Claudio Burlando

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Claudio Burlando

Presidente della Regione Liguria
Durata mandato14 aprile 2005 –
11 giugno 2015
PredecessoreSandro Biasotti
SuccessoreGiovanni Toti

Sindaco di Genova
Durata mandato3 dicembre 1992 –
19 maggio 1993
PredecessoreRomano Merlo
SuccessoreAdriano Sansa

Ministro dei trasporti e della navigazione
Durata mandato18 maggio 1996 –
21 ottobre 1998
PresidenteRomano Prodi
PredecessoreGiovanni Caravale
SuccessoreTiziano Treu

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato9 maggio 1996 –
27 aprile 2006
LegislaturaXIII, XIV
Gruppo
parlamentare
XIII: PDS-L'Ulivo
XIV: DS-L'Ulivo
CoalizioneL'Ulivo
CircoscrizioneLiguria
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2007)
In precedenza:
PCI (fino al 1991)
PDS (1991-1998)
DS (1998-2007)
Titolo di studioLaurea in ingegneria elettronica
UniversitàUniversità degli studi di Genova
ProfessioneIngegnere

Claudio Burlando (Genova, 27 aprile 1954) è un politico italiano.

È stato sindaco di Genova, deputato per due legislature, ministro dei trasporti e della navigazione, dirigente di partito del PCI, PDS, DS, PD e infine Presidente della Regione Liguria per due mandati, dal 14 aprile 2005 all'11 giugno 2015.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Carlo Burlando, camallo al porto di Genova, e Norma Cogorno, contadina della Val Trebbia, studia al Liceo scientifico Gian Domenico Cassini di Genova e si laurea in ingegneria elettronica all'Università degli Studi di Genova[1]. Lavorò negli anni 80 nel settore ricerche e sviluppo alla Elsag–Bailey, dove si occupa di progettazione di computer e sistemi informatici avanzati.[1][2]

È sposato ed ha un figlio, Francesco.[2]

Attività politica[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Si avvicinò alla politica da giovane, negli anni '70, iscrivendosi nel Partito Comunista Italiano, dove mosse i primi passi nella sua organizzazione giovanile: la Federazione Giovanile Comunista Italiano, diventando poi segretario della federazione genovese del partito dal 1989 al 1990.[1]

Al comune di Genova[modifica | modifica wikitesto]

Claudio Burlando nel 1996

Dal 1981 al 1993 è stato consigliere comunale a Genova, dove ha ricoperto gli incarichi di: assessore ai trasporti dal 1983 al 1985, vicesindaco del socialista democratico Romano Merlo dal 1990 al 1992 e infine sindaco di Genova per 6 mesi, dal 3 dicembre 1992 al 19 maggio 1993 fu sindaco di Genova.[2]

Dopo aver aderito alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto del Partito Democratico della Sinistra, ricoprì il ruolo di responsabile nazionale degli enti locali dal 1994 al 1996.

Deputato e Ministro[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 1996 si candida nelle liste dell'Ulivo e viene eletto deputato della XIII legislatura della Repubblica Italiana.

Il 18 maggio 1996 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro come Ministro dei trasporti e della navigazione nel primo governo Prodi rimanendo in carica fino al 21 ottobre 1998. Il 2 aprile 1998 la Camera dei deputati respinge, con 251 voti a favore e 304 voti contro, una mozione di sfiducia presentata dall'opposizioni nei suoi confronti per i tagli agli investimenti per le infrastrutture e le ferrovie dello stato.

Dopo che nel 1998 Massimo D'Alema ammaina il PDS per creare i Democratici di Sinistra, diventa responsabile economico dal 1998 al 2000 dei DS.

Alle elezioni politiche del 2001 si ricandidò e venne rieletto alla Camera dei deputati nella XIV legislatura. In questa legislatura fece parte della 5ª Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dal 20 giugno 2001 al 20 aprile 2005 e della commissione speciale per l'esame dei disegni di legge e di conversione di decreti legge dal 13 giugno 2001 al 3 luglio dello stesso anno.

Presidente della Regione Liguria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni regionali in Liguria del 2005.
Claudio Burlando al Giro d'Italia 2014

Burlando viene candidato alla Presidenza della Regione Liguria nelle elezioni regionali del 3 e 4 aprile 2005 dai DS, appoggiato dalla coalizione di centro-sinistra l'Unione. Il 4 aprile vince le elezioni con il 52,6% dei voti contro il 46,58% del presidente uscente Sandro Biasotti, appoggiato da Forza Italia e dalla coalizione di centro-destra la casa delle libertà. Viene proclamato Presidente della Regione Liguria il 14 aprile. Il 14 ottobre 2007 viene eletto nell'Assemblea Costituente Nazionale del Partito Democratico, progetto politico a cui partecipò fin dalla sua prima ideazione[3] ed è stato membro della commissione che ne ha redatto il Manifesto dei Valori.

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni regionali in Liguria del 2010.

Alle elezioni regionali in Liguria del 28 e 29 marzo del 2010, si ricandida alla carica di Presidente e vince, con il 52,14% dei voti battendo di nuovo Sandro Biasotti, suo principale (ed unico) avversario, che ottiene il 47,85% dei voti.

In vista delle elezioni regionali in Liguria del 2015 decide di non ricandidarsi per un terzo mandato per lasciare spazio alla nuova classe dirigente del PD come Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Debora Serracchiani e infine Raffaella Paita[4]. Quest'ultima è stata sua assessore regionale alle Infrastrutture e alla Protezione civile dal 2010 al 2015, con cui condivide un rapporto d'accaio[5], nonché considerata sua erede politica, e di fatto decide di appoggiarla contro Sergio Cofferati alle primarie per la scelta del candidato presidente della Liguria, scelta fatta anche per continuare l'amministrazione di centro-sinistra in Liguria.[4]

Tuttavia il 31 maggio la Paita perderà le elezioni contro il candidato del centro-destra Giovanni Toti, che verrà poi riconfermato anche per un secondo mandato nel 2020.

Dopo la presidenza della regione[modifica | modifica wikitesto]

Terminato il mandato da governatore, si ritira dal palcoscenico della politica. A maggio 2020 il suo nome viene campeggiato come candidato al ruolo di presidente dell’Autorità di sistema del mar ligure occidentale, da parte del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli.[5]

Durante l'estate del 2020, Burlando, assieme ai consiglieri regionali uscenti in Liguria del centro-sinistra suoi fedelissimi, cercano di mediare con Matteo Renzi e la sua Italia Viva, per affossare la candidatura di Ferruccio Sansa, giornalista de Il Fatto Quotidiano e figlio dell'ex sindaco di Genova Adriano (che fu successore proprio di Burlando a Palazzo Tursi), considerato come candidato unitario tra il PD e il Movimento 5 Stelle per le elezioni regionali in Liguria del 20 e 21 settembre.[6]

Controversie giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo in cui fu sindaco venne coinvolto in una inchiesta sul sottopasso di Caricamento e poi sulla costruzione del parcheggio di piazza della Vittoria il 18 maggio venne disposta la sua custodia cautelare in carcere, poi il 24 maggio il Gip di Genova dispose gli arresti domiciliari. In quel periodo gli giunse la solidarietà di molte persone ed anche dell'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Per sensibilità istituzionale, si dimise da sindaco della città[7]. Nel 1997 con sentenza definitiva, venne assolto dalle accusa di truffa per non aver commesso il fatto e da quella di abuso d'ufficio perché il fatto non sussisteva[8] [9][10]. La Corte d'appello di Genova stabilì un risarcimento di sessanta milioni di lire per l'ingiusta detenzione[10][11][12].

Nel 2007 suscitò clamore la notizia della sua immissione contromano in autostrada a Genova. Alla pattuglia della polizia stradale intervenuta ammise subito l'errore e per attestare la propria identità, non avendo con sé altri documenti, mostrò la vecchia tessera da deputato. Vennero fatte ipotesi di eventuali anomalie procedurali[13] cui seguirono i chiarimenti sul non aver avuto nessun trattamento di favore[14], con la conferma dall'allora Questore[15]. Contrariamente ad alcune delle supposizioni e speculazioni fatte, venne invece sanzionato con la sospensione della patente per 12 mesi, con 10 punti di decurtazione, con il fermo amministrativo per tre mesi dell'auto, con l'ammenda di 72 euro, per non aver con sé la patente e con una sanzione pecuniaria di 3.500 euro[16].

Nel 2015 un'inchiesta giudiziaria della Procura di Savona, sulle emissioni della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure lo inserì tra gli 86 indagati, tra cui i manager e i dirigenti dell'azienda, alcuni componenti dell'ex giunta regionale ligure e dell'ex giunta provinciale savonese, alcuni funzionari del ministero dell'ambiente e alcuni sindaci e politici locali di centro destra e centro sinistra con un'ipotesi di reato per politici e funzionari pubblici per abuso d'ufficio e disastro ambientale.[17][18][19][20].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 21 dicembre 2005[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c scheda_presidente, su regioni.it. URL consultato il 15 maggio 2021.
  2. ^ a b c Claudio Burlando - Ultime notizie su Claudio Burlando - Argomenti del Sole 24 Ore, su Argomenti Argomenti del Sole 24 Ore. URL consultato il 6 novembre 2020.
  3. ^ Come ha ricordato Romano Prodi in un suo articolo pubblicato sulla prima pagina del quotidiano La Repubblica il 22 aprile 2007 "Una maratona di 12 anni e ora l'ultimo chilometro" - Politica - Repubblica.it
  4. ^ a b I dieci anni di Claudio Burlando - YouTube, su youtube.com. URL consultato il 6 novembre 2020.
  5. ^ a b La ministra De Micheli vuole Burlando presidente del porto, su Primocanale.it. URL consultato il 6 novembre 2020.
  6. ^ Regionali Liguria, a Genova spunta il murales del bacio tra Renzi e l'ex presidente Burlando: uniti nella scelta (e nei veti) del candidato - FOTO, su Il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2020. URL consultato il 6 novembre 2020.
  7. ^ Signor sindaco, lei è in arresto, su errorigiudiziari.com. URL consultato il 9 maggio 2015.
  8. ^ Claudio Burlando, su cinquantamila.corriere.it. URL consultato il 9 maggio 2015.
  9. ^ Coluccia Annamaria, Assolto il ministro Burlando, in Corriere della Sera, 28 gennaio 1997. URL consultato il 9 maggio 2015.
  10. ^ a b Wanda Valli, ASSOLTO BURLANDO EX SINDACO DI GENOVA, in La Repubblica, 27 gennaio 1997. URL consultato il 9 maggio 2015.
  11. ^ Coluccia Annamaria, Assolto il ministro Burlando, in Corriere della Sera, 28 gennaio 1997. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).
  12. ^ Lugli Attilio, Genova, l'ex sindaco venne arrestato Il gip assolve Burlando per i ‹parcheggi d'oro› L'esponente del pds: nessun rancore verso i magistrati che mi accusavano, in La Stampa, 27 gennaio 1995. URL consultato il 9 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).
  13. ^ Massimo Calandri, Burlando contromano in autostrada "Sono deputato", niente multa, su repubblica.it, la Repubblica, 21 settembre 2007. URL consultato il 12 ottobre 2009.
  14. ^ Burlando e il contromano sulla A10 "Ho sbagliato ma non ho chiesto favori", su repubblica.it, la Repubblica, 21 settembre 2007. URL consultato il 12 ottobre 2009.
  15. ^ Burlando contromano in auto: «Pagherò», su corriere.it, Il Corriere della Sera, 21 settembre 2007. URL consultato il 12 ottobre 2009.
  16. ^ Burlando: patente sospesa un anno Burlando: patente sospesa un anno, in Corriere della Sera, 23 settembre 2007. URL consultato il 4 luglio 2015.
  17. ^ Marco Preve, Tirreno Power, la politica sotto accusa. Tra gli 86 indagati tutta la giunta Burlando, in La Repubblica, 19 giugno 2015. URL consultato il 3 luglio 2015.
  18. ^ Vado Ligure, indagata l'ex Giunta Burlando, in Il sole 24 ore, 16 giugno 2015. URL consultato il 3 luglio 2015.
  19. ^ Dellacasa Erika, Anche Burlando indagato per la centrale Tirreno Power, in 45 accusati di disastro ambientale. Rixi denunciato per i rimborsi regionali, in Corriere della Sera, 23 gennaio 2015. URL consultato il 3 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2015).
  20. ^ Marco Preve, Inchiesta Tirreno Power, indagata tutta la giunta Burlando Avvisi di garanzia anche ad Angelo Vaccarezza, neo consigliere e a tutta la sua giunta della Provincia di Savona. Le accuse di omicidio colposo a 40 consiglieri e tecnici dell'azienda, in La Repubblica, 18 giugno 2015. URL consultato il 3 luglio 2015.
  21. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro dei trasporti e della navigazione della Repubblica Italiana Successore
Giovanni Caravale 17 maggio 1996 - 21 ottobre 1998 Tiziano Treu
Predecessore Sindaco di Genova Successore
Romano Merlo 3 dicembre 1992 - 19 maggio 1993 Adriano Sansa
Predecessore Presidente della Regione Liguria Successore
Sandro Biasotti 14 aprile 2005 - 11 giugno 2015 Giovanni Toti
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