Castel Coira

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Castel Coira
Churburg
Castel Coira
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
CittàSluderno
IndirizzoVia Coira 1, 39020 Sluderno/schluderns, Castel Coira, 1 e Via Coira, Sluderno
Coordinate46°39′48″N 10°35′19.2″E / 46.663333°N 10.588667°E46.663333; 10.588667
Mappa di localizzazione: Trentino-Alto Adige
Castel Coira
Informazioni generali
TipoCastello
Termine costruzione1260
Proprietario attualeFamiglia Trapp
Visitabile
Sito webwww.churburg.com/
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Castel Coira (in tedesco Churburg) è un castello medievale a Sluderno, in Alto Adige, che raccoglie la più grande armeria privata europea.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista di castel Coira
Castel Coira

La costruzione fu iniziata intorno al 1260, per iniziativa del principe-vescovo di Coira, Heinrich von Montfort. Il nucleo del castello consisteva nella torre, nel muro di cinta e nel palazzo. Fu costruito per contenere l'espansione dei signori di Mazia (Matsch).

La diocesi di Coira soccombette a Mainardo II di Tirolo-Gorizia, che diede il castello nel 1297 proprio ai Matsch. Nel 1504 grazie al matrimonio tra l'ultima erede dei Matsch con un conte Trapp, il castello passò a questi ultimi che lo posseggono ancora oggi.

Il castello sotto la famiglia Trapp[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i lavori di rimodernizzazione nelle diverse epoche che hanno reso il castello così come lo vediamo oggi si devono alla famiglia Trapp. Nel rinascimento, ad esempio, il castello si arricchì secondo lo stile dell'epoca e vennero aggiunte terrazze, bastioni e giardini. Da punto di controllo strategico il castello iniziò ad avere un'importanza rappresentativa, cioè di mostrare al mondo la cultura della famiglia, il potere e la sua forza. Diventa dunque una dimora in cui l'estetica è importante quanto la posizione, e la cui funzione non è solo difensiva.

In questo periodo viene costruito il famoso loggiato, cuore del palazzo ed elemento particolarmente rilevante, che abbraccia il cortile interno ed è decorato con pitture e sculture preziose. Oltre a diverse creature fantastiche, gli affreschi rappresentano degli animali e sono ispirati alle favole di Esopo. Per quanto riguarda le volte invece sono affrescate con un motivo floreale che vuole rappresentare l'albero genealogico[1] delle due famiglie che si sono succedute nella proprietà del castello: i Matsch e i Trapp.[2]

Tra i luoghi di maggior interesse architettonico troviamo la loggia rinascimentale del 1570,[3] i cui affreschi raccontano in modo nitido alcune scene di vita quotidiana, episodi della storia e della mitologia. Tutte le sale del castello sono arredate con mobili e suppellettili risalenti alle diverse epoche del maniero, a partire da una Madonna romanica in legno risalente al 1270,[4] oggi conservata nella Vecchia Cappella sconsacrata nel 1563 e utilizzata in seguito anche come forno affumicatoio. Nella sala degli antenati, sono raccolti i ritratti di tutti i Trapp dal 1600 al 1800.

Dal Medioevo a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Castel Coira ha attraversato diverse epoche i cui segni sono tuttora visibili nella sua architettura. Contrariamente a quanto succede a molti edifici storici privati il castello non ha mai conosciuto periodi di abbandono, ed è invece stato più volte ampliato, ammodernato e restaurato. La cura per questa proprietà è stata tramandata dalla famiglia come un valore irrinunciabile e l'ultimo di questi interventi risale a fine 1800 per mano del conte Gotthard Trapp, nonno dell'attuale Conte Johannes Trapp.

Elementi romanici[modifica | modifica wikitesto]

Il nucleo più antico del castello ha tutti gli elementi di una tipica fortezza medievale, a partire dall'antico torrione “Pfaffeneck” che era posto all'ingresso della fortezza, distrutto nel 1357 dalla famiglia Mazia e in seguito ricostruito nella prima metà del XVI secolo. Vi era poi un muro di cinta con cammino di ronda a fare da perimetro alla costruzione che vedeva la presenza del maschio e di un palazzo a due piani di pianta rettangolare. All'esterno delle mura vi era la cappella in stile Romanico, in seguito sconsacrata.

Elementi gotici[modifica | modifica wikitesto]

Con il passaggio nelle mani dei Conti Trapp iniziano le modifiche che caratterizzano tutt'oggi la costruzione. Viene estesa la struttura di difesa con un ulteriore cinta muraria e riammodernati gli interni. Tra gli elementi rilevanti di questa epoca troviamo il campanile del 1537 di chiaro stile gotico. Inoltre al nucleo storico vengono aggiunti ulteriori edifici abitativi che si dispongono intorno a un cortile interno ed il cui piano superiore presenta il loggiato. Sempre di quest'epoca sono i giardini, la cui terrazza più bassa fungeva da campo dei tornei.

Elementi rinascimentali[modifica | modifica wikitesto]

Tipiche dello stile rinascimentale troviamo le decorazioni delle stanze, il colonnato del loggiato e i rispettivi affreschi. Viene poi costruita la Cappella di San Giacomo, mentre gli spazi della vecchia chiesetta romanica sconsacrata vengono destinati a un utilizzo funzionale. Dello stesso periodo sono anche le stalle, i granai, i magazzini, il piccolo panificio e l'attuale armeria. Il palazzo viene inoltre rialzato di un piano, in cui è visibile lo stile barocco: le tappezzerie presentano motivi biblici e le stanze vengono dotate di stufe a maiolica. Di questo periodo anche la Sala degli Antenati, e la scala per accedervi.

Restauro di fine '800[modifica | modifica wikitesto]

Il restauro di questo periodo ha l'obiettivo di riportare la villa allo splendore, piuttosto che aggiungere delle novità. Si tratta per lo più di lavori tecnici volti a migliorarne la sicurezza come la rimozione e sistemazione del tetto del maschio e lo scoprimento degli affreschi del loggiato. Nel 1907 viene pitturata e decorata la volta della Cappella di San Giacomo.[5]

Le sale più famose[modifica | modifica wikitesto]

La sala delle armature[modifica | modifica wikitesto]

La sala delle armature è probabilmente la più nota. Vi sono conservate circa 50 armature complete, oltre a spade e altre armi difensive, tutte in ottimo stato di conservazione. Si tratta delle armature appartenute ai Matsch, ai Trapp e al corpo di guardia del castello. Vi sono armature per adulti, per bambini e pure per cavalli, alcune di queste effettivamente usate negli scontri e altre intoccate. La maggior parte di queste armature è stata creata nelle officine di Milano e Innsbruck, le migliori dell'epoca in cui sono state realizzate.

Il pezzo più importante è un'armatura alta 2,10 metri risalente al 1450. Pesante 46 chili, è opera dell'armaiolo milanese Missaglia e apparteneva a Ulrich von Matsch.

La sala del Conte Giacomo[modifica | modifica wikitesto]

Così denominata in onore del Conte Giacomo Trapp VII, che nel 1561 partì come pellegrino verso la Terra Santa e arrivò fino a Gerusalemme. Questa esperienza è raccontata nelle decorazioni e negli oggetti della sala, tra cui il ritratto a grandezza naturale di Giacomo in cui il Conte viene raffigurato con un mantello da pellegrino. Sul soffitto troviamo invece Giove, al cui fianco appaiono un enorme sole, la luna e segni astrologici. Sempre qui si trova un armonium intarsiato del 1559 ancora oggi funzionante e utilizzato.

La biblioteca[modifica | modifica wikitesto]

Nella biblioteca dei Trapp, adiacente alla sala del Conte Giacomo, sono conservati molti libri antichi e contemporanei. Tra gli elementi degni di nota troviamo una grande otarda imbalsamata (Trappe in tedesco), animale simbolo della famiglia Trapp e identificabile nel loro stemma. Questo uccello è oggi molto raro e ne rimangono pochi esemplari.[6]

Sala degli antenati[modifica | modifica wikitesto]

La sala è un vero e proprio memoriale: al centro si trova un grande tavolo, mentre sulle quattro è appesa una vastissima serie di ritratti che raffigurano i conti Trapp dal 1600 al 1800. Tra i ritratti troviamo anche quello di Gotthard Trapp, esponente tra i più importanti della famiglia che ebbe anche il ruolo di tesoriere alla corte dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria. Oltre al suo ritratto sono conservati alcuni dei suoi abiti e una sua chiave. Il conte Gotthard si occupò anche dell'ultima restaurazione della villa.

La cappella di San Giacomo[modifica | modifica wikitesto]

Al ritorno da Gerusalemme, il conte decise di costruire questa cappella di famiglia che prese il posto dell'antica chiesetta romanica. L'altare della cappella risale al 1597, così come il balconcino e le colonne intarsiate. Gli interni sono decorati con affreschi di puro gusto rinascimentale, mentre i decori della volta risalgono al 1904. Le rappresentazioni dei santi Nicola e Giorgio sono di inizio '500, posti in modo da essere sempre visibili, il crocifisso di legno invece risale al XV secolo, mentre le aste porta candele al XVII secolo. Nella sacrestia è conservata una riproduzione della Madonna Nera.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Un mondo di avventure e tradizioni da scoprire con tutta la famiglia nella visita a Castel Coira, su Suedtirol.com. URL consultato il 14 ottobre 2021.
  2. ^ Castel Coira: architetture romaniche e gotiche in Val Venosta, su Conoscere la storia, 6 agosto 2020. URL consultato il 14 ottobre 2021.
  3. ^ Castel Coira a Sluderno in Val Venosta - Castelli Alto Adige, su sudtirol.com. URL consultato il 14 ottobre 2021.
  4. ^ Castel Coira - Sluderno - Alto Adige, Provincia di Bolzano, su suedtirolerland.it. URL consultato il 14 ottobre 2021.
  5. ^ Storia – Castel Coira, su churburg.com. URL consultato il 14 ottobre 2021.
  6. ^ Pubblicato da Lorenzo Taccioli, Lorenzo Taccioli - Castel Coira - Guida al Castello in Val Venosta, su Lorenzo Taccioli, 22 giugno 2021. URL consultato il 14 ottobre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Martina Giovannoni (a cura di), Vogt Gaudenz von Matsch - ein Tiroler Adeliger zwischen Mittelalter und Neuzeit (Veröffentlichungen des Südtiroler Kulturinstitutes, 3), Lana, Tappeiner, 2004. ISBN 88-7073-354-8
  • (EN) Carlo Paggiarino, Claude Blair, Historic armour and arms in the castle of Churburg, Milano, Prunner, 2006. ISBN 978-88-95191-00-3
  • Helmut Stampfer, Castel Coira - cultura dell'abitare e armeria (Burgen, 4), Ratisbona, Schnell & Steiner, 2009. ISBN 978-3-7954-2157-1

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