Gabriele Albertini

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Gabriele Albertini

Sindaco di Milano
Durata mandato12 maggio 1997 –
5 giugno 2006
PredecessoreMarco Formentini
SuccessoreLetizia Moratti

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato15 marzo 2013 –
22 marzo 2018
LegislaturaXVII
Gruppo
parlamentare
SCpI (2013)
PI (2013-2014)
NCD (2014-2017)
AP (2017-2018)
CoalizioneCon Monti per l'Italia
CircoscrizioneLombardia
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato20 luglio 2004 –
14 marzo 2013
LegislaturaVI, VII
Gruppo
parlamentare
PPE
CircoscrizioneItalia nord-occidentale
Incarichi parlamentari
VI:
  • Vicepresidente della Commissione per i Trasporti e il Turismo
  • Commissione per i Problemi Economici e Monetari

VII:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoForza Italia (dal 2023)
In precedenza:
FI (1997-2009)
PdL (2009-2012)
SC (2012-2014)
NCD (2014-2017)
AP (2017-2018)
Indipendente di Centro (2018-2023)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Milano
ProfessioneImprenditore

Gabriele Albertini (Milano, 6 luglio 1950) è un politico e imprenditore italiano, sindaco di Milano dal 1997 al 2006.

È stato anche europarlamentare dal 2004 al 2013 e successivamente senatore per la XVII legislatura dal 2013 al 2018[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di educazione cattolica, si è diplomato presso l'Istituto Leone XIII ed ha conseguito la laurea all'università Statale in giurisprudenza. Dal 1974 è alla guida, con il fratello Carlo Alberto, dell'azienda di famiglia, la "Cesare Albertini S.p.A.", fondata dal padre Cesare nell'ottobre del 1932 e acquisita alla fine del 2017 dal Gruppo Bosch GmbH, che si occupa di pressofusioni in alluminio.

Ha ricoperto numerose cariche in Confindustria e in Assolombarda, dove è stato vicepresidente, oltre a essere stato presidente della Piccola Industria. Nel 1996 viene eletto presidente di Federmeccanica (Federazione sindacale dell'industria metalmeccanica italiana). Sin da giovane, ha visto nella figura dell'imprenditore un "portatore di ideali di civiltà", attribuendogli "un certo spirito missionario".[2] Di sé dirà: "Io, come industriale, mi considero uno dei più grandi rivoluzionari della storia, perché chi ha cambiato l'uomo, chi ha rivoluzionato l'individuo, non è stata la rivoluzione marxista, è stata l'industrializzazione".[3]

Sindaco di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Albertini, allora sindaco di Milano, con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin (2000)

Nel 1997 è stato candidato da Silvio Berlusconi a sindaco di Milano con il sostegno del Polo per le Libertà ed ha vinto le elezioni amministrative al ballottaggio, con il 53,14% dei consensi, contro il candidato dell'Ulivo Aldo Fumagalli (46,86%), succedendo a Marco Formentini. In occasione delle successive elezioni comunali, nel 2001, si è nuovamente candidato con il centrodestra per un secondo mandato ed è stato riconfermato come primo cittadino al primo turno ottenendo il 57,54% delle preferenze, contro il 30,47% dello sfidante di centrosinistra Sandro Antoniazzi.

Durante il periodo alla guida del capoluogo lombardo si definiva ironicamente "l'amministratore di condominio" ed ha avviato numerosi progetti di riqualificazione della città, dalla vecchio polo fieristico, alla zona Porta Nuova-Varesine[4] fino alla nuova fiera di Rho-Pero. Le sue giunte hanno lanciato nuovi progetti di espansione della metropolitana e portato a compimento le linee metrotranviarie di superficie volute dalla precedente amministrazione Formentini. Ha rilanciato la Triennale e il ruolo di Milano come una delle capitali mondiali della moda e del design, valorizzando notevolmente gli eventi della fashion week e del Fuori Salone e prestandosi anche a sfilare in mutande (di cachemire) per lo stilista Valentino. Dichiarerà: "Teo Teocoli ne ha fatto poi una simpatica imitazione... ma è stata un'esperienza che mi ha aiutato a non prendermi troppo sul serio".[5] Nel 2005 rifiutò di concedere il patrocinato del comune di Milano al gay pride; per tale motivo venne a più riprese intonato il coro "Albertini vieni giù, che sei frocio pure tu" nel corso delle dimostrazioni degli attivisti LGBT sotto Palazzo Marino, sede dell'amministrazione cittadina.

Il caso Milano-Serravalle[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 luglio 2005[6] la provincia di Milano ha acquistato, al prezzo di 8,831 euro per azione, tramite la società Asam, il 15% delle azioni della società Milano Serravalle-Milano Tangenziali. Albertini giudicò il prezzo troppo alto e sollevò il problema in varie sedi politiche e giurisdizionali, sostenendo che il patto di sindacato fra provincia e comune rendesse l'acquisto superfluo al fine di mantenere il controllo pubblico sulla società[7], e continuò a sostenere l'illiceità dell'operazione anche al termine del suo mandato, accusando vari organi inquirenti di aver prestato poca attenzione all'accaduto[8] e alle quattro denunce da lui presentate.[9]

A seguito delle denunce di Albertini[10] il caso, nel 2013, è stato oggetto di procedimento presso la Corte dei Conti della Lombardia[11] e di un'indagine penale presso la procura di Monza[12]. La procura della Corte dei Conti ha accertato un danno erariale di 118 milioni di euro.[13]

Nel 2018 la Sezione seconda giurisdizionale centrale d'appello della Corte dei Conti ha condannato Penati & c.

Nel 2021 la Corte di Cassazione conferma e rende definitiva la condanna a risarcire (PDF). respingendo il ricorso di legittimità con la sentenza di appello. .[14][15]

Commissario straordinario[modifica | modifica wikitesto]

Gabriele Albertini è stato nominato commissario straordinario per il traffico il 15 novembre 2001[16] e del sistema di depurazione delle acque della città di Milano. Durante la sua gestione commissariale sono stati messi in funzione i depuratori di Nosedo e Ronchetto delle Rane ed il raddoppio del già esistente impianto di Peschiera Borromeo. Albertini ha avuto poteri commissariali per la gestione del traffico dal 2001 al 2006. In virtù di tali poteri, ha avviato i progetti ed aperto i cantieri del piano parcheggi; per 200.000 posti sotterranei, delle due nuove linee di metropolitana (4 e 5) e dei prolungamenti delle linee esistenti verso l'Hinterland.

Eurodeputato[modifica | modifica wikitesto]

Alle consultazioni del 2004 viene eletto europarlamentare per la lista di Forza Italia nella circoscrizione Italia nord-occidentale, con 140.383 preferenze. Tale elezione fu resa possibile da una norma transitoria della legge 8 aprile 2004, n. 90 che gli consentì di candidarsi senza dover lasciare il ruolo di primo cittadino milanese, una legge che molti definirono "ad personam"[17].

Iscritto al Partito Popolare Europeo è stato vicepresidente della commissione per i trasporti e il turismo, membro sostituto della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, vicepresidente della delegazione per le relazioni con l'Assemblea parlamentare della NATO, membro della delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti e della delegazione per le relazioni con Israele.

È stato rieletto al Parlamento Europeo nelle elezioni del 6-7 giugno 2009 nella circoscrizione Italia nord-occidentale per il PdL con 67.128 voti di preferenza. Nel corso di questo secondo mandato è stato Presidente della Commissione per gli affari esteri, organo cui spetta l'indirizzo di politica estera dell'Europa nelle relazioni e con gli altri Stati.

Senatore della Repubblica dal marzo del 2013, inizialmente membro della Commissione Giustizia e Difesa, in seguito anche membro della Commissione Affari Costituzionali e Presidente della "sottocommissione pareri" della commissione Giustizia.

Corsa alla Presidenza della Regione Lombardia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni regionali in Lombardia del 2013.

Il 22 dicembre 2012 ufficializza la sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia nelle elezioni anticipate del 2013[18] del 24 e 25 febbraio, sostenuto da una coalizione formata dall'UdC, da FLI[19], da Italia Futura di Montezemolo[20] e dall'Unione Padana (quest'ultima composta da deputati leghisti uscenti in disaccordo con Maroni, come dichiarato dallo stesso Albertini)[21]. La candidatura è stata appoggiata da Mario Monti[22]. Nel frattempo il suo partito, il PdL, annuncia il proprio appoggio alla candidatura per il centro-destra del leghista Roberto Maroni.

Alle elezioni regionali lombarde del 24 e 25 febbraio, vinte dalla coalizione di centro-destra a sostegno di Maroni, la lista di Albertini ottiene appena il 4,12% (236 597 voti) delle preferenze e non ottiene alcun seggio al Consiglio regionale lombardo[23].

Elezione a Senatore: SC, NCD e AP[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del febbraio 2013 si presenta come capolista anche per il Senato, nella circoscrizione Lombardia, con il partito Scelta Civica con Monti per l'Italia, e viene eletto.

Il 10 dicembre 2013 aderisce al gruppo parlamentare Per l'Italia[24].

Il 1º marzo 2014 ufficializza la sua adesione al partito di Angelino Alfano, il Nuovo Centrodestra.

Si candida alle elezioni europee del 2014 nella circoscrizione Italia nord-occidentale (che raccoglie i collegi di Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta) per il Nuovo Centrodestra - Unione di Centro, ma con 11.474 preferenze non viene eletto.

Il 12 aprile 2016 viene ufficializzato come capolista a sostegno del candidato sindaco di Milano per il centro-destra Stefano Parisi, suo city manager quando era sindaco; raccoglie 1376 preferenze, risultando l'unico eletto della lista civica: "energie per Milano", tuttavia lascia il seggio al 2º classificato per numero di voti di preferenza Manfredi Palmeri (a vincere le elezioni è invece il centro-sinistra con il proprio candidato Giuseppe Sala).[25]

Terminata l'esperienza nel partito di Alfano (per ultimo Alternativa Popolare) e quella da senatore, nel 2018 sostiene i candidati della lista di Parisi[26] alle regionali in Lombardia a sostegno del candidato di centro-destra, il leghista Attilio Fontana, dopo aver rifiutato la candidatura con il centro-sinistra.[27]

Sviluppi successivi[modifica | modifica wikitesto]

In vista delle elezioni comunali a Milano in programma nel 2021, il segretario della Lega Matteo Salvini ha proposto di candidare nuovamente Albertini a sindaco per la coalizione di centro-destra, contrapponendolo al sindaco uscente di centro-sinistra Giuseppe Sala, candidatosi per un secondo mandato. Albertini, in una lettera pubblicata sul quotidiano Libero il 6 maggio 2021, ha tuttavia declinato l'offerta, affermando di "voler dare priorità alla famiglia"[28]; il centro-destra sceglierà poi di proporre per la poltrona di Palazzo Marino il medico pediatra Luca Bernardo[29], sconfitto pesantemente da Sala al primo turno elettorale.

In vista delle elezioni politiche anticipate del 2022, Albertini lancia, insieme al deputato Guido Della Frera e altri dirigenti lombardi, un appello a Carlo Calenda e Matteo Renzi per costruire un "terzo polo" liberale nel segno della cosiddetta "Agenda Draghi".

Nel 2023 annuncia il suo ritorno in Forza Italia.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella stanza del sindaco (con Carlo Maria Lomartire), Milano, Mondadori collana Oscar saggi, 2006.
  • Sindaco senza frontiere. Fatti e idee per un condominio globale, Genova, Marietti Editore, 2008.
  • La lezione di Milano (a cura di Mario Paternostro), Genova, De Ferrari, 2012.
  • Rivoglio la mia Milano (con Sergio Rotondo, prefazione di Francesco Alberoni, postfazione di Vittorio Feltri), Genova, De Ferrari 2021.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce di Merito (SMOC delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale di merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale del Reale Ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine della Stella di Oceania (Hawaii) - nastrino per uniforme ordinaria
Ballestrero de Hermandad (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
— Noble Compañia de Ballesteros Hijosdalgo de San Felipe y Santiago - 13 Luglio 2020
Decorazione d'Onore in Oro dell'Ordine al merito della Repubblica austriaca (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce, "iure sanguinis", dell'Ordine Reale di San Michele dell'Ala (Casa di Braganza) - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Vicosa (Casa di Braganza) - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine dell'Indipendenza (Giordania) - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito del Granducato di Lussemburgo (Lussemburgo) - nastrino per uniforme ordinaria
Compagno Onorario con Stella dell'Ordine Nazionale al Merito (Malta) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Norvegese di Sant'Olav (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine dell'Amicizia (Russia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce con placca d'argento al merito dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine al Merito Melitense (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria
Caballero Maestrante de Hermandad (Maestranza de Caballeria de Castilla) - nastrino per uniforme ordinaria
Caballero Maestrante de Hermandad (Maestranza de Caballeria de Castilla)
— 24 giugno 2021
Kentucky Colonel - nastrino per uniforme ordinaria
— 11 gennaio 2020
Cabaleiro Professo del Real Ordem Militar de Sant'Iago da Espada - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ senato.it - Composizione del Gruppo Scelta Civica per l'Italia.
  2. ^ Il Giornale, 26 gennaio 1980.
  3. ^ Alberto Mazzuca, Confindustria una poltrona che scotta, Milano, Edizioni Sphyrna, 1981, pp. 216-217.
  4. ^ Albertini: tre Central Park a Milano.
  5. ^ Varesenews.it, 10 marzo 2007.
  6. ^ Copia archiviata, su sellombardia.it. URL consultato il 2 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  7. ^ Serravalle, ecco il dossier di Albertini - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  8. ^ «Spiegai tutto a Di Pietro. Ma non successe nulla».
  9. ^ Albertini e quelle quattro denunce «Strano silenzio dai magistrati».
  10. ^ SERRAVALLE-CORTE DEI CONTI / Tocca a me spiegare | Pietro Mezzi, su pietromezzi.it. URL consultato il 24 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2013).
  11. ^ corte dei conti | Pietro Mezzi, su pietromezzi.it. URL consultato il 6 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2013).
  12. ^ Inchiesta ex Falck, la procura di Monza chiede le carte del caso Serravalle - Milano, su milano.corriere.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  13. ^ Serravalle, "un danno da 118 milioni":Corte dei conti chiede i danni a Penati, su la Repubblica, 23 aprile 2013. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  14. ^ La Cassazione sanziona la Provincia di Penati. Albertini: «Riaffiora il caso Serravalle-Unipol», su Panorama, 25 gennaio 2022. URL consultato il 9 marzo 2022.
  15. ^ SERRAVALLE, LA CASSAZIONE: PAGATO PREZZO TROPPO ALTO LA PROVINCIA DEVE RISARCIRE, su Gabriele Albertini, 9 marzo 2022. URL consultato il 9 marzo 2022.
  16. ^ Traffico e metropolitane Albertini resta commissario, La Repubblica, 14 gennaio 2006. URL consultato il 15 agosto 2013.
  17. ^ Europee: Senato vara la norma «salva-sindaci» - Corriere della Sera 2 aprile 2004.
  18. ^ Albertini rifiuta le proposte di Berlusconi: "Non mi ritiro", su HuffPost Italia, 22 dicembre 2012. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  19. ^ ItaliaOggi -Albertini ha divorziato dal Cav.
  20. ^ Italia Brontesi, Così il puzzle dei moderati fra lista Monti, Fli e Udc, su Corriere della Sera Brescia. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  21. ^ Lombardia/ Albertini: Insieme a noi liste con deputati leghisti - Il Mondo.
  22. ^ Lombardia/ Monti si schiera con Albertini: "Sarebbe un ottimo governatore" - Affaritaliani.it (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2013).
  23. ^ (EN) Lombardia - Elezioni Regionali 24-25 febbraio 2013, su la Repubblica.it. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  24. ^ Senato della Repubblica: Composizione Gruppi Parlamentari.
  25. ^ Elezioni Comunali 2016 Milano,Gelmini più votata, fermo Salvinidelusione per Lupi e Albertini, su Corriere della Sera, 6 giugno 2016. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  26. ^ Omar Porro, Elezioni: a Lissone è arrivato Gabriele Albertini, su Prima Monza, 2 marzo 2018. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  27. ^ Pierpaolo Lio, Milano Regionali, Albertini: «Gori mi voleva nella sua lista. Ho detto basta», su Corriere della Sera, 21 febbraio 2018. URL consultato il 5 dicembre 2022.
  28. ^ Gabriele Albertini non sarà sindaco: "Resto in famiglia". Chi è la moglie, su True News., 6 maggio 2021. URL consultato il 13 maggio 2021.
  29. ^ Chi è Luca Bernardo, il candidato sindaco a Milano del centrodestra, su Agi. URL consultato il 17 settembre 2021.
  30. ^ [1]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Mazzuca, Gabriele Albertini in Confindustria una poltrona che scotta, Milano, Edizioni Sphyrna, 1981.
  • Gianni Barbacetto, Compagni che sbagliano. La sinistra al governo e altre storie della nuova Italia, Milano, Il Saggiatore, 2007. ISBN 978-88-428-1418-4
  • Gabriele Albertini, Sindaco senza frontiere: fatti e idee per un condominio globale, Marietti Editore, 2008. ISBN 9788821164477
  • Roberto Gelmini, L'onestà al potere. La rivoluzione del Buon Governo, Genova, Marietti Editore, 2012.
  • Gabriele Albertini, La lezione di Milano, De Ferrari, 2012. EAN: 9788864053370
  • Gabriele Albertini con Carlo M. Lomartire, Nella stanza del sindaco. Nove anni al governo di una metropoli che cambia, Oscar saggi, Mondadori, 2016. ISBN 8804561653 - ISBN 978-8804561651

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente della Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo Successore
Jacek Saryusz-Wolski luglio 2009 – dicembre 2012 Elmar Brok
Predecessore Sindaco di Milano Successore
Marco Formentini 12 maggio 1997 – 5 giugno 2006 Letizia Moratti
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