Ferrovia Jesenice-Trieste
Jesenice-Trieste | |
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Nome originale | (DE) Wocheinerbahn (SL) Bohinjska Proga |
Stati attraversati | Italia Slovenia |
Inizio | Jesenice |
Fine | Trieste |
Attivazione | 1906 |
Gestore | Slovenske železnice / RFI |
Precedenti gestori | KKStB JŽ / Ferrovie dello Stato |
Lunghezza | 144 km |
Scartamento | 1435 mm |
Elettrificazione | tra Villa Opicina e Trieste Campo Marzio |
Diramazioni | Nova Gorica – Gorizia Centrale |
Ferrovie | |
La ferrovia Jesenice-Trieste (Wocheinerbahn in tedesco o Bohinjska Proga in sloveno) è una linea ferroviaria internazionale a scartamento ordinario facente parte del complesso della ferrovia Transalpina. Partendo da Trieste, la ferrovia collega la città slovena di Jesenice seguendo l'itinerario per Villa Opicina e Nova Gorica.
La ferrovia, costruita nel periodo in cui i territori attraversati facevano parte dell'Impero austro-ungarico, dalla fine del primo conflitto mondiale risultò ricadere parzialmente in Italia nel tratto tra Trieste Campo Marzio e Piedicolle (ora Podbrdo in Slovenia), mentre dopo il secondo conflitto rimase all'Italia solo il tronco tra Trieste Campo Marzio, Villa Opicina e il valico di Monrupino.
Attualmente (2014) la gestione dell'infrastruttura ferroviaria è di competenza delle Slovenske železnice (Ferrovie slovene, SZ) per quanto riguarda la sezione in territorio sloveno e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) per quella italiana.
Da aprile 2014 il tratto fra la stazione di Trieste Campo Marzio e la stazione di Villa Opicina è stato dichiarato inutilizzabile a causa di alcuni cedimenti nelle gallerie.[1] In data 25 giugno 2014 la presidente del porto di Trieste ha inviato a RFI una lettera in cui si chiedeva il ripristino della linea che sarebbe utile in caso di emergenza e poiché l'Italia ha firmato degli accordi che la costringono a tenere sempre uno sbocco via ferro verso l'Europa.[2] Il 1º marzo 2020, dopo importanti lavori la linea è stata riattivata.[3]
Percorso
[modifica | modifica wikitesto]Stazioni e fermate | |||||||
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Ferrovia delle Caravanche | ||||||
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Linea per Tarvisio (dismessa) | ||||||
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0,0 | Jesenice | |||||
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Linea per Ljubljana | ||||||
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Fiume Sava | ||||||
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Autostrada A2 | ||||||
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2,6 | Kočna | |||||
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4,8 | Vintgar | |||||
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Galleria di Vintgar | ||||||
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7,5 | Podhom | |||||
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10,0 | Bled Jezero | |||||
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14,1 | Bohinjska Bela | |||||
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23,7 | Nomenj | |||||
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27,9 | Bohinjska Bistrica | |||||
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Galleria di Piedicolle (Imbocco) | ||||||
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Confine Jugoslavia - Italia (1923-1947) | ||||||
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Galleria di Piedicolle (Sbocco) | ||||||
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35,2 | Podbrdo (Piedicolle) | |||||
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40,3 | Hudajužna (Oblocca-Iusina 1923-1947) | |||||
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46,9 | Grahovo ob Bači (Gracova) | |||||
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50,4 | Podmelec (Piedimelze) | |||||
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fiume Idria | ||||||
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55,8 | Most na Soči (Santa Lucia) | |||||
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64,1 | Avce (Auzza) | |||||
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fiume Isonzo | ||||||
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69,9 | Kanal (Canale d'Isonzo) | |||||
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73,1 | Anhovo (Salona d'Isonzo dal 1928) | |||||
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75,8 | Plave (Plava) | |||||
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Ponte di Salcano (fiume Isonzo) | ||||||
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86,8 | Solkan (Salcano) | |||||
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89,1 | Nova Gorica (Gorizia Montesanto 1923-1947) | |||||
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binario indipendente, dal 1928[4] | ||||||
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Mark Čepisce (Bivio Nord), fino al 1928[4] | ||||||
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Linea per Gorizia | ||||||
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92,3 | Šempeter pri Gorici (Gorizia San Pietro) | |||||
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da Gorizia | ||||||
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Bivio Meridionale fino al 1928[4] | ||||||
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Superstrada H4 | ||||||
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binario indipendente, dal 1928[4] | ||||||
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95,7 | Volčja Draga (Valvolciana 1923-1947) | |||||
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97,1 | Okroglica (1953) | |||||
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100,1 | Prvačina (Prevacina-Gradiscutta) | |||||
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binario indipendente | ||||||
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fiume Vipacco | ||||||
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per Aidussina | ||||||
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101,5 | Dornberk (Montespino) | |||||
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fiume Vipacco | ||||||
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fiume Vipacco | ||||||
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103,2 | Steske | |||||
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106,3 | Branik (Rifembergo) | |||||
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113,2 | Štanjel (San Daniele del Carso) | |||||
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117,3 | Kopriva (Capriva del Carso) | |||||
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119,8 | Dutovlje (Duttogliano) | |||||
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Kreplje (Crepegliano) | ||||||
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Variante per Sesana (1948) | ||||||
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Linea per Vienna inizio elettrificazione (via Sesana) | ||||||
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Sežana (Sesana) | 359 m s.l.m. | |||||
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Repentabor (Monrupino) | 316 m s.l.m. | |||||
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Valico di Sesana (Confine Slovenia - Italia) | 336 m s.l.m. | |||||
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Valico di Monrupino (Confine Slovenia - Italia) | 315 m s.l.m. | |||||
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Variante per Sesana (1948) | ||||||
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Villa Opicina | 310 m s.l.m. | |||||
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Raccordo per Opicina Campagna e autoporto Fernetti | ||||||
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Tranvia per Trieste | ||||||
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Linea per Trieste | ||||||
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14+434 | galleria Opicina (1054 m) | |||||
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13+380 | ||||||
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galleria Pischianzi (486 m) | ||||||
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galleria Cologna (696 m) | ||||||
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Tranvia Trieste-Opicina | ||||||
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7+576 | Guardiella | 146 m s.l.m. | ||||
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7+013 | galleria Revoltella (1280 m) | |||||
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5+733 | ||||||
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4+775 | Rozzol-Montebello | 83 m s.l.m. | ||||
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galleria San Giacomo (403 m) | ||||||
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Linea per Erpelle | ||||||
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Linea di cintura di Trieste | ||||||
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Linea di cintura di Trieste / Linea per Trieste Aquilinia | ||||||
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0+799 | Trieste Campo Marzio Smistamento | 5 m s.l.m. | ||||
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Linea delle Rive | ||||||
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0+000 | Trieste Campo Marzio | 3 m s.l.m. |
La linea origina dalla stazione di Trieste Campo Marzio, già Trieste Sant'Andrea della linea per Erpelle e Cosina (Hrpelje-Kozina), e dopo un percorso in salita del 25 - 27 per mille raggiunge la stazione di Villa Opicina (Opčine, in sloveno). Dopo quest'impianto, il tracciato originario della linea sovrappassava il vecchio tracciato originario della Meridionale per poi dirigersi verso Monrupino (Repentabor) e San Daniele del Carso (Štanjel). Con l'unificazione del valico effettuato negli anni sessanta dalle Ferrovie dello Stato (FS), la ferrovia Meridionale utilizza la stessa stazione della Transalpina: da quel periodo la linea originaria sovrappassa il raccordo che porta all'autoporto di Fernetti. Nel 1948, le ferrovie Jugoslave hanno costruito una variante interna al proprio territorio che collega Sesana (Sežana) a Duttogliano (Dutovlje), evitando la stazione di Monrupino; il tracciato originario (via Monrupino) è rimasto attivo, ma oggi impiegato solo in rare occasioni.
Da San Daniele del Carso, la linea ridiscende in forte discesa al 27 per mille la Valle del Vipacco (Vipavska dolina), raggiungendo la stazione di Nova Gorica. Questa fu dotata dall'origine di attrezzati impianti ferroviari come lo scalo merci e un deposito locomotive.
Da Nova Gorica la linea risale l'Isonzo (Soča) superandolo grazie al famoso ponte di Salcano (Solkanski most). Quindi si inerpica in lieve salita, dove si raggiunge una pendenza massima del 9 per mille, in direzione Tolmino (Tolmin) e Santa Lucia (Most na Soči). Si addentra successivamente nella valle del Baccia (Baška grapa), con un percorso in forte ascesa con pendenze del 25 - 26 per mille, fino a incontrare la galleria di Piedicolle (Podbrdo) - che era denominata Wochein, in tedesco, e Bohinj, in sloveno - con la quale viene valicato lo spartiacque alpino.
All'uscita in direzione nord del traforo si incontra la stazione di Bohinjska Bistrica (Woicheiner Feistritz in tedesco). Da qui inizia una lieve discesa con successiva salita verso Bled (Veldes in tedesco) e il culmine di Dobrava (Vintgar) dal quale inizia la discesa per giungere a Jesenice (Assling).
Presso questa città, la linea incrocia la ferrovia rudolfiana Tarvisio – Lubiana, ora aperta all'esercizio solo in direzione della capitale slovena, e la linea delle Caravanche, facente parte anch'essa del complesso della ferrovia Transalpina e dal quale si diparte il traforo che valica l'omonima catena montuosa.
Traffico
[modifica | modifica wikitesto]Sono presenti regolari servizi passeggeri e merci tra Sesana, Nova Gorica e Jesenice, svolti dalle ferrovie slovene.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La linea fu realizzata nell'ambito della costruzione della ferrovia Transalpina, un complesso di ferrovie costruite dalle Ferrovie imperiali dello stato austriaco (KKStB) allo scopo di costituire un collegamento alternativo al percorso della linea Meridionale, gestita dalla società privata Südbahn.
La costruzione della Transalpina fu approvata per legge il 6 giugno 1901 e i lavori furono avviati nelle settimane seguenti. La linea Jesenice-Trieste fu inaugurata alla presenza dell'erede al trono austroungarico Arciduca Francesco Ferdinando il 19 luglio 1906[5]
Durante il primo conflitto mondiale la linea subì gravi danni a causa della vicinanza del fronte, in particolare nella zona di Gorizia.
Come conseguenza dei trattati di trattato di Saint Germain (1919) e di Rapallo (1920), la linea fu divisa fra l'Italia e la Jugoslavia e il confine fu stabilito presso la galleria di Piedicolle. L'evento penalizzò la linea che in breve tempo perse importanza e vide declinare il traffico.
Dopo la seconda guerra mondiale e il Trattato di Parigi (1947) il valico di confine fu spostato presso Monrupino (in sloveno Repentabor). Finì quindi sotto il controllo jugoslavo il tronco tra Piedicolle e la stazione di Monrupino. Per garantire a Nova Gorica un collegamento ferroviario che fosse posto all'interno del territorio nazionale, le ferrovie jugoslave costruirono nel 1948 un breve tronco fra Sesana (Sezana), sulla ferrovia Meridionale, e Crepegliano (Kreplje), dove venne attrezzato un nuovo bivio ed una fermata per i viaggiatori.
Nello stesso periodo, sul tratto italiano, tra la stazione di Trieste Campo Marzio, quella di Villa Opicina e Crepegliano, fu sospeso il servizio viaggiatori.
In seguito alla dichiarazione di indipendenza della Slovenia (1991), la sezione jugoslava della linea è passata interamente al nuovo Stato.
Il tratto da Trieste Campo Marzio e Villa Opicina è rimasto fuori esercizio dal 2014 dopo alcuni cedimenti in galleria e se ne ipotizzava l'apertura nel giugno 2019[1][6] per la circolazione di treni storici[1] e come abbreviazione della "autostrada ferroviaria",[7] tra il Porto di Trieste e l'Interporto di Fernetti, in alternativa alla connessione che a partire dal 16 novembre 2015 opera attraverso la linea di cintura e il bivio d'Aurisina. È stato riaperto alla circolazione dei treni il 1º marzo 2020.[3]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La linea è una ferrovia a scartamento ordinario da 1435 mm. È lunga 144 chilometri ed è binario semplice a trazione termica[8].
La galleria di Piedicolle, lunga 6.339 m, venne realizzata a doppio binario; danneggiata alla fine del secondo conflitto mondiale, fu ripristinata con lunghezza leggermente inferiore (6.327 m) e a semplice binario, pur mantenendo la sagoma per il doppio[9][10]. Nel lato nord, lungo quella che doveva essere la sede del secondo binario, è stato ricavato un canale per il drenaggio delle acque che allagano il tunnel in occasione del disgelo o di forti precipitazioni. L'afflusso dell'acqua può essere così elevato da coprire completamente il binario, bloccando anche la circolazione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Massimo Greco, Binario Campo Marzio-Opicina riaperto nei primi sei mesi 2019, in Il Piccolo, 19 agosto 2018. URL consultato il 24 settembre 2018.
- ^ L’Autorità Portuale di Trieste chiede il ripristino della tratta ferroviaria Transalpina, su informatrieste.eu. URL consultato il 10 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2022).
- ^ a b Zeno Saracino, Transalpina, un binario per tre popoli. Riapre la linea "Campo Marzio-Villa Opicina", su triesteallnews.it, 29 febbraio 2020. URL consultato il 3 novembre 2022.
- ^ a b c d Ferrovie dello Stato, Ordine di Servizio n. 143, 1928
- ^ Paolo Petronio, Transalpina. Die Wocheinerbahn. Bohinjska Proga. La linea del Wochein, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1997.
- ^ (IT) Massimo Greco, Linea Campo Marzio-Opicina di nuovo operativa da giugno, in Il Piccolo, 12 febbraio 2019. URL consultato il 9 marzo 2019.
- ^ Trieste, treni Ro-La dallo scalo all'interporto di Fernetti, su adriaports.com. URL consultato il 10 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2019).
- ^ (EN) Thorsten Büker et al., Maps of Croatia, Slovenia and Bosnia-Herc. (GIF), su bueker.net, Railways through Europe, 2009. URL consultato il 23 febbraio 2010.
- ^ La presenza del doppio binario nella galleria di Piedicolle prima della seconda guerra mondiale è documentata su una cartina FS allegata all'articolo di Guido Corbellini La scelta del sistema di trazione elettrica nella ricostruzione delle F.S., pubblicato sul numero 7-8/1947 di Ingegneria Ferroviaria.
- ^ Petronio (1997), pp. 128-131, 136-137.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Sluga, 90 anni di Transalpina, in "I Treni", anno XVII, n. 174 (settembre 1996), pp. 28–31. ISSN 0392-4602
- Paolo Petronio, Transalpina. Die Wocheinerbahn. Bohinjska Proga. La linea di Wochein, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1997.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Ferrovia Transalpina
- Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio
- Ferrovia Trieste-Buie-Parenzo
- Ferrovia Trieste-Erpelle
- Valle della Bàccia
Altri progetti
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