Castel Montechiaro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Castel Montechiaro
Burgruine Lichtenberg
Vista del castello da sotto
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
CittàPrato allo Stelvio
Coordinate46°38′01.23″N 10°33′51.98″E / 46.633674°N 10.564438°E46.633674; 10.564438
Mappa di localizzazione: Trentino-Alto Adige
Castel Montechiaro
Informazioni generali
TipoCastello
Termine costruzioneXIII secolo
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Il castel Montechiaro (in tedesco Burgruine Lichtenberg) è un castello che si trova a nord di Prato allo Stelvio, in Alto Adige.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista dal castello della val Venosta
Vista del castello dalla strada

Il castello risale molto probabilmente al primo XIII secolo ed è documentato dal 1228. Venne eretto dai conti di Tirolo per contrastare i vescovi di Coira, presenti sul versante opposto della valle.

Il muro di cinta appartiene probabilmente alla fase originaria. Nei documenti vengono citate anche le due torri: quella sud e la torre di Ilprando (in ted. Hiltprandsturm).

Durante il XIV secolo, la struttura venne ampliata con un grande palazzo e di un edificio secondario (denominato "piccolo palazzo") in stile gotico, ricco di affreschi con tematiche cavalleresche, oggi conservati presso il Tiroler Landesmusuem Ferdinandeum di Innsbruck.

A seguito di alcune battaglie avvenute nei suoi pressi, come ad esempio la battaglia della Calven (1499), si decise di rafforzarne le strutture difensive elevando una nuova cinta muraria con merli, e una nuova torre, la torre circolare. Allora il castello era infeudato ai signori di Spaur, di cui si conserva a Praga il più antico registro dei beni proprietari del castello, risalente agli anni 1477-1483.[1]

La famiglia Khuen-Belasi entrò in possesso del castello nel 1513 e durante il XVI secolo, con l'aiuto dell'arcivescovo Johann Jakob Khuen-Belasi, fece diversi lavori strutturali: al palazzo grande venne aggiunto un piano e venne costruita una torre scalare. Inoltre l'arcivescovo fece costruire una cappella.

Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, il castello subì un lento decadimento, al punto che, nel 1908, si decise di trasportarne alcuni affreschi al Ferdinandeum di Innsbruck. Nel 1925 il castello, di proprietà privata, veniva descritto in condizione precarie. Un progetto di restauro e consolidamento fu elaborato nel 1950, ma venne in seguito abbandonato dopo averlo semplicemente sgomberato dalle macerie.

Nel 1961, a causa del pericolo di uno scivolamento a valle delle murature, il sindaco di Prato allo Stelvio richiese l'esecuzione di opere urgenti e tra il 1962 e il 1965 si avviarono le urgenti opere di consolidamento per le mura di cinta. Altri restauri furono eseguiti tra il 1982 e il 1984 da un'associazione locale e dalla locale soprintendenza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hannes Obermair, «Tirolensia im Nationalmuseum Prag», in Tutela dei beni culturali in Alto Adige 1991-1995, Vienna-Bolzano, Folio, 1997, pp. 277-290, qui p. 282s.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Hans Nothdurfter, Die Ruine Lichtenberg, Lana, Tappeiner, 1995. ISBN 88-7014-957-9
  • (DE) Armin Torggler, Lebendiges Mittelalter in Südtirol, Bolzano, Athesia, 2010, pp. 102–105. ISBN 978-88-6011-127-2

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàGND (DE7640207-1