Ordine reale di San Michele dell'Ala
| Ordine reale di San Michele dell'Ala | |
|---|---|
| Real Ordem de São Miguel da Ala | |
Regno del Portogallo | |
| Tipologia | Ordine dinastico |
| Status | concesso solo privatamente |
| Capo | Dom Pedro José Folque de Mendoça Rolim de Moura Barreto |
| Istituzione | Lisbona, 1147 |
| Primo capo | Alfonso I del Portogallo |
| Gradi | Gran collare Cavaliere di Gran Croce Grand' Ufficiale Commendatore Cavaliere |
| Precedenza | |
| Ordine più alto | Ordine di Santa Isabella |
L’Ordine reale di San Michele dell’Ala (Ordem de São Miguel da Ala) è un antico ordine dinastico e religioso portoghese, istituito nel contesto della Reconquista medievale e successivamente ripreso in epoca moderna come onorificenza dinastica della Casa Reale di Braganza.
Origini storiche
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione storiografica portoghese, l’Ordine di San Michele o dell’Ala fu fondato nel XII secolo da re Alfonso I del Portogallo (Alfonso Henriques, detto Il Conquistatore), dopo la battaglia di Santarém (15 Marzo 1147).
Secondo l'agenzia di stampa "Tricolore" (n. 35.436 del 1 Settembre 2025), il Conquistatore ammassò le sue forze il 14 Marzo 1147 nei pressi della città, tenendole nascoste, e sferrò un attacco all’alba, aiutato da alcuni cristiani che vivevano all’interno delle mura, stanchi del dominio islamico. Alcune centinaia di cavalieri portoghesi (si ipotizza che fossero circa 250) riuscirono ad entrare nella città e la lotta si sviluppò per le vie, casa per casa, strada per strada, fino a quando la vittoria arrise alle forze attaccanti e la città venne conquistata. La difficoltà dell’impresa e la dinamica del brillante successo confermarono, agli occhi dei combattenti, l’assistenza speciale dell’Arcangelo e suggerirono al futuro Re la fondazione dell’Ordine, per i Cavalieri del quale venne stabilito un segno distintivo: un’ala angelica, spiegata all’interno d’un sole fiammeggiante.
Questo progetto aveva naturalmente anche una valenza funzionale, ma l’aspetto devozionale, molto diffuso allora, ebbe senz’altro un peso.
E’ ragionevole pensare che per Alfonso Henriques fossero evidenti tre elementi che consigliavano la fondazione dell'ordine: la necessità di disporre di un’aliquota di Cavalieri fedeli e ben inquadrati, il notevole prestigio derivante dalla fondazione d'un Ordine cavalleresco e l’opportunità d’ottenere l’appoggio d’un Ordine monastico in forte ascesa in quegli anni: l’Ordine Cistercense, detto anche di Citeaux (dal luogo della sua fondazione, nel 1098).
Quest’Ordine si proponeva di tornare ad un’applicazione più semplice e rigorosa della regola di San Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale, e trovò in San Bernardo di Chiaravalle (che entrò nell’Ordine nel 1112 e che redasse il “De laude novae militiae”, testo che diede un sostegno decisivo alla nascita degli ordini religioso-militari) il suo esponente di maggior spicco. I cistercensi fornivano un modello di disciplina, spiritualità e capacità nella gestione del territorio, elementi preziosi per un sovrano impegnato nella creazione di un nuovo stato. Infatti, nel 1153 Alfonso Henriques donò loro un ampio possedimento in Alcobaça, per l’edificazione di un’abbazia, in segno di ringraziamento per la vittoria di Santarem.
Quest’abbazia, intitolata a Santa Maria, capolavoro dell'architettura gotica e uno dei più importanti monumenti cistercensi del mondo (attualmente inserito dall’UNESCO nel patrimonio dell’umanità), divenne il simbolo della stretta alleanza tra il regno portoghese e l'Ordine. Per la sua posizione strategica, serviva da avamposto per il controllo del territorio a sud del fiume Mondego. La sua grandezza e la sua importanza economica e culturale consolidarono il prestigio sia dell’Ordine di Citeaux sia della nuova corona portoghese. Il futuro primo Re lusitano sostenne anche altre realtà cistercensi, come l'Abbazia di São João de Tarouca (la prima fondazione cistercense in Portogallo). Il patrocinio comitale trasformò l'Ordine Cistercense in uno dei più potenti e ricchi del futuro regno, con vasti possedimenti e con un'influenza notevole sulla vita politica e religiosa del Portogallo medievale. Il legame continuò anche con i successori di Alfonso I che scelsero Alcobaça come pantheon reale e che fecero erigere nel complesso abbaziale appartamenti riservati alla Casa Reale, confermando il ruolo centrale dell'abbazia nella storia dinastica del Portogallo.
Non è dunque certamente un caso che Alfonso Henriques abbia voluto l’affiliazione dell’Ordine di San Michele ai cistercensi, sottoponendolo, come ancora oggi recita la formula dei decreti d’ammissione all’Ordine, “sub divi Benedicti regula et reformatione cisterciensi”. Così come l'abito cistercense, il mantello dei Cavalieri di San Michele è bianco, in segno di purezza. Con buona pace dell'eventuale opposizione dell'Ordine Templare, che nella seconda decade del 1200 si oppose insistentemente all'adozione dell'abito bianco da parte dei Teutonici e dell'Ordine di S. Tommaso d'Acri. E’ anche ragionevole pensare che il fondatore abbia voluto porre il nuovo Ordine sotto la tutela dell’abbazia cistercense. Così come del resto avrebbe fatto nel 1319 un altro sovrano portoghese, Dinis I, con il neonato Ordine del Cristo.
Va ricordato che in quel periodo gli Ordini cavallereschi iberici nascenti, tutti sotto la regola cistercense, gravitavano intorno alle strutture dell’Ordine di Citeaux. Il fenomeno è perfettamente coerente con la metodologia organizzativa dei cistercensi, che, definita nella Carta della Carità (Carta Caritatis), stabiliva l'unità e la coesione tra le abbazie, pur mantenendo l'autonomia di ciascuna. Non è dunque fuori luogo immaginare che l’Ordine di San Michele fosse affiliato e s’appoggiasse, almeno inizialmente, alle strutture dell’abbazia di Alcobaça, voluta, come abbiamo visto, dal fondatore dell’Ordine, Alfonso Henriques.
Nel 1169, in Spagna, una confraternita di cavalieri, guidata da Pedro Fernàndez, ricevette dal Re di Leòn Ferdinando II la fortezza di Càceres, che era appena stata conquistata. La confraternita prese così il nome di “Fratelli di Càceres”. Due anni dopo, la confraternita s'accordò con l’Arcivescovo di Compostela per la protezione dei suoi possedimenti ed assunse la nuova denominazione di Cavalieri di San Giacomo della Spada, di Santiago. Nel 1173 Papa Alessandro III (al secolo il senese Orlando Bandinelli, che esercitò uno dei più lunghi regni, dal 1159 al 1181) prese il nuovo Ordine sotto la sua protezione e nel 1175 ne approvò la regola[1]
Il riferimento a San Giacomo non è casuale: il Santo, infatti, era già diventato il Patrono della Reconquista in tutta la penisola iberica.L’Ordine, che aveva adottato quale insegna la "spada di San Giacomo", detta anche "spada santa", s’espanse soprattutto in Castiglia, area confinante direttamente con il Portogallo.
Sembra dunque ragionevole pensare che Alfonso Henriques, sempre attento al miglior utilizzo di tutte le sue risorse, abbia ottenuto da Citeaux un gemellaggio di San Michele con Santiago; tanto che si decise d’integrare l’insegna del primo Ordine sovrapponendo il suo simbolo (l’ala nel sole fiammeggiante) alla spada di San Giacomo, alla base della quale si aggiunsero però due gigli (assenti nell’insegna di Santiago), con un significato preciso: il richiamo alle due obbedienze cistercensi di Alcobaça e di Oseira (che si trova in Galizia, dunque in Spagna, il territorio in cui dimorava Santiago). Non solo: al fine di distinguere maggiormente l'insegna da quella di Santiago, sopra la spada santa s'aggiunse il motto dell'Ordine di San Michele: "Quis ut Deus" (la risposta che, secondo la tradizione, l'Arcangelo diede alla provocazione di Lucifero).
L'ipotesi del gemellaggio è sostenuta anche dal fatto che Papa Alessandro III, che tenne a battesimo tutti gli Ordini cavallereschi iberici, abbia approvato la regola di Santiago nel 1175 ed abbia riconosciuto l’Ordine di San Michele due anni dopo, nel 1177 (con un breve del 4 Gennaio di quell’anno[2]), dopo aver approvato, nel 1176, la regola d’un altro Ordine portoghese, quello di Avis.Tenendo conto del fatto che la Santa Sede era fermamente contraria alla proliferazione degli Ordini cavallereschi, il riconoscimento dell’Ordine di San Michele ne conferma la realtà concreta.
Secondo Bernardo Giustiniani[3], un cronista cistercense scrisse che nel 1171 nell'ordine dal titolo "Cavalieri dell'Ala di S. Michiele in Portogallo" vennero armati vari cavalieri sotto il titolo dell'Ala di San Michele Arcangelo. L’esistenza d’un ramo portoghese dell’Ordine di Santiago è confermata anche un secolo e mezzo più tardi, nel 1327, quando Re Alfonso IV gli ricorda la necessità di versare le “colheita”[4]. Non solo: nel 1384 lo stesso ramo aiutò la monarchia lusitana nella sua lotta contro le pretese castigliane. Quando, nel 1497 - 98, doppiò il capo di Buona Speranza, Vasco da Gama era Commendatore di Moriguelos, nello stesso Ordine.
[1] L’Ordine nacque dunque, anche volendo far riferimento alla sua realtà embrionale, più di 20 anni dopo l’assalto a Santarem, il che dimostra di per sé come sia insostenibile la tesi, offerta da alcuni autori, secondo la quale in quell’operazione Alfonso Henriques fosse stato aiutato dai Cavalieri di Santiago.
[2] Ascanius Tamburinius, De iure abbatum, et aliorum praelatorum, tam regularium, quam saecularium episcopis inferiorum, vol. 2, 3ª ed., Lugduni, sumptibus Laurentii Anisson & soc., 1650, pp. 432-434, trascrisse il breve papale di Alessandro III, emanato a Benevento il 29 dicembre 1176 (4 Calend. Ianuarij anno 1177), riguardante il riconoscimento dell'Ordo Equitum Sancti Michaelis sive de Ala e di altri ordini portoghesi.
[3] ("Historie Cronologiche dell'Origine degl'Ordini Militari e di Tutte le Religioni Cavalleresche" - Venezia 1692- , capitolo XXVIII, Parte I, pagine 428-433.
[4] Cfr. V. Rau – I. Gonçalves: “As ordem militares e a tributaçao regia em Portugal, in “Anuario de estudios medievales”, 11 (1981), pagg. 81 – 97.
Rinnovamento dinastico nell’Ottocento
[modifica | modifica wikitesto]Nel XIX secolo, in pieno contesto delle guerre civili luso-liberali, Dom Miguel I di Braganza, re del Portogallo dal 1828 al 1834, riattivò l’Ordine in forma onorifica, per premiare la lealtà dimostrata alla monarchia[1] Il conferimento dell'Ordine continua tuttora, da parte della Capo della Casa Reale del Portogallo, l’attuale Duca di Loulé, Dom Pedro José Folque de Mendoça Rolim de Moura Barreto.
Stato giuridico e natura dinastica
[modifica | modifica wikitesto]L’Ordine reale di San Michele dell’Ala, nella sua forma moderna, non è incluso tra gli ordini onorifici statali del Portogallo, né lo era già sotto la monarchia costituzionale. Esso è tuttavia conservato come ordine dinastico non nazionale, coerentemente con la tradizione degli ordini cavallereschi legati alle case reali ex regnanti in Europa.[2]
Secondo una tesi, il conferimento dell'Ordine è storicamente e attualmente riservato alla Casa di Braganza, secondo la linea dinastica agnatizia maschile che fa capo a Duarte Pio di Braganza.
Tuttavia, anche se Dom Duarte Pio è:
- Discendente diretto in linea maschile di Dom Miguel I, re del Portogallo (1828–1834);
- Considerato capo della Casa Reale portoghese da gran parte delle associazioni monarchiche portoghesi e da numerose case reali europee;
- Attivo in ambito internazionale come rappresentante della tradizione storica della monarchia portoghese;
- Riconosciuto de facto anche a livello nazionale ed internazionale[3], avendo partecipato a cerimonie ufficiali, commemorazioni storiche e incontri istituzionali con il Presidente della Repubblica e con alti rappresentanti della Chiesa cattolica.[4][5]
rimane il fatto che la successione al Trono del Regno di Portogallo segue la regola narbonese, secondo la quale il diritto di successione spetta ai maschi in linea di primogenitura legittima e, in mancanza, alla prima femmina con diritti dinastici intatti e successivamente alla sua discendenza, sempre secondo i medesimi princìpi.
Il 5 Ottobre 1910, in conseguenza d’un colpo di stato repubblicano, Re Manuele II fu deposto dal trono. I suoi eredi non potevano vantare alcun diritto di successione, perché stranieri o rinunciatari. I diritti dinastici furono quindi appannaggio degli eredi dell’ascendente Re Giovanni VI: Michele e l’Infanta D. Ana de Jesus Maria, Marchesa di Loulé.
Tuttavia, sia in virtù della “legge del Banno” del Dicembre 1834, sia per decreto del 1834 (ratificato dalle Cortes e dal Re e confermato dalla costituzione del 1838), gli eredi di Michele (fra i quali, ai giorni nostri, Dom Duarte Pio) furono esclusi dalla successione, che passò al ramo della Marchesa di Loulé, il cui discendente fu creato Duca dal Re del Portogallo Luigi I nel 1862.
Da questo ramo discende direttamente l’attuale Duca di Loulé, Dom Pedro José Folque de Mendoça Rolim de Moura Barreto, capo della reale casa del Portogallo e legittimo Gran Maestro degli Ordini reali portoghesi, che è il solo a conferire. Qualità, quest’ultima, sancita ad abundantiam anche da sentenza dell’autorità giudiziaria portoghese, confermata dalla Corte Suprema del Portogallo il 5 Ottobre 2015.
Disputa e pretese recenti
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista normativo e dinastico non vi è quindi alcuna disputa legittima concernente il gran magistero dell'ordine esercitato da Dom Pedro José Folque de Mendoça Rolim de Moura Barreto. Le argomentazioni avanzate dal partito miguelista non hanno infatti alcun fondamento giuridico o dinastico, ma fanno solo riferimento ad elementi fattuali, scordando però la sentenza del 5 ottobre 2015 emessa dalla Corte Suprema del Portogallo, che confermava il divieto imposto a Duarte Pio del conferimento dell'ordine. Ordine invece attualmente e legittimamente concesso da Dom Pedro.
Insegne e simbolismo
[modifica | modifica wikitesto]Le insegne dell’Ordine si ispirano all’iconografia tradizionale di San Michele Arcangelo. Esse includono:
- una croce rossa gigliata, molto simile a quella dell'Ordine di Santiago, alla quale è sovraimposto l'emblema dei Cavalieri di San Michele: l'ala angelica inscritta nel sole fiammeggiante. Sopra la croce, è riportato il motto dell'Ordine di San Michele, detto anche dell'Ala: "Quis ut Deus". Alla radice della croce, sui due lati, sono riportati due gigli dorati, in ricordo delle due obbedienze cistercensi di Alcobaça e di Oseira.
- il nastro della decorazione è rosso, bordato di blu.
Elenco antico dei grandi maestri
[modifica | modifica wikitesto]- Alfonso di Borgogna il Conquistatore
- Sancio I il Popolatore
- Alfonso II il Grasso
- Sancio II il Pio
- Alfonso III il Restauratore
- Dionigi l'Agricoltore
- Alfonso IV l'Ardito
- Pietro I il Giustiziere
- Ferdinando I il Bello
- Giovanni I d'Aviz il Buono
- Edoardo il Filosofo
- Alfonso V l'Africano
- Giovanni II il Principe Perfetto
- Manuele I d'Aviz-Beja il Fortunato
- Giovanni III il Pio
- Sebastiano I il Desiderato
- Enrico I il Casto
- Filippo I d'Asburgo il Prudente, Re di Spagna e Portogallo
- Filippo II il Pio
- Filippo III il Grande
- Giovanni IV di Braganza il Restauratore, già Duca di Braganza
- Alfonso VI il Vittorioso
- Pietro II il Pacifico
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ HRH Dom Duarte, Duke of Bragança, su www.icocregister.org. URL consultato il 29 maggio 2025.
- ^ C. ORDINI DINASTICI, su iagi.info. URL consultato il 29 maggio 2025.
- ^ Nobilis Academia Sancti Ambrosii Martyris - S.A.R. o Senhor Dom Duarte de Bragança, Capo della Casa Reale di Portogallo., su academiasanctiambrosii.it.
- ^ (PT) Governo legitima e defende D. Duarte de Bragança, su www.cmjornal.pt, 7 settembre 2006. URL consultato il 29 maggio 2025.
- ^ (PT) SAPO, “Alguns Presidentes perceberam que o papel que o país quer do chefe de Estado é o de Rei”, su SAPO 24. URL consultato il 29 maggio 2025.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Bonaventura Tondi da Gubbio, Il Monacismo illustrato, Venezia, 1884.
- Bonaventura Tondi da Gubbio, La monarchia austriaca, Napoli. 1894.
- Filippo Bonanni, Catalogo degli ordini equestri e militari. Esposto in immagini, e con breve racconto offerto alla Santità di N.S. Clemente XI dal P. Filippo Bonanni della Compagnia di Gesù, Roma, 1711.
- Giuseppe Francesco Fontana, Storia degli ordini monastici, religiosi e militari e delle congregazioni secolari, Lucca, 1738.
- Giovanni Marangoni da Vicenza, Grandezze dell’arcangelo San Michele nella chiesa trionfante militante e purgante, Roma, 1739.
- Onorato di Santa Maria, Dissertazioni storiche e critiche sopra la cavalleria antica e moderna, secolare e regolare, Brescia, 1769.
- Mariano D’Ayala, Dizionario militare francese italiano, Napoli, 1841.
- Raffaele Cuomo, Ordini cavallereschi antichi e moderni, Bologna, 1894.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Alla ricerca dell'Ordine di San Michele dell'Ala, su bdtorino.eu.
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