bodrež)
- Bresova (Brezova)
- Brilesse (Prilesje pri Plavah)
- Cal di Canale (Kal nad Kanalom)
- Cambresco (Kambreško)
- Càmenze (Kamenca nad Ložicami)
- Canale d'Isonzo (Kanal [ob Soči]), sede comunale
- Colenza (Čolnica)
- Coprisca (Koprivšče)
- Crestenizza (Krstenica)
- Descla (Deskle)
- Doblari o Isontinia (Doblar)
- Golièvizza (Goljevica)
- Goregna di Canale (Gorenja Vas)
- Goregna Poglie (Gorenje Polje)
- Iessen (Jesen)
- Liga di Canale (Lig [nad Kanalom])
- Necovo Inferiore o Necovo di Sotto (Dolenje Nekovo)
- Necovo Superiore o Necovo di Sopra (Gorenje Nekovo)
- Ouscie (Seniški Breg) o Aussia (Avšje)
- Pieve di Leupa (Levpa)
- Podibreghi (Močila)
- Pàglievo (Paljevo)
- Plava (Plave)
- Ràuna (Ravna)
- Robidni Monte (Robidni Breg)
- Ronzina (Ročinj)
- Saberda (Saberda)
- Ucagne (Ukanje)
- Verco di Canale (Kanalski Vrh)
- Velindò - (Velendol)
- Villa Morsca (Morsko)
- Zapotocco (Zapotok [pri Kanalu])
- Zagomilla (Zagomila)
- Zagora (Zagorà)
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1994 | 1998 | Zoran Madon | sindaco | ||
1998 | 2002 | Zoran Madon | sindaco | ||
2002 | 2006 | Miran Ipavec | sindaco | ||
2006 | 2010 | Andrej Maffi | sindaco | ||
2010 | 2014 | Andrej Maffi | sindaco | ||
in carica | Valter Mlekuž | sindaco |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Statistiche slovene, su pxweb.stat.si.
- ^ Cfr. il toponimo "Canale d'Isonzo" a p. 55 sull'Atlante geografico Treccani, vol I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
- ^ Regio Decreto 29 marzo 1923, G.U. 27 aprile 1923, n.99
- ^ a b indicazione bilingue "Canale, Kanal" in: Gemeindelexikon, der im Reichsrate Vertretenen Königreiche und Länder. Bearbeit auf Grund der Ergebnisse der Volkszählung vom 31. Dezember 1900. Herausgegeben von der K.K. Statistischen Zentralkommission. VII. Österreichisch-Illyrisches Küstenland (Triest, Görz und Gradiska, Istrien). Wien 1906[collegamento interrotto]
- ^ Blatt 31-46 der Generalkarte von Mitteleuropa 1:200.000 der Franzisco-Josephinischen Landesaufnahme, Österreich-Ungarn, ab 1887
- ^ Tolmein (1903) - K.u.K. Militärgeographisches Institut - 1:75 000 - ZONE 21 – KOL IX
- ^ R.D. 5 febbraio 1928, n. 214.
- ^ Datazione incerta
- ^ L'elettrotecnica rivista AEI - n.2-1966 p. 126.
- ^ Statuto del Comune di Canale d'Isonzo - in lingua slovena.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Comune di Canale d'Isonzo
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Centro informazioni turistiche Canale d'Isonzo, su tic-kanal.si.
- Canale - catasto austriaco (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2012).
- Ronzina - Catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2012).
- Villa Morsca - Catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2012).
- Auzza - Catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2012).
- Aiba - Catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2012).
- Ouscie/Aussia (Avšje) – catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2012).
- Coprisca e Saberda – catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2012).
- Bresova e Boccavizza – catasto austriaco franceschino (JPG), su gov.si. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
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