Plecotus austriacus

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Orecchione meridionale
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Vespertilionidae
Sottofamiglia Vespertilioninae
Genere Plecotus
Specie P.austriacus
Nomenclatura binomiale
Plecotus austriacus
J. Fischer, 1829
Sinonimi

P.breviceps, P.hispanicus, P.kirschbaumii

Areale

L’orecchione meridionale od orecchione grigio (Plecotus austriacus J. Fischer, 1829) è un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi diffuso in Europa.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 41 e 58 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 37 e 45 mm, la lunghezza della coda tra 37 e 55 mm, la lunghezza del piede tra 7 e 10 mm, la lunghezza delle orecchie tra 37 e 42 mm e un peso fino a 14 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga e soffice. Le parti dorsali sono grigio scure con la punta dei peli più scura, mentre le parti ventrali sono grigiastre, talvolta con dei riflessi giallastri. La base dei peli è ovunque nerastra. Il muso è conico e ricoperto completamente di peli scuri. Le orecchie sono enormi, ovali, nerastre, unite sulla fronte da una sottile membrana cutanea. Il trago è lungo circa la metà del padiglione auricolare, affusolato e con l'estremità smussata. Le membrane alari sono bruno-grigiastre scure. Le dita dei piedi sono marroni scure, cosparse di corti peli brunastri e munite di artigli corti. La coda è lunga ed inclusa completamente nell'ampio uropatagio.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni ad alto ciclo di lavoro sotto forma di impulsi di breve durata a frequenza modulata iniziale di 45 kHz e finale di 20 kHz.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

In estate si rifugia sotto i tetti spesso insieme al ferro di cavallo minore e al vespertilio maggiore e più raramente all'interno di grotte ed altre cavità sotterranee. In inverno preferisce cavità sotterranee naturali o artificiali a temperature di 2-9 °C, relativamente più calde rispetto all'orecchione comune dove forma piccoli gruppi di 2-5 individui oppure sverna solitariamente. Forma vivai di 10-30, fino a 100 femmine. È una specie sedentaria con spostamenti massimi di 62 km tra i siti invernali ed estivi.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di insetti, particolarmente lepidotteri nottuidi e in misura minore di ditteri.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Danno alla luce un piccolo alla volta da metà a fine giugno. Gli accoppiamenti avvengono da settembre a metà ottobre. L'aspettativa di vita può arrivare fino a 25 anni e mezzo.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa in gran parte dell'Europa occidentale, centrale e sud-orientale. È presente in Portogallo, isola di Madeira, Spagna, Isole Baleari, Francia, Corsica, Belgio, Paesi Bassi meridionali, Lussemburgo, Gran Bretagna sud-occidentale, Svizzera, Italia settentrionale e centrale, Sicilia, Sardegna, Austria; Germania e Polonia centrali e meridionali, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Montenegro, Macedonia, Serbia, Albania settentrionale, Grecia nord-orientale, Bulgaria, Romania, Moldavia, Ucraina occidentale, Svezia meridionale e Turchia europea.

Vive nelle zone agricole e negli abitati, boschi mediterranei e lecceti fino a 2.000 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa, sebbene alcune popolazioni siano soggette ad un declino, classifica P.austriacus come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Juste, J., Karatas, A., Palmeirim, J., Paunovic, M., Spitzenberger, F. & Hutson, A.M. 2008, Plecotus austriacus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Plecotus austriacus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Aulagnier & Al., 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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