L'ufficiale e la spia

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L'ufficiale e la spia
Jean Dujardin in una scena del film
Titolo originaleJ'accuse
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia, Italia
Anno2019
Durata126 min
Dati tecniciB/N e a colori
rapporto: 1,85:1
Generestorico, drammatico
RegiaRoman Polański
SoggettoRobert Harris (romanzo)
SceneggiaturaRobert Harris, Roman Polański
ProduttoreAlain Goldman, Luca Barbareschi
Produttore esecutivoRoman Abramovič, Zbigniew Raczyński, Łukasz Raczyński, Kasia Nabiałczyk, Ivano Fachin, Costantino Margiotta
Casa di produzioneLégende Films, RP Productions, Gaumont, France 2 Cinéma, France 3 Cinéma, Eliseo Cinema, Rai Cinema, Kinoprime Foundation, Canal+, Ciné+, OCS, CNC
Distribuzione in italiano01 Distribution
FotografiaPaweł Edelman
MontaggioHervé de Luze
Effetti specialiYves Donenjoud, Jérémie Leroux, Alain Carsoux
MusicheAlexandre Desplat
ScenografiaJean Rabasse
CostumiPascaline Chavanne
TruccoAgathe Dupuis, Vesna Peborde, Cédric Kerguillec
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

L'ufficiale e la spia (J'accuse) è un film del 2019 diretto da Roman Polański, con protagonista Jean Dujardin.

Tratto dall'omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris, anche co-autore della sceneggiatura assieme a Polański, il film racconta delle indagini del tenente colonnello Georges Picquart volte a far luce sul cosiddetto affare Dreyfus. Ha vinto il Gran premio della giuria alla 76ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

1894. Alfred Dreyfus, capitano dell'esercito francese, viene dichiarato colpevole di alto tradimento per aver passato segreti militari all'Impero Tedesco. L'uomo viene degradato e condannato all'esilio sull'Isola del Diavolo; il suo affaire scatena una notevole eco in Francia poiché Dreyfus è ebreo. Un anno dopo l'ufficiale Georges Picquart, in passato superiore dello stesso Dreyfus, viene nominato capo della sezione dei servizi segreti nell'esercito francese; l'uomo, dai sentimenti antisemiti, è consapevole che il processo a carico di Dreyfus è stato piuttosto sommario a causa della sua origine; tuttavia, notando alcune irregolarità nel dossier dell'affaire, decide di condurre un'indagine per verificare la colpevolezza dell'uomo. Picquart scopre che il cosiddetto bordereau, ossia il documento che ne proverebbe la colpevolezza, non è stato scritto da Dreyfus, come il grafologo Alphonse Bertillon aveva dichiarato, ma da un altro ufficiale: il maggiore Ferdinand Walsin Esterhazy. Questi secondo lui è la vera spia, ma le prove sono state esaminate con pregiudizio o addirittura falsificate a danno di Dreyfus.

Picquart si convince dell'innocenza di Dreyfus e tenta di riaprire il processo per scagionarlo e arrestare Esterhazy, ma incontra l'opposizione dei suoi superiori: ammettere l'innocenza di Dreyfus avrebbe come esito un grande scandalo che porterebbe alla scoperta della corruzione nell'esercito, mentre l'uomo, in quanto ebreo, è il perfetto capro espiatorio. Picquart viene quindi rimosso dall'incarico e inviato in missione lontano da Parigi; egli però riesce a tornare e a raccontare tutto al suo amico avvocato Louis Leblois, il quale inizia a organizzare un comitato per la riabilitazione di Dreyfus, coinvolgendo il collega Fernand Labori, parlamentari e intellettuali, tra cui il celebre scrittore Émile Zola.

L'insubordinazione di Picquart porta al suo arresto, ma lo stesso giorno Zola pubblica sul quotidiano L'Aurore l'articolo intitolato J'accuse, che diventerà famoso, dove critica ferocemente le irregolarità del processo a Dreyfus e mette a nudo tutte le colpe delle persone coinvolte nel caso. Zola, su denuncia dal governo, viene processato per diffamazione e, a causa delle false dichiarazioni rilasciate in aula dai militari chiamati a testimoniare, lo scrittore viene condannato a un anno di reclusione; mentre tutta la Francia si divide tra innocentisti e colpevolisti, gli intellettuali firmatari della petizione pro-Dreyfus vengono bersagliati dall'odio popolare. Successivamente, dopo aver perso un duello contro Picquart, il tenente colonnello Hubert Joseph Henry, che aveva testimoniato a carico di Dreyfus, ammette di aver prestato falsa testimonianza, per poi morire apparentemente suicida.

In seguito alle deposizioni di Henry, Picquart viene assolto e liberato, mentre Dreyfus viene rimpatriato per un secondo processo; poco prima dell'udienza decisiva, l'avvocato Labori subisce un attentato e non è in grado di difendere Dreyfus. L'uomo viene nuovamente condannato, ma la pena da scontare è resa più lieve dal riconoscimento delle attenuanti. Nel 1899 il Presidente del consiglio gli concede la grazia: Picquart vorrebbe continuare a battersi per provare la sua innocenza, ma Dreyfus, stremato, la accetta. Sette anni dopo arriverà la piena assoluzione e il reintegro nell'esercito.

Nel 1907 Picquart viene nominato ministro della guerra, anche grazie al riconoscimento dell'errore giudiziario a suo danno. Dreyfus gli chiede udienza e protesta poiché gli anni in cui ha ingiustamente scontato la pena non gli sono riconosciuti, impedendogli di raggiungere il grado di tenente colonnello. Picquart non può fargli questa concessione poiché il clima politico è nuovamente cambiato, e ciò causa lo sdegno di Dreyfus. I due uomini si salutano con rispetto, per non rivedersi mai più.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Robert Harris è stato ispirato nello scrivere il romanzo L'ufficiale e la spia dall'interesse del suo amico Roman Polański verso l'affare Dreyfus.[1] I due avevano già collaborato nel 2010 scrivendo la sceneggiatura del film di Polański L'uomo nell'ombra, adattamento del romanzo di Harris Il ghostwriter, e in un adattamento cinematografico di un precedente romanzo di Harris, Pompei, poi non concretizzatosi.[2][3][4][5]

Nel 2012 è stato annunciato che Harris aveva scritto la sceneggiatura per un adattamento del romanzo, intitolato D. e che sarebbe stato diretto proprio da Polański.[6] Dopo diversi ritardi nella produzione durati alcuni anni, nel 2016 per il film è stato stanziato un budget di circa 60 milioni di euro.[7] Dopo un ulteriore periodo di gestazione, il progetto ha preso vita come co-produzione franco-italiana dal budget di 22 milioni di euro.[8] Le riprese sono cominciate il 26 novembre del 2018 e sono terminate il 28 aprile del 2019, tenendosi a Parigi.[9][10]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato presentato in anteprima il 30 agosto 2019 in concorso alla 76ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[11][12], dove la presidente di giuria Lucrecia Martel ha espresso la sua disapprovazione, in solidarietà con Valentine Monnier (attrice che ha accusato Polanski di violenze subite nel 1975) e tutte le altre donne argentine vittime di crimini simili che lei sente di rappresentare.[13]

Il film è stato distribuito da Gaumont nelle sale cinematografiche francesi a partire dal 13 novembre 2019, mentre in Italia è stato distribuito dal 21 novembre da 01 Distribution.[14][15] In Italia, nel fine settimana di debutto, il film ha incassato più di un milione e duecentomila euro, piazzandosi al primo posto della classifica del botteghino. Nel complesso, solo in Italia il film ha totalizzato più di 3.200.000 euro.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Andrew Anthony, Robert Harris: 'Whenever a crowd is running one way, I run the other', su The Guardian, 29 settembre 2013. URL consultato l'8 settembre 2018.
  2. ^ (EN) Pamela McClintock, Roman Polanski to Direct Dreyfus Affair Drama 'D', su The Hollywood Reporter, 9 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2012).
  3. ^ (EN) Polanski propels 'Pompeii', su Variety, 1º febbraio 2007. URL consultato il 30 gennaio 2012.
  4. ^ (EN) Roman Polanski Flees Pompeii, su Rotten Tomatoes, 12 settembre 2007. URL consultato il 30 gennaio 2012.
  5. ^ (EN) Mr. Beaks Interrogates The Ghost Writer Novelist-Screenwriter Robert Harris!, su Ain't It Cool News, 5 marzo 2010. URL consultato il 5 marzo 2011.
  6. ^ (EN) Roman Polanski to Direct Dreyfus Affair Drama 'D', su The Hollywood Reporter. URL consultato l'8 settembre 2018.
  7. ^ (FR) Polanski tournera " Dreyfus " en France, su Le Parisien, 24 ottobre 2016.
  8. ^ (EN) Elsa Keslassy, Roman Polanski Turns to France and Italy to Back His New Film, su Variety, 24 ottobre 2016.
  9. ^ (FR) Jean Dujardin, Au boulot! 1er jour de tournage de #jaccuse de #romanpolanski, su Instagram.
  10. ^ (FR) Jean Dujardin, Fin de tournage! Merci à toute l’équipe, su Instagram.
  11. ^ (EN) Ariston Anderson, Venice Competition to Include Roman Polanski, Steven Soderbergh, James Gray's 'Ad Astra,' Todd Phillips' 'Joker', su The Hollywood Reporter, 25 luglio 2019. URL consultato il 20 agosto 2019.
  12. ^ J'accuse (L'ufficiale e la spia), su labiennale.org. URL consultato il 21 agosto 2019.
  13. ^ Chiara Ugolini, Venezia 76, la presidente di giuria Lucrecia Martel: "Non applaudirò Polanski", su Repubblica, 28 agosto 2019. URL consultato il 10 maggio 2020 (archiviato il 10 maggio 2020).
  14. ^ (FR) J'accuse, su AlloCiné. URL consultato il 2 settembre 2019.
  15. ^ L'ufficiale e la spia, da giovedì 21 novembre al cinema, su MyMovies.it. URL consultato il 2 settembre 2019.
  16. ^ (EN) Guy Lodge, ‘Joker’ Wins Golden Lion at Venice Film Festival, Roman Polanski Takes Runner-Up Prize, in Variety, 7 settembre 2019. URL consultato il 7 settembre 2019.
  17. ^ Premi collaterali della 76ª Mostra, su labiennale.org. URL consultato l'8 settembre 2019.
  18. ^ Simona Carradori, European Film Awards 2019: Il traditore di Marco Bellocchio in corsa per l’Italia. Ecco tutte le nomination, su Best Movie, 9 novembre 2019. URL consultato il 10 novembre 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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