Stella di Wolf-Rayet: differenze tra le versioni

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[[File:Wolf rayet2.jpg|thumb|250px|La nebulosa M1-67 che circonda la stella di Wolf-Rayet [[WR 124]] vista dal [[telescopio spaziale Hubble]].]]
[[File:M1-67 & WR124.png|thumb|250px|right|La nebulosa M1-67 che circonda la stella di Wolf-Rayet [[WR 124]] vista dal [[telescopio spaziale Hubble]].]]
Le '''stelle di Wolf-Rayet''' (spesso abbreviato in '''stelle WR''') sono stelle massicce (almeno {{M|20|-|MS}} alla loro nascita) molto [[evoluzione stellare|evolute]], che perdono [[massa (fisica)|massa]] a ritmi elevati per mezzo di [[vento stellare|venti stellari]] molto intensi e veloci (fino a {{M|2 000|k|m/s}}). Le stelle di Wolf-Rayet perdono tipicamente 10<sup>−5</sup> M<sub>☉</sub> ogni anno, un miliardo di volte la massa persa dal [[Sole]] ogni anno<ref name=shara/>. Una tale perdita di massa produce l'espulsione del guscio di [[idrogeno]] che circonda la stella scoprendo il nucleo di [[elio]], che ha [[temperatura|temperature]] molto elevate. Di conseguenza le WR sono molto calde con temperature superficiali comprese fra {{M|30.000|-|K}} e {{M|200.000|-|K}}<ref name=wc>{{cita pubblicazione |titolo=The Galactic WC stars. Stellar parameters from spectral analyses indicate a new evolutionary sequence |autore=A. Sander, W.-R. Hamann, H. Todt |rivista=Astronomy & Astrophysics |anno=2012 |volume=540 |pagine=id. A144 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2012A&A...540A.144S |doi=10.1051/0004-6361/201117830 |accesso=6 gennaio 2015}}</ref>. Si tratta di stelle molto [[luminosità (astronomia)|luminose]], con una luminosità compresa fra centinaia di migliaia e milioni di volte quella del Sole, sebbene nella [[Spettro visibile|banda del visibile]] non siano eccezionalmente luminose in quanto la maggior parte della [[radiazione]] viene emessa sotto forma di [[raggi ultravioletti]] e perfino di [[raggi X]] molli.


Le stelle visibili a occhio nudo {{STL|Gamma|Vel}} e {{STL|Theta|Mus}} sono Wolf-Rayet, così come lo è la stella più massiccia attualmente conosciuta, [[R136a1]] nella [[Nebulosa Tarantola]].
Una '''stella di Wolf-Rayet''' (o '''stella WR'''; sigla di catalogo ''WR''; [[classificazione stellare|classe spettrale]] W) è una [[stella]] estremamente calda ([[Temperatura effettiva (astrofisica)|T<sub>eff</sub>]] compresa tra {{M|25 000 e 50 000||K}}) e [[stella massiccia|massiccia]] (oltre {{M|20||MS}}) che mostra dei [[vento stellare|venti stellari]] molto forti, con [[velocità]] superiori a {{M|2 000|k|m/s}}, e caratterizzati da una forte emissione di polveri.<ref>{{cita pubblicazione|url= http://uk.arxiv.org/abs/astro-ph/9904092 |autore=P. G. Tuthill, J. D. Monnier, W. C. Danchi |titolo= A dusty pinwheel nebula around the massive star WR 104| rivista= [[Nature]] |volume= 398|pagine= 487-489|anno= 1999}}</ref> Attraverso il vento le stelle di Wolf-Rayet arrivano a perdere fino a 10<sup>9</sup> volte la massa persa dal [[Sole]] (circa 10<sup>−5</sup> M<sub>☉</sub> l'anno, mentre il Sole perde all'anno circa 10<sup>−14</sup> M<sub>☉</sub> di materia). Sono talvolta [[radiosorgente|sorgenti]] di [[onde radio]].

Le stelle di Wolf-Rayet sarebbero una normale fase nell'[[evoluzione stellare|evoluzione]] delle stelle supermassicce, nelle quali risultano visibili delle forti [[linea spettrale|linee di emissione]] di [[elio]] e [[azoto]] (classificate come ''WN'') o di elio, [[carbonio]] ed [[ossigeno]] (classe ''WC'' e ''WO''). Per via di tali linee di emissione esse risultano facilmente identificabili nelle [[galassia|galassie vicine]].

Sono stelle estremamente rare. Ne sono note attualmente quasi 230 nella [[Via Lattea]], <ref>van der Hucht, K.A. 2001, ''New Astron. Rev.'', 45:135</ref> circa 100 nella [[Grande Nube di Magellano]], solamente 12 nella [[Piccola Nube di Magellano]]. Tra di esse vi sono [[Gamma Velorum|Gamma² Velorum]], la stella più luminosa della costellazione delle [[Vele (costellazione)|Vele]], visibile da quanti si trovano al di sotto del quarantesimo [[parallelo (geografia)|parallelo]] nord, <ref>{{cita web | autore=Hoffleit| url=http://www.alcyone.de/SIT/mainstars/SIT000822.htm#Cat1| titolo= The Bright Star Catalogue, 5th Revised Ed.|accesso=8 agosto 2007}}</ref>, la [[Stella Pistola]], nella costellazione del [[Sagittario (costellazione)|Sagittario]], invisibile ad occhio nudo perché coperta dalle [[polvere interstellare|polveri interstellari]], e, nella stessa costellazione, la stella binaria [[WR 104]] i cui venti stellari generano una spettacolare quanto rarissima nube a spirale la cui estensione potrebbe coprire una distanza pari a 20 volte il nostro Sistema Solare; quest'ultima stella appare interessante poiché potrebbe esplodere in tempi relativamente brevi (o addirittura essere già esplosa) in una supernova generando, in linea teorica, un raro lampo gamma che finirebbe per investire il sistema solare causando nell'eventualità la morte di ogni singola forma di vita presente sul nostro pianeta e la scomparsa del 25% dell'atmosfera terrestre.<ref>''La Storia dell'Universo'': "La morte delle stelle" (puntata n.° 4) trasmessa su ''[[History Channel|History Channel Italia]]'' il 18 giugno 2011.</ref>


== Storia delle osservazioni ==
== Storia delle osservazioni ==
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Gli spettri delle stelle WR presentano linee di emissione, oltre che dell'elio, anche di [[carbonio]], [[ossigeno]] ed [[azoto]]<ref>{{cita pubblicazione | autore= C. S. Beals | titolo= Classification and temperatures of Wolf-Rayet stars | rivista= The Observatory | anno= 1933 | volume=56 | pagine=196–197 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1933Obs....56..196B | accesso=5 gennaio 2015 }}</ref>. Nel [[1938]] l'[[Unione Astronomica Internazionale]] classificò gli spettri delle stelle WR nei tipi WN e WC, a seconda che le linee spettrali dominanti fossero rispettivamente quelle dell'azoto o quelle del carbonio-ossigeno<ref>{{cita pubblicazione | autore= P. Swings | titolo= The Spectra of Wolf-Rayet Stars and Related Objects | rivista= [[Astrophysical Journal]] | anno= 1942 | volume=95 | pagine=112–133 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1942ApJ....95..112S | accesso=5 gennaio 2015 | doi=10.1086/144379}}</ref>.
Gli spettri delle stelle WR presentano linee di emissione, oltre che dell'elio, anche di [[carbonio]], [[ossigeno]] ed [[azoto]]<ref>{{cita pubblicazione | autore= C. S. Beals | titolo= Classification and temperatures of Wolf-Rayet stars | rivista= The Observatory | anno= 1933 | volume=56 | pagine=196–197 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1933Obs....56..196B | accesso=5 gennaio 2015 }}</ref>. Nel [[1938]] l'[[Unione Astronomica Internazionale]] classificò gli spettri delle stelle WR nei tipi WN e WC, a seconda che le linee spettrali dominanti fossero rispettivamente quelle dell'azoto o quelle del carbonio-ossigeno<ref>{{cita pubblicazione | autore= P. Swings | titolo= The Spectra of Wolf-Rayet Stars and Related Objects | rivista= [[Astrophysical Journal]] | anno= 1942 | volume=95 | pagine=112–133 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1942ApJ....95..112S | accesso=5 gennaio 2015 | doi=10.1086/144379}}</ref>.


== Caratteristiche ==
== Classificazione ==
[[File:Wr137 spc.png|right|thumb|Spettro di [[WR137]], una stella di classe WC7<ref name=wc/> e una delle prime tre stelle WR identificate]]
[[File:Wr104 sslkeck big.jpg|thumb|left|250px|La stella di Wolf-Rayet [[WR 104]] vista dal [[telescopio Keck]].]]
Le stelle di Wolf-Rayet furono identificate sulla base della peculiarità dei loro [[Spettro elettromagnetico|spettri elettromagnetici]], che presentano larghe e marcate [[linee di emissione]], identificabili con le linee dell'[[elio]], dell'[[azoto]], del [[carbonio]], del [[silicio]] e dell'[[ossigeno]], mentre le linee dell'[[idrogeno]] sono deboli o assenti. Le linee di emissione esibiscono frequentemente un lobo di accentuato [[redshift]], tipico dei profili [[P Cygni]], che indica la presenza di materiale circumstellare.


I primi sistemi di classificazione dividevano le WR fra quelle i cui spettri erano dominati dalle linee dell'azoto [[Ione|ionizzato]] (N<sub>III</sub>, N<sub>IV</sub>, e N<sub>V</sub>) e quelle nei cui spettri erano invece marcate le linee del carbonio ionizzato (C<sub>III</sub> e C<sub>IV</sub>) e più raramente dell'ossigeno (O<sub>III</sub> - O<sub>VI</sub>). Le due classi furono chiamate rispettivamente WN e WC<ref name="beal" />. Esse furono successivamente divise ulteriormente nelle sequenze WN5-WN8 e WC6-WC8, sulla base della marcatezza delle linee 541,1&nbsp;[[nm]] He<sub>II</sub> e 587,5&nbsp;nm He<sub>I</sub>
Si ritiene che la fase di WR sia una normale fase evolutiva delle massicce [[Nana blu|stelle di classe O]], nelle quali i forti [[vento stellare|venti stellari]], tipici delle [[Lista delle stelle più luminose conosciute|stelle molto luminose]], hanno espulso nello spazio gran parte degli [[struttura stellare|strati]] esterni della stella, ricchi in idrogeno. Le tipiche linee di emissione si originano nella regione densa ed estesa in cui i venti ad alta velocità avvolgono la caldissima [[fotosfera]] della stella, la quale emette gran parte delle proprie [[radiazione elettromagnetica|radiazioni]] alle [[lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] degli [[radiazione ultravioletta|ultravioletti]], che provocano una [[fluorescenza]] nella regione.
Tale processo di espulsione di massa interessa dapprima la regione della stella, ricca in azoto, in cui abbondano gli elementi prodotti tramite la [[fusione nucleare|fusione]] dell'idrogeno col [[ciclo del carbonio-azoto|ciclo CNO]] (stelle WN, classificate a loro volta in ricche in idrogeno – H-rich – e povere in idrogeno – H-poor), quindi gli strati, ricchi in carbonio, in cui l'elio viene fuso tramite il [[processo tre alfa]] (stelle WC e WO).


La sequenza WN è stata poi espansa per includere le classi WN2-WN9, che sono state ridefinite sulla base della marcatezza delle linee N<sub>III</sub> a 463,4-464,1&nbsp;nm e 531.4&nbsp;nm, N<sub>IV</sub> a 347,9-348,4&nbsp;nm e 405,8&nbsp;nm e N<sub>V</sub> a 460,3&nbsp;nm, 461,9&nbsp;nm, e 493,3-494,4&nbsp;nm<ref name=smith>{{cita pubblicazione |titolo=A revised spectral classification system and a new catalogue for galactic Wolf-Rayet stars |autore=Lindsey F. Smith |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |anno=1968 |volume=138 |pagine=109-121 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1968MNRAS.138..109S |doi= |accesso=30 novembre 2014}}</ref>. Queste linee sono ben separate dalle aree dello spettro relative alle linee di emissione dell'elio e sono ben correlate con la temperatura superficiale. Infine le stelle con spettri intermedi fra le WN e le [[Classificazione stellare#Stelle "barra"|Ofpe]] vengono assegnate alle classi WN10 e WN11, sebbene questa nomenclatura non sia universalmente accettata.
Osservazioni recenti di stelle di Wolf-Rayet vicine hanno mostrato che tutte le WR esaminate erano [[stella binaria|stelle doppie]] e che la produzione di polveri avveniva nel punto di interazione tra i venti stellari delle due stelle (in corrispondenza del [[punto di Lagrange|punto L1]]) e non nello spazio immediatamente sopra la superficie stellare come si riteneva in precedenza. La polvere viene allontanata via dalle stelle dal vento, mentre la rotazione del sistema binario attorno al [[centro di massa]] forma una spirale rotante di polveri.


{| class="wikitable"
Una piccola parte (circa il 10%) delle stelle al centro di alcune [[nebulosa planetaria|nebulose planetarie]] presentano, a dispetto della loro piccola massa (circa ~0,6 volte quella del Sole), caratteristiche molto simili alle stelle di Wolf-Rayet. Classificate come [WR], si tratta di stelle decisamente più vecchie delle classiche Wolf-Rayet: infatti derivano dalle stelle di piccola massa molto evolute, prossime a diventare [[nana bianca|nane bianche]], e mostrano nei loro spettri delle pronunciate linee di emissione di elio, carbonio ed ossigeno.<ref>{{cita pubblicazione| autore= P. A. Crowther| anno= 2007| titolo= Physical Properties of Wolf-Rayet Stars| rivista= Annual Review of [[Astronomy and Astrophysics]]| volume= 45| pagine= 177-219}}</ref>
|+Classificazione degli spettri WN<ref name=hucht/>
|-
! Classe spettrale !! Criteri !! Altre linee di emissione
|-
| WN2 || N<sub>V</sub> debole o assente || He<sub>II</sub> marcata
|-
| WN2,5 || N<sub>V</sub> presente, N<sub>IV</sub> assente||
|-
| WN3 || N<sub>IV</sub> << N<sub>V</sub>, N<sub>III</sub> debole o assente ||
|-
| WN4 || N<sub>IV</sub> ≈ N<sub>V</sub>, N<sub>III</sub> debole o assente ||
|-
| WN5 || N<sub>III</sub> ≈ N<sub>IV</sub> ≈ N<sub>V</sub> ||
|-
| WN6 || N<sub>III</sub> ≈ N<sub>IV</sub>, N<sub>V</sub> debole ||
|-
| WN7 || N<sub>III</sub> > N<sub>IV</sub> || Debole profilo [[P Cygni|P-Cyg]] di He<sub>I</sub>, 468,6&nbsp;nm He<sub>II</sub> > N<sub>III</sub>
|-
| WN8 || N<sub>III</sub> >> N<sub>IV</sub> || Marcato profilo P-Cygn di He<sub>I</sub>, 468,6&nbsp;nm He<sub>II</sub> ≈ N<sub>III</sub>
|-
| WN9 || N<sub>III</sub> > N<sub>II</sub>, N<sub>IV</sub> assente || Profilo P-Cyg di He<sub>I</sub>
|-
| WN10 || N<sub>III</sub> ≈ N<sub>II</sub> || [[Serie di Balmer]], profilo P-Cyg di He<sub>I</sub>
|-
| WN11 || N<sub>III</sub> debole o assente, N<sub>II</sub> presente || Serie di Balmer, profilo P-Cyg di He<sub>I</sub>
|}


Anche la sequenza WC è stata espansa in modo da includere le classi WC4-WC9, sebbene in qualche vecchia pubblicazione siano utilizzate anche le classi WC1-WC3. Invece, le WR eccezionalmente calde sono state raccolte nelle classi WO1-WO4: i loro spettri sono dominati dalle linee dell'ossigeno ionizzato anziché da quelle del carbonio ionizzato, sebbene le abbondanze dei singoli [[elemento chimico|elementi]] siano probabilmente comparabili. Le linee principali utilizzate per distinguere le sottoclassi delle stelle WC sono C<sub>II</sub> a 426,7&nbsp;nm, C<sub>III</sub> a 569,6&nbsp;nm, C<sub>III/IV</sub> a 465,0&nbsp;nm, C<sub>IV</sub> a 580,1-581,2&nbsp;nm e O<sub>V</sub> a 557,2-559,8&nbsp;nm. Per le stelle WO vengono invece utilizzate le linee C<sub>IV</sub> a 580,1&nbsp;nm, O<sub>IV</sub> a 340,0&nbsp;nm, O<sub>V</sub> a 557,2-559,8&nbsp;nm, O<sub>VI</sub> a 381,1-383,4&nbsp;nm, O<sub>VII</sub> a 567,0&nbsp;nm e O<sub>VIII</sub> a 606,8&nbsp;nm<ref name=hucht>{{cita pubblicazione |titolo=The VIIth catalogue of galactic Wolf-Rayet stars |autore=Karel van der Hucht |rivista=New Astronomy Reviews |anno=2001 |volume=45 |numero=3 |pagine=135-232 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2001NewAR..45..135V |doi=10.1016/S1387-6473(00)00112-3 |accesso=3 dicembre 2014}}</ref>. La divisione fra gli spettri WC e WO viene effettuata mediante la presenza o l'assenza della linea C<sub>III</sub>.
L'esempio più conosciuto (e visibile) di stella di Wolf-Rayet è costituito da [[Gamma Velorum|Gamma² Velorum]] (γ² Vel), una delle componenti del sistema di Gamma Velorum, la stella più brillante della [[Vele (costellazione)|sua costellazione]]. Per via delle sue caratteristiche spettrali (la presenza di brillanti [[spettro di emissione|linee di emissione]] al posto delle consuete [[spettro di assorbimento|linee di assorbimento]]) è soprannominata "la Gemma Spettrale dei Cieli del Sud".<ref>{{cita web | autore=Hoffleit| url=http://www.alcyone.de/SIT/mainstars/SIT000822.htm#Cat1| titolo=The Bright Star Catalogue, 5th Revised Ed.|accesso=8 agosto 2007 }}</ref>


{| style="border: none"
== Percorsi evolutivi ==
|- valign="top"
[[File:Gamma ray burst.jpg|thumb|250px|La formazione di un gamma ray burst a partire da una stella di Wolf-Rayet.]]
|
{| class="wikitable"
|+Classificazione degli spettri WC<ref name=hucht/>
|-
! Classe spettrale !! Criteri
|-
| WC4 || C<sub>IV</sub> marcata, C<sub>III</sub> debole, O<sub>V</sub> molto evidente
|-
| WC5 || C<sub>III</sub> << C<sub>IV</sub>, C<sub>IV</sub> < O<sub>V</sub>
|-
| WC6 || C<sub>III</sub> << C<sub>IV</sub>, C<sub>IV</sub> > O<sub>V</sub>
|-
| WC7 || C<sub>III</sub> < C<sub>IV</sub>, C<sub>IV</sub> >> O<sub>V</sub>
|-
| WC8 || C<sub>III</sub> > C<sub>IV</sub>, C<sub>II</sub> assente, O<sub>V</sub> debole o assente
|-
| WC9 || C<sub>III</sub> > C<sub>IV</sub>, C<sub>II</sub> presente, O<sub>V</sub> debole o assente
|}
||
{| class="wikitable"
|+Classificazione degli spettri WO<ref name=hucht/>
|-
! Classi spettrali !! Criteri
|-
| WO1 || O<sub>VII</sub> ≥ O<sub>V</sub>, O<sub>VIII</sub> presente
|-
| WO2 || O<sub>VII</sub> < O<sub>V</sub>, C<sub>IV</sub> < O<sub>VI</sub>
|-
| WO3 || O<sub>VII</sub> debole o assente, C<sub>IV</sub> ≈ O<sub>VI</sub>
|-
| WO4 || C<sub>IV</sub> > O<sub>IV</sub>
|}
|}

Gli studi dettagliati delle WR possono menzionare altre caratteristiche spettrali, indicate mediante suffissi aggiunti alla classe spettrale:

* h righe di emissione dell'idrogeno;
* ha righe di emissione e assorbimento dell'idrogeno;
* w linee allargate;
* s linee sottili;
* d polveri (a volte vd, pd, o ed for per polveri variabili, periodiche o episodiche).

La classificazione delle WR è complicata dal fatto che esse frequentemente sono circondate da una nebulosità densa o sono [[stella binaria|binarie]]. Il suffisso "+ abs" viene spesso utilizzato per segnalare la presenza di linee di assorbimento, probabilmente dovute alla presenza di una compagna non WR.

Come tutte le stelle, anche le WR vengono distinte in "tipi precoci" o E (in inglese: ''early types'') e "tipi tardivi" o L (in inglese: ''late types'') sulla base della credenza in voga all'inizio del XX secolo e non più ritenuta valida che le stelle si raffreddassero mano a mano durante la loro esistenza. WNE e WCE si riferiscono quindi alle prime e più calde sottoclassi delle stelle WN e WC mentre WNL e WCL alle ultime sottoclassi. Di solito la divisione fra tipi E e tipi L viene approssimativamente posta intorno alle sottoclassi 6 o 7. Nessuna distinzione del genere viene fatta per le stelle WO. Le stelle WNE sono solitamente più povere di idrogeno mentre quelle WNL presentano le linee di questo elemento<ref name=hucht/><ref name=crowther/>.

== Nomenclatura ==
[[File:Carina Nebula around the Wolf–Rayet star WR 22.jpg|left|thumb|WR 22 nella [[nebulosa della Carena]].]]
Le prime tre WR identificate, casualmente aventi tutte e tre una compagna di [[classificazione stellare#Classe O|tipo O]], erano già presenti nel [[Catalogo Henry Draper|catalogo HD]]. Inizialmente, benché fossero riconosciute come WR, non fu creata alcuna nomenclatura specifica per tali stelle, che continuarono ad essere nominate mediante le loro sigle preesistenti. I primi tre cataloghi contenenti WR non erano specificatamente dedicati ad esse e contenevano anche altri tipi di stelle<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Stars whose spectra contain both bright and dark hydrogen lines |autore=W. W. Campbell |rivista=Astrophysical Journal |anno=1895 |volume=2 |pagine=177-183 |url=http://adsabs.harvard.edu/doi/10.1086/140127 |doi=10.1086/140127 |accesso=9 dicembre 2014}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |titolo=Stars having peculiar spectra |autore=W. Fleming, E. Pickering |rivista=Annals of the Astronomical Observatory of Harvard College |anno=1912 |volume=56 |numero=6 |pagine=165-226 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1912AnHar..56..165F |accesso=9 dicembre 2014}}</ref><ref>{{cita libro | cognome=Gaposchkin | nome=Cecilia Payne | titolo=The stars of high luminosity | editore=McGraw-Hill | città=New York and London | anno=1930 }}</ref>. Nel 1962 fu creato uno specifico catalogo per le WR in cui esse erano numerate progressivamente in ordine di [[ascensione retta]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The galactic distribution of the Wolf-Rayet stars |autore=M. S. Roberts |rivista=Astronomical Journal |anno=1962 |volume=67 |pagine=79-85 |url=http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/bib_query?1962AJ.....67...79R |doi=10.1086/108603 |accesso=9 dicembre 2014}}</ref>. Un secondo catalogo (il quinto, se si contano anche i primi tre non dedicati), pubblicato nel 1968, utilizzava gli stessi numeri del catalogo precedente con il prefisso MR (dall'autore del primo catalogo, Morton Roberts) più una sequenza addizionale di numeri con il prefisso LS per le nuove stelle scoperte (dall'autore del catalogo, Lindsey Smith)<ref>{{cita pubblicazione |titolo=A revised spectral classification system and a new catalogue for galactic Wolf-Rayet stars |autore=Lindsey Smith |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |anno=1968 |volume=138 |pagine=109-121 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1968MNRAS.138..109S |doi= |accesso=9 dicembre 2014}}</ref>. Nessuno di questi schemi di numerazione è ancora in uso. Un terzo catalogo dedicato alle Wolf-Rayet, risalente al 1981, introdusse la sigla WR seguita da un numero, che è la nomenclatura accettata ancora oggi. Esso numerava le stelle di Wolf-Rayet dalla WR 1 alla WR 158 in ordine di ascensione retta<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The Sixth Catalogue of galactic Wolf-Rayet stars, their past and present |autore=K. A. van der Hucht ''et al.'' |rivista=Space Science Reviews |anno=1981 |volume=28 |numero=3 |pagine=227-306 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1981SSRv...28..227V |doi=10.1007/BF00173260 |accesso=9 dicembre 2014}}</ref>. Il quarto catalogo (il settimo, se si contano i primi tre) e le sue espansioni, pubblicato a partire dal 2001, ha mantenuto la stessa sequenza del catalogo precedente, inserendo le nuove WR scoperte mediante suffissi costituiti da lettere latine minuscole, ad esempio [[WR 102ka]]<ref name=hucht/><ref name=annex>{{cita pubblicazione |titolo=New Galactic Wolf-Rayet stars, and candidates. An annex to The VIIth Catalogue of Galactic Wolf-Rayet Stars |autore=K. A. van der Hucht |rivista=Astronomy and Astrophysics |anno=2006 |volume=458 |numero=2 |pagine=453-459 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2006A%26A...458..453V |doi=10.1051/0004-6361:20065819 |accesso=9 dicembre 2014}}</ref>. Alcune indagini moderne condotte su ampie porzioni di cielo utilizzano propri schemi di numerazione per le nuove WR scoperte<ref name=shara>{{cita pubblicazione |titolo=A Near-infrared Survey of the Inner Galactic Plane for Wolf-Rayet Stars. II. Going Fainter: 71 More New W-R Stars |autore=M. M. Shara ''et al.'' |rivista=The Astronomical Journal |anno=2012 |volume=143 |numero=6 |pagine=id. 149 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2012AJ....143..149S |doi=10.1088/0004-6256/143/6/149 |accesso=9 dicembre 2014}}</ref>.

Le WR nelle galassie diverse dalla [[Via Lattea]] sono numerate secondo schemi differenti. Per quanto riguarda la [[Grande Nube di Magellano]], la nomenclatura più diffusa e completa è quella del "Quarto Catalogo delle stelle Wolf-Rayet di popolazione I nella Grande Nube di Magellano" (1999), in cui il numero della stella è prefissato da BAT-99, ad esempio [[Melnick 42|BAT-99 105]]<ref name=bat99>{{cita pubblicazione |titolo=The fourth catalogue of Population I Wolf-Rayet stars in the Large Magellanic Cloud |autore=J. Breysacher, M. Azzopardi, G. Testor |rivista=Astronomy and Astrophysics Supplement, |anno=1999 |volume=137 |pagine=117-145 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1999A%26AS..137..117B |doi=10.1051/aas:1999240 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>. Molte WR di questa galassia sono elencate nel terzo catalogo con il prefisso "Brey", ad esempio [[Melnick 42|Brey 77]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=Spectral Classification of Wolf-Rayet Stars in the Large Magellanic Cloud |autore=J. Breysacher |rivista=Astronomy and Astrophysics Supplement |anno=1981 |volume=43 |pagine=203-207 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1981A&AS...43..203B |doi= |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>. Infine, viene usata anche una terza nomenclatura, che utilizza i numeri del RMC (Radcliffe observatory Magellanic Cloud), a volte abbreviato semplicemente con R, come in [[R136a1]].

Per le WR della [[Piccola Nube di Magellano]] viene utilizzato il catalogo di Azzopardi e Breysacher del 1979 e quindi i numeri vengono prefissati da AB, come ad esempio in [[AB7]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=A search for new Wolf-Rayet stars in the Small Magellanic Cloud |autore=M. Azzopardi, J. Breysacher |rivista=Astronomy and Astrophysics |anno=1979 |volume=75 |numero=1-2 |pagine=120-126 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1979A&A....75..120A |doi= |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>.

== Distribuzione e proprietà fisiche ==
[[File:One of the highest excitation nebulae AB7 in the Magellanic Clouds.jpg|thumb|[[AB7]] è una delle [[nebulosa|nebulose]] a più alta eccitazione delle [[Nubi di Magellano]], due galassie satelliti della [[Via Lattea]].]]
Nella [[Via Lattea]] sono state individuate circa 500 Wolf Rayet<ref name=shara/><ref name=hucht/><ref name=annex/>. La maggior parte di esse sono state scoperte negli [[anni 2000]] in seguito ad estese indagini [[fotometria|fotometriche]] e [[spettroscopia|spettroscopiche]] dedicate alla ricerche di tali oggetti nel [[piano galattico]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=A Near-Infrared Survey of the Inner Galactic Plane for Wolf-Rayet Stars. I. Methods and First Results: 41 New WR Stars |autore=M. M. Shara ''et al.'' |rivista=The Astronomical Journal |anno=2009 |volume=138 |numero=2 |pagine=402-420 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2009AJ....138..402S |doi=10.1088/0004-6256/138/2/402 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>. A causa delle loro marcate linee di emissione, le WR sono individuabili anche in altre galassie. Un totale di 134 WR sono state catalogate nella Grande Nube di Magellano, la maggior parte di tipo WN, ma anche tre del raro tipo WO<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The Wolf-Rayet stars in the Large Magellanic Cloud. A comprehensive analysis of the WN class |autore=R. Hainich ''et al.'' |rivista=Astronomy & Astrophysics |anno=2014 |volume=565 |pagine=id. A27 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2014A%26A...565A..27H |doi=10.1051/0004-6361/201322696 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref><ref name=wo>{{cita pubblicazione |titolo=A Modern Search for Wolf-Rayet Stars in the Magellanic Clouds: First Results |autore=P. Massey ''et al.'' |rivista=The Astrophysical Journal |anno=2014 |volume=788 |numero=1 |pagine=id. 83 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2014ApJ...788...83M |doi=10.1088/0004-637X/788/1/83 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>. Nella Piccola Nube di Magellano ci sono invece solo 12 WR, a causa della bassa [[metallicità]] media della galassia<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The Discovery of a 12th Wolf-Rayet Star in the Small Magellanic Cloud |autore=P. Massey, K. A. Olsen; J. Parker |rivista=The Publications of the Astronomical Society of the Pacific |anno=2003 |volume=115 |numero=813 |pagine=1265-1268 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2003PASP..115.1265M |doi=10.1086/379024 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |titolo=Spitzer SAGE-SMC Infrared Photometry of Massive Stars in the Small Magellanic Cloud |autore=A. Z. Bonanos ''et al.'' |rivista=The Astronomical Journal |anno=2010 |volume=140 |numero=2 |pagine=416-429 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2010AJ....140..416B |doi=10.1088/0004-6256/140/2/416 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>. Ne sono state inoltre individuate 206 nella [[Galassia del Triangolo]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The Wolf-Rayet Content of M33 |autore=K. Neugent, P. Massey |rivista=The Astrophysical Journal |anno=2011 |volume=733 |numero=2 |pagine=id. 123 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2011ApJ...733..123N |doi=10.1088/0004-637X/733/2/123 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref> e 154 nella [[Galassia di Andromeda]]<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The Wolf-Rayet Content of M33 |autore=K. F. Neugent, P. Massey, C. Georgy |rivista=The Astrophysical Journal |anno=2012 |volume=759 |numero=1 |pagine=id. 11 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2012ApJ...759...11N |doi=10.1088/0004-637X/759/1/11 |accesso=10 dicembre 2014}}</ref>. È quindi presumibile che esistano poche migliaia di WR nel [[Gruppo Locale]]. Al di fuori del Gruppo Locale sono state individuate alcune migliaia di WR, frequenti specialmente nelle [[Galassia starburst|galassie starburst]]. Per esempio, più di mille WR, di [[magnitudine apparente|magnitudine]] compresa fra 21 e 25, sono state osservate nella [[galassia Girandola]]<ref>{{cita web |url=T |titolo=The Vast Population of Wolf-Rayet and Red Supergiant Stars in M101: I. Motivation and First Results |autore=http://arxiv.org/abs/1302.6631 |sito=arXiv.org |editore=Cornell University |accesso=10 dicembre 2014 }}</ref>.

Le WR hanno due caratteristiche fisiche molto peculiari. La prima, come si è detto, consiste nella presenza nel loro spettro di linee di emissione molto marcate. Esse si formano in una regione circumstellare caratterizzata da un [[vento stellare]] denso e molto veloce, che viene investito da grandi quantità di [[raggi ultravioletti]] provenienti dalla [[fotosfera]] della stella. Le radiazioni ultraviolette vengono assorbite dai gas circostanti la stella e vengono riemesse per [[fluorescenza]] facendo comparire le linee di emissione. La seconda caratteristica fisica consiste nell'alta [[Temperatura effettiva (astrofisica)|temperatura superficiale]] delle WR (da {{TA|30 000}} a oltre {{M|100000|-|K}}), che è responsabile dell'emissione dei raggi UV e che ne fa fra le stelle più calde conosciute.

Le grandi quantità di vento stellare emesso causano notevoli perdite di massa che scoprono prima le regioni ricche di azoto prodotto dal [[Ciclo del carbonio-azoto|ciclo CNO]] (stelle di classe WN) e poi le regioni ricche di carbonio e ossigeno, prodotto dal [[processo tre alfa]] (stelle di classe WC e WO)<ref>{{Cita conferenza | autore=M. J. Barlow, D. G. Hummer |titolo=The WO Wolf-Rayet stars |data=1982 | conferenza=Wolf-Rayet stars: Observations, physics, evolution; Cozumel, Messico, 18-22 settembre 1981 |editore=Reidel Publishing |città=Dordrecht |pp=387-392 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1982IAUS...99..387B |accesso=13 dicembre 2014 |id=ISBN 978-90-277-1470-1 |doi=10.1007/978-94-009-7910-9_51 }}</ref>. Mano a mano che la WR perde massa la sua temperatura superficiale aumenta in quanto vengono scoperti strati sempre più interni e vicini al nucleo. A ciò corrisponde una diminuzione del [[raggio (astronomia)|raggio]] della stella e della sua [[luminosità (astronomia)|luminosità]]. Per contro, invece, la velocità del vento stellare emesso aumenta. La perdita di massa causata dal vento rimane pressoché costante<ref name=crowther>{{cita pubblicazione |titolo=Physical Properties of Wolf-Rayet Stars |autore=P. A. Crowther |rivista=Annual Review of Astronomy & Astrophysics |anno=2007 |volume=45 |numero=1 |pagine=177-219 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2007ARA%26A..45..177C |doi=10.1146/annurev.astro.45.051806.110615 |accesso=13 dicembre 2014}}</ref><ref name=hamann>{{cita pubblicazione |titolo=The Galactic WN stars. Spectral analyses with line-blanketed model atmospheres versus stellar evolution models with and without rotation |autore=W.-R. Hamann, G. Gräfener, A. Liermann |rivista=Astronomy and Astrophysics |anno=2006 |volume=457 |numero=3 |pagine=1015-1031 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2006A%26A...457.1015H |doi=10.1051/0004-6361:20065052 |accesso=13 dicembre 2014}}</ref><ref name=barniske>{{Cita conferenza |autore=A. Barniske, W.-R. Hamann, G. Gräfener | titolo=Wolf-Rayet stars of the carbon sequence | conferenza=Stellar Evolution at Low Metallicity: Mass Loss, Explosions, Cosmology, Tartu, Estonia, 15-19 agosto 2005 |data=2006 |editore=Astronomical Society of Pacific |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2006ASPC..353..243B |accesso=13 dicembre 2014 |id=ISBN 978-1-58381-221-1 |pp=243-244 }}</ref>. Sebbene gli studiosi siano concordi sulle caratteristiche generali di questo processo, i dettagli differiscono. Qui di seguito si riportano le proprietà fisiche attribuite alla WR di tipo WN da Crowther (2007)<ref name=crowther />:


{| class="wikitable"
|+Proprietà fisiche delle stelle WN di popolazione I
|-
! Tipo spettrale !! Temperatura (K) !! Magnitudine assoluta !! Perdita massa <br/>(M<sub>☉</sub> anno<sup>−1</sup>) !! Velocità vento stellare <br/>(km/s)
|-
| WN3 || style="text-align:right"|85.000 || style="text-align:right"|−3,1 || style="text-align:right"|−5,3 || style="text-align:right"|2.200
|-
| WN4 || style="text-align:right"|85.000 || style="text-align:right"|−4,0 || style="text-align:right"|−4,9 || style="text-align:right"|1.800
|-
| WN5 || style="text-align:right"|70.000 || style="text-align:right"|−4,0 || style="text-align:right"|−5,2 || style="text-align:right"|1.500
|-
| WN6 || style="text-align:right"|70.000 || style="text-align:right"|−4,1 || style="text-align:right"|−4,8 || style="text-align:right"|1.800
|-
| WN7 || style="text-align:right"|50.000 || style="text-align:right"|−5,4 || style="text-align:right"|−4,8 || style="text-align:right"|1.300
|-
| WN8 || style="text-align:right"|45.000 || style="text-align:right"|−5,5 || style="text-align:right"|−4,7 || style="text-align:right"|1.000
|-
| WN9 || style="text-align:right"|32.000 || style="text-align:right"|−6,7 || style="text-align:right"|−4,8 || style="text-align:right"|700
|}

La seguente tabella riporta invece le proprietà fisiche stelle WC e WO, generalmente in uno stadio evolutivo più avanzato di quello delle stelle WN:

{| class="wikitable"
|+Proprietà fisiche delle stelle WC/O<ref name=crowther />
|-
! Tipo spettrale !! Temperatura (K) !! Magnitudine assoluta !! Perdita massa <br/>(M<sub>☉</sub> anno<sup>−1</sup>) !! Velocità vento stellare <br/>(km/s)
|-
| WO || style="text-align:right"|150.000 || style="text-align:right"|−2,8 || style="text-align:right"|−5,0 || style="text-align:right"|4.100
|-
| WC4 || style="text-align:right"|90.000 || style="text-align:right"| −4,5|| style="text-align:right"|−4,6 || style="text-align:right"|2.750
|-
| WC5 || style="text-align:right"|85.000 || style="text-align:right"|−3,6 || style="text-align:right"|−4,9 || style="text-align:right"|2.200
|-
| WC6 || style="text-align:right"|80.000 || style="text-align:right"|−3,6 || style="text-align:right"|−4,9 || style="text-align:right"|2.200
|-
| WC7 || style="text-align:right"|75.000 || style="text-align:right"|−4,5 || style="text-align:right"|−4,7 || style="text-align:right"|2.200
|-
| WC8 || style="text-align:right"|65.000 || style="text-align:right"|−4,0 || style="text-align:right"|−5,0 || style="text-align:right"|1.700
|-
| WC9 || style="text-align:right"|50.000 || style="text-align:right"|−4,6 || style="text-align:right"|−5,0 || style="text-align:right"|1.200
|}

[[File:A giant, smouldering star.jpg|thumb|300px|[[HD 184738]], chiamata anche stella di Campbell. In realtà è una [[nebulosa planetaria]] e la stella centrale non è una giovane e massiccia WR, ma una stella vecchia e poco massiccia giunta agli stadi finali della sua evoluzione<ref>{{cita web|titolo=A giant, smouldering star|url=http://www.spacetelescope.org/images/potw1337a/|accesso=16 dicembre 2014|editore=ESA/Hubble &NASA}}</ref>]]
Alcune WR, specie quelle di tipo WC appartenenti alle ultime sottoclassi, producono [[Polvere interstellare|polveri]]. Questo avviene soprattutto nelle stelle che fanno parte di sistemi binari, come prodotto della collisione dei venti stellari delle stelle che formano la coppia<ref name=hucht/>, come nel caso della famosa binaria [[WR 104]]; tuttavia questo processo è stato osservato anche nelle stelle singole<ref name=wc />.

Una piccola percentuale (circa un decimo) delle stelle che si trovano all'interno delle [[nebulosa planetaria|nebulose planetarie]] sono molto simili alle WR dal punto di vista osservativo, ossia esibiscono delle larghe linee di emissione nei loro spettri, in cui sono riconoscibili elementi come l'elio, il carbonio e l'ossigeno. Tuttavia, a differenza delle WR, si tratta di stelle di piccola massa (tipicamente 0,6&nbsp;[[massa solare|M<sub>☉</sub>]]), molto vecchie e giunte agli ultimi stadi della loro esistenza, prima di evolvere in [[nana bianca|nane bianche]]. Dato che invece le WR sono stelle giovani e massicce, di [[popolazioni stellari|popolazione I]], si preferisce distinguerle dalle nebulose planetarie ed escludere dalle WR le stelle che si trovano al centro di tali nebulose<ref name=crowther/>.

== Evoluzione ==
Le WR sono stelle distanti, rare e spesso oscurate da polveri e gas. Sono pertanto difficili da studiare e le teorie circa la loro [[evoluzione stellare|evoluzione]] sono state formulate più tardi rispetto alle teorie riguardanti l'evoluzione di stelle meno estreme. Tuttora molti aspetti rimangono non chiari.

=== Prime ipotesi ===
[[Image:Crescenthunter.jpg|thumb|left|[[WR 136]] è una stella di classe spettrale WN6 la cui atmosfera perduta durante la fase di [[stella supergigante|supergigante]] è stata investita dai venti veloci e caldi generati dalla WR. Lo shock ha prodotto la [[nebulosa a emissione]] [[NGC 6888]].]]
Nel corso degli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[anni 1970|anni settanta]] alcuni astronomi, fra cui Rublev (1965)<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Rublev |nome=S. V. |anno=1965 |titolo=Dynamic State of the Atmospheres of Wolf-Rayet Stars |rivista=Soviet Astronomy |volume=8 |pagine=848-852 | url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1965SvA.....8..848R |accesso=21 dicembre 2014}}</ref> e Conti (1976)<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Conti |nome=P. S. |anno=1976 |rivista=Mémoires de la Société royale des sciences de Liège |volume=9|pagine=193–212 }}</ref>, ipotizzarono che le stelle di tipo WR discendessero da massicce stelle di [[classificazione stellare#Classe O|classe O]], in cui i forti venti stellari caratteristici delle stelle estremamente luminose avessero espulso gli strati superficiali ricchi di idrogeno. Questa idea si è rivelata essenzialmente corretta, sebbene i processi che portano dalle stelle di tipo O alle WR si siano rivelati molto complessi.

I primi modelli di [[evoluzione stellare]] non erano compatibili con questo quadro in quanto prevedevano che le stelle massicce non evolvessero in WR ma in [[supergigante rossa|supergiganti rosse]]. Anziché aumentare la loro temperatura superficiale, quindi, esse avrebbero dovuto diminuirla. Le supergiganti rosse sono solo di poco più luminose delle stelle di tipo O da cui si sono evolute e diventano sempre più instabili mano a mano che i loro nuclei incrementano la loro temperatura e che le loro atmosfere si estendono. I processi di [[fusione nucleare|fusione]] interni ai loro nuclei le portano a produrre [[elemento chimico|elementi chimici]] sempre più pesanti fino a che esse non esplodono in [[supernova]]e, non diventando mai quindi delle WR.

I modelli successi, più accurati, mostrarono che c'è un [[Limite di Eddington|limite superiore]] alla luminosità delle stelle, oltrepassato il quale la stella perde rapidamente massa. Di conseguenza le stelle sufficientemente massicce non diventano mai delle supergiganti rosse, ma rimangono delle [[supergigante blu|supergiganti blu]] espellendo grandi quantitativi di massa tramite venti stellari intensissimi. Esse possono quindi diventare delle WR se le loro atmosfere ricche di idrogeno vengono completamente espulse. Sono pertanto stelle che diventano progressivamente più piccole e più calde quanto più perdono i loro strati esterni <ref name=moffat>{{Cita conferenza | autore=A. F. J. Moffat, L. Drissen, C. Robert |titolo=Observational Connections Between LBV’S and Other Stars, With Emphasis On Wolf-Rayet Stars |data=1989 | conferenza=Physics of Luminous Blue Variables. 113th Colloquium of the International Astronomical Union, Val Morin, Quebec Province, Canada, 15–18 agosto 1988 |editore=Springer |pp=229-240 |url=http://link.springer.com/chapter/10.1007%2F978-94-009-1031-7_27#page-1 |accesso=23 dicembre 2014 |doi=10.1007/978-94-009-1031-7_27 |isbn=978-0792304432 }}</ref><ref>{{Cita conferenza | autore=R. M. Humphreys |titolo=The Wolf-Rayet Connection - Luminous Blue Variables and Evolved Supergiants (review) |data=1991 | conferenza=Wolf-Rayet Stars and Interrelations with Other Massive Stars in Galaxies. 143rd Symposium of the International Astronomical Union, Sanur, Bali, Indonesia, 18-22 giugno 1990|editore=Kluwer |città=Dordrecht |pp=495-498 |bibcode=1991IAUS..143..485H |accesso=23 dicembre 2014 }}</ref>.

=== Ipotesi attuali ===
Si ritiene attualmente che la maggior parte delle WR sia la naturale evoluzione delle stelle più massicce esistenti o dopo essere passate per la fase di supergigante rossa o dopo quella di supergigante blu o direttamente dopo avere terminato la fase di [[sequenza principale]]<ref name=groh13>{{cita pubblicazione |titolo=Fundamental properties of core-collapse Supernova and GRB progenitors: Predicting the look of massive stars before death |autore=Jose H. Groh ''et al.'' |anno=2013 |arxiv=1308.4681v1 |url=http://arxiv.org/abs/1308.4681v1 |accesso=23 dicembre 2014}}</ref>. I modelli attuali predicono che le supergiganti rosse discendenti da stelle con una [[massa (fisica)|massa]] iniziale inferiore a {{M|20|-|MS}} esplodano in [[Supernova di tipo II|supernovae di tipo II]], cioè supernovae che presentano nei loro spettri le linee dell'idrogeno. Le loro progenitrici non hanno perso gli strati superiori ricchi di questo elemento. Invece, le supergiganti rosse discendenti da stelle di massa compresa fra le 20 e le {{M|45|-|MS}}, a causa dei loro intensi venti stellari, espellono le loro atmosfere e perdono il loro strato superficiale di idrogeno. Alcune di loro possono esplodere in supernovae dopo essere ridiventate delle [[Supergigante gialla|supergiganti gialle]], ma altre possono diventare ancora più calde ed evolvere in WR.

Le stelle di sequenza principale più massicce (con massa iniziale superiore a {{M|45|-|MS}}) sviluppano nuclei [[Convezione|convettivi]] estremamente caldi e massicci che mescolano i prodotti del [[ciclo CNO]] nell'intera stella. Il rimescolamento può essere accentuato dalla [[Rotazione stellare|rotazione]] della stella, che spesso si manifesta sotto forma di [[Rotazione differenziale|rotazione differenziale]], dove il nucleo ruota a una velocità maggiore rispetto alla superficie. Dato il rimescolamento degli elementi, queste stelle esibiscono la presenza dell'azoto in superficie fin da giovane età. Questa particolarità viene segnalata assegnandole alla classe Of o Of*, ove "f" indica la presenza delle linee dell'azoto. Con l'aumentare dell'azoto in superficie esse evolvono in stelle di classe WNh, cioè stelle di tipo WN che contengono ancora quantità di idrogeno (h) in superficie. Uscendo dalla sequenza principale queste massicce stelle evolvono o in [[Variabile S Doradus|stelle LBV]] oppure, se il mescolamento degli elementi dovuto alla rapida rotazione, è stato sufficientemente efficiente, direttamente in stelle WN, con assenza di idrogeno in superficie. In ogni caso, queste stelle particolarmente massicce non passano mai attraverso lo stadio di supergigante rossa a causa delle cospicue perdite di massa dovute ai loro intensi venti stellari e al rimescolamento degli elementi dovuto alla loro rapida rotazione.

Le stelle WNh sono stelle spettroscopicamente simili alle WR, ma meno evolute in quanto hanno appena iniziato ad espellere le loro atmosfere e quindi sono ancora molto massicce. Le stelle più massicce conosciute sono di tipo WNh piuttosto che di tipo O, il che non è inaspettato dato che stelle così massicce rimangono nella sequenza principale per poche centinaia di migliaia di anni dopo la loro formazione. Una spiegazione alternativa è che stelle così massicce non possono formarsi come stelle di sequenza principale ma solo attraverso la fusione di due stelle meno estreme.

Lo statuto delle stelle WO non è molto chiaro. Esse sono estremamente rare e tutti gli esempi noti sono più massicci e più luminosi delle più comuni stelle di tipo WC. Quindi i dati non supportano l'ipotesi che le stelle WO siano il normale stadio di evoluzione successivo a quello delle più comuni stelle WC<ref name=tramper>{{cita pubblicazione |titolo=On the nature of the WO3 star DR1 in IC 1613 |autore=F. Tramper ''et al.'' |anno=2013 |arxiv=1312.1555v1 |url=http://arxiv.org/pdf/1312.1555v1.pdf |accesso=2 gennaio 2015}}</ref>. È stato ipotizzato che le stelle WO si formino solo a partire dalle stelle di sequenza principale più massicce<ref name="wc" /> oppure che corrispondano a una fase estremamente breve, della durata di poche centinaia di migliaia di anni immediatamente prima delle loro esplosione in supernovae, ove le stelle WC corrisponderebbero alla fase della fusione dell'elio nel nucleo, mentre quelle WO corrisponderebbero alle fasi di fusione successive<ref name=groh13/>

Sebbene le WR evolvano da stelle eccezionalmente massicce, esse non hanno masse elevatissime perché si formano in seguito perdita degli strati superficiali della stella. Per esempio, [[Gamma Velorum|γ<sup>2</sup> Velorum A]] si è formata da una stelle avente una massa iniziale di {{M|40|-|MS}}, ma ha attualmente una massa di {{M|9|-|MS}}<ref>{{cita pubblicazione |titolo=COMPTEL limits on 26Al 1.809 MeV line emission from gamma2 Velorum |autore=U. Oberlack ''et al.'' |rivista=Astronomy and Astrophysics |anno=2000 |volume=353 |pagine=715-721 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2000A&A...353..715O |doi= |accesso=2 gennaio 2015}}</ref>.

Poiché le WR si formano da stelle molto massicce e poiché le stelle molto massicce sono molto rare sia perché si formano meno spesso delle stelle meno massicce, sia perché hanno esistenze relativamente brevi, anche le WR sono stelle molto rare.

=== Supernovae ===
Circa un quarto delle supernovae osservate sono di [[Supernovae di tipo Ib e Ic|tipo Ib]], cioè traggono origine da stelle progenitrici che hanno perso quasi del tutto il loro idrogeno superficiale, oppure sono di [[Supernovae di tipo Ib e Ic|tipo Ic]], cioè si originano da stelle che hanno perso l'idrogeno e buona parte dell'elio. Questi due tipi di supernovae corrispondono quindi abbastanza bene rispettivamente alle stelle di tipo WC e WO. Ciò rende plausibile che queste stelle concludano la loro esistenza in supernovae piuttosto che diventare delle [[nana bianca|nane bianche]]. Di conseguenza ogni stella che inizia la sua esistenza con una massa di almeno 8-10&nbsp;M<sub>☉</sub> è destinata a terminarla in una supernova<ref name=crowther/><ref name=groh13/><ref>{{cita pubblicazione|autore=Georges Meynet ''et al.''|titolo=Red Supergiants, Luminous Blue Variables and Wolf-Rayet stars: The single massive star perspective|pagine=266–278|volume=80|numero=39|anno=2011 |rivista=Société Royale des Sciences de Liège|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2011BSRSL..80..266M |accesso=1° gennaio 2015 }}</ref>.

Sebbene la tesi secondo cui le progenitrici delle supernovae Ibc siano WR sia ampiamente accettata, non è stato ancora possibile produrre alcuna verifica sperimentale convincente di questa ipotesi<ref name=eldridge>{{cita pubblicazione |titolo=The death of massive stars - II. Observational constraints on the progenitors of Type Ibc supernovae |autore=J. J. Eldridge ''et al.'' |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |anno=2013 |volume=436 |numero=1 |pagine=774-795 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2013MNRAS.436..774E |doi=10.1093/mnras/stt1612 |accesso=3 gennaio 2015}}</ref>. Le stelle WR sono molto luminose date le loro alte temperature, ma sono visualmente poco brillanti, dato che emettono la gran parte della loro radiazione nell'ultravioletto, sono rare e sono distanti. La teoria suggerisce che le WR progenitrici di supernovae Ibc risultano troppo deboli per essere rilevate anche dagli attuali strumenti più potenti. Un possibile caso è quello della supernova SN Ib iPTF13bvn, la cui progenitrice sembra essere una WR avente una massa iniziale di circa {{M|30|-|MS}} e che al momento dell'esplosione aveva una massa di circa {{M|11|-|MS}}<ref name=groh>{{cita pubblicazione |titolo=Progenitors of supernova Ibc: a single Wolf-Rayet star as the possible progenitor of the SN Ib iPTF13bvn |autore=J. H. Groh, C. Georgy, S. Ekström |rivista=Astronomy & Astrophysics |anno=2013 |volume=558 |pagine=id. L1 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2013A%26A...558L...1G |doi=10.1051/0004-6361/201322369 |accesso=3 gennaio 2015}}</ref>. È anche possibile che alcune WR terminino la loro esistenza in [[collapsar]], se non hanno perso sufficientemente massa durante la loro evoluzione. In questo caso, la stella collassa direttamente in un [[buco nero]], senza esplodere in una supernova. Si ritiene che le collapsar siano all'origine dei [[Lampo gamma|lampi gamma]], dovute all'espulsione a [[Relatività ristretta|velocità relativistiche]] di parte della materia del [[disco di accrescimento]] che si forma intorno al neonato buco nero.

La seguente tabella illustra le fasi evolutive cui vanno incontro le stelle con massa superiore a {{M|8|-|MS}}:

{| class="wikitable"
|+Schema dell'evoluzione delle stelle massicce (aventi [[metallicità]] solare)
|-
! Massa iniziale (M<sub>☉</sub>) !! Sequenza evolutiva !! Tipo si supernova
|-
| 60+ || O&nbsp;→&nbsp;Of&nbsp;→&nbsp;WNLh&nbsp;↔&nbsp;LBV&nbsp;→[WNL] || IIn
|-
| 45–60 || O&nbsp;→&nbsp;WNLh&nbsp;→&nbsp;LBV/WNE?&nbsp;→&nbsp;WO || Ib/c
|-
| 20–45 || O&nbsp;→&nbsp;RSG&nbsp;→&nbsp;WNE&nbsp;→&nbsp;WC || Ib
|-
| 15–20 || O&nbsp;→&nbsp;RSG&nbsp;↔&nbsp;(YHG)&nbsp;↔&nbsp;BSG&nbsp;(loop) || II-L (o IIb)
|-
| 8–15 || O&nbsp;→&nbsp;RSG || II-P
|}

Legenda:
* O: [[stella di classe O V]]
* Of: stella di classe O evoluta, che mostra le linee dall'azoto e dell'elio
* BSG: [[supergigante blu]]
* RSG: [[supergigante rossa]]
* YHG: [[supergigante gialla]]
* LBV: [[Variabile S Doradus|stella LBV]]
* WNL: WR di tipo WN "tardivo" (da WN6 a WN9)
* WNLh: WNL con le linee dell'idrogeno
* WNE: WR di tipo WN "precoce" (da WN2 a WN6)
* WC: WR di tipo WC
* WO: WR di tipo WO

== Esempi notevoli ==
[[File:Wr104 sslkeck big.jpg|thumb|left|250px|La stella di Wolf-Rayet [[WR 104]] vista dal [[telescopio Keck]].]]
La WR più luminosa vista dalla Terra è [[Gamma Velorum|Gamma<sup>2</sup> Velorum]]<ref name=hucht/>, la stella più brillante della costellazione delle [[Vele (costellazione)|Vele]]. Ha una [[magnitudine apparente|apparente]] di 1,83 ed visibile solo per coloro che si trovano più a sud del 40°&nbsp;[[Parallelo (geografia)|parallelo]]&nbsp;N<ref name=Gamma2>{{cita web |url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?Ident=gamma+vel&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id |titolo=gam02 Vel |sito=[[SIMBAD]] |editore=[[Centre de données astronomiques de Strasbourg]] |accesso=4 gennaio 2015}}</ref>. Si tratta in realtà di un [[sistema stellare multiplo|sistema multiplo]] nel quale le due componenti principali sono una WR di classe spettrale WC8 e una [[supergigante blu]] di classe O7,5<ref name=Gamma2 />. Il sistema dista circa {{M|850|-|anni luce}}<ref name=hucht/>: si tratta probabilmente della WR più vicina alla Terra.


La seconda WR più brillante vista dalla Terra è {{STL|Theta|Mus}}, una stella di magnitudine 5,53, visibile solo più a sud del [[tropico del Cancro]]. Si tratta anche in questo caso di un sistema multiplo nel quale una WR di classe WC5 è accompagnata da altre stelle massicce<ref>{{cita web |url=http://simbad.u-strasbg.fr/simbad/sim-id?Ident=theta+muscae&NbIdent=1&Radius=2&Radius.unit=arcmin&submit=submit+id |titolo=tet Mus |sito=[[SIMBAD]] |editore=[[Centre de données astronomiques de Strasbourg]] |accesso=4 gennaio 2015}}</ref>. Dista circa {{M|7500|-|anni luce}}<ref name=hucht/>.
Si ritiene che gran parte di queste stelle concluderà la propria esistenza esplodendo come [[supernova]]e (SN) di [[supernova di tipo Ib e Ic|tipo Ib o Ic]]. È probabile che le WR attraversino la fase di "[[collapsar]]" durante le loro ultime fasi evolutive, quando il [[nucleo solare|nucleo]] della stella, costituito da [[ferro]] inerte, collassa in un [[buco nero stellare|buco nero]] dopo aver superato il [[limite di Oppenheimer-Volkoff]], convogliando la materia della stella in un [[getto relativistico]] all'origine di un potente [[gamma ray burst]] (GRB o lampi [[Raggi gamma|gamma]]).


Alcune delle stelle più massicce conosciute sono delle WR, in particolare della classe WNh. Fra queste vi è anche [[R136a1]], una stella visibile nella costellazione del [[Dorado (costellazione)|Dorado]] e appartenente alla [[Grande Nube di Magellano]], che è considerata la stella più massiccia attualmente conosciuta, con una massa stimata di circa {{M|270|-|MS}}<ref>{{cita pubblicazione |titolo=The R136 star cluster hosts several stars whose individual masses greatly exceed the accepted 150Msolar stellar mass limit |autore=P. A. Crowther |rivista=Monthly Notices of the Royal Astronomical Society |anno=2010 |volume=408 |numero=2 |pagine=731-751 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2010MNRAS.408..731C |doi=10.1111/j.1365-2966.2010.17167.x |accesso=4 gennaio 2015}}</ref>.
Sono stati formulati diversi modelli evolutivi per le stelle di Wolf-Rayet, che seguono percorsi diversi a seconda della massa.<ref>{{cita pubblicazione| url=http://adsabs.harvard.edu//abs/2007ARA%26A..45..177C |titolo= Physical Properties of Wolf-Rayet Stars| autore= P. A. Crowther| data= settembre 2007| rivista=Annual Review of Astronomy & Astrophysics| volume= 45| numero= 1| pagine=177-219| doi=10.1146/annurev.astro.45.051806.110615| accesso=26 giugno 2010}}</ref>


Un altro esempio notevole di WR è la stella binaria [[WR 104]], i cui venti stellari generano una spettacolare quanto rarissima nube a spirale la cui estensione potrebbe coprire una distanza pari a 20 volte il nostro Sistema Solare<ref>{{cita pubblicazione|autore=P. G. Tuthill|data=2008| titolo=The Prototype Colliding‐Wind Pinwheel WR 104|url=http://adsabs.harvard.edu/abs/2008ApJ...675..698T |accesso=4 gennaio 2015 |rivista=The Astrophysical Journal |volume=675|numero=1|pagine=675-698| doi=10.1086/527286}}</ref>.
* {{M|M > 75||MS}}
: [[stella di classe O V|O]] → WN (H-rich) → [[Variabile S Doradus|LBV]] → WN (H-poor) → WC → SN Ic
* Massa compresa tra 40 e 75 M<sub>☉</sub>
: O → LBV → WN(H-poor) → WC → SN Ic
* Massa compresa tra 25 e 45 M<sub>☉</sub>
: O → LBV → WN(H-poor) → SN Ib
:oppure
: O → [[Supergigante rossa|RSG]] → WN(H-poor) → SN Ib


== Note ==
== Note ==

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La nebulosa M1-67 che circonda la stella di Wolf-Rayet WR 124 vista dal telescopio spaziale Hubble.

Le stelle di Wolf-Rayet (spesso abbreviato in stelle WR) sono stelle massicce (almeno Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. alla loro nascita) molto evolute, che perdono massa a ritmi elevati per mezzo di venti stellari molto intensi e veloci (fino a Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.). Le stelle di Wolf-Rayet perdono tipicamente 10−5 M ogni anno, un miliardo di volte la massa persa dal Sole ogni anno[1]. Una tale perdita di massa produce l'espulsione del guscio di idrogeno che circonda la stella scoprendo il nucleo di elio, che ha temperature molto elevate. Di conseguenza le WR sono molto calde con temperature superficiali comprese fra Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. e Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.[2]. Si tratta di stelle molto luminose, con una luminosità compresa fra centinaia di migliaia e milioni di volte quella del Sole, sebbene nella banda del visibile non siano eccezionalmente luminose in quanto la maggior parte della radiazione viene emessa sotto forma di raggi ultravioletti e perfino di raggi X molli.

Le stelle visibili a occhio nudo γ Velorum e θ Muscae sono Wolf-Rayet, così come lo è la stella più massiccia attualmente conosciuta, R136a1 nella Nebulosa Tarantola.

Storia delle osservazioni

Nel 1867 gli astronomi francesi Charles Wolf e Georges Rayet (da cui prende il nome questa classe stellare [3]), utilizzando il telescopio Foucault da Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. dell'Osservatorio di Parigi, scoprirono tre stelle nella costellazione del Cigno (HD 191765, HD 192103 e HD 192641, ora designate rispettivamente come WR 134, WR 135 e WR 137) che mostravano delle marcate bande di emissione in uno spettro altrimenti continuo[4]. La gran parte delle stelle mostra nel proprio spettro delle linee di assorbimento, a causa degli elementi dell'atmosfera stellare che assorbono le radiazioni elettromagnetiche a specifiche lunghezze d'onda. Il numero di stelle con linee di emissione nel proprio spettro è molto esiguo, dunque si comprese quasi subito la particolarità di tali oggetti.

La causa delle bande di emissione degli spettri delle stelle di Wolf-Rayet rimase un mistero per alcuni decenni. Edward Pickering ipotizzò che le linee fossero causate da un'inusuale stato dell'idrogeno e si scoprì che la serie di linee spettrali che fu chiamata serie di Pickering ricalcava in maniera sostanziale la serie di Balmer, quando furono sostituiti i numeri quantici semi-interi. In seguito si vide che le linee erano causate dalla presenza dell'elio, gas nobile che fu scoperto nel 1868[5]. Pickering notò le somiglianza fra gli spettri delle WR e quelli delle nebulose planetarie e ciò portò alla conclusione, poi rivelatasi errata, che tutte le WR sono stelle centrali di nebulose planetarie[6].

Nel 1929 alcuni astronomi attribuirono lo spessore delle bande di emissione all'effetto Doppler, ipotizzando dunque che il gas che circondava tali stelle doveva muoversi a velocità di 300–2400 km/s rispetto alla linea di vista. La conclusione fu che una stella di Wolf-Rayet espelle continuamente gas nello spazio, producendo un inviluppo nebuloso di gas. La forza che espelle i gas alle alte velocità osservate è la pressione di radiazione[7]. Si scoprì inoltre che molte stelle con lo spettro delle WR non sono stelle centrali di nebulose planetarie e che quindi c'è una differenza sostanziale fra nebulose planetarie e WR[8].

Gli spettri delle stelle WR presentano linee di emissione, oltre che dell'elio, anche di carbonio, ossigeno ed azoto[9]. Nel 1938 l'Unione Astronomica Internazionale classificò gli spettri delle stelle WR nei tipi WN e WC, a seconda che le linee spettrali dominanti fossero rispettivamente quelle dell'azoto o quelle del carbonio-ossigeno[10].

Classificazione

Spettro di WR137, una stella di classe WC7[2] e una delle prime tre stelle WR identificate

Le stelle di Wolf-Rayet furono identificate sulla base della peculiarità dei loro spettri elettromagnetici, che presentano larghe e marcate linee di emissione, identificabili con le linee dell'elio, dell'azoto, del carbonio, del silicio e dell'ossigeno, mentre le linee dell'idrogeno sono deboli o assenti. Le linee di emissione esibiscono frequentemente un lobo di accentuato redshift, tipico dei profili P Cygni, che indica la presenza di materiale circumstellare.

I primi sistemi di classificazione dividevano le WR fra quelle i cui spettri erano dominati dalle linee dell'azoto ionizzato (NIII, NIV, e NV) e quelle nei cui spettri erano invece marcate le linee del carbonio ionizzato (CIII e CIV) e più raramente dell'ossigeno (OIII - OVI). Le due classi furono chiamate rispettivamente WN e WC[8]. Esse furono successivamente divise ulteriormente nelle sequenze WN5-WN8 e WC6-WC8, sulla base della marcatezza delle linee 541,1 nm HeII e 587,5 nm HeI

La sequenza WN è stata poi espansa per includere le classi WN2-WN9, che sono state ridefinite sulla base della marcatezza delle linee NIII a 463,4-464,1 nm e 531.4 nm, NIV a 347,9-348,4 nm e 405,8 nm e NV a 460,3 nm, 461,9 nm, e 493,3-494,4 nm[11]. Queste linee sono ben separate dalle aree dello spettro relative alle linee di emissione dell'elio e sono ben correlate con la temperatura superficiale. Infine le stelle con spettri intermedi fra le WN e le Ofpe vengono assegnate alle classi WN10 e WN11, sebbene questa nomenclatura non sia universalmente accettata.

Classificazione degli spettri WN[12]
Classe spettrale Criteri Altre linee di emissione
WN2 NV debole o assente HeII marcata
WN2,5 NV presente, NIV assente
WN3 NIV << NV, NIII debole o assente
WN4 NIV ≈ NV, NIII debole o assente
WN5 NIII ≈ NIV ≈ NV
WN6 NIII ≈ NIV, NV debole
WN7 NIII > NIV Debole profilo P-Cyg di HeI, 468,6 nm HeII > NIII
WN8 NIII >> NIV Marcato profilo P-Cygn di HeI, 468,6 nm HeII ≈ NIII
WN9 NIII > NII, NIV assente Profilo P-Cyg di HeI
WN10 NIII ≈ NII Serie di Balmer, profilo P-Cyg di HeI
WN11 NIII debole o assente, NII presente Serie di Balmer, profilo P-Cyg di HeI

Anche la sequenza WC è stata espansa in modo da includere le classi WC4-WC9, sebbene in qualche vecchia pubblicazione siano utilizzate anche le classi WC1-WC3. Invece, le WR eccezionalmente calde sono state raccolte nelle classi WO1-WO4: i loro spettri sono dominati dalle linee dell'ossigeno ionizzato anziché da quelle del carbonio ionizzato, sebbene le abbondanze dei singoli elementi siano probabilmente comparabili. Le linee principali utilizzate per distinguere le sottoclassi delle stelle WC sono CII a 426,7 nm, CIII a 569,6 nm, CIII/IV a 465,0 nm, CIV a 580,1-581,2 nm e OV a 557,2-559,8 nm. Per le stelle WO vengono invece utilizzate le linee CIV a 580,1 nm, OIV a 340,0 nm, OV a 557,2-559,8 nm, OVI a 381,1-383,4 nm, OVII a 567,0 nm e OVIII a 606,8 nm[12]. La divisione fra gli spettri WC e WO viene effettuata mediante la presenza o l'assenza della linea CIII.

Classificazione degli spettri WC[12]
Classe spettrale Criteri
WC4 CIV marcata, CIII debole, OV molto evidente
WC5 CIII << CIV, CIV < OV
WC6 CIII << CIV, CIV > OV
WC7 CIII < CIV, CIV >> OV
WC8 CIII > CIV, CII assente, OV debole o assente
WC9 CIII > CIV, CII presente, OV debole o assente
Classificazione degli spettri WO[12]
Classi spettrali Criteri
WO1 OVII ≥ OV, OVIII presente
WO2 OVII < OV, CIV < OVI
WO3 OVII debole o assente, CIV ≈ OVI
WO4 CIV > OIV

Gli studi dettagliati delle WR possono menzionare altre caratteristiche spettrali, indicate mediante suffissi aggiunti alla classe spettrale:

  • h righe di emissione dell'idrogeno;
  • ha righe di emissione e assorbimento dell'idrogeno;
  • w linee allargate;
  • s linee sottili;
  • d polveri (a volte vd, pd, o ed for per polveri variabili, periodiche o episodiche).

La classificazione delle WR è complicata dal fatto che esse frequentemente sono circondate da una nebulosità densa o sono binarie. Il suffisso "+ abs" viene spesso utilizzato per segnalare la presenza di linee di assorbimento, probabilmente dovute alla presenza di una compagna non WR.

Come tutte le stelle, anche le WR vengono distinte in "tipi precoci" o E (in inglese: early types) e "tipi tardivi" o L (in inglese: late types) sulla base della credenza in voga all'inizio del XX secolo e non più ritenuta valida che le stelle si raffreddassero mano a mano durante la loro esistenza. WNE e WCE si riferiscono quindi alle prime e più calde sottoclassi delle stelle WN e WC mentre WNL e WCL alle ultime sottoclassi. Di solito la divisione fra tipi E e tipi L viene approssimativamente posta intorno alle sottoclassi 6 o 7. Nessuna distinzione del genere viene fatta per le stelle WO. Le stelle WNE sono solitamente più povere di idrogeno mentre quelle WNL presentano le linee di questo elemento[12][13].

Nomenclatura

WR 22 nella nebulosa della Carena.

Le prime tre WR identificate, casualmente aventi tutte e tre una compagna di tipo O, erano già presenti nel catalogo HD. Inizialmente, benché fossero riconosciute come WR, non fu creata alcuna nomenclatura specifica per tali stelle, che continuarono ad essere nominate mediante le loro sigle preesistenti. I primi tre cataloghi contenenti WR non erano specificatamente dedicati ad esse e contenevano anche altri tipi di stelle[14][15][16]. Nel 1962 fu creato uno specifico catalogo per le WR in cui esse erano numerate progressivamente in ordine di ascensione retta[17]. Un secondo catalogo (il quinto, se si contano anche i primi tre non dedicati), pubblicato nel 1968, utilizzava gli stessi numeri del catalogo precedente con il prefisso MR (dall'autore del primo catalogo, Morton Roberts) più una sequenza addizionale di numeri con il prefisso LS per le nuove stelle scoperte (dall'autore del catalogo, Lindsey Smith)[18]. Nessuno di questi schemi di numerazione è ancora in uso. Un terzo catalogo dedicato alle Wolf-Rayet, risalente al 1981, introdusse la sigla WR seguita da un numero, che è la nomenclatura accettata ancora oggi. Esso numerava le stelle di Wolf-Rayet dalla WR 1 alla WR 158 in ordine di ascensione retta[19]. Il quarto catalogo (il settimo, se si contano i primi tre) e le sue espansioni, pubblicato a partire dal 2001, ha mantenuto la stessa sequenza del catalogo precedente, inserendo le nuove WR scoperte mediante suffissi costituiti da lettere latine minuscole, ad esempio WR 102ka[12][20]. Alcune indagini moderne condotte su ampie porzioni di cielo utilizzano propri schemi di numerazione per le nuove WR scoperte[1].

Le WR nelle galassie diverse dalla Via Lattea sono numerate secondo schemi differenti. Per quanto riguarda la Grande Nube di Magellano, la nomenclatura più diffusa e completa è quella del "Quarto Catalogo delle stelle Wolf-Rayet di popolazione I nella Grande Nube di Magellano" (1999), in cui il numero della stella è prefissato da BAT-99, ad esempio BAT-99 105[21]. Molte WR di questa galassia sono elencate nel terzo catalogo con il prefisso "Brey", ad esempio Brey 77[22]. Infine, viene usata anche una terza nomenclatura, che utilizza i numeri del RMC (Radcliffe observatory Magellanic Cloud), a volte abbreviato semplicemente con R, come in R136a1.

Per le WR della Piccola Nube di Magellano viene utilizzato il catalogo di Azzopardi e Breysacher del 1979 e quindi i numeri vengono prefissati da AB, come ad esempio in AB7[23].

Distribuzione e proprietà fisiche

AB7 è una delle nebulose a più alta eccitazione delle Nubi di Magellano, due galassie satelliti della Via Lattea.

Nella Via Lattea sono state individuate circa 500 Wolf Rayet[1][12][20]. La maggior parte di esse sono state scoperte negli anni 2000 in seguito ad estese indagini fotometriche e spettroscopiche dedicate alla ricerche di tali oggetti nel piano galattico[24]. A causa delle loro marcate linee di emissione, le WR sono individuabili anche in altre galassie. Un totale di 134 WR sono state catalogate nella Grande Nube di Magellano, la maggior parte di tipo WN, ma anche tre del raro tipo WO[25][26]. Nella Piccola Nube di Magellano ci sono invece solo 12 WR, a causa della bassa metallicità media della galassia[27][28]. Ne sono state inoltre individuate 206 nella Galassia del Triangolo[29] e 154 nella Galassia di Andromeda[30]. È quindi presumibile che esistano poche migliaia di WR nel Gruppo Locale. Al di fuori del Gruppo Locale sono state individuate alcune migliaia di WR, frequenti specialmente nelle galassie starburst. Per esempio, più di mille WR, di magnitudine compresa fra 21 e 25, sono state osservate nella galassia Girandola[31].

Le WR hanno due caratteristiche fisiche molto peculiari. La prima, come si è detto, consiste nella presenza nel loro spettro di linee di emissione molto marcate. Esse si formano in una regione circumstellare caratterizzata da un vento stellare denso e molto veloce, che viene investito da grandi quantità di raggi ultravioletti provenienti dalla fotosfera della stella. Le radiazioni ultraviolette vengono assorbite dai gas circostanti la stella e vengono riemesse per fluorescenza facendo comparire le linee di emissione. La seconda caratteristica fisica consiste nell'alta temperatura superficiale delle WR (da 30 000 a oltre Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.), che è responsabile dell'emissione dei raggi UV e che ne fa fra le stelle più calde conosciute.

Le grandi quantità di vento stellare emesso causano notevoli perdite di massa che scoprono prima le regioni ricche di azoto prodotto dal ciclo CNO (stelle di classe WN) e poi le regioni ricche di carbonio e ossigeno, prodotto dal processo tre alfa (stelle di classe WC e WO)[32]. Mano a mano che la WR perde massa la sua temperatura superficiale aumenta in quanto vengono scoperti strati sempre più interni e vicini al nucleo. A ciò corrisponde una diminuzione del raggio della stella e della sua luminosità. Per contro, invece, la velocità del vento stellare emesso aumenta. La perdita di massa causata dal vento rimane pressoché costante[13][33][34]. Sebbene gli studiosi siano concordi sulle caratteristiche generali di questo processo, i dettagli differiscono. Qui di seguito si riportano le proprietà fisiche attribuite alla WR di tipo WN da Crowther (2007)[13]:


Proprietà fisiche delle stelle WN di popolazione I
Tipo spettrale Temperatura (K) Magnitudine assoluta Perdita massa
(M anno−1)
Velocità vento stellare
(km/s)
WN3 85.000 −3,1 −5,3 2.200
WN4 85.000 −4,0 −4,9 1.800
WN5 70.000 −4,0 −5,2 1.500
WN6 70.000 −4,1 −4,8 1.800
WN7 50.000 −5,4 −4,8 1.300
WN8 45.000 −5,5 −4,7 1.000
WN9 32.000 −6,7 −4,8 700

La seguente tabella riporta invece le proprietà fisiche stelle WC e WO, generalmente in uno stadio evolutivo più avanzato di quello delle stelle WN:

Proprietà fisiche delle stelle WC/O[13]
Tipo spettrale Temperatura (K) Magnitudine assoluta Perdita massa
(M anno−1)
Velocità vento stellare
(km/s)
WO 150.000 −2,8 −5,0 4.100
WC4 90.000 −4,5 −4,6 2.750
WC5 85.000 −3,6 −4,9 2.200
WC6 80.000 −3,6 −4,9 2.200
WC7 75.000 −4,5 −4,7 2.200
WC8 65.000 −4,0 −5,0 1.700
WC9 50.000 −4,6 −5,0 1.200
HD 184738, chiamata anche stella di Campbell. In realtà è una nebulosa planetaria e la stella centrale non è una giovane e massiccia WR, ma una stella vecchia e poco massiccia giunta agli stadi finali della sua evoluzione[35]

Alcune WR, specie quelle di tipo WC appartenenti alle ultime sottoclassi, producono polveri. Questo avviene soprattutto nelle stelle che fanno parte di sistemi binari, come prodotto della collisione dei venti stellari delle stelle che formano la coppia[12], come nel caso della famosa binaria WR 104; tuttavia questo processo è stato osservato anche nelle stelle singole[2].

Una piccola percentuale (circa un decimo) delle stelle che si trovano all'interno delle nebulose planetarie sono molto simili alle WR dal punto di vista osservativo, ossia esibiscono delle larghe linee di emissione nei loro spettri, in cui sono riconoscibili elementi come l'elio, il carbonio e l'ossigeno. Tuttavia, a differenza delle WR, si tratta di stelle di piccola massa (tipicamente 0,6 M), molto vecchie e giunte agli ultimi stadi della loro esistenza, prima di evolvere in nane bianche. Dato che invece le WR sono stelle giovani e massicce, di popolazione I, si preferisce distinguerle dalle nebulose planetarie ed escludere dalle WR le stelle che si trovano al centro di tali nebulose[13].

Evoluzione

Le WR sono stelle distanti, rare e spesso oscurate da polveri e gas. Sono pertanto difficili da studiare e le teorie circa la loro evoluzione sono state formulate più tardi rispetto alle teorie riguardanti l'evoluzione di stelle meno estreme. Tuttora molti aspetti rimangono non chiari.

Prime ipotesi

WR 136 è una stella di classe spettrale WN6 la cui atmosfera perduta durante la fase di supergigante è stata investita dai venti veloci e caldi generati dalla WR. Lo shock ha prodotto la nebulosa a emissione NGC 6888.

Nel corso degli anni sessanta e anni settanta alcuni astronomi, fra cui Rublev (1965)[36] e Conti (1976)[37], ipotizzarono che le stelle di tipo WR discendessero da massicce stelle di classe O, in cui i forti venti stellari caratteristici delle stelle estremamente luminose avessero espulso gli strati superficiali ricchi di idrogeno. Questa idea si è rivelata essenzialmente corretta, sebbene i processi che portano dalle stelle di tipo O alle WR si siano rivelati molto complessi.

I primi modelli di evoluzione stellare non erano compatibili con questo quadro in quanto prevedevano che le stelle massicce non evolvessero in WR ma in supergiganti rosse. Anziché aumentare la loro temperatura superficiale, quindi, esse avrebbero dovuto diminuirla. Le supergiganti rosse sono solo di poco più luminose delle stelle di tipo O da cui si sono evolute e diventano sempre più instabili mano a mano che i loro nuclei incrementano la loro temperatura e che le loro atmosfere si estendono. I processi di fusione interni ai loro nuclei le portano a produrre elementi chimici sempre più pesanti fino a che esse non esplodono in supernovae, non diventando mai quindi delle WR.

I modelli successi, più accurati, mostrarono che c'è un limite superiore alla luminosità delle stelle, oltrepassato il quale la stella perde rapidamente massa. Di conseguenza le stelle sufficientemente massicce non diventano mai delle supergiganti rosse, ma rimangono delle supergiganti blu espellendo grandi quantitativi di massa tramite venti stellari intensissimi. Esse possono quindi diventare delle WR se le loro atmosfere ricche di idrogeno vengono completamente espulse. Sono pertanto stelle che diventano progressivamente più piccole e più calde quanto più perdono i loro strati esterni [38][39].

Ipotesi attuali

Si ritiene attualmente che la maggior parte delle WR sia la naturale evoluzione delle stelle più massicce esistenti o dopo essere passate per la fase di supergigante rossa o dopo quella di supergigante blu o direttamente dopo avere terminato la fase di sequenza principale[40]. I modelli attuali predicono che le supergiganti rosse discendenti da stelle con una massa iniziale inferiore a Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. esplodano in supernovae di tipo II, cioè supernovae che presentano nei loro spettri le linee dell'idrogeno. Le loro progenitrici non hanno perso gli strati superiori ricchi di questo elemento. Invece, le supergiganti rosse discendenti da stelle di massa compresa fra le 20 e le Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido., a causa dei loro intensi venti stellari, espellono le loro atmosfere e perdono il loro strato superficiale di idrogeno. Alcune di loro possono esplodere in supernovae dopo essere ridiventate delle supergiganti gialle, ma altre possono diventare ancora più calde ed evolvere in WR.

Le stelle di sequenza principale più massicce (con massa iniziale superiore a Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.) sviluppano nuclei convettivi estremamente caldi e massicci che mescolano i prodotti del ciclo CNO nell'intera stella. Il rimescolamento può essere accentuato dalla rotazione della stella, che spesso si manifesta sotto forma di rotazione differenziale, dove il nucleo ruota a una velocità maggiore rispetto alla superficie. Dato il rimescolamento degli elementi, queste stelle esibiscono la presenza dell'azoto in superficie fin da giovane età. Questa particolarità viene segnalata assegnandole alla classe Of o Of*, ove "f" indica la presenza delle linee dell'azoto. Con l'aumentare dell'azoto in superficie esse evolvono in stelle di classe WNh, cioè stelle di tipo WN che contengono ancora quantità di idrogeno (h) in superficie. Uscendo dalla sequenza principale queste massicce stelle evolvono o in stelle LBV oppure, se il mescolamento degli elementi dovuto alla rapida rotazione, è stato sufficientemente efficiente, direttamente in stelle WN, con assenza di idrogeno in superficie. In ogni caso, queste stelle particolarmente massicce non passano mai attraverso lo stadio di supergigante rossa a causa delle cospicue perdite di massa dovute ai loro intensi venti stellari e al rimescolamento degli elementi dovuto alla loro rapida rotazione.

Le stelle WNh sono stelle spettroscopicamente simili alle WR, ma meno evolute in quanto hanno appena iniziato ad espellere le loro atmosfere e quindi sono ancora molto massicce. Le stelle più massicce conosciute sono di tipo WNh piuttosto che di tipo O, il che non è inaspettato dato che stelle così massicce rimangono nella sequenza principale per poche centinaia di migliaia di anni dopo la loro formazione. Una spiegazione alternativa è che stelle così massicce non possono formarsi come stelle di sequenza principale ma solo attraverso la fusione di due stelle meno estreme.

Lo statuto delle stelle WO non è molto chiaro. Esse sono estremamente rare e tutti gli esempi noti sono più massicci e più luminosi delle più comuni stelle di tipo WC. Quindi i dati non supportano l'ipotesi che le stelle WO siano il normale stadio di evoluzione successivo a quello delle più comuni stelle WC[41]. È stato ipotizzato che le stelle WO si formino solo a partire dalle stelle di sequenza principale più massicce[2] oppure che corrispondano a una fase estremamente breve, della durata di poche centinaia di migliaia di anni immediatamente prima delle loro esplosione in supernovae, ove le stelle WC corrisponderebbero alla fase della fusione dell'elio nel nucleo, mentre quelle WO corrisponderebbero alle fasi di fusione successive[40]

Sebbene le WR evolvano da stelle eccezionalmente massicce, esse non hanno masse elevatissime perché si formano in seguito perdita degli strati superficiali della stella. Per esempio, γ2 Velorum A si è formata da una stelle avente una massa iniziale di Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido., ma ha attualmente una massa di Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.[42].

Poiché le WR si formano da stelle molto massicce e poiché le stelle molto massicce sono molto rare sia perché si formano meno spesso delle stelle meno massicce, sia perché hanno esistenze relativamente brevi, anche le WR sono stelle molto rare.

Supernovae

Circa un quarto delle supernovae osservate sono di tipo Ib, cioè traggono origine da stelle progenitrici che hanno perso quasi del tutto il loro idrogeno superficiale, oppure sono di tipo Ic, cioè si originano da stelle che hanno perso l'idrogeno e buona parte dell'elio. Questi due tipi di supernovae corrispondono quindi abbastanza bene rispettivamente alle stelle di tipo WC e WO. Ciò rende plausibile che queste stelle concludano la loro esistenza in supernovae piuttosto che diventare delle nane bianche. Di conseguenza ogni stella che inizia la sua esistenza con una massa di almeno 8-10 M è destinata a terminarla in una supernova[13][40][43].

Sebbene la tesi secondo cui le progenitrici delle supernovae Ibc siano WR sia ampiamente accettata, non è stato ancora possibile produrre alcuna verifica sperimentale convincente di questa ipotesi[44]. Le stelle WR sono molto luminose date le loro alte temperature, ma sono visualmente poco brillanti, dato che emettono la gran parte della loro radiazione nell'ultravioletto, sono rare e sono distanti. La teoria suggerisce che le WR progenitrici di supernovae Ibc risultano troppo deboli per essere rilevate anche dagli attuali strumenti più potenti. Un possibile caso è quello della supernova SN Ib iPTF13bvn, la cui progenitrice sembra essere una WR avente una massa iniziale di circa Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido. e che al momento dell'esplosione aveva una massa di circa Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.[45]. È anche possibile che alcune WR terminino la loro esistenza in collapsar, se non hanno perso sufficientemente massa durante la loro evoluzione. In questo caso, la stella collassa direttamente in un buco nero, senza esplodere in una supernova. Si ritiene che le collapsar siano all'origine dei lampi gamma, dovute all'espulsione a velocità relativistiche di parte della materia del disco di accrescimento che si forma intorno al neonato buco nero.

La seguente tabella illustra le fasi evolutive cui vanno incontro le stelle con massa superiore a Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.:

Schema dell'evoluzione delle stelle massicce (aventi metallicità solare)
Massa iniziale (M) Sequenza evolutiva Tipo si supernova
60+ O → Of → WNLh ↔ LBV →[WNL] IIn
45–60 O → WNLh → LBV/WNE? → WO Ib/c
20–45 O → RSG → WNE → WC Ib
15–20 O → RSG ↔ (YHG) ↔ BSG (loop) II-L (o IIb)
8–15 O → RSG II-P

Legenda:

Esempi notevoli

La stella di Wolf-Rayet WR 104 vista dal telescopio Keck.

La WR più luminosa vista dalla Terra è Gamma2 Velorum[12], la stella più brillante della costellazione delle Vele. Ha una apparente di 1,83 ed visibile solo per coloro che si trovano più a sud del 40° parallelo N[46]. Si tratta in realtà di un sistema multiplo nel quale le due componenti principali sono una WR di classe spettrale WC8 e una supergigante blu di classe O7,5[46]. Il sistema dista circa Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.[12]: si tratta probabilmente della WR più vicina alla Terra.

La seconda WR più brillante vista dalla Terra è θ Muscae, una stella di magnitudine 5,53, visibile solo più a sud del tropico del Cancro. Si tratta anche in questo caso di un sistema multiplo nel quale una WR di classe WC5 è accompagnata da altre stelle massicce[47]. Dista circa Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.[12].

Alcune delle stelle più massicce conosciute sono delle WR, in particolare della classe WNh. Fra queste vi è anche R136a1, una stella visibile nella costellazione del Dorado e appartenente alla Grande Nube di Magellano, che è considerata la stella più massiccia attualmente conosciuta, con una massa stimata di circa Errore in {{M}}: parametro 3 non è un numero valido.[48].

Un altro esempio notevole di WR è la stella binaria WR 104, i cui venti stellari generano una spettacolare quanto rarissima nube a spirale la cui estensione potrebbe coprire una distanza pari a 20 volte il nostro Sistema Solare[49].

Note

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