Smilax aspera

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Salsapariglia
Smilax aspera
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Liliales
Famiglia Smilacaceae
Genere Smilax
Specie S. aspera
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Ordine Liliales
Famiglia Smilacaceae
Genere Smilax
Specie S. aspera
Nomenclatura binomiale
Smilax aspera
L., 1753
Nomi comuni

stracciabraghe, strazzacausi

Smilax aspera

La salsapariglia nostrana (Smilax aspera L.) è una pianta monocotiledone della famiglia delle Smilacaceae[1]. In Italia è nota anche col nome comune di stracciabraghe, stracciabrache e strazzacausi. Nel Sannio beneventano sono conosciuti anche col nome di rascolaiatti (graffia gatti).

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Smilax (Smilace) era il nome di una ninfa della mitologia greca che, perdutamente e infelicemente innamorata del giovane Croco, suicidatosi perché non poteva amarla per l'opposizione degli Dei dell'Olimpo, fu trasformata in un rampicante.[senza fonte]

Salsapariglia è un prestito del portoghese salsaparrilha, a sua volta preso in prestito (con alterazione dovuta all'influenza di salsa “prezzemolo”) dallo spagnolo zarzaparrilla “sarsaparilla”, composto da zarza “rovo” e parrilla “traliccio, grata”, diminutivo derivato di parra “traliccio, grata”, zarza e parra di origine sconosciuta, probabilmente preromana.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Foglie di Smilax aspera

È una pianta arbustiva con portamento lianoso, rampicante, dal fusto flessibile e delicato, ma cosparso di spine acutissime.
Le foglie, a forma di cuore, hanno i margini dentati e spinosi, e spinosa è anche la nervatura mediana della pagina inferiore.
I fiori, molto profumati, sono piccoli, giallicci o verdastri, poco vistosi e raccolti in piccole ombrelle; fioriscono, nelle regioni a clima mediterraneo, da agosto ad ottobre.
I frutti sono bacche rosse, riunite in grappoli, che giungono a maturazione in autunno. Contengono semi minuscoli e rotondi. Insipide e poco appetibili per l'uomo, costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è diffusa nell'area mediterranea, nelle isole Canarie, nell'Africa subsahariana e in Asia centrale (India, Bhutan, Nepal). In Italia è comune in gran parte della penisola, nelle isole maggiori e minori[2]; al Nord è rara e si presenta solo in stazioni isolate (Trieste, Grado, Chioggia, Cervia, Parco del conero AN).

Cresce spontanea nei boschi e nelle macchie. È una specie legata essenzialmente all'ambiente delle sclerofille, dalla lecceta alle sue forme degradate fino al Oleo-Ceratonion e alla gariga, ad altitudini che vanno dal livello del mare fino a 1.200 m.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Usi terapeutici[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La radice contiene numerosi principi attivi tra cui la smilacina, la salsasaponina, l'acido salsasapinico. Ha proprietà sudoripare e depurative. Può essere utilizzata in infusi e decotti per curare l'influenza, il raffreddore, i reumatismi, l'eczema. Ha inoltre proprietà espettoranti ed emetiche (se somministrata in dosi abbondanti) e gli estratti vengono usati in formulazioni galeniche per migliorare l'assorbimento dei principi attivi farmacologici.

Usi alimentari[modifica | modifica wikitesto]

Nel Salento (Puglia) i germogli teneri di questa pianta vengono raccolti e utilizzati alla stregua degli asparagi selvatici, preparati previa bollitura in frittata; con le uova; sott'olio (in conserva); in insalata, lessati e conditi con olio e aceto di vino.

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

La salsapariglia è uno degli alimenti preferiti dai Puffi.

Nei fumetti e nell'omonimo cartone animato, il loro cibo preferito sono infatti le puffbacche, prodotte appunto dalla salsapariglia, che amano così tanto da avventurarsi oltre il proprio villaggio rischiando di farsi acciuffare dal malvagio Gargamella.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Smilax aspera, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29 novembre 2021.
  2. ^ Smilax aspera, su actaplantarum.org. URL consultato il 29 novembre 2021.

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