Utente:Ciullodalcamo/Isola del Giglio (isola)

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Isola del Giglio
Geografia fisica
LocalizzazioneMar Tirreno
Coordinate42°21′N 10°54′E / 42.35°N 10.9°E42.35; 10.9
ArcipelagoArcipelago Toscano
Superficie21,2 km²
Altitudine massima496 m s.l.m.
Geografia politica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
Provincia  Grosseto
Comune Isola del Giglio
Centro principaleGiglio Castello
Demografia
Abitanti1.393 (2001)
EtnicoGigliesi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Toscana
Isola del Giglio
Isola del Giglio
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L'Isola del Giglio è un'isola italiana appartenente all'Arcipelago Toscano. L'isola fa parte, assieme all'Isola di Giannutri, del comune di Isola del Giglio.

I collegamenti tra l'isola e la terraferma sono garantiti da traghetti con imbarco a Porto Santo Stefano, gestiti dalle compagnie di navigazione Maregiglio e Toremar. Nei mesi estivi l'accesso all'isola con veicoli è condizionato al pagamento di una piccola quota.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

L'isola deve il suo nome al termine greco aigylion e dalla successiva trasformazione latina aegilium, in riferimento a popolazioni di capre selvatiche.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio è quasi completamente collinare e la cima più alta, il Poggio della Pagana, raggiunge i 496 metri s.l.m. nella parte interna centrale dell'isola. La composizione geologica è prevalentemente granodioritica. Il perimetro costiero è di 27 km ed è in larga parte roccioso, tranne che in alcuni punti, dove si aprono la spiaggia del Campese e altre spiagge minori situate sul versante orientale dell'isola (Arenella, Cannelle e Caldane).

Sotto la costa del Giglio si trovano l'Isola della Cappa e Le Scole, poco più che scogli disabitati.

Flora[modifica | modifica wikitesto]

La spiaggia dell'Arenella con sullo sfondo il Monte Argentario.

Come in quasi tutte le isole dell'Arcipelago Toscano, la vegetazione dell'Isola del Giglio era costituita anticamente da leccete, che ricoprivano quasi tutta l'isola. Fino dall'antichità, lo sviluppo dell'agricoltura, l'allevamento e gli incendi hanno alterato l'ambiente naturale e provocato la scomparsa di gran parte di questa vegetazione che oggi, con il passaggio da un'economia agricola al turismo, si sta lentamente ricostituendo. L'antica vegetazione che dominava l'isola, caratterizzata da macchia mediterranea di lecci e sughere con erica e corbezzolo, caprifoglio (Lonicera implexa), strappabrache (Smilax aspera), robbia (Rubia peregrina) ciclamini (Cyclamen repandum e Cyclamen neapolitanum), si trova ancora sul Promontorio del Franco lungo la costa occidentale a sud di Giglio Campese, oltre che sul versante est di Poggio del Castello e nella Vallata del Molino. Negli anni cinquanta le pendici del Poggio della Pagana sono state rimboschite con pini domestici e marittimi. Fino a pochi decenni fa su quasi l'intera superficie dell'isola erano stati ricavati terrazzamenti con muri a secco di granito (detti greppe), alcuni dei quali sono ancora coltivati a vigneto per produrre il vino gigliese, che rientra nella medesima denominazione di origine controllata e nel relativo disciplinare di produzione dell'Ansonica Costa dell'Argentario. La maggior parte dei terrazzamenti è stata tuttavia abbandonata e viene lentamente colonizzata da una bassa gariga ad elicriso e successivamente di cisto.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

La spiaggia delle Cannelle.

La fauna terrestre dell'isola non presenta grande varietà, limitandosi al coniglio selvatico, alla crocidura minore, al topo selvatico ed al muflone, importato di recente e poco diffuso. Sono invece ben rappresentate le specie di pipistrelli (il molosso di Cestoni, il miniottero di Schreiber, il pipistrello nano, il pipistrello albolimbato, la nottola, il pipistrello di Savi, il serotino comune, l'orecchione bruno e l'orecchione grigio). Tra le specie di uccelli nidificanti e svernanti sono da segnalare: il marangone dal ciuffo, l'albanella reale, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il gabbiano corso, il gabbiano reale, il beccapesci, il piccione selvatico, la tortora, il barbagianni, l'assiolo, la civetta, il succiacapre, il rondone pallido, la passera scopaiola, il sordone, il codirosso spazzacamino, il passero solitario, la monachella, la magnanina, il corvo imperiale e lo zigolo nero. La fauna ittica è quella tipica del Tirreno, con ancora una popolazione ben conservata di Pinna nobilis (bivalve noto localmente come nacchera), qualche cernia, dentici, saraghi, ricciole e numerosi e multicolori Labridi.

Endemismi[modifica | modifica wikitesto]

  • Gagea granatellii var. obtusifolia

Subacquea[modifica | modifica wikitesto]

I punti di immersione dell'isola.

L'isola riveste un grande interesse per la pratica della subacquea, ed è ritenuta spesso[1][2] come una delle più amate dai sub in Italia. È nota per via delle immersioni poco impegnative, ma soprattutto per le bellissime gorgonie rosse visibili oltre i 35 metri di profondità, accompagnate da un ricca fauna marina caratterizzata anche da rarità, come le stelle marine della specie Astrospartus mediterraneus, dette stelle gorgone.

Le immersioni più conosciute e frequentate[2] sono:

  1. Cala Cupa (42°22′08.03″N 10°55′04.09″E / 42.368897°N 10.917803°E42.368897; 10.917803), dai 15 ai 30 metri di profondità, ricca di reperti archeologici, gorgonie rosse e gialle;
  2. Le Scole 42°21′20.4″N 10°55′47.8″E / 42.355667°N 10.929944°E42.355667; 10.929944, dai 15 ai 40 metri, adatta sia a principianti che a sub più esperti, caratterizzata da gorgonie rosse e gialle e spirografi;
  3. Punta del Fenaio (42°23′19.7″N 10°52′48.9″E / 42.388806°N 10.88025°E42.388806; 10.88025), una parete verticale per sub esperti che si immerge fino a 90 metri, ricca di fauna e in cui si possono vedere le rare stelle gorgone e, talvolta, il pesce San Pietro;
  4. Punta delle Secche (42°23′00.7″N 10°52′43.4″E / 42.383528°N 10.878722°E42.383528; 10.878722), dai 15 ai 50 metri, ricca di gorgonie gialle e rosse e, talvolta, frequentata dai rari pesci luna;
  5. Punta di Capel Rosso (42°18′55.61″N 10°55′11.86″E / 42.315447°N 10.919961°E42.315447; 10.919961), dai 20 ai 40 metri, in cui è frequente incontrare dentici e, talvolta, tonni;
  6. Scoglio del Corvo (42°20′19.2″N 10°53′22.4″E / 42.338667°N 10.889556°E42.338667; 10.889556), dai 15 ai 70 metri, consigliata a sub esperti per via della forte corrente;
  7. Scoglio della Cappa (42°21′00.79″N 10°52′49.33″E / 42.350219°N 10.880369°E42.350219; 10.880369), immersione semplice fino ai 15 metri, caratterizzata dal fondale sabbioso popolato dalla poseidonia in cui si nascondono, talvolta, i cavallucci marini;
  8. Scoglio di Pietrabona (42°19′48.9″N 10°53′57.2″E / 42.33025°N 10.899222°E42.33025; 10.899222), dai 20 ai 50 metri, con corrente moderata.

Boulder - Arrampicata[modifica | modifica wikitesto]

L'isola offre moltissime possibilità per praticare boulder. L'area nella quale sono sparsi numerosissimi blocchi di granito che non è stata del tutto esplorata e al momento offre due grandi zone poste sulla collina che porta al faro: si accede da una piccola strada asfaltata da una curva a gomito prima di Giglio Castello che conduce verso Punta del Fenajo. La roccia è un granito a grana medio/grossa con sfumature dal rosso al grigio, ovunque in ottimo stato.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

L'Isola del Giglio è caratterizzata dal tipico clima mediterraneo, con una lunga stagione estiva moderatamente calda ma molto siccitosa, e da una breve stagione invernale caratterizzata da clima più umido e con alcune precipitazioni. Dal punto di vista termometrico, sono molto rari gli eccessi, sia nelle massime estive che nelle minime invernali, grazie all'azione mitigante del mare. Tuttavia, nelle aree collinari dell'entroterra insulare, l'altitudine può localmente attenuare anche sensibilmente alcune caratteristiche del clima mediterraneo.

I 2084 gradi giorno registrati ad oltre 400 metri s.l.m. nella frazione di Giglio Castello, ubicata su un poggio nella parte più interna dell'isola, includerebbero l'intero territorio comunale in zona E, fascia climatica che accomuna gran parte dei comuni di aree appenniniche continentali, che però sono caratterizzati da inverni estremamente più rigidi rispetto a quelli gigliesi.

In base ai dati medi disponibili per il trentennio 1951-1980 per l'unica stazione meteorologica situata sull'isola e di seguito riportati nella tabella[3], la temperatura media annua si aggira sui +15,1 °C ai 160 metri s.l.m. del promontorio di Giglio Franco sulla costa occidentale, mentre le precipitazioni medie annue sono molto contenute, facendo segnare nella medesima località appena 402 mm.

Località altitudine temperatura
media annua
precipitazioni
medie annue
media di riferimento
Giglio-Franco 160 metri s.l.m. 15,1 °C 402 mm 1951-1980

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'isola fu abitata fin dall'Età del ferro. Successivamente fu probabilmente una base militare etrusca ed anche sotto la dominazione romana fu una base di una discreta importanza nel Mar Tirreno citata, per esempio, da Giulio Cesare nel De bello Gallico e dal poeta Claudio Rutilio Namaziano. A margine dell'abitato di Giglio Porto, leggermente al di sotto del livello del mare, si trovano i resti della villa romana dei Domizi Enobarbi: si tratta di una vasta area che comprende una vasca a mare per la piscicultura, mura perimetrali e criptoportici, resti di opus sectile, mosaico, affreschi, terrazza stellata di pertinenza, strutture lungo mare con serie di arcate e una lunga terrazza pensile; l'intera area è denominata I Castellari. Nelle epoche successive fu governata da varie famiglie nobili dell'Italia centrale e dal 1264 dal governo pisano, che dovette poi cederla ai Medici. Nel Medioevo passò sotto il dominio della famiglia Aldobrandeschi, successivamente al comune di Perugia. Entrò nelle proprietà di Pisa dal 1264 al 1406 e successivamente passò a Firenze. Nel 1544 il pirata Khayr al-Din detto il Barbarossa saccheggiò l'isola, uccise chiunque si opponeva e deportò, come schiavi, oltre 700 gigliesi. In seguito a questa sanguinosa incursione, la famiglia dei Medici ripopolò l'isola con gente proveniente dalle terre senesi. Gli attacchi saraceni poi continuarono fino al 1799.

Nel 2012 davanti alle coste dell'isola si è verificato il naufragio della Costa Concordia.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Le principali chiese sono la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di San Giorgio a Giglio Castello, e la Chiesa della Madonna del Giglio a Giglio Porto.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

L'isola è presenta diverse fortificazioni e torri. Il borgo di Giglio Castello è racchiuso mura di origini medievali. Sempre a Giglio Castello, in posizione dominante all'interno delle mura si trova la Rocca aldobrandesca.

Le torri costiere esisteni sono la Torre del Saraceno, la Torre del Campese e la Torre del Lazzaretto.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

A Giglio Porto si trovano delle rovine romane.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

L'isola è compresa nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Tra i prodotti tipici, spicca il panficato, un dolce i cui ingredienti principali sono i fichi, noci, marmellata, scorze di arancio e frutta (mela o pera) con una manciata di farina o pane.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

A lungo e fino alla metà del XX secolo l'economia dell'isola si basò sull'agricoltura e su una cava di pirite piuttosto importante.

Negli ultimi decenni il turismo è senza dubbio divenuto la principale voce dell'economia dell'isola. La stagione dura dalla fine di aprile all'inizio di ottobre; le provenienze dei turisti sono diversificate: si tratta principalmente di famiglie italiane del centro-nord e del Nord Europa, ma una quota molto significativa è formata da cittadini romani (soprattutto nei fine settimana). Ultimamente l'isola si è meritata le cinque vele per il suo splendido mare.

Personalità legate all'Isola del Giglio[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rinaldi, Roberto, Di Perla in Perla, in Mondo Sommerso, n. 11, 2006, pp. 112.
  2. ^ a b Olmi, Leonardo, Un mondo di cristallo, in Sub, n. 12, 2006, pp. 84-89.
  3. ^ Folco Giusti (a cura di). La storia naturale della Toscana meridionale. Milano, Amilcare Pizzi Editore, 1993. Pag 148

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia sulla provincia di Grosseto.
  • Lambertini, Marco, Isola del Giglio. Natura, storia, escursioni via terra e via mare, Pisa, Pacini Editore, 1989.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]