Pedofilia e Chiesa cattolica nel XXI secolo: differenze tra le versioni

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In una trasmissione televisiva della CNN lo psichiatra Gene Abel, che ha diretto sei progetti di ricerca governativi sulla violenza sessuale e pubblicato 100 studi scientifici sull'argomento..<ref>[http://abelscreening.com/innovations/index.html]</ref>, ha affermato che si possono stimare tra l'1% e il 5% i molestatori di minori negli Stati Uniti..<ref>[http://www.stopsexoffenders.com/childsafety/articles/childsafetyarticles6.shtml]</ref>
In una trasmissione televisiva della CNN lo psichiatra Gene Abel, che ha diretto sei progetti di ricerca governativi sulla violenza sessuale e pubblicato 100 studi scientifici sull'argomento..<ref>[http://abelscreening.com/innovations/index.html]</ref>, ha affermato che si possono stimare tra l'1% e il 5% i molestatori di minori negli Stati Uniti..<ref>[http://www.stopsexoffenders.com/childsafety/articles/childsafetyarticles6.shtml]</ref>


Secondo don [[Fortunato Di Noto]], fondatore della Associazione Meter che si occupa di lotta alla pedofilia<ref>[http://www.associazionemeter.org/index.php?option=com_content&task=view&id=248&Itemid=134]</ref>, in Italia in dieci anni si sono contati 80 casi di preti pedofili<ref>[http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=46400]</ref> contro i 20000 casi che avvengono ogni anno e i 1000 processi che si svolgono<ref>[http://www.caramellabuona.org/index.php?option=com_content&task=view&id=19&Itemid=35]</ref>.
Secondo don [[Fortunato Di Noto]], fondatore della Associazione Meter che si occupa di lotta alla pedofilia<ref>[http://www.associazionemeter.org/index.php?option=com_content&task=view&id=248&Itemid=134]</ref>, in Italia in dieci anni si sono contati 80 casi di preti coinvolti in casi di pedofilia<ref>[http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=46400]</ref> contro i 20000 casi che avvengono ogni anno e i 1000 processi che si svolgono<ref>[http://www.caramellabuona.org/index.php?option=com_content&task=view&id=19&Itemid=35]</ref>.
Secondo una ricerca del Censis in Italia si registrano 21000 casi di pedofilia l'anno (1 ogni 400 minori)<ref>[http://www.gonews.it/articolo_53292_aprile-piazza-Telefono-Azzurro-contro-labuso-minori-Lallarme-pedofilia.html]</ref>.


== Pedofilia e Chiesa cattolica nella Storia ==
== Pedofilia e Chiesa cattolica nella Storia ==

Versione delle 08:58, 30 apr 2010

Per casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica si intendono abusi sessuali su minori ed episodi di pedopornografia che hanno visto coinvolti alcuni chierici o religiosi della Chiesa cattolica.

Dimensioni del fenomeno

Nel giugno 2009 il cardinale Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero ha dichiarato al settimanale cattolico spagnolo Vida Nueva che i casi di pedofilia non arrivano mai al 4% in alcuna diocesi [1]. Questa dichiarazione rettifica una precedente intervista dello stesso cardinale Hummes del 5 gennaio 2008 all'Osservatore Romano, in cui dichiarava che tra i sacerdoti neppure l'1% ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale [2].

Nel settembre del 2009 l'arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU di Ginevra, in una dichiarazione emessa in una riunione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, in relazione ai crimini sessuali sui minori, ha dichiarato che nel clero cattolico solo tra l'1,5% e il 5% dei religiosi ha commesso atti di questo tipo. Nella stessa dichiarazione Silvano Tommasi ha tuttavia aggiunto che anche le chiese protestanti e le comunità ebraiche registrano gli stessi fenomeni e che rimane più probabile che un minore subisca un abuso in famiglia. [3].

Nel 2004 la conferenza episcopale statunitense commissionò uno studio dettagliato (John Jay Report[4]) sul fenomeno.

Da tale studio risulta che il 4% (1 caso ogni 25) di tutti i sacerdoti e diaconi in carica negli Stati Uniti dal 1950 al 2002 è stato accusato di crimini a sfondo sessuale con minori[4][5].

I dati dello studio provengono dagli archivi diocesani in cui sono presenti schede personali su ogni sacerdote accusato di abusi sessuali e su ogni vittima. Le informazioni furono filtrate in modo da garantire l'anonimato sia del sacerdote che della diocesi d'appartenenza.

Nell'aprile 2010 la Chiesa cattolica di Malta ha dichiarato che 45 sacerdoti sono stati accusati di abusi sessuali su minori in base allo studio di una commissione che ha iniziato i suoi lavori nel 1999.[6] [7]

Secondo questo studio dei 45 casi 19 non hanno basi e 13 sono ancora pendenti; alcuni dei casi risalgono agli anni 70 per cui non è corretto fare alcuna statistica in base al numero di sacerdoti oggi presenti a Malta.[8]

In una trasmissione televisiva della CNN lo psichiatra Gene Abel, che ha diretto sei progetti di ricerca governativi sulla violenza sessuale e pubblicato 100 studi scientifici sull'argomento..[9], ha affermato che si possono stimare tra l'1% e il 5% i molestatori di minori negli Stati Uniti..[10]

Secondo don Fortunato Di Noto, fondatore della Associazione Meter che si occupa di lotta alla pedofilia[11], in Italia in dieci anni si sono contati 80 casi di preti coinvolti in casi di pedofilia[12] contro i 20000 casi che avvengono ogni anno e i 1000 processi che si svolgono[13]. Secondo una ricerca del Censis in Italia si registrano 21000 casi di pedofilia l'anno (1 ogni 400 minori)[14].

Pedofilia e Chiesa cattolica nella Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Pedofilia e Chiesa cattolica nella Storia.

Per comprendere il pensiero dei Padri della Chiesa sulla pedofilia e la pederastìa (e l'omosessualità) bisogna rifarsi all'etica romana a partire dall'età repubblicana, periodo in cui il potere legislativo prese «provvedimenti contro la pederastìa»[15], prima in via amministrativa, poi in via giudiziaria[16]. Pur ritenendo «normale che un uomo avesse rapporti sessuali con altri uomini, oltre che con le donne» i romani, a differenza dei greci[17], «non ritenevano che, per i ragazzi, essere soggetti passivi di un rapporto omosessuale fosse educativo»[15][18]. Il pensiero dei Padri riprendeva in parte la morale «tardo pagana» sul matrimonio[19]. Anche altri studiosi[20] concordano su questa impostazione. Da un tipo di «sessualità di stupro»[19][21], il romano che «sottometteva senza problemi e senza rimorsi la moglie, le schiave e gli schiavi», cominciò a imporsi una regola di vita, che diventò un «codice morale repressivo». Prima che il cristianesimo prendesse campo, la morale sessuale dei romani «si era trasformata da una bisessualità di stupro in un'eterosessualità di riproduzione»[22]. La castità, anticipando il pensiero dei Padri, era diventata una virtù. La predicazione cristiana trovò un facile terreno, alimentata dalla predicazione stoica «che esortava a controllare le passioni, a vincere le pulsioni, a indirizzare il sesso alla procreazione»[23]. La nuova regola era «l'eterosessualità di riproduzione»[23].

I casi in Irlanda

Brendan Smyth (1927-1997), sacerdote cattolico irlandese

Nel 1994 in Irlanda esplose lo scandalo-Brendan Smyth, un sacerdote cattolico nordirlandese accusato di abusi su minori in oltre 40 anni di attività pastorale a Belfast, Dublino e anche negli Stati Uniti. Arrestato e processato da una corte britannica a Belfast, morì in carcere nel 1997. Inizialmente condannato per 17 casi accertati di abusi su minore, durante la sua detenzione furono accertate a Dublino le sue responsabilità in ulteriori 74 casi analoghi[24][25].

Il documentario della Bbc "Sex crimes and the Vatican" racconta i casi di 100 bambini e bambine abusati da 26 sacerdoti irlandesi, che secondo il giornalista della Bbc sarebbero stati coperti insabbiati dal Vaticano e dall'allora cardinale Ratzinger, a capo della Congregazione della Dottrina della Fede.

Nell 2006 una commissione indipendente di inchiesta, guidata dal magistrato Yvonne Murphy, chiese dettagli al Vaticano circa i rapporti sugli abusi inviati dal 1975 al 2004 alla Santa Sede dall'arcidiocesi di Dublino. La Santa Sede ignorò la richiesta, comunicando al ministero degli Esteri irlandese che essa "non era passata attraverso gli appropriati canali diplomatici", nonostante il carattere indipendende della commissione rispetto al governo irlandese implicasse l'inopportunità di tali canali. Una seconda richiesta di informazioni e documenti venne avanzata nel febbraio 2007 al Nunzio apostolico a Dublino, senza esito, così come senza risposta fu la richiesta di commento al rapporto finale della commissione, che denuncia l'ostruzionismo dei vertici cattolici. A seguito della pubblicazione del rapporto, il responsabile dell'arcidiocesi di Dublino, Diarmuid Martin, ha espresso "dolore e vergogna" per la vicenda degli abusi e per come furono coperti dai vertici della Chiesa cattolica di Dublino, offrendo le sue "scuse" alle vittime[26].

Il 20 marzo 2010 Benedetto XVI ha pubblicato una lettera pastorale rivolta ai fedeli cattolici d'Irlanda. In essa il Papa ha spiegato di «condividere lo sgomento e il senso di tradimento [...] sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati», chiedendo ad essa «in primo luogo di riconoscere davanti al Signore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi» e accusando la «preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona». Rivolgendosi poi ai sacerdoti e ai religiosi colpevoli di tali abusi, ha scritto: «Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell'Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa.».[27][28]

I casi negli Stati Uniti

I casi di pedofilia venuti alla ribalta dagli anni 1990 in poi che hanno visto coinvolti componenti del clero cattolico hanno assunto particolare rilevanza mediatica e politica, tanto da spingere la Chiesa statunitense all'istituzione di un'inchiesta indipendente sui fatti. Papa Benedetto XVI ha definito questi casi «Crimini enormi» [29].

D'altro canto, Frank Keating, governatore dell'Oklahoma e titolare dell'inchiesta, dimettendosi dal suo incarico ha paragonato il comportamento della Chiesa a quello di un'organizzazione mafiosa.[30]

Nel 2002 è occorso il primo scandalo con eco internazionale, scoppiato in seguito alla scoperta di abusi sessuali perpetrati da più sacerdoti nei confronti di minorenni nell'arcidiocesi di Boston[31]. In seguito, nel 2005, numerosi casi sono stati registrati in Irlanda[32]. Nel 2009 la Diocesi di Antigonish è stata coinvolta in alcuni casi di abusi sessuali, commessi da suoi sacerdoti su alcune dozzine di persone negli anni 1950, per i quali il vescovo Lahey (poi colpito da mandato d'arresto per possesso di materiale pedopornografico) ha accettato di pagare 15 milioni di dollari canadesi.[33]

Nel giugno 2002 la Conferenza episcopale americana ha nominato una commissione indipendente (National Review Board) per indagare sul fenomeno degli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici cattolici. Il governatore dell'Oklahoma Frank Keating, cattolico praticante ed aderente al partito Repubblicano è stato chiamato alla direzione della commissione. Nel giugno successivo, dopo le critiche ricevute dall'arcivescovo di Los Angeles per aver paragonato alcuni leader della Chiesa americana alla Mafia, ha rassegnato le sue dimissioni, affermando che "il non obbedire ai mandati di comparizione dei Gran Jury, sopprimere i nomi dei preti accusati, negare, confondere, non spiegare, è il modello di un'organizzazione malavitosa, non della mia Chiesa" [34].

Secondo una stima di Andrew Greeley, sacerdote dell'arcidiocesi di Chicago e professore di sociologia alle Università di Chicago e dell'Arizona, da 2.000 a 4.000 preti avrebbero abusato di 100.000 minori, spesso senza che alcun provvedimento venisse preso al riguardo.[35]

Il rapporto commissionato dai vescovi americani allo studio legale John Jay [36] esamina la situazione dei preti denunciati alla magistratura per reati sessuali. Dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000, circa il 4%) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (comprendendo, quindi, casi di pedofilia e casi di rapporti sessuali con adolescenti).

La maggior parte delle vittime che hanno denunciato, il 50.9%, ha una età compresa tra gli 11 e i 14 anni, 27.3% hanno tra i 15 anni e i 17, il 16% sono bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni e circa il 6% hanno una eta sotto i 7 anni. Si noti che secondo la legislazione italiana atti di pedofilia sono compiuti sui minori di 14 anni.

Complessivamente circa il 73% delle vittime che hanno denunciato ha 14 anni o è un bambino. Dal 2000 in poi si registrerebbe, inoltre, un declino delle accuse.

Dei 4.392 preti di cui ci sono serie accuse, i denunciati alla magistratura sono 1.021, i condannati sono 252 ma quelli che hanno scontato pene in prigione sono 100 preti.[37][38]

A parte i condannati vi sono i costi economici molto ampi per esempio nel 2007 complessivamente le diocesi USA hanno speso circa 900 milioni di dollari parte in conciliazioni e parte in patteggiamenti.[39]

Complessivamente l'81% delle vittime sono maschi e il 19% femmine. Le vittime maschili tendono ad essere più vecchie delle vittime femminili Oltre il 40% delle vittime sono maschi con una età compresa tra gli 11 e i 14 anni.

La Diocesi di Fairbanks, in Alaska, nel febbraio 2008 ha dichiarato bancarotta, in seguito al risarcimento di 150 vittime del clero tra gli anni '50 e '80. In base alla normativa statunitense utilizzata (il "Chapter 11") la diocesi viene messa in una specie di commissariamento, che provvede (se possibile) a pagare i debitori, ma a questi sono impedite nuove azioni legali nei confronti della società.[40]

I preti stranieri trasferiti in Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Sex crimes and the Vatican.

In alcuni casi dei sacerdoti condannati o ricercati all'estero per reati di pedofilia sono stati trasferiti in Italia.

  • Il caso di James Tully e il trasferimento a Vicenza. James Tully ha operato per diverso tempo nella cittadina di Ashfield (Massachusetts), fin quando è arrivata la condanna per pedofilia. Il prete è stato infatti accusato da William Nash e da altri ex seminaristi di violenze sessuali su minori. Le indagini hanno portato alla sentenza definitiva che vedeva il parroco colpevole.

Nonostante ciò il Vaticano decccise per l'improvviso trasferimento di padre Tully dagli USA all'Italia, trasferendo Tully nuovamente negli USA poche settimane prima che Nash giungesse a Vicenza per tenere una conferenza stampa.[41] Tully è tuttora a piede libero.

  • Joseph Henn, estradato in Arizona, svanisce nel nulla a Roma. Joseph Henn, agli arresti domiciliari nel 2005 presso la casa generalizia dei Padri Salvatoriani in via della Conciliazione, nei pressi del Vaticano, dove risiedeva da anni, era ricercato in Arizona per molestie su tre giovani di età tra i 14 e i 15 anni. In Arizona rischia 259 anni di carcere. Estradato dopo una lunga vertenza giudiziaria dalla Cassazione, al momento dell'arresto svanisce nel nulla. La storia è raccontata nel documentario Sex crimes and the Vatican. [42] [43] [44]
  • Padre Yousef Dominic, inglese di origini pakistane, rifugiatosi ad Albisola (SV), fuggito mentre era in libertà su cauzione. Nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura.[45]
  • Don Italo Casiraghi, parroco di Gordola, Canton Ticino (Svizzera), dopo la condanna a 6 mesi con la condizionale è stato trasferito a Sesto Calende (VA).[46]
  • Don Vijara Bhaskar Godugunuru (detto Don Vijey), indiano, dichiaratosi colpevole nel 2007 in Minnesota (USA) per abusi commessi su una ragazzina. Attualmente in servizio, come vice-parroco, a Sarteano (SI), diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza.

È stato fatto trasferire nel suo paese nativo in aprile 2010 per la rievocazione del caso di pedofilia avvenuto in USA. [47]

I casi delle arcidiocesi di Boston, Los Angeles, Chicago

Nell'Arcidiocesi di Boston è esploso uno dei casi più vasti di pedofilia che ha colpito appartenenti alla Chiesa cattolica. Più di duecento sacerdoti (su circa 1500 operanti nella diocesi) sono stati accusati di abusi sessuali, ma poiché il sistema giudiziario americano consente alle vittime di rivalersi economicamente sulle diocesi[48], gran parte delle stesse ha preferito farsi risarcire dalle diocesi anziché far condannare penalmente i responsabili, per cui si è registrato un forte indebitamento dell'arcidiocesi che ha dovuto vendere numerose proprietà immobiliari per liquidare i rimborsi[49].

L'arcivescovo di Los Angeles cardinale Roger Michael Mahony. Accusato di aver coperto preti pedofili (caso del sacerdote Oliver O'Grady reo confesso di pedofilia), nel luglio del 2007 ha chiesto pubblicamente scusa per gli abusi commessi dai preti della sua diocesi su 508 vittime dopo che queste erano riuscite ad ottenere un risarcimento di 600 milioni di dollari. Gli abusi nell'arcidiocesi di Los Angeles sarebbero cominciati negli anni '40[50][51].

Il fenomeno ha coinvolto anche l'arcidiocesi di Los Angeles, con 508 vittime e 113 preti coinvolti. Nel 2007 si è giunti ad un accordo extragiudiziario che prevedeva il pagamento della cifra record di 660 milioni di dollari (pari a circa 485 milioni di euro) destinata a rimborsare i danni subiti dalle vittime[52]. In un precedente patteggiamento l'arcidiocesi di Los Angeles aveva accettato di versare altri 114 milioni di dollari di risarcimento. Pertanto, complessivamente, l'arcidiocesi di Los Angeles ha patteggiato risarcimenti per 774 milioni di dollari[53].

Nel 2006 un documentario, Deliver Us from Evil, accusò i vertici dell'arcidiocesi di Los Angeles di essere a conoscenza degli abusi commessi sui minori -in alcuni casi addirittura infanti- da oltre 20 anni e di non aver preso contromisure per arginare il fenomeno[54].

Nel dicembre 2007 l'arcidiocesi di Los Angeles è stata condannata al pagamento di 500 000 dollari perché sette dei suoi sacerdoti avevano violentato Rita Milla da quando questa aveva 16 anni. La donna ha anche una figlia da uno di questi prelati, mentre un altro aveva tentato di farla abortire in cambio di denaro[55].

Nell'agosto 2008 l'arcidiocesi di Chicago ha patteggiato di versare altri 12,6 milioni di dollari in risarcimento delle vittime degli abusi sessuali commessi da parte di 10 propri sacerdoti a 15 vittime. L' arcidiocesi di Chicago ha già versato 65 milioni di dollari di risarcimento per 250 casi di pedofilia commessi da sacerdoti della propria diocesi. Sono ancora in corso i giudizi altri 20 giudizi simili[56].

Negli Stati Uniti d'America esiste un archivio in cui sono riportati più di 4.000 casi giudiziari[57].

I missionari in Alaska

In Alaska, nel novembre del 2007, è stato annunciato un accordo extragiudiziale tra la Compagnia di Gesù e 110 presunte vittime di abusi sessuali avvenuti tra il 1959 e il 1986 in 15 villaggi Yupik, relativo ad un risarcimento di 50 milioni di dollari (il risarcimento più grande tra gli quelli pattuiti dagli ordini religiosi). L'avvocato delle vittime, Ken Roosa, aveva affermato che queste avevano trovato il coraggio di denunciare le violenze solo dopo essere venuti a conoscenza del caso di Boston e che i Gesuiti sarebbero stati al corrente della situazione, avendo volontariamente deciso di mandare nella zona remota i religiosi che si erano già rivelati "problematici" altrove, accuse però respinte dal rappresentate dell'Ordine.

Sempre per l'avvocato delle vittime "In alcuni villaggi eschimesi è difficile trovare un adulto che non sia stato sessualmente abusato".[58][59] I termini dell'accordo non prevedono un riconoscimento di colpevolezza da parte dei Gesuiti, ma solo il risarcimento di 50 milioni di dollari ai querelanti.

Un ex monaco benedettino e prete, Patrick Wall, che ha fatto da consulente agli avvocati nei processi ha dichiarato che le gerarchie gesuite erano a conoscenza delle tendenze dei sacerdoti accusati in quanto avevano già commesso molestie altrove, ma sono stati lasciati liberi di agire senza alcun controllo.[60] [61]

«Avevano il potere assoluto sulle persone e sulla cultura del luogo. Avevano il potere politico. Avevano il potere della razza. Avevano il potere di farti andare all'inferno. Per le vittime non c'era via di scampo.»

I casi in Brasile, i diari dei preti e la casa di cura segreta

In Brasile circa 1700 preti (10% del totale) sono stati coinvolti in casi di cattiva condotta sessuale tra cui violenze e abusi sui minori. Come il caso di padre Edson Alves dos Santos, sacerdote brasiliano di 64 anni che ha violentato un bambino di 10 anni o Felix Barbosa Carreiro, un prete sorpreso in un'orgia di sesso e droga con 4 adolescenti adescati su Internet. [62]

I diari

Padre Tarcisio Tadeu Spricigo ha compilato un manuale sequestrato dagli inquirenti con le dieci regole per restare impuniti. Tra le pagine del suo manuale si legge:

«Mi preparo per la caccia, mi guardo intorno con tranquillità perché ho i ragazzini che voglio senza problemi di carenze, perché sono il giovane più sicuro al mondo [...] Piovono ragazzini sicuri affidabili e che sono sensuali e che custodiscono totale segreto, che sentono la mancanza del padre e vivono solo con la mamma, loro sono dappertutto. Basta solo uno sguardo clinico, agire con regole sicure [...] Per questo sono sicuro e ho la calma. Non mi agito. Io sono un seduttore e, dopo aver applicato le regole correttamente, il ragazzino cadrà dritto dritto nella mia... saremo felici per sempre [...] Dopo le sconfitte nel campo sessuale ho imparato la lezione! E questa è la mia più solenne scoperta: Dio perdona sempre ma la società mai.»

Due sacerdoti pedofili hanno confessato producendo dei diari in cui descrivevano le proprie attività pedofile.

Padre Alfieri Edoardo Bompani, 45 anni, arrestato per pedofilia e detenzione di materiale pedopornografico costituito dai video che egli stesso registrava durante le proprie performances sessuali coi minori tra i 6 e i 10 anni. La polizia ha sequestrato anche racconti erotici in cui il sacerdote riportava esperienze personali e un diario (il quinto, secondo la nota di copertina).[63]

La casa di cura

A Barretos, un piccolo centro a nord ovest di San Paolo, venne aperto in segreto dai sacerdoti italiani della Congregazione di Gesù Sacerdote (padri Venturini) un centro di cura per preti pedofili nel quale venivano ospitati e di fatto nascosti i colpevoli, come lamentarono i familiari delle vittime. I pazienti, come affermato dagli stessi padri Venturini, venivano segnalati e destinati al centro dai vescovi delle varie diocesi brasiliane. I padri Venturini affermarono di non conoscere le difficoltà e le problematiche dei propri pazienti ospiti nonostante all'interno del centro ci fossero dei preti psicologi come Padre Mario Revolti, 70 anni, trentino, responsabile-psicologo. [64]

I casi in Australia

L'arcivescovo di Sydney e cardinale George Pell

In Australia si registrano 107 casi di condanne di sacerdoti o religiosi per abusi sessuali su minori. Ma altri processi sono ancora in corso[65][66] e, secondo i gruppi di supporto, le vittime si contano a migliaia[67]. In Australia nel 2005 erano in vita 3.142 sacerdoti[68].

Il caso delle sorelline violentate da padre O' Donnell

Anthony e Christine Foster, genitori di due bambine ripetutamente violentate da un sacerdote di Melbourne, padre Kenin O'Donnell, accusano il cardinale George Pell di aver insabbiato l'inchiesta contro padre O'Donnell, riconosciuto responsabile delle violenze sulle loro due figlie, Emma e Katherina, commesse tra il 1988 e il 1993.

A seguito delle violenze una delle due figlie, Emma, si è suicidata nel 2008, non riuscendo a superare il trauma, e l'altra Katherina, ha avuto problemi con l'alcol e, a seguito di un incidente stradale, ha riportato danni cerebrali.

O' Donnell morì in prigione nel 1997, ma i genitori delle due bambine hanno dovuto intraprendere una dura battaglia legale per veder riconosciuto il risarcimento dei danni.

Nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Sydney nel 2008 i genitori delle due bambine hanno cercato inutilmente di farsi ricevere da Benedetto XVI per avere le scuse dal pontefice[69][70].

I casi italiani

Il caso Bertagna

Don Pierangelo Bertagna, è l'ex abate dell'abbazia di Farneta, nel comune di Cortona (AR).

L'11 luglio 2005 il sacerdote, 44 anni, viene arrestato a seguito della denuncia di un bambino tredicenne. Nei giorni successivi don Bertagna confessa di aver abusato di 38 bambini in tutta Italia. Diventato sacerdote a 39 anni, confessa abusi dal 1988, quando non era ancora entrato in seminario, compiuti ai danni di bambini e ragazzini dagli 8 ai 15 anni.

Ordinato sacerdote nel 2000 dal vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti, per tre anni presta la sua opera nell'abbazia di Farneta, a cui viene messo a capo nel 2003. Don Bertagna si ispira alle ritualità dell'associazione cattolica dei Ricostruttori nella preghiera, che conducono una vita ascetica con influenze new age e attirano a loro i nostalgici del '68.

Nella confessione don Bertagna ammette che le violenze sono iniziate dapprima nella sua zona di origine, la Lombardia e il Bresciano, poi tra i Ricostruttori nella preghiera, di cui faceva parte, poi nel seminario e infine nell'abbazia di Farneta. Nel corso degli interrogatori don Bertagna confessa che i Ricostruttori nella preghiera e in particolare padre Vittorio Cappelletto, ottuagenario e carismatico gesuita a capo dell'associazione, ne erano a conoscenza. Padre Cappelletto ha sempre smentito di essere a conoscenza delle tendenze pedofile di don Bertagna.

A seguito dell'arresto il vescovo di Arezzo sospende "a divinis" don Bertagna e trasferito nell'eremo di Valdichiana aretina, dove attende il processo. È stato condannato a otto anni di carcere nel giugno 2007 per 16 dei 38 abusi confessati[71][72][73][74][75].

Il caso Marchese, abusato da don Bruno Puleo

Lo stesso argomento in dettaglio: Caso Marchese.

Ha destato particolare clamore il caso di Marco Marchese (minorenne all'epoca dei fatti), un ex seminarista che ha denunciato abusi nei suoi confronti da parte di don Bruno Puleo[76]; il parroco ha poi patteggiato l'accusa dichiarandosi colpevole[77][78]. Marchese ha chiesto un risarcimento di 65.000 euro alla Curia di Agrigento, ma il vescovo, Carmelo Ferraro, ha risposto con una richiesta di 200.000 euro per danni di immagini alla Chiesa. Il fatto rivelato nel 2004 dall'agenzia di informazione politico-religiosa Adista[79], ma fu reso noto al grande pubblico attraverso la trasmissione televisiva Mi manda Raitre[80][81][82][83].

Questo caso ha assunto particolare rilevanza anche perché:

  • la vittima è stata invitata a rimanere in silenzio e non rivelare l'accaduto;
  • alla vittima è stato chiesto di perdonare chi ha perpetrato gli abusi;
  • il sacerdote colpevole degli abusi, ha subito come punizione da parte delle istituzioni ecclesiastiche il solo trasferimento in altra località, nella quale, in seguito, è stato accusato di ulteriori abusi sessuali nei confronti di minorenni.

Marco Marchese ha fondato un'associazione[84] contro la pedofilia.

Il caso Govoni

Il 20 maggio 2000 il sacerdote modenese Giorgio Govoni è stato stroncato da un infarto mentre si trovava nello studio del suo avvocato. Era sotto processo e attendeva il verdetto della sentenza di primo grado che sarebbe stato emesso qualche giorno dopo. Il 5 giugno del 2000 il tribunale di Modena in primo grado dichiara colpevole il prete della Bassa assieme ad una decina di indagati. La Corte d' Appello di Bologna dichiara che il prete morto non può essere giudicato in appello (art. 69)[85]. Il processo per accuse di pedofilia vedeva 15 imputati tra cui il Govoni, tutti condannati in primo grado[86][87][88]. L'11 luglio 2001 la Corte d'appello di Bologna assolse con formula piena 8 dei 15 imputati e ridusse per i restanti la pena inflitta in primo grado. Per la Corte d'Appello, erano avvenuti solamente alcuni abusi entro le mura domestiche, argomento che faceva cadere l'accusa mossa al sacerdote e ad altri coimputati di violenze e riti satanici nei cimiteri[89].

Il caso Cantini

Lo stesso argomento in dettaglio: Lelio Cantini.

L'ex priore della parrocchia Regina della pace di Firenze, don Lelio Cantini, 85 anni, fu accusato nel 2004 da una ventina di fedeli e, successivamente, da alcuni sacerdoti di violenze sessuali, psicologiche e plagio con una missiva inviata alla Curia di Firenze[90].

La lettera fu inviata al vescovo ausiliare di Firenze mons. Claudio Maniago, già discepolo di don Cantini. Secondo gli autori della missiva don Cantini si sarebbe anche fatto consegnare denaro e beni dai suoi parrocchiani, risorse con le quali sarebbero stati ristrutturati la parrocchia di Regina della Pace e la canonica di Mucciano utilizzata per villeggiature e campi estivi.

Nell'ambito delle vicende di abusi sessuali denunciati dagli autori della denuncia, questi sostennero che all'interno delle «farneticanti visioni del futuro» don Cantini aveva costruito un «oscuro progetto» di costruzione di una «vera Chiesa contrapposta a quella di fuori corrotta e incapace», rappresentava «il primo», il «predestinato» del gruppo di giovani «eletti» da avviare al sacerdozio perché andassero poi a costituire il futuro clero della nuova Chiesa[91].

Una successiva missiva del 29 gennaio 2006 fu consegnata al card. Antonelli, in cui gli autori chiesero "un segno inequivocabile e definitivo". Successivamente si rivolsero alla Santa Sede in due lettere del 20 marzo e 7 aprile 2007, con cui lamentarono "la mancanza di una chiara e decisa presa di posizione da parte del vescovo". Una successiva missiva alla Santa Sede fu inviata il 13 ottobre 2006 da alcuni preti, venuti a conoscenza della vicenda[92][93]. Alle lettere rispose il cardinale Camillo Ruini, ricordando alle vittime che don Cantini dal 31 marzo 2007 lasciò la Diocesi e augurandosi che ciò "infonda serenità nei fedeli coinvolti a vario titolo nei fatti"[92].

Il 2 aprile 2007 l'arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli e il suo ausiliare Maniago furono ricevuti in Vaticano da Benedetto XVI proprio per affrontare la vicenda. Fu avviato un procedimento canonico[94].

A seguito dello scoppio dello scandalo, nell'aprile 2007, il card. Antonelli dichiarò che don Cantini è colpevole dei delittuosi abusi sessuali attribuitigli dal 1973 al 1987, nonché di falso misticismo di controllo e dominio delle coscienze[95]. Gli fu proibito per cinque anni di confessare, celebrare la messa in pubblico, assumere incarichi ecclesiastici. Gli fu ordinato di fare un'offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna[92].

Della vicenda si interessa la trasmissione televisiva Annozero del 31 maggio 2007 in cui due vittime raccontano alcuni dettagli degli abusi subiti da bambini.

Nel marzo 2008 si ha notizia dell'apertura di una inchiesta penale nei confronti di don Cantini. Gli inquirenti si sono soffermati sia sulle accuse di abusi sessuali sia sugli aspetti patrimoniali[96].

Altri casi

Alcuni casi di sacerdoti condannati (o che hanno ottenuto il patteggiamento) per reati pedopornografia e pedofilia o che hanno pubblicamente ammesso comportamenti del genere:

  • don Giuseppe Abbiati, ex parroco di Borgarello (PV), condannato in Cassazione nel giugno 2009 alla pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione per abusi su due fratellini di 13 e 15 anni commessi nell'oratorio nell'ottobre 2004 [97].
  • don Roberto Berti, ex parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione di Ginestra Fiorentina dal 1990 al 2001 e di San Mauro a Signa (FI) dal 2001 al 2008, condannato nel novembre 2009 dalla Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant'Uffizio) per "molestie sessuali e psicologiche su minori", avvenute tra l’inizio degli anni Novanta e il 2001, alla "residenza obbligata, in regime di vigilanza, in una struttura fuori dalla diocesi di Firenze per un percorso di recupero spirituale e psicoterapeutico" per otto anni, al termine dei quali "la Congregazione per la dottrina della fede riesaminerà la situazione, valutando se il cammino di rigenerazione spirituale e psicologica avrà ottenuto i risultati sperati".[98].
  • padre Gino (Luigi) Burresi, della congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, condannato nel maggio 2005 dalla Congregazione per la dottrina della fede a lasciare il ministero sacerdotale e a ritirarsi a vita privata, per abusi sessuali nei confronti dei suoi fedeli e seminaristi [99]
  • don Giorgio Carli da Bolzano, condannato civilmente in via definitiva dalla Cassazione al risarcimento di 500.000 € a favore della vittima e 200.000 € a favore dei suoi genitori per episodi di pedofilia avvenuti tra il 1989 e il 1994 emersi a seguito di psicoterapia. Assolto in primo grado,[100] condannato in appello a 7 anni e 6 mesi, ha beneficiato della prescrizione penale in Cassazione.[101] La Curia, avendo sempre sostenuto la tesi dell'innocenza del prelato, visto l'annullamento (per prescrizione del reato) della condanna di secondo grado, ha annunciato un suo ritorno ad un ruolo attivo all'interno della Chiesa.[102][103]
  • don Marco Cerullo, ex viceparroco a Casal di Principe, insegnante di religione in una scuola media di Villa Literno, arrestato in flagrante mentre compiva atti sessuali su un bambino di 11 anni, suo alunno. Condannato in primo grado e in appello, con sconto di pena per il rito abbreviato, a 6 anni e 8 mesi di relusione per per violenza sessuale su minore. [104] [105] [106]
  • padre Uruegbe Kevin Chukwuka, nigeriano, della parrocchia San Giacomo d'Acri (CS), condannato in via definitiva nel novembre 2008 dalla Cassazione a due anni di reclusione, dopo la condanna da parte del GUP di Cosenza e della Corte di Appello di Catanzaro, per aver abusato di una bambina di 9 anni durante il catechismo. [107] [108][109] [110]
  • don Felix (Felice) Cini, maltese, parroco di Arcille in provincia di Grosseto, ha patteggiato una condanna a due anni e sei mesi di reclusione per pedofilia e pedopornografia. Dopo la condanna è stato trasferito a Malta. Attualmente esercita il suo ministero a Cercemaggiore (CB). [111] [112] Il trasferimento è avvenuto dopo contatti tra i vescovi di Campobasso e Grosseto e la Santa Sede. [113]
  • don Massimiliano Crocetti, ex parroco di Oriolo Romano (Viterbo) condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione per abusi su due minori. In un procedimento ha patteggiato, nell'altro ha scelto il rito abbreviato. La sua difesa ha preannunciato la proposizione di appello.[114]
  • don Marco Dessì da Villamassargia (CA), missionario in Nicaragua, della diocesi di Iglesias. È stato “dimesso dallo stato clericale ex officio et in poenam” con un decreto della Congregazione per la dottrina della fede del 9 gennaio 2010. Condannato a Parma a 12 anni di reclusione e in appello a Bologna a 8 anni di reclusione per pedofilia su minori del Nicaragua e pedopornografia a seguito delle denunce di un associazioni senza scopri di lucro e della scoperta di 1.442 files pedopornografici. Sentenza annullata dalla Cassazione con rinvio alla Corte di Appello di Bologna per mancanza di richiesta di azione penale da parte del Ministero della Giustizia per i fatti antecedenti al 11 agosto 1998.[115] [116] [117]
  • don Antonio Di Maggio, recidivo, che operava nella parrocchia della Madonna di Czestochowa, a La Rustica, e insegnava religione alla scuola media di Roma «Salvo D'Acquisto» è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione per aver abusato di due ragazzi di 12 anni. Ha beneficiato dello sconto di pena per il rito abbreviato e per aver parzialmente risarcito le vittime con 15.000 €.[118] Già condannato dieci anni fa al risarcimento del danno per aver abusato di un minorenne.
  • don Luigi Facchi, ex vicerettore del seminario minore di Brescia, poi parroco a Ome (BS), che nel 2002 ha patteggiato una pena per reati collegati alla pedofilia. [119] [120]
  • don Marco Gamba, parroco di Chiusa di San Michele, reo confesso, condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione, con doppio sconto di pena per il rito abbreviato e per aver risarcito i familiari delle vittime, due chierichetti di 11 e 12 anni, ritratti in pose oscene. Della vicenda si è occupata la trasmissione "I Fatti Vostri" [121] [122]
  • don Paolo Gardenal, ex parroco di Ceneda, frazione di Vittorio Veneto (TV), nel dicembre 2003 ha patteggiato la condanna ad un anno e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale su quattro ragazzi dodicenni [123] [124] [125]
  • don Renato Giaccardi, di Magliano Alpi (CN), ha patteggiato nel novembre 2006 una pena di 4 mesi di reclusione per atti sessuali con minori. Le accuse riguardavano una quarantina di minori. [126] [127]
  • don Giuseppe Giacomoni, da Cesenatico (FC), condannato in Cassazione (con sconto di pena per il rito abbreviato) a 6 anni e 8 mesi di reclusione e 140.000 € di risarcimento per pedofilia e sfruttamento della prostituzione minorile ai danni di minori di cui ospiti della comunità Arcobaleno, minacciati di non regolarizzare la loro permanenza in Italia spingendoli a prostituirsi e organizzando incontri con clienti che lui stesso reperiva. [128] [129]
  • don Salvatore Manfredi, ex direttore dell' istituto di assistenza per minori Stella Maris di Siponto (Foggia), condannato nel gennaio 1988 dai giudici della Corte d'appello di Bari a due anni di reclusione per atti di libidine e violenza privata su minori avvenuti nel dicembre 1985. [130]
  • padre Domenico Marcanti, inchiodato dalle telecamere istallate in oratorio dagli inquirenti [131] condannato, patteggiando, a tre anni.[132]
  • don Roberto Mornati, trasferito dalla curia a Gavirate dopo aver subito un processo per molestie negli anni 80, nel 2004 è stato condannato a tre anni e quattro mesi di carcere (con l'attenuante dell'infermità mentale) per atti di pedofilia su dodici ragazzi del paese. Il parroco aveva chiesto il patteggiamento ma gli era stato negato perché la pena richiesta era stata ritenuta troppo bassa.[133] [134]
  • padre Mario Pezzotti, dei padri Saveriani, da Marone (BS), condannato nel 1993 in USA al risarcimento di 175.000 dollari per abusi sessuali commessi nel 1959 in Massachusetts su una ragazza di 14 anni. Dal 1970 al 2003 in missione tra i bambini degli indigeni Kayapo in Brasile. Attualmente è presso la casa dei Saveriani a Parma. [135]
  • don Armando Rizzioli, 71 anni, parroco di Santo Stefano a Due Carrare, nella diocesi di Padova. Ha patteggiato nel 2007 la condanna a 8 mesi di reclusione, perché mentre si trovava in spiaggia a Torri del Benaco, sul Lago di Garda, in perizoma si masturbava in luogo pubblico davanti a un minore di 8 anni. [136] [137] [138]
  • don Pietro Sabatini, rettore del seminario vescovile di Lanusei, ha patteggiato un'ammenda di 4800 euro per possesso di materiale pedopornografico.[139]
  • don Giuseppe Sacco, ex parroco di Briga Novarese, ha patteggiato nel dicembre 1999 una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione, con risarcimento alla minore che lo aveva denunciato per episodi di pedofilia avvenuti nel dicembre del 1997 nel corso del catechismo e di lezioni private. [140]
  • don Pasquale Scarola, parroco a San Pietro Apostolo a Capua (CE), condannato in via definitiva a due mesi di reclusione e a quattro milioni di lire di multa per aver molestato con più di 200 telefonate una bambina di 9 anni con telefonate del tipo "Vorrei toglierti le mutandine. Dove vai a scuola? Prima o poi ti vengo a prendere". È in corso il processo civile per il risarcimento del danno. Il parroco non è stato mai trasferito dalla sua parrocchia. [141]
  • don Tommaso Antonio Tarsia. Ha patteggiato nel 1995 un'accusa di violenza sessuale nei confronti di una disabile che frequentava il centro di accoglienza da lui diretto ad Agrigento. Non fu sospeso ma trasferito alla chiesa del Cuore eucaristico di Gesù a Pianura (NA) dove è stato arrestato per molestie ripetute nei confronti di una bambina di 10 anni. [142]
  • don Marco Agostini, 43 anni, coinvolto in una vicenda che lo vede imputato per aver abusato di alcuni minorenni negli oratori di Pomezia e Torvaianica e finito agli arresti domiciliari. Successivamente si è impiccato, pur affermando la propria innocenza, mentre era in atto il processo di secolarizzazione [143]
  • don Roberto Volaterra, ex parroco di Castagnole Piemonte ha patteggiato un anno e otto mesi per abusi perpretati nei confronti di una undicenne. [144] [145]
  • Roger Joseph Vangheluwe, vescovo di Bruges, nel mese di aprile 2010, ha pubblicamente confessato di aver compiuto ripetuti abusi sessuali ai danni di un giovane dell'ambiente a lui vicino, sia prima che dopo l'investitura a vescovo[146]. Alla sua ammissione hanno fatto séguito le dimissioni, rassegnate il 23 aprile 2010 e accettate da papa Benedetto XVI[147].

La pedofilia al femminile

Anche tra le religiose appartenenti agli ordini femminili cattolici sono stati registrati casi giudiziari.

Il più famoso è quello che, ad inizio 2008, ha visto la condanna di una suora a 11 anni di prigione per pedofilia: Norma Giannini, direttrice dal 1964 di una scuola media cattolica presso Milwaukee.

In Italia sono in corso tre procedimenti penali che coinvolgono quattro suore: due suore di Cazzano Sant'Andrea (BG), condannate in primo grado, assolte in appello, con sentenza cassata dalla Cassazione, che ha disposto un nuovo appello[148], una suora dell'asilo di Calabritto (AV), condannata in primo grado e in appello e per cui la Cassazione ha disposto un nuovo appello[149] e una suora di Vallo della Lucania (SA), rinviata a giudizio[150]

L'indagine del NIMH e pubblicazioni su riviste specializzate

Il dott. prof. Gene G. Abel[151] ordinario di Psichiatria alla Facoltà di Medicina dell'Università di Emory in Georgia, direttore della Clinica per i disturbi sessuali di Manhattan, ha realizzato per il National Institute of Mental Health (NIMH)(Istituto Nazionale di Igiene Mentale degli Stati Uniti) il più grande studio al mondo sul fenomeno pedofilia. The Abel and Harlow child molestation prevention study[152][153][154] è durato otto anni ed è stato condotto su 16 mila adulti che hanno ammesso di aver molestato almeno un bambino. I risultati delle sue ricerche sono pubblicati sulle più importanti riviste di psichiatria mondiali, sul New York Times [155] e nel volume The stop Children molestation Book (Gene G. Abel, M. D. and Nora Harlow, edito da Xlibris 2001)[156].

Secondo i dati dello studio, i pedofili tenderebbero a modificare le loro attività sociali e lavorative scegliendo stili di vita e mestieri a contatto con i minori, in special modo occupando posizioni che permettano di ottenere agevolmente la fiducia dei bambini e genitori. In particolare un pedofilo adatta la propria professione alle proprie esigenze sessuali.

(EN)

«"Molesters often become youth ministers, day-care workers, Boy Scout leaders, teachers, Big Brothers and pediatricians", "He [a pedophile] is often an active Christian who is involved in his church."[157]»

(IT)

«"I molestatori spesso diventano leader di gruppi giovanili, infermieri, capi scout, insegnanti, "Fratelli maggiori" e pediatri". "[Un pedofilo] è spesso un fervente cristiano con ruoli all'interno della sua Chiesa"»

Nei casi riportati (distribuiti uniformemente per età, estrazione sociale, professione, credo religioso, razza) il pedofilo è maschio nel 99% dei casi. Il pedofilo eterosessuale abusa in media di 19,8 bambine commettendo 23,2 atti sessuali. Il pedofilo omosessuale abusa in media di 150 bambini commettendo 281,7 atti.

Secondo due studi pubblicati sull'American Journal of Psychology e il Journal of Psychiatric Practice i bambini sviluppano problemi psicologici maggiori quando gli abusi vengono compiuti da figure genitoriali (amici di famiglia, preti o oltre figure religiose, allenatori) o quando vengono condotti con l'uso di violenza e/o con contatti genitali[158][159].

Gli studi degli anni '70 e 2000

Secondo uno studio[160][161] condotto su 1500 preti da Conrad Baars[162] psichiatra tedesco di orientamento cattolico, citato anche da Thomas P. Doyle[163] sulla rivista Pastoral Psycology[164][165][166][167] e sottoposto nel 1971 al Sinodo dei Vescovi in Roma, alcuni preti sono affetti da problemi psicosessuali inaspriti dal celibato al quale non si viene sufficientemente preparati durante l'istruzione ricevuta in seminario. Lo studio avvertiva anche della necessità di predisporre azioni correttive per ridurre il fenomeno. Nessun provvedimento fu preso in tal senso. Al Sinodo del 1971 partecipò anche il cardinale Wojtyla, eletto papa 7 anni dopo nel 1978.

La copertura dei preti pedofili da parte delle gerarchie

  • Dure critiche sono state rivolte alla Chiesa Cattolica quando fu scoperto che alcuni vescovi a conoscenza dei casi di abuso avevano trasferito i preti invece di rimuoverli [168]
Lo stesso argomento in dettaglio: [[[[Pedofilia e Chiesa cattolica#I preti stranieri trasferiti in Italia|Pedofilia e Chiesa cattolica § I preti stranieri trasferiti in Italia.
  • È stato rilevato che la posizione prevalente riguardo ai casi di pedofilia era che i pedofili potessero essere curati attraverso assistenza psicologica [169] [170].

A Barretos, in Brasile, venne aperto in segreto dai sacerdoti italiani della Congregazione di Gesù Sacerdote un centro di cura per preti pedofili. [171].

  • Alessandro Maggiolini, ex Vescovo di Como indagato per favoreggiamento personale per aver informato don Mauro Stefanoni, un parroco condannto nel maggio 2008 a 8 anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di un minore «psichicamente debole e bisognoso di affetto e cure, incapace di ribellarsi efficacemente ad un soggetto adulto circondato da rispetto» [172] [173], ha affermato [174] «Una cosa è prendere i necessari provvedimenti canonici, altro è come vescovi diventare strumenti della giustizia italiana, non perché non vogliamo che i sacerdoti colpevoli subiscano le giuste pene dalla giustizia civile, ma perché le vittime debbono decidere loro se accedervi. E alcune preferiscono non farlo». Punto di vista sostenuto anche da Mons. Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.). [175].
  • Mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.). nel mese di maggio 2002 ha dichiarato[176]: «I preti pedofili sono un fatto assolutamente marginale che non richiede interventi da parte delle istanze centrali della Chiesa italiana. Si tratta di un fenomeno estremamente limitato e i vescovi riaffermano la loro fiducia nella stragrande maggioranza dei preti, che servono con fedeltà la Chiesa e l'educazione dei giovani». «Il Consiglio permanente non ha mai parlato di casi di pedofilia, alla Cei non c'è nessun elenco in proposito, non abbiano né casi in evidenza né una procedura di monitoraggio». «La Cei non esercita sorveglianza sui vescovi, non è una superconferenza che li controlla, perché è responsabilità di ogni singolo vescovo affrontare la questione»
  • Monsignor Mauro Cozzoli, docente di Teologia morale all'Università Laternanense, ha dichiarato a Il Messaggero il 6 aprile 2006: «Qualche volta l'autorità ecclesiastica ha coperto certi fatti per evitare che scoppiasse uno scandalo[177]».
  • Un esempio dell'uso comune di trasferire di parrocchia in parrocchia un prete accusato di abusi sessuali è fornito dal caso Ramos. Don Ramos fu trasferito ad un'altra parrocchia dopo una imprecisata terapia psicologica. Nell'immagine (agli atti nel caso Ramos) si vedono gli appunti presi da qualcuno che lavorava all'interno della diocesi durante una conversazione a telefono in cui si comunicava alla diocesi che, nonostante le prime cure ricevute alla fine degli anni ‘70, Ramos aveva continuato a molestare bambini (25 denunce in totale).

Risposta delle gerarchie

Papa Benedetto XVI
  • In un discorso ai Vescovi d'Irlanda del 28 ottobre 2006 Papa Benedetto XVI si è duramente espresso contro i crimini dei sacerdoti colpevoli, dichiarando che «è importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi». Affermando inoltre che «l'ottimo lavoro e il generoso impegno della grande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi in Irlanda non devono essere oscurati dalle trasgressioni di alcuni loro fratelli.» [178]
  • In visita a George Bush a Washington nel mese di aprile 2008 Benedetto XVI, rispetto allo scandalo pedofilia che ha investito la Chiesa Cattolica americana, ha affermato: «Proviamo una profonda vergogna e faremo tutto il possibile perché questi fatti non si ripetano più». [179]
  • Nel mese di luglio 2008, nel corso della giornata mondiale della gioventù tenuta a Sydney, dopo le richieste delle associazioni locali delle vittime, Benedetto XVI ha ribadito analoga posizione affermando: «Desidero qui fare una pausa per riconoscere la vergogna che tutti abbiamo sentito a seguito degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti o religiosi di questa nazione. Davvero sono profondamente addolorato per il dolore e la sofferenza subita dalle vittime e assicuro loro che come loro pastore anche io condivido la loro sofferenza». «Questi misfatti che costituiscono un così grave tradimento della fiducia, devono essere condannati in modo inequivocabile. Essi hanno causato grande dolore e hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa. Chiedo a tutti voi di assistere i vostri vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male. Le vittime devono ricevere compassione e cura, e i responsabili di questi misfatti devono essere portati davanti alla giustizia».[180].
  • Nel suo viaggio apostolico a Malta, il pontefice ha incontrato alcune vittime di abusi sessuali da parte di religiosi; nell'occasione, il papa ha affermato di aver condiviso la loro sofferenza e con commozione ho pregato con le vittime degli abusi commessi da sacerdoti[181].

Il documentario Sex crimes and the Vatican

Lo stesso argomento in dettaglio: Sex crimes and the Vatican.

Nel 2006 l'emittente televisiva inglese BBC ha trasmesso un documentario [182] intitolato Sex crimes and the Vatican che accusava la Chiesa di coprire i sacerdoti coinvolti in abusi sessuali su minori.

Mons. Salvatore (Rino) Fisichella arcivescovo cattolico e teologo italiano. Fu nominato rettore della Pontificia Università Lateranense dal 18 gennaio 2002.

In Italia la decisione di Michele Santoro di trasmettere il documentario nella puntata del 31 maggio 2007 del programma Anno Zero, ha sollevato polemiche politiche. Mario Landolfi, presidente della commissione Vigilanza Rai, ha invitato il direttore generale della Rai pro tempore, Claudio Cappon a non procedere all'acquisto del documentario.[183]

Successivamente alla messa in onda altre polemiche, di segno opposto, hanno coinvolto il conduttore, accusato d'aver concordato con il Vaticano le modalità di pubblicazione, nelle quali si sarebbero illustrati i casi come individuali, evitando di coinvolgere in pieno la Chiesa [184]

Il documentario mostrava i risultati prodotti da una commissione mista di indagine operante negli Stati Uniti d'America a seguito di svariate denunce, esso metteva in evidenza come in un documento del 1964 intitolato Crimen sollicitationis vi fossero norme e regole che, pena la scomunica, imponessero alle vittime di violenza ed a tutti i soggetti coinvolti a vario tiolo di mantenere il silenzio. Durante la trasmissione, questa tesi è stata rigettata da monsignor Rino Fisichella [185].

Il giorno precedente la messa in onda del documentario, Massimo Introvigne pubblicò su Avvenire un articolo fortemente critico sull'accuratezza dei suoi contenuti [186]. In esso si precisava che la pena delle scomunica era, al contrario, riservata a chi avesse omesso la denuncia; la segretezza era riservata ai processi canonici, a tutela di tutte le parti in causa. Altri [187] hanno invece valutato l'ipotesi, fra questi anche la Corte distrettuale di Harris County (Texas), che ha indagato ed imputato per «ostruzione alla giustizia»[188] l'allora cardinale Joseph Ratzinger, in seguito all'invio dell'epistola De delictis gravioribus avvenuta nel 2001. L'imputazione è caduta nel settembre 2005, quando il Dipartimento di Stato statunitense accolse la richiesta di concedere a Ratzinger l'immunità diplomatica in seguito alla sua elezione come Papa (e quindi capo di stato straniero)[189].

Riverberi satirici dei casi in oggetto

Riverberi satirici moderni

Il risalto mediatico acquisito dalla vicenda nei giorni nostri ha avuto riverbero anche nel mondo dei videogiochi, mediante la pubblicazione di Operazione: Pretofilia, realizzato in Flash da Molleindustria e pubblicato il 23 giugno 2007. Il protagonista del gioco ha lo scopo, volutamente sarcastico, di nascondere le attenzioni sessuali dei preti virtuali nei confronti dei bambini, onde evitarne l'arresto da parte delle forze dell'ordine[190].

La pubblicazione del gioco ha provocato polemiche politiche ed un'interpellanza parlamentare[191] ad opera del deputato Luca Volonté (Udc), nella quale si chiede alle istituzioni la censura del prodotto in rispetto della Legge 38/2006 sulla pedofilia. Molleindustria ha replicato[192] sottolineando che «la legge punisce la rappresentazione di immagini virtuali la cui qualità di rappresentazione» - diversamente da quella del gioco - «fa apparire come vere situazioni non reali», e ribadendo le propria intenzione di non ritirare il prodotto[193].

Molleindustria aveva inizialmente rimosso il gioco dal proprio sito web[194], anche se poi ha reso disponibile, on-line e gratuitamente, una versione censurata.

Raffigurazioni e influenze nelle arti

Il fenomeno è stato raffigurato da alcune opere artistiche e opere artistiche sono state influenzate dal fenomeno, in varia maniera.

Ad esempio nel film State buoni se potete (ambientato a Roma nella seconda metà del XVI secolo) un caso di pedofilia da parte di un chierico (del Duca di Caprarola, giovanissimo cardinale, nei confronti di Leonetta, ragazzina al suo servizio travestita da paggetto maschio) ha un ruolo importante nella trama.

Nel film In nome del Papa Re (ambientato anch'esso a Roma nella metà del XIX secolo) ha un ruolo marginale nella trama, viene accennato sbrigativamente da un personaggio (la fidanzata di Cesare Costa), essendo cosa nota che un sacerdote potesse tentare di abusare di una bambina, e quindi neppure bisognosa di troppe spiegazioni.

Note

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Bibliografia (cronologica per data di 1ª edizione)

Libri

Articoli, dossier e pubblicazioni varie

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


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  5. ^ (EN) Richard Owen, Pope calls for continuous prayer to rid priesthood of paedophilia, in The Times, 7 gennaio 2008. URL consultato il 30/9/2008.
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  15. ^ a b Cantarella, pag. 276
  16. ^ Cantarella, pag. 277: la Lex Scatinia stabiliva una pena in denaro «per chi avesse stuprato un puer ingenuus (anche qualora questi fosse consenziente)», e allo stesso tempo «puniva gli adulti che venendo meno al loro dovere di maschi si fossero lasciati sottomettere»
  17. ^ Cantarella, pag. 65: la pederastia greca aveva, comunque, regole precise che, qualora eluse, avrebbero comportato condanna e disapprovazione sociale. Per esempio «fare di un ragazzo inferiore ai 12 anni il proprio amante era un'infamia»
  18. ^ Cantarella, pag. 277: «In questo quadro, è evidente che la formazione del ragazzo romano non solo non poteva prevedere, ma doveva tassativamente escludere i rapporti omosessuali, dei quali sarebbe inevitabilmente stato il partner passivo»
  19. ^ a b Cantarella, pag. 239
  20. ^ P. Veyne, op. cit.
  21. ^ Cantarella, pag. 240
  22. ^ P. Veyne, op. cit.
  23. ^ a b Cantarella, pag. 241
  24. ^ (EN)  Fachtna Ó Drisceoil. «Only the Devil: The story of Fr Brendan Smyth». RTÉ One, 2005.
  25. ^ Moore
  26. ^ Irlanda, Vaticano sotto accusa "Ostacolò il rapporto sulla pedofilia", La Repubblica, 28 novembre 2009
  27. ^ Il Papa e i casi di pedofilia nella Chiesa: «Ne risponderete a Dio e ai tribunali», in Corriere della Sera, 20-03-2010.
  28. ^ Benedetto XVI, Lettera pastorale ai Cattolici d'Irlanda, su vatican.va, 20-03-2010.
  29. ^ Rassegna stampa RadioRai, Corriere della Sera del 29 ottobre 2006
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